Nella seconda metà del 2020, con la situazione in Libia ben lontana dall'essere stabilizzata, la crisi migratoria metteva a serio rischio la tenuta del governo italiano. La crisi migratoria, oramai non più sostenibile con la semplice chiusura dei porti, aveva assunto proporzioni catastrofiche, che rischiavano di destabilizzare la Tunisia anche peggio della Libia, essa stessa ancora alle prese con una guerra civile di cui non si vedeva la fine. Migliaia di persone si riversavano al confine tra i due stati con la speranza di intraprendere la rotta più breve verso l'Europa, massimizzando così le probabilità di sopravvivere al loro disperato viaggio verso la salvezza. Scontri armati si registravano orami spesso tra le forze di sicurezza tunisine e milizie libiche al soldo dei trafficanti di esseri umani. Da ultimo, la crisi minacciava seriamente di fratturare l'Unione Europea, incapace di autogovernarsi e di assumere una posizione politicamente univoca in merito alla crisi. Fu così che l'ufficio piani della Marina Militare Italiana venne incaricato di fare proposte al governo per porre in essere un'operazione che potesse attenuare, e se possibile risolvere una volta per tutte, l'immane disastro umanitario. Un giovane e brillante ufficiale della marina, il contrammiraglio Giorgio Utili, venne messo a capo di questa pianificazione, e se ne uscì con un progetto interforze, parola ancor'oggi ostica nel vocabolario delle nostre forze armate, che prevedeva l'impianto di un dispositivo militare italiano, ma potenzialmente aperto ad altre nazioni dotate di buona volontà, in territorio libico, con l'intenzione di regolare alla fonte il flusso migratorio, discriminando a monte le persone legittimamente aventi diritto di asilo politico, dal flusso invece legato ad altre ragioni non previste dalla legislazione italiana, peraltro simile a quella di molte nazioni dell'Unione Europea. Una volta completato, il progetto venne presentato alla Commissione Europea, che lo trasformò in una proposta di decisione da presentare al parlamento di Strasburgo. Passato questo esame il rappresentante per la politica estera dell'Unione, presentò a sua volta il progetto all'alta commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite, che all'unanimità ne approvò l'esecuzione, lodando l'Unione Europea, ma tra le righe l'Italia, per l'iniziativa. Il passo successivo fu compiuto dalla Farnesina che discusse l'esecuzione dell'operazione con il Governo di Accordo Nazionale libico, ancora riconosciuto come quello legittimo da parte della comunità internazionale, e che diede la sua approvazione di massima sotto la pressione delle Nazioni Unite. Le altre fazioni in lotta nella guerra civile libica, vale a dire il governo di Tobruk, per non parlare delle fazioni islamiche integraliste, tacquero sull'intera vicenda facendo capire che non garantivano né il loro appoggio, né la loro approvazione. Nonostante questo, nel giugno del 2020 l'operazione venne varata e battezzata "Operazione Diamante". A livello europeo si decise che inizialmente l'operazione sarebbe stata condotta sotto il controllo italiano, con ampie assicurazioni dell'Italia ai suoi partner che il suo scopo era limitato agli obiettivi immediati citati sopra, senza alcuna intenzione di voler interferire nelle questioni interne libiche. Questo impegno scritto e solenne era stato richiesto soprattutto dalla Francia, unico dei partner UE non proprio favorevole all'iniziativa dei cugini spaghettari. Messa in minoranza all'interno del Consiglio Europeo, la Francia dovette però fare buon viso a cattivo gioco ed adeguarsi al programma fortemente sostenuto dalla Germania, che si candidò pure come possibile partner diretto sul terreno, essendo oramai pure lei mezza sgangherata dall'enorme flusso di persone straniere nel suo territorio. Quello che segue, è la storia di questa missione e degli uomini e delle donne che vi parteciparono.
Base navale di Augusta Sicilia Sotto una pioggia battente venivano ultimate le manovre di distacco della fregata lanciamissili POLA della classe FREMM da uno dei moli destinati alle navi da guerra. A sorvegliare la manovra c'era il primo ufficiale del vascello da guerra italiano, Capitano di Fregata Mauro Dizzini, il quale era leggermente nervoso date le condizioni meterologiche non proprio ideali ed una visibilità sensibilmente limitata. Il Comandante della nave era già al largo, a bordo di Nave S.GIORGIO che già incrociava nelle acque territoriali a sud della Sicilia, in attesa che il POLA la raggiungesse. Era stato prevelevato un paio d'ore prima da uno degli NH-90 della nave anfibia, che insieme alla fregata costituiva il Task Group 17, sul quale era incentrata l'operazione DIAMANTE. Il Task Group costituiva la punta di diamante, è il caso dirlo, del piano preparato dalla Marina Militare per far fronte alla catastrofe umanitaria che il fenomeno migratorio dall'Africa stava genereando in Europa ed in Africa stessa. Il Task Group trasportava le truppe di prima ondata che avrebbero dovuto occupare i principali porti libici e le loro zone limitrofe da cui gli scafisti ed i loro sponsor facevano partire i viaggi delle persone che decidevano di intraprendere la perigliosa avventura verso l'Europa. Queste truppe, in un primo tempo rappresentate da elementi del reggimento da sbarco S.MARCO, dovevano sic et sempliciter prendere il controllo dei loro obiettivi ed imbastire un servizio a terra che assicurasse l'imbarco solamente delle persone che effettivamente erano nelle condizioni legali per richiedere asilo poitico in Europa. L'imbarco sarebbe avvenuto in condizioni di sicurezza e soprattutto su naviglio privato ritenuto sicuro per i viaggiatori. Assolutamente vietato immischiarsi nelle vicende della guerra civile o negli affari interni libici, ed assolutamente obbligatorio mantenere la più stretta neutralità nei confronti delle parti in causa. La missione era stata studiata solamente per proteggere gli interessi europei e si sarebbe mantenuta rigidamente nell'ambito di questo compito squisitamente politico. Mentre il POLA usciva dalla base di Augusta, nel quadrato ufficiali del S.GIORGIO al largo della Sicilia, avveniva un briefing operativo ad alto livello tra tutti gli Ufficiali superiori con ruolo di comando nella prima fase dell'operazione, chiamata "Trip to Libya". L'unico che pareva soffrire il rollio della nave, accentuato dal mare mosso a sud della Sicilia, era un maggiore dell'esercito che comandava la sezione di A-129 Mangusta aggregata all'operazione. Tutti gli altri galloni presenti in sala erano della Marina. La guardia era affidata al primo ufficiale, Capitano di Corvetta Fabio Lencioni, mentre il comandante della nave, Capitano di Vascello Valeria Ardito, era invece seduta in quadrato insieme al Contrammiraglio Utili, al Comandante del Pola ed al comandante del distaccamento del Reggimento S.MARCO destinato alla prima destinazione del Task Group: Misurata. "Allora Signori", il Contrammiraglio Giorgio Utili cominciò mentre si scostava leggermemte per permettere all'inserviente, un comune perfettamente