http://www.repubblica.it/scuola/2010/11/10/news/dottorandi_nel_caos-8959626/ "Si accentuerà la tendenza dell'Italia a divenire solo un mercato, senza una posizione realmente competitiva nel campo scientifico e tecnologico nell'Unione Europea. Paradossalmente, in questa situazione, i ricercatori formati nelle università italiane contribuiscono al declino dell'Italia stessa, creando nuova conoscenza e attirando capitale nel nuovo paese dove sono emigrati e dove riescono ad applicare con successo la loro formazione". Il resto del mondo sentitamente ringrazia." che tristezza
e anche delle baronie e "sistemi" universitari che sfruttano i ricercatori "in nero" e del più totale disinteresse per i giovani da tutti i partiti che contano. Non serve dire "andate agli istituti tecnici" per uscire dalla crisi, bisogna ugualmente ripristinare la serietà nei Licei, non di riformarli ergo meno scempiaggini di corsi sperimentali e più ore alle materie basate sulla conoscenza dell'Italia ( Storia,Geografia,Letteratura italiana ) e sulla capacità di usare la testa ( Latino e Greco ) e meno Inglese che comunque sarà sempre insegnato male e imparato controvoglia e senza veri docenti madre-lingua. Non puoi pretendere di avere ragazzi bilingui fin dal liceo se non ne hanno voglia oppure la imparano da altri canali come musica,tv,internet ?
sempre sul tema università http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002014.html http://www.lavoce.info/articoli/-scuola_universita/pagina1001958.html
In verità è la centralità data dall'Italia al Greco e al Latino che ci fa rimanere indietro rispetto agli altri paesi europei.
invece secondo me è un bene continuare ad insegnare latino e greco, mica dobbiamo fare la gara in europa a chi è il ragazzo incolto e privo di capacità di ragionare...tanto l'Inglese lo si impara se lo si vuole davvero altrimenti soldi buttati.
non credo sia un problema di latino e greco. Vivo in Scozia da poco piu' di un anno e mezzo ed ho amici italiani che insegnano qui alla Glasgow University, per lo piu' ingegnieria, due sono di Napoli come me e degli studenti di qua me ne dicono di tutti i colori ed affermano che la nostra scuola ed universita' sono molto piu' difficili. Io stesso ho parlato con alcuni amici scozzesi e mi hanno sconvolto per la mancanza di conoscenze che avevano in tutti i campi appena usciti dalle scuole superiori, in campo filosofico e' come dire che per loro neanche esiste la filosofia, il latino ed il greco credo siano visti come Pompei, rovine da vedere a pagamento o anche espedienti per bei film thriller ed horror, ma anche le conoscenze scientifiche non e' che stavano molto meglio e qui cadono tutte le idee che si ha di un mondo anglosassone piu' prammatico, e, per ultimo, una tale scarsita' di cognizioni geografiche che mi meraviglio come facciano a tornare persino a casa la sera quando escono. Ora non so se la scuola italiana rispetto a quando l'ho fatta io e' cambiata, io ho 33 anni, quindi non stiamo parlando dell'eta' della pietra, ma dal punto di vista formativo non posso dire che abbia fallito, poi il problema dell'utilita' della conoscenza appresa riferita al mondo del lavoro e' un altro discorso.
infatti le scuole anglosassoni tranne qualche eccezione sfornano ragazzi rimbambiti, non a caso ora negli USA stanno affannosamente cercando di recuperare sopratutto in matematica e fisica dove i cinesi e gli indiani primeggiano... tempo fa si diceva che la scuola italiana era fra le migliori in Europa, c'era bisogno di distruggerla a colpi di folli riforme ? rivoglio la vecchia Scuola Gentile !
