La ‘Blitzkrieg’ … non è mai esistita … !

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da rob.bragg, 20 Dicembre 2013.

  1. rob.bragg

    rob.bragg

    Registrato:
    1 Settembre 2009
    Messaggi:
    3.043
    Ratings:
    +937
    La ‘Blitzkrieg’ … non è mai esistita … !

    Nel settembre 1939 l’esercito tedesco travolse la Polonia. Nell’aprile 1940 occupò la Norvegia. In maggio, passando attraverso le Ardenne, ma anche invadendo Olanda e Belgio, sbaragliò l’armata francese (da molti ritenuta, allora, la migliore al mondo) ed il BEF. L’impressione che questi eventi suscitò sull’opinione pubblica e sui governi dell’epoca fu immensa, anche per il naturale confronto con la fresca memoria delle carneficine della Grande Guerra.

    Come era possibile che forze armate tra le migliori al mondo, vittoriose contro lo stesso nemico solo vent’anni prima, potessero essere state travolte con una simile facilità e velocità, da un esercito che solo SEI anni prima contava 100.000 uomini e non possedeva (a causa delle limitazioni imposte dal Trattato di Versailles) nessuna arma moderna, nessun carro armato, né artiglieria pesante, né aerei da combattimento ?

    La prima spiegazione che venne data a quegli eventi, da politici insigni (Churchill, Reynaud) e storici dell’epoca, fu che le forze armate tedesche avessero – quasi subitaneamente – introdotto cambiamenti radicali nella organizzazione e condotta della guerra ed in particolare :

    a) un approccio assolutamente rivoluzionario alle operazioni, che si basava sullo sfruttamento delle più recenti tecnologie in termini di meccanizzazione, forze corazzate ed aeree, per ottenere una velocità di esecuzione che demoralizzava e distruggeva gli avversari;

    b) un insieme di dottrine coerenti ed altrettanto innovative e rivoluzionarie, introdotte dall’Alto Comando germanico e perfettamente acquisite da truppe meravigliosamente addestrate;

    c) una Wehrmacht organizzata ed equipaggiata in modo assolutamente perfetto, allo stato-dell’arte e meticolosamente preparata alla guerra, da ‘lunghi anni’ di riarmo massivo.

    Immediatamente dopo la fine della II GM, due famosissimi storici militari britannici, Sir Basil Liddel-Hart e J.F.C.Fuller, che negli anni ’30 avevano perorato la causa di una svolta epocale nell’organizzazione e nella condotta della guerra meccanizzata, scrissero :

    << … the German High Command had recognised the new theory of high-speed warfare, and was willing t ogive it a trial … >> e sulla Battaglia di Francia <<one of history’s most striking examples of a decisive effect of a new idea, carried out by a dynamic execution …>>(B.Liddel-Hart , History of the Second World War)

    <<The tactical policy of Germany was based on the offensive, and designed to overcome the linear defensive of her opponent by means of the attack of paralysation. Her Army was fashioned into an armour-headed battering-ram which, under the cover of fighter and dive-bombers … could break through its enemies …>> (J.F.C.Fuller; Decisive Battles).

    E così, durante e immediatamente dopo il conflitto, una nuova forma di guerra era nata nelle menti degli storici e dell’opinione pubblica, anche per razionalizzare le ragioni delle immani sconfitte iniziali (o, nel caso di Liddel-Hart e Fuller, per rivendicare la fondatezza delle loro idee pre-belliche, non riconosciuta in patria). E a questa nuova forma di warfare venne assegnato un nome : BLITZKRIEG !

    - - -

    Blitzkrieg è una parola inevitabilmente collegabile alla lingua tedesca ed ormai universalmente legata alla Wehrmacht e alla storia della seconda guerra mondiale. Ma la Blitzkrieg è un mito, creato ed usato per ‘giustificare’ (storicamente parlando) una disfatta e privo di quasi ogni significato, a partire da quello semantico.

