De Bello Civilis e fratture temporali

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 1 Gennaio 2023.

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  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il tumulto della marcia della V Cohorte Delmatarum Equitata risuonava lungo la Via del Tempio di Diana nella calda mattinata primaverile, così come i canti di guerra della I Legione. La Cohorte, al comando del Tribuno Edilio Bruno Laterano, era diretta a Roma per essere assegnata alla Legio I ITALICA dopo un mese di strenuo addestramento nelle piane intorno alla città.

    Il Tribuno marciava montato con accanto il fido Primus Pilus Pulcro Plauto con il quale aveva condiviso tante battaglie e che lo aveva seguito in questo nuovo comando.

    I due stavano conversando del più e del meno e soprattutto di quanto li aspettava a Roma tra le braccia delle vestali che li avrebbero accolti, quando improvvisamente l’equite del tribuno sobbalzò violentemente, emettendo uno spaventatissimo nitrito.

    “Per Mercurio!” esclamò il nobile Laterano mentre il terreno sotto gli zoccoli del suo cavallo tremava e mutava con un rumore simile a quello di una titanica pergamena che venisse accartocciata dalle mani stesse degli Dei. La strada si andava trasformando sotto i suoi stessi occhi e le pietre di cui era fatta andavano scomparendo sostituite da una sostanza nera e relativamente liscia,

    L’intera II Centuria insieme alla quale i due ufficiali stavano marciando si fermò immantinente. Il movimento di arresto seguito dalle grida di sorpresa, stupore e paura generalizzate si estese all’intera Cohorte nel giro di pochi secondi. Lo stesso scenario si ripeteva naturalmente lungo l’intero tratto di strada occupato dalla grande unità romana lungo la Via del Tempio della sacra Diana. Le centurie si arrestavano e si disorganizzavano, e gli ufficiali e sottufficiali, anche loro presi dallo stesso sentimento di sorpresa e sgomento che attanagliava i loro sottoposti, faticavano a rimettere ordine nella lunga colonna.

    Poi, così come era cominciata, la trasformazione della strada cessò ed il silenzio ritornò sulla via a parte per il canto degli uccelli e le grida dei soldati. Pulcro Plauto ed il Tribuno si guardarono l’un l’altro e poi si guardarono intorno. Al lato destro della strada, all’altezza della loro posizione era comparso un edificio quadrato, stranissimo di forma e foggia sconosciuta, ma certamente non fatto di pietra, con delle finestre ricoperte di un vetro finissimo e perfetto come Edilio non aveva mai visto prima.



    Circa 600 metri metri ad ovest, il Sergente Lorenzo Vannini, istruttore di combattimento corpo a corpo alla scuola sottufficiali di Viterbo, si sporse leggermente dalla cresta della collinetta sulla quale lui, il soldato Trenda, ed il soldato Marino che imbracciava il lanciagranate erano appostati. Nello stesso momento gli giungeva in cuffia la voce del Caporal Maggiore Reni posizionato in un boschetto 300 metri a sinistra in posizione avanzata. La posizione di Reni con il Panzerfaust era il limite sinistro del fronte tenuto dalla squadra. Il lanciarazzi era ritenuto inutile per la missione di quel giorno, ma comunque Reni l’aveva portato lo stesso per gli effetti psicologici che poteva provocare all’insolito nemico.

    “Lince, qui Gazzella 1. Li vedo spuntare dalla statale passo” riferì il cacciatore di carri al comando della squadra. Vannini ebbe conferma visiva, una volta allungato il collo oltre la linea di cresta della collinetta artificiale sulla quale lui ed il suo fireteam erano schierati.

    “Mi confermi che si sono fermati interrogativo” domandò il caposquadra

    “Affermativo Lince. Almeno un centinaio di “Rossi” sono fermi a 500 metri da me all’uscita della curva. Si guardano intorno smarriti e paiono molto agitati” il Caporale Reni si permise un tono di scherno ed un mezzo sorriso...



    Nell’ambito di un nuovo progetto che sto preparando con il wargame “A Billion Suns” di Mike Hutchinson, mi serve anche un regolamento per i combattimenti terrestri che possa adattarsi bene al contesto Science Fiction Sandbox che ho in mente. Mi è capitato tra le mani questo interessante regolamento “A Fistful of Lead Bigger Battles!” di Jaye Wiley, che afferma di essere giocabile con qualunque tipo di truppa ed in qualunque ambientazione; da quelle storiche a quelle completamente inventate dai giocatori, incluso fantasy e fantascienza: un’affermazione piuttosto ambiziosa. Quindi questo scenario di prova che mi accingo a giocare ed a raccontare sul magnifico sito Netwargaming Italia serve proprio a testare la veridicità di quanto il regolamento dice di poter fare. Come stress test ho deciso di provare una situazione estrema: una squadra di fanteria italiana del 2022 contro una cohorte imperiale romana, organizzata su sei centurie di 80 uomini l’una.

    8 uomini contro 500 in una battaglia di quelle al limite dell’immaginabile in un rapporto di 62,5 Romani per ogni Italiano. I presupposti tattici sono i seguenti e tutti ben simulabili all’interno delle regole del gioco:

    • I Romani sono stati trasportati nel tempo e non hanno nessuna idea di aver viaggiato 2000 anni nel futuro. Stavano camminando lungo una delle tante strade che portano a Roma ed improvvisamente si ritrovano sull’asfalto invece che sulla pietra.

    • La V Cohorte è in assetto di marcia lungo la strada, e quindi non proprio pronta al combattimento.

    • La V Cohorte è in preda alla sorpresa ed al panico per ciò che è avvenuto e per lo strano cambiamento di scenario intorno a lei causato dal teletrasporto temporale. Tutte e 6 Centurie della Cohorte iniziano con 1d6 livelli di shock.

    • Gli Italiani invece attendono le Cohorte romana su posizioni difensive improvvisate, sapendo in anticipo qual’è la loro missione: mettere in fuga il nemico e possibilmente distruggerlo.

    • Tutti i Fireteam italiani hanno lo svantaggio Yellow Bellies e devono tirare un 5+ per poter entrare in corpo a corpo con un elemento nemico. Non è che gli Italiani siano codardi; semplicemente sanno per conoscenza della storia, che entrare in corpo a corpo, anche se armati di fucili d’assalto ARX non è il miglior modo di approcciare il combattimento con una Contubernia (sotto unità della Centuria) romana.

    • Il Fireteam Italiano S1 ha il tratto Sniper.

    • Tutte le centurie romane hanno il vantaggio Brawlers per riflettere che i legionari sono più abituati dei loro contemporanei cugini al combattimento ravvicinato, visto che per loro rappresentava l’unica forma di combattimento.

    • Il Tribuno Edilio Bruno Laterano ha il tratto Inspiring e può tirare di nuovo un tentativo fallito di Rally.

    • Il Primus Pilus Pulcrum Plautus è una vera pellaccia ed ha un +1 al combattimento corpo a corpo.

    • Anche il comandante della squadra italiana è Sergente Vannini è una pellaccia (istruttore di combattimento corpo a corpo presso la scuola sottufficiali di Viterbo). Non credo però che gli avversari che ha di fronte siano quelli più adatti a mettere a frutto questa sua abilità.

    • Tutte le Centurie romane subiscono 1d6 shock invece di 1 shock quando questo dovrebbe essere applicato. Questo nel primo turno; 1d5 nel secondo, 1d4 nel terzo e così via, fino ad arrivare al sesto turno quando le regole sullo shock diventano quelle normali. Ciò per simulare quanto sicuramente avverrebbe in realtà anche alle truppe più dure e temprate le quali improvvisamente dovessero trovarsi ad avere a che fare con sconosciuti avversari di origine divina che impiegano metodi magici per ucciderli in quantità industriali, e sempre che i Romani riescano mai ad individuare i divini e fantomatici aggressori.

    • Il lanciagranate ed il Panzarfaust hanno automaticamente l’effetto Terrifying sulle truppe Romane dato il loro effetto esplosivo, che ai Romani apparirebbe come una punizione del Dio Marte.

    • Questa forma estrema di “Nebbia della Guerra” che senza dubbio coglierebbe la parte meno tecnologicamente avanzata, è un presupposto essenziale di un scontro di questo genere se lo si vuole simulare realisticamente. In un secondo momento contemplerò eventualmente uno scenario diverso in cui i Romani sono a conoscenza della presenza della squadra di fanteria italiana e di cosa questa sia in grado di fare, perché ad esempio hanno precedentemente catturato un soldato italiano, lo hanno interrogato e ne hanno esaminato gli equipaggiamenti forzando il prigioniero a mostrargli come funzionano. In questo caso senza dubbio i Romani sarebbero più preparati e cercherebbero di apportare varianti tattiche al loro modo consueto di combattere per aumentare le loro probabilità di prevalere in uno scontro del genere.

    • Lo scenario è ispirato da un video su Youtube del sommo Binko’v Battleground “Può un plotone di Marines sconfiggere un’intera legione romana”


    Considerazioni tattiche preliminari:

    1. Gli Italiani devono fare di tutto per rimanere invisibili ai Romani per il più lungo tempo possibile, sfruttando il fatto che il nemico non conosce le armi da fuoco. Gli Italiani devono colpire per più turni possibile, mantenendo allo stesso tempo i Romani nell’incertezza, in primo luogo sulla loro stessa esistenza, ed in secondo luogo sulla loro ubicazione. Quindi quando i Romani dovessero scoprire cosa sta attaccando e come, gli Italiani dovrebbero sfruttare la loro superiore mobilità per cambiare immediatamente posizione e riguadagnare almeno l’invisibilità.

