Osservatorio Crisi Ucraina - Guerra nel Donbass

Discussione in 'Warfare Moderno' iniziata da Pandrea, 27 Gennaio 2014.

  1. ex wolf

    ex wolf

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    Tutt'altro, ma va anche detto che in UE il costo del personale, tutto professionista è assai più elevato di quello in Russia che è ancora per la maggior parte di leva poi come ho detto prima gli sprechi sono assurdi.
    Tanto per dire: EFA e Rafale, sviluppo manutenzione ecc. ecc. per 2 aerei abbastanza simili che coprono lo stesso ruolo e che si fanno una concorrenza incredibile sui mercati internazionali.
     
  2. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    sembra sia stata colpita con un drone di quelli fornito dai turchi e che continuano a mandargli, nonostante la bella faccia che Erdoan fa a Putin.

    La Orsk in fiamme, dovrebbe essere della classe Alligator

    [​IMG]

    e due Ropucha che se la danno a gambe:

    [​IMG]

    [​IMG]
     
  3. GyJeX

    GyJeX

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  4. GeorgePatton

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    Stavo leggendo lo stesso articolo!! :lol::lol:
     
  5. Prostetnico

    Prostetnico

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    Ma veramente, signora mia... :rolleyes:
     
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  6. GyJeX

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    dove andremo a finire... Contessa... Anche l'operaio vuole il figlio generale con la penna e il petto pieno di medaglie da mandare in Ucraina a combattere per la libertà
     
  7. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    Aggiornamento RID odierno

    Ucraina: la situazione sul terreno e lo scenario della guerra di attrito 28/03/2022

