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日本国 Il Clan Hosokawa\Giappone

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Carlos V, 24 Agosto 2013.

  1. TheDOC

    TheDOC

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    Mica male Sumimoto! Ti ho mandato un PM, spero che lo troverai utile.
     
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  2. alberto90

    alberto90

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    Lo avevo detto che prima o poi l' imperatore avrebbe tentato qualcosa .....
     
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  3. Eferthad

    Eferthad

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    Ti consiglio di andarci cauto: una guerra contro lo shogun e tutti i daimyo non sarà affatto semplice. Io ho dovuto, con gli uesugi, attendere di controllare quasi tutti i territori fuori dal diretto controllo dello shogun.
     
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  4. Carlos V

    Carlos V

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    Sumimoto I "Il Grande" Kan'in (3 Gennaio 1485 - 19 Agosto 1512)
    Segno zodiacale: Capricorno
    ADM 5 DIP 4 MIL 3

    [​IMG]
    Ritratto di Sumimoto I, olio su tela (1489) - Museo del Louvre, Parigi
    La cerimonia di investitura di Sumimoto venne festeggiata in maniera sfarzosa nella capitale Naniwa: il nuovo Daimyo era finalmente arrivato e avrebbe finalmente portato stabilità al territorio. Sumimoto, però, non intendeva curarsi troppo degli affari del regno. Aveva in testa un solo obiettivo: la guerra e la supremzia in Giappone, in particolare per ostacolare le manovre dello Shogun.
    La sua prima azione una volta salito al potere fu proprio una dichiarazione di guerra ai vecchi alleati Shiba, i cui rapporti erano però peggiorati in maniera sensibile nell'ultimo decennio.

    Guerra di Owari (3 Gennaio 1485 - 15 Novembre 1486)
    In quel periodo il clan Shiba era retto da un consiglio di reggenza a causa della morte dell'anziano capo, ormai ultra-sessantenne (uno dei regnanti più vecchi del Giappone). Il clan Shiba era il secondo più potente dopo gli Hosokawa, quindi la guerra mirava, oltre che alle solite acquisizioni territoriali, anche a togliere di mezzo un rivale scomodo.
    Guerra di Owari.jpg
    L'offensiva iniziò su due direttrici: l'esercito reale, chiamato Hosokawa Gun, al cui comando c'era il quindicenne Sumimoto, puntò dritto verso la città di Owari (che diede il nome alla guerra); un altro esercito, chiamato Tajima Gun, proseguì in direnzione di Echizen, sul versante opposto della catena montuosa.
    La superiorità numerica degli Hosokawa determinò il successo in battaglia, ma Sumimoto, da accorto generale quale era, non aveva sottovalutato la capacità dei nemici di riprendersi velocemente. Mentre le fortezze sul Mare Tokai erano sotto assedio, da nord giungevano contigenti armati arruolati con sorprendente velocità.
    Owari cadde dopo circa un anno e con un pesante blocco navale su tutto il Mare Tokai. Sumimoto restò a presidiare quella che era la residenza degli Shiba (Owari era la loro capitale) e attese che l'assedio di Echizen venisse portato a termine.

    Nel frattempo, un nuovo fenomeno culturare era esploso nel feudo: la cultura Higashiyama, basata sugli ideali e sull'estetica del Buddhismo Zen. La cerimonia del thé si fece più raffinata e ritualizzata e nacque una forma d'arte di composizione dei fiori detta Ikebana. Misumoto si improvviò così mecenate di questa nuova generazione di artisti.
    Cultura Higashiyama.jpg
    Il clan Hatakeyama era sceso in guerra al fianco degli Shiba, ma aveva rimediato una sonora sconfitta nella sua stessa capitale. Prima che questa capitolasse per fame, alcuni ambasciatori uscirono dalla fortezza e chiesero la pace, offrendo 20 yen, rinunciando alle vecchie pretese su Yamato e stracciando gli accordi con gli Shiba. Sumimoto accettò per convenienza del momento, poiché bisognava liberare un fronte e dirottare le forze a nord, dove gli Shiba avevano le loro ultime roccaforti.
    Hatakeyama offre la pace.jpg
    Per la prima volta, gli eserciti Hosokawa marciarono verso l'estremo nord del Giappone, una regione impervia e montuosa, i cui castelli erano quasi sempre ricoperti di neve. Nonostante il clima rigido e l'approssimarsi della stagione invernale, le fortezze Shiba del nord caddero e si poté finalmente discutere di pace.
    Sumimoto il 15 Novembre 1486 chiese le province di Owari ed Echizen ed un pagamento di 81 yen. Dopo la guerra, il clan Shiba fu costretto a trasferirsi nel nord del Giappone, nelle sue ultime (e povere) città e si avviò ad un lento declino politico e militare.
    Pace con gli Shiba.jpg
    Palazzo di Naniwa
    Dicembre 1486

    Sumimoto stava mangiando degli spaghetti di riso conditi con funghetti di bosco. Terminò il pasto e si pulì le labbra con un fazzoletto di seta. Non aveva né moglie né figli, per cui spesso e volentieri consumava i pasti in solitudine. Dopotutto era abituato così nella sua tenda, durante le campagne militari.
    Un uomo aprì dolcemente il pannello di carta, era Masahiro, il capo del potente clan ninja del Loto Blu. Fece un leggero inchino al suo signore.
    - Salute a te, Masahiro, buone nuove da Kyoto? - chiese Sumimoto senza nemmeno guardarlo.
    - Lo Shogun vede con preoccupazione la tua espansione verso la regione del Kanto. -
    Sumimoto si alzò e prese un mandarino da un cesto posto vicino alla finestra. Cominciò a toglierne la scorsa e si infilò in bocca uno spicchio: - Lo Shogun è paranoico, ma devi capirlo. E' vecchio e vede nemici dappertutto. -
    Masahiro alzò un sopracciglio, nonostante fosse abituato a quel tipo di rispose: - L'Imperatore sembra non curarsi che la sua capitale è stata in mezzo a due fronti di guerra. Sta organizzando feste e partecipa a noiose quanto complesse cerimonie. -
    - L'Imperatore non ha alcun potere su cosa mangerà per cena, figuriamoci sul destino del Giappone. - disse in tono sarcastico, mangiando un altro spicchio.
    - Un'ultima cosa - esordì Masahiro - stiamo lavorando sui documenti da portare a Kyushu. -
    - Ottimo - rispose Sumimoto - contiuate a tenermi informato sui clan meridionali. -
    Masahiro uscì dalla stanza chiudendosi il pannello dietro di sé.