    2. Se i Romani riescono ad avvicinarsi agli Italiani, questi sono spacciati, ragion per cui gli Italiani devono mantenere le distanze, cedendo nel caso terreno quanto basta per mantenere la libertà di fuoco e manovra.

    3. Gli Italiani saranno anche armati incommensurabilmente meglio, con il vantaggio della sorpresa tattica e divina, ma rimangono sempre otto persone e di questo il sergente che li comanda non si deve mai dimenticare. Inoltre gli Italiani hanno il problema delle munizioni, che i Romani non hanno. Per cui, tiri selettivi ed accurati
    Buon anno a tutti​
     
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    Ultima modifica: 1 Gennaio 2023
  2. Prostetnico

    Prostetnico

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    Buon anno a te, ovviamente seguo ;)
     
  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    1 Turno: ore 1000 (Turno 10 minuti. Un esagono 50 metri)



    Il Centruione Annius Cortius al comando della II Centuria cercò di non dimostrare ai suoi uomini il senso di terrore che lo attanagliava. Non si capiva quale sacrilegio contro gli Dei stesse avvenendo lungo la strada che portava all’eterna. Come poté cercò di riorganizzare la sua colonna di truppe spaventate che tendevano a rompere la formazione; qualcuno abbandonava addirittura le armi, cosa inaudita in una cohorte romana.

    Azione della II Centuria: Rally

    La II Centuria comincia con 5 shock markers e con l’aiuto del+2 del Centurione ne elimina 3, il che è bene perché una formazione con più shock che unità deve ritirarsi e riorganizzarsi. Quindi una centuria con 5 shock rincula e deve essere riorganizzata o continuare a ritirarsi.



    “Richiesta di iniziare il tiro” fu il breve messaggio via radio del soldato Flamioni che imbracciava l’ARX “lungo” essendo il “Tiratore esperto” della squadra e comandante del firetime S1 composto da lui stesso e dal soldato Gruner.

    “Affermativo. Rimanete nascosti e pronti a muovere” fu la altrettanto concisa risposta del caposquadra. Flamioni puntò nel mucchio della II coorte ed aprì il fuoco a cui si unì il crepitio dell’altro fucile d’assalto di Gruner.

    Azione del team Italiano S1: Shoot. A 12 esagoni di distanza siamo ben oltre lo short range, quindi 8+ su un d10 per colpire truppe allo scoperto. Essendo Flamioni uno sniper può ritirare una volta un fallimento. Gruner non colpisce nulla ma Flamioni si. Una marker casualty per la II Centuria Non avendo registrato nessuno shock da questo tiro, deduco che i Romani nella moltitudine non si abbiano fatto caso a questa perdita isolata e misteriosa.



    Il Caporale Reni si accorse che le operazioni erano cominciate e prese la mira con il Panzerfaust. L’obiettivo era naturalmente quello di terrorizzare il nemico piazzandogli un razzo nelle basse terga. L’effetto psicologico sarebbe stato ben più grande, Reni sperava, dei danni reali che un’arma perforante potesse fare a della fanteria appiedata e vagamente sparsa. A Reni non piaceva l’idea di ingaggiare il nemico a lunga distanza, ma gli ordini erano tassativi; tiro di disturbo e non permettere al nemico di avvicinarsi a meno di 350 metri. Nel caso ripiegare su nuova posizione e ricominciare il processo da capo.

    Il Centurione Crotius vide con i suoi occhi la terra colpita da qualcosa di invisibile. Zolle si sollevano ed un fulmine di Marte si abbatte tra i suoi uomini. Alcuni rimasero feriti. I legionari della II Centuria, colti dal panico e dallo scoramento erano sul punto di abbandonare tutto e scappare. Per i legionari che avevano assistito al sinistro, il fenomeno era ovviamente imputato ad una qualche forma di ira degli Dei. Più che un Tribuno, qui ci voleva un sacerdote, o magari anche più di uno.

    Azione del team italiano L2: Shoot. Reni apre il fuoco con il “panzer” che ha l’effetto terrifying su truppe dell’antichità. Anche qui a distanza lunga e quindi con 8+ da tirare. Il tiro interessa due esagoni per l’effetto esplosivo dell’arma. Il colpo sull’esagono principale va a segno e provoca un ulteriore livello di shock tra i legionari della II Centuria, portato a 2 per l’effetto terryfying. La centuria si trova ora a shock 4. Sul secondo esagono non vi è effetto. Con 4 shock la II è sul punto di cedere.



    Il team comando formato dal sergente e dai soldati Trenda e Marino, si resero improvvisamente conto che il leggero movimento retrogrado dei legionari più avanzati li aveva messi fuori dalla portata delle loro armi, per cui assunsero un atteggiamento di vigile attesa.

    Non c’è stato nessun movimento retrogrado. Sono solamente io che ho messo il fireteeam del Sergente Vannini un esagono troppo lontano. “Attrito Clausewitziano” diceva un tenente della scuola di applicazione d’arma di Torino con cui giocavo negli anni 90 all’originale Steel Panthers della SSI, quando faceva un’idiozia. Azione del Fireteam L1: Ready



    Lungo la strada anche il Centurione Lucius Crippa, comandante della IV Centuria cercava di rimettere ordine tra le sue forze.

    E parzialmente anche lui vi riusciva recuperando due livelli di shock su tre e lasciando la centuria con un singolo livello. Azione della III Centuria: Rally.



    Impegnato nello stesso compito era Tiberius Acacius, comandante della IV Centuria. Da grande condottiero, rinfrancava le sue truppe e le metteva in condizione di muovere immediatamente. Una speciale menzione al Centurio Acacius.

    La Centuria di Acacius aveva 3 shock, ed il prode riesce ad eliminarli tutti e tre. Azione della IV Centuria: Rally.



    Visto come si stavano sviluppando le cose, Vannini non vedeva nessuna ragione per non portare sulla linea della base di fuoco anche il Team di Giffi con la Minimì per disturbare l’avversario mentre tentava di raccapezzarsi. Comunicò l’ordine via radio, ed il sottoposto, raccogliendo l’arma si portò sulla stessa linea del suo comandante un centinaio di metri a sinistra dietro una staccionata.

    Azione del Fireteam F1: Move



    In coda alla colonna, La V, la I e la VI Centuria ricevettero notizia da una staffetta della II Centuria di quello che stava accadendo in testa, ma al momento il Primus Pilus ed il Tribuno Laterano erano troppo occupati a rimettere ordine nei ranghi per poter ben comprendere il messaggio. Alla staffetta concitata veniva ordinato di prendersi una camomilla.

    Azioni della V I e VI centuria in coda alla colonna romana: Rally



    Considerazioni di fine turno

    gli Italiani hanno il problema di ingaggiare il nemico a lunga distanza. A 500 metri il tiro dei fucili d’assalto non è preciso anche se ancora utilizzabile. I Romani della centuria di testa, la II, non hanno ancora capito cosa sta succedendo. La II è l’unica centuria che è entrata in contatto balistico con gli Italiani. Il fuoco, alla distanza media di 4-500 metri ha avuto come comprensibile più di effetto psicologico che reale. Certo i Romani della II centuria hanno avuto le prime perdite, ma più di ogni altra cosa, quello che conta sono i 4 marker di shock. La centuria è sull’orlo della rotta, più per l’effetto mistero che per i danni materiali. Voglio dire, se gli stessi danni li avessero subiti da un attacco con frecce, starebbero ridendo.

    Oltre all’ovvio svantaggio dei 2000 anni di tecnologia in meno, I Romani hanno il problema di dover individuare la minaccia e di dispiegare il loro potere di combattimento. Il primo compito appare il più difficile e usando in maniera creativa la flessibilità delle regole l’ho diviso in tre step: primo, individuare il nemico (Task difficile se nascosto, normale se non nascosto). Secondo capire che una qualche forma di offesa proviene dai loschi e mimetici figuri individuati in precedenza (task difficile. Non dimentichiamo che i Romani sono abituati a VEDERLE le armi a lunga distanza in arrivo contro di loro e soprattutto a guardare ben in faccia i nemici. Qui devono invece correlare i rumori con gli effetti: non immediato per un homo sapiens di 2000 anni fa). Terzo capire come il nemico fa ad offendere (Task difficile); occorre che i comandanti romani facciano la correlazione tra perdite ed origine e natura dell’offesa.

    Quando i Romani avranno risolto questi tre step allora avranno capito di trovarsi in un combattimento (cosa che alla fine del turno I ancora non sanno) e potranno cominciare a pensare al secondo compito; dispiegare il proprio potere di combattimento nella migliore maniera possibile fronte alla minaccia. E’ inevitabile, come lo sarebbe nella realtà, che tutto ciò richiederà qualche turno.
    Immagine 2023-01-01 134504.jpg
     
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Prostetnico,
    bentornato alla lettura delle battaglie pazze
     
  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Turno 2 ore 1010

    Fortunatamente I Romani in questo turno hanno la carta più alta per l’attivazione delle unità. Il che vuol dire che attiveranno per prima la II Centuria cercando di eliminare qualcuno dei 4 shock ed evitare che l’unità vada in rotta se vengono colpiti ancora.

