Cassazione: "Via Rasella fu atto di guerra"

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da cyberdisc, 8 Agosto 2007.

  1. cyberdisc

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  2. stciaram

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    ...Io giudico incredibile, da qualunque punto di vista che ci siano ancora "reati di opinione" relativi al giudizio storico sulla seconda guerra mondiale. Non solo in italia si pensi alla condanna di Irving in inghilterra (ed il suo arresto in austria). Per non parlare delle leggi contro i "negazionisti" in francia e germania. Se c'è gente che dice minchiate non vedo perchè debba essere la magistrautra a fissare cosa si può dire e cosa no. Se io dicessi che la rivoluzione del 1792 è stata fatta dagli extraterrestri, meriterei la galera o sanzioni, o addirittura il licenziamento dall'università? Se le idee devono essere irrigimentate dalla magistratura siamo in una democrazia? Negli USA il partito nazista e comunista sono legali, esiste la chiesa di satana, ogni giorno si inventano nuove teorie complottiste (molte delle quali diffamanti contro l'amministrazione della casa bianca) e nessuno si sognerebbe mai di poter porre un freno alla libertà di opinione in senso assoluto... meditate gente meditate
     
  3. Caronte

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    un conto è il reato di opinione , un altro è la diffamazione.
    Io posso dire che Mussolini non ha mai ucciso nessuno anche se questo non concorda con la visione comune e non venire arrestato,ma se dico che i partigiani furono oggettivamente responsabili di un crimine lancio un accusa precisa. Se questa non viene giudicata consistente è diffamazione come se io accussassi il mio vicino di casa di furto e si scoprisse che non è vero.
    Per la parte sui reati di opinione sono d'accordo con Stciaram.
     
  4. Adraeth

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    Si deve comunque dire che la sentenza della Cassazione (che dovrebbe essere comunque letta nella sua integrità e non solo nella massima); segue la linea marcata dalla stessa Suprema Corte in riferimento alla diffamazione a mezzo stampa.

    Al giornalista si chiedono dei requisiti di oggettività e continenza che magari in quegli articoli de IL GIORNALE erano mancati perchè scritti sull'onda di una opinione.

    Non credo che la Cassazione abbia fatto un discorso di "reato di opionione", soprattutto su fatti inerenti a tali reati; lo dico per esperienza personale dato che sto lavorando ad una causa inerenti al periodo e a fatti simili.
     
  5. ange2222

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    Ricordo bene quella campagna mediatica sull'attentato di via Rasella,
    a prescindere dalle considerazioni politiche, tutto puntava sul fatto che l'attacco ai tedeschi non fosse un'azione di guerra, quindi fosse un atto criminale.

    Non riuscivo a comprendere quel ragionamento, mi sembrava ovvio che un attacco ad una unità militare, anche di seconda linea, anche disarmata, cosa che non era (in caso la responsabilità della carenza di armi andava cercata presso i comandi tedeschi) fosse un atto di guerra.
     
  6. S.P.Q.R.

    S.P.Q.R.

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    ahahahah in Italia abbiamo ancora dei giornalisti?
    Non me n'ero accorto.......al massimo li posso definire giornalai.
    Se ce ne sono si contano sulle dita di una mano e credo che siano quasi tutti indipendenti.

    Boh io non me ne intendo di giornalisti e giornali, ma credo che il compito del giornalista fosse quello di:

    Trovare la notizia o scoprirla (in Italia la inventano)
    Verificarla (ahahahahahhaahhahahahahaha)
    Diffonderla (e basta, non ricamarci sopra così il pezzo è interessante o infarcirla di opinioni del giornalaio, redattore, direttore o tagliare dei pezzi perchè magari non vendono bene).

    In Italia è questo quello che succede........purtroppo.
    A parte qualche rarissimo caso. Ma è 1 articolo ogni 1000 quindi statisticamente rientra nell'"errore", insomma si sono sbagliati e gli esce un articolo fatto bene.

    Detto ciò, in Italia abbiamo 2 grossi problemi, anzi 3.

    1) Il papa
    2) La facciata che và mantenuta a ogni costo
    3) Alla gente non interessa la verità, ma vuol sentire quello che gli piace.

    Da qui nasce il mito dell' "Italiano brava gente" sopratutto relativo alla WWII.

