LA PRIMA CAMPAGNA DELL' IMPERATORE 1805-1806 10 mesi dopo la sua incoronazione imperiale, Napoleone deve affrontare la terza coalizione antifrancese, composta da Inghilterra, Austria e Russia. Già in agosto l' esercito francese schierato a Boulogne, impossibilitato a sbarcare in Inghilterra in seguito alle disfatte navali franco-spagnole, viene destinato al fronte danubiano per contrastare l' offensiva austro-russa. Napoleone e le sue truppe giungono sul Reno a metà settembre e il 1 ottobre la Grand Armeè è in posizione, pronto a passare all' azione. Il primo obbiettivo dell' imperatore è impossessarsi della città di Ulma, di li marciare su Monaco e poi puntare a Vienna. Le truppe in Italia hanno il compito di trattenere il più possibile le truppe dell' arciduca Carlo e impedire che queste possano giungere sul Danubio. Fase 1: La manovra di Ulma 1-20 ottobre 1805 La disposizione dei corpi della Grande Armata il 1 ottobre 1805 Il corpo bavarese di Deroy, forte di 27.500 uomini, si trova a Norimberga. Bernadotte e Marmont, per un totale di 45.700 uomini si trovano a Wurzburg, Davout invece, con 21.500 uomini è a Mannheim. Soult, con 27.400 uomini si trova a Landau, nel Palatinato, Murat e Ney forti di 44.900 uomini stanziano a Baden-Baden. Napoleone infine, unite le sue truppe con Lannes, si trova a Strasburgo, quartier generale della campagna, con 41.100 uomini. Restano infine le guarnigioni di Strasburgo, di Stoccarda e di Friburgo, per un totale di circa 50.000 uomini, sopratutto alleati del Baden e del Wurtemberg. Disposizione delle truppe dell' Armata d' Italia il 1 ottobre 1805 L' armata d' Italia invece, per un totale di 78.500 uomini, è divisa in due: i corpi di Massena e Gouvion-Saint-Cyr, forti di 73.800 uomini di stanza a Verona, e la riserva guidata da Partouneaux, forte di 4.700 uomini, di stanza a Torino. Il loro compito è semplice: cercare di conquistare Mantova e magari Venezia e bloccare sul Po l' armata d' Italia austriaca, guidata dall' arciduca Carlo. Le manovre francesi dell' ottobre 1805 Napoleone stilò il seguente piano per l' offensiva: lui e Lannes dovevano scendere a Basilea, varcare il Reno, giungere a Friburgo e di li marciare su Ulma. I corpi di Murat-Ney, Soult e Davout, riunitisi a Stoccarda, dovevano avanzare su Ulma da nord mentre Deroy e Marmont-Bernadotte, riunite le forze ad Ansbach, dovevano marciare su Ulma da nord est. Conquistata la città tutti i corpi sarebbero poi avanzati verso Monaco attraverso Augusta. Mentre in Germania i francesi lentamente cominciano le manovre per raggiungere i rispettivi obiettivi, in Italia le forze di Massena incorrono nella prima pensate sconfitta presso Mantova il 6 ottobre, perdendo ben 49.900 uomini su 87.000, infliggendo agli austriaci 24.500 morti su una forza totale di 106.500 uomini. Ritiratisi a Verona i francesi cercano di ottenere rinforzi, invano. Mentre i corpi francesi in Germania raggiungono i primi obbiettivi di Stoccarda, Friburgo e Ansbach il 17 ottobre in Italia Massena viene nuovamente pesantemente sconfitto presso Mantova subendo altri 28.500 uomini sui 42.100 a sua disposizione. Gli austriaci perdono 19.200 uomini su 111.700. Il giorno dopo, 18 ottobre, i francesi guidati da Napoleone e forti di 200.400 uomini sbaragliano 104.800 austriaci guidati da Mack sotto le mura di Ulma, perdendo 11.000 uomini e infliggendone 33.600 ai nemici. Ulma cade il 20 ottobre dopo un' assedio simbolico. La prima fase dell' offensiva si è conclusa in tempo di record, e vittoriosamente. Ora Napoleone può minacciare Monaco mentre gli austriaci si ritirano.
Fase 2: Disastro sul Po, trionfi sul Danubio 20 ottobre - 10 dicembre 1805 Mentre i francesi entrano in Ulma, in Italia la riserva guidata da Partoneaux giunge sotto le mura di Mantova, pensando di potersi unire alle truppe di Massena, e trovandosi invece davanti 91.900 austro-russi. Naturalmente i francesi sono sbaragliati perdendo 5.800 uomini contro 1.250 austriaci. I superstiti si ritirano verso Parma e Piacenza. Le manovre francesi e austriache nell' ottobre 1805 Sul Danubio intanto la Grande Armata, forte di 218.900 uomini, lasciata ad Ulma una guarnigione di 18.000 uomini, varca il fiume e nel pomeriggio del 21 ottobre, presso Ravensburg spazza via l' esercito superstite di Mack, forte di 25.200 uomini e si apre la via verso la Baviera. Il 3 novembre Massena, con i 13.500 uomini rimastigli, tenta di prendere Mantova di sorpresa, ma gli austriaci lo attendono a nord della città e gli infliggono un' altra brutta sconfitta sottraendogli 1.850 uomini perdendone 1.860. Agli austriaci, forti ancora di 106.300 uomini sono ormai padroni della pianura padana orientale e si preparano a marciare verso ovest puntando a Milano e Torino. Il giorno dopo, 4 novembre, la Grande Armata raggiunge Ratisbona. Un corpo di 78.900 uomini sbaraglia presso la città 21.00 austriaci perdendo 500 uomini e infliggendone 5.600 ai nemici. Le cattive notizie dall' Italia però rendono cupe le vittorie sul Danubio. Il 10 novembre Massena perde, presso Verona, altri 3.900 dei suoi 10.000 uomini. Tentando la ritirata, il giorno dopo, viene nuovamente sconfitto vicino a Desenzano perdendo altri 2.500 uomini. L' armata d' Italia ormai conta solo 4.000 uomini. Nel frattempo a nord, i vari corpi della Grande Armata raggiungono Ratisbona. Il maltempo impedisce però una rapida marcia e la conquista di Monaco deve essere rimandata di almeno altri 10 giorni. Il 18 novembre Massena, asserragliato in Peschiera, perde altri 1.200 uomini mentre i 77.200 austriaci perdono 600 uomini. Finalmente il generale riesce a sganciarsi dalla pressione nemica e muovere verso Brescia, Bergamo e Milano. Il 1 dicembre la Grande Armata, forte di 159.700 uomini giunge sotto le mura di Monaco. 45.250 austro-russo difendono la città e i francesi si buttano nella mischia. Alla fine della giornata sono vittoriosi pur se con gravi perdite. 13.000 francesi sono morti contro 29.200 austro-russi. La città viene posta sotto assedio il giorno dopo e l'8 dicembre viene dato l' assalto. Dopo 2 giorni di lotta accanita Monaco viene presa. Sono morti 622 francesi contro 11.200 austriaci. I 700 superstiti si ritirano verso Vienna. Passavia viene presa il 10 dicembre. La seconda fase è conclusa. L' Italia è persa, ma l' obbiettivo primario è ora a portata di mano.