azzimato in uniforme di gala, di servirgli gli spaghetti alla vongole previste come seconda portata per la cena di lavoro, "non appena il POLA ci raggiungerà assumeremo la navigazione verso sud per la nostra destinazione. Le condizioni EMCON saranno Free Emissions come da normali procedure in tempo di pace. Voglio il POLA", e indirizzò lo sguardo direttamente al Capitano di Vascello Fabrizio Orsini Monti, comandante della fregata, "voglio il POLA direttamente di fronte a noi a sorvegliare la nostra intended path of motion. Navigheremo di conserva alla distanza di mezzo miglio; no diciamo di un miglio viste le condizioni meteo". Il Comandante Monti fece un cenno di approvazione. "Navigheremo a dieci nodi, velocità di crociera del S.GIORGIO, con rotta 180, sempre che qualcosa ci induca a modificare la direzione di moto". "Per quanto riguarda i possibili ostacoli?" chiese la "comandantessa" della nave anfibia, che aveva assunto il comando da sole tre settimane ma pareva già più che acclimatata con la sua nuova nave e molto sucura di sé. Tutti si rivolsero di nuovo al contrammiraglio, mentre con garbo ed eleganza consumavano il loro pasto, assistiti dai due inservienti di sala. "Dal governo di Tripoli non dovremmo avere nulla di cui preoccuparci. Sono al corrente della nostra operazione e l'hanno ufficialmente approvata." il Contrammiraglio consultò rapidamente le sue note. "Il Governo di Accordo Nazionale dispone di due guardiacoste che peraltro gli abbiamo dato noi, della classe Corrubia. Veloci, ma armati solamente di una mitragliera pesante. Il Governo di Tobruk invece è quello che mi preoccupa di più. Non solo non hanno ufficialmente autorizzato la nostra missione, ma dispongono pure dell'unico vascello rimasto della vecchia marina da guerra di Gheddafi: un cacciamine della classe Natya." "E questo la preoccupa?" domandò il comandante del Pola alzando un sopracciglio in segno di scetticismo. "Tutto quanto è militarmente rilevante nella mia area di operazioni mi preoccupa Cpitano; non hanno mica bisogno di affondarci i Libici per farci fare una pessima figura. Basta che ci disturbino, che ci innervosiscano, che ritardino il flusso delle nostre operazioni o che ci inducano in qualche errore." "Le nostre regole di ingaggio?" Intervenì molto a proposito il Capitano Ardito. Il contrammiraglio Utili fece un sospiro rassegnato. "Il meglio che sono riuscito a strappare a Roma e di poter rispondere al fuoco se attaccati. Non è molto lo so; nella pianificazione avevo previsto di avere delle ROE più permissive come il poter ingaggiare un bersaglio con chiari intenti ostili, ma i politici hanno richiesto le regole più restrittive per autorizzare la missione." "Adesso si che sono preoccupato anch'io" intervenne di nuovo il Capitano Orsini Monti. "Dovremmo quindi permettere a chiunque di avvicinarsi al Task Group a tiro di armi leggere e rispondere solo se qualcuno ci apre il fuoco contro. E' il solito non senso politico." "Non si preoccupi Capitano; sono io al comando di questo gruppo navale e giudicherò in base alle circostanze. Per nessun motivo permetterò che venga messa in pericolo la sicurezza delle mie forze." Gli ufficiali presenti si scambiarono occhiate di soddisfazione e di intesa, con l'eccezione del povero maggiore dell'esercito che non aveva toccato cibo, era di un colore tra il bianco ed il varde e si sentiva del tutto fuori luogo in quel briefing di marineria. Era stato invitato per gentilezza, ma le buone intenzioni avevano avuto un cattivo risultato a giudicare dal colorito dell'ufficiale pilota. "La minaccia aerea come si configura per noi?" Riprese la discussione il Capitano Ardito. "Anche qui i guai peggiori vengono dall'aviazione del governo di Tobruk, con basi aeree disseminate lungo tutta la costa controllata da lui. I rapporti dell'AISE danno una squadriglia di Mig 21, una di Mig 23, qualche Mirage F1 ancora operativi ed una massa non definita di jet leggeri di fabbricazione jugoslava." "Il sistema di difesa del POLA sarebbe messo alla prova da un attacco congiunto di queste forze" fece rilevare il Capitano Monti, specialmente con le regole di ingaggio che ci ha illustrato." "Speriamo che i Libici non siano troppo irresponsabili capitano, come le ho detto se dovessero prodursi in atti pericolosi, non esiterò a reagire per garantire la sicurezza del gruppo ed a prendermi poi le mie responsabilità." Mentre la cena si avviava al termine, il Contrammiraglio ricordò agli ufficiali comandanti la necessità di mantenere una stretta awarness dello spazio aeronavale intorno al Task Group durante tutto il tragitto per Misurata e di non perdere d'occhio nemmeno la situazione sotto la superficie del mare. Dispose che a intervalli di un'ora il POLA rallentasse a 5 nodi per dare modo al suo sonar di rilevare eventuali contatti sottomarini, secondo la procedura standard di Speed and Drift. I Libici sottomarini non ne avevano neanche più uno secondo le fonti di intelligence, ma primo la prudenza non era mai troppa e secondo non era detto che qualcun altro non sarebbe venuto a sniffare consistenza e rapidità di reazione del gruppo navale. Fatte queste ultime considerazioni, il contrammiraglio Utili aggiornò poi la riunione al giorno successivo, dove si sarebbe lasciato ampio spazio al Sottotenente di Vascello Vaini ed ai suoi collaboratori di illustrare i piani per la presa di terra del plotone rinforzato del reggimento S.MARCO imbarcato per lo stabilimento del perimetro di sicurezza di primo tempo a Misurata. Sull'annuncio portato a voce da un ufficiale della guardia serale che il POLA aveva segnalato via radio di essere 2 miglia a poppa del S.GIORGIO, la seduta fu aggiornata e gli ufficiali si congedarono con il permesso del Contrammiraglio, chi ai loro compiti ordinari, chi al tepore delle loro cabine o degli alloggi ufficiali. Il Capitano Monti si apprestava invece ad essere trasbordato nuovamente sulla sua fregata. Piccola nota di servizio. Tutta la vicenda si svolge con sistemi di gioco a livello super tattico. A livello di singola unità navale e squadriglia aerea, ed a terra a livello skirmish di singolo uomo, arma o veicolo, per poter amplificare l'aspetto narrativo incentrato su singole persone nella maniera più dettagliata possibile. Naturalmente questo ha imposto una riduzione di scala sugli ordini di battaglia che verranno impiegati, nella maniera che segue: 1 aereo ogni 10 1 nave maggore ogni 2 1 nave media o sottomarino ogni 4 1 nave piccola ogni 10 1 aeromobile ogni 10 Azioni terrestri incentrate su un plotone od in casi eccezionali una compagnia, dove spesso della compagnia apparirebbero gli assetti di supporto od elementi degli extra plotoni di arma base. Continua con il turno 1 dell'operazione "Trip to Libya". Sotto: il POLA in navigazione nella foschia dell'inizio di Trip to Libya; mare moderatamente mosso pioggia battente
Se intendi dire i decolli e gli atterraggi dell'aviazione libica, mi hai spoilerato la sorpresa ! Cattivo !!
per quello ci affideremo ai droni ed agli elicotteri, ed in subordine agli elementi recon della forza da sbarco.
