Bah, a te sembra sufficiente una carta scritta una bella mattina dal commissario Cordier per "spezzare" una religione? Questo magari lo puoi fare con il cristianesimo che è religione cadavere che si lascia operare senza fiatare. D'altro canto se si trova a capo un bergoglione un motivo ci sarà. L'Islam è una religione che ha 1500 anni, e al di là delle sue correnti ereticali e degli scismi, non è un caso se i rituali, la lingua, le norme, sono sostanzialmente gli stessi in ogni parte del mondo. Ed è soprattutto una religione viva, vitale ed in salute. Se ad esempio tutti pregano nello stesso arabo del corano, che tra l'altro è un arabo anche diverso dalle diramazioni dell'arabo moderno, c'è un perchè. Evidentemente la cazzata che ci siamo bevuti qui in occidente del "latino-che-la-gggente-non-capisce", loro (così come gli ebrei l’ebraico, che era lingua morta fino a 60 anni fa, quando è stato riesumato come lingua ufficiale dello Stato di Israele; gli indù il sanscrito; i greco-ortodossi il greco antico; i copti etiopi il gehez...), non se la sono ancora bevuta. Se pensi che un decreto del prefetto di sticacchi lo "spezzi" a livello globale...
L'ipotesi non è praticabile, neanche volendolo. Tanto per dire, espellere dove? Uhm, non credo che tornare alla messa in latino migliorerebbe la situazione...
Non è sicuramente praticabile e se anche lo fosse avrebbe dei costi umani e sociali insostenibili. Eppure qualcosa deve essere pure fatto, in primo luogo dire basta alle naturalizzazioni, altro che ius soli. Ottenere la cittadinanza, in Italia, come nel resto d'Europa dovrebbe essere estremamente più difficile. Niente più ricongiungimenti familiari. In presenza di determinati reati revoca della cittadinanza, espulsione per gli stranieri che commettono reati (non solo di stampo terroristico, ma anche di tipo comune) E a scanso di equivoci questi provvedimenti dovrebbero valere per tutti gli stranieri, comunitari ed extra comunitari e di qualunque credo religioso. In ogni caso questi provvedimenti (che allo stato attuale e con l'ideologia del politicamente corretto imperante reputo comunque del tutto impossibili) non sarebbero sufficienti da un lato, come ho già sostenuto più volte, occorrerebbe una riforma dell'Islam (perché è inutile negarlo, il problema oggi è questo Islam) che parta dal suo interno, senza coercizioni esterne e dal'altra, da parte nostra, un rifiuto della cultura relativistica e nichilistica che impregna l'attuale società occidentale. Purtroppo, in merito, sono assolutamente pessimista tanto sul primo che sul secondo aspetto, quindi la situazione andrà solo a peggiorare, se anche ci provassimo (e sono sicuro che non ci proveremo) temo che il punto di non ritorno lo si sia già da un po' superato. Noi non ne pagheremo le conseguenze, ma le nostre generazioni future, nei prossimi 30/50 anni, sì e temo che non sarà una bella esperienza.
Una religione senza riti semplicemente non esiste. L'Islam come religione esiste perchè ha dei riti comuni, una lingua religiosa comune e un comune "sentire". Non è un blocco monolitico, intendiamoci. Ma la religione comunque fa da potente cemento ai tanti mattoni di cui è composto l'edificio. Niente riti, niente religione. Niente religione, niente "cemento". Niente "cemento", edificio che crolla. Il caso del latino è solo un esempio, soprattutto se non si conosce cosa sono i simbolismi e i significati di una messa come quella tridentina. Ogni gesto è compiuto con un determinato significato. E questo vale anche per le celebrazioni in sinagoga o nelle moschee. Ovvio che se si pensa che seguire una funzione di una religione è solo una minchiata perdita di tempo allora c'è poco da discutere.
Mah, i miei nonni mi raccontavano che quando andavano loro in chiesa (anni '20-'30), la maggior parte degli abitanti del paese non sapeva leggere e scrivere, non sapeva ovviamente il latino e non aveva la benché minima idea di quello che diceva il prete, anche nelle occasioni in cui parlava in italiano (che molti non conoscevano, la lingua allora era il dialetto): per loro andare in chiesa era un modo come un altro per ottenere rispettabilità sociale, assistendo a e compiendo gesti di cui ignoravano qualunque significato, e l'emarginare quelli che non la frequentavano era un modo come un altro per discriminare un vicino di casa antipatico, o anche senza alcuna ragione logica così per noia. Le direttive della chiesa erano del tutto ignote alla popolazione, ad esempio so che molti preti avevano uno o più figlioli, naturalmente illegittimi, e nessuno ci trovava niente da ridire. Maxim, io sarei totalmente d'accordo con te, se non fosse che ho paura di tornare ad un passato che forse non è mai esistito, e che non so se fosse migliore. Visto l'andazzo generale peraltro, la cosa mi pare fuori questione. Desidererei anche trovare qualcosa di più e di diverso, oltre alla religione francamente, per amare il mio paese e la mia civiltà. Anzi, in realtà io l'ho già trovato, spero solo di non averlo già perduto.