    L’etimologia della parola ‘Blitzkrieg’ è molto interessante : sebbene sia una parola tedesca, non era una espressione tedesca. Nei manuali militari germanici, prima e durante la guerra, quell’espressione non esiste, nel modo più assoluto; ed è raramente utilizzata perfino nelle memorie postbelliche dei generali tedeschi.

    Il termine venne ‘inventato’ da Time Magazine, il 28 settembre 1939, che parlando degli avvenimenti in Polonia : <<a war of quick penetration and oblitaration – Blitzkrieg – lightning war>>. Il neologismo ebbe un immediato e clamoroso successo.

    Rauschning, in ‘Hitler Speaks’ (Londra 1939) racconta che il Führer, udita la nuova parola per la prima volta, pensò che fosse un’invenzione ‘dei giornalisti di Mussolini’ (!) … Guderian, dopo la guerra, scrisse : <<As a result of the success of our rapid campaign … our enemies coined the word ‘Blitzkrieg’>>

    Il successo della definizione fu tale che ben presto evolse da puro termine descrittivo di eventi ad un concetto strategico complessivo, inclusivo di significati operazionali e tattici, che, da allora, si è trascinato nel tempo, accompagnato dalla falsa immagine di una Wehrmacht potentissima, magnificamente organizzata, addestrata ed equipaggiata, e, soprattutto, assolutamente pronta, grazie ad un processo di riarmamento dalle proporzioni incredibili, per la guerra e, più di tutto, per quel nuovo tipo di guerra !

    Un insieme di luoghi comuni, purtroppo largamente accettati, che ha portato ad enormi distorsioni nella comprensione di ciò che realmente avvenne nel 1939-41 ed, ovviamente, come logica conseguenza, anche nel secondo periodo del conflitto mondiale.

    <<Nothing, however, could be further from the truth. The outbreak of a general war in 1939 took the German military leaders by surprise; the Army that marched triumphantly into Poland was one constituted not for war but for peace, and had still to be reorganised into a well-equipped, well-trained instrument of aggression. More years of tranquillity were required for the expansion of the period 1933-1939 to be transformed from a purely numerical factor into a qualitative basis for military endeavour. Hitler’s war abruptly interrupted this progression …>> (M.Cooper, The German Army 1933-45)

    Dovrebbe essere abbastanza logico ed ovvio che la situazione fosse esattamente come Cooper la descrive : nessun esercito, nella storia, è mai stato organizzato, praticamente quasi da zero, in soli sei anni, per diventare una macchina bellica rivoluzionaria ed invincibile … Gli studi effettuati da decine di storici, dal 1970 in poi, hanno dimostrato come la Wehrmacht avesse, nel 1939, carenze incredibili sotto ogni aspetto : dall’organizzazione, ai materiali, all’addestramento, alle scorte di munizioni.

    Ma quindi, come poterono i tedeschi ottenere quelle incredibili vittorie ?

    Grazie alla combinazione spettacolarmente, ed anche inaspettatamente, per gli stessi tedeschi (basti ricordare le paure e le ansie dello stesso Hitler, dopo lo sfondamento della Mosa, o a Dunquerque … vicende che dovrebbero essere inquadrate e contestualizzate in una situazione storica ben differente da quella della vulgata per essere comprese), vincente di due fattori.

