Appena finito il libro di Beevor su Creta. Non so che dire: il primo libro che lessi di questo autore fu Stalingrado e lo apprezzai moltissimo. Poi tutti gli altri a seguire, Berlino, sullo sbarco in Normandia, la Guerra di Spagna, e ora Creta, sono stati una delusione. Ad ogni modo, per quanto riguarda il periodo dei combattimenti, a parte la citazione delle due torpediniere ("Caccia leggeri") in difesa dei convogli di velieri con gli alpini tedeschi, per gli Italiani parla solo a proposito dell'"inutile" sbarco a Sitia, che sarebbe stata una zona ormai esclusa dalla lotta. Beevor attribuisce lo sbarco al "solito comportamento di Mussolini", che vuole partecipare alla vittoria ma non vuole nè vittime nè rischiare sconfitte. Ora, a me risulta che lo sbarco italiano avvenne su pressante richiesta tedesca (nel momento massimo della crisi a terra) dopo che la collaborazione italiana era stata inizialmente esclusa da Goering. Richiesta formulata il 26 maggio, quando ormai gli Inglesi avevano deciso la ritirata ma la situazione sul terreno risultava ancora confusa per i comandi tedeschi in loco. Sbarco che avvenne in tempi rapidissimi, già il 28 maggio (il che tra l'altro lascia pensare: Mussolini o chi per lui aveva pensato bene di tenersi all'ertà?). Sbarco "inutile" nel senso di privo di opposizione militare ma certo non deciso "a cose fatte" solo per il gusto di mostrare bandiera. Senza contare che, sul piano dei rischi, con la marina inglese ancora largamente in giro, la possibilità di un incontro non era minore di quelle accadute alle due TP del 21 e 22. Insomma, capisco che per uo storico (cioè di chi racconta i fatti) lo sbarco italiano possa apparire "inutile" ma, mi chiedo, perché enfatizzare la pochezza di Mussolini e insistere sull'arbitrio di una impresa che invece aveva un senso ben diverso essendo il risultato di una richiesta pressante germanica? Mi sembra continui in Beevor il tradizionale pregiudizio anti-italiano dei militari britannici
Anch'io ho notato il disinteresse di Beevor per la "campana" di parte italiana e il suo apice viene senza alcun dubbio raggiunto ne "La gurra civile spagnola". Per quanto riguarda la partecipazione italiana alla battaglia di Creta tenderei a credere che in Egeo qualcuno avesse pensato ad intervenire ben prima del 26, visto che viene riportata anche un'esercitazione di sbarco anfibio a Rodi in quei giorni a cui parteciparono tutti i reparti che vennero poi impiegati per l'operazione Creta, e che questi comprendevano anche reparti che erano di stanza su altre isole del Dodecaneso. La descizione degli avvenimenti a Creta però, almeno in parte, giustificherebbero il disinteresse britannico, visto che il corpo di spedizione italiano ebbe molta fortuna (l'eterogenea flottiglia che trasportava il corpo di spedizione non venne avvistata dagli aerei nemici e passò in anticipo nel canale di Caso rispetto a quanto previsto evitando così lo scontro con un gruppo navale britannico forte di vari incrociatori che avrebbe tranquillamente annientato la forza da sbarco) e da quel che leggo non ebbe neanche un morto e gli unici avversari che incontrò furono i gendarmi greci della località in cui avvenne lo sbarco trovati dai nostri esploratori all'interno di un fosso nascosti sotto delle fascine e che scoperti uscirono con le mani in alto. Il racconto poi della marcia di trasferimento di 60 km (in 3 giorni) verso il punto di incontro con i tedeschi ha più del tragicomico che dell'epico.