    28/03/2022 | MARCO RAMIUS

    Le recenti dichiarazioni circa un imminente referendum della Repubblica separatista di Lugansk (LPR) per richiedere la propria annessione alla Federazione Russa dimostrerebbe tutte le difficoltà che i Russi stanno incontrando sul terreno. Benché, al momento, un’avanzata militare ucraina verso le repubbliche separatiste sia al momento del tutto da escludere, i Russi hanno ufficializzato, come preteso obiettivo dell’intera operazione militare, la finalità ultima del controllo del sud e del Donbass ed una garanzia di sicurezza per l’LPR e la DPR (Repubblica separatista di Donetsk), e non certo la conquista di Kiev, né, tantomeno, dell’Ucraina tutta. Detto questo, è bene riepilogare i più recenti sviluppi sul terreno. Cominciando proprio da Kiev, gli arretramenti russi di questi ultimi giorni hanno cominciato ad avere l’effetto di un’immediata riduzione dei bombardamenti sulla capitale. Si segnala in tal senso la liberazione dell’insediamento di Moshchun a nord di Hostomel (e a 15 km nord-est da Kiev), avvenuto ad opera del Battaglione Omega della Brigata Internazionale, composto in una certa prevalenza da ex-operatori delle forze speciali USA. Tuttavia, proprio tra ieri e stamani, le forze russe stanno provando a riprendere il terreno perduto nei giorni precdenti. A est di Chernihiv, nella giornata di sabato i Russi sono entrati a Slavutych trovando una popolazione riottosa su cui le truppe avrebbero usato gas lacrimogeni (non è il primo caso: è accaduto almeno altre 2 volte a Kherson e Melitopol. Vi sono fondati motivi per ritenere questa condotta una violazione dei trattati che proibiscono l’utilizzo di armi chimiche nei conflitti armati). Il giorno successivo, constatata l’impossibilità di aver ragione della situazione, le forze di mosca si sono completamente ritirate dalla cittadina. In ogni caso, aggirandola da sud, e procedendo velocemente fino agli insediamenti di Zolotynka e Yahidne, hanno chiuso l’ultima strada che, a singhiozzo, collegava di tanto in tanto Chernihiv con Kiev. In ogni caso, a Vishneve, circa 20 km a nord di Chernihiv, e quindi quasi 50 km in profondità dietro le linee russe, un deposito di munizione è stato fatto saltare distruggendo anche un importante dispositivo di equipaggiamenti (veicolari e non) per la guerra elettronica situato nelle immediate vicinanze. Ignote ancora le modalità di un simile attacco (si parla variamente di un lancio di TOCHKA-U, un raid di forze speciali, oppure di un attacco partigiano). Se nell’area di Kherson gli Ucraini sono riusciti a riprendere Husarivka, in quella di Sumy sono avanzati su Slavnorod e Krasnopilli, raggiungendo a tutti gli effetti il confine con la Russia. Soprattutto, hanno riconquistato Trostyanets, luogo da cui non solo i Russi avevano recentemente bombardato pesantemente la vicina Okhtyrka, ma su cui potrebbe ancora chiudersi una doppia morsa proveniente sia da Lebedyn che da Boromlya (entrambe ancora in mano ucraina ma parzialmente aggirate dai Russi); questa eventualità creerebbe una definitiva sacca su Sumy. Tutto dipenderà da quanta forza combattiva permarrà nei Russi, visto che appare confermata la cattura a Trostyanets di equipaggiamenti intatti quali T-80, semoventi MSTA-S, BMP ecc., prevedibilmente in procinto di essere immediatamente incamerati della 93ª Brigata Meccanizzata ucraina che ha operato nell’area negli ultimi 5-6 giorni. Da rilevare come, all’atto della conquista, l’unico ospedale dalla cittadina rimasto in piedi (l’altro era stato distrutto giorni fa da un attacco aereo russo) sia risultato minato. A sud di Kharkiv un rinnovato attacco multiplo, più coordinato dei precedenti, sia su Izyum che su Kamyanka sta lentamente mettendo in crisi il dispositivo locale ucraino, ed i Russi avrebbero attraversato in alcuni punti dei corsi d’acqua adiacenti, incluso