    Prima Guerra di Kyushu (8 Settembre 1488 - 18 Marzo 1490)
    Sumimoto trascorse poco tempo in pace, appena due anni per dare stabilità alle nuove conquiste, affrontando pure una ribellione di 4.000 contadini ad Owari.
    I ninja del clan del Loto Blu avevano fatto abilmente circolare dei documenti che dimostravano una presunta decadenza del titolo nobiliare agli Ouchi. Fu il pretesto ideale per muovere guerra contro di loro.
    L'8 Settembre del 1488 Sumimoto si mise alla testa delle sue truppe e sbarcò sull'isola, mentre la flotta era inviata a creare un blocco nel Mare Coreano (il braccio di mare che separa il Giappone dalla Corea).
    Il clan Uesugi clamorosamente tradì gli Hosokawa e si schierò dalla parte dei nemici. Fu il loro errore più grande.

    [​IMG]
    Sumimoto I mentre guida le sue truppe nella battaglia di Mino (1488)

    La fortezza di Chichuzen capitolò solo dopo un assedio di due anni; la guerra poteva concludersi lì ed invece Sumimoto volle punire gli Uesugi per il loro tradimento, marciando nel cuore della regione del Kanto.
    Con un'unica manovra, il Daimyo intercettò l'esercito nemico che stava calando verso sud, passando per la strada lungo la costa orientale, e assediava il loro più importante porto nel Golfo di Yamato, a nord-ovest.
    Il capo degli Uesugi cercò di riorganizzare le forze e tentò una sortita a sud, verso Naniwa, ma trovò ad attenderlo il secondo esercito Hosokawa, lasciato come guarngione sui passi montuosi ad ovest di Kyoto.
    La conquista del porto obbligò gli Uesugi, ormai completamente al verde e con una popolazione furiosa, a tirarsi fuori dal conflitto, offrendo come tributo l'8 Marzo 1490 lo stesso porto e la modesta somma di 8 yen, tutto ciò che gli era rimasto in cassa.

    Dopo una decina di giorni, il 18 Marzo 1490, si conclusero le trattative con gli Ouchi, che videro i loro territori annessi al feudo Hosokawa e il loro trasferimento a Kyoto. L'Imperatore accettò di offrirli una modesta pensione vita natural durante.
    Pace con gli Ouchi.jpg
    Palazzo di Naniwa
    22 Ottobre 1490

    Il vento soffiava lieve quel giorno, spostando le nubi nel cielo. Sumimoto era in ginocchio di fronte alla statua del Buddha posta nel giardino. Meditava sul fatto se anche i condottieri illustri potessero diventare un giorno dei kami, le essenze spirituali secondo lo Shintoismo. Rimpiangeva di non avere un'adeguata educazione filosofica, avendo impugnato da piccolo più la katana che il libro.
    Sicuramente una persona illustre per il regno era stato Hayamoto, morto all'età di 68 anni (nel 1488), Cancelliere di ben quattro Daimyo dai tempi di Katsumoto e personaggio dietro le quinte del '400 giapponese. Lui non lo aveva mai conosciuto bene, per via della sua giovane età, ma sapeva che a corte la sua parola aveva valore di legge.
    Non aveva nemmeno conosciuto bene suo padre Tanekuni, scomparso improvvisamente quando aveva solo sei anni.
    Masahiro si avvicinò a passo lento: - Mio signore, la congregazione dei monaci continua a fare pressione perchè vi rechiate al tempio di Tottori. -
    - E' sulla cima di un monte. Ho ancora quel taglio sull'addome che mi sono procurato a Chichuzen. Non posso affrontare la scalata. -
    - Ogni Daimyo deve recarsi in pellegrinaggio a Tottori, signore, lì risiede uno dei kami della natura. - disse il ninja.
    - Dite ai monaci che se ne parlerà tra molte primavere. - il suo tono era secco.
    Visita a un tempio.jpg
    L'immagine di Sumimoto ne aveva risentito, ma aveva compiuto la scelta giusta. A Novembre la ferita sull'addome si aggravò e costrinse il Daimyo a delegare alcuni aspetti di governo ai vassalli minori.
    - Devo parlare con il Daimyo! - disse Yoshimito alle guardie. Era stato promosso a Cancelliere, sia per merito sia perché era stato negli ultimi tempi l'instancabile assistente di Hayamoto.
    Sumimoto era a letto ed un medico gli stava applicando una benda sulla ferita. Yoshimito tossì per attirare l'attenzione su di sé: - Mio signore, volevo farle rapporto sulle finanze del feudo. -
    - Parla pure. - Sumimoto prese un mandarino dal mobile accanto al letto e lo aprì.
    Yoshimito aveva con sé un rotolo di carta: - Qui c'è il rapporto finanziario degli ultimi tre mesi. Le nostre casse si stanno svuotando. Avete sperperato molto denaro. -
    Sumimoto sorrise con noncuranza: - Non è stata una cattiva idea costruire dei mercati ed un porto militare ad Harima. Anche Naniwa ha adesso un suo porto ben attrezzato e presto avrà anche il suo mercato. -
    - Quando c'era suo padre le nostre casse contavano più di 400 yen. - Yoshimito gesticolava animatamente.
    - Quando c'era mio padre alle navi bastava una spiaggia per approdare. Ora con questi nuovi vascelli servono strutture apposite e personale specializzato. - mangiò uno spicchio.
    - Gli scaricatori di porto non sono "personale specializzato" - disse spazientito il Cancelliere - se desidera costruire magazzini e rimesse navali ovunque ci ritroveremo presto al verde. -
    Sumimoto lo guardò con aria seria: - Quanto abbiamo? -
    Yoshimito girò il foglio verso il Daimyo: - Meno di 200 yen. -
    - I clan nemici non hanno più soldi come una volta. Sembrano essere tutti in crisi. - un altro spicchio in bocca.
    - Tutta la regione è in crisi - Yoshimito aprì le braccia - nel Celeste Impero regna l'anarchia. Questi Zhou stanno prendendo potere sul continente. La Corea sta diventando sempre più potente e i Mongoli vogliono tornare all'attacco. -
    - La politica estera è affare dello Shogun - disse un pacato Sumimoto - la politica interna è affare nostro. - Sorrise e il suo sguardo rivelava una fame di grandi imprese.
    Malattia del monarca.jpg

    L'immagine sotto si spiega da sola. La Cina sta crollando bastonata da tutto e da tutti e quei furboni dei Coreani ne stanno approfittando per crearsi il loro bell'impero.
    Mappa 1491.jpg
    L'Estremo Oriente il 1 Gennaio 1491.
     
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  5. Eferthad

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    Cavolo, sta uber-Corea non ci voleva. Dopo la presa del Giappone e di Ryukyu, è stata la mia prima vittima, considerando che era l'unico paese debole nei paraggi, e che mi consentiva il completo controllo del commercio di Nippon. Presa quella, conquistare la Manciuria è stata una passeggiata, anche se dopo sono stato frenato da una orda Oirat colossale. Fortuna che sono alleato coi Ming.
     