    La Cohorte cominciava solamente adesso a riprendersi ed a calmarsi dopo gli inspiegabili eventi appena successi. La centuria di Crotius riprendeva una sembianza di ordine una volta che il centurione cominciò a prendere a calci gli uomini perché si rimettessero a posto in assetto di marcia. Bisognava pur arrivarci a Roma a raccontare i prodigi che erano avvenuti.

    L’unica cosa che Crotius ed suoi uomini non sanno è che i prodigi sono appena cominciati.

    Azione della II Centuria: Rally. Recupera 3 shock su 4. Bravo Crotius.



    Il Team del tiratore esperto Flamioni in questo secondo turno si attiva con un J di cuori, il che vuol dire +1 al tiro a distanza. Piove quindi sul bagnato a fagiolo per un tiratore esperto. Visto che la II centuria rimane immobile perché occupata a recuperare morale, Flamioni decide di dargli un’altra bussatina. La distanza rimane lunga ma in questo turno i due Italiani del fireteam S1 colpiscono con 7+ e Flamioni può tentare una seconda volta se sbaglia la prima perché è un tiratore esperto.

    “Per gli Dei!” esclamò un sottufficiale della II Centuria il cui compagno improvvisamente cadde a terra colpito da qualcosa. Caio Litinio, così come gli altri, udì ancora quel crepitio strano proveniente da qualche parte davanti a loro ed un altro compagno fu colpito al collo da qualcosa, come una freccia invisibile. Di nuovo l’agitazione si impadronì delle truppe, ma adesso i legionari ed il centurione cominciavano ad essere incuriositi oltre che spaventati.

    Il tiro di Flamioni è stato preciso: 9 al primo colpo, mentre Gruner ha fallito il colpo di nuovo. 1 shock per la II che ritorna a 3.



    Il Sergente Vannini decise dopo lunga ponzata di non spostarsi in avanti abbandonando la copertura della collinetta che gli dava comunque una buona visuale ed un buon campo di tiro. Se i Romani avessero ripreso l’avanzata sarebbero venuti da soli sotto il suo tiro e quello del lanciagranate. Per il momento la tattica rimaneva quella di disturbarli con harassing fire fino a quando la pacchia fosse durata.

    Azione della squadra comando L1: Ready. Il comando ready è in pratica un overwatch. L’unità si mette in attesa durante il turno per reagire a qualche movimento (o fuoco) nemico. Alla fine del turno tutte le unità ready, che abbiano agito o no perdono il loro status.



    “Terza Centuria, Avaaaaanti!! Seguiiiiiitemi!!” Lucius Crippa, strillò alle sue contubernie con quanta voce aveva in gola. Se la II non si muoveva, stava a lui di prendere in mano la situazione anche in mancanza di ordini diretti del Tribuno. I’occasionale rumore di piccoli fulmini davanti a lui non cessava e vi era la necessità di capire cosa stesse succedendo. Crippa guidò le proprie truppe attraverso un’area boscosa a sud della strada. Nell’area accidentata la sua centuria perdeva l’allineamento delle contubernie, ma si portava sul fianco sinistro della sorella II centuria, facendo perno sulla sua ala sinistra e si preparava a qualunque evenienza. Qualcuno la cohorte doveva pur cominciare a schierarla in caso ci fosse da dare battaglia.

    Azione della III centuria: Move at the double.



    Seguendo per imitazione il comportamento della III centuria anche la IV del prode Tiberius Acacius cominciò a passo di corsa ad aprissi a ventaglio dalla parte opposta della II Centuria, questa volta sul fianco destro. Anche la IV dovette transitare all’interno di un’area boschiva e perse l’ordine chiuso delle sue contubernie.

    Azione della IV centurie: Move at the double



    Il Caporal Maggiore Reni vide che la legione romana cominciava a dispiegarsi per la destra proprio davanti alla sua posizione a non più di 500 metri. Caricò un secondo dardo nel panzer e prese la mira. Era tempo di dare una bella spazzolata alle truppe in rosso.

    Azione del fireteam L2: Shoot

    Il Razzo passò attraverso i ranghi della II centuria per abbattersi dietro di lei tra quelli della III mentre manovrava per portarsi sulla sinistra. Un altro paio di legionari caddero, uno di questi perse una gamba colpito direttamente dall’ordigno che esplose appena toccato il terreno. Per la III fu troppo; il panico partito dalla zona dove era avvenuto il prodigio, si propagò come il fuoco tra la paglia a tutta la centuria, che si sbandò e andò in rotta in direzione est. Al Centurione Crippa l’arduo compito di riorganizzarla.



    Panico o non panico il comandante della V centuria Elvetius Dexion, una delle non rare pellaccie barbarorum che avevano fatto carriera nell’esercito romano, decise che la sua unità doveva serrare sotto. Rimanere in attesa sulla strada non avrebbe portato a nulla di buono, soprattutto nel momento in cui la III era avanzata e si era eclissata in un bosco sulla sinistra. Fu buona ventura che gli uomini dell’Elvetius non videro la rotta della III centuria, anche se poterono intuirne i caratteristici suoni, visto che si ritirava lungo il bosco nascosta alla vista.

    Azione della V Centuria: Move at the double



    Lareranus e Platus cominciavano ad essere sicuri che in testa alla colonna, qualcosa non andava e cominciavano a muovere la loro I centuria “Magnifica” lungo la strada. Giunti alla coda della V centuria, della quale il comandante stava ancora cercando di serrare i ranghi dopo il movimento, il Primus Pilus cominciò a sbracciarsi e a bestemmiare gli Dei perché quelli si sbrigassero. Occorreva al più presto riprendere la marcia. Prima essa si fosse ripresa e prima la cohorte sarebbe giunta a Roma per riferire gli strani fatti avvenuti.

    Azione della I centuria: Move. Move at the double è inutile in quanto avendo la centuria che precede due livelli di shock, passarle attraverso glie ne darebbe un secondo e contagerebbe un livello all’intonsa I centuria.



    Per ultima si mosse lungo la strada anche la centuria di Ifelius Saccus, che altro non fece che seguire per imitazione la magnifica. Si trattava di tenere la cohorte compatta contro qualunque evenienza essa potesse trovarsi di fronte.

    Azione della VI centuria: Move.



    Il soldato Giffi ed il suo collega di fireteam Accorsi si erano come abbiamo visto nello scorso turno portati avanti con la Minimì ed una volta posizionatala aprirono il fuoco sulle truppe visibili della II centuria. I colpi si persero tra gli altri che gli Italiani sparacchiavano da più direzioni sui nemici, fecero un altro morto ma nel casino generalizzato la cosa non fece notizia.

    Azione del fireteam F1: Shoot



    Considerazioni di fine turno.

    A questo punto della situazione in condizioni normali, il reparto che ha stabilito il contatto col nemico, cercherebbe di trovare copertura, individuare la minaccia e mettersi in contatto con dei mortai e roba simile. Ma qui la situazione è ben diversa. Nel prossimo turno, se riesco ad avere una centuria senza shock con una linea di visuale valida sugli Italiani, cercherò innanzi tutto di individuarli. Questo sarà il primo step tra quelli che ho indicato tra le considerazioni finali dello scorso turno – che i Romani capiscano che hanno di fronte qualcuno -

    Ho bisogno di una centuria con il minimo livello possibile di shock, perché per ogni livello di shock c’è un -1 al dado per qualunque azione, inclusi i Task Resolution.

    Gli Italiani dal canto loro per il momento non corrono alcun rischio e se le cose nel prossimo turno non cambiano potranno continuare a fare il tiro al piccione. Unico problema; la distanza. Siamo al limite della gittata delle armi a fuoco diretto e dovesse entrare in azione il lanciagranate, anche questo sarebbe al limite della gittata. Quindi quando l’effetto psicologico della sorpresa e delle morti misteriose comincerà a dissiparsi, gli Italiani dovranno alzare le orecchie a magari anche i tacchi per manovrare.



    Due parole iniziali sul metodo di attivazione delle unita:

    Per il momento i Romani hanno 6 unità e gli Italiani 4. Ogni unità riceve una carta da gioco e si parte dalla carta più alta. Alcune carte sono speciali e conferiscono all’unità che con esse vengono attivate, particolari capacità in quel particolare turno, come per esempio il J di cuori con cui si è attivato lo sniper team. Gli assi possono impersonare qualunque carta, ma vanno giocati quando sarebbe il turno di quella carta. In più se l’avversario a quella carta che il giocatore vuole impersonare, l’asso attiva per secondo. Normalmente gli assi o si usano per precedere l’avversario in un’attivazione o per usufruire delle particolarità di una carta speciale. Quindi se si vuole usufruire delle caratteristiche speciali che conferiscono i 6 ad esempio, è possibile dire che il proprio asso è un 6, ma va giocato dopo tutte le altre carte più alte di un 6. Un semplice ma intelligentissimo sottosistema per simulare alcune decisioni vitali di comando e controllo.
    Immagine 2023-01-02 063928.jpg
     
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  6. StarUGO

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    Per pura curiosita' ,c'e',o ci sara',una spiegazione anche minima sulle motivazioni/cause/modalita' per cui gli italiani hanno attirato i romani nel presente con l'intento di massacrarli?
     