Ad essere sincero neppure io lo so. Probabilmente la mia è solo un'illusione. E' comunque un fatto che una società dove sembrano dominare i "beati beoti" non abbia un grande avvenire davanti a sé. In questi ultimi 150 anni (tanto per darci un punto di riferimento) abbiamo assistito ad un progresso tecnologico senza pari, eppure oggi siamo stanchi: la crisi di valori imperante, la denatalità, un diffuso pessimismo sul nostro futuro, sulla nostra classe dirigente, l'abbandono della religione (qualunque essa sia eccetto l'islamica) sono tutti aspetti che non promettono nulla di positivo per il futuro della nostra gente. Se a questo si aggiunge il venir meno, per la prima volta, della percezione della nostra identità come popolo (proprio anche a causa dei problemi elencati poco prima) vediamo che siamo cotti a puntino. Allo stesso tempo, almeno a livello delle elites politico, intellettuali e finanziarie che ci dominano, questa perdita di identità non è vista come fatto negativo, ma al contrario è esaltata come fatto innovativo e portatore di immensi benefici, in nome del multiculturalismo, del meticciato, della caduta dei muri, del volemose bene ecc. ecc. Forse la religione, intesa prima di tutto come senso religioso, prima ancora che come religione vera e propria avrebbe potuto invertire la tendenza, ma oggi la cosa mi sembra del tutto impossibile. Se guardiamo al nostro caso occidentale vediamo che il cristianesimo, tanto quello cattolico che quello protestante, è stato incapace di comprendere i mutamenti occorsi, prima vi si è opposto e dopo, di fatto, vi si è sottomesso, questo mentre tutto concorre sempre più a rendere il senso religioso fattore esterno e estraneo al vivere quotidiano delle persone o a far ritenere che esso lo sia. Se poi guardo alla Chiesa di oggi guidata da persone quanto meno fragilissime come l'attuale pontefice non posso nutrire grandi speranze sul suo futuro, anzi. E questo è un problema non per i soli credenti, ma per tutti, paradossalmente persino per i laicisti. In sostanza non ho soluzioni da proporre e per come mi sembra che la nostra società andrà ad evolversi, diciamo nei prossimi cento anni, non ho rimpianti per il non esserci.
Fra cento anni, se tutto andrà "bene", noi ed il mondo intero saremo, come sempre con molta attenzione e concentrazione, impegnati a discendere l'altro versante del dirupo di Seneca*, quello meno simpatico - perché non siamo noi che facciamo pochi figli, sono "gli altri" che ne fanno troppi, ma come convincerli a ragionare, se non con la forza - il che mi sembra un motivo ancora più valido per essere felici di non essere più qui per allora. Solo che come ragionamento mi sembra un bel po' egoistico, inoltre a me piacerebbe avere almeno un figlio, se lei fosse d'accordo, e avrei piacere che fosse il più umanamente felice possibile, non in mezzo ad una preistorica guerra di civiltà o, peggio, di religioni. * "Sarebbe una consolazione per la nostra debolezza e per i nostri beni se tutto andasse in rovina con la stessa lentezza con cui si produce e, invece,l'incremento è graduale, la rovina precipitosa.” Lucio Anneo Seneca, Lettera a Lucilius, n. 91
E' evidente che stanno agendo cani sciolti , gente emarginata dalla società, depressi, che siccome sono anche islamici o di razza araba, pensano che la loro discriminazione sociale sia dovuta alla religione o al colore della pelle o alla razza, e si vendicano per questa ingiustizia o buttano via la loro vita per qualche spicciolo da mandare a casa. Il punto è che se è emarginato un italico si fa sky, un "arabo" si fa saltare. perdonate la schiettezza. In questo clima, ci potremmo trovare veramente da un momento all'altro senza la fiducia nel prossimo che incrociamo per strada. Senza la fiducia, che è il vero e principale collante sociale tutto crolla con una rapidità inimmaginabile.
L'emarginazione degli islamici anche di seconda o terza generazione esiste sicuramente, la noto persino io da turista per le strade di Parigi, ma questo è solo un aspetto, non dimentichiamoci che gli stragisti di Dacca erano istruiti e provenivano da famiglie benestanti, pochi giorni fa in Pakistan dentro una famiglia benestante un fratello ha ucciso la propria sorella perché lei si era rifiutata di cancellare l'account di FB. La questione è purtroppo più ampia e se esiste certamente un problema di emarginazione e di mancanza di integrazione dall'altra parte esistono altri elementi da non sottovalutare.
Io parlavo di quello che succede in Europa, dei "nostri" terroristi . Poi sicuramente nel mondo arabo, soprattutto in afghanistan pakistan c'è stato un ritorno religioso spaventoso http://www.repubblica.it/esteri/2013/07/09/foto/kabul_anni_60-62622520/#20
Finché ci saranno persone che adorano lo stesso Dio ma litigano sulle interpretazioni, ci saranno problemi. Non vincerà chi ha le migliori argomentazioni, ma vincerà il più forte e/o il più numeroso. Come sempre. E gli altri di dovranno adeguare. Come sempre. E dato che religione è anche sinonimo di società, vincerà la società più forte, anche in modo democratico: il 50% più uno. Quando saranno più di noi, detteranno legge loro. Semplicemente. Noi siamo ricchi, decadenti e vecchi e loro fanno miriadi di figli...
Questo, solo se continuassero ad entrare impunemente nel paese (segue risata satanica alla Pietro Gambadilegno ).
Non ci sono riusciti i romani a tenere fuori i "barbari" dai loro confini (e i romani erano leggermente politically uncorrect) vuoi che ci riusciamo noi? Auguri...
Rispetto all'album fotografico di Repubblica mi ricordo di foto simili degli anni '70 con ragazze di Kabul con delle minigonne notevoli, tanto più in un paese islamico, che non avrebbero sfigurato neppure in Occidente http://www.ilgiornale.it/news/polit...i-perch-i-figli-dei-migranti-qui-1286123.html
https://www.rt.com/news/352066-france-stab-woman-daughters/ La Francia si conferma un posto a rischio. Signori mariti e signori padri, controllate l'abbigliamento delle vostre care prima che escano, non si sa mai.....
Anche nelle vicende più tragiche ogni tanto bisogna trovare lo spazio per un sorriso: Vlad ritorna per noi e già che ci sei fai una visitina ad Erdocane e alle sue genti