  6. Enok

    Enok

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    Secondo me non gli sarà difficile trovare qualche alleato in funzione anti-Corea, visto che sicuramente si sarà fatta dei nemici. Suppongo che i Ming non vedranno l'ora di riconquistare la penisola di Tsingtao, così come la Manciura di recuperare metà paese.
     
  7. Eferthad

    Eferthad

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    Ci sono alcuni problemi:

    -in quella zona sono tutti rivali fra loro, e si riesce a stringere alleanza quasi sempre solo con uno. (E conviene coi Ming).

    -per quando formi il giappone, hai un po di espansione aggressiva da smaltire

    -religioni diverse

    -attitudine tendenzialmente neutrale.

    Personalmente, ci ho messo un bel po' per portare i Ming dalla mia, pur impostando la Manciuria come rivale ho dovuto arrivare quasi al massimo di miglioramento delle relazioni.
     
  8. Carlos V

    Carlos V

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    Sumimoto I il Grande
    II Parte

    Terminata la guerra con gli Ouchi, Suimoto diede prova di eccellenti abilità amministrative, organizzando i territori appena conquistati. Il Daimyo usò il pugno di ferro sulle popolazioni a lui assoggettate e soffocò ogni rivolta ancora prima che questa fosse scoppiata.
    Nel frattempo, complice la grande esperienza maturata sui campi di battaglia, avviò un'importante riforma dell'esercito modificando la composizione delle armate ed il loro equipaggiamento. Essendosi scontrato in precedenza con la cavalleria armata di naginata (molto in uso nel nord), Sumimoto introdusse delle picche più lunghe per contrastare le sue cariche.
    Tecnologia militare 5.jpg
    All'età di 21 anni, il Daimyo sposò una nobildonna del clan Imagawa, Tokisho, con la quale ebbe l'anno successivo, il 30 Settembre 1492, il suo primo figlio che chiamò Ujihisa.
    Ujihisa Kan\'in.jpg
    Seconda Guerra di Kyushu (2 Febbraio 1493 - 6 Luglio 1494)
    Non appena ebbe assicurato stabilità al regno, Sumimoto volse nuovamente il suo sguardo a sud,verso l'isola di Kyushu ed in particolare verso i territori del clan Otomo, importante crocevia di scambi commerciali.
    Nonostante la sua reputazione fosse quella di un guerrafondaio, Sumimoto non si curò della reazione degli altri Daimyo e il 2 Febbraio 1493 mosse guerra agli Otomo. Il clan Date intervenne in loro difesa.

    Sumimoto divise le sue forze: lui sarebbe andato a sud per assediare l'isola di Kyushu e il Tajima Gun si sarebbe recato a nord, verso la regione montuosa governata dai Date.
    Gli Otomo cercarono di affondare una flotta mercantile al largo delle Isole Seto, ma all'arrivo della flotta Hosokawa (ben più potente e numerosa), la loro unica galea colò a picco. Il blocco navale che venne imposto sull'isola causò la resa della fortezza.
    Sumimoto ordinò alla flotta di recarsi nelle gelide acque settentrionali per imporre un blocco alle navi che passavano tra Honshu e Hokkaido. I samurai del clan Date (quasi tutti cavalieri, secondo l'usanza del nord) preferirono darsi alla fuga con grande disonore, piuttosto che difendere i loro castelli.
    Il clan Date il 4 Luglio 1494 accettò la resa, riunciando al suo titolo di governatore militare.
    Pace con il clan Date.jpg
    Il 6 Luglio 1494 anche gli Otomo si arresero. Il capo del clan arrivò alla corte di Kyoto in veste di cortigiano illustre e l'Imperatore accettò di pagare una pensione a vita anche a lui. Con l'arrivo a corte di tutti questi rifugiati, lo Shogun cominciò a comprendere ciò che realmente stava accadendo nel Giappone.
    Pace con gli Otomo.jpg
    Nel 1495 si presentò al palazzo di Naniwa un ronin desideroso di offrire i suoi servigi, ma dopo una breve indagine Sumimoto scoprì che era uno dei samurai del clan Date che si erano dati alla fuga. Il Daimyo lo fece così arrestare per aver macchiato l'onore del suo signore (nonostante fossero stati nemici) e confiscò i suoi beni.
    Il ronin a corte.jpg
    La diffusione della cultura Higashiyama aveva portato alcuni intellettuali a suggerire al Daimyo la costruzione di un nuovo tipo di tempio, chiamato Ginkakuji, ispirato agli ideali del Buddhismo Zen nella regione di Owari. Sumimoto accettò di finanziare la costruzione di questo luogo di culto, corredato da un elegante giardino.
    Ginkakuji.jpg
    Nel 1496 Sumimoto varò una riforma dell'amministrazione, rendendola più centralizzata ed impose l'insegnamento delle arti belliche come parte della formazione dei giovani aristocratici. D'ora in poi, i nobili avrebbero dovuto approfondire sia le tattiche della fanteria che quelle della cavalleria, oltre che nozioni di logistica e assedi acquisendo così una formazione completa.
    Tecnologia amministrativa 4.jpg
    Il nuovo sistema educativo incentrato sulla guerra, spinse il regno in una direzione più militaresca di quanto non fosse in passato.
    Hosokawa Idee Offensive.jpg

    Oggi purtroppo niente narrazione perché vado di fretta. Lo Shogun ha annesso il clan Hatakeyama e i miei rappori con lui sono ai minimi storici. Tra di noi c'è ancora un divario, piccolo, ma c'è e non sono ancora pronto per una guerra.
    In Giappone sono rimasti cinque Daimyo: Hosokawa, Shimazu, Imagawa, Uesugi e Shiba.
     
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    Ultima modifica: 31 Agosto 2013
  9. Eferthad

    Eferthad

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    Il fatto è che, anche annessi quasi tutti i minori, avrai sempre qualche uomo in meno dello shogun: lui beneficia anche del tuo status di vassallo. La cosa migliore sarebbe cercare di affrontare due eserciti divisi (quando io invasi, ne aveva uno da 11.000 e uno da 7.000, io uno da 14.000), distrutti i quali avrai pressoché la vittoria in pugno.

    Ah, altro consiglio: durante la guerra per l'imperatore, annetti tutti gli altri daimyo e poi lo shogun, non fare la mia stessa cavolata. Ora mi ritrovo tre daimyo bi-provincia con relazioni pessime per le mio precedenti conquiste, quindi devo soffrire pesanti malus alla stabilità per poterli de-vassallizzare e poi per dichiarare loro guerra.
     
