AAR La Fortezza sul Volga

Discussione in 'The Operational Art of War' iniziata da Luigi Varriale, 20 Agosto 2024.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Nella notte tra il 21 ed il 22 i combattimenti gradatamente riprendevano in alcuni limitati settori del fronte di Stalingrado.

    La novità più importante era la spinta di elementi avanzati della 295a divisione di fanteria verso l’approdo 62. Un battaglione di fanteria tedesca, appoggiato dagli onnipresenti cannoni anticarro usati per demolire gli edifici dove i sovietici ci erano barricati. Con un potente attacco appoggiato da aviazione ed artiglieria divisionale, i Tedeschi riuscivano a sloggiare una compagnia di 50 operai sovietici dalle difese intorno all’approdo, ma non riuscivano ad avanzare, bloccati dai mortai da 82 millimetri della 92a brigata di fanteria di marina e dai cannoni di un plotone di carri leggeri; dovevano fermarsi e mettersi al coperto prima di aver raggiunto i loro obiettivi. La compagnia di operai veniva in seguito riorganizzata e posta in riserva, mentre le posizioni perdute venivano rioccupate prima in nottata dal II battaglione della 92a brigata di fanteria di marina.

    Da segnalare anche nel settore della fabbrica dei trattori, la decisa azione della compagnia comando della 11a divisione della NKVD (una compagnia motorizzata di 120 uomini che ne prevedeva 200 a pieno organico e che contendeva il terreno al nemico palmo a palmo, conducendo una ritirata graduale verso la fabbrica allo scopo di dare il tempo alle difese del complesso di essere organizzate. Alla divisione rimanevano quattro risicati battaglioni, tre dei quali combattevano 3-4 chilometri ad est della fabbrica Barricady, mentre il quarto era appunto parte della difesa della fabbrica dei trattori. Queste forze verranno completamente distrutte nella notte.

    Nel settore sud, un ennesimo attacco da parte della 29a divisione motorizzata aveva fatto ulteriori leggeri progressi lungo la sponda del Volga; i Tedeschi erano giunti a tre chilometri dall’approdo centrale tramite due violenti attacchi portati dal 15°reggimento di fanteria appoggiato XXIX battaglione blindato esplorante. Il primo attacco i Russi avevano respinto, causando al nemico 160 morti tra la fanteria e 40 tra i genieri d’assalto che vi avevano preso parte. Inoltre venivano distrutte due autoblindo pesanti tedesche, due erano danneggiate oltre ad uno StuG III. I Tedeschi perdevano anche un semicingolato. I resti del battaglione della guardia che difendeva la posizione però era costretto a ritirarsi sotto la pressione avversaria. Con un selvaggio contrattacco una nostra vecchia conoscenza, il II/272°reggimento della NKVD, riconquistava la posizione facendo sloggiare la scossa fanteria tedesca a colpi di bombe a mano e coltelli. I mezzi corazzati visiosi attaccati con bottiglie incendiarie e rimasti senza l’appoggio della fanteria, si ritiravano poco dopo. In questa azione i Russi perdevano 130 uomini ed un M-3 del comando di settore. Ci mancò poco che venisse colpito anche il mezzo del generale Krumilov dai mortai tedeschi. Dopo questa notevole azione però i Tedeschi non si perdevano d’animo e rinnovavano l’attacco qualche ora dopo, aggiungendo il 71°reggimento di fanteria della 29a motorizzata. A quel punto il II/272° NKVD che era solo a difendere la posizione con 160 fucili e due mitragliatici, cedeva di schianto. I tedeschi irrompevano nelle posizioni occupate dai Sovietici e prendevano molti prigionieri al prezzo di un’altra ventina tra morti e feriti tra le loro fila. Bilancio totale dell’azione, 800 metri per i Tedeschi, che vennero alla fine fermati davanti alle difese improvvisate del I/271°NKVD, dei resti del II/39°della guardia e del battaglione sicurezza del comando alternato della 62a armata.

    Lo schieramento difensivo dei Sovietici in questo settore andava dal Volga alla periferia ovest e lasciava scoperto il fianco destro di un tre chilometri all’estremo di tale periferia. A guardia di tale fianco, all’estrema sinistra della posizione tedesca, c’era il fortissimo II/26°panzergrenadieren, prestato daall 24a panzer alla 29a motorizzata proprio per evitare possibili idee dei Russi in quel settore. In più era stata identificata una compagnia di carri armati tedeschi, tramite rapporti dei civili, subito dietro a questo fortissimo battaglione meccanizzato. Tuttavia sulla destra di questo battaglione le pattuglie ed i cecchini russi segnalavano solamente la presenza di una batteria o due di cannoni antiaerei, e quindi per un po’ il generale Krumilov meditò un contrattacco in quel settore con l’idea di riprendere il silo, l’approdo sud ed accerchiare i due reggimenti di fanteria della 29a divisione motorizzata. Sarebbe stata un’azione temeraria, spettacolare e che avrebbe senza dubbio potuto segnare le sorti della battaglia di Stalingrado; ma la domanda era: c’erano forze sufficienti per un tale contrattacco? C’era poco da utilizzare: il 911°reggimento della 244a divisione di fanteria, ridotto ad un terzo dei suoi effettivi e che tra l’altro guardava il fronte contro il suddetto battaglione panzergrenarieren, e tre battaglioni della NKVD, che se avevano qualche valore in difesa tra le macerie, in attacco dato il loro quasi inesistente armamento non potevano essere considerati una forza affidabile. Dopo varie cogitazioni Krumilov, consultatosi anche don Kuidov, decise che il contrattacco sarebbe stato controproducente, anche alla luce del fatto che una compagnia carri tedesca era stata, come detto, individuata in seconda schiera, Krumilov preferì saggiamente mantenere le sue scarse forze in posizioni protette e fortificata invitando il nemico a rompersi la testa contro di queste.

    In nottata cominciava il trasferimento del 161°reggimento della 95a divisione di fanteria, giunto all’approdo centrale qualche ora prima. Questo reggimento era urgentemente richiesto nel settore del Kurgan, dove la compagnia comando di Kuidov e i due esauriti battaglioni della guardia di quello che rimaneva della 13a divisione di Rodimtsev oramai non potevano più trattenere la 24a divisone panzer e la 71a divisione di fanteria tedesche. L’operazione di soccorso si presentava particolarmente complessa in quanto il 161°non si pensava potesse arrivare in tempo per prevenire un disastro – il nemico era a 3 chilometri dal Volga – Quindi il compito di portare un primo soccorso al comando d’armata e delle truppe che combattevano direttamente ai suoi ordini fu dato ad un battaglione del 241°reggimento della stessa 95a divisione, che comunque avrebbe dovuto marciare a tappe forzate tra le rovine della città e sotto il fuoco dell’artiglieria nemica per raggiungere le nuove posizioni e non era affatto sicuro che sarebbe arrivato in tempo. Pur tuttavia il movimento cominciava; il resto del 241°era ancora sulla sponda est ed il suo trasferimento in città era previsto per il giorno successivo.

    Sempre nella notte tra il 21 ed il 22, il comando divisionale di Batjuk ed il 1045°reggimento giungeva all’approdo Skudry.

    Dal momento che in questo periodo le direttive generali del comandante della 62a armata erano per lo più di rinforzare le difese allo scopo di causare il massimo rateo di perdite al nemico che avesse proseguito con la sua offensiva, vediamo come questa temporanea organizzazione difensiva si articolava settore per settore.

    La 62a armata era articolata in settori difensivi.

    Il settore sud, a difesa contro le truppe tedesche che raggiunto il Volga nel quartiere Minima stavano tentando di risalire lungo la sponda del fiume per eradicare da sud a nord i Russi dalla città. Il comando qui apparteneva al generale Krumilov, vicecomandante della 62a armata ed alla data del 22 settembre era oramai costituito per la maggior parte da battaglioni polizia della NKVD, abbarbicati al terreno e sfruttanti l’ambiente per riequilibrare la decisa disparità di armamento con i Tedeschi. Ai fianchi di questo schieramento della NKVD, ad ovest vi era l’unico reggimento rimasto della 244a divisione di fanteria e ad est, vicino alla sponda del Volga, 180 guardie della 13a divisione ed il battaglione comando di Krumilov, 340 tra assaltatori e fucilieri, appoggiati da cannoni antiaerei da 37 millimetri e semicingolati americani M-3 garantiti dagli Stati Uniti tra i vari sistemi d’arma che gli Americani fornivano alla Russia per difendersi dall’aggressione tedesca. Opposta a queste forze c’era la 29a divisione motorizzata, appoggiata da elementi della 24a divisone panzer e dalla 94a divisione di fanteria.

    Il settore centrale/Kurgan, si snodava dalla Piazza Rossa alla fabbrica chimica Lasur. Questo era un settore vasto di quasi 15 chilometri di fronte, ed era anche quello in quel momento più delicato in assoluto. Si andava dal sottosettore della stazione centrale difeso dai resti della 10a e della 42a brigata di fanteria, appoggiate dal 34°reggimento delle guardie di Rodimtsev, a quello della raffineria di petrolio, tenuto dall’appena giunto in rinforzo 90°reggimento della divisione Matrinenko (95a). vi era poi il sottosettore del Kurgan di Mamayev vero e proprio, oramai non più nelle mani dei Russi, ma chiamato ancora con il suo nome originario a rafforzare la certezza che i Russi l’avrebbero presto ripreso. Questo sottosettore oltre che a contare tra i suoi difensori il comando d’armata del generale Kuidov in persona, disponeva anche degli unici due battaglioni rimasti del 42°reggimento della 13a divisione della guardia. Questo era il settore più critico: qui la 24a divisione panzer, punta di diamante dello sforzo tedesco a Stalingrado, era a tre chilometri dal Volga, appoggiata dalla 71a divisione di fanteria e reparti minori del genio, di cannoni d’assalto e di carri armati. Qui Paulus aveva deciso per lo sforzo principale ed aveva scelto bene il punto. Per i Russi Era in corso di affluenza un battaglione della 95a divisione di fanteria russa a difesa di questo importante nodo strategico, ma non era ancora giunto nelle posizioni previste e comunque un solo battaglione non sarebbe stato sufficiente a trattenere due divisioni tedesche di cui una corazzata. Il piano era quello di portare ancora un reggimento intero della 95a divisione a difesa di questa zona.

    Il settore Ottobre Rosso, si incentrava sull’omonima fabbrica difesa dalla 92a brigata di fanteria di marina; brigata controversa e discussa a causa delle sue prestazioni altalenanti, in special modo in quanto unità d’élite della Marina Sovietica. In questo settore un insieme della 295a divisione di fanteria, appoggiati da elementi della 71a ed ancora una volta della 24a divisione corazzata (battaglione anticarro), avevano raggiunto il volga il giorno 19. Ad ulteriore rinforzo del settore i Tedeschi avevano schierato in zona anche il Kampfgruppe Stahel, un reparto ad hoc della Luftwaffe che combatteva a terra. Il reparto della consistenza di una brigata si era già distinto in combattimenti precedenti. Le forze germaniche presenti in questo settore avevano occupato metà della fabbrica Ottobre Rosso, e come detto, raggiunto il Volga all’altezza del cosiddetto approdo 62, che prendeva il suo nome dalla denominazione dell’armata che difendeva la città. La difesa si imperniava sui due battaglioni di marinai che difendevano ancora la porzione di stabilimento in mano ai russi, il III ed il IV battaglione, rinforzati da una compagnia di quella che era stata la 137a brigata carri dotata di mezzi leggeri T-60. Tale compagnia contava al 22 settembre 6 carri armati leggeri. Il comando della brigata era posizionato alle spalle di questi due raparti di fanteria di marina e la compagnia carri era stata inglobata nel reparto di sicurezza di tale comando (colonnello Armis Butrenko), costituito da 150 tra assaltatori e fucilieri con una ventina di camion per il servizio logistico e di trasporto truppe. Nella posizione in cui la brigata si trovava per la verità non c’era un gran bisogno di trasporto truppe; il III ed il IV battaglione erano abbarbicati alle rovine di quello che ancora tenevano dello stabilimento e si erano ampiamente trincerati tra le macerie. Il fianco sinistro, sulla sponda del Volga, era tenuto dal provato secondo battaglione, dietro al quale era stata posizionata in riserva una compagnia di operai della fabbrica che avendo perso i loro edifici dove lavoravano erano stati trasformati in fanteria armata di ogni genere di arma, compresi coltelli ed altre armi bianche oltre che bombe a mano, bottiglie molotov e qualche fucile. È da tenere presente che il fronte in questo settore correva anche qui da est a ovest invece dche da nord a sud, in quanto i Tedeschi raggiunto il Volga tendevano a fare una conversione per la sinistra ed a ripulire il resto del settore. Sul fianco destro il fronte era tenuto dai resti della 9a brigata motorizzata rimasta oramai con 300 uomini, 18 veicoli e varie armi di supporto, rinforzata dall’ultimo elemento rimasto della 315a divisione di fanteria; un plotone di una quarantina di uomini con tre sottufficiali. All’estremo ovest, quasi presso il villaggio dei lavoratori, c’era l’ala destra dello schieramento russo costituita dal I battaglione di marinai. Questo reparto aveva sostenuto una serie di battaglie nei giorni precedenti nei quali i Tedeschi avevano tentato di approfittare della sua posizione isolata e facente funzione di spartiacque dell’attacco tedesco. Ma il battaglione era ancora lì a riscattare parzialmente precedenti prestazioni discutibili della 92a brigata.

    Il settore Barricady si poteva dire che fosse quello più tranquillo del teatro. aliquote minime della 295a divisione di fanteria tedesca premevano verso est ma senza molta convinzione. Il fortissimo reparto sicurezza e comando della 6a armata continuava spavaldamente a risiedere presso il villaggio dei lavoratori, ma i Russi non avevano sufficienti forze per attaccalro, né aviazione con cui bombardarlo. Il comando di Paulus si teneva poi a distanza di sicurezza dall'artiglieria russa situata sull'altra sponda del Volga. Si stava valutando la possbilità di trasferire un reparto di artiglieria sulla sponda ovest ma in quel momento i traghetti erano impegnati in cose più importanti. I due battaglioni tedeschi a 4 chilometri dal complesso industriale Barricady erano guardati da 3 battaglioni della NKVD e finché questi rapporti di forze non fossero sostanzialmente cambiati, questo per i Tedeschi era un settore secondario.

    Infine Il settore della fabbrica dei trattori non appariva al 22 settembre particolarmente problematico. Il motivo di ciò non era un rallentamento della pressione tedesca in quest’area del teatro di operazioni, bensì il fatto che la ricognizione sovietica in quella zona era oltremodo scarsa dal punto di vista delle pattuglie e le “soffiate” dei civili dietro le linee non potevano compensare questa manchevolezza in maniera sufficiente. Si sapeva che i Tedeschi mantenevano in zona due divisioni; una motorizzata e l’altra di fanteria, La compagnia comando della 11a divisione NKVD che aveva avuto per lungo tempo il comando del settore aveva condotto una sagace ritirata ritardatrice lungo la ferrovia Orlovka-Stalingrado, e adesso le truppe tedesche si trovavano a circa tre chilometri dal distretto industriale vero e proprio. Stavano però cominciando ad affluire rinforzi russi anche in questo settore. L’intera divisione di Batjuk era destinata lì ed il comando divisionale, con due battaglioni del 1045°reggimento ed uno del 1043°erano già sbarcati presso l’approdo Skudry insieme al comando divisionale che avava preso il controllo tattico della zona. Già trincerati all’interno del complesso industriale c’erano due compagnie di operai, che smontati dal lavoro a turno si occupavano della difesa della fabbrica, un plotone di carri T-34 sempre guidati da civili, il IV battaglione della 149a brigata di fanteria ed un battaglione della NKVD. In arrivo da nord c’erano inoltre un secondo battaglione della 149a brigata di fanteria, il famoso 196°reggimento separato di Rynok del colonnello Nikita Abrusev, e due ulteriori carri T-34. Stavano inoltre per entrare in linea di combattimento, come abbiamo visto i battaglioni di avanguardia di Batjuk. La situazione rimaneva dunque critica ma gestibile.

    In definitiva alla fine di settembre 1942, la strategia generale del generale Kuidov, approvata anche dal generale Eremenko, era quella di una difesa il più ferma possibile nei rimanenti settori della città mantenuti dai Russi allo scopo di dissanguare il più possibile le forze tedesche, in attesa che il flusso di rinforzi cautamente concessi dalla STAVKA avessero portato alla possibilità di un contrattacco. I rinforzi a Stalingrado erano come sappiamo dai documenti ufficiali russi concessi giusto nella misura di mantenere la città, in quando l’alto comando stava raccogliendo le forze per le sue grandi operazioni controffensive del novembre dicembre su entrambi i fianchi della 6a armata tedesca e sulle forze alleate dei tedeschi sul Don. Alla fine di settembre dunque al comando della 62a armata albergava un moderato ottimismo, nonostante l’andamento non proprio favorevole delle operazioni delle ultime due settimane.
     