Operazione Trip to Libya Turno 1 Da qualche parte ad oriente di Malta La navigazione del Task Group 17 continuava con le due navi che lo componevano oramai in formazione. Il S.GIORGIO navigava alla velocità costante di dieci nodi, mentre il POLA alternava sessioni di ascolto lungo tutto l'asse frontale della formazione a scatti per recuperare il terreno perduto e riprendere il suo posto on station. Il Comandante Orsini Monti alternava la sua presenza tra la plancia ed il centro di combattimento, dove tutte le informazioni tattiche venivano rapidamente ed efficientemente convogliate. "Contatto aereo, designare come Bogey 1" gracchiò nell'altoparlante il coordinatore tattico anche detto TACCO in gergo NATO. Il turno 1 si presentava come sostanzialmente tranquillo per il momento con un solo contatto sullo schermo, a grande distanza, una sessantina di miglia, in direzione opposta alla marcia del Task Group ad una velocità di 380 nodi. "Tenente, veda se riesce ad identificare un trasponder" ordinò immediatamente il comandante al suo ufficiale tattico afferrando il telefono di plancia. Dopo accurata analisi con le apparecchiature ESM della nave, il TACCO annunciò che si trattava di un aereo passeggeri delle linee aeree ucraine proveniente da Aden e diretto in patria via Grecia. "Molto bene Tenente, rimaniamo in stand by" ordinò il comandante, e con gesto meccanico riportò per la millesima volta il binocolo alla fronte per scrutare l'orizzonte a giroplancia, gesto per altro inutile, visto che tutti i radar della piattaforma erano in funzione, tranne quelli di tiro. Ma si sa che tra i marinai, le abitudini sono dure a morire. "Fatemi preparare l'elicottero", ordinò il Comandante Orsini Monti dopo aver indugiato a lungo con il binocolo della plancia. "Devo trasferirmi sul S.GIORGIO per il briefing del gruppo. Fate chiamare il Sottotenente di Vascello Vaini ed i suoi comandanti di squadra. Il contrammiraglio vuole incentrare il briefing di oggi sulle opereazioni a terra." "Signorsi Comandante." "Sarò in contatto con voi per tutto il tempo, tenete informato il S.GIORGIO ed il comando di gruppo su ogni altro contatto che dovesse apparire anomalo." "Signorsì Comandante." Nel consueto quadrato ufficiali del S.GIORGIO si ritrovano i comandanti delle due navi da guerra italiane, il comandante del plotone di fanteria di marina ed il comandante del gruppo di volo della S.GIORGIO per l'occasione formato da 1 EH-101, 1 NH-90 e 2 A-129 Mangusta provenienti dall'esercito. La pianificazione aveva dato molta importanza all'appoggio aereo sia logistico che tattico, in questa fase iniziale dell'operazione. Gli ufficiali si accomodarono attorno al tavolo del quadrato, dove vennero serviti toast, panini e bevande fredde o calde a seconda della preferenza dei partecipanti. Il tempo era sempre brutto, ma per lo meno il mare si era calmato un po' ed il beccheggiamento del S.GIORGIO pure, probabilmente con gran sollievo del Maggiore Tanzi dell'ALE che però oggi al briefing non c'era. Stesa sul tavolo vi era una mappa ricavata da immagini satellitari della zona portuale di Misurata, teeatro operativo del distaccamento del S.Marco che in quella zona avrebbe dovuto prendere terra. Intorno ad essa c'erano già il Sottotenente di Vascello Vaini, comandante dell'unità, il vicecomandante, Capo Scelto Sergio Verdotto, ed i sottufficiali comandanti delle tre sezioni da combattimento in cui si articolava la spina dorsale del reparto. Terminati i brevi convenevoli ed assaporati i primi bocconi di pane e salame e simili, il Contrammirglio venne ben presto alle questioni più dirette. "Ha già un'idea di come procedere tenente?" chiese a Vaini, che era intento a scrutare la carta insieme au suoi collaboratori. "Secondo me il luogo più naturale per impiantare il nostro servizio di cernita dei civili in attesa di imbarco sarebbe qui" ed indicò un edificio immediatamente prospicente la lunga spiaggia di pietrame che costeggiava il porto da sud verso nord. "Questo è il centro di comando della guardia costiera libica del settore occidentale e ospita pure gli uffici della polizia portuale. Mi sembrerebbe il luogo ideale dove installare il servizio, una volta presi accordi con le autorità del porto." "Dopodiché" continuò il Tenente Vaini, indicando un grosso compound immediatamente a nord del comando della guardia costiera, "quest'area recintata qui serve come deposito per le attrezzature delle imbarcazioni da pesca di Misurata. Puzzerà un po' ma la posizione e la tipologia del compound ne fanno un luogo ideale per trasformarlo nella nostra base, fino a quando vogliamo limitare la nostra azione alla zona portuale. "Bene Tenente; quando sarà a terra lei sarà personalmente responsabile della negoziazione con le autorità locali per l'acquisizione dell'edificio." "Io?" "Ceramente; lei; non è lei il comandante delle forze a terra?" "Certamente Ammiraglio, semplicemente non reputavo che i miei ordini..." "Tenente lei non avrà solamente le responsabilità militari, ma anche quelle del supporto all'operazione che si svolgerà in terraferma." L'ufficiale del S.MARCO non parve molto convinto, ma fece del suo meglio per apparirlo. "Come dovremo rapportarci con le autorità locali e la popolazione" si intromise il Capo Scelto Verdotto, vicecomandante delle forze a terra. "Noi crdevamo di dover assicurare il possesso dell'area portuale e basta. Un compito tattico." "Glie lo confermo capo" rispose il Contrammiraglio Utili. Ma poi dovrete anche organizzare il servizio, almeno fino all'arrivo della seconda ondata, nella quale chiederemo anche l'inserimento di una sezione dell'arma per le procedure amministrative e burocratiche e magari anche del personale consolare, già in Libia od in arrivo dall'Italia. Va da sé però che finché la zona non è assolutamente sicura, il servizio dovremo impostarlo noi." I due leader del S.MARCO parevano sempre più perplessi. "Non preocuupatevi ragazzi" continuò il Contrammiraglio con aria compassionevole. Bonificatemi la zona e poi io vi mando il personale necessario. La ricognizione strategica dice che la città è fermamente nelle mani delle milizie del Governo di Accordo Nazionale e che le truppe del Governo di Tobruk sono state arrestate ben ad est di Misurata. Ci sono trattative in corso tra Il Generale Harrar ed il nostro ministero degli esteri per estendere la missione anche nell'est del paese. Quindi per noi, almeno inizialmente non dovrebbero, e sottolineo dovrebbero, esserci problemi di alcun tipo. Tutto ciò considerato, come vorreste organizzare la presa di terra?" concluse il Contrammiraglio Utili rivolto a Vaini. Di nuovo il Tenente Vaini rivolse lo sguardo alla mappa ricavata dalle foto satellitari. "Prima di mandare a terra qualunque LST con veicoli a bordo, metterei a mare la sezione tiratori scelti ricognitori e una mezza squadra di fanteria su gommone per una ricognizione preliminare della zona di sbarco, che secondo me deve comunque essere la spiaggia e non il porto. Il porto lo si potrà utilizzare per i mezzi più pesanti una volta che la ricognizione abbia dato esito positivo." "Noi" il Contrammiraglio si rivolse al Capitano Ardito "cosa possimo fare come appoggio immediato." "Senza dubbio mettere in volo i droni, sulla zona di sbarco come minimo. Magari per una ricognizione con occhi sul posto potremmo lanciare un NH-90. Sinceramente Commodoro" continuò la comandante del S.GIORGIO, "non si prevede resistenza allo sbarco vero?" "No capitano, non si prevede, ma lei si fida?" "Io commodoro non mi fido nemmeno di mia madre morta." rispose la giovane. "Bene, allora vediamo di pianificare le cose tenendo conto di qualunque evenienza." "Tenente lei mi preparerà un piano dettagliato che voglio vedere nella mia cabina per stasera al massimo. Domani a quest'ora saremo in vista dell'obiettivo e tutto deve essere preparato e pronto." Situazione del Task Group alla fine del turno 1 Terminato il Briefing e bardato nella sua BDU pesante, il Sottotenente di Vascello Vaini si concesse una rapida fumata di toscano sulla coperta dell'isola del S.GIORGIO. "Tempo di merda" pensò tra il freddo, le folate di vento e la pioggia ininterrotta, "viaggio di merda, missione di merda". Buttato il mozzicone fuori bordo, se ne tornò nei caldi locali degli ufficiali sopra all'hangar principale di poppa. Seconda piccola nota di servizio Tenete conto che mentre gioco, non so quello che succederà. Il sistema Mythic RPG detta eventi e comportamenti degli altri soggetti in campo. I contatti che vedete nella foto sopra, per esempio, non so davvero cosa sono. Se dovessero venire a contatto si sensori con il task group allora verrebbero investigati e cosa sono e cosa fanno il sistema lo deciderebbe al momento. Per chi fosse interessato a questo sistema di gioco in solitario, mettete su google mythic rpg master emulator. Continua con il turno due dello scenario d'apertura Trip to Lybia
in una missione di presa di terra su litorale ostile, ti darei pienamente ragione. Qui, la situazione è per il momento ancora "normale" e la presa di terra avverrà di giorno ed in assetto di pace. Non vogliamo dare l'impressione di un'invasione militare.