  10. Carlos V

    Carlos V

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    Sumimoto I il Grande
    III Parte

    Guerra del Nord (1 Dicembre 1498 - 19 Novembre 1499)
    Con la morte dello Shogun Ashikaga (al potere dal 1444) il Giappone entrò in un periodo di interregno a causa della minore età del suo successore Yorimoto. Secondo le informazioni dei ninja del Loto Blu, questo era il momento ideale per consolidare la posizione degli Hosokawa.
    Sumimoto prese così la decisione di attaccare il clan Shiba, ritiratosi da tempo nelle sue ultime roccaforti nel nord del Giappone. La guerra iniziò a Dicembre in una regione dal clima rigidissimo e ricoperta da nevi anche molto spesse. Sconfitte velocemente le ultime truppe Shiba ancora fedeli al loro signore, iniziò il lungo assedio dei castelli della zona, che si protrasse per un anno.
    Il 19 Novembre 1499 il capo degli Shiba rinunciò al titolo di Daimyo e riparò a Kyoto, dove intanto cresceva l'insofferenza per l'aggressività dimostrata da Sumimoto I.
    Pace con gli Shiba.jpg
    Porto di Naniwa, Dicembre 1499
    Sumimoto stava scendendo la passerella di legno che permetteva di abbandonare la nave e di mettere piede sul molo. Avevano fatto da poco la loro comparsa dei fiocchi di neve; Sumimoto era vestito con la sua armatura ed era avvolto da una spessa sciarpa di lana.
    Ad accoglierlo nella capitale c'era Yoshimoto, il Cancelliere famoso per la sua carriera fulminea, ed altri dignitari di corte che tremavano per la lunga attesa al freddo. Yoshimito esordì: - Ben tornato, mio signore! -
    Sumimoto si strinse la sciarpa intorno al collo con una mano: - Sono stato sull'isola di Shikoku per risolvere il problema della caresta che ha afflitto quella zona quest'estate. -
    - Come è andata? - chiese Yoshimoto sfregandosi le mani.
    - Ho dato ordine di distribuire pasti alla popolazione, nonostante le nostre finanze non siano in ottima salute. -
    Yoshimoto tossì, ma non per il freddo, bensì perché stava per dire qualcosa di molto importante: - Mio signore, ci sono delle novità. -
    - Cosa c'è? L'Imperatore ha nominato il nuovo Shogun? -
    - No. Yoritomo ha appena undici anni - rispose il Cancelliere - riguarda il clan Shimazu. Ci ha abbandonati dopo 60 anni di amicizia. -
    Sumimoto lo guardò con stupore: - Cosa? E per quale motivo? -
    - Si dicono disgustati per il nostro comportamento e così hanno deciso di troncare ogni rapporto. -
    Sumimoto camminava nervosamente lungo il molo, diretto verso il palazzo e seguito da tutti i dignitari. Due guardie nel porto si misero sull'attenti non appena lo videro passare. Il Daimyo disse ad alta voce: - Gli Shimazu erano nostri amici! -
    - Secondo il rapporto del Loto Blu - disse pacatamente Yoshimoto - a Kyoto stanno cercando di metterci contro gli altri Daimyo. Ora tutti ci vedono come un pericolo. -
    Sumimoto aveva varcato le mura che separavano il porto dalla città: - Andiamo a palazzo. Prima voglio vedere Tokisho e mio figlio, poi discuteremo di questa faccenda. -

    Nel 1500 il nuovo sistema educativo incentrato sugli aspetto bellici (voluto da Sumimoto) aveva prodotto una nuova classe di ufficiali più esperti nelle strategie d'attacco.
    Prima idea offensiva.jpg
    Terza Guerra di Kyushu (9 Febbraio 1502 - 5 Settembre 1503)
    Terminata la storica alleanza con gli Shimazu, Sumimoto non ebbe alcuno scrupolo ad attaccare loro e i loro alleati Uesugi, confidando sul fatto che a Kyoto il consiglio di reggenza non poteva fare alcunchè.
    Anche stavolta i fronti erano lontani geograficamente: Sumimoto I marciò nell'isola di Kyushu e un altro esercito attaccò gli Uesugi nel cuore della regione di Kanto. Alla flotta fu ordinato di imporre un blocco navale sull'isola, tanto più che gli Shimazu avevano assunto degli ingegneri per rafforzare le difese dei castelli (che effettivamente riuscirono a resistere per quasi due anni).

    Gli Uesugi tentarono, in verità pittosto disperatamente, di contrattaccare, ma furono costretti ad un umiliante ritirata nell'estremo nord del Giappone, dove furono definitamente sbaragliati. A Kyoto nel frattempo era entrato in carica il nuovo Shogun, ma forse per via della sua giovane età (e succube dei collaboratori di quello precedente) non sapeva bene come gestire i grandi cambiamenti che stava attraversando il Giappone.
    Gli Uesugi non poterono fare altro che arrendersi, il 9 Marzo 1503, cedendo la provincia di Hitachi e pagando la modesta somma di 24 yen come tributo.
    Pace con gli Uesugi.jpg
    Verso la fine dell'estate si arrese l'ultima fortezza Shimazu, dove la guarnigione era stata decimata da fame e malattie e tutta la regione era piegata da un pesante blocco navale.
    Il 5 Settembre 1503 avenne a Naniwa l'incontro per firmare la pace: gli Shimazu furono trattati con disprezzo da Sumimoto, che li considerava dei traditori (meditava persino di lasciarli indipendenti se fosse diventato Shogun, come ricompensa per la loro fedeltà). Il trattato faceva decadere la loro carica di Daimyo e la corte di Kyoto diventava sempre di più un luogo dove covava l'odio verso gli Hosokawa.
    Sumimoto era riuscito quindi ad unificare l'isola di Kyushu.
    Pace con gli Shimazu.jpg
    Palazzo di Naniwa, Ottobre 1503
    Sumimoto amava portare con sé il figlio Ujihisa, di undici anni, davanti alla gigantesca statua di Buddha nel giardino del palazzo. Era una mattina insolitamente calda per essere Ottobre; alcuni monaci stavano pulendo con delle scope il piazzale davanti alla statua, altri curavano il giardino secondo le linee guida dell'Ikebana, affermatosi proprio a cavallo tra il XV ed il XVI secolo.
    Sumimoto posò una mano sulla spalla del figlio: - Tu dovrai studiare molto, Ujihisa. -
    Il ragazzino era sempre affascinato dalla vista di quella enorme statua. Si voltò verso il padre: - Ma io voglio diventare un guerriero come te! -
    Sumimoto sorrise: - A me hanno insegnato le arti marziali e purtroppo non ho mai studiato come avrebbe dovuto fare un vero Daimyo. Ma con te sarà diverso. Dovrai imparare le arti e la filosofia che non ho potuto apprendere quando avevo la tua età. -
    - Cosa facevi alla mia età? - chiese il bambino.
    Sumimoto alzò lo sguardo verso la statua: - Mi allenavo ogni giorno e molto duramente. Hayamoto, il vecchio Cancelliere prima di Yoshimito, diceva che non bisognava perdere tempo. Che bisognava prepararsi alla guerra. -
    Un monaco si avvicinò ai due, interrompendo il discorso: - Mio signore, la congregazione desidera offrirle del té al ginseng. Tra poco è la festa dei kami delle montagne e ci farebbe piacere la sua presenza. -
    Il monaco porse ai due delle tazze di legno conteneti un té verdastro. Sumimoto la prese e quasi non si scottò la mano: - Niente cerimonia del té? -
    Il monaco sorrise: - La cerimonia è al calar del sole. Questo è solo un omaggio della congregazione. -
    Quando il monaco si congedò dai due, Sumimoto bevve il té in un sorso. Il piccolo Ujihisa soffiava sul bordo del bicchiere fumante, nel tentativo di raffreddarlo.
    Sumimoto riprese a parlare: - Sai, figliolo, spesso rimpiango di non sapere granché sui kami o sugli insegnamenti del Buddhismo. Mi hanno sempre detto che al Giappone serve una guida forte e ho afferrato la spada ancora prima della penna. Quando sarai tu sul trono, forse non ci sarà più bisogno di un guerriero, ma di un governante giusto e saggio. Avrai un educazione molto diversa dalla mia. -
    I due lasciarono il piazzale e lentamente tornarono nel palazzo.