Parlando con diversi stranieri, ho notato che uno dei grossi limiti nei dottorati in Italia, oltre al lato economico e di sbocco professionale, è la dispersione del lavoro. Lo scopo di un dottorato di ricerca sarebbe quello di portare avanti UN progetto di ricerca della durata di 3 anni, producendo in teoria una grossa mole di dati e articoli da pubblicare (utili anche per le graduatorie nei futuri concorsi). Spesso e volentieri invece i dottorandi devono accolarsi una parte di lavoro amministrativo, assistenza agli esami, devono lavorare sui progetti con le aziende perchè portano soldi all'università, occuparsi dei tesisti al posto del professore, fare manuntenzione ai macchinari utilizzati...... Tutti compiti "utili" e "formativi",ma che tolgono tempo e risorse a quello che dovrebbe essere il compito principale del ricercatore. In altre università spesso c'è del personale deputato esclusivamente a questi compiti (solitamente un amministrativo e un tecnico/analista) condiviso da più laboratori e che permettono di snellire il lavoro. Riguardo al lato economico basta fare questo esempio: un mio amico è in Spagana a fare un master di 4 mesi e l'università si è impegnata per dargli un contratto part-time come assistente di un professore per mantenersi, gli garantisce il posto per le ore di praticantato necessarie e stanno già prospettandogli l'assunzione a tempo indeterminato al termine del praticantato. In Italia la prassi per un borsista ricercatore, quindi un tizio con contratto a progetto di 6 mesi con 1000 euro al mese e senza contributi e senza prospettive ulteriori se non un contratto simile, deve accollarsi almeno 2/3 mesi i lavoro gratis (media di 10/11 ore al giorno maledicendo Brunetta ogni volta che apre bocca) per dimostrare la sua buona volontà e con il rischio sempre presente di vedersi sorpassare all'ultimo momento dalla figlia del capo dipartimento.
Non vorrei essere il solito. Ma non è nemmeno un paese per Imprenditori onesti e per Operai onesti,credetemi. Io sono stato prima operaio,poi imprenditore e poi operaio. Ho visto i lati della medaglia,ho fatto (scusate se uso sempre l'Imperiale Majestatis..) dei bei soldini da imprenditore poi polverizzati,non sono a debito nè di IVA nè di IRPEF e mi sono tolto 2 anni di INPS per pagare i dipendenti. Non sono un santo,semplicemente speravo potesse girare e quindi recuperare poi ciò che non pagavo,ma ahimè non è andata cosi'.Amen. Comunque NON è colpa della CLASSE attuale,seghe che siete,perchè nel 1998? o nel 2001? o nel 2005? chi c'era?sempre LUI secondo voi? Mia mamma che è commercialista ve lo potrebbe DIRE e PROVARE come certe cose siano andate in MEGLIO con tremonti.ma non è di questo che si discute (però SMETTETELA di tirare per la giacchetta sempre sto governo avete rotto.) ma purtroppo della MENTALITA' che sta dietro i "Dottorandi" Pensate a un tecnico manutentore: credete che faccia..SOLO un lavoro manuale? sapete quanto deve PENSARE per sistemare caldaie,impianti,collegamenti e POI farsi il mazzo in manualità? E quindi un Dottore laureato seduto sulla poltrona pensa..ma QUANTO fa poi in manualità? Il pezzo di carta è sorpassato ma è in ITALIA che cè sto mito del lavoro statale o con il pezzo di carta. Amici miei della Svezia mi hanno detto l'anno scorso che a loro fa un pò venire in mente il loro Stato,50 ANNI fa quando un laureato VOLEVA essere chiamato e si firmava SEMPRE "DOTTORE". Ora per fortuna sono quasi TUTTI laureati..e è caduta finalmente quella protervia,tipica italica,del titolo.. Andate in cantiere,Architetti..e provate a decidere come fare un poggiolo: il muratore PENSA e LO FA con le "Codi di rondine" a U:.l'architetto che non sa ancora una mazza,mette ferri dritti e pensa cha vada bene cosi',. Questa pappardella per farvi un pochino capire,che se siete anche Dottoroni..poi vi ridono alla grande dietro,e buon pro vi faccia se VERAMENTE ve ne fregate. Ma chi sta seduto..e non fa,non fa punto. Quindi: non è nemmeno un paese per operai,se è per quello,credetemi. E' TUTTA la mentalità pseudo comunista e pseudo Democristiana che ha polverizzato il "fare" Ma rimane l'apparire: il titolino in calce al documento,se poi pensate che vi stimeranno per quello..accomodatevi pure.