Turno 2 Notte tranquilla a bordo dei vascelli del Task Group 17. Nei centri di combattimento e nelle plancie l'illuminazione soffusa ed il sordo ronzio delle macchine accompagnava le attività delle guardie notturne in servizio attivo sulle navi. Gli schermi per il controllo tattico rimanevano vuoti; con l'uscita dall'orizzonte radar dell'aereo civile individuato nel pomeriggio, la situazione sul Mediterraneo Centrale si era fatta tranquilla. Il Task group navigava a 10 nodi direzione sud,con un terzo degli equipaggi a ronfare beati nei loro rispettivi alloggi, mentre nelle cambuse i cuochi in servizio erano già al lavoro sulla prima colazione dei montanti in servizio del mattino. Turno 3 Cominciavano le attività di preparazione delle forze terrestri a bordo del S.GIORGIO. Il Sottotenente di Vascello Vaini supervisionò personalmente la preparazione delle forze che avrebbero dovuto prendere terra per prime: essenzialmente la sezione ricognitori sniper del Capo Luca Gregonese e del suo inseparabile observer Sottocapo Andrea Oreali. I due, nomi in codice CIP e CIOP, facevano coppia fissa da anni, ed in anni di missioni oltremare del reggimento. In più, selezionato per la presa di terra orientativa, era pure il fire team del Sottocapo Augusto Richardson, madre italiana, padre inglese, due passaporti ed una preferenza per la marineria italiana a scapito di quella britannica, vai poi a capire perché. Il tutto sarebbe fuoriuscito dal S.GIORGIO su due gommoni Gemini, comandati dal vicecomandante Capo Scelto Verdotto. La mattinata trascorse nella messa a punto e nella manutenzione dell'armamento del nucleo da sbarco: una bombarda di precisione Barret M-82, e tutti gli ARX-160 del personale. Poi cominciò il mini briefing del Sottotenente Vaini. "Allora ragazzi, andrete a terra con basco, armamento poco ostentato, niente camuffamento facciale, ma con giubbotto antiproiettile e dotazioni tattiche complete. Non vogliamo dare l'impressione dei Marines che sbarcano in Normandia (e qui Vaini rivelava la storica ignoranza di molti nostri ufficiali) ma vogliamo essere pronti in caso di problemi. Vi portate dietro anche il Sottotenete Gregori dell'esercito, per il coordinamento eventuale coi Mangusta. Per il collegamento con i locali invece, sarà con voi il Guadriamarina Sangani, della sezione relazioni civili del comando centrale a Roma, esperta di lingua e cultura araba". Si fermò un secondo a pensare a quale immane coglione doveva essere venuta in mente l'idea di assegnare una femmina al ruolo di collegamento con una popolazione ed una autorità locale nusulmana. Ma lui era solo una testa di ferro che assaltava le spiaggie per mestiere, e quindi di per sé non molto intelligente; magari c'era qualcosa che gli sfuggiva. Nel Frattempo la graziosa guardiamarina aveva notato la pausa nel discorso del comandante anche se deo grazias non poté intuirne il motivo. "In caso di qualunque tipo di problema" continuò Vaini, "ci contattate e noi vedremo come appoggiarvi ed eventualmente, lo dico proprio come caso assurdo, di esfiltrarvi. Il contatto con i Mangusta ce l'avete diretto, ma per utilizzarli ci va l'ordine del contrammiraglio; quindi tenetene conto. "La vostra missione" Vaini si rivolse espressamente al suo vice "è di prendere terra, effettuare la ricognizione preventiva dei dintorni del porto. Date una buona occhiata all'edificio della guardia costiera e al compound dei pescatori. Accertatevi che la zona sia sicura, così che possiamo cominciare a sbarcare pure noi. Quando l'intero reparto sarà a terra vedremo come comportarci, coordinandoci anche col comando di gruppo." Il Capo Scelto Verdotti fece capire che aveva perfettamente compreso le istruzioni e chiese il permesso di congedarsi per andare a supervisionare la preparazione delle imbarcazioni. Il Comandante Vaini si intrattenne invece ancora un po' con la Guardiamarina Maria Sangani. "Sangani, ci hanno ficcato in un altro buco di culo arabo, nel quale dobbiamo fare da balie a queste teste di stracci". La guardiamarina, trasecolata, fece il suo meglio per rimanere impassibile. "Certamente questa gente ha la sfortuna di essere nata laggiù", ed indicò la costa africana "invece che da quest'altra parte del Mediterraneo". "Può darsi che sia come dice lei, ma questi qua in centinaia di anni non sono stati capaci di fare alcun progresso per dio. Dominati dalla religione erano e dominati dalla religione rimangono. Ed i loro casini di merda dobbiamo venire a risolverli noi". "In Realtà signor tenente i casini li hanno fatti i nostri alleati e adesso il fenomeno migratorio, che erea già consistente è diventato incontenibile". "Cioé?" chiese Vaini. La Maria osservò per qualche secondo il suo superiore prima di rispondere. "Era mai possibile che da Livorno fosse potuto uscire un simile idiota?" si chiese la laureata in scienze politiche con PhD negli Stati Uniti. "Lei cosa crede che possa succedere, quando si scatenano guerre e rivoluzioni a grappoli su un paio di continenti nello stesso momento. Non crede che si crei un movimento di fuga da queste aree disastrate?" "Si ma i richiedenti asilo sarebbero una minoranza..." "Mi perdoni signor tenente, ma questo non lo sappiamo. E' pura propaganda politica". Vaini si fermò a riflettere sul fatto che forse era meglio interrompere la discussione con qulla specie di professoressa in divisa. A tanto si era ridotta la Marina. "Bene Sangani, vada a prepararsi insieme ai suoi compagni. Nel primo pomeriggio arriveremo a destinazione e vi voglio tutti pronti ad entrare in azione." "Signorsì comandante". "Nuovo contatto aereo, quota 24.000 distanza 30 miglia, rotta 25, velocità 400 nodi" Annunciò il TACCO del Pola alla plancia. "Sono subito da voi" rispose immediatamente il Capitano Orsini Monti, avviandosi a grandi passi verso il centro di combattimento. "Dizzini a lei la guardia, vado al CiC" "Agli ordini comandante, prendo il controllo della plancia" Quando Monti arrivò al centro di combattimento, il Tenente di Vascello Mutti ed i suoi collaboratori erano già al lavoro sul contatto. Monti si fermò presso di loro senza interferire nel loro operato. Lui era il centro decisionale della nave e praticamente tutto il resto dell'equipaggio era lì per fornirgli le migliori informazioni in base alle quali doveva decidere; ad ognuno il suo mestiere. "Nessuna emissione?" Chiese Mutti ad un capo scelto attentissimo su uno degli schermi tattici. "Nulla, il bersaglio non emette nulla, certamente nulla sul circuito civile. Per me è un velivolo militare. "Comunque il bersaglio