manteniamo il topic serio,il titolo è provocatorio per attirare i detrattori,non per trollare non voglio inutili flammate tra rossi e neri su chi ce l'ha più grosso come accaduto in passato in questo forum il topic nasce come mia riflessione partita da quelle a volte comiche liste diffuse in rete che elencano centinaia di cose buone fatte dal fascismo per difendere l'epoca che fu,quella gente dice cosa ha fatto di buono benito facciamo il ragionamento opposto,cosa ha fatto benito di male per essere oggi così poco considerato? mettiamo da parte i "mali" che tutti conosciamo grazie alla propaganda plutocratica dal dopoguerra a oggi,cioè abolizione di gran parte della libertà politica,uso della violenza contro gli oppositori,ideologia imposta forzatamente tramite il totalitarismo,la questione ebraica,l'inutile e costosa spedizione spagnola e naturalmente il grande errore dell'entrata in guerra analizziamo il resto,come si è comportato il governo del ventennio in confronto ai politici precedenti e posteriori fino a oggi? l'economia italia come è cresciuta dalla marcia su roma all'entrata in guerra? la politica sociale in italia,merito di quel socialista di mussolini? molti rispondono a quelle liste dicendo che qualunque governo avrebbe fatto qualcosa di buono in quei 20 anni,questa non è una risposta
Bhè per quanto ne so, sorvolando su cio' che dopo hanno detto e raccontato i vincitori di zio benito e del suo governo posso dire che, sin dai primi anni in cui è stato al governo si è sempre e solo prodigato per il bene dell'italia, eravamo (per gli standard dellepoca) non molto competitivi, e a mio parere lui stava trasformando l'Italia, ehm pardon l'Impero, in una super potenza sotto tutti i punti di vista, basta tener presente che sia curchill che roosvelt (spero di aver scritto bene i nomi) si congratularono direttamente con il ''regime'' italiano per gli ottimi risultati raggiunti. La ''battaglia del grano'', la bonifica di moltissime zone, la costruzione di infrastrutture (scuole, ospedali ecc....) Certo, il ''regime'' ha dato agli italiani quell'ordine che prima di allora non c'era, o meglio che il re e i governi precedenti non erano capaci di ristabilire..... Io credo cmq che allora la politica veniva presa molto piu' seriamente di come è presa oggi, se si faceva qualkosa è solo e soltanto per il bene del paese, gli altri interessi erano (e dovrebbero essere) secondari. Ora non per fare il bravo fascistello....ma forse infondo, infondo lui è una delle pochissime persone che ha seriamente voluto bene a questo paese. Questo il mio pensiero......
secondo me il fascismo come presunta "terza via" era già finito con gli inevitabili compromessi con Chiesa e Monarchia e dunque il fascismo come soluzione alternativa al capitalismo borghese non ha avuto il suo ciclo evolutivo completo ( per sconfitta militare e incondizionata ) tale da fornire una risposta definitiva al modello economico,sociale e politico che si voleva dare in confronto al Capitalismo e Comunismo ( di carattere marxista-leninista sul piano storico ). al di là della pura questio storiografica il ventennio fascista è da considerarsi l'estrema vestigia di una concezione ottocentesca del governo e dello Stato nel senso che ha cercato nell'autarchia e nel colonialismo una posizione politica nel mondo intendendo il confronto internazionale come basato su sistemi economici impermerabili fra loro e principalmente fra governi piuttosto che sulle dinamiche relazioni extra-governative dei sistemi aperti ( si intende il carattere di scambio fra individui e gruppi indipendenti dai governi e senza principi di nazionalità ). Interpretazione ovviamente teorica sapendo che nel ventennio fascista l'economia italiana pur tutelata dallo Stato non ne era completamente soggetta ad esso e l'imprenditoria italiana ha mantenuto relazioni con sistemi diversi anche ideologicamente opposti ( sono abbastanza note le relazioni commerciali con l'URSS con il quale l'Italia fu anche uno dei primi a riconoscere diplomaticamente ). Invece è da ammettere che proprio con il Fascismo si è voluto velocizzare il graduale processo di scolarizzazione e alfabetizzazione e di estendere i servizi pubblici e sviluppare la società di massa che solo in epoca giolittiana erano sulla via ed è possibile anche ritenere che si è voluto rafforzare il senso di appartenenza alla Nazione pur diluendo i già trascurati valori risorgimentali che poi sarebbe completamente svanito con il dopoguerra per varie ragioni fra cui l'antipatia dei cattolici per l'Italia che era nata dal risorgimento... per il resto è chiaro a tutti che ogni valutazione sul Fascismo non può trascurare la catastrofe della guerra e della sconfitta dovuti anche a responsabilità personali di Mussolini che ironicamente è stato lui stesso a svuotare il fascismo nello Stato che il contrario come invece è avvenuto negli altri sistemi totalitari