    - - -

    In primo luogo un insieme di dottrine militari che risalivano ai tempi di Moltke (e che a loro volta si ispiravano attraverso le riforme di Scharnhorst e Gneisenau e gli scritti di Clausewitz, agli insegnamenti di Federico il Grande e alla rivoluzione militare introdotta da Napoleone Bonaparte), che si basavano essenzialmente sui concetti tattici di velocità, mobilità, profondità e de-centralizzazione delle funzioni di comando (Auftragstaktik) ed a livello operazionale / strategico su quello, napoleonico e clausewitziano, di ‘Vernichtungsgedanke’ (la guerra / campagna di – veloce – annichilimento del nemico); dottrine che erano state forzatamente abbandonate nei primi anni della Grande Guerra come conseguenza della terribile ed del tutto inaspettata esperienza della guerra di trincea, ma che erano state riprese (già nel 1917/18) e progressivamente migliorate, senza mai nessun tipo di ‘rivoluzione’, ma solo con un continuo affinamento delle tattiche, per adeguarsi alle circostanze e tecnologie belliche mutevoli. Quelle dottrine e quei principi che avevano portato la Germania vicina alla vittoria nel 1914 e forse anche nel 1918, nonostante gli incredibili errori politici e strategici.

    Negli anni ’30 questo processo era stato ripreso, in modo quasi naturale, attraverso un acceso dibattito interno ed anche spesso con molte contraddizioni, scontri e diatribe (che videro coinvolti, di volta in volta, i vari Seeckt, Beck, Blomberg, Brauchitsch, Guderian, oltre ovviamente ad Hitler), ma sempre con un forte accento alle lezioni (tremendamente) apprese nella Grande Guerra e all’utilizzo (come Moltke aveva insegnato) di tutti gli strumenti e le tecnologie emergenti, che potessero meglio valorizzare quegli ‘antichi principi’ fondanti.

    <<On the question of tactics, ‘Die Truppenfürung’ [edizioni del 1930 e 1933 - ndr] was a brilliant exposition of modern principles, and drew sound lessons from German’s terrible experience in the 1914-18 War. … Initiative, decisive manoeuvre and envelopment were the keynotes of the German tactical doctrine and the success in the war years was to prove it immeasurably superior to the methods of its enemies>> (M.Cooper, The German Army 1933-45)

    Quelle dottrine, sicuramente superiori e più coerenti di quelle degli avversari, non erano però nulla di totalmente rivoluzionario, ma solo il proseguimento logico e storico di teorie e principi militari che venivano da lontano; e rappresentavano, come detto, la corretta interpretazione delle vicende della Grande Guerra, che avevano traumatizzato gli Alti Comandi Germanici e che gli stessi volevano in ogni modo evitare potessero ripetersi.

    La fanteria rimaneva, per necessità prima ancora che per tradizione, il cuore e la massa dell’esercito; ed era una fanteria necessariamente appiedata. La Germania non aveva le risorse economiche, industriale e comunque non avrebbe avuto il tempo, entro il fatidico 1939, per una migliore motorizzazione / meccanizzazione delle proprie forze armate.

    Le nuove formazioni, corazzate, meccanizzate e motorizzate, create in numero limitato e con mezzi, in parte, necessariamente, inadeguati, nei pochissimi anni dello sviluppo pre-bellico, rappresentavano solo lo strumento per facilitare l’infiltrazione e la penetrazione in profondità (concetti legati alle ‘Stosstruppen’ del 1917-18, ma applicati con strumenti totalmente nuovi), lasciando alla massa delle divisioni di fanteria appiedata e con artiglieria ippo-trainata il compito fondamentale dell’aggiramento e dell’accerchiamento definitivo dell’avversario e quindi della conclusione della battaglia di annichilimento (‘Vernichtungsschlacht’) e della campagna.

    Il 'quadro reale' era ben differente da quello dipinto dalla 'Blitzkrieg' immaginata da un avversario scosso dalle drammatiche sconfitte ...

    - - -

    Infatti, una parte fondamentale nelle vittorie tedesche la ebbe l’incredibile debolezza ed impreparazione degli avversari; una impreparazione di tali proporzioni da mascherare le innumerevoli deficienze della Wehrmacht e da esaltarne oltre misura le capacità militari.