è in allontanamento" concluse il tecnico osservando il tracciato radar. "Hmm...nessuna variazione di rotta o velocità da quando ci è passato di prua; se è un aereo militare in pattuglia, non ci ha visto" concluse a sua volta il TACCO. "Se non ci ha visto con tutto quello che stiamo emettendo, deve essere un ferrovecchio" ipotizzò il comandante Orsini Monti. Il Tenente Mutti prese nota del suggerimento del comandante e consultò il database sull'aviazione libica. "Se è un velivolo di Harrar può essere qualunque cosa; da un addestratore ad un Mig21" "Visto il punto di origine, direi che è più un velivolo del governo di Tripoli" replicò il comandante. Loro hanno solo aerei leggeri cecoslovacchi vero?" "Affermativo comandante; un Aero L39; è l'unico velivolo che hanno" rispose il TACCO senza distogliere lo sguardo dagli schermi. "Va bene, continuate a seguirlo e tenetemi informato; tanto ho l'impressione che più ci avviciniamo alla costa e più visite riceveremo". Continua col turno 4, mancano tre turni alla fine di questo scenario, che si conclude con l'arrivo nelle acque territoriali di fronte a Misurata.
Turn 4 Acque territoriali libiche, nord est di Homs "Il contatto muove a velocità invariata, conteggio eliche otto nodi rotta 110" L'addetto al sonar del sottomarino GIULIANO PRINI, della classe Nazario Sauro, aggiornava le informazioni sull'unità della guardia costiera libica che stava seguendo da qualche ora. "il pattugliatore della classe Corrubia?" domandò il comandante "Sempre lui comandante, si muove placido da sinistra a dritta, adesso è in allontanamento." "Deve essere il comitato di ricevimento per le nostre forze di superficie" commentò il Capitano di Corvetta Giuseppe Doi. "Bene, capo, ci porti a quota periscopica e vediamo di stabilire un data link con il task group. "Battello a quota periscopica" confermò il pilota; "40 metri...30 metri...eseguito comandante" "Stabilizzi" "Battello orizzontale comandante" "Fuori periscopio; vediamo di dare anche un'occhiata in giro" Il capitano Doi si avvicinò all'apparecchiatura periscopica estesa verso l'alto e prese a scrutare l'orizzonte "Non si vede un beneamato cazzo;" pensò il comandante. "Tempo da lupi, con foschia bassa. Ma non siamo in Africa?...Attivare data link, datemi un aggiornamento dulla posizione del Task Group" "Eccoli là" confermò il primo ufficiale ed ufficiale tattico del sottomarino. "50 miglia, 10 gradi a dritta, velocità 10 nodi, rotta 170." "Inviare dati" ordinò il comandante, e qualche secondo dopo le informazioni sulla posizione del PRINI e quelle sui bersagli da esso rivelati, apparivano in tempo reale sugli schermi tattici del S.GIORGIO e del POLA. "Il bersaglio emette con il radar di ricerca, nessun radar di tiro; data la distanza dal Task Group, direi che dovrebbe averlo acquisito" annunciò il primo ufficiale. Le probabilità che quel radarino veda anche il nostro persicopio sono intorno al 5 per cento." "Bene, ammaina periscopio, non vogliamo correre alcun rischio...Tenente Marras, mi tenga la soluzione di tiro aggiornata. Se questo marocchino fa anche solo finta di diventare aggressivo, lo spediamo da Allah per direttissima." "Specialmente adesso che gli abbiamo dato la posizione, il POLA dovrebbe essere in grado di difendersi da solo comandante" commentò divertito il primo ufficiale. "La prudenza non è mai troppa" rispose Doi, sorridendo sotto i baffi. Mi mandi gli uomini a mensa, che tra un po' ci sarà da avere tutti pronti." "Agli ordini comandante." 60 miglia a nord di Misurata, Mediterraneo Centrale "Aggiornamento Flash data link proveniente dal PRINI comandante" annucnciò all'improvviso l'ufficiale tattico del Pola al Capitano Orsini Monti. Rilevamento unità guardia costiera libica, 40 miglia sul nostro rilevamento 180. Il contatto si muove con rotta 110 gradi velocità 8 nodi. Il comandante che con l'avvicinarsi alle acque territoriali libiche aveva montato la branda nel centro di combattimento della fregata, accolse la notizia con un grugnito. "Molto bene, contattate l'unità libica per radio, informateli della nostra rotta ed intenzioni. L'operatore radio anziano del centro di combattimento aprì uno dei canali VHF e mise in azione il suo inglese maccheronico. "Guardia Costiera libica, qui è ITS POLA. Approcciamo le acque territoriali di Misurata, secondo gli accordi protocollo 1246. Nostra posizione vostro rilevamento 0 gradi distanza 40. Confermate passo." Rumori di statica Silenzio più rumori di statica "Guardia Costiera libica, qui è ITS POLA. Approcciamo le acque territoriali di Misurata, secondo gli accordi protocollo 1246. Nostra posizione vostro rilevamento 0 gradi distanza 40. Confermate passo." Poi in Inglese ancora più maccheronico. "ITS POLA qui nave Fezzan della guadia costiera libica. Se ci osservate sul radar venite a punto di contatto sulla nostra auutale posizione. Ci mettiamo alla cappa e vi attendiamo. Condizioni mare rough. Informate vostro ETA passo." "Fezzan qui ITS Pola. ETA 3 ore almeno alla linea costiera libica. Confermate vostra posizione. Composizione nostra forza ITS POLA ITS S.GIORGIO nave da sbarco. Confermate profilo protocollo 1246 tra i nostri due governi passo." un minuto di attesa con varie scariche di sottofondo "ITS POLA qui nave Fezzan. Confermato protocollo d'intesa, avviate procedura di approccio secondo precedenti istruzioni, confermate passo." "Nave Fezzan, confermiamo rotta di approccio. abbiamo intenzione di fermarci ad un miglio dalla costa per dare inizio ad operazioni di sbarco secondo protocollo d'intesa, passo." "ITS POLA, procedete, rimaniamo in vostra attesa chiudo." Nel CiC del Pola, tutti si guardarono con aria estremamente soddisfatta di come stavano procedendo le cose. "Nuovo contatto aereo, designare come bogey 2" annunciò l'operatore radar, "rilevamento 280 quota 700 piedi, veloce; 550 nodi. Si dirige su di noi basso, distanza 30 miglia." Il TACCO ed il comandante si girarono di scatto verso il settore guerra aerea del CiC. Apparentemente calmissimo il Capitano Monti mise una mano sulla spalla del capo che operava su uno dei terminal per la guerra antiaerea. "E' sicuro che non è il contatto di prima?" "No comandante, questo arriva veloce, dalla parte opposta, l'altro è ancora qui vede?" l'operatore indicò il vecchio bogey 1 ancora volante con pigrizia a nord est del task group. poi fu la volta dell'ufficiale ESM "Il contatto ha attivato il radar. Banda J 280 KW di emissione impulsi. Si tratta di....di....radar Cyrano modello recente a 280 KW lo classifico come Cyrano IV." L'operatore