archita ti voglio tanto bene..ma ti giuro a volte non riesco a seguirti per quanto interessato, puoi ridirmela in un modo piu' umano? ç.ç
umano ?^^° in parole povere non c'è stato un fascismo vero e proprio ma un continuo compromesso e opportunismo a seconda del momento e sarebbe più corretto parlare di "mussolinismo" visto che egli per varie ragioni preferì eliminare quasi tutto quello che era radicale nell'originario programma fascista per poi recuperare qualcosa nel tempo di Salò ma in modi e tempi ormai inadatti. alla fin fine penso che sia più corretto parlare del ventennio come retaggio dell'800 italiano che intermezzo fra italia liberale e italia democratica...
Una politica completamente cannata è stata quella della deflazione, cioè "lira a quota 90" che ha ammazzato la piccola impresa regionale. Per il resto, tanto di cappello. In Italia non si è mai visto un sistema che ha tentato qualcosa di positivo e concreto come il fascismo.
io penso che forse l'istituzione dell'IRI abbia rafforzato la pessima abitudine di farsi mantenere dallo Stato invece di sviluppare il senso del Rischio nell'economia italiana ma qesto è Italia non solo fascismo...
Nel 1940, al momento della dichiarazione di guerra, l'italiano medio viveva già molto peggio di due o tre anni prima. I prezzi avevano preso a salire nel 1937, con la guerra avevano cominciato a correre. Questa corsa era evidente in tutti i generi tranne che nei trasporti, gli unici a mantenere un prezzo politico. La carne era sempre stata uno dei generi più cari, ma tra il 1938 e il 1940 il prezzo era salito circa di un terzo, senza alcun miglioramento negli stipendi. Era quella, del resto, l'epoca in cui Mille lire al mese venivano immaginate come il benessere assoluto... Quelle mille lire, secondo i dati istat, equivarrebbero a 800 mila lire di oggi [del 1989, ndr]. Posto in questi termini, però, il confronto non ha senso. Diciamo invece che, come tenore di vita, erano l'equivalente di un nostro stipendio di 1 milione e 800 mila lire [del 1989, ndr]. Uno stipendio basso, dunque. Non dobbiamo però dimenticare che il ritmo e i costumi di vita di quell'epoca erano molto diversi: non avere problemi a legare il pranzo con la cena voleva già dire star bene. In altre parole: l'Italia entra in guerra già col fiato corto. La prima iniziativa ad essere lanciata dal regime dopo la dichiarazione di guerra fu la raccolta della lana: in ogni borgo, in ogni città, giravano carri tirati da cavalli per raccogliere lana con cui fare le divise. I Balilla sui carri raccoglievano inevitabilmente grandi scorte di vecchi calzini. E una potenza non si prepara alla guerra raccogliendo vecchi calzini. Nel 1940 c'erano in Italia 280 mila automobili; nel 1943 gli autoveicoli circolanti, compresi cioè i trasporti militari, erano 70 mila, un quarto del dato di partenza che era già bassissimo. Questo vuol dire che i primi tre anni di guerra avevano spazzato via tutto quel che c'era. E quel che c'era, era un niente, un'economia di tipo contadino trasferita in città, nelle famiglie piccolo borghesi. L'Italia fascista aveva vinto tutti i premi possibili per l'efficienza e la velocità dei trasporti. C'era un concorso mondiale per stabile il primato di velocità dei treni: lo aveva vinto l'Italia. Il re aveva vinto il "Nastro azzurro" per la più veloce traversata transoceanica. Prima della guerra in questo campo eravamo un paese all'avanguardia; tutto scompare in fretta con l'arrivo della guerra. Questa è in generale una caratteristica solo italiana: tutto il benessere che gli italiani avevano creduto di avere (e lasciamo stare se lo avessero davvero oppure no), non si consuma durante l'arco degli anni bellici ma scompare subito. Il che crea nella popolazione una delusione immediata. L'economia italiana era semplicissima, quindi fragilissima. Facciamo qualche esempio: era un'economia basata sul risparmio. Una delle costanti di vita familiare di prima della guerra era stata quella di regalare, a chi compiva gli anni o ai bambini che nascevano, il libretto della Cassa di Risparmio; e le famiglie che potevano ad ogni ulteriore compleanno aggiungevano al conto cento lire. Era il piccolo tesoro che ognuno si costruiva. I Buoni del Tesoro erano poi una cosa quasi sacra. Quando la lira prese a svalutarsi crollò non solo l'economia familiare ma soprattutto il morale della famiglia, qualsiasi motivo di fiducia. Quando le donne furono costrette ad andare a lavorare prechè i mariti erano stati chiamati dall'esercito, cominciò a crollare l'intero ideale di vita piccolo borghese su cui si basava il fascismo. Gian Franco Venè, giornalista e storico (1935-1992)
