Prendendo spunto da questa simpatica vignetta in questi giorni ho intavolato un po' di discussioni sull'argomento... La domanda è apparentemente semplice: perchè i russi la persero? Il vantaggio che i sovietici avevano dal 1957 (Sputnik 1) finì per assotigliarsi fino al (inevitabile?) "sorpasso", avvenuto nel 1965, anno del primo vero primato della Nasa, che conseguì il primo rendez-vous orbitale. Quello che vorrei approfondire è il motivo non del successo USA, piuttosto evidente e indiscusso, ma del fallimento dei sovietici; ovviamente si trova molto materiale riguardante i successi USA, ma sulle cause del "declino" degli uomini di Baikonur non mi pare esista granchè. I pareri al riguardo sono vari, nessuno mi sembra molto documentato: - priorità: scarso interesse per l'obiettivo Luna - divario nelle risorse a disposizione - incapacità di gestire programmi complessi - inadeguatezza strutturale: primo segno di cedimento del sistema sovietico Probabilmente il fallimento è stato causato da più fattori, ma l'ultimo punto è quello che ha attirato la mia attenzione: si puo' davvero affermare che già nel 1960 stesse cominciando il declino dell'URSS? Che progetti mastodontici, come fu effettivamente l'Apollo, potessero stressare quel sistema fino a mostrarne l'inadeguatezza ed evidenziandone i limiti fin da subito? La tesi mi sembra plausibile, anche valutando i risultati post-Apollo: su progetti più limitati come satelliti, sonde, stazioni spaziali, l'URRS continuò a tenere testa ai rivali occidentali, e ad oggi la ISS vive sulle spalle della Sojuz. Questione parallela: l'attuale crisi dell Nasa si può attribuire esclusivamente alla crisi generale, o ci sono responsabilità di antica data, lasciti di quel mostro che economicamente fu l'Apollo? Insomma voi che ne pensate? Avete fonti, testi, scritti sull'argomento?
(senza fonti) non credi che il problema fosse più semplice? I russi "costruivano" gli scienziati su una/due scuole di pensiero, mentre gli Usa potevano "acquistare" scienziati provenienti da scuole diverse di pensiero: il multiculturalismo scientifico fu la base del successo occidentale (e lo è tuttora).
Il multiculturalismo alla MacCarthy? ;-) Direi di lasciare perder gli stereotipi e di badare ai fatti, che per ogni Feynman trovi sempre un Landau. Non mi sembra che esistesse un gap di tipo scientifico (semmai negli anni 50 il gap l'avevano gli americani), i problemi tecnici all'epoca erano innanzi tutto ingegneristici e non credo che gli ingegneri all'altezza mancassero. Io credo che il problema fu di "agilità" burocratica, gerarchica e di reindirizzamento delle risorse, anche ma non solo economiche. Se escludiamo leviatani come l'Apollo i russi dopo la debacle lunare continuarono a mietere successi in un astronomico testa a testa con gli americani: Saljut precedette Skylab, e poi la sequenza impressionante di missioni con sonde automatiche e satelliti fino alla metà degli anni 70, ma la competizione si andava già evolvendo -finlamente- in collaborazione (Imho le missioni russe -e uniche- su Venere sono tra le più diffcili mai realizzate). Poi arrivarono gli Shuttle -altro leviatano- e nuovamente i programmi russi omologhi Buran/Energia finiscono come sappiamo, ma nel contempo i sovietici riescono a portare a termine sul lungo periodo , un ambizioso programma nonostante il frapporsi del crollo del blocco comunista: la stazione spaziale modulare MIR. Non mi sembra che il problema fosse di "scuola", mi sembra più un problema di "inerzia": l'orso era pesante da smuovere e lento nel cambiare direzione.
Un fattore determinante (sicuramente uno dei principali) è stata la morte di Korolev, questa figura misteriosa tenuta segreta fino alla sua morte nel 1966. A quanto ho letto era l'unica persona in grado di gestire le relazioni tra il governo e l'esercito russo. Parte del successo iniziale era anche dato dal fatto che i russi erano avanti con la potenza dei razzi, le loro testate erano più pesanti e quindi richiedevano una spinta maggiore, paradossalmente gli americani erano indietro su questo fattore anche se avessero armi della stessa potenza ma più leggere. Insomma come sempre parte tutto dall'esercito Inoltre considera che gli americani si erano appropriati del famoso nazista nemico della patria (von Braun), creatore delle V1-V2, sterminatore di popoli, ecc...ma che all'occorenza gli si poteva dare da gestire la divisione missilistica e in seguito parte del progetto Apollo, infatti grazie a lui fu costruito Saturn V che hai tempi era stato un capolavoro dell'ingegneria. Nulla togliendo agli scienziati russi ma gli americani bisogna dire che imparano in fretta dai propri errori e Kennedy aveva dichiarato pubblicamente che voleva la Luna, insomma erano tutti concentrati su un obiettivo usando poche varianti. I russi, che avevano investito una marea di risorse pure loro, per colpa della concorrenza tra ministeri ed esercito erano partiti con tre progetti paralleli sotto appunto Korolev (l'uomo che realizzò lo Sputnik), Chelomey e Yangel. Insomma tanti fattori.