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    Ultima modifica: 19 Settembre 2024
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Durante la giornata del 22 le azioni dei Tedeschi si concentrarono particolarmente in due punti: il settore raffineria di petrolio/Kurgan ed il quartiere Ottobre Rosso. Si registrarono anche limitati attacchi in direzione della fabbrica dei trattori, ma questi altro non erano che la prosecuzione di azioni precedenti volte a stabilire una solida base per la preparazione dell'attacco finale al complesso industriale. Qui proseguiva la ritirata manovrata e l’azione ritardatrice della compagnia comando dell’11a divisione della NKVD, che oramai stremata e con 60 uomini e 4 mitragliatrici rimaste, cominciava a ripiegare all’interno delle linee del III/1043°reggimento della divisione di Batjuk, il quale, appena giunto in rinforzo, stava procedendo all'occupazione di una posizione tra le rovine alla destra del complesso. Gli elementi di avanguardia della 60a divisione motorizzata tedesca si presentarono per primi davanti alle linee russe per cominciare a sondarle; si trattava delle autoblindo del CLX battaglione esplorante della divisione motorizzata, coperti sul fianco da un battaglione di fanteria della 389a divisione e da un battaglione anticarro. Oramai la tattica dei Tedeschi di utilizzare batterie anticarro all’assalto degli edifici era diventata standard, e lo è ancora oggi nei combattimenti urbani con la differenza che oggi si impiegano i lanciatori Gauss ad alto impatto specializzati in questo ruolo.
    Durante la notte del 22, gli operai della fabbrica sfornarono altri tre T-34 che vennero schierati dagli stessi operai che li avevano assemblati, all’interno del complesso a scafo sotto ai muri perimetrali, e quindi la difesa veniva a comporsi come segue: Ala nord dello stabilimento: due plotoni di T-34 ancora da verniciare, IV/149a brigata di fanteria, 1077°reggimento antiaereo separato, che con i suoi venti cannoni tra i 37mm e gli 85mm, tornava utili sia contro la fanteria che contro mezzi blindati. I russi avevvano dunque una buona difesa ad armi combinate, con l’unico neo che i reparti eterogenei non coordinavano le manovre tattiche tra di loro e quindi c’era sempre molta confusione nell’emanazione e nell’esecuzione degli ordini. Con l’arrivo all’approdo Skudry del dei primi battaglioni della divisione di Batjiuk, questi assumeva il comando tattico della zona, come ufficiale più alto in grado e si trasferiva immediatamente con un plotone assaltatori e tre veicoli presso la fabbrica dei trattori per rendersi conto della situazione. Il resto del suo comando tattico lo avrebbe seguito più tardi. Leggiamo dalle sue memorie:

    Appena sbarcato presi con me una cinquantina di soldato di scorta armati con pistole mitragliatrici, il mio veicolo radio ed un paio di camion per trasportare la mia scorta e mi diressi immediatamente nel cuore del settore difensivo a me assegnato. I veicoli procedevano con difficoltà tra le distruzioni operate dall’aviazione nazista. Il compagno Kuidov mi aveva assegnato la difesa della fabbrica dei trattori ed io avevo con me solo due battaglioni del 1045°reggimento ed uno del 1043°; non molto per resistere alle due divisioni tedesche che stavano per piombarci addosso. Dei miei tre battaglioni, uno si stava già sistemando tra le macerie del complesso residenziale alla destra della fabbrica, il secondo era in marcia dall’approdo ed il terzo stava completando le operazioni di sbarco. Il resto della divisione era sparsa per mezza Rodina; un reggimento si stava imbarcando a Krasnya Sloboda ed un secondo era ancora in marcia ad est del Volga per raggiungere i punti di imbarco. Quando arrivai al complesso di smistamento mezzi della fabbrica dei trattori, trovai un affollamento di truppe disordinate e non coordinate da nessuno. Al comando c’era un tenente colonnello della difesa aerea che aveva schierato i suoi cannoni da 85 alle finestre dei pochi muri che rimanevano in piedi, fronte a ovest. Tutto era distrutto, tutto era in rovina. Il fumo ed in certi punti gli incendi provocati dai bombardamenti dell’aviazione e dell'artiglieria dei fascisti, aleggiavano su tutto il settore fino al Volga, ed il fuoco bruciava qualunque cosa fosse ancora combustibile. L’artiglieria tedesca, che evidentemente abbondava di munizioni, tuonava senza sosta e le strade ad ovest del complesso industriale erano un ammasso di macerie a perdita d’occhio con l’occasionale scheletro di muro ancora in piedi da utilizzare come riparo. Si faceva fatica a respirare e tra le truppe c’era un malcelato senso di paura e di malessere.
    Stavo appena iniziando a rendermi conto della situazione, quando un tenente della NKVD si presentò presso il “posto comando” della fabbrica e riconosciuti i miei gradi ritenne di fare a me il rapporto della situazione nell’angolo sud est del perimetro difensivo. l'ufficiale riferì che le pattuglie avevano individuato almeno due battaglioni di fanteria tedesca che si preparavano all’attacco contro il fianco sinistro del complesso industriale con il chiaro intento di spazzare il suo battaglione di polizia, o meglio quello che ne rimaneva. il Battaglione era ridotto oramai a 180 baionette rinforzati da 80 operai del turno di notte che difendevano quel lato della fabbrica. Mi guardai in giro e disposi seduta stante che il battaglione di fanteria schierato nel deposito smistamento si trasferisse presso la cinta perimetrale di sinistra, un cumulo di macerie che gli operai civili avevano fortificato nei due giorni precedenti con tutto quello che avevano trovato, dai blocchi crollati di cemento alle scrivanie. Mettere queste forze in riserva non sarebbe servito a nulla a causa dei problemi di coordinamento di cui ho accennato prima. Tra le rovine di fronte a me intravvidi fanteria appiedata nostra che sparava sporadicamente contro un nemico che ancora non si vedeva. L’ufficiale della difesa aerea mi informò che si trattava del commissario comandante della 11a divisione NKVD che combatteva da giorni ad ovest della fabbrica per rallentare l’avanzata dei fascisti. Il III battaglione del mio 1043°reggimento stava cominciando a schierarsi presso lo snodo ferroviario per le consegne dei mezzi, ed in riserva dietro lo schieramento disponevo di una seconda compagnia di operai, questi in attesa di prendere servizio per il secondo turno giornaliero. Fino a quell’ora sarebbero stati soldati, all'inizio del loro turno sarebbero ridiventati operai. Questo era l’eroismo e l’abnegazione dei cittadini sovietici.


    Il secondo settore dove i Tedeschi avevano picchiato duro durante la notte del 22 era quello del settore Kurgan. Qui elementi avanzati della 24a panzer, che pareva avere risorse inesauribili, aveva dato un’altra spallata ai due battaglioni di guardie superstiti assistiti dal comando d’armata ed in quel momento anche da un battaglione della 95a divisione di fanteria. L’attacco era stato portato su ampio fronte da una compagnia carri, una di cannoni d’assalto con l’appoggio di un battaglione della 71a divisione di fanteria a protezione dei mezzi corazzati e di una decina di cacciabombardieri Me-109 che a volo radente sganciavano bombe da 250 chili e mitragliavano i difensori. In questi combattimenti i Tedeschi persero un’ottantina di uomini ed i Russi circa la metà. Nonostante ciò i Tedeschi avanzavano lentamente ma costantemente, palazzo dopo palazzo verso il Volga dal quale distavano oramai meno di due chilometri. Si combatteva nelle stanze, nelle cantine, tra un piano e l’altro degli edifici, spesso corpo a corpo. Le guardie non davano e non domandavano quartiere e 190 uomini rimasti del battaglione sicurezza del comando d’armata non erano da meno. Tra l’altro oramai i Tedeschi avevano piantato un bel cuneo tra i difensori della fabbrica Ottobre Rosso (Fanteria di Marina) e quelli del settore Kurgan/raffineria, in quanto avevano occupato la fabbrica chimica Lasur ed erano giunti al Volga tra i due settori. Staffette di cittadini russi che ancora rimanevano caparbiamente in città nei quartieri occupati dal nemico, riportavano che sulla sponda tra i due settori c’era un posto comando tedesco dell’aviazione. Si riferivano al comando del Kampfgruppe Stahel.

    Nel settore Kurgan l’unica cosa che si poteva fare, e fu quella che Kuidov ordinò; riunire il battaglione di soccorso della 95a divisone con i due battaglioni delle guardie che ancora combattevano per sbarrare l’accesso al Volga da parte del nemico. Venne in tal modo create una difesa relativamente solida anche se su una linea breve di soli due chilometri, che era sempre in pericolo di essere aggirata. Motivo di tale timore era che la ricognizione aveva segnalato un battaglione di semicingolati tedeschi appoggiati da genieri d’assalto che avanzavano con difficoltà (per via delle macerie) oltre il complesso Lasur, sulla destra dello schieramento del Kurgan.

    Presso la raffineria di petrolio, il battaglione da ricognizione blindato della 24a panzer, accompagnato da due battaglioni di fanteria per la protezione vicina della 71a divisione di fanteria tedesca, si arano ancora addentrati di un chilometro in direzione del complesso con con asse sudovest-nordest, allo scopo di occupare l’importante stabilimento industriale. Qui però si era oramai insediato il 90°reggimento della 95a divisione di fanteria del colonnello Matrinenko, con il 161°che seguiva a breve distanza dopo essere sbarcato presso l’approdo Piazza Rossa. In più sul fianco destro del dispositivo tedesco nel settore c’era ancora il grosso della 13a divisione della guardia ed il comando di Rodmitsev, che comandava anche i resti della 10a brigata di fanteria motorizzata e della 42a brigata di fanteria. Queste forze russe rappresentavano una minaccia sul fianco destro dell’avanzata tedesca nel settore, e se i Russi fossero riusciti a portare nell’area ulteriori rinforzi, ad esempio il succitato 161°reggimento di fanteria, un attacco con asse sud-nord per isolare il complesso tedesco che attaccava la raffineria sarebbe potuto diventare possibile. I tedeschi, che parevano aver pensato a tale eventualità, si cautelarono mantenendo dall’estremo sud della loro posizione un forte battaglione di panzergrenadieren, pronto a qualunque evenienza.

    Da ultimo ma certamente non meno importante, nel settore fabbrica Ottobre Rosso, i Tedeschi avevano sferrato un ennesimo attacco, questa volta con direttrice tra tale complesso e quello Barricady. I Tedeschi si erano accorti che la difesa della fabbrica Barricady era molto avanzata, circa due o tre chilometri ad ovest del complesso e quindi provarono a piantare un cuneo corazzato composto dal battaglione panzer della 24a divisione (due compagnie) e dalla compagnia StuG della 295a divisione di fanteria. L’iniziativa aveva avuto un parziale successo, in un inusuale tentativo di applicare la Blitzkrieg in ambiente urbano ristretto. La spallata aveva respinto con perdite i resti della 9a brigata motorizzata ed aperto un varco verso la fabbrica Barricady, con il beneficio accessorio che il I battaglione della 92a brigata di fanteria di marina si trovava adesso quasi completamente accerchiato tra il villaggio dei lavoratori e la fabbrica Ottobre Rosso. Il colonnello Butrenko, comandante della 92a dovette prendere urgenti provvedimenti: ordinò al battaglione semi accerchiato di aprirsi la strada combattendo verso est, cosa che il battaglione fece subendo sensibili perdite causate del fuoco dei mortai e dei carri armati che sparavano lungo la direttrice della sua ritirata. In secondo luogo il colonnello ordinò ai resti della 9a brigata motorizzata (280 uomini con 5 fuciloni anticarro ed un singolo mortaio da 82) di riposizionarsi sulla direttrice di avanzata degli StuG e sbarrare la strada verso Barricady. Questo lasciava a difesa degli approcci nordest della fabbrica Ottobre Rosso con solo un plotone di fanteria e due mitragliatrici, ma era un rischio da correre. Se i Tedeschi avessero preso Barricady, l’intero complesso della NKVD che difendeva la fabbrica a ovest sarebbe stato circondato e distrutto.
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    Luigi Varriale

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    Nella notte del 22 settembre i Tedeschi continuarono i loro attacchi nei settori sud, Kurgan, Ottobre Rosso e fabbrica dei trattori. La prosecuzione dell’attacco nel settore sud era molto pericolosa perché minacciava di circondare il comando di Krumilov ed il II/39°guardie. I Tedeschi molto intelligentemente, avevano attaccato ai due fianchi della posizione di questi due reparti dove gli esausti battaglioni della NKVD erano oramai esausti. Fu a questo punto che il Generale Krumilov si rese conto che non avrebbe potuto resistere all’attacco unito della 29a motorizzata tedesca e della 94a di fanteria rafforzate da due nuove compagnie corazzate che i Tedeschi avevano gettato nella lotta. Un battaglione della 94a era giunto a 600 metri dall’approdo centrale e se lo avesse raggiunto, l’intero schieramento del settore sud sarebbe andato in crisi profonda. Come misura urgente Krumilov ottenne dal comando di armata in rinforzo la 137a brigata corazzata (appiedata) distaccata dalla riserva centrale della Piazza Rossa, la quale accorse a marce forzate a difendere l’approdo. Per fortuna era notte e l’aviazione tedesca non poté intervenire a distruggere la brigata in movimento. Arrivati sul posto i carristi del maggiore Marko Sevinsdki non ebbero nemmeno il tempo di preparare una posizione difensiva prima di ricevere il primo attacco esplorativo da parte del nemico. Il secondo problema era quello di spezzare almeno una delle tenaglie di accerchiamento messe in piedi dai tedeschi, costituite rispettivamente a est lungo la sponda del volga dal II/276° 94a divisione di fanteria e ad ovest da un battaglione motorizzato della 29a ed una compagnia carri del 29°reggimento panzer. Le alternative erano due: o il comando di Krumilov e le guardie si ritiravano nell’unico varco rimasto aperto in direzione nord, o contrattaccavano una delle due branche dell’accerchiamento per poter ristabilire un minimo di posizione difensiva là dove si trovavano. Dopo aver deciso per questa seconda più rischiosa alternativa, Krumilov ordinò naturalmente di attaccare l’ala più debole dalla doppia penetrazione ai fianchi operata dal nemico; quella lungo la sponda del Volga. Approfittando dell’arrivo appena in tempo della brigata carri appiedata, il Generale ordinò un violento sforzo congiunto da parte del suo battaglione sicurezza con in testa la compagnia assaltatori, del battaglione delle guardie (140 uomini) e da nord del I/272° reggimento NKVD. La 10a divisione NKVD era oramai giunta al capolinea, con 4 dei suoi 9 battaglioni di polizia completamente distrutti ed i rimanenti 5 al limite delle loro capacità di resistenza. Inoltre il gruppo sud aveva perso tutti i carri armati con cui aveva cominciato la battaglia. Il disperato contrattacco aveva il duplice scopo di allontanare la minaccia dall’approdo e di alleviare il pericolo di accerchiamento del comando e delle guardie. Nel frattempo si continuava a sperare che finalmente i Tedeschi fossero costretti prima o poi a fermarsi per esaurimento delle loro capacità offensive, dando il tempo ai Russi di far affluire ulteriori rinforzi per proseguire nella difesa della città.

    Nel settore del Kurgan due consecutivi attacchi da parte di un gruppo da combattimento misto della 71a divisione di fanteria comprendente una compagnia di cannoni d’assalto, di un battaglione di fanteria, e di una compagnia carri della 24a divisone panzer, venivano respinti entrambi con la perdita di una mezza dozzina di mezzi corazzati e di una quarantina di soldati da parte del nemico. Durante queste due azioni, il neo giunto battaglione della 95a divisione di fanteria cedeva durante primo attacco dopo tre ore ininterrotte di feroci combattimenti, ma il battaglione delle guardie (90 uomini) invece resisteva fermamente all’attacco tedesco. Il secondo attacco era assorbito quindi solamente dalle 90 guardie rimaste, le quali con un sapiente uso dei due cannoni da 45 rimasti al battaglione a distanze ravvicinatissime e dei 15 fuciloni anticarro utilizzati praticamente a distanze da arma bianca, riuscivano a respingere in extremis il secondo attacco, distruggendo 3 mezzi corazzati ed eliminando 20 soldati tedeschi. Il III battaglione, 42° reggimento 13a divisione della guardia veniva per questa azione decorato con la stella di Stalin, la più alta decorazione ottenibile da una unità militare dell’Armata Rossa.

    Nello stesso settore, sottosettore stazione centrale, il primo battaglione del 26° reggimento panzergrenadieren 24a divisione panzer, che costituiva la forza di sicurezza che guardava lo schieramento tedesco da un possibile tentativo di manovra aggirante delle forze russe, inspiegabilmente tentava di attaccare verso il centro, fronte al I/34° guardie e falliva in due diverse occasioni perdendo una trentina di uomini e una mezza dozzina di mortai colpiti dal preciso fuoco di controbatteria russo.

    Il problema principale per la 62a armata in questo settore era come utilizzare il 161°reggimento della 95a divisione di fanteria sbarcato il giorno prima presso l’approdo Piazza Rossa. Le opzioni evidentemente andare in soccorso del comando di armata e del 42°reggimento della guardia a nord, oppure dirigersi ad ovest per cominciare un’operazione aggirante nei confronti del fianco destro di tutto lo schieramento tedesco nel settore Kurgan/Stazione Centrale. Dagli appunti del generale Kuidov:

    ...Avevamo l’opportunità di infliggere un duro colpo al nemico se fossimo riusciti a manovrare in un modo che avrebbe portato alla distruzione del settore centrale nazista. Osservai il concetto di operazione su una carta nel mio improvvisato posto comando su ruote e diramai gli ordini necessari. Se volevamo iniziare questo ardito contrattacco dovevamo prima distruggere il reggimento panzergrenadieren che stava all’estremo ovest dello schieramento nemico e che guardava il suo fianco destro. Per questa operazione avevo un asso nella manica: una compagnia di carri armati della 6a brigata corazzata e i resti della 189a brigata carri (appiedata), oltre ad un battaglione di fanteria della 42a brigata. Queste forze stavano ritirandosi verso est essendo state tagliate fuori dal nemico nei giorni precedenti ed stavano risalendo il percorso verso il Volga. Queste unità disperse si erano messe in contatto radio con me e con il comando della divisione di Rodimtsev e noi le stavamo guidando alle spalle dello schieramento tedesco in un punto dove la linea nemica era debole e dove avrebbero potuto ricongiungersi a noi. Poi mi venne in mente di utilizzare queste unità come elemento della mia contromanovra per accerchiare il settore centrale nemico. Diedi dunque ordine di avviare il 161°reggimento della 95a divisione verso est facendo un largo giro intorno al battaglione di semicingolati nemici. In più, per questa manovra potevo contare sulle forze già presenti in zona, vale a dire il 34°reggimento della guardia, i resti della 10a divisione di fanteria (400 baionette) e 8 cannoncini antiaerei da 37mm...

    Dalle memorie del generale Kuidov si evince che egli decise di provare la manovra temeraria. Destinò dunque un ulteriore battaglione della 95a divisione alla difesa del settore dove combatteva il suo comando d’armata (a meno di due chilometri dal Volga) e di utilizzare appunto il 161°per un attacco sul fianco del nemico. Obiettivo finale l’accerchiamento di tutto il settore centrale tedesco.

    Nel settore Ottobre Rosso, i Tedeschi avevano proseguito il loro attacco, ma non avevano puntato, come era stato ipotizzato, verso la fabbrica Barricady minacciando concretamente di accerchiare il complesso di forze della NKVD schierato in profondità tra il complesso industriale ed il villaggio dei lavoratori presso il parco Skulpturny. Invece avevano piegato a destra con tutte le forze corazzate della 24a divisione panzer. Una mossa, a giudizio di Kuidov azzardata e sbagliata. Innanzi tutto i Tedeschi mandavano un battaglione di blindati tra StuG e carri tra una giungla di edifici senza adeguato supporto di fanteria, ed in secondo luogo erano avanzati troppo con la compagnia StuG che adesso era isolata e non protetta se non dall’artiglieria a lungo raggio tedesca. Kuidov non ci mise molto ad organizzare un contrattacco locale. Evidentemente l’obiettivo del nemico era quello di isolare la brigata di fanteria di marina dai suoi approdi. Tale scelta era prevalsa su quella più temeraria di raggiungere la fabbrica Barricady, soluzione che avrebbe lasciato le punte tedesche ancora più isolate dal grosso della 71a divisione di fanteria, della 295a divisione di fanteria e del gruppo Stahel. Anche la soluzione scelta dai Tedeschi però comportava dei rischi e Kuidov diede al colonnello Butrenko l’ordine di contrattacco immediato. Nonostante tutto ciò, la situazione per la 92a brigata di fanteria di marina rimaneva assai delicata. La brigata era esausta a come il resto dell’armata a causa dei continui combattimenti senza nessuna possibilità di rotazione o riposo delle truppe ed in una posizione precaria presso il Volga. Il II battaglione, appoggiato da una compagnia di operai della fabbrica, era oramai ridotto a difendere un ristretto perimetro intorno all’approdo 62 e una forte spallata nemica, conquistando questo punto vitale avrebbe messo in grossi guai l’intero impianto difensivo russo nel settore. La ricognizione riportava che il nemico stesse ammassando nella zona dell’approdo 5 battaglioni di fanteria, una compagnia StuG e due battaglioni anticarro, ed un attacco pareva molto probabile. Il II battaglione di fanteria di marina non aveva riserve. Non gli rimaneva che cercare di trincerarsi al meglio tra le rovine e le cataste di rifornimenti prossime all’approdo e sperare.

    Nel settore della fabbrica dei trattori infine i Russi stavano preparando un colpaccio. La sera precedente i Tedeschi, con un violento attacco, quattro battaglioni della 389a divisione di fanteria appoggiati dai blindati del battaglione da ricognizione della 60a motorizzata, avevano messo per la prima volta piede all’interno del complesso industriale. L’azione era costata loro 170 tra morti e feriti ma tre padiglioni della fabbrica e le fonderie per la tempra delle corazze dei T-34 adesso erano nelle loro mani. Occorreva ricacciarli al più presto o la catena di montaggio dei carri si sarebbe fermata. La compagnia di lavoratori ed il IV battaglione della 149a brigata di fanteria, nonostante una prolungata ed accanita resistenza durata ben quattro ore, dovettero alla fine cedere dopo aver lasciato sul terreno una settantina di perdite. I Russi si erano ritirati nel reparto assemblaggio e lì stavano tentando di ricostituire una difesa.