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Motivazioni letterarie nessuna. Questo è un AAR per sperimentare al limite delle sue possibilità un regolamento che promette cose dei pazzi. E quindi una cosa da pazzi ho voluto provare per vedere se regge.
    La seconda motivazione è che voglio vedere se otto, dico otto soldati moderni possano davvero come dici tu massacrare un reggimento (Cohorte) romana.
     
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  8. Luigi Varriale

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    Turno 3 ore 1020

    Flamioni sentì il poco rassicurante rumore del percussore che andava a vuoto. In una situazione normale quello era il suono della morte. Qui invece c’era più tempo per risolvere il problema. Urlò a Gruned l’accaduto e si mise al lavoro. Anche un ARX può incepparsi.

    Azione del Team S1: Shoot Flamioni tira più uno che hits ed ha un fallimento critico



    Tiberius Acacius si prese l’iniziativa di continuare la manovra di schieramento della sua centuria sull’ala destra. Si trattava di una manovra istintiva che il Centurione era condizionato ad usare automaticamente in qualunque momento e per qualunque motivo vedesse il reparto che lo precedeva in difficoltà.

    Azione della IV centuria: Move at the double.



    Dal canto suo Lucius Crippa cercò disperatamente di riportare la su a centuria in fuga ad un qualche livello di ragione. Ma l’esplosione del panzerfaust nel bel mezzo delle sue fila aveva ingenerato nei pur duri legionari un senso di sgomento ed soprattutto di impotenza. Cosa poteva la tenacia ed il valore di combattenti anche coraggiosi contro l’ira degli dei che scagliavano fulmini invisibili che tagliavano uomini in due?!

    Azione della III centuria: Rout. L’unità si trova ancora parzialmente in mappa. Se scompare totalmente verrà considerata come perduta. Un classico, classicissimo esempio di perdite esorbitanti (uomini in fuga) a causa di fattori psicologici. Su 80 uomini, la centuria ne ha persi due, ma l’unità è in rotta. Pare l’operazione Compass, dove i Matilda apparvero agli Italiani come un fenomeno divino, anche se conoscevano l’esistenza dei carri armati. Figuratevi i poveri Romani che non conoscono l’esistenza degli RPG.



    Il tiro degli Italiani si andava facendo meno preciso man mano che la battaglia (dovremmo dire per ora il tiro al piattello) proseguiva ed i Romani davano segni di organizzarsi. Davanti alle posizioni della squadra di Vannini, cominciava a materializzarsi una mezza linea di combattimento romana e questo forse rendeva nervosa la fanteria italiana. La Minimì continuava ad abbaiare ad intermittenza, ma a 700 metri il risultato in questo turno era deludente. Soprattutto non era ancora chiaro se il nemico avesse ancora capito o no con chi aveva a che fare.

    Azione del Team F1: Shoot.



    Il buon Caporalmaggiore Reni si accorse anche lui che una linea di Romani si materializzava davanti a lui e decise di cambiare la priorità dei suoi obiettivi di iniziativa; dal reparto più vicino che aveva preso di mira fino a quel momento, a quello nuovo che era appena comparso. Il razzo questa volta passò alto sulle teste degli uomini della IV centuria, ma non mancò di creare un certo scompiglio ed una certa apprensione tra le sue fila. In più Reni cominciava a guardare con preoccupazione alla sua riserva di razzi.

    Azione del team 2L: Shoot e primo avvertimento di munizioni basse.



    Al comandante della V centuria venne la brillante idea di far prendere riparo alla sua unità all’interno di un boschetto in maniera da togliersi dalla strada ed acquisire di nuovo un minimo di organizzazione. Elvetius Dexion sperava che anche gli Dei avrebbero avuto un po' più di difficoltà a colpire i suoi uomini se questi si trovavano un riparo.

    Azione della V ceturia: Move at the double



    Dopo un ulteriore scambio di staffette e valutazioni tattiche, il Tribuno Lateranus ordinò che la magnifica si accodasse alla V Centuria al riparo del bosco sull’ala sinistra. La situazione era che qualcosa stava colpendo la sua cohorte ma non si sapeva ancora cosa. Certo era che la forza era bloccata per il momento lungo la strada per Roma ed occorreva risolvere questa situazione. Erano avvenute una serie di cose strane nell’ultima mezz’ora e su questo non c’erano dubbi. Ma da lì a pensare ad una manifestazione degli Dei ce ne passava. Un terremoto e qualche fulmine potevano ben essere eventi naturali. Rimaneva da capire come facessero ad abbattersi con apparente precisione sulle sue truppe.

    Azione della I centuria; Move at the double.



    Considerazioni di fine turno:

    Man mano che passano i turni e che i Romani si assuefanno in qualche modo alla situazione, l’effetto sorpresa divina andrà scemando, soprattutto nel momento in cui i Romani riusciranno ad acquisire sufficiente lucidità per provare ad individuare la minaccia. Quando questo accadrà i legionari potranno cominciare a pensare a come far fronte alla situazione. Le munizioni del panzerfaust sono in diminuzione e quindi forse il buon Reni dovrebbe cominciare ad economizzarle per eventuali momenti duri, ammesso che questi ci saranno. La IV centuria è riuscita a stabilirsi saldamente alla destra della valorosa II e la V ha avuto l’ottima pensata, per non saper leggere né scrivere di avanzare tenendosi al riparo del bosco a sud della posizione della II. La I segue a ruota nel tentativo di fare massa nel bosco sull’ala sinistra della cohorte. Questa mossa - i Romani non lo sanno ma io si - permetterebbe alla suddetta ala sinistra di portarsi più vicino alla posizione del fireteam S1 ma in posizione defilata, dato che al momento le uniche truppe in vista della squadra italiana sono la II e la IV centuria. Se in qualche modo truppe romane riescono a cadere sul nemico prima che questo se ne accorga, addio Italia.
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il fireteam di Flamioni spende il turno con il suo fucile per risolvere il problema dell’inceppamento al turno precedente.

    Azione del Fireteam S1: Reload



    Il Centurione Crotius, fu il primo ad accorgersi della presenza di uomini vestiti in toghe di ridicola foggia multicolore e con uno strano elmo circa 400 passi davanti alle posizioni della sua II centuria. Crotius apprezzò anche che il buffo colore di quelle toghe rendeva difficile l’individuazione di quelle figure. Lui doveva l’aver notato quegli intrusi solo al suo successo critico col dado nel task di avvistamento. Immantinenete mandò indietro una staffetta al Tribuno Laterano per informarlo di ciò ed anche del fatto che lampi di fuoco provenivano da quegli uomini (dallo spegnifiamma della Minimì del fireteam F1 che Crotius aveva individuato).

    Azione della II centuria: Task: la centuria si attiva con l’asso di fiori che impersona una donna di picche e permette alla centuria di recuperare tutti i livelli di shock automaticamente e di usufruire ancora di un’azione. E l’azione è Task.



    La IV centuria riuscì a completare il suo allineamento sul fianco destro della II e preparandosi a qualunque evenienza. Azione della II centuria: Move



    La V centuria temporaneamente al sicuro nel bosco sul fianco sinistro dello schieramento avanzato della cohorte si andava rapidamente riprendendo dai due livelli di shock che ancora aveva.

    Azione della V centuria: Rally



    Il Caporalmaggiore Reni mise per il momento da parte il panzer, visto che non gli rimanevano molte munizioni e che aveva deciso di utilizzarle eventualmente per i possibili momenti duri. Imbracciò invece il fucile d’assalto e seccò un legionario della IV centuria a 500 metri di distanza.

    Azione del fireteam L2: concentraded fire. Mi sono accorto solo al quarto turno che è possibile effettuare un tiro mirato con armi da fuoco se l’unità è totalmente statica e se è una unità Regular. Quindi a distanza lunga non più 8+ per le unità regolari statiche ma 7+. Rimane il modificatore -1 se sparano e muovono tramite l’azione Maneuver.



    Al tiro di Reni si aggiunse anche quello della Minimì ovviamente (il fuoco che notò il buon Crotius) che in verità non mancò di creare scompiglio nelle file della IV centuria. La differenza era che lo scompiglio cominciava adesso ad essere più contenuto, in quanto aveva cominciato a circolare la voce diffusa da una staffetta della V centuria che la cohorte era attaccata da uomini con macchine da guerra che facevano rumore e scagliavano dardi invisibili ma infuocati anche se il fuoco appariva solo dal punto di origine dell’offesa e per il resto della traiettoria tali i dardi erano davvero invisibili. Di che barbari sciagurati poteva trattarsi, pensavano i legionari ed i loro ufficiali, che osavano attaccare un reparto militare romano alle porte della capitale stessa. Gli uomini cominciavano a dare segni di impazienza nel voler andare avanti.



    Nel frattempo la I centuria continuava il suo movimento per la sinistra allo scopo di allinearsi alla V. Il Primus Pilum Plautus ed il Tribuno si sbracciavano a più non posso per mantenere una qualche sembianza d’ordine tra i ranghi che sarebbe occorso comunque riordinare una volta messa la centuria in posizione

    Azione della I Centuria: Move at the double. Se questo reparto riesce ad avanzare non visto nel terreno accidentato a sud dell’allineamento della V potrebbe sorprendere il fireteam S1



    Azione Squadra comando italiana L1: Ready



    Lucius Crippa, il comandante della III centuria riuscì in extremis ad evitare la crocifissione e la decimazione della sua unità militare convincendo i suoi a fermarsi ed a ritornare nello schieramento prima che il Tribuno od il Primus Pilum si accorgessero dell’accaduto. Buon per lui; se non fosse riuscito nell’impresa di interrompere la fuga della centuria avrebbe dovuto cercarsi un imbarco per la Numidia.