    [​IMG]
    "La cerimonia del thé", dipinto su carta di riso (1502)​

    Nel 1503 l'aumento delle attività commerciali permise la nascita di un sistema bancario e creditizio. Ora chiunque poteva riporre al sicuro i propri risparmi nelle casseforti e far maturare degli interessi tramite gli investimenti che la banca effettuava (di solito nel commercio). Le banche potevano anche prestare denaro ad interesse, i cui tassi erano determinati dalle condizioni socio-politiche del regno (i fattori di rischio erano legati a guerre, carestie e pirateria e facevano lievitare gli interessi).
    Tecnologia diplomatica 5.jpg

    Ridendo e scherzando siamo già arrivati al 1500. E' un momento di profonde trasformazioni per il Giappone, che sembra lasciarsi alle spalle i vecchi equilibri e i vecchi stili di vita, ma mantenendo sempre la fede nel codice d'onore Bushido e nella tradizione. L'Impero Coreano è solido, ma anche l'Orda Oirat non scherza e, come potete vedere, ha annesso il povero Tibet.
    Mappa 1500.jpg
    L'Estremo Oriente il 1 Gennaio 1500
    In Giappone sono rimasti solo lo Shogun e tre Daimyo: Hosokawa, Imagawa e Uesugi. La situazione è esplosiva: tutti odiano la mia fazione e il momento dello scontro per il dominio sul Giappone si avvicina sempre di più. Solo gli Imagawa mi sono rimasti fedeli, ma a questo punto non mi fido più degli altri Daimyo.
    L'epoca Sengoku non è ancora terminata: chi ne uscirà vincitore?

    Giappone 1504.jpg
    Il Giappone il 1 Gennaio 1504
     
  11. Carlos V

    Carlos V

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    La fine dell'Epoca Sengoku
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    Guerra per lo Shogunato (10 Ottobre 1505 - 24 Luglio 1507)
    La storia del Giappone era ad una svolta: agli inizi del '500 si erano delineati due schieramenti in aperto contrasto tra loro, il clan Hosokawa guidato dal valoroso Sumimoto I e lo Shogunato retto dal giovanissimo Yoshiteru I Ashikaga, succeduto al padre nel 1501.
    Cogliendo tutti di sorpresa, Sumimoto prese la decisione di spodestare lo Shogun il 10 Ottobre 1505, dopo aver fatto radunare le truppe a Naniwa. Il Daimyo era consapevole della superiorità militare ed economica dello Shogun e pertanto decise di attaccare le truppe nemiche una alla volta.
    L'esercito imperiale contava 18.000 samurai, mentre quello Hosokawa ne contava 20.000, ma c'erano da considerare i 2.000 guerrieri Imagawa che, prevedibilmente, avevano voltato le spalle a Sumimoto.

    Il Daimyo raggiunse velocemente la capitale Kyoto e li sconfisse un esercito guidato dallo Shogun in persona, abbattendo così metà delle forze nemiche. Sumimoto aveva applicato per la prima volta il principio della superiorità numerica locale, mentre i nemici erano intenti a dividere le forze lungo un fronte dispersivo.
    Guerra per lo Shogunato.jpg
    Schieramenti in campo, rapporto tra le forze armate e vittorie di Sumimoto
    Sumimoto I marciò allora verso nord, senza curarsi di assediare la città imperiale, per sconfiggere l'altro esercito che stava percorrendo la strada lungo il Mare Tokai, diretto a Hitachi.
    I due eserciti si scontrarono in una zona pianeggiante nei pressi del Mar Piccolo (un piccolo golfo della regione) e Sumimoto riportò una vittoria schiacciante soprattutto grazie alla superiorità della cavalleria, al che lo Shogun fu costretto a darsi alla fuga, ripiegando su Kyoto.
    Con una marcia attraverso le aspre montagne del Kanto (trovando una scorciatoia lungo la costa est) Sumimoto assestò alle forze imperiali la sconfitta definitiva, sbaragliando un esercito composto da samurai di Kyoto e Uesugi. Fu solo allora che il Daimyo dispose l'assedio delle fortezze, a cominciare proprio da Kyoto.

    Le disponibilità economiche dello Shogun erano però vaste ed egli poté armare in fretta ben 4.000 samurai tra fanti e cavalieri. A quel punto Sumimoto decise di dividere le sue forze nel seguente modo: lasciò per ogni assedio un contingente di 3.000 uomini e con i restanti (in gran parte cavalieri) si lanciò all'attacco di queste pericolose mine vaganti. I modesti eserciti messi in campo dallo Shogun stavano infatti assediando provincie periferiche (con la complicità degli Imagawa) allo scopo di distogliere le forze Hosokawa dai loro assedi.
    Il piano dello Shogun fallì miseramente e ciò che rimaneva della coalizione (2.000 guerrieri) venne sconfitto nei pressi di Owari.