    E' più facile per politi e anche per la gente sentirsi dire, che noi poveri italiani pacifisti, siamo stati trascinati in guerra da quei bruti di tedeschi mangiacrauti, ma che per fortuna ci siamo ravveduti nel 43. E poi dopotutto i soldati italiani si sono comportati sempre bene, durante l'occupazione della Jugoslavia, della Grecia, della Libia etc.......

    quando qualcosa è troppo grossa per nasconderla e andrebbe contro il mito del Bravo Italiano, allora sparisce completamente dai libri di storia, vedi Abissinia.........

    Se chiedi a qualcuno vagamente si ricorda della Libia, nessuno sà della Guerriglia Libica e della seguente repressione di Graziani........quei pochi che sanno dell'Etiopia.....sanno giusto giusto che l'abbiamo conquistata (cosa tra l'altro da dimostrare....visto che non venne mai occupata interamente e pacificata).

    Insomma delle stragi fatte dagli italiani in grecia, in jugoslavia, spagna, etiopia e libia la parola d'ordine è TACERE.

    La magistratura dopotutto non fà nient'altro che assecondare questa tendenza.

    I politici sono contenti così non devono fare i conti con la storia, i giornalai ci ricamano e gli italiani sono contenti.

    ciao
     
  7. Gatto rognoso

    Gatto rognoso

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    Eh già.. sicuramente :asd: Speriamo che si tratti di mera ignoranza.. Metti che se no scatti il reato di diffamazione sarebbe da ridere.. :asd:
    Che poi l'importante è l'educazione del popolino, no..?
    Mi viene in mente quella sentenza della magistratura argentina riguardo alla morte "strana" di un parente di Evita, se non erro, il quale era morto "sicuramente" suicida perchè quella era la tipologia nei casi di suicidio visti nei film statunitensi :asd:

    Allora buttiamone giù qualcuna.. Tra l'altro non finirò mai di stupirmi di fronte alla sicurezza di certa gente per cui, la verità, può stare solo da una parte...


    A riguardo dei "Dableiber"
    [...]La riserva umana "di schiatta tedesca" alla quale Himmler e Hofer poterono attingere risultò inoltre d'un tratto aumentata del 20% quando vi furono aggiunti anche quanti avevano optato per l'italia o si erano astenuti dall'opzione. I due ne approfittarono pescando a piene mani. Fin dall'autunno del '43 fu costituito il battaglione di polizia "Bozen".
    In questo reggimento furono in seguito inquadrati anche parecchi Dableiber dei contingenti man mano chiamati alle armi oppure figli di Dableiber sudtirolesi che erano già stati congedati dall'esercito italiano. [...] Molti - e fra di loro non pochi optanti per l'italia - furono arruolati d'autorità nelle formazioni combattenti delle SS.
    [...]Nel 1944 la loro denominazione cambiò: Non furono più soltanto "polizia", ma "polizia SS". Gli arruolati in questi reggimenti non portavano tuttavia l'uniforme delle SS, nè avevano le rune delle SS sui risvolti delle giubbe. Alla fine questi reggimenti di polizia furono 4, più alcune unità di riserva (della consistenza di reggimenti o battaglioni). Vi furono inquadrati gli optanti per la germania delle classi più anziane e tutti quegli optanti per l'italia che risultarono man mano chiamati alle armi. La percentuale degli optanti per l'italia fu in certe unità pari e anche superiore all'80%.
    [...]Il compito principale assegnato a questi reggimenti fu quello di garantire la sicurezza nelle retrovie; anche nelle azioni antipartigiane operarono per lo più in seconda o terza linea.
    Un battaglione del reggimento di polizia "Bozen" fu dislocato a Roma, ed era composto quasi esclusivamente di optanti per l'italia, ovvero di "filo-austriaci" ai quali il prefetto italiano Mastromattei aveva attribuito sentimenti di "ostilità pregiudiziale e irriducibile contro il nazismo".
    [...]Il Vaticano si diede da fare perchè a roma fosse attribuito lo status di città "aperta"; senonchè, contrariamente ad una opinione molto diffusa, Roma non era una città aperta nel marzo del '44. Nella metropoli c'erano diverse unità militari tedesche, così come uffici delle SS e del SD ai quali i Gruppi di azione patriottica (GAP) rendevano la vita difficile.
    I poliziotti di Bolzano provvedevano alla sorveglianza degli edifici dell'EIAR, nonchè di vari uffici italiani e tedeschi. Una formazione del battaglione "Bozen" transitava ogni giorno a passo di marcia, diretta al poligono di tiro... [...] ecc. ecc.
    KLAUS GATTERER.

    Il resto è storia nota... (forse).




