A @Iscandar ... Non sarai mica Alessandro Magno, vero?? Perché sappi che, se è così, questa volta, noi siamo pronti. Il tuo regno è sommerso dai debiti a causa della guerra politica persa con la regnante tedesca di qualche anno fa, e la persia è cambiata! Non cadrà due volte allo stesso modo. Comunque ti ringrazio. Ogni impero, per esistere, necessita di un avversario all altezza, di un nemico che ci ricordi che la nostra grande campagna si deciderà, ancora una volta, sulle rive del Bosforo.... Ci vediamo la
no, Il gioco supporta il passaggio da una democrazia a una dittatura se perdi le lelezioni ed hai sufficiente supporto militare. Il cambiare forma durante una partita avrebbe effetto a cascata su tutte le relazioni con le altre regioni ed impatti interni. E' stato chiesto ai dev di implementare una funzionalità di questo tipo ma hanno risposto di non avere le risorse, al momento. Quindi è possibile solo con una mod o un evento ad hoc. Alcuni eventi sono già nel gioco. SRU ha moltissime mod, avendo 10 anni sulle spalle
«Colpisci come il tuono, muoviti come il vento» – Sun Tzu Il piano prevede l'attacco a sud, per conquistare la grande base navale davanti a Cipro. Dopodiché, premere al centro e lungo la costa del mar nero, fino a circondare Ankara. I combattimenti a sud sono accaniti. Le divisioni meccanizzate turche si difendono con tenacia, ma i nostri veterani dell'altopiano sanno avanzare sotto il fuoco. Dopo giorni di battaglia urbana, Gaziantep cade. I nostri corpi corazzati dilagano e conquistiamo l'aeroporto ad ovest. La corsa verso il mare ci porta a Mersin. Durante l’operazione, perdiamo undici unità, colpite da artiglieria navale e caccia turchi. Ma infine, Mersin è nostra. Il tricolore sventola sul porto. Eppure, proprio allora, appaiono all’orizzonte navi statunitensi. Non aprono il fuoco. Ma manovrano nelle nostre acque, in attesa. La tensione è palpabile. I nostri diplomatici ci avvisano: Trump è furioso, il fianco est della NATO è in fiamme, e lui non accetta provocazioni. Potrebbe esserci guerra. Controlliamo il 100% del petrolio turco, Mersin è diventata la nostra base mediterranea. Gli strateghi si interrogano: è il momento di consolidare? Di fortificare? Di raffreddare i motori? Ma la base turca a Cipro è ancora operativa. Gli F-16 decollano e ci colpiscono. La minaccia è reale. Decidiamo di proseguire. Le truppe rumene e bulgare rallentano la nostra avanzata, ma non la fermano. Le artiglierie nemiche vengono neutralizzate una a una. La nostra forza missilistica, potenziata dai nuovi scud, martella il fronte. Il fianco sud ed est è nostro! Ankara è davanti a noi. Le artiglierie nemiche sparano dalla capitale, ma vengono colpite da salve di missili balistici. Intanto, chiudiamo un accordo con l’Arabia Saudita: nuove tecnologie arrivano, le nostre fabbriche ruggiscono. La potenza industriale si consolida. cosa fare? I nostri analisti lo confermano: il 25% della capacità industriale turca è ad Ankara. Ma il restante 75% è in Anatolia orientale. Possiamo fermarci ora? Oppure è il momento di affondare la lama?
non credo... quando piazzerò le artiglierie contro la capitale, credo che qualcuno cambierà idea sull'accettare o meno la pace....
Ci siamo. I nostri tank avanzano verso la periferia di Ankara. Le ultime difese turche si stanno sgretolando. Le colonne di fumo salgono nel cielo della capitale. Mentre Ankara è nel panico, lanciamo l’attacco a Nord. La città di Samsun, importante nodo costiero e centro strategico della regione, è sotto attacco. Ancora una volta, truppe NATO non ufficiali (bulgari, rumeni e altri) contrattaccano. Solo grazie a un massiccio bombardamento aereo la città cade e la fanteria nemica è completamente annientata Nel frattempo, i missili balistici vengono lanciati in sequenza su Ankara. Colpi di artiglieria raggiungono i quartieri industriali e militari della capitale. E alla fine… Erdogan cede. VITTORIA. Una pace giusta La pace è firmata. L’Iran ottiene il controllo completo: del Kurdistan turco, popolazione a noi fedele della regione a sud, fino al porto sul Mediterraneo. Un corridoio strategico che ci garantisce accesso diretto al mare, giacimenti petroliferi e alle rotte commerciali. Attiviamo un nuovo centro di ricerca. Ne mettiamo in costruzione un altro. Il nostro obiettivo è ancora inseguire, ma arriverà il giorno in cui sorpasseremo il mondo. una nave turca ribelle attraversa le nostre acque... Infine, mettiamo in programma imponenti opere di estrazione petrolifera, abbassiamo le tasse ed aumentiamo la spesa per welfare. Abbiamo vinto. E ora?
E ora .. bè, hai piegato la Turchia (anche se il nuovo confine occidentale è orrendo e, onestamente, fragilissimo), ma io, fossi in te, cercherei di raffreddare un po' il clima arroventato. Trump non è intervenuto (secondo me dava già la Turchia per spacciata e ha pensato bene di restare fuori dai giochi per evitare di condividere la sconfitta di un alleato) ma potrebbe decidere di trascinarti contro tutta la NATO, se dovesse avere sentore di nuove minacce nella regione. Consiglio: evita il Caucaso a meno che tu non voglia dover dare spiegazioni allo zar di Mosca.
La butto lì: prima Siria, poi Iraq e usi le materie prime per svilupparti bene. Poi guerra con Israele, magari coinvolgendo Russia e Cina dalla tua e scatensndo la terza guerra mondiale
Propendo per un periodo di calma e di ricostruzione. Dobbiamo accumulare nuove risorse prima della prossima mossa espansiva: risorse, missili, denaro, nuove tecnologie (acquistate o scambiate, non solo ricercate). Sul tema ricerca secondo me bisognerebbe fare un'analisi per capire dove siamo carenti o dove focalizzarci. Per future espansioni, anch'io punterei verso Siria/Libano e Iraq per acquisire nuove risorse.
Tregua??? Pessimo accordo. A mio avviso dovevi seulizzare Ankara, col confine a un tiro di fionda. Quel che è fatto è fatto, preparati a guai seri, dato che la partita col turko così non mi pare chiusa. Per le espansioni future: Iraq e Siria in tandem.
il clima è rovente, abbiamo appunto come dici tu firmato perché la Nato stava per intervenire.. per il Caucaso, hai ragione. è un fragile cuscinetto tra noi e la marea russa. I Russi sono impelagati un ucraina, ma si stanno avvicinando a Kiev.
Si, Siria ed Iraq sono essenziali. Israele...è il nemico finale. Dubito che Cina e Russia mi appoggeranno, ma chissà