uno sul fiume Seversky Donets, su cui sono stati gittati 2 ponti. La manovra sta fortemente minacciando di aggiramento le forze ucraine presenti nell’area, dove però sta affluendo la 92ª Brigata Corazzata, nei giorni scorsi responsabile della distruzione di almeno 3 Battle Group russi a Mala Rohan, Vilkhivka, e Husarivka. Nella zona di Severodonetsk (tenuta da 2 Brigate più elementi del Reggimento DONBAS della Guardia Nazionale), la pressione sembra essere ora concentrata su Lysychanksk, colpita non solo dalle solite salve di lanciarazzi multipli, ma persino da un inusuale sbarramento di missili balistici TOCHKA-U. Più a sud, Pokrovsk, Avdiivka e Mariinka continuano a respingere deboli attacchi terrestri pur rimanendo continuamente martellati dall’artiglieria, mentre la vicina Horlivka è stata quasi del tutto abbandonata dagli Ucraini, che non sono riusciti a prevenire la penetrazione di una piccola colonna russa fino all’insediamento arretrato di Panteleimonivka, su cui sta combattendo in queste ore. Parimenti persa risulta Verkhnotoretske, da cui, tuttavia, un ulteriore sviluppo operativo verso Novobakhmutivka è stato arrestato dalle truppe ucraine. A Mariupol, la linea tenuta dai Russi da ovest fino al centro città, e stabilizzatasi attorno alla Chiesa dell’Intercessione, è stata potenziata col 68° Reggimento Corazzato della Guardia (a rinforzo della 810ª Brigata di Fanteria di Marina e della 150ª Divisione Motorizzata), di cui si dovrà attendere o il tentativo di rinnovare la marcia sulle arterie che conducono al porto (avvenuta nei giorni passati, ma sempre rintuzzata), o il ricongiungimento sul fiume Kalmyus con la parte est della città, e in particolare con quegli impianti delle acciaierie Azovstal su cui da giorni insistono le truppe cecene. Una manovra di questo tipo, se di successo, chiuderebbe in una sacca l’intera porzione nord di Mariupol. È il caso di ricordare come, probabilmente, le forze ucraine ivi presenti (oltre al fin troppo citato Reggimento AZOV, una Brigata di Fanteria di Marina, una della Guardia Nazionale, e mezza Brigata di Fanteria) siano, a differenza della città di per sè, in gran parte intatte, con poche dozzine di perdite subite finora (che però hanno riguardato soprattutto gli elementi corazzati di dotazione). Nel sud dell’Oblast di Zaporizha, gli Ucraini hanno riconquistato Huliaiopole, ma è presto per dire se riusciranno a riaprire un gap nella morsa che ivi si era chiusa qualche giorno fa. Nell’occupata Melitopol si è consumato un fallimentare tentativo di riproporre l’altrettanto disastroso referendum di Kherson per mezzo di una finta folla di acclamanti fatta affluire dalla Crimea. Anche in questo caso, la popolazione residente ha stravolto tali piani con dimostrazioni di opposizione. Come in altre aree occupate del sud dell’Ucraina, in città si stanno segnalando sempre più casi di unità della Rosgardya (Guardia Nazionale russa) invitanti la popolazione a denunciare gli elementi “nazisti” delle loro comunità, e ad astenersi dall’esporre simboli “fascisti” (cioè la bandiera Ucraina). Sia a Melitopol che a Berdyansk, comunque, i Russi hanno interrotto le attività dei ripetitori per reti mobili, e anche i segnali televisivi e radio provenienti dalle zone ancora sotto controllo governativo stanno venendo scollegati o disturbati. Risulta inoltre che le scuole stiano venendo riaperte con insegnamenti solo in lingua russa. Nella zona di Kherson, gli Ucraini hanno liberato il villaggio di Novovorontsovka da una colonna russa che, percorrendo la strada costeggiante il Dnipr, stava guadagnando terreno in direzione di Nikopol. Da Mykolaiv, inoltre, la liberazione da parte degli Ucraini di Piervoyske e Kyselivka ha chiuso in una sacca un imprecisato numero di truppe russe al momento risultanti del tutto disconnesse dalle linee “amiche” di Kherson.
     
