La firma del titolo è naturalmente quella che Vittorio Emanuele III rifiutò di apporre al decreto di Facta che ordinava lo stato d'assedio nella Capitale e avrebbe permesso al Regio Esercito di combattere i fascisti marcianti su Roma. E se il Re avesse firmato cosa sarebbe successo? Naturalmente la retorica del dopoguerra ha portato avanti la tesi secondo cui la marcia su Roma fu una barzelletta e il Re avrebbe potuto disperderla con la sua sciaboletta se solo l'avesse voluto, ma era davvero così? Ciò che seguì è storia nota: il 30 ottobre Mussolini giunge a Roma da Milano e ottiene dal Re l'incarico di formare un nuovo governo. È l'inizio del regime fascista, anche se la svolta autoritaria sarebbe arrivata pochi anni dopo. Vittorio Emanuele III fu senza dubbio pavido, ma c'era davvero il rischio di una guerra civile? Gli iscritti al PNF all'epoca erano quasi mezzo milione e Mussolini aveva supporto di gran parte del mondo conservatore italiano, che lo vedeva come baluardo contro il socialismo internazionalista del PSI e del PCI; non dimentichiamo inoltre che gli stessi socialisti erano stati sconfitti ma non erano certo domi e potevano dire la loro in un'eventuale guerra civile. Certo il mondo conservatore della Chiesa e dell'alta borghesia si sarebbe schierato con la Corona in un ipotetico scontro con il solo fascismo, ma non sottovalutiamo l'appoggio del Duca d'Aosta: egli era un eroe della Grande Guerra e aveva combattuto direttamente al fronte come generale ed era visto come un potenziale nuovo Re filo-fascista, spaccando in due il fronte monarchico e soprattutto l'Esercito. Per le fonti vedere: https://it.wikipedia.org/wiki/Marcia_su_Roma
Le fonti citate in maniera più dettagliata: Gian Franco Venè, Il golpe fascista del 1922. Cronaca e storia della marcia su Roma, con prefazione di Pietro Nenni Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, 1931. Gianpasquale Santomassimo, La marcia su Roma, Giunti Editore (2000) Antonino Répaci, La Marcia su Roma, Rizzoli editore (1972) Giulia Albanese, La marcia su Roma, GLF editori Laterza (2006) Gian Franco Venè, La lunga notte del 28 ottobre, Palazzi, 1972, ISBN non esistente. Duccio Chiapello, Marcia e contromarcia su Roma. Marcello Soleri e la resa dello Stato liberale, Aracne Editore, (2012)
What if non autorizzato. Spostato in off topic perchè è più politico che militare http://www.netwargamingitalia.net/forum/threads/regole-per-i-what-if.23482/
Nel senso che i fascisti, proteggendo i contadini dalle cooperative socialiste (e anche attaccando queste ultime), si erano guadagnati l'appoggio della più grande classe sociale italiana.
E secondo te in caso di guerra civile chi avrebbero sostenuto? A meno di una scissione del fronte conservatore, la vedo dura diventino sostenitori di una rivoluzione fascista e pseudo-socialista.
Che sostenessero Mussolini lo dice Montanelli, non è una mia ipotesi. Senza contare che a Mussolini sarebbe bastato davvero poco a mettere su un movimento contro Versailles (simil-nazista) che accusasse il re di aver accettato quelle clausole e la vittoria mutilata.
Ok, il sostegno a Mussolini sappiamo fosse molto diffuso, soprattutto nella borghesia. Però rimaniamo nel WI: il Re firma lo stato d'assedio. Quindi il Regio Esercito con 30mila uomini si trova a dover fermare un numero pari di fascisti che marciano sulla Capitale, arrestandone quantomeno i quadrumviri Balbo, Bianchi, De Bono e De Vecchi, nonché Mussolini, se questi non fosse fuggito in Svizzera. Non vi è dubbio, secondo me, che l'Esercito avrebbe presto avuto ragione dei fascisti, se si fosse combattuto a blocchi compatti. Ma i blocchi del Regio Esercito sarebbero rimasti compatti? In un caso analogo non ebbero problemi a reprimere nel sangue la Reggenza del Carnaro di d'Annunzio, nonostante questi fosse ben più carismatico di Mussolini all'epoca. Con il fascismo decapitato dai suoi membri più rilevanti e combattivi, cosa succede nel resto del Paese?
Se avesse dichiarato lo stato di assedio, i quadriumviri sarebbero usciti da Roma, ma inposizione tale da seguire i fatti. Lo stesso Vittorio Emanuele aveva paura della guerra civile, e già mi immagino Mussolini tuonare: "Venduto ai socialisti", "Re comunista" ecc. La borghesia appoggiava Mussolini e odiava lo stato liberale che aveva permesso l'ascesa del socialismo. Poi penso che i socialisti si sarebbero schierati con il re e forse che i comunisti avrebbero fatto una fazione a parte, anarchica e pro soviet italiani.