penso che la fragilità del sistema economico sia dovuto al sistema-paese in sè che solo da appena trent'anni prima era avviato alla modernizzazione e a differenza della Russia non era possibile accelerare il processo con mezzi brutali e coercitivi e il fascismo.a differenza della dittatura sovietica, doveva molto per andare al potere all'appoggio del latifondo agrario più refrattario alle innovazioni e all'industria e a sua volta il sistema ha preferito conservare privilegi con il sistema corporativo piuttosto che favorire versatilità nel settore del lavoro e degli impieghi e bloccare possibili riforme neutralizzando in pratica i sindacati. Tuttavia il servizio pubblico è stata forse la migliore eredità dell'epoca fascista considerando che parte dei decreti e leggi dell'epoca sono rimasti in vigore per decenni anche dopo la guerra ( la Riforma Gentile sulla Scuola è rimasto in vigore fino a quasi gli anni 90 con pregi e difetti ) e fino agli anni '60 hanno reso tutto sommato bene il servizio molti dei funzionari ex-fascisti che sono rimasti ad amministrare il paese dopo la generale amnistia. penso che se Mussolini avesse scelto di opporsi ad Hitler nel secondo tentativo di annettersi l'Austria avrebbe acquisito uno status diplomatico ed internazionale di primo rilievo agli occhi di Londra e Parigi e in tal caso avrebbe potuto anche fare a meno dell'autarchia e ottenere qualcosa in cambio magari nelle colonie ( sono note alcune proposte inglesi al Duce a riguardo del Corno d'Africa ma senza successo ).
interessante l'articolo pubblicato sul Corriere della Sera sull'interesse statunitense per il modello economico italiano come una soluzione alla crisi del '29 indicando quanto siano stati abbastanza frequenti i rapporti fra Mussolini e la Casa Bianca e che da tali studi sia nata la legge National Industrial Recovery Act ( NIRA ) per alcune parti simile al modello italiano e approvata nel 1933. La Storia poi è cambiata quando la Corte Suprema dichiarò incostituzionale la legge nel 1935. Lo scenario è affascinante: gli Stati Uniti avrebbero potuto assumere la via al Fascismo col tempo? ipotesi comunque estrema considerando che pur essendoci similitudini a riguardo dell'amministrazione non esitevano e non sarebbero potuto esserci elementi tali da creare anche un sistema politico fascista. Di certo la cultura americana da tempo ha ripudiato il carattere personalistico del potere e il sistema federale era stato anche congegnato apposta per non permettere al governo centrale il completo controllo sulla società e lo stesso Roosevelt ha bloccato tentazioni cesaristiche con il limite dei due mandati presidenziali in contrappeso al maggiore potere dato alla figura presidenziale. sarebbe comunque bello giocare ad HOI con governo fascista e a fianco dell'Italia XD
La spedizione spagnola era riservata ai volontari. Un ottimo sistema per sperimentare le armi. Era il sistema produttivo industriale fallato al punto da non riuscire nemmeno a sostituire gli aerei usati. Comunque la domanda non è "che ha fatto di male il fascismo?" ma "che ha fatto di bene quello che c'era prima del fascismo?". Nell'immediato dopoguerra c'è una vera e propria invasione di regnicoli nella zona di Trieste mandati per "italianizzare" quelle terre. In pratica una specie di genocidio. In epoca fascista hanno alzato il tiro con il progetto del 1927 di infoibare gli slavi per fare spazio ai nuovi arrivati. L'unica differenza che vedo è che nell'Italia prefascista non c'è stato nessun esercito liberatore che rivelasse la sua vera natura all'opinione pubblica, in quella fascista sì. I metodi dei due stati sono simili, magari i fascisti pretendevano più controllo diretto (tuttavia gli espropri delle proprietà austriacanti-e tutti erano austriacanti visto che c'era il porto franco-ci sono stati quindi il controllo precedente non era così lasco) mentre l'Italia "liberale" era più indiretta e si basava moltissimo sulla mafia.