    La III centuria si gioca un Jolly (letteralmente è attivata con il Jolly nella mano romana). Tale carta consente all’unità attivata con questa carta di usufruire di un evento speciale, che nel caso di specie è stato eliminazione di tutti i livelli di shock automatico. Azione: Move



    Per ultima si muove la VI centuria, la quale continua a sfruttare la strada e la sua formazione in colonna per serrare sotto alla prima schiera, anch’essa ansiosa di affrontare il fantomatico ed ipotetico nemico segnalato dalle staffette della II centuria.

    Azione della VI centuria: Move at the double.



    Considerazioni di fine turno:

    Un’ unità italiana è stata per lo meno avvistata dai Romani. Il primo dei compiti, sulla strada della consapevolezza di cosa sta accadendo, è assolto. Rimane da comprendere con definitiva stima che l’offesa proviene da queste unità e qual’è la natura dell’offesa in maniera più puntuale di quanto abbia fatto Crozius. Ho deciso di rendere questi due task normali invece che difficili (5+). Il collegamento tra offesa e lampi di fuoco è più o meno stata già fatta, e del fatto che i Romani sono colpiti a distanza “da frecce invisibili” essi oramai l’hanno ipotizzato. Ora quello che sto notando del regolamento, è quanto sia difficile trovare e mantenere un buon allineamento delle truppe che combattevano in formazioni compatte. Agli Italiani, che operano in ordine aperto con collegamenti radio individuali questo non interessa ma per i ranghi delle centurie ciò è vitale. Adesso sarebbe ipotizzabile che quando i Romani avranno un’idea più precisa della natura dell’avversario, possano decidere di avanzare in colonne compatte invece che in linea di combattimento; cominciando a marciare a passo cadenzato in un primo momento e passare poi al passo di carica una volta giunti a 200 metri. Tutto da vedere. Non sono del tutto persuaso che i Romani non abbiano speranze.
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  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Altri valorosi legionari della II centuria seconda contubernia caddero sotto il fuoco a lunga distanza della Minimì italiana, ma il morale della schiera tenne. La truppa e gli ufficiali avevano oramai la convinzione di essere sotto attacco di qualche arma prodigiosa, ma ora la loro unica ossessione era quella di andare avanti a cercare e sconfiggere il nemico e farne tacere il tiro a distanza. Magari dietro a questi frombolieri c’era la fanteria nemica, anche se nessuna schiera nemica era in vista.

    Azione del fireteam F1: Shoot ed ammazza altri due legionari



    Nel disporre le loro truppe in posizione alla sinistra della V centuria il Tribuno Laterano sostò presso il comando della V centuria la cui contubernia di testa aveva in vista il campo aperto da cui pareva provenire l’offesa a distanza nemica. Ne seguì un’animata discussione tea lui ed Elvetius Dexion, comandante della V centuria, che esortò il capo a scagliare in avanti tutte le truppe senza porre tempo in mezzo, prima di venire poco a poco consumato da chiunque ci fosse là davanti. Ma il Tribuno era titubante; non ci vedeva chiaro e propose che un sotto reparto della V andasse in perlustrazione. Poi cambiò idea e decise di muovere l’intera prima centuria in perlustrazione.

    Azione della V centuria: Task (fallito nel tentare di decifrare l’offesa nemica, mentre il tiro di disturbo degli Italiani continua a mietere vittime)



    Poi improvvisamente gli Dei vennero in aiuto dei Romani. Una sottile ma insidiosa pioggia mista a nebbia sparsa cominciò a calare sul campo di battaglia, riducendo la visibilità a 300 metri e dimezzando la gittata delle armi.

    Azione del fireteam L1: Ready giocandosi il jolly. Appena visto il risultato dell’evento casuale, gli Italiani si pentono amaramente di aver attivato l’evento (il che nelle regole è opzionale). Questo evento è adesso capace come ben si capisce di cambiare l’intera dinamica dello scenario, quindi penso che in definitiva lo ignorerò, barando a favore degli Italiaci.



    Nel momento di pausa nelle operazioni causato dal discendere della nebbia, fu il centurione Ifelius Flaccus a suggerire che la cohorte si trovava di fronte ad un nemico il quale usava degli arcieri dotati di armi sconosciute che potevamo lanciare dardi da distanze prodigiose, che non erano visibili proprio perché lanciati da cotanta distanza. I nemici dovevano essere dei briganti codardi che si nascondevano alla vista, il che spiegava la loro strana tunica. Il non mostrarsi al nemico era codardissimo e pratica di guerra da crocifissione immediata. Il centurione confermava, tramite staffetta, che occorreva proiettare in avanti l’intera cohorte ed aprirsi a forza la strada per Roma, dopo aver distrutto il nemico sulla loro strada, e catturato armi e prigionieri da cui trarre informazioni e manovalanza schiava.

    Azione della VI centuria: Task (riuscito nello stabilire la natura dell’offesa)



    Considerazioni di fine turno:

    L’evento atmosferico gioca un brutto tiro agli Italiani, che non possono più contare sul fuoco a lunga distanza, ed i visori notturni in dotazione alla squadra non aiutano contro questa evenienza. In pratica con l’inizio del prossimo turno ho deciso di barare e di considerare l’evento atmosferico come non avvenuto. Il Tribuno Laterano non me ne voglia ma se lasciassi l’evento, i presupposti su cui avevo basato lo scenario verrebbero completamente a mancare. Se gli Italiani possono individuare i Romani a non più di 300 metri, si giocano quasi tutto il vantaggio di poter logorare il nemico durante la sua avanzata per portarsi a distanza di carica e questo, come detto altera l’intera natura dello scontro.
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  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Avendo scorto legionari romani presentarsi sul limitare del bosco a sud, il fireteam del Soldato Flamioni alzò tosto i tacchi per ripiegare su posizione più favorevole. Il suo movimento all’aperto fu immediatamente notato dalla I centuria che ne informò immediatamente il tribuno. Era quindi confermata la presenza di nemici che utilizzavano tattiche sfuggenti mordi e fuggi, ed era pure confermato l’insolito abbigliamento dei nemici, che però dovevano essere considerati senza dubbio alcuno come dei militi organizzzati, in quanto indossavano un elmo.

    Azione del fireteam S1: Move at the double



    Il movimento della I centuria era finalizzato proprio a farla avanzare in un terreno che la tenesse al riparo dai dardi e dalla vista del nemico e nel contempo le concedesse un attimo di pausa per riorganizzare i ranghi prima di andare all’assalto. Perché nei ranghi della cohorte oramai di assalto si parlava.

    Azione della I centuria: Move



    Su ordine diretto pervenuto con staffetta la IV e la II centuria partivano all’attacco sul fianco destro. Gli attaccanti non erano stati completamente individuati, ma i comandi erano sicuri che si sarebbero svelati non appena avessero sentito il perso di una carica. Nessuna delle centurie era completamente a posto ma era venuto il momento di agire.

    Azione della IV centuria: Move at the double

    Azione della II centuria: Move at the double



    Tutto ad un tratto il Sergente Vannini cominciò a sentire la terra tremare e dalla leggera foschia vide uscire la moltitudine romana di fronte alle posizioni della squadra. Si trattava di una visione spaventevole molto di più di quanto lo fosse nei libri di storia che aveva letto da piccolo o nei film che aveva visto. Sul fianco sinistro del fronte una massa di soldati romani – centinaia - avanzava al passo di leggera corsa, le prime file munite di scudi e lance. Le loro file erano disordinate ma si vedeva che il loro obiettivo principale era quello di arrivagli addosso al più presto possibile e fare di lui carne tritata. Sul fianco destro, una seconda schiera di romani apparve fuori dal bosco e si fermò quasi a voler controllare la situazione e riordinare le fila prima di riprendere l’avanzata. Vannini guardò il granatiere Trenda della sua sezione comando e i due si capirono al volo. Il subordinato Inserì una granata nel lanciatore, mentre Marino imbracciò il fucile imitando il suo capo che lo aveva già puntato contro il nemico avanzante. “Mi raccomando ragazzi. Fuoco concentrato e tirate basso”.

    Il tiro della sezione comando non fu terribilmente efficace nei confronti della calca avanzante: la granata cadde davanti alle prime file di legionari, ne ammazzò uno con le schegge, ma il fuoco di fucileria non fu così “effective” come avrebbe dovuto, anche se il rumore di proiettili che fischiavano tra le fila romane aumentò leggermente l’apprensione delle truppe avanzanti. Quel fatto di sentire i sibili ma di non vedere le frecce, continuava ad inquietare la truppa.

    Azione del fireteam L1: concentrated fire



    Al coro si unì quasi immediatamente anche il fireteam con la Minimì che diede anch’essa una bella falciatina all’erba della II centuria, specialmente adesso che alla mitraglia si era unito anche l’ARX del buon Accorsi. Le truppe in rosso ondeggiarono e rallentarono ma il centurione Crotius ancora una volta riuscì a tenerle insieme.