    I Russi però stavano anche tramando qualcos’altro nel settore fabbrica dei trattori. Con il favore dell’oscurità, non solo avevano piazzato due battaglioni della appena arrivata divisione di Batjuk in difesa sul fianco destro dello schieramento nella fabbrica, ma stavano anche predisponendo un movimento aggirante con un secondo reggimento fresco appena sbarcato come rinforzo all’approdo Skudry. Vero che il terzo reggimento della divisione si trovava ancora sulla sponda est, ma Kuidov aveva calcolato che due reggimenti gli sarebbero bastati per portarsi alle spalle dello schieramento tedesco che premeva contro la fabbrica e possibilmente distruggerlo. Il generale disponeva inoltre ancora più a ovest del 196°reggimento separato di fanteria, del II battaglione 149a brigata di fanteria e di una compagnia carri T-34 “civili”, reduci dalla distruzione del kampfgruppe della 16a divisione panzer, che adesso si preparavano ad un’analoga manovra nei confronti del grosso della 389a divisione di fanteria nemica. Non si avevano notizie della 60a motorizzata tedesca, di cui era stato individuato solo il battaglione blindato, ma si contava che i reparti di questa divisione sarebbero stati localizzati ad operazione in corso. Kuidov, molto temerariamente contava di adeguare le operazioni man mano che i dati sul nemico fossero stati aggiornati. Una presunzione pericolosa ma ben rientrante nel carattere irruento del generale russo. Del gli ufficiale russi non validi erano già stati spazzati via nel corso di un anno di operazioni sul fronte orientale. Rimanevano i duri e i capaci alla Kuidov.
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  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    All’alba del 23 settembre, il cielo si abbatté sulla testa dei Russi. Con un violentissimo attacco ancora ai danni della brigata di fanteria di marina, i Tedeschi conquistarono in meno di due ore l’intera fabbrica Ottobre Rosso, infliggendo alla difesa di Stalingrado un colpo molto serio e perdite sostanziali. Utilizzando sapientemente a rotazione le truppe della 24a panzer, della 295a di fanteria, del gruppo Stahel ed anche elementi della 71a di fanteria, i Tedeschi spazzarono via un intero battaglione della brigata russa. che cedette di schianto rinchiudendo gli altri tre in una piccola sacca intorno all’approdo 62 che non dava nessuna garanzia di tenere per molto. Insieme alla 92a brigata erano circondati anche una compagnia di lavoratori che era riuscita a districarsi dalle rovine della fabbrica cinque carri leggeri ed i superstiti della 9a brigata motorizzata con 150 uomini e due mortai. E non era tutto: i suddetti 150 uomini e due mortai erano tutto quello che giunti a quel punto, si frapponeva tra i Tedeschi e la fabbrica Barricady; e di truppe per difendere tale complesso industriale immediatamente disponibili non ce n’erano. Kuidov dovette ammettere che era stato sconfitto in quel settore dalla superiorità della manovra tedesca e come disse nelle sue memorie, dalla codardia della 92a brigata di fanteria di marina”.

    Ad un esame più accurato però, occorre ridimensionare tale giudizio del generale Kuidov. La brigata di fanteria di marina si era venuta a trovare in una situazione semi disperata con due divisioni nemiche da controllare, più una brigata di formazione; il gruppo Stahel. Ed una di queste formazioni tedesche era pure corazzata. Il battaglione all’interno della fabbrica che aveva ceduto, era stato in verità distrutto. Risulta dagli archivi tedeschi, che nell’azione III/194° 71a divisione di fanteria prese 12 prigionieri del battaglione di marinai russi che difendeva il complesso centrale della fabbrica. Il resto erano morti o gravemente feriti, e quindi non si può parlare esattamente di codardia. Semmai forse Kuidov si era aspettato troppo da una singola brigata di fanteria. Fatto stava che occorreva a quel punto correre velocemente ai ripari, anche perché i Tedeschi nelle prime ore di quel 23 settembre non avevano martellato solamente in quel punto, mostrando che il loro potenziale offensivo ancora era lungi dall’essere esaurito.

    Nel settore sud, che chiamiamo ancora sud solamente per chiarezza, ma che oramai si avvicinava alla Piazza Rossa, i Russi erano si riusciti a respingere contrattaccando la tenaglia debole del doppio attacco nemico presso l’approdo centrale, ma i Tedeschi avevano spinto ancora più in profondità la tenaglia forte, quella ad est, costituita dal 15°reggimento della 29a motorizzata con in testa una compagnia carri, e minacciavano comunque sia di puntare direttamente sulla Piazza Rossa che di isolare il comando di Krumilov il I/271°NKVD e la 137a brigata carri (appiedata), dal resto della difesa russa nel settore. E la cosa peggiore era che sui fianchi di questa penetrazione tedesca non sembrava ci fossero forze sufficienti per un contrattacco. I poliziotti dlal 10a NKVD, con i loro fucili e bombe molotov, non erano truppe in grado di sviluppare un'azione offensiva credibile.

    Nel settore stazione centrale/raffineria il I/34°reggimento guardie, quello decorato il giorno prima con la Stella di Stalin, veniva anc'esso completamente distrutto da un ennesimo attacco di un battaglione di panzergrendieren. I continui attacchi in questo settore non avevano nessuna pretesa di manovra in alcuna direzione, ma solamente quella si smantellare pezzo per pezzo il dispositivo difensivo russo. In questa zona Kuidov stava preparando un contrattacco alle spalle dei Tedeschi, che si sperava avesse potuto alleviare la pressione. I rinforzi portati dai Russi nel settore raffineria/stabilimento chimico Lasur avevano per il momento bloccato l’avanzata dei Tedeschi. Tali rinforzi consistevano in due battaglioni di fanteria della 95a divisione e per il momento si stavano rivelando sufficienti. I settori raffineria e Piazza Rossa erano temporaneamente i più tranquilli anche se purtroppo incassati tra altre due zone di combattimento dove i Tedeschi stavano premendo fortissimo; il settore sud ed il settore Ottobre Rosso.

    Tornando appunto al settore Ottobre Rosso, il pericolo che cadesse in breve tempo anche la fabbrica Barricady, era adesso estremamente reale. La difesa dei Russi, dopo gli ultimi devastanti combattimenti che avevano visto cadere la fabbrica Ottobre Rosso nelle mani dei Tedeschi, era ristretta in una sacca sulla sponda del Volga presso l’approdo 62 ampia circa tre chilometri quadrati. In questa sacca c’erano i tre rimanenti battaglioni della fanteria di marina, una compagnia di lavoratori, ed una compagnia corazzata. Isolati da questa enclave, a nord, c’erano i resti della 9a brigata motorizzata (150 uomini, 4 fucili anticarro e 13 camion). Una possibilità che si apriva alle forze russe era quella di evacuare le forze rinchiuse in questa sacca per sbarcarle quattro chilometri più a nord esattamente presso l’approdo Barricady. In tutta onestà il generale Kuidov doveva valutare con estrema attenzione questa opportunità dal momento che truppe per difendere la fabbrica Barricady non ce n’erano se si escludono i tre battaglioni della NKVD della 11a divisione che erano stati allegramente “dislocati”, e cioè mal piazzati a causa delle manovre dal nemico in una inutile posizione d’attesa di un attacco che non venne mai lanciato, mentre il vero attacco, con il grosso delle truppe tedesche d’assalto svilupparono invece la loro offensiva proprio contro la fabbrica Ottobre Rosso. Questa in gergo militare èchiamata una manovra dislocante (per il nemico) ed al generale Paulus era riuscita in pieno.

    In ogni caso, nonostante tutte queste riflessioni operazionali e strategiche, durante la giornata del 23 i Russi non poterono fare altro che cercare di rafforzare il più possibile le difese nelle posizioni in cui si trovavano in quanto come sappiamo l’assoluto dominio aereo tedesco impediva qualunque manovra durante le ore diurne che non fosse una manovra di assoluta emergenza e compiuta a grave rischio delle truppe in movimento. In pratica i comandanti russi a qualunque livello ordinativo avevano tutti il problema di dover pianificare i loro movimenti esclusivamente durante la notte, non solo per raggiungere le posizioni volute per quella notte, ma anche cercando di prevedere quale migliore collocazione le loro truppe avrebbero potuto e dovuto avere durante la giornata successiva, dato che risultava impossibile muovere le forze durante tale giornata.
     
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  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Durante la notte tra il 23 ed il 24 settembre, sorprendentemente, i Tedeschi non continuarono alcune tra le più pericolose (per i Russi) che avevano intrapreso durante la giornata precedente, con l’eccezione di un attacco abbastanza violento nel settore sud (d’ora in poi approdo centrale), dove un massiccio assalto di una compagnia carri della 29a divisione motorizzata causava l’apertura di uno squarcio nelle linee russe tenute dal battaglione sicurezza del comando di Krumilov, e dal I/271°NKVD. Queste forze Russe erano costrette a ripiegare sull’approdo centrale, lasciando sospese e mezzo tagliate fuori tutte le altre truppe della 10a divisione NKVD a est e i resti della 244a divisione. In fretta Krumilov dava disposizioni per cucire parzialmente questa apertura. Anche in questo settore era oramai evidente che i Tedeschi avevano battuto con la manovra Krumilov che si era ritrovato con le forze nel posto sbagliato al momento sbagliato. Un altro esempio ben riuscito a favore dei Tedeschi di manovra dislocante ai danni delle meno tatticamente agili unità russe. Non c’era dubbio che non appena i Tedeschi acquistavano uno spiraglio di libertà di manovra, ciò si ritorceva immediatamente a svantaggio dei Russi, che combattevano bene in scontri posizionali, specialmente in ambiente urbano, sino a quando tali scontri permettevano poca o nessuna libertà di manovra. Come vedremo però, Kuidov, molto coraggiosamente cerchrà di impostare azioni controffensive manovrate.

    Nel settore Ottobre Rosso, i Tedeschi non spingevano oltre la loro offensiva sulla sacca nella quale avevano rinchiuso i resti della brigata di fanteria di marina. Evidentemente ritennero di dare una nottata di riposo alle due divisioni che avevano condotto il riuscito attacco del giorno prima. Si limitarono dunque ad abbozzare una manovra di accerchiamento del contingente della NKVD posto a difesa tre chilometri a sud ovest della fabbrica Barricady; manovra portata con un battaglione del 21°reggimento panzergrenadieren appartenente alla 24a divisione corazzata. Tale manovra era tesa a destare le preoccupazioni del comando russo con la conseguenza possibile di una ritirata dei tre battaglioni della 11a divisione NKVD che difendevano i quartieri dei lavoratori ed il parco Skulpturny ed allo stesso tempo a ricreare un solido collegamento tra la 24a divisione panzer e la 295a divisione di fanteria.

    Questa limitata libertà di manovra di cui i Tedeschi avevano goduto nei giorni precedenti, si traduceva, durante la notte del 24, oltre che nelle operazioni all’approdo centrale di cui abbiamo detto sopra, anche in una rinnovata offensiva nel settore della fabbrica dei trattori, dove un primo attacco venne respinto da una compagnia di lavoratori ed un plotone di T-34. L’attacco fu portato da due battaglioni di fanteria appoggiati dai blindati del CLX battaglione esplorante della 60a divisione motorizzata e costò la perdita di una motocicletta di tale battaglione ed una dozzina di feriti per i Tedeschi, contro la distruzione di un carro armato russo che causava il ripiegamento degli altri due. Successivamente un secondo attacco veniva portato con fanteria tedesca in testa questa volta, e sloggiava definitivamente gli esausti operai russi dalle posizioni che occupavano, consentendo così ai Tedeschi di occupare a quel punto due terzi del complesso industriale. Con ciò il montaggio e la consegna dei T-34 per la battaglia di Stalingrado si interrompeva. era dunque urgente per i Russi riprendere gli edifici del reparto produzione al più presto.

    Al punto in cui stavano le cose, il Generale Kuidov, dal suo posto comando situato vicino all’enorme complesso delle raffinerie di petrolio della città, aveva le seguenti ed urgenti priorità e di conseguenza entrava ancora una volta con i suoi ordini nei particolari tattici delle azioni dei suoi subordinati.

    Nel settore sud, la 137a brigata corazzata (appiedata) veniva chiamata al doppio ruolo di contenere la penetrazione della compagnia corazzata della 29a divisione corazzata che rappresentava la maggiore penetrazione nemica verso nord e di attaccare tale compagnia alle spalle, in cooperazione con un battaglione della NKVD. Il secondo problema per i Russi era decidere come impiegare i due battaglioni del 241°reggimento dalla 95a divisione di faneria. L’idea originale di Kuidov era stata quella di impiegare queste forze nel tentativo di accerchiamento delle forze tedesche operanti nel settore stazione centrale/raffinerie di petrolio/Kurgan, ma adesso si manifestava anche la necessità di aiutare la situazione nel settore sud. Essendo le forze combattenti a Stalingrado essenzialmente composte da truppe appiedate, questa era una decisione importante, giacché in un tale ambiente operativo, una volta assegnate delle truppe ad un compito, era molto difficile dirottarle verso un altro in tempi ragionevoli.

    La decisione "alla Kuidov", fu come al solito quella più temeraria e foriera di risultati ma anche rischi, ed il comandante della 62a armata ordinò al suo vice Kruilov, che combatteva oramai in prima linea con il suo battaglione sicurezza e precisamente sull’approdo centrale, di trattenere come poteva la 29a motorizzata e la 94a di fanteria, mentre i due battaglioni del 241°reggimento venivano dirottati ad est del settore delle raffinerie di petrolio. A Krumilov ovviamente la decisione non piacque ma tant'era.

    In quel settore (raffinerie/stazione centrale) le operazioni andavano pianificate molto attentamente e la prima cosa che le forze russe si preoccuparono di organizzare fu la distruzione del I/26°reggimento della 24a panzer. Per tale missione vennero mossi sia il 241°reggimento di fanteria che il 161° entrambi appartenenti alla 95a divisione. Tutte le forze russe coinvolte in questa operazione cominciarono dunque le marce di avvicinamento all’obiettivo per formare un accerchiamento di questo battaglione tedesco che costituiva una specie di diga all’estremo sudovest dello schieramento tedesco. Naturalmente all’inizio questa cinta approssimativa di accerchiamento era abbastanza debole e sarebbe stato da vedere se avesse tenuto prima di poter essere consolidata. La speranza era che il battaglione panzergrenadieren non si accorgesse di quanto stava avvenendo e con tentasse nessuna manovra di attacco per liberarsi preventivamente attaccando appunto gli elementi più deboli della catana di accerchiamento russa che andava formandosi. In ogni caso comunque, subito ad ovest della raffineria, due battaglioni del 90°reggimento della 95a divisione di fanteria, appoggiati da un battaglione delle guardie attaccante con asse sud-nord, ricevettero l’ordine di contrattaccare il IV battaglione esplorante della 24a divisone panzer in un tentativo accessorio di indebolire il complesso di forze tedesche operante nella zona. Obiettivo di secondo tempo di questa azione in caso di successo, rioccupare il Kurgan di Mamayev sopraggiungendo da sud.

    Per quanto riguardava il settore Ottobre Rosso, I Tedeschi avevano interamente occupato la fabbrica. Qui Kuidov decise di tenere quello che rimaneva da tenere, vale a dire montare uno scheletro di struttura difensiva alla fabbrica Barricady e piantare una ferma difesa dell’approdo 62 con i battaglioni di fanteria di marina. Ordinò di conseguenza al colonnello Butrenko nei termini più duri possibili di assicurare la difesa dell’approdo.

    ...Considero la condotta della sua brigata come totalmente insoddisfacente nell’economia delle operazioni condotte sino a questo momento. A tale proposito e con la più grande determinazione le ordino:

    - di organizzare la difesa dell’approdo 62 fino all’arrivo dei rinforzi necessari a ricacciare il nemico dalle posizioni che occupa attualmente ed alla riconquista della complesso Ottobre Rosso.

    - di coordinare la difesa con le truppe della NKVD per la difesa del complesso industriale Barricady facenti parte della 11a divisone, truppe che pongo da questo momento sotto il suo comando e di cui lei risponderà personalmente a me.

    Mi comunicherà con rapporti via radio la situazione ogni tre ore, evitando ad ogni costo che la sua brigata si renda protagonista di nuove discutibili prestazioni.

    Possiamo dire ancora una volta che nella nostra opinione Kuidov fu eccessivamente duro con il suo subordinato, ma gli ordini erano comunque inequivocabili e Kuidov si aspettava che venissero eseguiti. Comunuqe la strigliata era stata esmplare di quelle da far gelarre il sangue nelle vene di un generale russo.

    Nel settore della fabbrica dei trattori, l’ordine era di riconquistare il padiglione centrale che i Tedeschi avevano conquistato il giorno prima, e l’operazione venne affidata ad un plotone di T-34 civili, ad un battaglione del 1045°reggimento della divisone di Batjuk, appoggiati III/1043°reggimento di fanteria e da due compagnie di lavoratori. Questa era un’operazione per fissare il nemico nei padiglioni della fabbrica e nelle zone circostanti. Il 160°battaglione esplorante ed in particolare la sua compagnia motociclisti si era infiltrata nell’edificio ed andava ricacciata. L’operazione di fissaggio era a beneficio delle forze che dovevano cercare di agire sul fianco sinistro della 389a divisone di fanteria tedesca, con l’obiettivo anche qui di accerchiare il nemico e distruggerlo. Se questa operazione e quella presso il settore centrale fossero riuscite, ciò avrebbe indubbiamente costituto una svolta fondamntale nell’intera economia della battaglia di Stalingrado.
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  6. Iscandar

    Iscandar

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    Non ho capito più niente, chi è in vantaggio?
     
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Caro Iscandar,
    a merito di questo eccellente scenario di TOAW IV, la battaglia di Stalingrado sta seguendo più o meno i binari storici, anche se le cose non stanno avvenenedo proprio negli stessi tempi e nei precisi stessi luoghi in cui avvennero storicamente.
    Dal punto di vista operazionale, i Tedeschi hanno ancora l'iniziativa e dall'inizio della battaglia sono avanzati dalle steppe a ovest della città, sino al centro della città. Come storicamente fecero, hanno raggiunto il Volga in tre punti separati, costringendo la 62a armata a combattere in tronconi separati e stanno continuando ad avanzare. Il piano che seguono è più o meno quello storico (gran lavoro di chi ha programmato l'AI di questo scenario) e cioè di raggiungere il fiume in più punti possibili, frazionare le forze russe, isolarle dalle loro fonti di rifornimento (gli approdi) e poi distruggerle un pezzo alla volta per esaurimento ed acceerchiamento.

    Dal canto loro i Russi, comandati dal generale Kuidov (me), stanno anche loro cercando di fare quello che Chuikov fece storicamente; resistere il più possibile, stanza per stanza, contrattaccare ogni volta che è possibile e spossare il nemico per renderne ineffettivi gli attacchi. Come ho detto prima, lo scenario è estremamente ben fatto, i rinforzi arrivano esattamente alle date storiche e le forze sono realisticamente bilanciate come organigrammi e sistemi d'arma. Ribadisco, gran lavoro di chi ha disegnato lo scenario.

    Quindi per il momento non è in vantaggio nessuno (conoscendo come andò la batttaglia in realtà). I Tedeschi si trovano alla data del 24 settembre, più o meno al punto in cui si trovarono le loro vere controparti (anche se la fabbrica ottobre rosso nella realtà la conquistarono solo due mesi dopo). Se invece questo fosse uno scenario fittizio e non riproducente una battaglia reale direi che i Tedeschi sono in vantaggio perché hanno fatto enormi progressi dall'inizio della battaglia, ma non hanno ancora raggiunto il loro obiettivo strategico che è la conquista della città e la distruzione della 62a armata russa.

    In termini di gioco la situazione al momento attuale è pari nel senso che se la battaglia finisse adesso, le due parti si troverebbero né più e né meno che nella stessa situazione storica in cui si trovarono le loro controparti. Ora, lo scenario finisce il 15 novembre, a meno che una delle parti non collassi prima e io decida conseguentemente di dichiarare la vittoria dell'altra parte. Se si arriverà alla data finale dello scenario, come tutti i wargame storici, chi si troverà in situazione migliore di quella storica avrà vinto la battaglia.