    Ultima modifica: 28 Marzo 2022
  8. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    Attack On Europe: Documenting Equipment Losses During The 2022 Russian Invasion Of Ukraine - Oryx (oryxspioenkop.com)

    Interessante lista dei mezzi persi dalle due parti in conflitto. Si tratta di quelli per cui esiste la prova fotografica. Cliccando su ogni veicolo si arriva alla relativa fotografia (non so se è così per tutti...ovviamente non ho provato).

    Impressionanti i numeri di mezzi persi dai russi: 331 MBT (che equivalgono praticamente ad un'intera divisione corazzata), 236 AFV, 315 IFV, 80 APC, 35 elicotteri ed i 139 pezzi di artiglieria (tra cannoni, MLRS ed SP)

     
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  9. Tasso

    Tasso

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  10. GeorgePatton

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    Ucraina, la guerra entra in una fase nuova 29/03/2022 | PIETRO BATACCHI E IGOR MARKIC - da RID online

    Situazione ancora movimentata in Ucraina. Nonostante gli indubbi successi ucraini degli ultimi giorni ad est di Kiev, le forze russe continuano ad essere attestate nell’area di Bohdanivka, con scontri di una certa entità ancora in essere nella vicina Lukyanivka, anche perchè è da lì che sono partiti recentemente vari tentativi di colpi di mano da parte di carri della 90ª Divisione Corazzata russa in direzione di Boryspil (dove c’è l’aeroporto internazionale) puntualmente intercettati. Ad ovest della capitale, invece, se Bucha, Hostomel, e Vorzel continuano ad essere in mano russa, Irpin appare ora in mano ucraina, con gli ultimi rastrellamenti completati stamani. Un ruolo importante in questa operazione è stato giocato da ex elementi appartenenti alle forze speciali americane e britanniche facenti parte della Brigata Internazionale. Tuttavia, la linea continua che gli Ucraini sono riusciti a stabilire lungo gli insediamenti di Motyzhyn, Lychanka, Shpytky, Petrushky, Lisne e Dmytrivka, per sbarrare ai Russi la strada verso il sud della capitale, è sottoposta ada attacchi incessanti di aerei ed artiglieria. Molto interessanti anche gli sviluppi nei settori di Cernihiv e Sumy. I dintorni di Chernihiv, ancora di fatto circondati, continuano nondimeno a vedere manovre e contro-manovre che rendono i fronti continuamente cangianti. Ad esempio, a nord-est della città, il paesotto di Snovsk risulta sgomberato da truppe russe incalzate da elementi ucraini che, a rigore, dovrebbero essere isolati. Onde evitare di essere inseguiti in profondità, i Russi hanno persino fatto saltare i ponti delle rotabile che, dall’insediamento, portano al confine bielorusso, all’interno del quale almeno parte delle loro forze si sarebbero ritirate. Dinamiche similari, soprattutto in termine di demolizioni di ponti a protezione di ritirate, si sono osservate negli insediamenti di Konotop, Stara Rudnya, Smyach, Maly Dyrchyn, e Velykyi Dyrchyn. Anche Sumy non sta subendo più attacchi terrestri, con parte delle truppe assedianti riportate nel territorio della Federazione Russa. Kharkiv, invece, continua ad essere bersagliata da fuoco indiretto (ben 180 salve di lanciarazzi multipli registrate nelle ultime 24 ore), e le truppe che la minacciano sembrano essere state rafforzate negli ultimi giorni. A Izyum, le notizie più recenti la danno come parzialmente in mano russa, con forze in preparazione (mediante l’afflusso di una Brigata di Fanteria di Marina proveniente dalla Flotta del Baltico) per il prevedibile obiettivo successivo di Slovyansk. In ogni caso, la cittadina risulta parzialmente accerchiata mediante manovre di aggiramento che hanno comportato la quasi totale conquista di Topolske, Kamyanka e Tykhotske. È da quest’ultima che starebbe avanzando una colonna in direzione di Barkinkove: nodo strategico, quest’ultimo che, qualora conquistato, consentirebbe ai Russi di interrompere i collegamenti ferroviari di Slovianksk e Kramatorsk con il resto dell’Ucraina. Peraltro, le aree antistanti Kramatorsk stanno registrando una decisa pressione, per ora solo in termini di fuoco indiretto, nei fondamentali insediamenti di Toretske, Svitlodarsk, Troitske e Pisky. I dintorni di Porkovsk, invece, hanno fatto registrare i primi scontri terrestri, per ora vinti dagli Ucraini (per lo più con l’impiego della Difesa Territoriale e delle forze di polizia). Nell’area di Severodonetsk l’attenzione russa è tornata a rivolgersi sulle vicinissime Popasna e Rubizhne, con quest’ultima che ha respinto un furioso attacco sulla sua periferia nord-ovest al termine di una manovra semi-aggirante. A Mariupol forze russe sono riuscite ad avanzare parzialmente nel quartire Kalmiusky della città, ma non ancora a tagliarla in due. Nel sud, la russificazione delle zone occupate si sta consumando anche in forma di introduzione forzata del rublo come moneta di scambio, e attraverso la promessa di cancellazione di prestiti e finanziamenti bancari e di bollette arretrate per coloro che denunciano elementi “fascisti”. Al gap apertosi qualche giorno fra con la riconquista di Huliaiopole da parte degli Ucraini, i Russi hanno riposto con un leggero arretramento dell’intera linea, concomitante con intensi bombardamenti a cui la cittadina è sottoposta in queste ore. Questo non ha impedito l’avanzata ucraina sui piccoli paesotti di Poltavka e Malinivka, avvenuta tramite truppe regolari assistite da elementi della Difesa Territoriale di Melitopol “riapparsi” in loco dopo essersi “addormentati” a seguito dell’occupazione cominciata settimane fa. A est di Mykolaiv, la sacca in cui alcune forze russe sono state isolate da qualche giorno ha cominciato a restringersi con la conquista ucraina di Vynohradivka, Inhulka e Mykhailo-Laryne. Una colonna russa stamani è uscita da Kherson ed era segnalata in direzione proprio di Mykolaiv. Nel fronte “dimenticato” di Krivy Rih, infine, su cui da sempre si concentra poca attenzione nonostante l’indubbia importanza strategica, rinnovati scontri, in particolari lunghi scambi di artiglieria, si stanno registrando su Vysokopole, Bolshaya Oleksandrivka, Beryslav, Snigerivka e Stanislav. Intanto, gli Ucraini hanno iniziato a ricevere i primi sistemi antiaerei a cortissimo raggio STARSTREAK, utilizzabili tanto da lanciatori portatili quanto da lanciatori installabili su veicoli. Lo STARSTREAK ha una portata superiore a quella di uno STINGER, attorno ai 7 km, ed è caratterizzato da un sistema di guida laser a doppio fascio che lo rende sostanzialmente immune alle contromisure tradizionali, e che gli consente anche di “reggere” alle manovre evasive del bersaglio. Le altre caratteristiche sono l’altissima velocità, Mach 3, e i 3 dardi in tungsteno che colpiscono il bersaglio e che vengono rilasciati dal copro del missile nella fase terminale. Insomma, un brutto cliente per gli aerei russi.
     