consultò rapidamente il database. "Il contatto è un Mirage F-1, con tutta probabilità libico. Rotta, quota e velocità invariate" Un'ondata di nervosismo persorse il CiC. "Radar di tiro?" "No, solamente ricerca ed acquisizione. Quanto gli basta per agganciarci un missile." "Se è libico non dovrebbe avere missili antinave. Non c'è tempo per portare la nave all'approntamento uno. Il S.GIORGIO è informato?" chiese il comandante Monti. "Vede quello che vediamo noi" rispose il TACCO. "Apritemi un canale VHF con quel velivolo" "Agli ordini comandante. Canale pronto" "Aereo non identificato 30 miglia nordovst nostra posizione, qui è nave da guerra italiana ITS POLA. State procedendo con un profili di attacco a bassa quota nella nostra direzione. per la vostra sicurezza vi invito a cambiare rotta, confermate se mi ricevete passo." il nulla "Contatto 22 miglia rotta e velocità invariata" annunciò l'operatore alzando di mezza ottava il tono. "Mirage non identificato, qui nave da guerra italiana ITS POLA, stiamo effettuando una missione di transito ancora al di fuori delle acque territoriali libiche e rispettando le procedure standard in accordo con il diritto marittimo internazionale. Il vostro profilo di volo costiuisce un rischio per la vostra sicurezza. Vi invitiamo ad invertire la nostra rotta. Se mi ricevete confermate passo." Il Comandante Monti rivolse lo sguardo all'operatore radar, che ricambiò lo sguardo e scosse la testa. "Mettemi in contatto con il commodoro." "La vedo e la sento Capitano Monti. Se il pezzo di merda non si adegua, me lo faccia sparire dai cieli, poi porti la nave a condizione di prontezza di guerra. Noi manovriamo per metterci alla vostra sinistra. Non siamo qua per cazzeggiare" "Mirage non identificato qui nave da guerra ITS POLA. Ho ricevuto ordine dai miei superiori ad usare la forza in caso manteniate l'attuale profilo di volo. Per la vostra sicurezza invertite immediatamente la rotta passo", ripeté calmissimo Orsini Monti nel microfino davanti alla sua bocca. ancora un minuto di attesa nel silenzio. "Comandante, distanza diciotto miglia. Profilo invariato, il bersaglio ha abbassato la quota. Velocità invariata, quota 400." "Ha attivato qualche modalità di tracciamento?" "Signornò, solo acquisizione e ricerca." Il Capitano Orsini Monti si fermò un attimo a riflettere. Nella sua mente i dati di tempi velocità e parametri di ingaggio delle sue armi. Poi, con decisione si girò verso l'ufficiale tattico, con l'intezione di eseguire l'intento operativo del suo contrammiraglio. "Attivare i radar di controllo tiro, ed aprire i lanciatori verticali degli Aster 15... Continua turno 5
Nota per i moderatori Non mi sono ancora informato bene su questa direttiva europea internet. Fatemi sapere se devo cancellare le foto del S.Giorgio, FREMM, e Mirage che ho già postato. In caso affermativo, oltre a cancellare quanto già caricato, mi asterrò dal caricare altre foto, che non siano le mie. Vi ringrazio
Turno 4 continuazione Dato che il Jet Mirage F-1 non ha cambiato rotta, continua il turno 4 con la fase di attacco. L'RWR del Maggiore Abdul Razaaq si illuminò come un albero di natale nel momento stesso in cui il POLA attivò la sua elettronica di tracciamento e tiro. Che era stato individuato dal radar di una nave da guerra, il Maggiore Razaaq già lo sapeva, visto che i radar da ricerca aerea non nascono in mezzo al mare; ma di vedersi accendere le luci d'allarme sulla sua consolle di uno anzi due radar controllo tiro, l'ufficiale dell'aeronautica del governo di Tobruk non se l'aspettava proprio. Gli Italiani non erano mai aggressivi, nelle loro azioni militari e la sua discussione pre missione con il Generale Harrar aveva portato a decidere di assumere un atteggiamento che doveva far capire agli Italiani che lì non erano benvenuti. Tutto voleva vedere il governo di Tobruk, tranne che una presenza militare italiana nell'area; avrebbe ostacolato i piani, e probabilmente interferito negativamente con molte attività che il governo perseguiva. Intanto, il lancio di due missili evidentemente antiaerei diretti verso il suo velivolo, provocarono un mezzo arresto cardiaco al Maggiore libico, che pilotava il velivolo più sofisticato di cui l'aviazione di Tobruk disponesse. Sembrava inpossibile che il colpo di culo che aveva avuto nell'individuare il gruppo da guerra italiano dovesse essere adesso controbilanciato dalla sua morte. Resistendo alla tentazione di cabrare a tutto motore, cosa che avrebbe solo facilitato il compito dei missili in arrivo, Razaaq si risolse invece ad incollarsi alla superficie del mare, e dare inizio ad una serie di pericolosissime manovre evasive a meno di 200 piedi dalle onde. I missili arrivarono a distanza visiva; o meglio il bagliore dei loro motori era l'unica cosa visibile, insieme ad una corta scia lasciata dal propellente combusto. A questo punto il Maggiore scartò in una virata a destra praticamente suicida, unita al lancio di chaff e flares in dotazione al suo aereo. La virata lo mandò quasi a sbattere contro la superficie del mare. Da consumato pilota qual'era, il Maggiore Raazaq diede piena potenza militare militare mentre virava, aloo scopo di mantenere l'allineamento con l'orizzonte, ed all'ultimo momento, senza interrompere il rilascio delle contromisure, controvirò a sinistra a quasi sette G. La manovra evidentemente lo salvò, perché nessuno dei due Aster 15 indirizzati sul suo Mirage riuscirono a colpirlo. Scampato il pericolo, e con i pantaloni del suo pilota bagnati, il Mirage F-1 si affrettò ad incollarsi ancora di più alla superficie del mare assumendo una rotta divergente verso nord rispetto al punto di origine dell'attacco, nella speranza che il nemico non lanciasse altri missili. Il Maggiore Razaaq decise altresì di evitare l'angolo di inviluppo dei cannoni antiaerei di cui era informato la nave da guerra italiana era dotara. Non ci furono ulteriori reazioni da parte delle unità navalli italiane, e passando ben a nord della formazione navale il Mirage scampò verso la sua base di Bengazi. A bordo del POLA, il comandante Monti ed l'ufficiale tattico erano invece basiti: un miliardo di euro di equipaggiamento antiaereo della fregata non era riuscito ad abbattere l'aereo nemico in avvicinamento. Il grosso dado da dieci, ancora là dove era caduto, sul tavolo di tracciamento bersagli, segnava irridente la cifra "1". Non sufficiente. Adesso si che continua con il turno 5
La legge ancora non è attiva in Italia, ed in ogni caso se metti foto della MM non credo che si lamenteranno.