    Un gran saluto a te.
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  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    I contrattacchi locali dei Russi riuscirono parzialmente inquantoché ad esempio nel settore sud venne distrutto un panzer IV E dei 17 di cui la compagnia corazzata della 29a motorizzata disponeva, ma il reparto riusciva a manovrare per sottrarsi all’accerchiamento che il generale Krumilov aveva programmato. I Russi pagavano con 20 morti, macellati da cannoni e cingoli dei panzer; “non proprio uno scambio equo”, nelle parole del generale Krumilov. Il contrattacco di alleggerimento presso la raffineria veniva respinto dal battaglione esplorante della 24a divisione panzer nonostante esso fosse stato attaccato su tre lati. Il battaglione tedesco veniva impegnato a fondo e perdeva un autoblindo 222 incendiata, e diversi cannoni, ma non cedeva le sue ottime posizioni ai margini del bosco del Kurgan di Mamayev. Presso la fabbrica dei trattori invece, il contrattacco portato dai Russi ebbe successo e riconquisò il reparto assemblaggio dei carri T-34. I Tedeschi mantennero però il reparto amministrativo con quattro battaglioni di fanteria. Come si può vedere, si combatteva davvero stanza per stanza e padiglione per padiglione, e a questo punto le avanzate si misuravano nell’ordine delle decine e centinaia di metri.

    All’alba del 24 settembre si aspettavano pesanti attacchi dei Tedeschi nell’ambito della cosiddetta offensiva finale per la conquista della città ordinata da Hitler. I Russi si trincerarono sulle posizioni acquisite con i loro limitati contrattacchi ed attesero la luce del giorno per vedere cosa avrebbe fatto il nemico. Come sempre, la notte apparteneva all’esercito russo, ma durante il giorno la manovra era quasi totalmente preclusa.

    Durante la giornata del 24 settembre, i Tedeschi concentrarono tutti i loro sforzi nel settore della fabbrica Barricady, dove attaccarono senza soste dopo aver riunito tutte le forze della 24a divisione panzer contro le deboli unità della NKVD e la 295a divisione di fanteria contro i marinai del colonnello Butrenko. Con un primo feroce attacco, pesantemente appoggiato dalla Luftwaffe portato dal grosso della 295a ed appoggiato da cannoni d’assalto e genieri d’assalto della 24a panzer, I Tedeschi polverizzarono i resti della 9a brigata motorizzata russa. I Russi morirono sul posto in numero di 117 e il resto gravemente feriti non ebbero nemmeno la forza di arrendersi. I Tedeschi li uccisero tutti secondo testimoni oculari civili che si trovavano nell’area dei combattimenti. Tale testimonianza è corroborata anche da un ufficiale di collegamento del II/269°reggimento NKVD che riuscì a fuggire.
    Con questa operazione, che aveva beneficiato delle larghe maglie della difesa russa, le quali impedivano che le truppe difendenti potessero accorrere in soccorso reciprocamente, i Tedeschi aprirono uno squarcio nella pseudo linea difensiva russa di due chilometri, aprendosi di fatto la via verso l’approdo Barricady.
    Un secondo attacco avveniva a percussione ed in successione al primo un chilometro più a ovest, dove un singolo battaglione della NKVD il III/269° resisteva per due ore strenuamente all’attacco di un reggimento panzergrenadieren appoggiato da genieri d’assalto e cannoni antiaerei da 88mm, prima di essere costretto a ripiegare per evitare di essere distrutto sul posto e di lasciare gli accessi al complesso Barricady completamente scoperti. I Russi persero comunque 30 morti e 60 feriti, infliggendo al nemico la perdita di 4 semicingolati, 3 semoventi antiaerei ed una decina di caduti. Le perdite maggiori i Russi continuavano a subirle non già negli scontri veri e propri, ma in virtù del fatto che i loro ripiegamenti erano disordinati e caotici (allo stato delle cose e delle truppe non poteva essere diversamente) e della devastante azione dell'aviazione nemica. Non tutti i movimenti di ripiegamento soffrivano di questo problema, ma quelli che ne soffrivano subivano perdite superiori al normale.
    All’assalto per inciso aveva partecipato anche una compagnia corazzata di 15 tra panzer III e J. Poi cominciarono gli attacchi contro la brigata di fanteria di marina lungo la sponda del Volga. I Tedeschi avevano già raggiunto il fiume a sud delle posizioni della 92a brigata di fanteria di marina ed attaccarono a rastrello per ripulire la sponda da sud con direttrice di attacco rivolta a nord. A questo attacco parteciparono tutte le forze congiunte della 295a divisione, elementi della 71a ed una seconda compagnia corazzata della 24a divisione panzer con 13 panzer III H e 2 J. Ancora una volta i Tedeschi avevano distribuito magistralmente le loro forze contro due dei tre superstiti battaglioni della brigata. Il combattimento durò ben 4 ore, ma alla fine i marinai russi dovettero ripiegare lasciando in mano al nemico l’approdo 62. Adesso avrebbero dovuto rifornirsi dall’approdo Barricady, che come abbiamo visto era anch’esso in pericolo. Nel combattimento i marinai ebbero 30 morti ed altrettanti feriti ma persero una gran quantità di materiale principalmente ancora una volta, durante il ripiegamento: tre mitragliatrici medie, una pesante, 3 fucili anticarro, un mortaio da 82mm. La compagnia carri leggeri che appoggiava la brigata perse pure un carro T-60 dei cinque che gli rimanevano. Combattimento dunque duro ma che vide Butrenko costretto a ripiegare lungo la sponda del fiume, anche se di poche centinaia di metri, giungendo alla fine ad arrestare il nemico enormemente superiore. Il problema però era che ora la brigata era semi accerchiata e Butrenko dopo aver fatto un dettagliato rapporto via radio a Kuidov, chiese se il generale voleva che lui morisse sul posto con i suoi marinai o se preferiva che cercasse di districarsi dall’accerchiamento. Il generale Kuidov, colto in contropiede dalla schietta richiesta, autorizzava la brigata della marina a ripiegare gradatamente lungo il saliente costiero che i Tedeschi avevano creato, e sfruttando il primo buio del pomeriggio del 24, il II e III battaglione della brigata marinai iniziò un graduale ripiegamento, coperti dal IV e dalla compagnia carri leggeri aggregata. L’obiettivo era di arrivare in una posizione idonea per difendere l’approdo Barricady. Questa ritirata si svolse in perfetto ordine e non causò ulteriori perdite, a testimonianza che il colonnello Butrenko non era poi così incapace come il comandante delal 62a armata credeva.

    Kuidov, seriamente allarmato dalla situazione presso la fabbrica Barricady e preoccupatissimo di perdere anche quella come era avvenuto con il complesso Ottobre rRsso, ordinò ai primi rinforzi disponibili sulla sponda est, vale a dire due battaglioni del 685°reggimento 193a divisione di fanteria pronti sugli approdi di Krasnya Sloboda, di traghettare immediatamente all’approdo Barricady e di stabilire un perimetro difensivo. Il 685°reggimento era la prima unità della 193a divisione del generale Igor Pruniev ad arrivare dall’est. Gli altri due reggimenti erano ancora in marcia e sarebbero arrivati rispettivamente in due e sette giorni. I primi due battaglioni con il comando divisionale vennero dunque traghettati al calare della sera. Il III battaglione, appena sbarcato fu destinato a congiungersi con i marinai in ripiegamento per evitare che i tedeschi tagliassero loro la ritirata, mentre il comando divisionale del generale Pruniev, insieme al II battaglione, stabiliva un perimetro difensivo all’approdo Barricady.
    In posizione avanzata rispetto a queste forze di soccorso della 193a divisione di fanteria, a difesa della fabbrica, c’erano solo due battaglioni o quello che ne rimaneva della NKVD. Kuidov diede loro l’ordine di barricarsi nei padiglioni produttivi e di non arretrare di un metro in attesa che lui inviasse loro nuovi rinforzi. Si stavano infatti per trasbordare sulla sponda ovest sia il 1047°reggimento della divisione di Batjuk che il I battaglione del 685°reggimento 193a di fanteria. La domanda adesso era se sarebbero mai arrivati in tempo per salvare la fabbrica Barricady. D'altra parte, che due battaglioni della NKVD duramente provati e aventi nelle loro file un totale di 380 uomini armati alla leggera, potessero resistere ad un attacco della 24a panzer riunita era impensabile. Kuidov non esitò però a ordinare a questi due esili reparti di sacrificarsi sul posto per guadagnare tempo. Già il III battaglione NKVD aveva compiuto una ritirata ritardatrice verso i muri della fabbrica e ciò gli aveva permesso di sopravvivere, pur avendo perso 40 caduti ed 80 feriti. Adesso l’ordine di resistenza ad ogni costo pareva assurdo considerate le potenzialità combattive residue del battaglione. La posta in gioco però era altissima e Kuidov non voleva né poteva andare per il sottile.

    Nel settore stazione centrale/raffineria, il battaglione di panzaergrenaderen (anche questo appartenente alla 24a divisione corazzata) frustrando le aspettative del comando russo, si accorse immediatamente che la manovra 95a divisione di fanteria russa era volta ad accerchiarlo, e molto opportunamente ripiegò senza combattere e senza che i Russi provati dalla marcia di avvicinamento nel fango e tra le macerie, riuscissero a fare alcunché per impedirglielo. La cosa però non era del tutto negativa in quanto il ripiegamento del battaglione meccanizzato tedesco, consentiva la pur lenta prosecuzione dell’avanzata della 95a verso la scarpata Krutoy, l’aeroporto ed il Kurgan di Mamayev con obiettivo finale l’accerchiamento della 71a divisione di fanteria tedesca che era in stallo operativo da qualche giorno. Certamente le manovre russe non potevano essere né fulminee né partricolarmente dissimulate, giacché le distanze tra le forze contrapposte erano nell'ordine delle decine di metri; però almeno servivano a far reagire il nemico alla propria iniziativa, il che era meglio, ogni qualvolta si riusciva a fare ciò, che subire l'iniziativa nemica.

    Da un punto di vista operazionale, la battaglia di Stalingrado stava dunque in quella fine di settembre del 1942 diventando una partita ad alto rischio che avrebbe visto vincitore chi fosse riuscito a sbilanciare l’avversario per primo. La strategia dei Tedeschi era ottima a livello di manovra ed il generale Paulus con i suoi collaboratori stava dimostrando di saper spremere il massimo potenziale da tutte le unità sottoposte con un sapiente impiego delle diverse armi a disposizione. Non era una novità che i Tedeschi fossero maestri indiscussi nell’arte delle operazioni ad armi combinate. Kuidov però non si rassegnava alla difesa passiva, ben sapendo che utilizzando una tale strategia sarebbe stato condannato alla sconfitta. In ben due settori, quello della fabbrica dei trattori ed nel settore centrale, aveva concepito e stava cercando di avviare operazioni a largo raggio per distruggere con la manovra almeno uno dei nuclei di forze avversarie che sperava, come indicò chiaramente nelle sue memorie, avrebbe potuto portare ad un effetto domino negativo per il nemico e ad una svolta decisiva nella difesa della città, che era la sua missione ultima.
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  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Durante tutta la giornata del 24 settembre una leggera ma continua pioggia si abbatté sulla città di Stalingrado e si protrasse lungo l’intera nottata trasformando il terreno fuori dalla città e quello delle zone residenziali non asfaltate e popolate di edifici in legno, in un pantano che andava a complicare ancora di più le possibilità di manovra delle forze delle due parti. In quel momento a soffrire di più a causa di questa circostanza erano i Russi che avevano in atto tentativi di manovre a largo respiro. Per di più essendo il fronte temporalesco non molto pesante, non limitò quasi per nulla l’azione della Luftwaffe che poté continuare indisturbata le sue missioni sia di interdizione che di supporto aereo.

    Le azioni dei Tedeschi nella notte tra il 24 ed il 25 settembre si concentrarono su pochi punti selezionati:

    innanzi tutto Paulus diede ordine di rintuzzare la manovra della 95a divisione di fanteria nel settore centrale. Come si ricorderà Kuidov aveva ordinato a tale divisione di cominciare a muovere dalla stazione centrale di Stalingrado verso nord con obiettivo la riconquista del Kurgan e l’accerchiamento delle forze tedesche che lo avevano occupato ed oltrepassato. Impegnati in questa operazione erano due reggimenti della 95a (il terzo era stato dato in rinforzo a Rodimtsev per la difesa della raffineria), ai quali erano stati aggregati resti di unità distrutte in combattimenti precedenti quali una compagnia carri della 6a brigata corazzata e la 10a brigata di fanteria motorizzata che contava ancora sul reparto comando ed un reggimento ridotto a 360 uomini e 19 camion.

    Elementi della 24a panzer avevano proseguito con determinazione i loro attacchi con obiettivo la fabbrica Barricady registrando considerevoli successi, giacché una forza congiunta formata da una compagnia corazzata e dal 21°reggimento panzeergrenadieren aveva conquistato due terzi della fabbrica in un solo e vigoroso assalto. Un battaglione della NKVD aveva fatto davvero tutto il possibile per difendere la zona, ma già nel pomeriggio del 24 si era trovato in pesante imbarazzo, in quanto il battaglione gemello che difendeva il padiglione della produzione delle munizioni era stato polverizzato dalla Luftwaffe nelle ore precedentei e l’appoggio d’ala era dunque venuto a mancare. Nonostante la fanatica resistenza, citata anche nei bollettini della 62a armata, il III/269° della 11a divisione NKVD era stato costretto a ripiegare sino ed oltre i reparti produttivi del complesso industriale, perdendo 20 morti e 30 feriti dei 190 uomini che gli rimanevano oltre ad una singola superstite mitragliatrice media. Queste erano le condizioni in cui i difensori di Stalingrado alla fine del 42 dovevano tenere il fronte contro considerevoli ed ancora ben organizzate truppe nemiche. Nel combattimento i Russi inflissero comunque al nemico la perdita di una trentina di uomini e gli mettevano fuori combattimento ben sei veicoli semicingolati per il trasporto delle truppe. Il movimento retrogrado si arrestò negli uffici amministrativi della fabbrica Barricady, dove il battaglione trovava il soccorso del II battaglione della 193a divisione di fanteria, appena giunto a rinforzo dell’aerea avuta la notizia della penetrazione tedesca nel resto del complesso.

    I tedeschi non si davano per vinti nemmeno nei combattimenti per la fabbrica dei trattori, che minacciavano di trasformare in una lotta di pura volontà. Attaccarono con due reggimenti il reparto assemblaggio dei mezzi appoggiati dagli onnipresenti cannoni “anti edifici” e dal battaglione esplorante della 60a motorizzata, e ripresero per la terza volta il contestato padiglione. I combattimenti furono ancora una volta primordiali, e si arrivò più volta al corpo a corpo. Terribili le perdite tedesche di 120 uomini tra morti e feriti, mentre i Russi lamentarono 20 morti, altrettanti feriti ed un T-34 messo fuori combattimento.

    Sul fronte dell’approdo Barricady, i Tedeschi non avendo le forze piazzate per un attacco di decapitazione alla linea di rifornimento della 92a brigata di fanteria di marina russa guardata da un battaglione della 193a divisione di fanteria, ne attaccarono pesantemente la testa praticamente con tutte le forze disponibili della 71a e della 295a divisione appoggiate da un battaglione e mezzo di StuG ed uno di cannoni anticarro. Scontro titanico quello per il saliente dell’approdo. I Tedeschi montavano un attacco lungo il corridoio con quasi 2.000 uomini e parecchi mezzi blindati, appoggiati dal fuoco macellante di due reggimenti di artiglieria. Obiettivo la distruzione definitiva della 92a brigata di fanteria di marina. I Tedeschi riuscirono a guadagnare 500 metri al prezzo di mezzo morto per metro, 2 StuG e parecchio altro materiale pesante, tra cui un’intera batteria di mortai da 81: una vera carneficina. I Russi lasciarono sul terreno 40 morti ed un T-60 fuori uso. Butrenko avava condotto il combattimento sagacemente, con l’obiettivo di cedere poco terreno e di fare molto danno per spossare gli attaccanti e costringerli alla fine a fermarsi, anche se comunicò a chiare lettere per radio al comando d’armata che se si voleva mantenere l’approdo Barricady ed eventualmente la fabbrica, occorrevano nuovi ed urgenti rinforzi.

    Da ultimo, elementi misti della 60a motorizzata e della 389a divisione di fanteria, anche qui della forza di due reggimenti per un totale di circa 1500 uomini, per una volta senza grandi appoggi (che erano stati utilizzati tutti per l’attacco al reparto di smistamento mezzi), tentavano un assalto di pura forza all’edificio amministrativo della fabbrica dei trattori allo scopo di completarne l’occupazione. Sul posto di trovavano a difesa una compagnia di 40 operai guidati da 10 sottufficiali ed ufficiali appartenenti a reparti dell’Armata Rossa distrutti in precedenza, un battaglione della NKVD con 170 uomini e 3 mitragliatrici medie ed un battaglione della 149a brigata di fanteria con 230 uomini, due cannoni, 7 fucili anticarro e tre mitragliatrici.

    Dalle memorie del commissario del popolo Pyotor Gusev, comandante della 11a divisone NKVD apprendiamo che:

    L’attacco dei Tedeschi si manifestò con violenza inaudita. La loro fanteria veniva avanti sotto il fuoco dell’artiglieria pesante tedesca che uccideva indistintamente ed abbondantemente amici e nemici. Tra il fango, le rovine e gli incendi che avviluppavano il padiglione sud della fabbrica dei trattori, almeno un migliaio di nazisti venivano avanti come belve assetate di sangue. Il volume di fuoco che le loro armi di supporto a tiro teso sprigionavano era insostenibile e l’artiglieria martellava ogni nostra singola posizione con una densità mai vista prima. Mi recai direttamente sul posto con il mio camion comando ed una squadra di assaltatori di scorta per rendermi conto della situazione personalmente e per dare coraggio alle truppe. Della mia compagnia comando erano rimasti solo 60 uomini e non potevo distoglierne di più dallo snodo ferroviario che occupavamo insieme a due compagnie carri ed una compagnia di operai che erano già stati tra l’altro già designati per il contrattacco al reparto di smistamento. Quando giunsi negli uffici dell’amministrazione, la scena era apocalittica. La compagnia dei lavoratori era in fuga trascinandosi dietro una pletora di feriti alcuni molto gravi ed il battaglione di fanteria si era completamente disorganizzato e ripiegava disordinatamente in tre direzioni diverse, con gli ufficiali che avevano perso il controllo della situazione. Guardai il sergente Michail Ortno caposquadra dei miei assaltatori e decidemmo di buttarci nella mischia. Ci slanciammo tutti in avanti abbandonando il camion comando. Si trattava di andare a combattere a a morire per la fabbrica dei trattori e certo io non potevo né volevo tirarmi indietro. Arrivati al recinto posteriore del padiglione, trovammo che c’erano ancora truppe nostre che combattevano selvaggiametne. Sparavano da ogni buco, da ogni finestra, e da ogni anfratto dei muri mezzi crollati. Le nostre pallottole segnavano striscie gialle nella notte, le esplosioni di mortai e cannoni sconvolgevano un terreno già sconvolto, sollevando detriti letali per ogni dove. Nel caos più totale I Tedeschi arrivarono comunque a contatto spinti dalla forza della disperazione gridando e sparando come demoni illuminati nella notte dagli incendi e dai traccianti, ma non ne arrivarono moltissimi; avevano lasciato lungo la direttrice dell'attacco una scia di morti e feriti che annegavano nel loro sangue. I miei assaltatori a loro volta si buttarono in avanti cercando al contempo di proteggere me. Eravamo ora nel mezzo dalla battaglia e vidi truppe nostre che combattevano con bottiglie incendiarie, calci dei fucili e baionette. Alcuni soldati dellìArmata Rossa che non erano fuggiti combattevano, finite le munizioni, con vanghe ta trincea che avevano limato ed affilato in precedenza ed anche a mani nude. Una vera e prorpia scena preistorica che non potrò mai dimenticare!
    Un mio assaltatore mi salvò la vita tagliando in due un soldato fascista con una lunga raffica del suo PPSh-41. I Tedeschi furono alla fine respinti e potei rendermi conto che le truppe nostre che avevano tenuto l’edificio appartenevano quasi totalmente alla mia divisione: I battaglione 282°reggimento polizia del popolo!
    Dopo essermi a lungo congratulato con il capitano che comandava il reparto, e che con le lacrime agli occhi cerchiati mi disse che il suo battaglione vivo da lì non si sarebbe mai mosso, mi recai immediatamente indietro a recuperare i resti delle truppe che si erano ritirate. Farli fucilare tutti sul posto immediatamente non avrebbe portato a nulla di positivo senza contare che non avevo le forze per farlo. Inoltre dovevo riorganizzare quegli operai e quel battaglione di fanteria dell’Armata Rossa per rispedirli immediatamente sul fronte della fabbrica. Il mio glorioso battaglione di poliziotti non avrebbe mai e poi mai potuto sostenere da solo un secondo assalto.