  11. GeorgePatton

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    Foto presa a Trostyanets il 29 marzo, dopo essere stata riconquistata dagli ucraini.
    Da notare il memoriale della Grande Guerra Patriottica con il T-34, più integro che tutto il resto. Quasi fosse un rimprovero ai due contendenti.
     

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  12. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    Lo stesso parco, prima della guerra
     

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  13. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    interessante analisi su Difesa Online

    SE GLI OCCIDENTALI FORNIRANNO SISTEMI D’ARMA MIGLIORI ALL’UCRAINA?

    (di David Rossi)
    28/03/22

    Perché Mosca non vuole assolutamente che Kiev riceva carri armati, aerei e sistemi antimissile? Cerchiamo di capire la ragione di un’opposizione che non è solo politica e non mira solo a “vincere più facile”.

    Le truppe impegnate nella guerra di aggressione all’Ucraina, che ormai solo la Russia e i suoi “clienti” più stretti chiamano “operazione militare speciale”, combattono su un fronte di 2.500 chilometri:

    ► Dalla foce del Ben meridionale a quella del Don, avendo come hub di partenza la Crimea, Donetsk e Rostov sul Don e puntando sulla parte sud-orientale dell’Ucraina

    ► Da Luhans’k fino all’oblast di Sumy, avendo alle spalle i distretti militari centro-meridionali della Federazione russa e puntando principalmente sugli Oblast di Kharkiv e Sumy

    ► Da Katerynivka fino al confine bielorusso e poi fino al parco “radio-ecologico” - cioè contaminato - di Palieski - all’interno del territorio della Bielorussia - avendo alle spalle la stessa Bielorussia e i distretti militari russi centro-settentrionali e puntando su Chernihiv e Kiev.

    Per capirsi, l’unico paragone per un fronte così esteso è quello fra la Germania e l’Unione sovietica del 1941 e il 1945. Su quel fronte tuttavia, Hitler e Stalin schierarono (annualmente) dagli oltre 6 milioni di uomini in divisa del primo anno agli oltre 11 milioni del penultimo.

    Ciò detto e prima di procedere, la prima di una serie di domande si impone:

    Ma a qualche “analista” della guerra russo-ucraina è mai venuto in mente di misurare il fronte su cui Putin ha mosso - compresi i combattenti del Donbass, Wagner e “volontari” da Medio Oriente e Caucaso - all’incirca 250.000 uomini dal 24 febbraio?