Nella cabina del contrammiraglio Utili, veniva allestita l'attrezzatura per una videoconfrenza su un canale riservato del datalink con Roma. L'alto ufficiale, in semplice uniforme da fatica e cappello da baseball con il logo del S.GIORGIO, si accomodava sulla sedia, dove i tecnici gli applicavano microfono, auricolari e mettevano a punto le telecamere. Avviato il collegamento, sugli schermi apparirono in da Roma il comandante delle forze di superficie, Ammiraglio di Squadra Carlo Avanzi, il capo di stato maggiore, Ammiraglio di Flotta Gianluigi Manfredi ed il ministro della Difesa Giovanna Mastrosei. "Commodoro ci faccia un rapporto preciso sulla situazione" "I Libici mi hanno manovrato contro con un aereo d'attacco al suolo e io gli ho spedito contro due Aster 15, che per altro hanno mancato il bersaglio." "Le sue regole di ingaggio erano di difendersi solo se attaccato" "E' esattamente quello che ho fatto; dopo che il libico ha evitato i missili, è scappato verso la sua base" "Come fa a dire che stava essendo attaccato" si intromise all'improvviso la ministra. "L'aereo ostile viaggiava verso di noi a bassa quota a più di 500 nodi con il radar di ricerca attivato. Ha ignorato tutti i nostri ripetuti avvertimenti ed ha sforato il limite delle 20 miglia, che per un oggetto che viaggia a quella velocità, è davvero il limite massimo di sicurezza." "E questo le dava la sicurezza di essere sotto attacco?" rispose la donna, per altro ex ufficiale dell'esercito... "L'aereo libico ha sparato per primo?" rincarò la ministra prima che Utili potesse replicare. "Ascolti signora ministro" replicò il commodoro visibilmente seccato. "Se un plotone nemico le corre contro con la baionetta innestata ma non spara, lei è sotto attacco?" "Commodoro" intervenne spazientito il capo di stato maggiore, "si ricordi che sta parlando con il ministro della difesa!" "Con tutto il rispetto signore, lei si ricordi che mi avete affidato un task group e mi avete ordinato di non metterlo a rischio, cosa che sto puntualmente cercando di fare. Al momento dell'incidente posso assicurarle che la mia percezione era quella di essere sotto attacco aereo." "Rimane il fatto tecnico che lei ha violato le regole di ingaggio stabilite dal governo e comunicategli dai suoi superiori" rispose la signora responsabile della difesa. "Le ribadisco che mi attengo agli ordini ricevuti; la difesa di questa forza navale". "Come intende procedere adesso" chiese la ministra. "come da programma; sbarcare a Misurata e stabilire una zona di controllo nel settore portuale della città. Assicurato ciò chiederò il personale di supporto per svolgere le funzioni di guardia di frontiera ed assumerò la difesa del dispositivo". "La prego Commodoro di non compiere altri atti scondsiderati." "Coninuerò a seguire gli ordini ricevuti fin quando questi non cambiano; la invito a considerare la mia sostituzione qualora ella ritenga che il sottoscritto sia uno sconsiderato." La ministra, paonazza in faccia si ritirò dalla conversazione lasciandola agli ufficiali superiori della Marina. "Ma che cazzo Giorgio, sei impazzito" chiese di molto incazzato il capo della Marina Militare. "Ma questa idiota chi è?" rimbrottò Utili. Viene qua a fare la maestrina su come devo comandare le mie navi. Portatela qui, così quando il prossimo attacco si materializzasse, la metto in plancia a decidere cosa fare. Magari questi culi di stracci, sapendo che se si avvicinano li faccio saltare per aria, non ci riprovano di nuovo. E comunque voi non vi preoccupate continuò il contrammiraglio, fate sempre ricadere tutto su di me. Mi ci avete messo voi al comando qua, le responsabilità sono tutte mie." "Si, ma se questa la chiede davvero la tua sostituzione?" "E allora mi sostituite e ci mandate qualche paraculo più politicamente affidabile a comandare questa missione." I due ammiragli si guardarono in faccia con rassegnazione. "Vai avanti, e per l'amore di Cristo fai attenzione...tra l'altro mano male che i missili non hanno colpito". "Meno male un paio di palle, non è buon segno per la spettabile Eurosam. D'altra parte il pilota libico ha avuto due coglioni così a uscirne vivo secondo me. Sui radar non siamo riusciti a vedere, ma deve aver messo insieme qualche bella manovra disperata per scamparla. Magari prima di venirci contro di nuovo ci pensano due volte. Se capiscono che siamo indecisi nel difenderci, ci fanno fare la fine che abbiamo fatto in Somalia negli anni 90. Questo per Dio, alle mie forze non accadrà, né in mare e né a terra." "Senti" intervenì il comandante delle forze di superficie, "ho altre cattive notizie per te" "Spara" "Ti stanno arrivando tre troupe giornalistiche, una della Rai l'altra di Mediaset e la terza della CNN per coprire le operazioni navali e pure quelle terrestri. Vedi di evitare di usare la tua solita diplomazia, soprattutto con gli Americani" "Cristo Santo!"
Non conosco le regole che hai adottato, ma a logica se i missili sono due il dado non andrebbe tirato due volte?
Dipende. Se il regolamento è impostato sulle logiche dei GDR di nuova generazione lo scontro tra aereo e nave è visto nel suo insieme indipendentemente dal numero di ordigni lanciati, c'è quello che in gergo, nella teoria che sottostà alle logiche dei nuovi gdr, è chiamato un "conflitto". Chi innesca un conflitto il giocatore stabilisce la "posta", ossia come vorrebbe che la storia proseguisse, poi si risolve il conflitto se vince chi innesca il conflitto la storia procede come da lui stabilito, altrimenti decide l'altro, solitamente il master. In un'approccio del genere ciò che conta è l'obbiettivo e la coerenza narrativa, non il numero di missili, proiettili, carri o quel che volete utilizzati.
uno dei perché i GDR non mi hanno mai convinto (eufemismo); imho al lancio di n missili deve corrispondere un probabilità k di centrare il bersaglio in qualche modo proporzionale a n, tutto qua. Se poi la cosa è a discrezione del narratore va bene ma per me è meno "convincente" ;-)
Questo non è un GDR è un wargame aeronavale stile Harpoon, ma semplificato. Per rispondere alla prima domanda di Prostenico, questo sistema integra già il numero di missili nei modificatori del sistema d'arma. Si tirano più dadi solo in caso di bersagli multipli, il che lo trovo molto meno dispendioso di tempo ed energie, senza che influisca troppo sull'aspetto probabilistico. Un sistema molto elegante.