    Passata la tempesta, che aveva ancora una volta piegato ma non spezzato la resistenza dei soldati russi, prima dell’alba avvennero le seguenti azioni:

    Nel settore Kruilov, la 10a divisione NKVD, la 244a divisione di fanteria e la 137a brigata carri (Appiedata) continuarono a difendere la linea approdo centrale – tratto ferroviario dalla stazione sud a quella centrale. Le forze russe in questo settore continuarono a rafforzare i loro apprestamenti difensivi e ad ovest della linea il 911°reggimento della 244a divisione passava in riserva.

    Settore comando d’armata (Stazione Centrale – Piazza rossa – Kurgan – Raffineria): il 34°reggimento della 13a divisione della guardia (meno un battaglione che era stato distrutto) continuò a rafforzare le sue posizioni difensiva a nord della stazione, rinforzata dai resti della 42a brigata di fanteria (130 uomini e 2 cannoni da 45). A ovest di questo schieramento, due reggimenti della 95a divisione cominciarono il movimento verso l’aeroporto ed il Kurgan con il doppio obiettivo di riprendere queste località ed aggirare i complessi tedeschi arrestatisi a sud del Kurgan e davanti alla raffineria difesa dal comando d’armata e dal 42°reggimento delle guardie (meno un battaglione che era stato distrutto) rinforzato da due battaglioni della 95a divisione di fanteria. Durante la notte tra il 24 ed il 25 settembre, le forze russe avanzarono verso nord di un paio di chilometri, senza incontrare resistenza, ostacolate solo dalla macerie e dal fango. Un buon inizio.

    Il 1047°reggimento della divisione di Batjuk era destinato al settore Barricady in imminente pericolo di collasso, ma sarebbe arrivato solo nella giornata del 25. Nel frattempo la 92a brigata di marina e i due battaglioni del 685°reggimento 193a divisione di fanteria, avrebbero dovuto sbrigarsela da soli. I rapporti delle pattuglie da ricognizione della 92a affermavano che i Tedeschi che attaccavano lungo la sponda del Volga erano esausti, ma la brigata di fanteria di marina certo non era fresca e riposata e soprattutto anche lei aveva subito perdite considerevoli, che su qualunque altro fronte di guerra che non fosse stato il nostro, avrebbroe già causato il ritiro dell’unità nelle retrovie come completamente inadatta a qualunque ulteriore combattimento.

    Nello stesso settore Barricady, lungo il saliente dell’approdo, il colonnello Butrenko andava organizzando la sua brigata per i probabili ulteriori assalti del complesso misto 71a - 295a divisione di fanteria tedesca. Due chilometri a sud dell’approdo barricady, il II e IV battaglione ricevevano l’ordine di trincerarsi e di resistere a qualunque attacco del nemico, mentre il III, che era quello più provato, riceveva il lusso di una nottata di riposo al riparo di questo schieramento. In riserva tattica un plotone di quattro T-60 e nella stessa posizione, trincerato fronte a ovest, si sistemavano il comando della brigata ed il III battaglione 685°reggimento della 193a divisione di fanteria giunto il giorno prima a rinforzo del settore insieme al gemello II battaglione ed al comando divisionale. Tale comando del generale Pruniev era stato scosso dai combattimenti del giorno prima ed aveva ritirato la sua compagnia di sicurezza (tre plotoni assaltatori e due fucilieri) fino alla sponda del fiume per riorganizzarsi dopo il brutale battesimo del fuoco amministratole dal II/21°panzergrenadieren e da una compagnia corazzata della 24 divisone corazzata presso il complesso industriale Barricady. Il II battaglione del 685°reggimento tuttavia teneva ancora la porzione est del complesso e stava preparando le sue posizioni difensive tra le macerie della fabbrica con in riserva tattica un battaglione della NKVD rimasto con 150 fucili ed una mitragliatrice media. Quindi in questo settore, difensiva totale in attesa di urgenti rinforzi.

    Il settore della fabbrica dei trattori era altrettanto delicato. Anche qui i Tedeschi avevano occupato due terzi del complesso ed interrotto la produzione di carri armati. In questo settore esisteva però una forza di contrattacco formata da due reggimenti della divisione di Batjuk, e la notizia che il terzo reggimento sarebbe stato destinato come rinforzo alla fabbrica Barricady non rese certo felice il generale che avrebbe voluto invece contare sulla sua divisione al completo per avviare il contrattacco sul fianco sinistro del nemico. Si sarebbe invece dovuto accontentare del rinforzo del 196°reggimento di fanteria, di un battaglione della 149a brigata di fanteria, e di un carro T-34 ultimo superstite di un plotone di carri guidati dagli operai della fabbrica. Il generale Batjuk diede dunque inizio ai movimenti previsti che furono necessariamente molto lenti a causa sia del terreno fangoso che della necessità di trovare dei punti di guado adatti lungo il fiume Mechetka che tutte le sue forze dovevano attraversare. Il generale Batjuk aveva chiesto in rinforzo anche il ricostituito II battaglione della 115a brigata di fanteria. Ma pure questo gli fu negato in quanto destinato anch’esso come rinforzo urgente alla fabbrica Barricady.
    Durante quella stessa notte, due battaglioni del 1045°reggimento ed uno del 1043° stabilirono due punti di guado lungo il Metchetka e si prepararono ad attraversare, sperabilmente all’insaputa del nemico. Durante la giornata del 25 si sarebbero mimetizzati nella fitta boscaglia lungo la riva nord del fiume per sottrarsi alla scoperta ed all’attacco della Luftwaffe e la notte successiva avrebbero lanciato il loro attacco per procedere gradatamente alla manovra aggirante adi danni degli elementi della 60a divisione motorizzata e della 389a divisione di fanteria tedesche che premevano per conquistare completamene al fabbrica dei trattori. Il movimento sarebbe inevitabilmene anche qui stato abbastanza lento a causa del terreno fangoso e delle rovine in mezzo alle strade, ma si sperava che avrebbe potuto cogliere comunque i Tedeschi di sorpresa. I combattimenti nella zona sarebbero stari validamene sostenuti dal raggruppamento nord dell’artiglieria d’armata che era stato opportunamente risparmiato nei giorni precedenti in preparazione di questa operazione e debitamente rifornito di munizioni per un fuoco prolungato di alcuni giorni. Nella fabbrica vera e propria invece i Russi decisero di trincerarsi meglio per fissare le truppe tedesche di fronte a loro della 60a divisione motorizzata e della 389a di fanteria.
     
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  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    I giorni tra il 25 ed il 26 settembre, furono tra i più terribili giorni della battaglia di Stalingrado e quelli dove oramai sembrò che le forze russe dovessero perdere definitivamente la città e la battaglia.
    Innanzi tutto i servizi di informazione diedero come sicuro l’arrivo di una nuova divisione tedesca a pieno organico che Paulus aveva ottenuto dal gruppo di armate sud. Tale divisione non identificata, forse la 100a cacciatori, si stava raggruppando nel settore sud, ma non vi erano certezze. In più i Tedeschi sferrarono due “offensive finali” come vennero definite da Paulus per la presa di tutti i quartieri industriali della parte nord di Stalingrado, segnatamente la fabbrica Barricady, la Fabbrica Ottobre Rosso ed il vitale approdo Skudry dove la maggioranza dei rifornimenti russi arrivava per tutte le forze schierate nel settore nord.

    Le battaglie dei giorni 25 e 26 furono le più dure mai registrate sino a quel momento.

    La 389a divisione e la 60a motorizzata sfondarono decisamente ed a sorpresa nel settore della fabbrica dei trattori, non già per occupare l’ultima parte del complesso ancora nelle mani dei Russi, quanto per raggiungere l’approdo Skudry ed isolare tutte le forze russe che combattevano nel settore, per lo meno quelle impegnate nella zona industriale. Due battaglioni della 389a appoggiati da un battaglione anticarro e genieri d’assalto armati di cariche esplosive e lanciafiamme, lanciarono un improvviso quanto violento assalto alle posizioni tenute da un singolo battaglione della NKVD e da una compagnia della 284a divisione di Batjuk, polverizzando il primo e spingendo da parte la seconda. Nello squarcio aperto dall’attacco, veniva lanciato il CLX battaglione blindato della 60a motorizzata che raggiungeva l’approdo Skudry impossessandosi di tonnellate di rifornimenti russi ed isolando il comando della 11a divisione NKVD, un battaglione superstite della 149a brigata di fanteria e l’ultimo battaglione della polizia del popolo che ancora combatteva nella fabbrica dei trattori. Sulla destra del fronte di sfondamento, un battaglione di fanteria tedesco aggirava a sua volta la fabbrica da nord e raggiungeva la sponda del volga due chilometri più a sud, frazionando ulteriormente le forze russe rendendole ancora più deboli in vista di un eventuale contrattacco. In questa battaglia ed in quelle che seguirono durante il resto della notte nei dintorni della fabbrica di trattori, morirono praticamente tutti gli operai militarizzati del turno diurno, che si immolarono contro i genieri ed i blindati tedeschi. Sarebbe stato necessario far arrivare nuovi operai specializzati da Astrakhan e magari pensarci due volte prima di impiegarli come fanteria contro truppe d'assalto specializzate del nemico.

    Tutto quanto descritto sopra, rappresentò un vero e proprio disastro al quale i Russi furono costretti a reagire istantaneamente per evitare la distruzione di tutte le loro forze nel settore industriale e la sua occupazione totale da parte dei Teseschi, il che avrebbe vanificato anche la già avviata controffensiva del reggimento e mezzo della 284a divisione di fanteria in corso in quel settore. Con un disperato contrattacco organizzato in tutta fretta con due battaglioni della stessa 284a ed un reggimento antiaereo separato, i Russi contrattaccarono all'arma bianca e con tutte le scarse armi anticarro ancora disponinili che impiegarono a distanze ravvicinatissime, e ricacciarono temporameamente i blindati del CLX, solo per essere prima pesantemente puniti dalla Luftwaffe durante e dopo l’attacco e poi respinti per una seconda volta dai Tedeschi che contrattaccarono a loro volta per riprendere l’approdo, che all’alba del 26 rimaneva in mani tedesche anche se il commissario Gusev, comandante delle forze di settore, aveva già programmato un secondo contrattacco. I collegamenti con l’armata erano del tutto saltati ed ogni settore più o meno cercava di seguire l’intento operativo di Kuidov, meglio che poteva e che rimaneva quello di difendere la fabbrica e l’approdo. Alla fine durante la notte tra il 26 ed il 27, il III battaglione del 1043°reggimento divisione Batjuk prendeva possesso per la terza volta dell’approdo stesso ed organizzava un inseguimento ai danni del battaglione blindato della 60a motorizzata a sua volta oramai isolato e ridotto male. Questa azione fu anche agevolata dai notevoli rinforzi di artiglieria assegnati come rinforzo alla 62a armata e distribuiti lungo tutti i settori della difesa della città. Erano giunti sulla sponda est ben quattro nuovi reggimenti di artiglieria dotati di bocche da fuoco da 122 e da 152 millimetri, che Kuidov mise subito in azione contro il nemico. Si trattò, come riportano i resoconti di entrambe le parti di combattimenti confusi e violentissimi. La posta in gioco era nulla di meno che la vittoria o la sconfitta nella battaglia di Stalingrado e la bilancia era ancora in bilico, anche se i Tedeschi si apprestavano a mettere su questa tutto il loro peso in questi decisivi giorni di settembre.

    Per quanto riguarda la controffensiva russa nel settore, tre chilometri ad ovest del complesso industriale, il nucleo di forze russe ad essa destinata iniziò nella notte del 26 lo stabilimento delle teste di ponte al di là della Mechetka contro le forze tedesche che difendevano la sponda opposta; due battaglioni di genieri della 60a motorizzata e della 389a divisione di fanteria che erano stati ritirati dalla linea di combattimento per essere ricostituiti dopo i pesantissimi combattimenti dei giorni precedenti. Il generale Batjuk chiese il permesso a Kuidov per una breve sosta nell’operazione allo scopo di riorganizzare le forze prima dell’attacco dopo l’attraversamento del fiume, cosa che il comandante dell’armata negò con la motivazione che l’operazione doveva svolgersi con la massima celerità data la situazione disperata ad est presso la fabbrica. In cambio prometteva l’intervento di un intero reggimento di artiglieria di armata a supporto diretto dell’attacco, che poi una correzione del piano portò a due. Secondo il comandante della 62a amata on c’era un solo minuto da perdere.

    L’altro settore critico dove i Tedeschi avevano picchiato durissimo era il settore Barricady. Qui oramai il perimetro difensivo della brigata di fanteria di marina si riduceva a due miseri chilometri quadrati che si estendevano lungo la sponda del Volga dall’approdo Barricady per un chilometro verso sud. Un secondo battaglione della brigata era stato completamene distrutto durante la giornata precedente ed i pochi superstiti erano confluiti nei due battaglioni rimanenti. Sull’approdo Barricady rimanevano il comando di brigata del colonenllo Butrenko, il IV battaglione fanteria di marina, il comando della 193a divisione di fanteria dal generale Pruniev che aveva assunto il comando del settore, ed il II battaglione del 685°reggimento di tale divisione. A sud la difesa era completata dal III battaglione del 685°reggimento, da un battaglione NKVD, dal III battaglione di fanteria di marina e da un plotone carri leggeri. La fabbrica era completamene nelle mani del nemico e si poteva solo sperare di tenere l’approdo fino all’arrivo di due battaglioni della divisione di Batjuk e dell’ultimo battaglione del 685°reggimento 193a divisone di fanteria che si stavano imbarcando proprio in quel momento presso gli approdi di Krasnya Sloboda. Tali rinforzi sarebbero dovuti giungere subito prima dell’alba del 26 e avrebbero dovuto distribuirsi lungo lo striminzito perimetro ancora in possesso dei Russi. Come vedremo non sarà così, con grande sconfortro del generale Pruniev e del colonnello Butrenko.

    Va specificato per onor di precisione che ad ovest della fabbrica Barricady nel quartiere degli operai c’erano ancora forze russe sparse che mantenevano alcune posizioni ed impegnavano un certo numero di forze tedesche che non potevano quindi essere utilizzate direttamente nell’assalto alla zona industriale. Queste forze erano un battaglione della 115a brigata di fanteria ed un battaglione della NKVD che ancora tenevano il parco Skulpturny, ed i resti della 2a brigata motorizzata che ancora resistevano nel quartiere degli operai 8 chilometri ad ovest dal Volga. Complessivamente queste forze impegnavano un paio di battaglioni fanteria tedesca il che aiutava un po’ ma sostanzialmente non modificava la situazione di schiacciante superiorità numerica che i Tedeschi avevano nel settore industriale; tant’è che Kuidov meditò a lungo e con estrema attenzione se non fosse il caso di evacuare quello che rimaneva della brigata di fanteria di marina e del 685°reggimento 193a divisione di fanteria per impiegare queste forze in maniera più proficua da qualche altra parte.

    Questa “altra parte” poteva essere ad esempio il settore centrale della Piazza Rossa, dove una compagnia corazzata della 29a divisione motorizzata minacciava di giungere dopo che la sua divisione madre aveva operato uno sfondamento in due punti del settore sud, minacciando contemporaneamente la presa dell’approdo centrale e l’accerchiamento della 244a divisione di fanteria all’estremo ovest dello schieramento russo. Tale divisione rimasta con 90 uomini, 4 mitragliatrici e 5 veicoli, aveva preso sotto il suo comando un battaglione della 10a divisone NKVD; ma queste forze rischiavano di essere tagliate fuori dal doppio sfondamento operato da una forza congiunta della 94a divisione di fanteria tedesca e della 29a motorizzata.

    Una nota di disperazione si andava dunque diffondendo anche all’estremo sud della difesa della città, della quale per dire la verità in mano russa rimaneva oramai ben poco. Nello sfondamento operato vicino alla sponda del Volga da un reggimento motorizzato tedesco, come detto, una compagnia carri tedesca si era infilata di prepotenza e puntava verso la Piazza Rossa e l’approdo omonimo. Kuidov avviò contro questa forza tedesca tutto quello che gli era rimasto in zona: due carri T-34!

    Anche per questo motivo forse un’evacuazione del settore Barricady si imponeva per recuperare forze per la difesa del centro città.

    Nel frattempo il comandante della 62a armata autorizzava un graduale sganciamento delle forze sotto il comando di Krumilov nel settore sud per sottrarle alla distruzione. Il ripiegamento doveva avvenire fino alla sponda nord della Tsarissa dove le forze si sarebbero disposte su una nuova linea di difesa, mentre l’approdo centrale andava mantenuto a qualunque costo.

    La decisione critica che Kuidov dovette affrontare in quei terribili giorni era dunque quella relativa a dove impegnare i tre battaglioni di rinforzo in fase di imbarco presso Krasnya Sloboda ed il generale non aveva nemmeno molto tempo per decidere. Durissimi combattimenti lungo tutta la sponda della città erano in corso ed un crollo generale di un settore poteva verificarsi da un momento all’altro. La prima decisione che il comandante della 62a armata prese fu che non avrebbe adottato mezze misure. I pochi rinforzi disponibili sarebbero stati usasti a massa in un unico settore resistendo alla tentazione di difendere tutto. Alla fine Kuidov decise che il settore Barricady era troppo compromesso per inviargli dei rinforzi. Ordinò al generale Pruniev di prendere sotto il suo controllo tattico la brigata di fanteria di marina o quello che ne rimaneva e di resistere presso l’approdo fino all’ultimo uomo, trattenendo più forze tedesche possibile. Decise infine di inviare il 1047°reggimento della divisione di Batjuk a sud, insieme al I battaglione della 193a divisione. Molti criticarono aspramente questa decisione che privava di elementi di combattimento fondamentali ben due divisioni in un colpo solo, e cioè il 685°reggimento della divisione di Pruniev che combatteva disperatamente nel settore Barricady e la divisione di Batjiuk che era l’unica speranza di una credibile controffensiva nel settore della fabbrica dei trattori.

    In un suo resoconto successivo alla battaglia, Kuidov affermò che fu costretto a prendere questa decisione:

    Il fronte sud in quel momento stava decisamente crollando e dai rapporti via radio che mi venivano inviati dal mio vice che era sul posto, l’immagine che ne ricavai fu quella di una diga che stava per cedere di schianto, dopo che in essa si erano aperte le prime crepe. Il crollo del fronte sud non rappresentava solamene la perdita della Piazza Rossa e del relativo approdo, con conseguenze terminali sulla nostra difesa, ma anche il fallimento della nostra controffensiva nel settore Kurgan – Stazione centrale, giacché le forze che la stavano eseguendo sarebbero a loro volta state circondate da due o forse tre divisioni tedesche che le avrebbero prese alle spalle. Sono ancora oggi convinto che le riserve disponibili, per quanto scarse, dovessero essere inviate su fronte sud.