    Azione del fireteam F1: concentrated fire



    In questo momento di esitazione, il caporale Reni, ancora nascosto nel boschetto a sud del piccolo complesso id capannoni industriali, decise di giocarsi il tutto e e per tutto e di mettere a rischio la girba: infilò l’ultimo razzo disponibile nel panzer, prese ben bene la mira verso i Romani all’estrema destra dello schieramento ed aprì il fuoco. La testata esplose proprio tra le fila della IV centuria che già il Buon Crotius teneva appena insieme con lo spago. All’ennesima razione di morti e mutilati, accompagnata dal sordo esplodere della testata, la centuria andò in rotta quando era oramai era a meno di duecento metri dal boschetto del caporale Reni. Adesso la II centuria rimaneva con il fianco destro per aria, ma se fosse riuscita a mantenere l’impeto ancora per un turno ed a muoversi prima del caporale, avrebbe potuto caricare la sua posizione con effetti disastrosi per gli Italiani.



    Considerazioni di fine turno:

    I Romani cominciano a mettere pressione sulle posizioni difensive degli Italiani da una parte, mentre dall’altra con le distanze in diminuzione, il fuoco degli Italiani comincia a diventare efficace, il che come minimo disorganizza l’allineamento delle varie centurie e come massimo ne pone alcune in fuga, come è già accaduto due volte. Ai Romani che hanno oramai capito che si trovano di fronte a pochi addestratissimi frombolieri dalle armi prodigiose, non rimane che andare avanti il più velocemente possibile anche disorganizzati. Il Tribuno Laterano ha dato queste disposizioni in quanto è venuto a convincersi che non esista di fronte a lui una schiera di nemici che possa fermare l’impeto della sua corte. Si tratta di dare la caccia ai singoli sparsi nemici là dove si trovano ed annientarli anche uno alla volta. Per fare questo non è necessario mantenere il perfetto allineamento delle sue centurie. Basta andare avanti a cercare il nemico, serrando le distanze ed impedendogli di tirare.
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  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il caproralmaggiore Reni perse la scommessa contro il tempo e non riuscì a ritirarsi prima che i Romani gli fossero addosso. Reni buttò il fucile ed alzò le mani in segno di resa, e fu solo grazie al Crotius che non venne massacrato sul posto. Il Centurione voleva quel bandito vivo per poterlo interrogare.

    Azione della IV centuria: Charge



    La prima centuria del Primus Pilum Plautus con il Tribuno a rimorchio fuoriuscì lento pede dal bosco sul fianco sinistro dato il tipo di terreno che aveva dovuto attraversare, ma adesso si ritrovava all’aperto con ampie possibilità di movimento per il prossimo turno. La centuria aveva in vista un paio di banditi in foggia curiosa che si eclissavano verso ovest.

    Azione della I centuria; Move at the double.



    Il fireteam di Flamioni continuò il movimento di ritirata, sparacchiando qua e là nella massa compatta della I centuria avanzante. L’obiettivo ovviamente era quello di guadagnare tempo cedendo a poco a poco terreno e di rallentare i Romani che infatti furono disorientati ancora una volta dal fuoco della fucileria rallentando alquanto la loro avanzata, nell’alzare gli scudi e nel procedere con cautela sotto il fuoco.

    Azione del fireteam S1: Maneuver. L’azione maneuver permette all’unità che la adotta di sparare e muovere oppure di muovere e sparare. C’è un -1 al dado per il fuoco in movimento, a meno che l’unità non sia di skirmisher o non si stia sparando contro un’unità large con file serrate. Nessuno di questi due casi si applica a Flamioni, che comunque infligge 2 livelli di shock alla I centuria, il che ne dimezzerà il movimento nel prossimo turno o addirittura l’arresterà se il comando romano decidesse di tentare un’azione Rally.



    Nel mentre che avvengono queste cose, si schierò in formazione di battaglia anche la VI centuria, al centro dello schieramento e sfruttando la strada per portarsi in posizione più velocemente. Il fireteam con la Minimì si ritrovò nella necessità di ricaricare e per il momento non poté fare altro che ripiegare, fronte alla II centuria che si faceva minacciosa. Via radio il mitragliere Giffi avvertì Vannini che la posizione del caporalmaggiore era stata sopraffatta e che lui non aveva visto Reni ripiegare, quindi andava catalogato come disperso.



    La sezione comando cominciò anch’essa a ripiegare, ma non prima di aver indirizzato un’altra granata alla volta della V centuria. L’ordigno oltrepassò la prima fila, ed andò a esplodere tra gli uomini della seconda contubernia, ammazzandone due e disorientando lo stesso centurione Dexion, che per puro miracolo ne uscì comunque illeso. La disavventura costò comunque due livelli di shock alla centuria. Al caos di aggiunse la fucileria del Sergente e del soldato Marino, che aggiunsero un terzo livello di shock alla V centuria. Poscia la sezione comando ripiegò lungo l’argine a lato della statale.



    Considerazioni di fine turno:

    Gli Italiani cominciano ad essere sloggiati dalle loro posizioni iniziali. Credo che abbiamo assodato che la potenza di fuoco di una singola squadra non sia sufficiente a fermare di botto una cohorte romana decisa a battaglia. Però può sostanzialmente rallentala, incepparne i movimenti e causargli continue e dolorose perdite, soprattutto l’effetto delle granate da 40mm si fa sentire su truppe dell’antichità che comunque combattono e muovono in ranghi più o meno serrati. Una unità italiana che ha scommesso sul fatto di riuscire a ripiegare in extremis sotto la pressione nemica ha perso la scommessa con le conseguenze che abbiamo annotato. I prossimi turni saranno decisivi per vedere da quale parte penderà la bilancia. Di primo acchito e se ricordo bene cosa dice il video di Binko’v Battleground, sembrerebbe che le sue conclusioni siano state un po’ troppo ottimistiche circa le probabilità di un plotone di fanteria moderna di dominare completamente una legione romana. Norare che i rapporti di forza nella nostra simulazione sono gli stessi del video. Squadra contro cohorte invece che plotone contro legione. Il video sostiene che i Romani dovrebbero arrivare più o meno fino a 40 metri dalle posizioni della fanteria per poi crollare davanti al fuoco ravvicinato che potrebbe arrivare a causare anche un terzo di perdite nell’unità romana. A me invece pare che l’autore del video dia per scontate troppe cose tra cui che la fanteria non potrebbe mai permettersi di lasciar avvicinare un’orda di uomini armati di spada a 40 metri di distanza. In secondo luogo, da quello che abbiamo visto finora dalla simulazione l’armamento della fanteria è si in grado di uccidere un buon numero di Romani correnti a piedi ma non così tanti come l’autore del video sostiene, perché dal punto di vista psicologico (per la fanteria moderna) le distanze non scenderebbero mai al di sotto dei 200-250 metri, dove il tiro è si efficace ma non devastatore come l’autore sostiene. Una unità di fanteria che scommetta sulla possibilità di far male a 40 metri e poi ancora riuscire a ritirarsi, farebbe la fine del Caporalmaggiore Reni.

    Vediamo comunque come continua la battaglia.
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  13. StarUGO

    StarUGO

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    Beccato solo dopo 7 turni.
    Pollo o sfigato?
     
  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Intermezzo

    Il Tribuno Laterano arrivò al galoppo scortato da un legionario a cavallo che lo aveva rubato al Primus Pilum Plautus, presso il comando della II centuria. Crotius ed alcuni sottufficiali della II stavano cercando di interrogare il bandito che avevano catturato con ben scarsi risultati, dato che costui parlava una lingua stranissima anche se per certi versi non troppo dissimile dalla loro. Non si era nemmeno riusciti a capire da dove il brigante provenisse. A parte il fatto che la sua stazza era prodigiosa; Crotius non aveva mai visto un uomo di tali dimensioni. Quello che impressionava di più però erano gli indumenti e gli equipaggiamenti del soldato. Perché di soldato doveva trattarsi giacché aveva più volte pronunciato la parola “Militare”. “Miles?” gli aveva chiesto Crotius, ed il prigioniero, a sua volta terrorizzato dalla vista dei suoi catturatori aveva enfaticamente risposto di si con la testa; “Miles ! Miles!” aveva affermato enfaticamente, credendo forse che al tempo dei Romani ci fosse già la convenzione di Ginevra.

    Quello che impressionava Crotius ed i legionari presenti, come detto, era l’equipaggiamento del soldato straniero: un tubo lungo che non si sapeva a cosa servisse (Panzer oramai senza munizioni), ed un corto gladium di forma stranissima e con un meccanismo che Crotius aveva provato ad azionare ferendo gravemente un commilitone e cadendo a terra per l’incredibile scuotimento dell’arma che aveva emesso un rumore tremendo. Incazzato nero per la figura e per la paura, Crotius scagliò a terra l’ARX che per fortuna non sparò di nuovo.

    Il vestiario dell’uomo era poi qualcosa di incredibile. I legionari erano stati particolarmente interessati all’elmo, leggerissimo, comodissimo e resistentissimo ed ai calzari, incredibilmente comodi, caldi e protettivi. Insomma quest’uomo pareva provenire dall’Olimpo e certo si trattava di uno straniero.