Gli stereotipi del tipo "un tedesco ci inventa il saturn V" o "un italiano e un austriaco contribuiscono a creare la bomba atomica"? Come ha già detto blind sniper, i russi da questo punto di vista partirono paurosamente avanti, ma poi la spinta si perse a poco a poco, per svariati motivi (tra cui il fatto che in una società come quella russa, ogni "ministero" voleva più potere rispetto agli altri); tuttora si usa la sojuz perchè, in parole povere, è semplice da usare: sparo una palla nello spazio, poi torna giù. Bisogna ricordarsi che lo shuttle non fu un'invenzione puramente esplorativa, ma partì come bombardiere nucleare orbitale
A mio avviso sì. Gli ultimi anni '50 ed i primi anni '60 sono gli anni in cui il "sogno sovietico" (se mi si passa il termine) ha il suo momento di alta marea. Quando Chruščëv parlava di raggiungere e superare gli occidentali non stava facendo (soltanto) propaganda ma si basava sul fatto che l'economia sovietica, nonostante non venissero mai completamente raggiunte le quote fissate dai vari piani quinquennali, era ancora in crescita e cresceva con tassi che lasciavano sperare un superamento persino degli USA. Secondo le statistiche ufficiali, negli anni '50 la crescita annua dell'economia sovietica era attorno al 10%, secondo le stime della CIA attorno al 7%, anche le stime più recenti, riviste al ribasso, non scendono sotto il 5%: comunque sufficiente per lasciarsi dietro, in un certo numero di anni, gli Stati Uniti con la loro crescita (media) al 3,3%. Chruščëv (e non solo lui) credeva veramente che fosse possibile un bengodi sovietico entro il 1980 e che le riforme, aiutate dalla destalinizzazione, dalla distensione, dalla riduzione delle spese militari e dalla rivoluzione informatica avrebbero accelerato questo processo di superamento delle economie occidentali. Sfortunatamente per i cittadini sovietici, tutto questo non avvenne. La crescita c'era sempre ma, lentamente, impercettibilmente ed inesorabilmente, diminuiva. Le "riforme" di Kosygin del 1965 hanno provato a conferire più autonomia decisionale ai manager industriali ma, oramai, c'era ben poco da fare. La crescita nel piano quinquennale del 1966-70 era stata di un miserrimo 0,5% (e questo secondo le statistiche ufficiali!). Le notizie sulla vasta insurrezione operaia in Polonia nel 1970, spinsero i pianificatori sovietici a prevedere, per la prima volta, nel piano quinquennale del 1971-1975, una crescita della produzione di beni di consumo superiore a quella relativa ai beni strumentali ma, oramai, era troppo tardi. Dalla stagnazione l'economia sovietica non si riprese più, tranne forse, un piccolo guizzo nella seconda metà degli anni '80, ma la perestrojka pagò questo colpo di coda con il collasso definitivo. Dopo le mazzate degli anni '60, l''URSS riuscì, comunque, ancora a tirare avanti grazie anche alle enormi iniezioni di valuta pregiata dovute alla possibilità (fortuitamente concretizzatasi all'inizio degli anni '70) di esportare petrolio e diamanti in quantità enormi, ed a prezzi elevati, ma, oramai, all'imminenza del paradiso socialista non credevano più neppure i capi. La crisi dell'astronautica americana è incominciata già subito dopo il progetto Apollo. Adesso sono alla frutta ma anche prima, non è che stessero tanto bene. Veramente possiamo paragonare quello che è stato fatto nel trentennio 1975-2005 a quello che è stato fatto nel ventennio 1955-1975? Mancanza di motivazioni politiche, rendimenti marginali decrescenti, scarsa ricaduta tecnologica erano già presenti, in qualche forma, nella seconda metà degli anni '70. Poi la fine della guerra fredda e la crisi economica hanno messo il sigillo sulla pietra tombale.
Sostanzialmente, i sovietici avevano tutte le carte in regole per vincere la guerra allo spazio, ma i fondi dell'URSS, col tempo, cominciarono ad essere sempre più utilizzati nel campo della ricerca militare e nell'industria bellica, e ciò giocò a favore degli USA. Inoltre, la storia la scrivono i vinti: noi del mondo occidentale, in particolar modo, siamo stati portati a pensare che gli USA fossero i più forti e i più bravi, magari c'è ancora, in qualche parte nella Russia, chi crede ancora che la corsa allo spazio sia stata vinta dai sovietici
Da ignorante in materia ho sempre pensato ad uno scarso interesse dei sovietici per la Luna. O meglio, al contrario, un'eccessivo valore propagandistico assegnato dagli americani all'allunaggio. Il programma spaziale sovietico era più variegato, tanto che dopo aver "perso la corsa spaziale" continuarono ad ottenere qualche primato (ad esempio la stazione spaziale MIR, diretta antenata della ISS).
Quella di Enok è una bella domanda: la sfida lunare fu reale o gli USA la proclamarono, corsero e vinsero da soli?