    Il comando d’armata di Kuidov si trovava ancora schierato all’estremo nord dell’enorme complesso per la raffinazione del petrolio in un settore relativamente tranquillo. I Tedeschi avevano schierato in zona due battaglioni di fanteria di cui uno del Kampfgruppe della Luftwaffe Stahel e l’altro della 71a divisione di fanteria, una compagnia corazzata della 24a panzer ed una compagnia di StuG; secondo Kuidov una forza eccessiva per fissare i suoi due semidistrutti battaglioni di guardie ed uno della 95a divisione di fanteria.

    Mentre avvenivano tutte queste cose, la 95a proseguiva il suo movimento in direzione del Kurgan. A questo punto non era ben chiaro quali forze tedesche fossero rimaste da accerchiare nel settore aeroporto – scarpata Krutov – Kurgan. Le pattuglie riportavano la presenza di due battaglioni di fanteria ed uno blindato da ricognizione a contatto con forze russe, ma si ignorava totalmente cosa i Tedeschi avessero lasciato in zona. C’era il rischio concreto che il nemico avesse di nuovo anticipato il generale Kuidov con la loro agile manovra e che la vantata controffensiva russa nel settore centrale si chiudesse sul nulla. Ciò non di meno le operazioni andarono avanti: il 161°reggimento di fanteria della 95a divisione continuò la sua avanzata verso nord in testa alla divisione per tuta la notte, comprendo 4 chilometri tra rovine e fango e non incontrando nessun nemico. La giornata del 26 sarebbe stata decisiva.
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  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Subito prima del sorgere dell’alba del 26 settembre, i contrattacchi russi nel settore della fabbrica dei trattori si materializzarono ed ebbero anche andamento positivo. Il II battaglione 1045°reggimento della divisone di Batjuk, appoggiato dal fuoco di due T-34 civili e dai resti del 196°reggimento separato di fanteria, colpivano duramente e di sorpresa i battaglioni di genieri tedeschi nelle retrovie delle forze in azione contro la fabbrica dei trattori. I due battaglioni di genieri venivano buttati indietro nella massima disorganizzazione con la perdita 110 uomini tra cui 40 morti, una dozzina di veicoli e due mitragliatrici catturate. Nell’azione i Russi avevano 10 morti ed una trentina di feriti.
    Anche l’attacco contro il battaglione blindato da ricognizione della 60a divisione motorizzata riusciva, costringendo l’unità tedesca a sganciarsi sotto la pressione dei cannoni antiaerei da 85mm che fornirono la base di fuoco per l’attacco del III battaglione della divisone di Batjuk, provocavano la distruzione di due autoblindo tedesche sulle 11 rimaste al battaglione. Dopo l’attacco i reparti russi ricevettero però l’ordine di ripiegare a loro volta sull’approdo Skudry allo scopo di proteggere quella vitale posizione dalle truppe tedesche vaganti nella confusione del settore della fabbrica dei trattori, un terzo della quale risultava ancora occupata da un battaglione della 149a brigata di fanteria e da un battaglione della NKVD. Entrambe queste unità erano però circondate dal nemico e tali sarebbero rimaste sino ad una conclusione positiva delle azioni in corso nel settore.

    Durante la giornata si sviluppava poi la risposta tedesca, proprio nei settori della fabbrica dei trattori, nella testa di ponte Barricady ed all’estremo ovest del settore sud.

    A nord i Tedeschi tentavano una attacco in direzione di Spartakovka contro un battaglione del 1045°reggimento allo scopo di liberare il CLX battaglione blindato. Tale attacco falliva sul nascere a causa della decisa resistenza dei Russi lungo la riva destra della Mechetka. I Tedeschi del II/544°reggimento fanteria lasciavano sul posto una sessantina di perdite e capivano subito che non era il caso di insistere.

    Il secondo attacco fu quello più importante della giornata; era volto alla distruzione della testa di ponte Barricady e veniva portato con asse sud/nord da un gruppo da combattimento costituito da un battaglione panzergrenadieren, un battaglione di fanteria una compagnia carri, il tutto appoggiato da cannoni semoventi StuG 42, cannoni antiaerei e genieri d’assalto. Sul cielo della battaglie si presentava anche uno gruppo di Stukas che contribuiva al macello generalizzato, mirando con precisione nonostante la ridotta distanza tra i due schieramenti. L’attacco, indubbiamente molto ben preparato durava tre ore filate ma i Tedeschi dopo aver subito perdite leggere, tra cui uno StuG, 3 Panzer III H, 6 semicingolati e due cannoni antiaerei semoventi da 20mm, desistevano. Al termine del combattimento rimanevano sul posto il III battaglione della 193a divisione di fanteria, un battaglione della NKVD ed un plotone di carri leggeri, mentre il battaglione di fanteria di marina che aveva partecipato al combattimento difensivo veniva temporaneamente ritirato sull’approdo per rifornirsi e riposarsi. Nonostante questo successo dei Russi, la situazione nella testa di ponte rimaneva molto critica e nella totale incertezza circa la possibilità di resistere ad un nuovo assalto.

    Infine i tedeschi subivano un pesante rovescio che sollevava il morale dei Russi sul fianco destro della linea difensiva, se così si poteva ancora chiamare, del settore sud. Un poderoso attacco, portato da un reggimento della 94a divisione di fanteria con appoggio aereo e di cannoni anticarro, veniva sanguinosamente respinto dai 90 fucilieri rimasti della 244a divisione di fanteria e da un battaglione della NKVD che difendevano i quartieri all’estrema destra del settore difensivo. In verità le perdite più pesanti i Tedeschi le subivano ad opera dell’artiglieria russa che sparò senza sosta dalla sponda opposta del Volga, con ben due reggimenti freschi e con abbondanti munizioni. L’attacco in verità non aveva nemmeno il tempo di svilupparsi pienamente, ed i Tedeschi abbandonate le basi di partenza, appoggiati dalla base di fuoco dei loro cannoni anticarro, venivano ricevuti da una valanga di fuoco dell’artiglieria russa. Perdevano nei primi minuti dell’assalto non solo 20 morti e 110 feriti tra gli assaltatori, ma anche un gran numero di armi d’appoggio che erano rimaste sulla base di partenza ad opera dell’artiglieria russa che sparava a tutto campo. Visto l'andamento delle cose, il comandante della 94a divisione di iniziativa interrompeva l'attacco nelle sue fasi iniziali.

    La giornata del 26 poteva dunque considerarsi come un successo per i Russi, specialmente considerando il fatto che i Tedeschi avevano operato con il pieno appoggio della loro aviazione. Non c’era dubbio però che la situazione permaneva critica per i difensori di Stalingrado e che urgenti rinforzi erano necessari se si voleva tenere la città. Il comando di fronte di Yeremnko a tale proposito, promise a Kuidov l’invio di un secondo reggimento della 193a divisone; il 188°che si stava raggruppando in vicinanza della riva est del Volga. Tempo stimato di arrivo in città uno o due giorni.
     
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  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Nella giornata del 26 settembre, come al solito i Russi furono costretti a limitare i movimenti al minimo indispensabile, e in questo minimo indispensabile il generale Kuidov incluse un’operazione per lo sblocco nel settore della fabbrica dei trattori del battaglione che teneva ancora il reparto amministrativo del complesso, ovvero il IV battaglione della 149a brigata di fanteria. L’operazione si presentava come assolutamente rischiosa in quanto le forze russe erano già di per loro ridotte ai minimi termini e si chiedeva loro uno sforzo offensivo che ne avrebbe ridotto ancora di più le forze. Praticamente tutte le forze che occupavano l’approdo Skudry, cioè il III/1043° della 284a divisione, il 1077°reggimento antiaereo separato ed la compagnia sicurezza del comando della 11a divisone NKVD dovevano partecipare a questo attacco, appoggiate da due interi reggimenti dell’artiglieria d’armata sezione nord. Il problema era che il battaglione tedesco che dovevano attaccare, pur essendo tagliato fuori a sua volta dai rifornimenti era un’unità ancora decente come forza e comunque occupava posizioni solide. Le uniche speranze che gli attaccanti avevano erano che il nemico non aveva avuto il tempo materiale di rafforzare le sue posizioni difensive all’interno degli edifici e che due reggimenti di artiglieria in appoggio avrebbero comunque sprigionato un serio fuoco di preparazione.

    Nel settore Barricady, il IV battaglione della 92a brigata di fanteria veniva riposizionato nella porzione sud della testa di ponte dopo essersi rifornito alla meglio di munizioni, e ributtato immediatamente in combattimento. Imperativo tattico del settore Barricady continuava ad essere la difesa della testa di ponte e dell’approdo Barricady. Non c’era più spazio né tempo per alcuna manovra operazionale. Le forze dovevano resistere sul posto il più a lungo possibile e trattenere sul posto più forze tedesche possibile, cosa che sino a quel momento avevano fatto egregiamente. Direttamente sull’approdo, assumevano la difesa le due compagnie sicurezza della brigata di fanteria di marina e della 193a divisione di fanteria, il II/685°reggimento della stessa 193a ed il III, nonché ultimo battaglione rimasto della fanteria di marina. La speranza qui era che i Tedeschi fossero costretti a prendersi una pausa operativa, ma non vi erano certezze.

    Nel settore della stazione centrale, il generale Rodimtsev che aveva ancora il comando di tutto il settore, ordinava ai reparti della 95a divisone, che avevano iniziato il movimento di accerchiamento delle forze tedesche con direttrice stazione – Kurgan di Mamayev, di cominciare ad attaccare un battaglione nemico della 71a divisione che era rimasto per primo semi accerchiato dalle forze russe. Una manovra forse azzardata e prematura, ma Rodimtsev non vedeva l’ora di rendere un po’ di pariglia al nemico. Ricordiamo che in questo settore i dati della ricognizione erano scarsi e non si aveva in realtà idea di quante forze tedesche ci fossero da circondare. Anche questa operazione d’attacco aveva l’appoggio diretto di un reggimento di artiglieria d’armata sulla sponda opposta del Volga. Anche se l’operazione non fosse riuscita, Rodimtsev contava di far consumare al battaglione nemico rifornimenti che non avrebbe potuto rimpiazzare.

    Con riguardo a questa operazione è da registrare il fatto che il colonnello Matrinenko protestò veementemente contro questo ordine di Rodimtsev e si recò di persona presso il comando della 13a nonostante le molteplici difficoltà a muovere di giorno su quel terreno per dissuadere il comandante della 13a divisone della guardia e del settore centrale che quella operazione non era opportuna. La ragione più sensata che Matrinenko opponeva al piano di Rodimtsev era che non solo l’attacco avrebbe rischiato di essere ancora debole in quel momento, ma occorreva anche considerare che non essendo il movimento di accerchiamento ancora completato, anche il successo dell’attacco non avrebbe fatto altro che provocare un ripiegamento tattico del nemico in una posizione dalla quale magari avrebbe potuto ricevere di nuovo i rifornimenti. Ci volle tempo e pazienza a convincere l’impetuoso comandante della delle guardie, ma alla fine l’operazione venne annullata.

    Nel settore sud nulla si mosse. Semplicemente le forze russe cercarono di migliorare le posizioni difensive nelle quali si trovavano ed il 1047°reggimento della divisione di Batjuk, appoggiato da un ulteriore battaglione della 193a divisone di fanteria si preparavano al movimento di avvicinamento al nemico che avrebbero cominciato al calare della notte.

    L’operazione alla fabbrica dei trattori riusciva nell’intento di respingere i tedeschi con perdite significative (quelle russe non erano da meno) ma non riusciva a sbloccare il battaglione incastrato nel reparto amministrativo della fabbrica ed aveva anche l’inconveniente di scoprire troppo l’approdo. Tanto e vero che ad attacco ultimato, l’esausto battaglione del 1043°reggimento ricevette l’ordine di ripiegare a sua volta per andare a difendere di nuovo quel vitale punto.

    Prima del calare della sera, i Tedeschi cercarono ovviamente di sfruttare al massimo le rimanenti ore diurne. Rinnovarono dunque violentissimi attacchi alla fabbrica dei trattori, che riuscirono a conquistare interamente, distruggendo tutte le unità russe che ancora difendevano il reparto amministrazione, le quali rimaste senza munizioni si fecero parte uccidere sul posto combattendo con pietre e baionette e parte si arrese. I Tedeschi cominciarono nelle ultime ore prima del buio con attacchi di assaggio per far consumare al battaglione russo della 149a brigata le munizioni. L’artiglieria russa era in realtà l’unica forza in combattimento capace oramai di infliggere perdite al nemico e anche in questi attacchi di alleggerimento fecero pagare ai Tedeschi un prezzo elevato nell’ordine della cinquantina di morti e parecchio materiale distrutto. Un secondo attacco, un paio d’ore dopo il primo però metteva fine alla partita e la fabbrica cadeva interamente in mani tedesche.

    Andamento simile delle operazioni si aveva nel settore Barricady, dove un attacco poderoso di elementi di tre divisioni tedesche (24 panzer, 295a e 71a) sulla porzione sud della testa di ponte metteva a dura prova la difesa. Un primo attacco veniva respinto causando ai Tedeschi 80 morti e 130 feriti. In questo combattimento veniva virtualmente distrutto il III/269° 11a divisione NKVD, ma il resto delle truppe russe teneva la posizione con le unghie e con i denti, causando ai Tedeschi le perdite che abbiamo detto, in collaborazione con l’artiglieria d’armata che come di consueto in quegli ultimi giorni aveva preso a erogare un discreto fuoco di spianamento su qualunque concentrazione di truppe nemiche. Il secondo attacco si manifestava un’ora dopo ancora più violento del primo. L’impatto disorganizzava il IV/92a fanteria di marina che ripiegava in disordine verso l’approdo, ma il plotone di carri leggeri ed il III/685° di fanteria resistettero sul posto a prezzo di perdite sensibili (30 morti e 50 feriti) infliggendone ai tedeschi di ben più gravi (130 morti e 190 feriti; una vera ecatombe). Il problema era che i tedeschi avevano in quel settore una soverchiante superiorità numerica, non solo in fanteria ma anche in tutte le armi di supporto; cannoni, veicoli blindati e genieri. Quindi era chiaro al generale Pruniev che o l’armata avrebbe mandato rinforzi nella testa di ponte e con urgenza, o la stessa sarebbe caduta nelle mani del nemico in qualche giorno. Pruniev aveva il comando del settore ma solo due battaglioni della sua divisione per difenderlo, due battaglioni di fanteria di marina e per finire un plotone di carri leggeri. Kuidov non gli promise rinforzi ma gli assegno in appoggio un reggimento di artiglieria e l’ordine di resistere ad oltranza fino a quando lui non fosse riuscito a trovare qualcosa da mandargli. Il ruolo che il settore stava coprendo, di trattenere tre divisioni nemiche presso l’approdo Barricady stava rivelandosi fondamentale per tutta l’economia della battaglia. Se i Tedeschi avessero liberato quelle forze per lanciarle da qualche altra parte, ciò avrebbe potuto rappresentare la catastrofe. Per la verità, durante la notte Kuidov era già riuscito a far traghettare presso il settore Barricady un battaglione ricostituito della 115a brigata di fanteria, ma gli ordini di questa unità non prevedevano che rinforzasse la testa di ponte, bensì che compiesse una puntata esplorativa in direzione nord per vedere cosa si poteva recuperare della fabbrica di trattori. Il battaglione, forte di 280 tra fucilieri ed assaltatori, con due pezzi da 75, sei camion, 7 mitragliatrici e 11 fuciloni anticarro, si metteva in marcia col buio non appena traghettato sulla sponda ovest. Dopo soli tre chilometri si imbatteva in un reggimento di artiglieria tedesco e si preparò ad attaccarlo. Il battaglione portava al seguito solo i rifornimenti che aveva con sé all’inizio della missione ed avrebbe avuto quindi un’autonomia offensiva limitata. Valeva comunque la pena di provare, anche se alcuni civili provenienti dal quartiere ad ovest della fabbrica riferiva che aveva visto un grosso concentramento di centinaia di soldati nemici accampati appunto tre o quattro chilometri ad ovest del complesso. Nella testa di ponte vera e propria, Pruniev ordinava a tutti i reparti di approfittare delle pause nei combattimenti per prepararsi posizioni sempre più solide in maniera da ottemperare agli ordini dell’armata. Rese chiaro a tutti i suoi sottoposti e alle truppe facendo un giro di tutti i reparti, che il loro compito era il più difficile e delicato dell’intero teatro di battaglia. Chiarì ancora meglio il fatto che per loro non c’era terra al di là del Volga e che se necessario sarebbero morti tutti sul posto per sconfiggere i Tedeschi. Si raccomandò in particolare con il colonnello Butrenko, suo vicecomandante di settore e comandante della 92a brigata di fanteria di marina che quella era la sua occasione per riabilitare sé stesso ed il suo reparto se avesse continuato a combattere magnificamente come aveva fatto negli ultimi giorni.

    Nel settore della stazione centrale, il 161°ed il 241°reggimento della 95a divisione di fanteria proseguivano il loro movimento nelle retrovie dello schieramento tedesco a sud del Kurgan di Mamayev, che comprendeva due battaglioni della 71a divisione di fanteria ed il battaglione esplorante della 24a panzer. Il giorno 27 nelle prime ore della notte l’avanguardia russa costituita dal II/161°raggiungeva i margini della scarpata Krutoy, che era stata teatro di aspri combattimenti nei giorni precedenti, senza incontrare alcuna resistenza. L’obiettivo finale di questa operazione era l’accerchiamento e la distruzione delle forze tedesche summenzionate, il che avrebbe liberato numerose forze della 13a della guardia e di altre truppe aggregate a questa divisione, nonché il 90°reggimento della stessa 95a divisione di fanteria che stava conducendo l’operazione. In un secondo tempo, tutte queste forze disponibili per nuove operazioni sarebbero state lanciate contro le forze nemiche che pressavano da vicino il comando d’armata ed i resti della 13a della guardia e del 241°reggimento 95a divisione di fanteria e battuto tutte le forze nemiche nel settore stazione centrale – Kurgan. Presumibilmente tutto ciò avrebbe significato una profonda svolta a favore dei Russi nella battaglia di Stalingrado. Come vedremo questa aspettativa venne rapidamente ridimensionata dall'andamento delle operazioni negli altri settori.

    Sul fronte sud, Krumilov si era recato presso l’approdo Piazza Rossa a coordinare ed organizzare i rinforzi traghettati il giorno prima: due battaglioni della 284a divisione di fanteria ed uno della 193a. Compito di queste forze e di quelle che già presidiavano il fronte a sud era quello di arrestare definitivamente il nemico sul fiume Tsaritsa. Si trattava di capire come distribuire questi rinforzi.

    Il gruppo principale di forze tedesche, in maggioranza appartenenti alla 29a divisione motorizzata, era rivolto verso l’approdo centrale, dove il comando di Krumilov, un battaglione della NKVD e la 137a brigata carri (appiedata) erano sistemati in solide posizioni difensive. Prima di poter intervenire in aiuto delle forze russe in linea, i rinforzi indicati sopra dovevano liberarsi di una compagnia corazzata del 129°reggimento panzer della 29a che come abbiamo visto qualche pagina addietro, si era infiltrato alle spalle delle linee russe con l’obiettivo di raggiungere il centro della città e la Piazza Rossa. I rinforzi russi manovrarono in maniera da aggirare su due lati questa compagnia corazzata, ma per impedirgli la ritirata era necessario dislocare un reparto tra l’approdo centrale e la stazione in maniera da chiudere tutte le vie di fuga se i carri tedeschi non avessero resistito alla pressione. Per questo il generala Krumilov assunse un rischio calcolato ordinando al battaglione della NKVD di chiudere questa breccia con il duplice scopo di tagliare le vie di ritirata alla compagnia corazzata nemica e di raccordare la difesa con il comando della 10a divisione NKVD del generale Primakov, suo vicecomandante di settore e con i due battaglioni della NKVD che aveva direttamente con lui sulla linea difensiva. Naturalmente questa mossa indeboliva sensibilmente la posizione presso l’approdo, ma Krumilov attribuì più importanza alla possibilità di distruggere la compagnia carri tedesca che a quella di difendere l’approdo. Aveva calcolato il generale che poteva anche permettersi la perdita di questo punto, giacché 4 chilometri più a nord poteva utilizzare l’approdo Piazza Rossa per rifornirsi. Come vedremo, anche qui i Tedeschi anticiparono tutte queste sottigliezze con un attacco massacratore sul fronte sud che mandò a monte tutti i piani dei Russi.