    Forse, mai nella storia moderna dell’Europa, le ‘grandi potenze’ erano state così impreparate, sotto ogni punto di vista (anche morale) per una guerra su grande scala … Qui giace il segreto di tutta la seconda guerra mondiale : delle incredibili vittorie tedesche dei primi due anni, della quasi inverosimile capacità di reggere il confronto contro il mondo intero per altri quattro, in una guerra totale come mai si era prima vista, e delle terribili e cocenti, ininterrotte, sconfitte a partire dalla fine del 1943, quando il nemico non era più così impreparato e le leggi della strategia e dei grandi numeri ebbero, naturalmente, il sopravvento …

    ...

    :)
     
    Ultima modifica: 20 Dicembre 2013
  2. Armilio

    Armilio

    Registrato:
    18 Settembre 2007
    Messaggi:
    6.034
    Località:
    Hinterland di Milano
    Ratings:
    +173
    Giusta smitizzazione di molti miti.

    Però mbeh, mi verrebbe da dire che la preparatezza o l'impreparatezza è prima di tutto una cosa relativa. :asd:

    Alla fine erano passati solo 20 anni dalla Grande Guerra e 10 dalla Grande Crisi, ed il fatto che i tedeschi fossero più preparati degli altri è quello che conta; poi che avessero dei problemi è vero, così come che le forze tipiche della blitzkrieg erano poche punte di lancia. Possiamo vedere la WW2 come una guerra in una Europa in difficoltà (prima di tutto politica e sociale), al contrario dell'Europa dominatrice del mondo e al suo massimo splendore di inizio WW1.

    Forse in futuro vedranno la seconda guerra mondiale come un semplice secondo atto dei conflitti iniziati con la prima, un po' come guardiamo ora la guerra dei trent'anni o dei cent'anni. In questo senso, la Germania ha recuperato prima di altri. Poi giustamente come dici te, quando anche gli altri hanno avuto la giusta preparazione sia industriale che militare, i tedeschi sono finiti sulla difensiva, per la forza dei numeri.
     
  3. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

    Registrato:
    6 Febbraio 2009
    Messaggi:
    3.319
    Località:
    Padova e Udine
    Ratings:
    +328
    Forse però i tedeschi hanno anche il merito di avere intuito le potenzialità dell'arma aerea sul campo di battaglia. Dopo le sfavillanti vittorie del '39 ciò che incuteva più timore non era il Panzer, ma lo Stuka.
     
    • Agree Agree x 1
  4. Iscandar

    Iscandar

    Registrato:
    23 Novembre 2012
    Messaggi:
    1.263
    Località:
    Palermo
    Ratings:
    +283
    credo che sia portato anche dal pensiero di alcuni personaggi, vedo i comandati militari francesi di quel periodo un arteroscerizzati sulle loro idee, e con la classica puzza sotto il naso pensare: "questi unni li abbiamo battiti una volta e li batteremo sempre" e quando gli unni gli hanno assestato un cazzoto in pieno muso sono stramazzati al suolo.

    PS
    Rob a quando un analisi di chi ha vinto la prima guerra mondiale tra gli alleati di allora.
     
    • Like Like x 1
  5. GyJeX

    GyJeX

    Registrato:
    6 Dicembre 2005
    Messaggi:
    32.807
    Località:
    santu sezzidu in dommo
    Ratings:
    +10.244
    Quando hanno avuto carta bianca, anche i comandanti francesi hanno detto la loro, esaurito il colpo di falce i tedeschi hanno visto moltiplicarsi le loro perdite trovandosi di fronte soldati motivati, difesa in profondità e artiglieria impiegata, finalmente, con criterio. Attraversare l'aisne è stato un massacro...
     
  6. Iscandar

    Iscandar

    Registrato:
    23 Novembre 2012
    Messaggi:
    1.263
    Località:
    Palermo
    Ratings:
    +283
    Certo che i francesi che non impiegavano l'artiglieria bene era un controsenso colossale, loro che hanno avuto il padre dell'artiglieria in prima linea.
     

Condividi questa Pagina