    Sempre citando Gatterer ci sarebbe da denunciare anche "L'Osservatore" :asd:

    [...]La stampa fascista lodò "l'esemplare giustizia tedesca". "L'osservatore romano" vaticano rimproverò i "colpevoli", ovvero gli autori dell'attentato di via Rasella, poichè non avevano ubbidito a un presunto invito dei tedeschi a costituirsi (invito che in realtà non fu mai ufficialmente comunicato o reso noto in qualche altro modo), e addossò quindi a loro la responsabilità dell'uccisione degli ostaggi.

    In un memorandum presentato alla Conferenza della Pace, il Governo italiano rivoltò successivamente l'accaduto nel modo più perfido:
    "Unità di questo reggimento (Bozen) furono impiegate anche a Roma (...). Fu un'unità di questo reggimento 'Bozen' che diede luogo alla sfrenata rappresaglia contro 320 ostaggi civili trucidati alle Fosse Ardeatine".

    [...]E' vero invece che i 33 sudtirolesi morti a causa dell'attentato furono vittime anche loro, alla stessa stregua dei 335 ostaggi successivamente fucilati.
    Ed è altrettanto vero che secondo un'usanza in vigore nelle forze germaniche, l'esecuzione degli ostaggi sarebbe dovuta avvenire da parte dell'unità colpita, e cioè del battaglione Bozen. Il comandante del battaglione, maggiore Helmuth Dobrick, ricevette in effetti l'ordine di procedere in tal senso. Senonchè si rifiutò di ubbidire - come dichiarò Kesselring in occasione del processo - "poichè i suoi uomini erano cattolici e per di più delle classi più anziane, i quali non sarebbero riusciti a imporsi di eseguire l'ordine".
    [...] "allora il generale Maltzer si rivolse al colonnello Hauser perchè mettesse a disposizione un reparto di soldati (...), tuttavia anche Hauser si rifiutò di provvedere (...). Vale la pena di sottolineare che in occasione di quella rappresaglia (...) ci furono due uomini che si rifiutarono di eseguire l'ordine".
     
  8. ange2222

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    questo lo avevo letto anch'io,
    e non è l'unico caso che ho trovato leggiucchiando qua e la di soldati o di ufficiali tedeschi che si rifutarono di prendere parte a esecuzioni, nella maggioranza dei casi questi uomini non furono puniti.

    Questo è parecchio importante, significa che:
    A) nelle forze armate tedesche non tutti erano bestie (so che è ovvio, però a volte questo sfugge)
    B) quelli che si comportarono da bestie non lo fecero per paura di essere puniti, ma perché ritenevano corretto il proprio comportamento.
     
  9. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Scusate ma il fatto che quelli della Bozen fossero austriaci, tirolesi, longobardi o indonesiani che c'entra? Erano un unità combattente o no? Erano occupanti o no? I partigiani erano da considerarsi combattenti o no? Le vittime civili furono casuali?

    Se la risposta alle 3 domande è si allora è stata un'azione di guerra. O no?

    Riguardo al reato d'opinione, non c'entra con questo caso. Qui è diffamazione, perché si lanciano pubblicamente (un giornale letto da migliaia di persone) accuse precise contro alcune persone o i loro discendenti senza preoccuparsi di cercare prove. La diffamazione è punita dalla legge. Punto.
     
  10. stciaram

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    Si, ma scusa è diffamazione domandarsi quale ratio avesse una bomba in una grande metropoli che fino ad allora era stata immune da attentati alle truppe tedesche, sapendo che vi sarebbe stata una rappresaglia? E' diffamazione che qualcuno valuti correttamente, che simile metodologie erano state studiate applicate proprio con lo scopo di alienare ogni simpatia per l'occupante? Che il terrorismo come metodo viene applicato in larga scala proprio nella guerra partigiana? Che tutto ciò si sia fatto sulla pelle di centinaia di persone con conseguenze anche successive (ricordo il linciaggio scientemente organizzato ed effettuato dai comunisti durante il procecesso del direttore del carcere di rebibbia che si era invece adoperato per salvare più gente possibile). In realtà si dovrebbe uscire dalle logiche fideistiche, ed analizzare fatti che ormai sono di più di 60 anni fà con maggiore serenità e distacco
     
  11. pak

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    Non sarebbe logico fare una cosa del genere perchè non si terrebbe conto del "clima" che si viveva in quel periodo. Le tue sono asserzioni giustissime e comprensibilissime, ma, purtroppo in quel periodo l'odio per la parte avversa pregiudicava l'imparzialità e l'equilibrio.
    Per un direttore di Rebibbia linciato ingiustamente, chissa quanti innocenti torturati dalla "banda Koch".
     
