La Terza Guerra Mondiale

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da GeorgePatton, 15 Settembre 2016.

  1. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    Non si tratta di un nuovo gioco, ma di un piccolo progetto che ho ideato durante i mesi estivi, mentre mi riposavo all'ombra del castagno nel giardino di casa.
    Il periodo della Guerra Fredda mi ha sempre affascinato. Probabilmente perché ci sono cresciuto. Mi chiedo spesso come sarebbe potutta andare. E così ho pensato che avrei potuto ricreare i possibili avvenimenti basandomi su alcuni giochi (soprattutto strategici), di cui sono in possesso e, grazie soprattutto agli scenari creati dagli utenti, descrivere cronologicamente i combattimenti, tramite un AAR congiunto tra i vari giochi.
    Non so bene dove mi porterà questa idea. Non ho intenzione di spenderci ore ed ore a ritmo sostenuto, ma, di tanto in tanto, mi piacerebbe portarlo avanti.
    I giochi di cui intendo servirmi sono, innanzitutto, CMANO per la parte aeronavale. Poi, per la guerra terrestre a livello strategico in Europa, utilizzerò Danube Front, della HPS Simulation, con una mod ambientata nel 1989, tramite la quale entrambi gli schieramenti dispongono di armamenti più sofisticati.
    Per i combattimenti terrestri a livello tattico mi servirò principalmente di Flashpoint Campaign Red Storm, ma anche di TOAW III. Poi, chissà, magari qualche scontro con SPMBT potrebbe anche scapparci, così come qualche scenario al buon vecchio Harpoon.
    Non so ancora bene come coniugare il progredire della guerra tra i vari giochi ma, vista l'esistenza di dozzine di scenari che vanno a coprire un po' tutte le vare possibilità, sono sicuro di poter trovare quello che fa al caso mio.
    Se poi a qualcuno verrà qualche idea da poter utilizzare, non esiti ad esporla.
     
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  2. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    Intanto ecco la descrizione degli avvenimenti che hanno portato alla Terza Guerra Mondiale. E' poco originale lo so, ma, in fondo, si tratta di un dettaglio marginale.

    The Road to War

    Per decenni le forze armate della NATO e del Patto di Varsavia si sono fronteggiate lungo la Cortina di Ferro in quella che è stata soprannominata Guerra Fredda. Tra momenti di relativa calma e di altissima tensione, gli opposti schieramenti si sono addestrati e preparati per affrontare una guerra che, si sperava, non sarebbe mai arrivata.

    Ma quando, nel 1985, in Unione Sovietica venne nominato Mikhail Gorbaciov alla testa del Soviet Supremo, si innescarono degli eventi che portarono il mondo direttamente sull’orlo del baratro di un’altra guerra. Gorbaciov, incontrando il favore del mondo occidentale, volle portare avanti importanti cambiamenti che non furono però ben accetti, soprattutto, tra le alte fila delle forze armate e dell’establishment politico sovietico, tra i quali si diffuse un profondo malcontento e disprezzo per il segretario generale del partito comunista sovietico.

    Gli scontenti erano soprattutto impauriti dal fatto che alcuni paesi del Patto di Varsavia, come ad esempio l’Ungheria, chiedessero maggior autonomia ed ulteriori riforme. Se, come sembrava sarebbe successo, Gorbaciov gliele avesse concesse, questo non avrebbe fatto altro che rafforzare le speranze e le aspirazioni di indipendenza di altri paesi membri del Patto e, addirittura, di alcune tra le repubbliche dell’Unione Sovietica stessa, come le tre repubbliche baltiche.

    Questo malcontento portò ad un colpo di stato che vide coinvolti numerosi alti ufficiali e politici, i quali si assicurarono che Gorbaciov ed i suoi più fidati collaboratori venissero tolti di mezzo. Il loro piano prevedeva che il presidente dell’URSS rimanesse ucciso nello schianto dell’aereo presidenziale, abbattuto da un missile terra-aria.

    L’aereo sui cui viaggiava Gorbaciov venne così abbattuto il 5 giugno 1989 da due SAM lanciati da truppe speciali attentamente selezionate, mentre si apprestava ad atterrare all’aeroporto di Kiev, durante un viaggio di routine nella capitale ucraina.

    I golpisti e tutto l’apparato mediatico sovietico accusarono la NATO, e, in particolare, gli Stati Uniti, di aver organizzato l’attentato, presentando addirittura prove materiali che confermavano le loro affermazioni, come il ritrovamento di un tubo lanciamissili SAM del tipo Stinger e di frammenti di tale missile nei pressi del luogo del disastro.