Si,ma il tecnico manutentore non ti ripara anche i muri e se l'eletrovalvola dell'impianto di riscaldamento si rompe te ne monta una nuova, invece di ripararla. Si tratta di specializzazione del compito o di fancazzismo del manutentore? Io pure riesco a riparare alcuni pezzi del mio impianto,ma devo fare i conti di quanto tempo mi costa farlo e quanto pagare uno che lo faccia per me. peccato che spesso e volentieri il muratore non ti chiuda il filo elettrico scoperto e si limiti a schiacciarlo nella terra col tacco della scarpa, ti fori gli impianti predisposti perchè non controlla o si dimentichi di tirare un filo PRIMA di chiudere il muro. Il problema è che il muratore PENSA sempre a fregare chi gli sta di fronte convinto di essere l'unico che FA e, quando viene beccato in castagna, fa la scenata dell'offeso contro l'arrogante che vuole insegnarli il mestiere, anche se il DOTTORE di fronte a lui faceva il suo mestiere prima di lui. PS @ Astorre: sai vero che dottorando e dottore non sono la stessa cosa?
lasciando stare i discorsi senza senso di astorre, italia ha un sistema universitario su misura al suo ruolo di ottava potenza industriale, anzi è anche migliore di molti paesi che vengono prima di lei...solo che in italia non abbiamo punti di eccellenza ma questa viene spalmata in tutte le università, cosi che la media rimane uguale ma ne risente la contrazione e questo non ci da modo di avere atenei nelle prime posizioni mondiali. Questo se vogliamo dirla tutta questo è retaggio degli ideali del 68' che poi ha datto vita al sistema italiano di finanziamento alle università i metodi di assunzione del professori ecc... Non si può avere la botte piene e la moglie ubriaca, se si vuole eccellenza universitaria si deve passare a un sistema universitario classista come è nei paesi anglosassoni e francia, anche se classista non è la parola giusta, meglio meritocratico, cioè i migliori vanno nelle università migliori, i medi vanno nelle università medie e gli scarsi vanno nelle università scarse...a vuoi decidere quale è il sistema migliore, io sinceramente preferisco il modello anglosassone ma è questione di mentalità, ecco.
C'è caso e caso, per esempio all'Ansaldo e dintorni, ho un compagno di corso che lavorava per una ditta che eseguiva lavori in appalto, ci sono stati tecnici che mandavano loro avanti le macchine utensili perchè gli ingegneri non capivano il codice di programmazione (!), e altri ingegneri che si sporcavano loro le mani a far funzionare una macchina utensile (era una fresa conica a scalino, mi sembra) perchè lavorava male e nessuno ci capiva niente. Questo discorso, anche se in un idioma comprensibile, lo fece ai tempi anche il comunista per bene Carlo Levi. Non sa una mazza un corno, qui da me la laurea non te la tirano dietro, se non sai le cose gli esami di Analisi Matematica, Meccanica Razionale, Scienza delle Costruzioni (quelli in comune con ingegneria) non li passi, e se non li passi non ti laurei. C'è una selezione da parte dei professori e una competizione fortissima fra le matricole, che non te la immagini neanche. Non comprendo che significa. Sarebbe un incentivo per andare a lavorare? Ce ne danno già uno al giorno, che toglie la possibile futura concorrenza di torno. Tanti smettono di studiare perchè in questo modo guadagnano di più e prima, così quelli che rimangono o non hanno voglia di fare indipendentemente dal cosa fare, oppure sono persone con realmente l'interesse per la materia, o per qualcosa di attinente al corso di studi su cui faranno la tesi di laurea e prenderanno 110 e lode (speriamo...).