    Da ultimo, durante la notte tra il 26 ed il 27 settembre, il CLV battaglione separato mitraglieri veniva traghettato presso la testa di ponte Barricady come ulteriore rinforzo. Non era una gran cosa ma era meglio di niente, ed era un segnale per il generale Pruniev che il comando d’armata non l’aveva abbandonato. Inoltre, in avvicinamento all’approdo Krasnya Sloboda c’erano il CCXII battaglione separato genieri ed il 188°reggimento della 193a divisione di fanteria. Oltre a questi rinforzi, su richiesta del comando di fronte, la STAVKA aveva deciso di distaccare alla 62a armata la formidabile 39a divisione della guardia del Generale Silvan Gurevich, ex comandante di truppe aviotrasportate. Un primo scaglione di questa unità avrebbe cominciato a muovere verso la città in un paio di giorni.

    Nel pomeriggio del 27 settembre, come abbiamo già accennato sopra, molti dei piani dei Russi vengono frustrati da una serie di attacchi devastanti che gettano nella costernazione non solo il comando della 62a armata, ma anche il comando di fronte e la STAVKA.

    Sul fronte sud, l’attacco contro la compagnia corazzata tedesca fallì. I Tedeschi persero un Panzer IV, ma mantennero le loro posizioni fermamente. Poi il contrattacco tedesco vide la ventina di carri di tale compagnia avventarsi sui 2 T-34 che tenevano il settore nord ovest della cinta di accerchiamento e li distrussero tutti e due in un combattimento tra le rovine del quartiere. Di un battaglione della NKVD che era stato mandato in soccorso dei carri non tornò nemmeno un uomo dei 140 mandati. Non c’è dubbio che i Russi combatterono selvaggiamente, testimonianza ne è che il rapporto tedesco sullo scontro riportò 150 perdite e parecchio materiale perduto tra cui 6 cannoni, 8 mortai ed una quarantina di camion; tutte perdite dovute in gran parte ai due reggimenti di artiglieria russa ed al loro fuoco di spianamento. L’ala destra russa del settore sud venne anche sbaragliata il giorno 27 con pesanti perdite e tutto il fronte sud si ridusse quindi all’approdo centrale e ad un caposaldo sulla Tsaritsa tenuta dal comando di Primakov rimasto con tre striminziti battaglioni di polizia del popolo accerchiati su tre lati ed impossibilitati a ricevere i rifornimenti. Sull’approdo centrale invece rimaneva il comando di Krumilov, la brigata carri appiedata ed una compagnia di 160 uomini che era tutto quello che restava della 131a divisione di fanteria. Un paio di chilometri più a nord c’era ancora il 1047°reggimento della divisione di Batjuk la quale a questo punto avrebbe dovuto accontentarsi di difendere l’approdo Piazza Rossa ed il centro della città compresa la stazione, che era oramai l’ultimo lembo di Stalingrado che rimaneva in mano ai Russi e dal quale Kuidov stava cercando di far partire una controffensiva. Tutto il resto non era solamente nelle mani dei Tedeschi, ma non si vedeva nemmeno come poterlo riconquistare.

    Dal settore Barricady poi arrivavano altre notizie disastrose: con due poderosi attacchi tedeschi, entrambi preparati da una valanga di fuoco di artiglieria ed appoggio aereo, distruggevano tutte le truppe russe nella porzione sud della testa di ponte. 220 uomini e tutto il materiale andavano perduti, tra morti feriti e prigionieri ed equipaggiamento catturato. Un battaglione di fanteria di marina veniva distrutto ed anche un battaglione della 193a divisione di fanteria subiva la stessa sorte. Resistevano ancora sull’approdo Barricady il comando della 193a divisione, un battaglione di fanteria di marina, un battaglione della 193a divisione ed il battaglione mitraglieri appena giunto la notte precedente. Ma le forze tedesche erano preponderanti (due divisioni) e non si pensava di poter tenere l’approdo per lungo tempo.

    Nel settore della fabbrica dei trattori, i Tedeschi lungi dall’essere spaventati dal contrattacco dei due reggimenti della divisione di Batjuk, contrattaccarono invece in direzione nord est, in direzione dell’approdo Skudry. Sbaragliarono un battaglione della 284 divisione di fanteria causando ai Russi 160 perdite tra morti feriti ed arresi. Questa manovra mise in difficoltà ovviamente anche le truppe russe del 1043° e del 1045°reggimento che stavano conducendo il contrattacco.

    In definitiva in quella fine di settembre 1942 l’alto comando russo stava cominciando a pensare che avrebbe dovuto concedere la conquista della città di Stalingrado al nemico che pareva inarrestabile. le truppe russe parevano esauste e non più in grado di opporre una difesa coerente e solida.

    Nota dell'autore
    Vedremo che cosa portano i prossimi turni, ma ho i miei dubbi sul fatto che i Russi riescano a tenere la città ancora per molto. I tedeschi hanno ricevuto un'altra divisione di fanteria in rinforzo e le prospettive appaiono buie.
    Già adesso lo scenario indica una sconfitta decisiva per i Russi e se nei prossimi turni non riuscirò a raddrizzare la situazione e almeno a fermare i Tedeschi in attesa di ulteriori rinforzi, dichiarerò la sconfitta del generale Kuidov e della sua 62a armata.
    Staremo a vedere.
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  13. Prostetnico

    Prostetnico

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    Eh, volevo scriverlo prima, ma i crucchi mi sembra siano più o meno quaranta giorni avanti rispetto allo storico e se i tempi sono quelli, Urano non parte e la frittata temo sia pronta.
     
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  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Caro Prostenico,
    hai assolutamente ragione. I Tedeschi sono in anticipo di 40-50 giorni sulla tabella di marcia storica e non ho capito bene perché. Ho controllato tutte le unità, i loro ordini di battaglia, le date di arrivo dei rinforzi, e tutto è perfettamente storicamente accurato. Come fonte principale ho usato il monumentale "Armageddon in Stalingrad: September-November 1942", di David M. Glantz, che è la bibbia sull'argomento e tutto corrisponde perfettamente. Devo aver sbagliato qualcosa io o sono troppo scarso per l'ottima AI di TOAW IV e quella di chi ha disegnato lo scenario.
    Mi sono dato come limite al gioco che se i Tedeschi prendono tutta la città prima che Urano Parta e Urano parte al 100 turno o giù di lì, i Russi sono sconfitti. Già le condizioni di vittoria al momento li danno in sconfitta decisiva.
     
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  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    La notte tra il 27 ed il 28 settembre, la situazione precipitava ulteriormente per i Russi, che perdevano l’approdo Skudry nel settore della fabbrica dei trattori, lasciando sospesi nell’aria due reggimenti della 284a divisione che ancora operavano ad ovest della fabbrica, e condannando al quasi certo insuccesso la controffensiva della 284a in quel settore. Tra il settore e la testa di ponte Barricady, era rimasto sospeso nel nulla il II/115°reggimento separato di fanteria. Questa unità si trovava isolata e bloccata da quattro battaglioni di fanteria tedesca, tutti della 71a divisione di fanteria tedesca. Reparti della 389a divisione tedesca e della 60a divisione motorizzata, conquistavano dopo aspri combattimenti l’approdo Skurdy distruggendo tutte le forze russe che lo difendevano. Verrà distrutta insieme a tutte le forze rimaste nella testa di ponte Barricady.

    Ad ovest del settore i Tedeschi, accortisi della manovra della divisione di Batjuk, si pararono anche in quella direzione, rinforzando le loro retrovie con tre battaglioni di fanteria appartenenti alla 389a ed alla 71a divisione di fanteria. Per tutte queste ragioni, il generale Batjuk decise di provare a separare le forze tedesche in due tronconi, infilando un reggimento della sua divisione tra i due complessi nemici e magari rioccupando la fabbrica, con un movimento avvolgente da est verso sud. La manovra, molto complicata, avrebbe dovuto tenere conto dei rischi che fossero le stesse forze russe ad essere accerchiate e distrutte, dal momento che avendo i Tedeschi occupato la sponda del Volga in tutto il settore, l’unico punto di rifornimento rimasto era Rynok; ed era molto lontano e soprattutto esposto anch’esso ad una occupazione tedesca. Date le circostanze, il nuovo obiettivo della 284a divisione di fanteria diventava di tentare di riconquistare l'approdo Skudry per poter evacuare i reparti nel settore centrale.

    Nel disgraziato settore Barricady le forze russe superstiti dopo vigorosi attacchi tedeschi, vale a dire il comando della 92a brigata di fanteria di marina, il II/685° 193a divisione di fanteria, il CLV battaglione separato di mitraglieri ed il II battaglione ed ultimo superstite della brigata di fanteria di marina, si trincerarono presso l’approdo, nella speranza di essere evacuate prima di essere distrutte. In un atto di eroismo, il generale Pruniev, con la sua compagnia di sicurezza del comando divisionale, rimase a coprire il ripiegamento delle forze dalla zona settentrionale e quella meridionale della testa di ponte. Di fronte alla scelta se evacuare immediatamente queste forze e trincerarle per attendere lo sganciamento del comando di Pruniev, Kuidov lo lasciò ai comandanti sul posto. E la scelta cadde sull’opzione di attendere e fu un errore fatale commesso da Kuidov che condannò tutte queste forze alla distruzione. Se fossero state evacuate prontamente le si sarebbe potute salvare, con il solo sacrificio del comando divisionale.

    Nel settore stazione centrale/raffineria/Piazza Rossa, la 95a divisione di fanteria aveva quasi completato l’accerchiamento, con un movimento lento ed estenuante, degli elementi nemici che aveva di fronte. Tale lentezza era data come sempre dal terreno nelle zone non asfaltate della città, dove anche la fanteria aveva difficoltà a muoversi nei pantani di fango creati non solo dalle abbondanti piogge e dalla perdite d’acqua delle tubature distrutte, ma anche dagli enormi cumuli di macerie nonché dalla vicinanza del nemico, tutti fattori che rallentavano drasticamente i movimenti. Un battaglione tedesco della 71a divisione di fanteria comunque si trovò completamente accerchiato già nella notte del 28 settembre, e contro di questo, reparti della 13a della guardia, della 10a di fanteria e della 95a di fanteria già cominciarono immediatamente attacchi limitati per obbligare i Tedeschi ad usare i rifornimenti di cui disponevano con l’idea di convincerli alla resa. Il dubbio era se i Russi sarebbero riusciti a liquidare questa partita abbastanza velocemente da liberare forze consistenti prima che i Tedeschi conquistassero completamente la città.

    A bene vedere, ebbe ad osservare Kuidov dopo la guerra, a parte il settore centrale non c’era molto della città ancora nelle nostre mani. Dal punto di vista strategico quindi a quel punto la battaglia nella migliore delle ipotesi si presentava come uno sforzo partente proprio dal settore centrale per riconquistare più quartieri possibili e forse salvare ancora la battaglia. Sarebbero occorsi ingenti ed urgenti rinforzi.

    Nel settore sud, che oramai era quasi unito a quello centrale, i Tedeschi avevano battuto le forze russe ad ovest, disperso il reggimento della NKVD ai quattro venti e radunato le loro truppe intorno all’approdo centrale. Il 1047°reggimento della divisione di Batjuk, che operava in quel settore, cercò di ricostituire una linea difensiva a nord della Tsaritsa collegandosi con la difesa dell’approdo centrale stesso tenuto dalla brigata carri appiedata e da quello che rimaneva della 131a divisone di fanteria (160 uomini).

    L’attacco nel settore centrale al battaglione della 71a divisione di fanteria ebbe parziale successo, ma il nemico rifiutava per il momento di arrendersi pur perdendo 130 soldati e parecchio materiale. La battaglia non era indolore nemmeno per i Russi, che avevano 20 morti e 50 feriti. Questa fu l'unica nota positiva in un 29 settembre da dimenticare.

    Durante la giornata del 28 infatti, i Tedeschi liquidarono completamente tutte le forze russe nel settore Barricady, occupando l’approdo. Tutte le forze russe della 92a brigata di fanteria di marina e truppe aggregate furono annientate per morte o per resa. I tedeschi occupavano dunque in quel momento l’intera città di Stalingrado con l’eccezione della raffineria, e del centro città. Paulus mandò un comunicato a Hitler dove diceva che un ultimo decisivo sforzo sarebbe stato necessario per la conquista totale della piazzaforrte nemica e chiedeva rinforzi per alimetare quest'ultima offensiva. Il comando del Gruppo di Armate sud cominciò ad inviare la 295a divisione di fanteria come rinforzo. Nuove forze, tra cui la 100a divisione Jager sarebbero giunte al più presto. A Berlino ed al comando della Wehrmacht si diffondeva un'ondata di giustificato ottimismo.

    Presso la fabbrica dei trattori, la divisione di Batjuk era rimasta isolata dall’approdo Skudry e se non fosse riuscita a riconquistarlo e ad evacuare, sarebbe stata la fine anche per lei. L’obiettivo dalla 284a divisione di fanteria non fu più quindi di accerchiare forze oramai decisamente superiori alle sue, ma di riconquistare l’approdo e traghettare nel settore centrale, dove il comando di Kuidov aveva in mente di organizzare l’ultima difesa.

    La STAVKA preoccupatissima per la situazione, decise di accelerare l’invio della 39a divisione della guardia, ma ci sarebbe voluto un po’ di tempo per farla affluire, specialmente considerando il fatto che i Russi continuavano a potersi muovere solamente di notte. Questo era stato un enorme svantaggio dall’inizio della battaglia, quando i Russi si resero contro che muovere con la luce del giorno, significava rischiare la distruzione di interi reparti, il che confermava il ruolo determinante che le aviazioni avevano nella guerra moderna. Tutti i rinforzi adesso erano da spedire nel settore centrale. L’ordine rimaneva immutato. Tenere la città o morire sul posto. Lo stesso Kuidov reiterò il concetto ai suoi subordinati che per loro non c’era più terra al di là del Volga.
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  16. Prostetnico

    Prostetnico

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    A mio avviso, però io sono decisamente scarso, hai condotto egregiamente le operazioni. Mi chiedo se le condizioni meteo (leggi luftwaffe) possono essere la causa della situazione: è una variabile che non so se sia riproducibile a livello di scenario; anche solo qualche giorno di bel tempo in più, e quindi le conseguenti devastanti incursioni aeree avversarie, potrebbe aver inciso sulle scarse risorse russe.
     
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    I Russi dall'inizio della battaglia hanno perso circa 52.000 uomini in qualcosa come tre settimane, un rateo di perdite di quasi 2500 uomini al giorno, due volte e mezzo le perdite che secondo le previsioni occidentali più ottimistiche stanno subendo adesso in Ucraina. Di queste perdite, circa un buon terzo sono state dovute all'aviazione tedesca. Quindi la tua ipotesi non è campata per aria. Nella battaglia reale il generale Chuikov riuscì a minimizzare gli effetti dell'aviazione tedesca posizionando le sue forze in media ad una cinquantina di metri da quelle nemiche, oltre che usare la tattica che ho copiato da lui di muovermi principalmente di notte. Nella battaglia reale Chiukov questa seconda regola la applicò in modo ancora più fanatico di quanto ho fatto io, minimizzando ancora le perdite causate dalla Liftwaffe. Questi due aspetti, come hai fatto notare tu, hanno sicuramente contribuito al maggior successo avuto dai Tedeschi in questa ricostruzione, dal momento che nella ricostruzione le perdite russe causate dall'aviazione tedesca sono state di gran lunga superiori a quelle reali.
    Purtroppo in TOAW non si può simulare la prima tattica usata da Chuikov (contratto stretto con il nemico) e magari anche questo ha influito.
    Oltre a ciò non mi stanco di lodare l'AI di TOAW IV, in particolar modo negli scontri dove la manovra non è di ampio respiro. Devo dire però che le ultime patch hanno migliorato tantissimo il comportamento dell'AI anche in battaglia manovrata ed i Tedeschi lo hanno dimostrato in questa battaglia.
     
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  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il 29 settembre proseguirono le operazioni di combattimento a nord della stazione centrale, dove unità miste della 13a divisone della guardia, della 10a brigata di fanteria e della 95a divisione di fanteria attaccarono ancora una volta il I battaglione del 211 reggimento di fanteria tedesco accerchiato. Dopo due decisi attacchi riuscivano a distruggerlo, ma le perdite russe furono anche gravi per via dell’aviazione tedesca. Kuidov aggiunse al suo ordine di non muovere alla luce del giorno anche quello di non attaccare più alla luce del giorno, dato che allo stato delle cose, spreco di vite non se ne poteva fare più. In questo scontro però i Tedeschi persero anche loro circa 200 uomini che era quanto rimaneva al battaglione tedesco. Almeno parzialmente, i Russi rispondevano alle sciagure subite nei giorni precedenti.

    Caduta l’oscurità sulla giornata del 29 settembre, e vista l’inattività delle forze tedesche che si limitavano a rimaneggiare il loro dispositivo dopo aver conquistato la maggioranza della città, proseguirono dunque le manovre della divisione di Batjuk per riprendere l’approdo Skudry dova la ricognizione del I/1043°reggimento aveva scoperto la protezione di tre battaglioni di fanteria nemica e reparti di supporto del genio e anticarro. Inoltre proseguiva il contrattacco nel settore centrale al I/191°reggimento della 71a divisone, come secondo battaglione accerchiato da distruggere. Nella piccola sacca c’era anche il battaglione esplorante blindato della 24a panzer e si sperava di annientare anche quello. Dopo di che se tutto fosse andato bene, si poteva passare alle operazioni ad est del Kurgan ed alla riconquista dello stesso. Per finire, durante la notte tra il 28 ed il 29, proseguiva il più velocemente possibile il viaggio della 39a divisione della guardia verso l’approdo di Krasnya Sloboda, per l’imbarco alla volta della martoriata città. L’attacco russo, portato di notte aveva un discreto successo, là dove il battaglione tedesco fu costretto a ripiegare sulle posizioni del battaglione blindato, perdendo circa un’intera compagnia nell’operazione. L’attacco si concluse prima dell’alba con la distruzione di tutte le truppe tedesche nella sacca. Una piccola vittoria russa certo non conseguita gratis, giacché i Russi persero nell’azione complessivamente 30 morti ed una ottantina di feriti.

    Il 29 settembre, la ricognizione strategica ed i rapporti dei civili, diedero un gran numero di forze tedesche, tra cui alcune meccanizzate, in marcia versi sud, evidentemente per andare a conquistare l’ultimo lembo di Stalingrado in mano ai Russi, mentre nel settore dell’approdo Skudry, un reggimento di fanteria tedesco si piazzava a sua difesa sbarrando l’accesso alla 284a divisione, al comando della quale c’era adesso il colonnello Alexei Skander, dal momento che si apprese che il generale Batjuk era stato ferito in combattimento (salva di artiglieria tedesca). Sarebbe stato difficile che le truppe al comando dei quattro battaglioni della 284a che operavano nel settore Skudry potessero riprendere l’approdo. In quel momento ai Russi rimaneva solamente un approdo per i rifornimenti di materiali e munizioni: l’approdo Piazza Rossa che si trovava a 5 chilometri dalla linea del fronte sud sulla Tsaritsa. Inoltre i Tedeschi mantenevano l’approdo centrale che serviva per le operazioni locali sul fronte sud.