    Nonostante la secca smentita di Washington e degli altri paesi membri della NATO, che si dichiararono estranei ai fatti, il nuovo governo insediatosi a Mosca continuò a sostenere le accuse, affermando di considerare l’attentato come un atto di guerra.

    L’escalation proseguì e il 7 giugno i golpisti, alla cui testa fu eletto il maresciallo Dimitri Jazov, già comandante in capo delle forze armate dell’URSS, ordinarono a tutte le forze armate di entrare in uno stato di preallarme generale per far fronte ad un possibile attacco da parte della NATO.

    La tensione continuò a salire vertiginosamente, ma a Bruxelles, sede del comando NATO, non ci si rese pienamente conto di ciò che stava per succedere. I servizi di informazione occidentali fallirono miseramente nel loro compito di interpretare tutte le informazioni che provenivano da oltre cortina, sia a livello SIGINT che HUMINT. Di conseguenza gli eserciti NATO rimasero allo stato di allerta minimo. Ovvero le unità normalmente schierate avevano assunto uno stato di allerta più elevato, ma nessuna chiamata alle armi era stata fatta e nessun’altra unità era uscita dalle rispettive caserme.

    Il giorno 8 Mosca imparti alle unità navali della Flotta del Nord di prepararsi a partire la sera del giorno seguente. Nessuna unità navale doveva però salpare prima delle 21, per evitare di mettere eccessivamente in allarme il comando NATO, in quanto questo avrebbe eliminato il fattore sorpresa, elemento indispensabile per il successo dell’attacco delle forze armate del Patto di Varsavia in Europa. Queste ultime si stavano ammassando e si stavano preparando a lanciare la loro offensiva, mascherando i loro movimenti con presunte esercitazioni.

    Ma l’aumento di attività nei dintorni ed all’interno delle basi navali sovietiche nella penisola di Kola e nel Baltico venne infine notato dai servizi di informazione occidentali. Ci si rese infatti conto che una grande quantità di approvvigionamenti venivano caricati a bordo delle unità navali sovietiche.

    Nel tardo pomeriggio del 9 giugno i satelliti spia americani rilevarono un notevole aumento della temperatura nei locali caldaie di quasi tutte le unità navali all’ancora nella penisola di Kola. Era un segnale inequivocabile che si preparavano a partire. Un’uscita così massiccia della Flotta del Nord senza che fosse stata preventivamente segnalata un’esercitazione, (pratica normale ai tempi della Guerra Fredda),poteva significare una sola cosa e cioè che l’Unione Sovietica intendeva scatenare una guerra.

    Immediatamente furono poste in stato di massima allerta tutte le forze armate della NATO e fu chiamata la mobilitazione generale.
    Ma, ed è davvero incredibile, la NATO si era fatta sorprendere. Quando, la mattina seguente, le forze del Patto di Varsavia dettero inizio all’operazione
    Krasnyy Rassvet (ovvero Alba Rossa), gli eserciti della NATO necessitavano di almeno altre 48 ore per completare gli schieramenti delle proprie forze, attentamente preparate e studiate da decenni.

    Le unità sul campo, in netta inferiorità numerica di fronte all’orda comunista, avrebbero dovuto reggere l’incredibile forza d’urto delle masse corazzate nemiche fino all’arrivo dei rinforzi.
     
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  3. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    10 giugno 1989

    Germania – 04.00-06.00

    Poco dopo le 04.00 decine di aerei da trasporto appartenenti alle aviazioni del Patto di Varsavia (WP) penetrano nello spazio aereo NATO e lanciano centinaia di paracadutisti appartenenti alla 6. Brigata aviotrasportata polacca, lanciati sullo Jutland, ed alla 76. Divisione aviotrasportata sovietica, che atterrano in forze nella regione a sud-est di Braunschweig. Sono inoltre numerose le unità di Spetsnaz che vengono paracadutate singolarmente, con il compito di sabotare ed assaltare punti chiave, posti di comando e comunicazione NATO.
    I velivoli da trasporto sono preceduti da dozzine di aerei da combattimento, che si lanciano all’attacco di aeroporti, postazioni antiaeree e radar del Patto Atlantico. Sui cieli della Germania si scatena una furibonda lotta. Decine sono i velivoli che precipitano, da una parte e dall’altra.
    Contemporaneamente entrano in azione dozzine di gruppi infiltrati dormienti, residenti da anni nella Germania Occidentale. Anche a loro sono assegnati compiti di sabotaggio, come stazioni e tratte ferroviarie, stazioni di telecomunicazione ed anche installazioni militari.
    Contemporaneamente l’artiglieria delle forze del Patto di Varsavia (WP) apre il fuoco. Una pioggia di proiettili si abbatte oltre cortina per oltre un’ora, al termine della quale le avanguardie iniziano ad avanzare.
    Il grosso delle forze NATO è ancora lontano dal confine tra BRD e DDR. Alcune unità da ricognizione prendono però contatto con le unità del Patto di Varsavia che sono in procinto di attraversare la Cortina di Ferro in numerosi punti, dopo che sono state portate a termine le operazioni di sminamento.