    Parliamo di cento uomini per ogni chilometro di fronte. Una miseria. Se anche la Federazione russa decidesse di mobilitare le sue intere riserve, queste sarebbero in numero uguali a quelle che l’Ucraina potrebbe ancora più facilmente mettere in campo.

    Non è vero però che la Russia occupa già un quinto dell’Ucraina?

    A ben guardare la mappa, l’Ucraina ha fatto un balzo indietro, dal punto di vista del controllo del territorio, proprio dove le linee dei Russi si sarebbero potute allungare in modo folle: la distanza fra le basi con i rifornimenti - e gli ospedali militari - e il fronte dell’avanzata russa in certi punti supera i 200 chilometri. Considerando la cronica “bulimia” di carburante, di pezzi di ricambio e di cibo delle forze russe e la capacità degli Ucraini di colpirli dal cielo - e non solo - ogni chilometro di avanzata costa una fortuna in termini di veicoli rimasti a secco, soldati che patiscono il freddo e la fame e, non ultimo, morale dei combattenti russi. Non è un caso che i generali di Mosca debbano esporsi ai tiri degli Ucraini per tenere a bada e guidare le truppe in prima linea.

    Che dire poi della distanza fra i luoghi di combattimento e l’assistenza medica russa? Se impieghi più di un’ora a trasportare un ferito dal terreno al tavolo operatorio, lo dovrai consegnare all’obitorio all’arrivo. In definitiva, i Russi colpiscono spesso ospedali per cercare di togliere al “nemico” l’eccezionale vantaggio di combattere con medici e infermieri pronti alle spalle?

    Che dire poi del Donbass? Nessuno ne parla più.

    Eppure, lì dove in teoria i Russi hanno almeno 50.000 uomini ben temprati da otto anni di guerra, non hanno fatto un passo in avanti. Dal 24 febbraio sono inchiodati sulle loro posizioni per un motivo semplice: hanno davanti una forza pari a un quarto o forse un terzo delle truppe ucraine che li può ricacciare indietro - o peggio - se solo mettono il naso fuori. Ma non vengono attaccati proprio perché l’equilibrio, fino a oggi, è convenuto a entrambi.

    Alla vigilia della guerra i giornali parlavano del pericolo di un “accerchiamento” e del conseguente “insaccamento” di questo “martello ucraino” davanti al Donbass. Perché non è accaduto niente di tutto questo?

    A parte il fatto che Mosca ha disperso le sue forze su un fronte amplissimo, anche uno che non ha mai frequentato la scuola di guerra capisce che per circondarli devi avere mezzi affidabili, agili e veloci da spostare rapidamente in più direttrici per stringere gli Ucraini nella morsa. I Russi non hanno niente di tutto questo: persino i loro carri più moderni sembrano fragili, bolsi e divoratori di carburante, inadatti a manovre veloci in assenza di una rete ferroviaria. L’aver smantellato rotaie e binari si è dimostrato uno dei passi più importanti degli Ucraini: averglielo permesso, uno degli errori più determinanti per i Russi.

    Mosca non dispone dei migliori carri e della migliore artiglieria del mondo?

    Ma gli Ucraini conoscono il loro territorio (e sanno muoversi), hanno ricevuto eccellenti armi anticarro e hanno il vantaggio di avere la popolazione civile schierata compatta a fianco dei resistenti. I Russi non hanno raccolto che odio, opposizione e rancore: le intercettazioni delle comunicazioni fra i comandi e i fra le truppe di Mosca, tutte in analogico e scoperte, non fanno che dipingere un quadro di delusione per l’accoglienza da nemici invece che come liberatori. Il fatto che la propaganda ucraina calchi su questo è un’aggravante, non una scusante. Infine, i Russi spesso hanno mezzi molto ben progettati, ma prodotti in modo approssimativo e con materiali scadenti.

    Sì, ma Mariupol sta per cadere. O no?