    [​IMG]
    Raffigurazione simbolica di due samurai che combattono, i due guerrieri rappresentano rispettivamente il clan Hosokawa e lo Shogun Ashikaga. Dipinto su carta di riso (1506)

    A quel punto il corso della guerra fu chiaro a tutti: lo Shogun si rifugiò nel suo sontuoso palazzo a Kyoto, mentre la città era stretta dall'assedio. L'inverno 1506-1507 fu particolarmente duro per gli assediati, che dovettero fare i conti con carenza di cibo e con scorte d'acqua contaminate dai fanghi (i fiumi erano straripati a causa di frane e smottamenti). Si dice che la gente usava il legname delle proprie abitazioni per riscaldarsi; nelle città assediate vennero eretti degli enormi falò per combattere il freddo.
    Con l'arrivo della primavera le cose non migliorarono di certo, dato che erano rimaste quasi senza rifornimenti e con le guarnigioni ridotte all'osso. La primavera del 1507 trascorse con la caduta a catena di tutte le città controllate dallo Shogun. Kyoto era già caduta all'inizio dell'anno e Yoshiteru I venne fatto prigioniero.
    Le ultime fortezze si arresero tra Giugno e Luglio, consentendo a Sumimoto di occupare l'intera regione di Kanto.
    Occupazione del Giappone.jpg
    L'incontro storico tra Sumimoto e Yoshiteru avvenne a Kyoto il 24 Luglio 1507, alla presenza dell'Imperatore Go-Kashiwabara (104°nell'ordine di sucessione tradizionale), salito al trono nel 1500.
    L'Imperatore stabilì che la guida dello Shogunato, ossia della seconda più alta carica politica e militare del Giappone, sarebbe stata affidata a Sumimoto I Kan'in e trasmessa in modo ereditario ai suoi discendenti. Yoshiteru Ashikaga, vistosi decaduto il titolo di cui aveva goduto fino a quel momento, si ritirò a vivere in campagna come proprietario terriero.
    La caduta degli Ashikaga.jpg
    La cerimonia di investitura avenne a Kyoto e Sumimoto, che all'epoca aveva 37 anni, dopo aver giurato fedeltà al suo Imperatore, assunse quindi la carica di Shogun del Giappone con tutti gli onori e gli oneri annessi. Il 24 Luglio 1507 è la data con cui si fa terminare l'Epoca Sengoku, dal momento che quasi tutto il Giappone era ormai unito sotto un'unica dinastia e i Daimyo superstiti (Imagawa e Useugi) non avevano la forza di poter cambiare il corso degli eventi e di tentare di imporsi a loro volta come Shogun.
    Sumimoto abbandonò il palazzo di Naniwa, sede di governo degli Hosokawa dai tempi di Katsumoto, e si trasferì a Kyoto, nel Palazzo Imperiale con tutta la sua famiglia e i suoi collaboratori, tra cui Yoshimito, il Cancelliere, e il capo del Loto Blu, Masahiro.
    Lo Shogunato dei Kan\'in.jpg


    Inizio dello Shogunato degli Hosokawa
    24 Luglio 1507

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    [​IMG]
    Ora il Giappone è finalmente sotto il controllo della mia fazione. Niente più lotte tra clan rivali, ora posso dedicarmi alla politica estera e non soffrire più delle penalità della mia vecchia condizione di vassallo (tributo al tuo signore, limiti nel reclutamento, limiti diplomatici e via dicendo).
    Si apre una fase nuova nella storia del Giappone.
    Nota di servizio: Ho chiuso l'Epoca Sengoku con 100 anni d'anticipo. :D
     
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  12. alberto90

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    Magnifico, beato te che riesci a gestire le finanze ....
     
  13. ronnybonny

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    Se la Corea è fuori portata su EU3 io di solito conquistavo senza problema il Sud Est asiatico... Ottima unificazione comunque... Ma adesso tu impersoni il clan degli shogun o l'imperatore?
     
  14. Eferthad

    Eferthad

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    Cavolo, dovevi annettere prima i due staterelli, ora ti ci vorranno anni per migliorare le relazioni con loro...
     
  15. Carlos V

    Carlos V

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    Grazie per i complimenti! :)
    Io adesso sono lo Shogun, ossia una sorta di dittatore del Giappone. L'Imperatore, colui che teoricamente dovrebbe avere il potere assoluto, non compare se non tramite eventi. C'è ma non si vede, insomma. Storicamente è corretto, dato che gli Shogun ressero il Giappone fino al 1868, prima della cosiddetta Restaurazione Meiji (che riconsegnò il potere nelle mani dell'Imperatore e lo aprirà al mondo moderno).

    In futuro vorrei poter rivestire anche quella carica, ma non so nemmeno se è possibile cambiare forma di governo. Per me è tutto nuovo e non ho idea di cosa accadrà ora.

    Mi ricordo bene del tuo consiglio :), purtroppo le finanze erano in passivo e avevo urgente bisogno di chiudere la guerra. In ogni caso per il momento non ho fretta di annetterli, devo pensare alla Corea che a quanto pare è diventata un pericolo per tutti. :eek:
     
  16. ronnybonny

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    Molto storico, mi aveva sempre fatto un po' storcere il naso in IN impersonare l'imperatore sapendo che fino all'era moderna non metteva mai il naso fuori dal palazzo
     
  17. Carlos V

    Carlos V

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    Fine del regno di Sumimoto I
    Dopo aver ricevuto dall'Imperatore l'investitura a Shogun, Sumimoto si adoperò per ricostruire un regno in preda a circa sessant'anni di guerre e lotte intestine (con la fae più acuta nell'epoca Sengoku, iniziata nel 1473).
    Come prima cosa, lo Shogun inviò dei delegati presso i due Daimyo superstiti un tempo nemici, ora divenuti suoi vassali, presso cui non godeva certo di una buona reputazione.
    Avviò la costruzione di una caserma e di un mercato a Kyoto e riparò le strutture danneggiate nel corso del duro assedio, dal momento che la città mostrava ancora le ferite della sanguinosa guerra appena conclusa.
    [​IMG]
    La caserma fatta costruire da Sumimoto a Kyoto (1509)
    Dichiarata "Patrimonio culturale del Giappone" nel 2007

    Nel 1508 Sumimoto, grazie al supporto dell'efficiente burocrazia imperiale ora al suo servizio, poté avviare una riforma della tassazione istituendo una nuova figura, il balivo (cioè l'esattore delle tasse) e concordando con gli ordini monastici la spartizione delle rendite dei templi.
    Fu una riforma molto importante: ora la tassazione avveniva in base a criteri fissi, decisi dall'entourage dello Shogun, e non più in modo arbitrale dagli esattori (che spesso si rendevano protagonisti di abusi e corruzione); in secondo luogo, lo Stato avrebbe prelevato una percentuale delle rendite ai templi.
    Tecnologia amministrativa 5.jpg
    Sumimoto I aumentò anche la consistenza numerica dell'esercito, portandolo dai 20.000 guerrieri dell'epoca Sengoku ai 25.000 del periodo post-bellico; estese anche la flotta, con la creazione di uno squadrone di navi trasporto con relativa scorta ed uno squadrone interamente composto da galee da battaglia.
    Sumimoto si circondò a corte di valenti consiglieri: il capo di un influente monastero Buddhista, un ingegnere esperto nella costruzione di fortificazioni ed un rappresentate del ceto mercantile giapponese.