    Nord

    A Lubecca la 17. Brigata Panzergrenadier tedesca si scontra con unità dell'esercito della Germania Orientale, penetrate quasi fino in centro città.
    Altre penetrazioni si registrano a sud di Molln, dove unità della 9. Divisione Panzer della DDR raggiungono il canale Elba-Lubecca, presidiato da una compagnia di Leopard della 16. PzG Brigade della BRD.
    Anche la cittadina di Lauenburg, appena un po' più a sud, è già teatro di combattimenti. Avanguardie della 21. Divisione motorizzata sovietica si scontrano con elementi della 16. PzG Brigade.
    Una sessantina di chilometri più a sud, la 35. Divisione motorizzata URSS tenta lo sfondamento delle linee tenute dalla 11. BRD PzG Division e dalla 1. BRD Pz Division, nella zona delle cittadine di Wittingen e Bodenteich.
    Nella zona di competenza della BAOR ,la 76. Divisione aviotrasportata sovietica cerca di favorire l'avanzata della 10. Divisione corazzata sovietica

    Centro

    Nel settore del V Corpo d'Armata USA, nel Fulda Gap, la 27. e la 39. Divisione Motorizzata sovietiche oltrepassano la Cortina di Ferro ma si scontrano subito con le agili unità dei reggimenti di cavalleria corazzata americani.
    Più a sud il VII Corpo USA prende contatto con unità corazzate della DDR a nord ed a est della città di Hof.

    Sud

    La notizia più drammatica proviene da Plattling, una cittadina sul lato occidentale del Danubio. Qui vengono segnalate alcune unità motorizzate sovietiche che sono riuscite quindi ad oltrepassare il grande fiume. Non è chiaro, al momento, se si tratta di unità aviotrasportate o meno.

    Norvegia

    Contemporaneamente all’avanzata in Germania Occidentale, le forze sovietiche lanciano un attacco contro la Norvegia.
    Le prime ad essere colpite e messe fuori uso sono le installazioni radar e di sorveglianza elettronica della Norvegia Settentrionale.
    A questi attacchi fanno seguito quelli contro le basi aeree di Banak, Everness, Andoya e Bardufoss.
    Si registrano anche i primi scontri sulle acque del Mare di Barents tra unità leggere norvegesi e sovietiche. Risultano affondate sette corvette per parte.
    L’esercito sovietico inizia la sua avanzata nella zona di Eveness e Kirkeness, spingendosi verso ovest. Dal Mare, invece, 2 LCAC classe Zubr sbarcano truppe e veicoli blindati appartenenti al 317. Battaglione della fanteria di marina nei pressi di Mehamn, un’ottantina di chilometri ad est di Capo Nord.
    Vengono lanciati anche paracadutisti della 36. Brigata da Assalto Aereo Indipendente nei pressi del villaggio di Vadso e dell’omonimo aeroporto.
     
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  4. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    Ore 06.45

    La base NATO di Keflavik, in Islanda, è oggetto di un pesante attacco aereo missilistico portato da bombardieri sovietici decollati da aeroporti della penisola di Kola.
    Si contano almeno 36 missili aria-terra del tipo Kh-22 (NATO AS-4 Kitchen), lanciati da bombardieri del tipo Tu-22M Backfire, appoggiati da Tu-16 per la guerra elettronica che causano parecchi problemi al sistema di difesa aerea dell'isola.
    Vengono abbattuti 27 missili da parte dei SAM Patriot ed Hawk, ma 9 riescono a passare, colpendo la base aerea e provocando svariati danni, soprattutto alle piste, che vengono temporaneamente chiuse, a parte una. Le truppe del genio si mettono subito al lavoro ma i rinforzi destinati all'isola non possono giungere a destinazione e vengono dirottati in Scozia. Questo preoccupa molto il comando NATO, in quanto la segnalazione che la flotta sovietica sembra essere salpata in forze dai porti della penisola di Kola, potrebbe far pensare ad un'imminente operazione anfibia contro l'Islanda.
    La situazione viene monitorata, in quanto la flotta sovietica potrebbe anche essere destinata a sbarchi nella Norvegia Settentrionale.
     
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  5. DistruttoreLegio

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    per un attimo ho pensato parlassi qui: http://www.netwargamingitalia.net/forum/threads/possibilità-di-una-guerra-nucleare.29467/ e me la sono fatta addosso ...


    ti leggo avidamente ...
     

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