Non hai tutti i torti: per certi lavori, considerati troppo "poco blasonati", manodopera non c'é. Sono figure professionali specializzate che però non necessitano di una laurea. Gli italiani preferiscono continuare a studiare piuttosto che andare a lavorare su una linea con frese, torni ecc ecc. Altro caso: medicina è in cronico sovrannumero, di infermieri c'é una carenza spaventosa. Va anche detto che noi sforniamo meno laureati del resto d'europa (tantissimi smettono prima e vanno a fare lavori per cui una laurea non serve) e, in genere, i nostri laureati sono peggio pagati che altrove, ma qui il problema è diffuso a tutti il lavoro dipendente, un dipendente costa all'azienda circa il DOPPIO del suo stipendio lordo, in germania (non nel Burundi) un lavoratore costa meno all'azienda di uno italiano, e a fine mese, in busta, riceve di più. E' vero pure che in questo Berlusconi non c'entra... Ciao.
Morfeo, datti una calmata. Certe uscite evitale, grazie. Non sei il depositario della verità, e altri possono avere divergenti dalle tue. Considerati avvisato. Fin qui, d'accordo. Non vedo tutta questa meritocrazia nel sistema anglosassone (ero più d'accordo con classismo), è vero che ci sono le borse di studio che mitigano un po', ma le università eccellenti, negli USA, sono rivolte solo ai ceti medio alti. Non ti iscrivi ad Harward se sei nato ad Harlem e le famiglie hanno piani di risparmio fin da quando i figli sono piccoli per accumulare una ricchezza sufficiente per far studiare i figli. E' poi verissimo che le università (e i college) più blasonati (e care) degli USA sono eccellenti e garantiscono redditi medio alti a chi le frequenta... Ciao.
Uè, pirletta. Va' che il primo a tirare in mezzo berluska sei stato tu Dal discorso poi altro che operaio/imprenditore/operaio, non ti darei più di 14 anni. Sicuro che a forza di manualità non ti sei dimenticato una cosa intellettuale come lo scrivere bene?
Più che altro è colpa dell'attuale classe imprenditoriale specialmente alla voce straordinari non pagati/dati fuori busta. può sembrare che non centri nulla, però alla lunga sono sempre meno tasse incassate dal governo e più evasione. a spese sempre dell'anello debole della catena. personalmente se voglio continuare a portare a casa lo stipendio DEVO lavorare almeno 500 ore in più l'anno. o così o "assume" qualche extracomunitario in nero (assume... vabbè) che gliene fa, per la metà dei miei soldi, il doppio. senza mutua, ferie e cazzi&mazzi. Però purtroppo uno può anche alzare la voce, ma quando vivi da solo, e ogni tanto vuoi anche mangiare, devi adeguarti e cercare altro, che in questo periodo vuol dire restare dove sei e fare silenzio visto che almeno in liguria NON c'è più mercato del lavoro. e poi ci lamentiamo che i giovani non hanno voglia di lavorare?
Sul non pagati ok. Sul pagati fuori busta, l'evasione è anche e sopratutto del dipendente... Come il non fare le fatture, è vero che evade l'artigiano/professionista, ma spesso e volentieri il cliente è il primo a chiederlo... Un saluto
ma il 70% degli studenti della Ivy league americani si paga li studi con le borse di studio, l'altro 30% sicuramente non fa fatica ad accedere ai prestiti persso le banche visto che se esci da una di quelle università, lo sanno bene che potrai restituirla la percentuale di figli di papà è abbastanza esegua e comunque marginale e magari dovuta all'accesso a scuole superiori migliori di quelle degli altri...comunque forse quello che fai notare tu è più accentuato negli atei medi dove naturalmente questa distanza si vede di più. Comunque più che al sistema americano guarderai a quello inglese, gli nonostante essendo tutte pubbliche e quindi la retta abbordabile per quasi tutti le università migliori effettuano una dura selezione che li porta a selezionare solo i migliori