    Palazzo Imperiale di Kyoto, Giugno 1511
    Ordine del giorno: Inflazione, finanze e investimenti
    Sumimoto mostrava i segni del tempo trascorso, i capelli bianchi facevano ormai la loro comparsa sulla sua testa e tra i lunghi baffi. La ferita che si era procurato in battaglia anni prima ogni tanto si riapriva e quel giorno era stato nuovamente benato sull'addome, ma non poteva, lui valente guerriero, mostrare segni di incertezza ai suoi sottoposti e così indossò l'armatura cerimoniale come se nulla fosse successo.
    Entrò nella Sala Rossa insieme a suo figlio Ujihisa, diventato un giovanotto diciottenne, e il capo del Loto Blu, Masahiro, anche lui piuttosto avanti con gli anni. Si sedette lentamente su uno sgabello di legno posto su un semplice tatami. Accanto a lui prese posto il figlio.
    I suoi consiglieri entrarono uno alla volta ed eseguirono un inchino davanti al loro signore toccando il pavimento con la fronte. Dopo le cerimonie del saluto, Sumimoto fece cenno a tutti di prendere posto sul tatami.
    Ujihisa prese la parola: - Fidati consiglieri, cosa avete da riferire al vostro signore? - il tono del ragazzo era fermo, forse più per ostentare sicurezza nelle stanze di governo che per carattere.
    Yoshimito era seduto in ginocchio sul tatami ed esordì dicendo: - Signore, l'inflazione ci preoccupa. Sta salendo ogni mese e non sappiamo come arginare il problema. -
    Sumimoto si passò una mano sul baffo: - Le miniere d'oro di Kai stanno deprimendo il valore della nostra moneta, ma non possiamo chiuderle. Cosa ne sarà dei ventimila lavoratori che ci guadagnano da vivere? -
    - La valuta coreana va molto forte, ora - proseguì Yoshimito - e c'è il rischio tra una decina d'anni che i nostri Yen valgano molto di meno di quanto sono adesso. -
    Takahiro, il Ministro delle Finanze, tossì per richiamare l'attenzione su di sé: - Dal punto di vista delle casse statali, però siamo migliorati tantissimo. Ci siamo ripresi velocemente dai costi della guerra ed ora contiamo ben 500 Yen nei nostri forzieri. - accennò un sorriso.
    Sumimoto ricambiò il sorriso di soddisfazione: - Questa è una bella notizia, ma cosa ce ne facciamo di tanto denaro se non verrà accettato né dai mercanti né dai mercenari? - e ridivenne serio.
    Il sorriso scomparve anche dal viso di Takahiro.
    Yoshimito stemperò il momento d'imbarazzo: - Signore, ho convalidato il bilancio per il prossimo trimestre, che lei ha approvato un paio di giorni fa. -
    - Ottimo - disse Sumimoto - è stata una buona idea tagliare la metà degli investimenti sulle forze armate per recuperare altro denaro. I tempi delle lotte tra clan sono finiti e non si prospettano nuove guerre all'orizzonte, possiamo dirottare quei fondi altrove. -
    Yoshimito sorrise: - Potremmo sostenere l'attività dei balivi e dotarli di uffici in ogni città del regno. Ora come ora raccolgono le tasse sotto a dei banchetti neanche fossero al mercato. -
    - Per il momento limitiamoci a varare questo piano finanziario. Ai balivi pensero dopo, quando avremo più soldi in tasca. - concluse Sumimoto.

    [​IMG]
    "Sumimoto in tempo d'estate", olio su tela (1510)
    Palazzo Imperiale di Kyoto, Luglio 1511
    Ordine del giorno: Politica estera
    La Sala Rossa deve il suo nome al colore delle sue colonne e delle sue pareti, riccamente decorate con immagini di dragoni, tigri e schiere di guerrieri in atto di lottare tra di loro.
    Un servo stava pulendo un vecchio vaso di porcellana che ornava la stanza, era stato Sumimoto a portarlo lì da Naniwa, avendo rimosso le decorazioni che tanto piacevano agli Ashikaga. Pochi giorni dopo la sua investitura, Sumimoto aveva infatti ordinato di gettare nei magazzini gli arredamenti della dinastia Ashikaga per sostituirli con altri di suo gradimento ed avevo imposto ai giardini di Kyoto di seguire le regole dell'Ikebana, sconosciute nella capitale.
    Sumimoto era seduto sul solito sgabello, circondato dai suoi uomini più fidati seduti in ginocchio sui tatami che ricoprivano il pavimento in legno.
    Tanaka era il Ministro degli Esteri ed esordì: - La Corea ci preoccupa molto, mio signore. -
    Sumimoto teneva in mano un mandarino e lo aprì con fare distratto: - Anche il tracollo dei Ming dovrebbe preoccuparci. Se cadono loro, chi lo sostituirà? -
    Tanaka deglutì con forza e riprese a parlare: - Suggerisco di trovare degli alleati sul continente. Pare che i Coreani si siano guadagnati una cattiva reputazione, sarà facile trovare un sostego contro di loro. -
    Sumimoto mangiò uno spicchio: - La Corea era una terra pacifica. Si vede che i suoi sovrani si erano stancati della loro penisola. Sono molto furbi: hanno aprofittato della crisi nel Celeste Impero per espandersi. -
    - Se permette - disse Tanaka - le mostro una mappa fatta disegnare lo scorso anno. - tirò fuori dalla larga manica del suo kimono un rotolo di carta, lo posò a terra e lo aprì di fronte allo Shogun. Erano disegnate le terre e o mari dall'Himalaya al Giappone.
    Sumimoto la osservò rapidamente e mangiò un altro spicchio: - Il Celeste Impero è grande - osservò indicando la Cina - se resterà diviso potrà farci comodo in futuro. Dobbiamo mantenere questo equilibrio tra Ming, Zhou e Corea e sfruttarlo a nostro vantaggio. -
    Yoshimito aveva imparato a conoscere Sumimoto e sapeva già cosa aveva intenzione di fare, ma fece finta di nulla e osservò: - Allora dobbiamo aiutare la fazione più debole a difendersi. Non dobbiamo permettere ai Ming di sparire da questa mappa. -
    - E' una follia! - esclamò Minamoto, un altro consigliere - i Ming fanno ormai parte del passato. Dobbiamo aggregarci alla Corea, ai vincitori! - era paonazzo in volto.
    Yoshimito mantenne la calma: - Quando la Corea avrà conquistato il continente, cosa le impedirà di rivolgersi contro di noi? Dobbiamo farli capire che il loro posto è in quella penisola e non altrove. -
    Minamoto borbottò un po', agitandosi sullo sgabello.
    Sumimoto, che aveva mangiato metà mandarino, prese la parola: - Penso che aiuteremo i Ming sia contro gli Zhou che contro i Coreani. Se il Celeste Impero ne uscirà rafforzato dalla sua guerra civile, l'equilibrio sul continente si reggerà per molto tempo e noi ci guadagneremo qualcosa. -