    Forse sì, forse no. Non pare che ci siano più di 20.000 truppe russe - oltre a qualche “volontario” - schierate alla periferia, in alcuni quartieri meno difendibili e attorno alla città. Ma con circa 5mila difensori - di cui 3mila del famigerato battaglione Azov, che possono solo combattere e non hanno speranza di salvezza - oltre a 160.000 abitanti ancora presenti, in maggioranza uomini adulti, lo scenario non è da caduta imminente, anche se tutto può succedere. Come dicevo in un articolo precedente, fra le macerie ci si difende meglio e i tank non avanzano facilmente.

    Detto così, non pare lo scenario perfetto perché i Russi facciano una sciocchezza, come usare le armi chimiche o nucleari?

    Credete davvero che i vertici militari e politici della Federazione russa vogliano far scoppiare una guerra nucleare per… il Donbass? Anche loro non cessano di dire di essere pronti a farne uso solo per la sopravvivenza della Federazione russa.

    La minaccia nucleare lanciata al mondo il 27 febbraio non rappresenta il primo passo verso un’escalation, ma l’ultimo: a questo punto o il signore del Cremlino è disposto a distruggere il mondo o ha giocato le sue ultime carte buone troppo presto. In caso di attacco nucleare avrebbe il First Strike, come opportunità, ma difficilmente il secondo. E l’ipotesi che voglia giocarsi il First Strike, che dai tempi dei sovietici Mosca si è sempre tenuta come scelta, nei termini di un attacco geograficamente limitato è quasi certa e che voglia colpire tutto il Mondo libero per primo è una sciocchezza, anche perché lui sarebbe la prima vittima dell’immediato contrattacco. Non dimentichiamo, infatti, che in uno scenario del genere la Russia dovrebbe colpire Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Italia, Germania e Turchia, mentre Washington e i suoi alleati…solo la Russia.

    Quindi, perché i Russi hanno l’orticaria all’idea che gli Ucraini siano riforniti di aerei, sistemi antimissile e altre amenità?

    Ma è consequenziale a quanto detto finora: i Russi possono sperare di logorare l’Ucraina in una guerra lunga alle condizioni attuali, ma se Kiev riceverà gli strumenti per abbattere più missili e per colpire anche dal cielo in modo più efficace e profondo, per Mosca sarà game over. E se anche lanciassero i Bielorussi, tutti i miliziani ceceni, i 16mila “volontari” siriani e tutte le loro riserve migliori sull’Ucraina, in presenza di questi strumenti otterrebbero lo stesso effetto della guerra russo-giapponese: la distruzione di due forze invece che di una soltanto.

    In definitiva, per lo scrivente Putin ha già perso. Prima o poi, dovrà negoziare con i suoi stessi collaboratori le condizioni per il suo ritiro dalla scena.
     
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  14. kaiser85

    kaiser85

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    Bello il nuovo bombardamento a Belgorod, di sto passo gli ucraini saranno a Mosca prima di natale.
     
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  15. GyJeX

    GyJeX

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    Occupiamo Mosca a Natale per passare un capodanno senza restrizioni a Vladivostok!
     
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  16. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    ennesima figuraccia imbarazzante
     
  17. Prostetnico

    Prostetnico

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    OT: Shangai (25M, praticamente mezza italia) in lockdown duro, se va avanti così a Vladivostok trovi Figliuolo :D

    IT: l'incursione è stata una genialata mediatica mica da poco...
    edit: e la smentita... siamo oltre il surrealismo.
     
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  18. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    Domanda tecnica per chi ne sa più di me.
    Ho letto che gli USA hanno rischierato in Germania degli EA-18G. Perciò mi sono chiesto se sia possibile che vengano impiegati per disturbare le operazioni militari russe senza entrare nello spazio aereo ucraino?
     
  19. GyJeX

    GyJeX

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  20. metalupo

    metalupo

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    Gira voce che Mariupol sia caduta e che tutti i difensori tranne il battglione Azov si siano arresi.
    Avete notizie affidabili?
     

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