  12. ange2222

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    io sono sereno e distaccato,
    attaccare un'unità militare nemica è un atto di guerra.
    Se hai cannoni, mortai obici puoi usare quelli, se non li hai usi quello che hai, quindi una bomba può andare bene.
     
  13. pak

    pak

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    Quoto in pieno.
    Illegitta è stata la reazione scatenata, contro i civili (fosse Ardeatine)
    Illegittima e orribile è stata la deportazione di migliaia di ebrei del ghetto di Roma.
    Il drammatico in tutto questo è che un quotidiano di infima qualità si sia pure fatto pubblicità!:mad: :mad:
     
  14. Adraeth

    Adraeth

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    Infatti il mio intervento era chiaro sul punto, un conto è chiedersi quindi dare una opinione affermando che "ci possono essere motivi che fanno ritenere che.... ma sono cose che dobbiamo verificare e bla bla..."

    se il tenore dell'articolo fosse stato di certezza assoluta e di condanna aperta, si comprende la diffamazione.
     
  15. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Il Giornale non ha detto: poteva esssere fatto in un altro modo. ha detto che hanno attaccato soldati disarmati, forse italiani, in una zona non di guerra, uccidendo nove civili, quindi i responsabili delle fosse ardeatine non sono i Tedeschi,poverini, ma i partigiani.

    Quoto a mia volta ange. Se non hai cannoni, aerei e carri armati combatti con le bombe.

    Come la guerriglia irachena: quelli che attaccano i convogli USA e fanno esplodere le bombe quando passa un carroarmato in una strada fuori città sono guerriglieri, non terroristi. Fa comodo chiamarli terroristi perché così gli metti contro tutti quelli che non capiscono la differenza.

    E' come dire che la guerriglia è una tattica da codardi: cosa dovrebbero fare? Attaccare in campo aperto i tank americani armati di AK e RPG? Quanti secondi ci metterebbe l'aviazione a spazzarli via prima ancora che arrivino i tank?

    Ognuno combatte con quello che ha. Se però per ammazzare 3 soldati fai esplodere una bomba che falcia 20 civili allora non sei un guerrigliero. Sei un pazzo omicida assetato di sangue.
     
  16. ange2222

    ange2222

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    qualcuno li chiamerebbe "danni collaterali"
     
  17. generalkleber

    generalkleber

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    Credo che occorra distinguere tra l'aspetto giuridico e quello storico dellaquestione. L'aspetto giuridico riguarda il "chi ha ragione" in una lite e trasformare un momento di guerra in una lite mi pare singolare. E' da rammentare che, a proposito del Tribunale di Norimberga sui crimini di guerra e contro l'umanità dei tedeschi, Benedetto Croce non esitò a parlare di ipocrisia (mi fece leggere la pagina il mio prof di filosofia, che era l'ultimo degli stalinisti dichiarati). Sono i vincitori che giudicano i vinti e non i buoni che giudicano i cattivi. Poiché, però, l'opinione pubblica ha bisogno di sentirsi dalla parte dei buoni allora ai politici occorre trovare dei cattivi. Il che nonsignifica che i cattivi non siano tali: significa che i cattivi che perdono sono giudicati perché perdenti e non perché cattivi.
    Veniamo a via Rasella. Ho scarsissima simpatia per gli attentatori. Devo però ammettere che quello, nel contesto, fu un atto di guerra. Non perchémirava a colpire dei tedeschi (sarebbe banale) ma perché aveva un obiettivo politico: scatenare una reazione tedesca (prevista) cui avrebbe fatto seguito una contro reazione morale della popolazione. Che i singoli attentatori sapessero ciò allora è irrilevante (sarebbe come chiedere se il pilota che ha sganciato la bomba su Hiroshima sapeva cosa stava facendo: irrilevante. L'importante era che sapesse pilotare e sganciare): la logica dell'attentato era questa. Ed oggi la possiamo ricostruire. Un atto che rientrava, dunque, tra i mezzi per condizionare la guerra e dunque un atto di guerra. Pare poco cavalleresco ma anche bombardare le città lo è. Posto l'obiettivo di cacciare i tedeschi, lo strumento è legittimo (poco cavalleresco, lo ripeto, ma legittimo).
    Sul piano storico le cose sono andate così. Ora, oggi, possiamo questionare se gli attentatori erano dei criminali (non dal punto di vista morale ma giuridico: se violavano qualche norma) ma mi pare davvero un'ipocrisia. Così come prendersela con qualche 90enne oggi inoffensivo. Dovremmo liberarci dell'idea che sia la magistratura a definire il vero e lasciarle solo (e quando serve!) il compito di valutare le leggi violate, che è cosa ben diversa.
     