    Sotto la minaccia delle armi alla gola del prigioniero da parte di cinque legionari assai preoccupati ed ansiosi, Crotius gli riconsegnò l’arma e gli indicò a gesti di fargli vedere come funzionava. Recalcitrante Reni imbracciò il fucile e tirò un colpo singolo contro un albero a d una ventina di metri, che i Romani andarono ad esaminare con grande stupore e sgomento che si aggiungeva allo sgomento per il tuono che l’arma emise quando lo straniero la azionò. A distanza ravvicinata il tuono era veramente spaventevole. Reni lentamente estrasse il caricatore, al che i legionari che gli puntavano le spade si innervosirono molto. Reni fece ampi gesti di pace, estrasse un proiettile dal caricatore e fece il gesto di piantarselo in corpo e di soffrire della ferita. Accostò il proiettile alla canna e fece il gesto di farlo partire a gran velocità contro il suo corpo, ripetendo il gesto di sofferenza. I romani si guardarono tra loro così sgomenti da abbassare per un attimo la guardia con le spade. Lo stesso Tribuno era senza parole. Poi Reni, sempre tenendo il caricatore separato dall’arma lo riconsegnò a Crotius scandendo la parola: “Fu-ci-le”. Poi prese il tubo lanciatore del Panzer e disse “Maaaaagnum fucile”. Sempre molto lentamente, tirò fuori una sigaretta ed un accendino e quando si accese la cicca i Romani ebbero un altro sobbalzo nel vedere la fiammella uscire dal Bic, per non parlare di quando Reni estrasse da uno dei tasconi posti sulla gamba destra della mimetica una tubetto di un materiale magico che rotto in due faceva una luce verde più viva di una torcia. Reni aspirò una o due boccate dalla sigaretta e poi ne offrì una al tribuno che ebbe la buona ventura di rifiutarla.

    Senza dubbio il Tribuno laterano pensò che questo prigioniero dovesse essere risparmiato. Occorreva trovare un metodo per farsi spiegare in dettaglio come tutte queste macchine che aveva funzionavano e se erano frutto dell’opera degli Dei. Di certo quello che avevano di fronte era un uomo. I legionari avevano controllato anche le parti anatomiche più intime, con grande costernazione di Reni. A parte la stazza dello straniero, tutto il resto sembrava assolutamente normale.

    Tutte le informazioni sarebbero servite per capire come comportarsi dei confronti degli amici di costui. Il Tribuno cercò di far capire a gesti e a parole che voleva sapere quanti erano i militi che fronteggiavano la cohorte e quando Reni riuscì a capire cosa Laterano voleva sapere, lesto rispose: “Centum Cesare...plus di centum!!” mentendo spudoratamente.

    Il Tribuno Laterano mentre si fa spiegare l'utilizzo dell'equipaggiamento del Caporalmaggiore Reni (ritratto del suo biografo ufficiale)
    Immagine 2023-01-08 051919.jpg
     
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  15. StarUGO

    StarUGO

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  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    La breve pausa operativa della II centuria per interrogare il prigioniero non impedì alle altre centurie di proseguire la loro azione. Staffette a cavallo cominciarono a circolare per i vari reparti per meglio informare le truppe riguardo a quello che esse si trovavano di fronte e qualcuno dei legionari che si era allontanato dalla II centuria a seguito del cedimento del morale, alla chetichella approfittò per rientrare nei ranghi prima di essere additato di codardia di fronte al nemico e crocifisso.

    Lungo tutta l’estensione del campo di battaglia i Romani videro figure muoversi in ritirata la qual cosa incoraggiò la cohorte, sotto il pungolo del Tribuno Laterano, deciso a debellare la minaccia, ad insistere nel movimento avanzante anche se le centurie non erano perfettamente in ordine. Laterano non si bevve nemmeno un po’ la storiella del prigioniero che la cohorte aveva di fronte un centinaio di quei diabolici nemici. Dai rapporti delle staffette non risultava che più di una decina di briganti fosse stata vista di fronte alle linee romane. Di conseguenza, ragionò il tribuno, non era necessario che le sue forze avanzassero in ordine compatto. I pochi nemici si sarebbero arresi qualora un reparto romano fosse giunto a distanza di battaglia con loro. Erano troppo pochi e troppo isolati. Il problema era costituito da quelle loro incredibili armi a distanza che seminavano morte e distruzione invisibile fra le sue truppe.

    La II centuria avanzò dunque a passo di leggera corsa che era comunque rallentata sia dallo stato di disordine in cui si trovavano le truppe, sia dal terreno boscoso sul fianco destro del reparto.

    Tiberius Acacius riusciva a ridare una sembianza di ordine alla IV centuria dopo la sua defaillance nei turni precedenti, e lo stesso faceva Elvetius Dexion, grazie ad un evento speciale attivato dal Jolly pescato dalla sua fazione in questo turno. Cosicché la V poteva unirsi allegramente all’avanzata della II dopo aver eliminato tutti i livelli di shock in un colpo solo, serrando ulteriormente le distanze dal nemico. La I centuria invece si prese una piccola pausa di riordino dopo in attesa che il Tribuno tornasse dall’interrogatorio al prigioniero.



    La squadra comando del Sergente Vannini continuò a combattere ritirandosi causando due morti tra le file della V centuria, ma soprattutto ferendo il Centurione Elvetius Dexion con una scheggia di granata. Intento inalterato della squadra italiana rimaneva quello di combattere in un’azione di retroguardia evitando di farsi agganciare e rendendo l’avanzata dei Romani il più difficile possibile. In generale però il tempo stringeva il territorio per potersi ritirare anch’esso diminuiva ed i Romani, se pur rallentati, continuavano ad avanzare.



    Giffi ed Accorsi utilizzavano la stessa tattica facendo un sapiente uso della Minimì e del fucile d’assalto riuscivano ad infliggere gravi danni alla II centuria, provocando dolorose perdite ed a portare il livello di shock della centuria a 4. I Romani, non conoscendo la tattica di gettarsi a terra sotto il fuoco, semplicemente rallentavano la marcia e cercavano di ripararsi con gli scudi, naturalmente entrambe le cose, inutili contro armi da fuoco.



    Da ultimo, anche il team del tiratore esperto Flamioni ripiegava a sbalzi i due uomini alternandosi al fuoco ed alla manovra, provocando nuove perdite e nuovo shock alla V centuria



    Conclusioni di fine turno:

    Gli Italiani hanno quasi finito il terreno dove ripiegare. Stanno infatti per esaurire le posizioni vantaggiose con un ampio campo di tiro da poter utilizzare per un efficace fuoco d’arresto. Se arrivano a ripiegare fino all’ultima fascia di terreno accidentato nella porzione ovest della mappa, non avranno più un campo di rito sufficiente per causare danni rilevanti ed i Romani potrebbero arrivargli addosso con più facilità. Inoltre al momento la cohorte è stata spezzata in due tronconi sia a causa dell’ effetto del fuoco degli Italiani che a causa della compartimentazione del terreno. D’altra parte il volume di fuoco degli Italiani aumenta e con esso i danni fisici e psicologici inferti alle centurie. La battaglia è ancora in bilico.
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  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Secondo me pollo
     
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    A questo punto della battaglia gli Italiani avevano almeno raggiunto lo scopo di disarticolare la compattezza dei ranghi della cohorte romana. I Romani si erano oramai conviti di avere di fronte una sparuta banda di criminali equipaggiati con armi inspiegabili, e che erano diversi da qualunque altro barbaro che si fosse mai visto prima. Di conseguenza sotto l’impulso dei loro ufficiali, oramai correvano in avanti con le linee scompaginate con il solo scopo di arrivare a mettere le mani addosso al nemico e macellarlo. Quindi, a parte la II centuria, sull’estremo fianco destro, che doveva essere assolutamente riorganizzata, altre due centurie si buttarono in avanti per serrare le distanze con la fanteria italiana. Alcuni civili si portarono presso il comando della I centuria per segnalare che uomini sconosciuti con strani vestiti si stavano muovendo verso ovest (verso l’Urbe) portando con loro strane armi e neri equipaggiamenti. Questi vestivano tuniche tutte uguali color alberi e terra. Questi civili segnalarono anche sul terreno di fronte al Tribuno, usando bastoncini di legno, le posizioni approssimative del fantomatico nemico: speciale evento di intelligence a favore dei Romani che darà loro una carta in più nel prossimo turno tra cui scegliere per le attivazioni. Gli Italiani già ne hanno due in più di default per ogni turno grazie al loro sistema di comunicazioni avanzato.



    Si imponeva dunque per gli Italiani una scelta difficile: Ma questa scelta non fu lasciata al Sergente Vannini, bensì venne presa da me perché volevo vedere cosa sarebbe successo, se come nello scenario suggerito dal video di Binko’v Battelgrounds, la fanteria moderna avesse deciso di piantare i piedi a terra e resistere sul posto. Secondo il celebre youtuber ad un esagono di distanza le formazioni romane si sarebbero sfaldate e ritirate, anche essendo a conoscenza delle capacità di combattimento del nemico. Io invece credo che con un tale rapporto di forze, la moltitudine di legionari avrebbe la meglio. Lo scenario ha però dimostrato che se gli Italiani adottano una tattica elastica di fuoco e manovra, possono prolungare quasi a loro piacimento la durata del combattimento, infliggendo al nemico dolorose perdite, che nel lungo periodo dovrebbero essere in grado di spegnere definitivamente l’impeto dei Romani. Ciò almeno fino a quando gli Italiani hanno terreno da cedere; questi non devono nemmeno fare manovre complicate di ripiegamento, in quanto i Romani non hanno fucili o mortai con cui disturbare le manovre retrograde del nemico.