Acque Territoriali libiche, fronte alla città di Misrata Dopo lo spiacevole incidente con il Mirage del governo di Tobruk, il gruppo navale 17 si portava per ordine del Contrammiraglio Utili al massimo livello di prontezza operativa, vale a dire con gli equipaggi in condizione di guerra, incluse le protezioni antincendio individuali a portata di mano da indossarsi al primo segnale di contatti aerei sospetti. I due vascelli del gruppo navale si mettevano ad incrociare un miglio al di fuori delle acque territoriali libiche e si preparavano per le operazioni di messa a mare delal prima ondata di forze italiane. Nall' hangar mezzi del S.GIORGIO il Sottotenente di Vascello Vaini si teneva il briefing finale riguardante l'operazione. Come tutti gli scenari di campagna di Force on Force, anche questo scenario iniziale sarebbe durato dai 5 agli 8 turni, con una certa componente casuale sulla durata effettiva dello stesso. Mentre gli uomini e le donne (vista la presenza del Gurdiamarina Sangani) delle unità da sbarco si preparavano, Vaini convocava i leader delle unità interessate. Davanti ad una grande carta della zona portuale di Misrata e delle immediate aree inland, il comandante della componente terrestre di diamante cominciava la sua esposizione. Accanto lui, il comandante della missione di presa di terra, Capo scelto Sergio Verdotto. "Bene; per cortesia l'attenzione di tutti..." ed il brusio della piccola platea riunita di fronte a Vaini cessò di colpo. "Allora, con le prime luci dell'alba cominciamo le operazioni." Vaini prese un'asticella per indicare i vari punti sulla carta. "Questo" puntò l'asticella sulla carta "è il tratto di litorale dove dovrete prendere terra. Subito prima che lasciate la nave, il Capitano di Vascello Ardito lacerà un elicottero per la ricognizione della zona e vi riferirà direttamente via radio mentre vi avvicinate al porto. Avrete a disposizione tre gommoni d'assalto." Piccola pausa per permettere di interiorizzare il pistolotto introduttivo. "Il primo trasporterà la sezione di comando e supporto; questo è il tuo Sergio. Insieme a te viaggeranno il Capo Medico Scelto Vergottini, ed il Guardiamarina Sangani. Compito della sezione, naturalmente é il comando e controllo della forza a terra, l'assistenza linguistica con i locali e l'eventuale, speriamo non necessario, intervento medico di primo soccorso in caso di necessità. Tutte le attrezzature sono già pronte sul primo Gemini. "Il Secondo gommone" Vaini rivolse lo sguardo verso il tiratore scelto del Plotone Capo Luca Gregonese. "trasporterà il team da ricognizione e tiro di precisione. Come ha richiesto, Gregonese, le ho fatto sostituire il Barret con un più leggero e soprattutto meno vistoso Lapua 338 per questa prima missione di presa di contatto. "Il terzo gommone trasporterà la sezione di manovra vera e propria costituita dall'arma base. Questo fire team sarà comandato da lei Richardson ed avrà a disposizione, oltre a lei, due fucilieri di marina." Terminata l'analisi delle forze assegnate, Vaini lasciò la parola al suo vice che avrebbe guidato la forza sul campo. "Ok ragazzi" attaccò il Capo Scelto Sergio Verdotto senza convenevoli. "Gli obiettivi di questa missione sono i seguenti, puntò l'asticella sul compound dei pescatori. "Questo complesso sarebbe molto comodo per noi per impiantarci la base operativa della componente a terra della missione. Quindi noi, una volta a terra, verificheremo la disponibilità dei locali a cedercela se possibile. Se no, obiettivo in subordine è di cominciare a delimitare un'area a ridosso della spiaggia o della zona dei moli per costruire di sana pianta una base alternativa." "Secondo obiettivo" Verdotto puntò l'asticella su di un incrocio vitale per il controllo della zona. "Dobbiamo avanzare da qui lungo la strada principale che conduce al porto e prendere il controllo di questo incrocio. Questo Greconese è compito suo. La sua sezione esplorante, avanzerà dalla spiaggia lungo la suddetta strada, o via laternativa da lei ritenuta migliore, e si pianterà qui" indicò la parte finale di un prato deserto dietro al compound dei pescatori. "Da qui controllerà qualunque movimento lungo la strada di accesso al porto. "Terzo ed ultimo obiettivo della missione è quello di stabilire il contatto con le forze di polizia locali, che sono parte della guardia costiera e di instaurare subito un clima di collaborazione. Occorre verificare la disponibilità delle autorità locali a cederci parte dell'edificio della guardia costiera stessa o altro edificio, per impiantare gli uffici relativi alle pratiche di immigrazione che le unità addette espleteranno una volta che il contingente sarà fermamente attestato a terra nella sua totalità." "Ultima cosa, ma certo non meno importante...regole di ingaggio": valgono le normali regole di legittima difesa. Mi raccomando nel caso, la stretta proporzionalità tra offesa e difesa. Naturalmente auspico e spero che nulla di ciò sia necessario. Il Sottocapo Verdotto, guardò uno ad uno i leader delle sue sezioni. "Vediamo di cominciarla bene questa missione ragazzi. Diamo subito un'impressione di efficenza, professionalità e cortesia che ci porti subito vicino alle autorità locali e alla popolazione. Come sempre, in una missione di questo tipo" ed il sottocapo di queste ne aveva già all'attivo parecchie," è fondamentale il clima di serenità e sicurezza che riusciamo a creare nella zona di operazioni...Domande?" Il Sottocapo Augusto Richardson alzò la manina e ricevette immediatamente il permesso di intervenire. "Si sa qualcosa dello stato d'animo della popolazione civile nei nostri confronti?" Prima che il Vapo Scelto Verdotto potesse replicare, si inserì a rispondere Vaini, che era rimasto finora silente ed in ascolto dell'esposizione del suo vice. "L'operazione è stata approvata dal governo di accordo nazionale, quindi dovremmo avere la piena collaborazione delle autorità locali. Quella della popolazione civile dovrebbe venire di conseguenza. La situazione della città si è andata normalizzando dopo la grande battaglia che è stata combattuta qui durante la prima fase della guerra civile nel 2011. Tuttavia secondo i rapporti che ho ricevuto dal Commodoro Utili, nella città c'é tensione. Non tutti sono allineati e pacifici col governo di accordo nazionale. Innanzi tutto c'é il pericolo di un'offensiva delle truppe regolari del genereale Harrar che stanno per conquistare Sirte. In secondo luogo vi sono elementi non allineati al governo nell'area, e che perseguono una loro agenda separata: ci sono gli elementi dell'ISIS a sud della città, anche se ancora alquanto lontani, ci sono possibili elementi armati facenti parte delle milizie del GNA, non proprio allineate, ed infine ci sono le organizzazioni diciamo così, malavitose, dedite al commercio di armi e migranti; il secondo aspetto essendo quello che ovviamente a noi interessa di più." "Ora" continuò il Sottotenente di Vascello "Noi dobbiamo tenerci in atteggiamento neutrale e professionale nei confronti delle autorità locali e della popolazione. E' imperativo che non diamo l'impressione del classico esercito straniero venuto a insegnare qualcosa a questa gente o ad imporgli alcuna delle nostre vedute. Noi siamo qui per regolamentare l'emigrazione da questo posto verso l'Europa e basta." "E se siamo testimoni di episodi di violenza?" intercalò il sottufficiale anglo italiano. "Interveniamo con tatto e contattiamo immediatamente le autorità locali a cui lasciamo che si sbrighino i cacchi loro. E assolutamente chiara questa cosa? Non siamo qui per interferire nella vita di questa gente, e per dirvi la verità, ne sono ben lieto." Per me questi selvaggi sono ben al di là del recuperabile, pensò naturalemente senza dire nulla ai suoi uomini l'ufficiale di marina italiano.