    Sumimoto, però non ebbe il tempo di portare avanti i suoi progetti. Si spense il 19 Agosto 1512, all'età di 42 anni, per un aggravamento delle condizioni della sua ferita, lasciando il trono a suo figlio Ujihisa di 19 anni.
    Il suo corpo venne tumulato nel giardino del Palazzo di Naniwa, accanto a suo padre Tanekuni e suo nonno Michihisa; il corteo funebre fu sfarzoso, con guerrieri armati, ancelle e servitori che percorsero a piedi la strada che si incuneava tra le montagne da Kyoto a Naniwa. L'Imperatore proclamò ben dieci giornate di lutto in tutto il regno in onore di quel guerriero, cresciuto tra le spade fin dalla più tenera età, che aveva cambiato il volto del Giappone.
    Ujihisa ordinò di realizzare un enorme vaso di porcellana con inserti in oro su cui dipingere le gesta di suo padre.

    Ad oggi, Sumimoto è considerato come uno dei più importanti personaggi della storia del Giappone e gli venne attribuito l'appellativo di "Grande", avendo unito il regno sotto lo stemma del suo clan. A livello di importanza per la sua nazione, viene paragonato a George Washington per gli Americani e a Gustavo Adolfo per gli Svedesi.
    Ujihisa I sale al trono.jpg
     
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  18. alberto90

    alberto90

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    Grande davvero .....
     
  19. Carlos V

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    Ujihisa I Kan'in (19 Agosto 1512 - 16 Marzo 1547)
    Segno zodiacale: Bilancia
    ADM 4 DIP 2 MIL 3


    Il primo decennio dall'unificazione del Giappone fu un periodo tranquillo, che Ujihisa trascorse migliorando la situazione economica del regno: il tesoro sfiorò i 600 yen, la costruzione di mercati in molte città meridionali rese attivo e vivace il commercio da e verso il continente.
    I Giapponesi stavano tentando pure di inserirsi nella piazza di Hangzhou, principale mercato asiatico del tempo controllato da alcuni decenni dai potenti Zhou, seppur con scarsi risultati.
    Ad allietare la vita di corte, giunse il 17 Marzo 1513 la notizia della nascita di un erede: Hidehito Kan'in.
    Hidehito Kan\'in.jpg
    Ujihisa, a differenza dell'energico padre, non era molto interessato alle arti belliche essendosi formato soprattutto sulla poesia e la filosofia. Tuttavia egli poté, durante il suo regno, raccogliere i frutti degli sforzi di Sumimoto; le scuole militari istituite sul finire del XV secolo erano diventare un dinamico centro di sperimentazione militare. Dalla Cina arrivò un'invenzione rivoluziaria gravida di sviluppi per il futuro: il cannone a mano. Si trattava di una canna metallica, pesante e decisamente poco maneggevole, che sparava proiettili in pietra grazie alla polvere da sparo.
    Sebbene molti samurai guardavano con disprezzo a queste innovazioni tecniche, Ujihisa decise di cogliere l'occasione per riformare l'esercito.
    Con la cosiddetta Riforma Yorimoto (dal nome del generale che la concepì insieme allo Shogun) del 1514 tutti i fanti sarebbero stati armati di lancia e katana, incorporando così le funzioni del lanciere e dello spadiere in un unica figura, e in ogni armata avrebbero fatto l'ingresso i cannoni a mano (in numeri limitatissimi).
    Tecnologia militare 6.jpg
    Sul fronte della politica estera, i Ming, ormai in piena decadenza, erano entrati in guerra con la potente Orda Oirat. Ujihisa era ben deciso a mantenere un equilibrio di forze sul continente; il rischio era che la scomparsa dei Ming dalla scena avrebbe potenziato le altre compagini, impedendo di fatto al Giappone di inserirsi nei contrasti locali.
    Lo Shogun prese la decisione di inviare aiuti finanziari ai Ming. Un ambasciatore giapponese arrivò a Beijing nella primavera del 1516, mentre la guerra con i nomadi infiuriava nelle steppe, e presentò il piano economico: alla Cina sarebbero stati versati 2 yen ogni mese per un anno.
    Le cifre in gioco non erano altissime, ma per l'affannata Cina dei Ming era comunque una boccata d'ossigeno da non rifiutare. Per il Giappone era un investimento in via sperimentale per cominciare a mettere il naso nel continente. Se la Cina avesse vinto perlomeno i nomadi, avrebbe potuto ricevere maggiori finanziamenti la prossima volta.
    L'Imperatore Ming accettò senza ripensamenti il generoso aiuto giapponese. L'accordo economico fu suggellato da un matrimonio tra una cugina di Ujihisa, Yukiko, e un nobile cinese di nome Liang Wu.
    Sussidi ai Ming.jpg
    Con la crescita del commercio, crescevano però anche i problemi legati a quel settore. Il grande volume di traffici lungo il Canale della Corea attirò le attenzioni dei contrabbandieri, le cui attività sottraevano importanti guadagni allo Shogun.
    Nel 1516 il problema aveva assunto dimensioni così grandi, da rendere necessario un intervento del potere centrale per fermare le attività illecite. Spezie e altre merci pregiate, spesso rubate ai magazzini o alle stive delle navi mercantili, erano infatti vendute sottobanco a prezzi vantaggiosi per gli acquirenti.
    Ujihisa decise di spendere ben 60 yen per istituire uno speciale corpo di polizia e fermare così i contrabbandieri. Le operazioni furono un successo: molte persone inserite nel giro vennero arrestate e i loro covi (spesso situati in grotte sotterranee o su isolotti) vennero distrutti. L'intera vicenda destò comunque molto scalpore presso i mercanti, che non si sentirono mai tutelati abbastanza dalle autorità.
    Contrabbandieri giapponesi.jpg
     
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    Ultima modifica: 7 Ottobre 2013
  20. alberto90

    alberto90

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    2 yen al mese ... fosse nella realtà farebbe quasi ridere XDDDD
     

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