    La decisione di “stabilire una linea sulla sabbia” deriva quindi dalla motivazione descritta sopra, ma anche dalla scarsità di campo di tiro qualora gli Italiani continuassero a ritirarsi verso ovest. Se notate la porzione di terreno nella parte sinistra della mappa, si tratta di terreno abbastanza compartimentato e con corti e ristretti campo di tiro: ragione di più per gli Italiani di mettere il ginocchio a terra e vedere cosa si può fare massimizzando il fuoco di arresto.

    Ciò detto, il fireteam del Caporale Flamioni aprì un fuoco devastante e sostenuto sul fianco sinistro scoprto della V centuria, ammazzando e ferendo un quinto degli uomini della I cotubernia e frenando l’impeto dell’intera centuria. Sti ca##i!

    La sezione comando si mosse correggendo leggermente la posizione e trasferendosi all’interno di un minuscolo boschetto giusto per tenersi fuori portata delle spade romane se la V o la IV centuria avessero caricato nel prossimo turno. Naturalmente il fuoco in movimento della sezione comando non fu così efficace sulle forze avanzanti della IV centuria come quello dei fucilieri appostati e pronti a sparare con fuoco mirato. Nonostante ciò, una granata lanciata da Trenda scompaginava alquanto la situazione dei Romani sul fianco destro senza riuscire però ad arrestare del tutto l’impeto della prima schiera della V cohorte.

    Da ultimo ma certo non importante, entrava in azione la Minimì del Mitragliere Giffi, accompagnata dal fuoco di fucileria del Soldato Accorsi, nel frenetico tentativo di rallentare la corsa della IV centuria. Il tremendo fuoco d’arresto a 250 metri faceva ondeggiare paurosamente l’intera IV, colpendo duramente la contubernia di testa ed ammazzandogli 10 uomini su 20, facendo temere a chi scrive che forse le conclusioni di Binkov’s Battelgrounds non sono poi così campate per aria.

    Conclusioni di fine turno:

    La cohorte romana è oramai frazionata in quattro ondate diverse, sia a causa della natura del terreno, sia a causa della fretta nell’avanzare e sia a causa dal fuoco nemico, fattore certamente non trascurabile. Le centurie che eventualmente si presenteranno al nemico, lo faranno dunque in quattro tempi diversi, dando ai fireteam italiani la possibilità di concentrare il fuoco su di loro separatamente con effetti poco salutari per i Romani*. Una soluzione potrebbe essere quella di fermare le ondate di testa per ricompattare i ranghi, ma non è che gli Italiani in questo caso smetterebbero gentilmente di sparare nell’attesa che il nemico riorganizzi i ranghi compatti della cohorte. Turno abbastanza incisivo questo nono!



    *”Se mi mandata contro una brigata carri alla volta, io ve le distruggo una alla volta”. Erwin Rommel ad un generale inglese preso prigioniero.
    Immagine 2023-01-14 045139.jpg
     
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    Ultima modifica: 14 Gennaio 2023
  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il Caporale Flamioni ringraziò Dio che in questo decimo turno gli Italiani attivavano per primi, perché la posizione della sua sezione era pericolosamente vicina a quella della fresca I centuria, che non essendo stata ancora impegnata seriamente in combattimento, era fresca come una rosa. Flamioni ricevette l’ordine perentorio di riunirsi alla squadra e di conseguenza scattòinsiemeal suo camerata Gruner in direzione nordovest verso la strada e verso la posizione della sezione comando del Sergente.

    La I centuria aveva oramai individuato la sezione del Flamioni e con un certo ordine si lanciava all’inseguimento al passo di corsa. Non impedita da nessuno fuoco nemico, manteneva riusciva a mantenere una distanza breve tra sé e la sezione di Flamioni, il che voleva dire che o qualcuno interveniv con fuoco di copertura, o al primo rallentamento degli Italiani, la prima centuria sarebbe stata loro addosso. E qui è una situazione stile Zombie apocalypse: se si arriva a contatto è la fine.

    Gli eventi più interessanti del turno avvenivano al centro dello schieramento romano, dove la V centuria arrivava quasi addosso alla sezione comando del Sergente Vannini. Qui gli Italiani diedero prova di sangue freddo: tra le urla di un centinaio di legionari incazzati che venivano avanti al ritmico battere dei loro calzari sul terreno ed all’inquietante frastuono del metallo delle loro corazze al passo di corsa, i membri della sezione Vannini, Trenda e Marino aprirono un devastante fuoco alla distanza veramente minima di un centinaio di metri, sparando nel mucchio di soldati nemici, che pur non avanzando in ordine chiuso erano pur sempre un mucchio di fanteria appiedata in corsa allo scoperto. Il Sergente Vannini passava alla raffica continua con effetti devastatori, mentre il Granatiere Trenda ne piazzava una proprio in mezzo alla compagine nemica. A tutto ciò si aggiunse il fuoco anch’esso a raffica di Marino, che seguì per imitazione il comportamento del suo comandante, e ad un esagono dal contatto corpo a corpo, l’impeto della centuria si spezzava e la V volgeva in rotta per la seconda volta in questa simulazione, con il centurione Dexion che poco poteva fare per fermare i suoi. Ancora una volta le perdite erano state non molte – sei – ma l’effetto morale del fuoco concentrato a raffica e dell’esplodere del confetto da 40mm fecero il resto.

    Completata l’opera la sezione comando ripiegava, in quanto la IV e la II centuria si andavano avvicinando troppo, e gli Italiani della sezione comando non osavano sfidare il culo avuto in questo turno anche al turno successivo.

    La sezione Minimì a sua volta ripiegava e basta, sempre per la vicinanza minacciosa della II canturia che avanzava a passo di corsa ed ache perché il campo di tiro per la mitragliatrice era in quel particolare angolo, bloccato dalla vegetazione.

    Se guardate la situazione alla fine del 10° turno, vi renderete conto che l’impeto della I centuria mette adesso a rischio la sopravvivenza della sezione di Flamioni. Di nuovo o attiva per primo o è spacciato.



    Considerazioni di fine turno e di fine partita.

    La simulazione volge al termine, perché volge al termine lo spazio in mappa che gli Italiani hanno a disposizione. Ammesso e non concesso che il team di Flamioni non schiatti al prossimo turno e che riesca a ripiegare prima che la I centuria gli sia addosso, la fanteria italiana potrebbe ancora ripiegare nell’ultima area boschiva all’estrema sinistra e poi stabilire colà l’ultima difesa.

    Naturalmente in una situazione reale (per modo di dire) gli Italiani non avrebbero il problema della fine dello spazio di manovra e potrebbero continuare a far valere fino al calare della notte la loro superiore mobilità e flessibilità tattica, salvo incorrere in qualche errore e fare la fine del Caporalmaggiore Reni, o peggio.

    In definitiva devo dire che le ipotesi fatte dal video di Binko’v Battlegrounds erano più sensate di quanto io avessi credessi prima di condurre questa simulazione. Effettivamente nel turno appena trascorso è successo esattamente quanto lui aveva previsto: a cinquanta metri l’impeto della fanteria antica ha ceduto di fronte al fuoco concentrato di quella moderna in uno scenario che si è rivelato un incrocio tra Zombie Apocalypse e la Battaglia di Isandlwana.

    Devo aggiungere qualcosa a quanto affermato da Binkov’s nel suo video: la fanteria moderna deve stare attentissima a non farsi agganciare e quindi oltre al fuoco deve sfruttare al massimo il terreno e la mobilità che questo gli consente. Nel video di Binko’s si vede un terreno aperto tra due boschi e la fanteria moderna che spara rimanendo ferma. Io credo che in una situazione del genere, la suddetta fanteria moderna avrebbe la peggio.

    Da ultimo, ma non meno importante ho verificato che il regolamento A Fistful of Lead Bigger Battles è un sistema affidabile, anche se l’autore afferma nell’introduzione che in nessun modo esso vuole essere una simulazione ma piuttosto un regolamento per passare un paio d’ore divertendosi con gli amici. Secondo me Jaye Wiley è troppo modesto. Di conseguenza per la parte terrestre del mio progetto a Billion Suns, verrà utilizzato questo regolamento. Il mega AAR che ho in mente per questo progetto e che seguirà uno stile simile a quello dei Romanzi di Forester (Hornblower) verrà scritto da qualche parte in lingua inglese e magari ne manderò una copia a Mike Hutchinson, incredibile designer di A Billion Suns, per onorare il suo magnifico lavoro.

    Se ne avrò il tempo, dopo aver testato le reali capacità “intertemporali” di AFOLBB indispensabili per supportare un racconto di fantascienza, ne testerò anche l’effettivo grado di realismo tramite uno scenario con sufficienti fonti storiche e risultato accertato nei minimi dettagli. Un buon candidato per un test del genere è la prima battaglia di Bir El Gobi, dove l’italiana Ariete diede una salutare spazzolata alla blasonata 22a brigata carri albionica.

    Se dovessi condurre questo test voi naturalmente sarete i primi a saperlo via AAR sul magnifico forum di Netwargaming Italia.

    Un saluto a tutti quanti e grazie per aver seguito questo thread.
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  20. ^_AC_^

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    Ciao,
    grazie a te per il bellissimo e soprattutto molto interessante AAR!
    Onestamente non sapevo cosa aspettarmi date le premesse, ma il risultato finale mi sembra molto valido.
     

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