  18. Caronte

    Caronte

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    No,ma è diffamazione dire che i partigiani sono colpevoli di avere ucciso i civili alle fosse Ardeatine.
    Poi che la bomba come atto di guerra fosse poco utile o dannoso se ne può anche discutere,ma non puoi aumentare il numero di morti civili per fare scalpore e dire che sono gli altri a mentire. Questa è diffamazione.
     
  19. Gatto rognoso

    Gatto rognoso

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    AMEN! La banalità di certi giochetti nemmeno meriterebbe di essere commentata..
     
  20. balena

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    Mi complimento per la qualità degli inteventi.
    Pareri diiversi ma tutti molto interessanti.

    Però non capisco....

    Per violare un legge serve uno stato di diritto che sancisca le regole, determini i mezzi di giudizio, stabilsca delle pene.

    di "Quali" leggi devo verificare il rispetto, "CHI" determina il giudizio, "QUALI" sono le pene, anche solo morali ???

    La legge dei "vincitori" ??
    troppo semplicistico.
    Oggi, giustamente, onoriamo i patrioti partigiani che allora erano banditi disertori ... .... bastava cambiare prospettiva... ....

    Scusate l'off topic: mi ricordo di aver visto in TV un documentario della liberazione di Firenze dei partigiani che anticiparono l'entrata in città degli alleati. Probabilmente il servizio era degli anni 80. Il testimone oculare racconto degli scontri che durarono poche ore e che i tedeschi, in riepiegamento sui passi appennini, si limitarono a lasciare qualche centinaia di cecchini appostati. Il testimone dichiaro "che ne stanammo piu di cento e li fucilammo tutti sul posto".

    Lo so. ai cecchini fu spesso riservata questa sorte: la "legge" della guerra lo impone. ma "questo e' un atto di guerra" e Via rasella No???

    Eppo chi sta violando la legge, questi partigiani o i comandi tedeschi che per rallentare l'avanzata distrussero tutti i ponti ma salvarano Ponte vecchio?

    Le leggi morali ??

    Io credo che la cosa piu difficile oggi sia capire il clima in cui si "visse"
    nel 1944 e 1945. Fu un odio viscerale e profondo. La morale era morta. Dio volle che vinsero i meno immorali..... Pensate per un attimo a cosa accade in Ciociaria: l'unico ordine Francese ancora oggi segretato di tutta la guerra e' quello con cui si incaricava le truppe Marocchine di montagna di effettuare l'attacco alle posizioni tedesche..... probabilmente lasciando, secondo usanze tribali (che sono pur sempre leggi), per 3 giorni il bottino di guerra alla selvaggia furia del sopravissuti (le perdite marocchine in quegli assalti furono enormi).
    uccidere civili, struprare centinaia di donne, bruciare case, ammazzare bestiame domestico senza l'ombra di un soldato nemico nei pressi fu un atto di guerra??? Gli ufficiali francesi cosa stavano facendo per tre lunghi giorni ???? Perche nessuno li processo'?

    l'inappellabilita dei fatti???

    Ricordo come con le stesse tecniche di cui oggi si parla di Via rasella si tento di adossare ai GAP anche la strage di S,Anna di stazzema "in quanto nonostante i volantini appesi in piazza" i partigiani
    a) non abbandonarono l'attività in quella zona
    (ma e' credibile fermare le proprie azioni per una minaccia appesa ai muri di una chiesa??)
    b) Non si opposero al massacro (Come se i partigiani avessero avuto la forza di attaccare le centinaia di SS che salivano in appennino....).

    Eppure i rapporti dei carabinieri sulla strage di quei giorni riportano nella solennità dei verbali i nomi e cognome delle guide fascite che portarono le SS a S'anna. I quali dichiararano di essere stati costretti a farlo rilasciati e mai piu processati....
    Evidentemente portare oltre 400 SS armate fino ai denti in un paese dove non si cono nemici, no e' un crimine. Le diattribe di oggi se questi Italiani non inquadrati nelle SS aprirono il fuoco o meno mi sembrano inutili eppure sparare ai civili inermi e bruciare i cadaveri e' un crimine enorme per la legge ....


    Non ci trovo colpevoli od innocenti, vedo soltanto vittime e carnefici ... ...
     

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