Bellissimi i commenti.Siete preparati e è bello leggere e discutere senza la ovvia classica retorica. penso che in germania non riusciranno a fare post del genere sul nazismo.. E con ragione anche,no? Del fascismo nonostante il male che comunque ha portato si può anche discutere obbiettivamente. Del nazismo non vi è nulla dire.Dimenticarlo e fare in modo che una simile cultura abominevole non torni mai più.
in Germania non si può parlare di nazismo in modo serio e acritico perchè, nonostante le garanzie democratiche sulla carta, rischi di andare in prigione per reato di apologia anche se l'intento non era quello ( basta vedere la fissazione nel vietare la svastica anche su modellini !!! ) comunque anche per buone ragioni poichè la Germania era stata completamente annientata e i vincitori hanno fatto sì sì che il nazismo diventasse la colpa di tutto il disastro rendendolo del tutto una "parentesi" ( ci ha provato già al suo tempo Benedetto Croce a riguardo del fascismo ) tutta da condannare in toto e rimuovere dalla memoria storica del futuro. Ls storiografia italiana sul fascismo ha iniziato a fare analisi serie e senza paraocchi ideologici sul ventennio solo a partire dagli anni '60 e spesso si cita De Felice come "iniziatore" anche se non è del tutto vero ma certamente lo è stato al di fuori dell'area di ricerca anche se ci sono lavori che hanno rivalutato alcune tesi di De Felice senza però rinnegare il valore positivo per la ricerca e approfondimento.
Per i tedeschi il nazismo è la più grande vergogna ,anche se dopo un paio di bottiglie di vino iniziano a venir fuori i ma e i però,Hitler è del tutto innominabile,quando vogliono far capire che si parla di lui si mettono due dita sotto al naso per imitare i baffetti!
Secondo me non esiste qualcosa di totalmente malvagio e qualcosa di totalmente buono. Mussolini aveva i suoi aspetti positivi, qualcosa di buono l'ha fatto lui, e anche Hitler le persone di oggi tendono a dipingerlo come una persona malvagia in tutto, bastardo fino al midollo. Ma le cose non stanno così: per esempio Hitler ha avviato una lotta contro il fumo. Quindi bisogna assolutamente evitare di dipingere tutto negativo, perchè se no si finisce per alterare la verità.
volontari e mercenari. Sarebbe stato un ottimo sistema se fosse stato applicato "alla tedesca" ovvero facendo sostenere le spese sal bando nacional e non all'erario italiano. L'esperienza acquisita dalle FFAA italiane a cosa servì? a subire sconfitte a nastro nel 1940: teoricamente dovevano essere le ffaa più esperte d'europa visto che eravamo coinvolti in combattimenti dal 1935
Ange, io non sto dicendo che Hitler e Mussolini erano buoni, sto solo dicendo che non bisogna dipingerli del tutto negativamente. Non si possono vedere le cose bianche o nere, anche gli alleati hanno compiuto i loro crimini di guerra, e hanno soprattutto ignorato i crimini enormi commessi da Stalin.