    Per Kuidov adesso si trattava di reimbarcare in qualche modo la porzione di 284a che operava a nord, traghettare tutti i rinforzi possibili nel settore centrale e tenere laggiù il più a lungo possibile in attesa che i fronti a nord e a sud di quello di Stalingrado dessero inizio alla grande offensiva che era programmata per novembre/dicembre. La tetra e buia impressione si andava diffondendo nei comandi russi a tutti i livelli era che la Battaglia di Stalingrado stesse rapidamente volgendo al termine.

    Nota dell'autore
    Volevo attirare l'attenzione dei lettori sulla perizia dell'AI in TOAW IV 4.1.04.

    • Notate come l'AI conquistato l'approdo Skudry, usi un reggimento a difesa dello stesso dopo aver notato che i resti della 284a si dirigono verso di esso per riconquistarlo ed eventualmente usarlo per evacuare.
    • Notate come l'AI conquistato il settore Barricady e la fabbrica dei trattori, pare rivolgere le sue forze a sud anche se le unità nono sono state specificamente dirette su questi obiettivi dal creatore dello scenario. Se tale manovra venisse portata a termine, questo significherebbe che lAI è in grado di dirigere le sue forze non solo dove il creatore di scenario le indirizza ma anche in maniera autonoma dove ci sono forze nemiche residue o dove forze amiche sono in pericolo.
    • L'AI della patch 4.1.04 è in grado di reagire ai moviemnti del giocatore umano sia a livello operazionale che tattico. E se il movimento delle forze tedesche verso sud si materializza, anche a livello strategico. E' quasi un giocatore umano.
    • In quanto a gestire la disposizione degli stack di pedine in un singolo settore, TOAW è rimasto quel buon AI che era anche prima delle ultime patch, con l'aggiunta che non divide più le pedine nelle tre sottounitò come faceva nelle precedenti versioni. Chi ha seguito la mia campagna nel nordafrica si ricorderà come gli Inglesi, guidati dall'AI spesso dividessero inutilmente e ponendosi in una situaizone di svantaggio, i loro battaglioni in compagnie, indebolendo il loro schieramento. Se ricordate in quella campagna io guidando l'asse vinsi occupando il Delta. Non so se con questa AI riuscirei a ripetere l'impresa.
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  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il 29 settembre, Kuidov riunì i suoi principali subordinati, quelli che poterono momentaneamente lasciare i propri posti di comando, per definire una strategia alla luce della nuova situazione. Obiettivo immediato era in quel momento quello di liberarsi delle forze tedesche ad est del Kurgan di Mamayev, un altro battaglione della 71a divisione di fanteria, una compagnia di StuG e una compagnia corazzata della 24a divisione panzer. A contatto con queste forze c’erano già solidi elementi della 13a divisione della guardia distaccati direttamente sotto il comando tattico di Kuidov. La 13a della guardia, oramai ridotta a poco più di un reggimento di fanteria, non aveva ancora perso il suo spirito combattivo, pur nella situazione molto delicata in cui la 62a armata si trovava.

    Sempre il 29 settembre, l’alto comando tedesco distaccava un battaglione meccanizzato della 16a divisone panzer dal fronte al nord della città, dove elementi di tale divisione difendevano il fronte del Don, in attesa degli esiti dell’attacco tedesco nel Caucaso. Tale battaglione era diretto contro il sobborgo di Rynok che i Russi avevano lasciato incustodito a causa del loro tentativo di battere i Tedeschi nel settore della fabbrica dei trattori. Il Generale Kuidov, sapendo che Rynok non disponeva di nessun utile approdo per traghettare i resti della 284a divisone di fanteria, insistette perché tali forze si concentrassero sulla riconquista dell’approdo Skudry. Affidava tale compito al colonnello Skander.

    In quel settore i Tedeschi avevano stabilito una linea di contenimento basata sulla 389a divisone di fanteria su di una posizione difensiva basata sulel sponde della Mechetka. La parte più solida di tale schermo era costituita da 544°reggimento di fanteria schierato direttamente intorno all’approdo. Il comando tattico della divisione si trovava leggermente più indietro sulla strada principale per la fabbrica dei trattori, ed a ovest di questa strada erano schierati il battaglione anticarro divisionale ed un ulteriore battaglione di fanteria. Contro queste forze tedesche, i Russi schieravano quattro battaglioni di fanteria della 284a divisone un carro T-34 più il vecchio 196°reggimento separato di fanteria del colonnello Abrusev che aveva partecipato alle operazioni a nord sin dalle primissime battute della battaglia di Stalingrado. Questo reggimento era dunque finito sotto il comando tattico del colonnello Skander che aveva più anzianità di servizio. Il piano di attacco all’approdo prevedeva che il 196°reggimento e tutti e quattro i battaglioni della 284a divisione di fanteria attaccassero da tre lati il II/544°reggimento della 389a divisione di fanteria tedesca. A tale scopo il 196°reggimento ed il singolo carro T-34 a supporto avrebbero guadato la Mechetka in un preciso punto a ovest del battaglione tedesco. L’attacco notturno avrebbe anche beneficiato dell’appoggio dell’artiglieria d’armata russa del 2°reggimento. Sfortunatamente le operazioni di guado si rivelarono più difficili del previsto ed il 196°non poté essere parte dell’attacco. Vista la situazione, il colonnello Skander annullava l’intera operazione per la notte del 30, rimandandola alla notte successiva se le condizioni fossero state ancora favorevoli. Come vedremo questo attacco venne anticipato dai Tedeschi. Facciamo notare che a questo punto non c’era più molto tempo da perdere in quanto quando i Tedeschi avessero catturato il centro logistico di Rynok, tutte le truppe risse del settore sarebbero rimaste isolate. La presa dell’approdo Skudry diventava dunque tanto vitale quanto urgente.

    Sulla sponda est del Volga continuava a marce forzate l’avvicinamento agli approdi Kranya Sloboda della 39a divisione della guardia e del 188°reggimento della 193a divisione di fanteria. Tali movimenti erano ovviamente rallentati dal terreno impraticabile autunnale e dalla necessità di muoversi solamente di notte. L’idea iniziale del generale Kuidov era quella di usare la 39a della guardia come riserva strategica d’armata. Nella nottata del 30 settembre I Russi completavano anche la ricostituzione del 11°reggimento della 10a brigata di fanteria che si riuniva alla sua brigata madre nel settore centrale. Lo stesso avveniva per un plotone antiaereo che andava ad occupare la strada tra la Piazza Rossa e la raffineria.

    Sul fronte centrale il generale Rodimtsev, responsabile per le operazioni controffensive contro le rimanenti forze tedesche ad est del Kurgan, pianificava la continuazione della sua offensiva. Aveva il grande problema di completare questa operazione prima che le forze tedesche si riversassero su di lui da nord, anche se negli ultimi due giorni tale movimento aveva apparentemente rallentato.

    Riportiamo un estratto del diario di guerra del comandante della 13a divisone della guardia:

    ...Subito prima dell’alba del 30 settembre il 161°reggimento della 95a divisione risaliva sul Kurgan di Mamajev e lo trovava deserto. Dietro veniva la 10a brigata di fanteria, mentre i due battaglioni della 13a della guardia sotto il mio diretto controllo, ridotti oramai a 150 uomini per battaglione, costeggiavano la raffineria dell’avanzata verso nord, in maniera da costituire la spalla interna del dispositivo di accerchiamento che avevamo predisposto contro la 71a divisione tedesca. Non c’era molto da accerchiare per la verità: le ricognizione dava un battaglione di fanteria, una compagnia di cannoni d’assalto ed una di carri armati appartenenti alla 24a divisione panzer. Comunque, se la manovra fosse stata portata a termine con successo, avremmo liberato le forze al diretto comando del generale Kuidov, un altro battaglione della 95a divisione ed altri due della mia 13a…

    L’ottimismo del generale Rodimtsev trovò nella stessa giornata del 30 un pesante limite nelle notizie riportate da quei pochi civili che ancora occupavano il villaggio dei lavoratori Ottobre Rosso. Tali civili riferivano il passaggio verso sud di una interminabile colonna di mezzi corazzati tedeschi di molti chilometri di lunghezza. Si trattava quasi certamente della 24a divisione corazzata che era stata reindirizzata verso il fronte centrale a finire le residue truppe russe che lo difendevano.

    Negli altri settori nulla si muoveva, con l’eccezione dell’approdo Skudry, dove i Tedeschi rinforzavano la posizione ma stranamente non occupavano ancora Rynok ed il suo deposito rifornimenti. Una notizia non confermata del servizio di informazione militare affermava che presso l’approdo si fosse installato addirittura il comando della 6a armata tedesca, notizia che i Russi presto andranno a controllare di persona attaccando direttamente la posizione. Il settore era nelle mani della 389a divisione di fanteria tedesca, e visto che durante il giorno non si poteva attaccare, tale divisione avrebbe potuto magari anche rafforzarsi prima dell’arrivo della notte. Tuttavia, l II/1043°reggimento della divisione di Skander di portava ad un chilometro dall’approdo subendo naturalmente le relative perdite ad opera di un immediato attacco aereo. Lo scopo del movimento era quello di inserire un cuneo tra i battaglioni nemici che sarebbe servito come base di partenza per un attacco immediato e diretto all’approdo la notte successiva.

    Dall’altra parte del Volga, la STAVKA rilasciava un’altra delle sue divisioni di riserva; la 308a, di cui cominciavano ad arrivare i primi due reggimenti. Il terzo sarebbe seguito nei giorni successivi.

    Durante la notte del 1 ottobre, pattuglie da ricognizione di un battaglione di fanteria russo appartenente alla 42a brigata di fanteria che era rimasto isolato nelle vicinanze dell’aeroporto, segnalavano che la colonna meccanizzata tedesca si avvicinava proprio all’aeroporto da nord. Lo scopo della manovra era oscuro perché con tale movimento i Tedeschi tendevano ad aggirare da ovest l’intero settore centrale invece che puntare sul Kurgan direttamente.

    Nel settore dell’approdo Skudry, non solo i Tedeschi contrattaccavano con un reggimento di fanteria le truppe russe che cercavano di infiltrarsi presso l’approdo, ma costituivano anche una solida linea difensiva con l’intento di difendere ad oltranza la posizione. Il colonnello Skander decideva per intanto di mandare una compagnia di fucilieri ad occupare il deposito di Rynok, e poi contrattaccava con due battaglioni l'unità tedesca che aveva conquistato la posizione, ricacciandola indietro, arrivando sino alle posizione esterne dell’approdo ed infiltrando una pattuglia di esploratori oltre le linee nemiche. Tale pattuglia confermava che l’intero comando della 6a armata tedesca occupava fisicamente l’approdo, col battaglione di panzergrenadieren della sicurezza del quartier generale d'armata e tutte le truppe ausiliarie. I tedeschi avevano già cominciato a costruire apprestamenti difensivi e riprendere l’approdo con i quattro battaglioni esausti della 284a sarebbe stato difficile.

    Altra nota dell'autore
    A questo punto siamo in territorio inesplorato per quanto riguarda la battaglia di Stalingrado. La situazione è adesso totalmente differente da quella storica, in quanto in quest'ultima i Tedeschi avevano preso l'intera città meno alcuni settori dei quartieri delle fabbriche. Qui invece le fabbriche sono conquistate e solo il settore Piazza Rossa/stazione centrale/raffinerie di petrolio è ancora in mano ai Russi. Poi c'è naturalmente il fatto che siamo all'inizio di ottobre nella simulazione mentre i Tedeschi storici si trovarono ad aver occupato l'intera città all'inizio di novembre. Quindi a partire da qui vedremo cosa succede. Non sembra molto promettente per i Russi però, se i tedeschi trasferiscono a sud l'intera 24a corazzata.

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    Ultima modifica: 5 Ottobre 2024
  20. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Il primo ottobre 1942, presso l’aeroporto della città di Stalingrado, una squadra di esploratori del I battaglione 42a brigata di fanteria riuscì ad infiltrarsi negli edifici della scuola di volo per avere una visuale pressoché completa dell’area della scarpata Krutoy ed oltre. Quello che il tenente Valerii Strubakov dovette riportare al comando del generale Rodimtsev non era confortante: una enorme distesa di truppe tedesche avanzava dalla quota 126.3 verso est; praticamente in direzione delle forze russe che stavano montando l’attacco alle truppe tedesche di fronte alle raffinerie di petrolio.

    Le scelte da discutere con il colonnello Matrinenko per Rodimtsev erano sostanzialmente due: Rodimtsev mostrò al colonnello Matrinenko, comandante della 95a divisione di fanteria, giunto in tutta fretta al comando tattico della 13a divisione della guardia le posizioni conosciute delle truppe tedesche e gli chiese un parere. Entrambi gli ufficiali concordarono sul fatto che l’ordine operativo di Kuidov rimaneva quello di distruggere le truppe tedesche nei pressi delle raffinerie. Si trattava come sappiamo di un battaglione di fanteria e di una compagnia di cannoni d’assalto, entrambi appartenenti alla 71a divisione di fanteria e di una compagnia carri appartenente alla 24a panzer. A queste forze si era unito il comando del gruppo da combattimento Stahel della Luftwaffe. Il problema tattico era; sarebbero riuscite le forze sovietiche a completare il loro lavoro prima dell’arrivo del grosso di quello che si presumeva essere la 24a panzer al gran completo o le forze di Rodimtsev sarebbero loro stesse state ingabbiate e distrutte tra i due complessi tedeschi. I rischi andavano valutati con attenzione perché la 13a divisione della guardia, la 95a di fanteria e la 10a brigata di fanteria erano le ultime grandi unità che rimanevano disponibili al momento per la difesa di quanto ancora della città era in mano russa. Perse quelle unità la battaglia era persa. Sarebbe occorso uno sbarco anfibio per riconquistare un approdo da parte dei rinforzi in arrivo. Un’operazione improponibile e strategicamente suicida con i Tedeschi che dominavano l’intera sponda ovest del Volga.

    Della situazione del momento e dei suoi dettagli venne prontamente informato anche il comando d’armata, il quale decise di prendersi la responsabilità di ordinare a Rodimtsev di continuare ll’operazione offensiva, coprendo allo stesso tempo il fianco sinistro della sua forza dalle forze corazzate tedesche sopraggiungenti. Kuidov scelse dunque l’opzione più rischiosa. Gli ordini vennero diramati rapidamente giù per la scala gerarchica ed il 241°reggimento della 95a divisione di fanteria si dispose a a difesa lungo il torrente Krutoy in secca insieme ad elementi della 10a brigata a coprire il fianco del resto della 95a, la quale supportata dalla 13a della guardia. avrebbe sperabilmente completato la distruzione delle forze tedesche obiettivo della missione prima che la 24a panzer fosse loro addosso. Vedremo che l'accerchiamento delle forze tedesche non riuscitrà, ma in quel momento non si aveva nessuna idea della consistenza o dello stato delle forze tedesche in avvicinamento anche se si presumeva che avessero avuto il tempo ed il modo di rifornirsi e ricostituire almeno parzialmente le perdite.

    I Tedeschi dal canto loro non posero tempo in mezzo. Cominciarono all’alba del primo ottobre a travolgere il battaglione russo schierato presso l’aeroporto a cui apparteneva la compagnia del Tenente Strubakov, cosa di cui si occupò il 26°reggimento panzergrenadieren della 24a panzer, la quale come temuto si presentò compatta ad ovest del Kurgan di Mamayev appena riconquistato dai russi.

    Più o meno nello stesso momento, presso l’approdo Piazza Rossa sbarcavano due battaglioni della 193a divisione di fanteria, un battaglione di mitraglieri separato ed un battaglione del genio, nel disperato tentativo di far affluire in rinforzo qualunque tipo di truppa prima che la 24a panzer spazzasse l’ultimo lembo di Stalingrado nelle mani dei Russi.

    Quando la divisione corazzata tedesca si presentò minacciosamente sul fianco sinistro delle forze di Rodimtsev, queste non avevano ancora completato il movimento di accerchiamento degli elementi della 71a divisione di fanteria presso le raffinerie, dal momento che i Tedeschi muovevano anche durante le ore diurne. Tale movimento dovette necessariamente arrestarsi per evitare un contro accerchiamento per la sinistra da parte delle forze tedesche sopraggiungenti da ovest.

    Il primo assalto della 24a alle posizioni russe a ovest del Kurgan si rivelava potentissimo: presso la scarpata Krutoy, elementi del 21°reggimento panzergrenadieren assaltavano la spalla destra dello schieramento di contenimento della 10a brigata di fanteria, demolendo il 31°reggimento motorizzato russo che cedeva di schianto evidentemente esausto a casua dei giorni e giorni di selvaggi combattimenti senza interruzioni. I Russi ebbero 60 morti e 260 prigionieri del reggimento che si arrendeva praticamente in massa segnando uno degli episodi più imbarazzanti della battaglie di Stalingrado per le armi russe. A questo infausto esito contribuì sicuramente la situazione disperata che era oramai percepita dai difensori che combattevano in prima linea e che ben sapevano oramai che i Tedeschi avevano conquistato quasi tutta la città e che continuavano ad apparire inarrestabili. Il 31°reggimento motorizzato respinse un primo attacco ed anche un secondo. Al terzo, vista la determinazione e la violenza dell’azione nemica, decise evidentemente che poteva bastare.

    Gli altri significativi progressi della giornata i Tedeschi li fecero nel settore dell’approdo Skudry, dove un vigoroso contrattacco di elementi di tutti e tre i reggimenti di fanteria della 389a divisone tedesca, ricacciava indietro di più di un chilometro le infiltrazioni dei russi verso l’approdo che eano iniziate nei giorni precedenti. Fu a questo punto che ricevendo i rapporti aggiornati del colonnello Skander, Kuidov si rese conto che conquistare l’approdo non sarebbe più stato possibile, ed ordinò quindi a quello che rimaneva della 284a di fanteria ed al 196°reggimento aggretato ad essa di sganciarsi e tentare una sortita indipendente verso sud provando a raggiungere una approdo alternativo a sud, o in mancanza di provare a compiere la lunga marcia lungo la periferia ovest della città per ricongiungersi al settore ancora tenuto dalla 62a armata. Cominciò così un’epopea per la 284a divisone che verrà ricordata nella storia della Grande Guerra Patriottica ed in particolare nel diario di guerra della divisione. Con una manovra di sganciamento da manuale cominciava dunque all’alba del 2 ottobre il ripiegamento della 284a divisone di fanteria. Lo stesso giorno il comando tattico della 62a armata si trasferiva in una nuova località centrale; gli uffici amministrativi del complesso di raffinazione del petrolio, 700 metro a est del comando divisionale di Rodimtsev.

    Nel frattempo la STAVKA, decisamente allarmata dal comando di fronte sulla possibilità reale ed imminente di perdere la città si decideva a dare una certa priorità al fronte di Stalingrado nell’assegnazione dei rinforzi. Il punto era se fosse ancora in tempo per salvare la situazione, anche considerando il tempo necessario a far affluire tali rinforzi in città. Più volte il comando di fronte chiese l’assegnazione di unità dell’aviazione russa al fronte di Stalingrado; anche solo di caccia, che si sperava avrebbero tenuto a bada la Luftwaffe che fino a quel momento l’aveva fatta assolutamente da padrone sul cielo della battaglia. Ma l’aviazione russa era ancora, alla fine del 42, in fase di ricostituzione dopo le terrificanti perdite subite in quell’anno ed in quello precedente. Quelle poche unità disponibili erano ancora ritenute più utili a nord a difesa della capitale e dei fronti contigui e quindi per il momento la 62a armata avrebbe dovuto arrangiarsi.
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