A dire il vero, si tratta di uno stralcio del pezzo che ho preparato per la rivista "Storia in Rete" (www.storiainrete.com), di cui sono pubblicista collaboratore, e che dovrebbe essere pubblicato prossimamente. Prima di completarlo, però, mi interessavano le altrui opinioni Per la bibliografia, se vi interessa, vi elencherò i testi di cui mi sono avvalso.
E' vero, alle porte di Parigi Blucher ricevette una dura lezione da Davout! Complimenti, ottima conoscenza storica Il che dimostra ancora una volta come il maresciallo sarebbe stato l'uomo giusto per affrontare i prussiani...
Pare che Antigono nel sonno si ricrei mentalmente la battaglia di Auerstadt e so che ha anche un pelouche con le sembianze di Davout
No, è che io quand'ero giovine anziché essere uno scapestrato come voi solo interessato alle ragazzine leggevo tanti libri di storia. :humm: Un vero idiota!
Ma come...solo libri di Storia? Se vuoi recuperare il tempo perduto, ho ancora qualche numero di Tex Willer, Zagor e Comandante Mark
Bene, sempre nell’ambito del punto 2, dopo gli errori di assegnazione degli incarichi prendo ora in esame gli attacchi “deplorevoli” nella giornata del 18 giugno. Convinto di aver messo fuori gioco i prussiani, l’imperatore affidò 33.000 uomini a Grouchy e solo alle ore 13 del 17 giugno il neo maresciallo fu convocato per ricevere gli ordini che, sostanzialmente, erano di mettersi alle calcagna dei prussiani in direzione Gembloux per comprenderne (pénétrer) le intenzioni. Questo movimento avrebbe però allontanato una forza importante dal grosso e solo implicitamente le disposizioni prevedevano di mantenere sempre i contatti con l’armata principale. Napoleone, non dimentichiamolo, dopo la vittoria (incompleta) di Ligny del 16 giugno, era profondamente convinto che i prussiani si stessero ritirando verso le loro roccaforti di Liegi e Namur. Si trattava di una missione difficile e Napoleone, profondo conoscitore degli uomini, delle loro passioni, avrebbe dovuto immaginare che questo maresciallo di nuova nomina non era all’altezza della situazione. Vandamme e Gérard sarebbero stati di gran lunga preferibili. Il Thiers commenta che il compito di Grouchy era di tale evidenza che non vi sarebbe stato nemmeno bisogno di istruzioni scritte. Ma questo giudizio si avvale del senno di poi, commenta il generale Alberto Pollio. In sostanza, le istruzioni a Grouchy avrebbero dovuto essere molto più chiare, specificando di regolare la marcia in modo da tenersi costantemente a portata dell’esercito principale e soprattutto evitando di dirigerlo, allontanandolo, su Gembloux. Rassicurato dalla promessa di Blücher di giungere in suo aiuto, Wellington intanto si era sganciato, pur con difficoltà e aiutato da una pioggia torrenziale, da Quatre-Bras, dirigendosi verso Bruxelles, con l’intenzione di dare battaglia presso Mont-Saint-Jean, poco a sud del villaggio di Waterloo. Un’ottima posizione per attestarsi a difesa, tattica in cui l’inglese era maestro. La notte tra il 17 e il 18 giugno fu orribile: freddo e pioggia battente. Nel corso della notte giunse un rapporto di Grouchy che avvertiva di una colonna prussiana in marcia verso Wavre (cioè verso il campo di battaglia). Perché Napoleone a quella notizia non fu preda di una certa inquietudine? Invece non vi diede alcun peso, tanto da non rispondere nemmeno al dispaccio. L’indomani, 18 giugno 1815, la linea rossa britannica (circa 67.000 uomini) fronteggiava quella blu napoleonica (poco più di 70.000) per quello che sarebbe stato uno scontro epocale, un autentico canto dell’Iliade. Certo di aver annientato i prussiani, Napoleone ignorò il consiglio di Soult di richiamare Grouchy e diede purtroppo ascolto al generale Drouot di ritardare l’attacco per lasciare il tempo al terreno di asciugare, migliorando così l’effetto dell’artiglieria. Ore preziose perdute. Nel frattempo, i prussiani marciavano dritti su di lui. Intorno alle 11,30, un colpo di cannone segnò l’inizio dell’attacco francese. Il piano di Bonaparte non era troppo fantasioso: una serie di attacchi frontali a cui, abbastanza presto, il fritto misto di truppe che comandava Wellington non avrebbe resistito. Poiché la destra avversaria si appoggiava presso la fattoria-castello di Hougoumont, Napoleone cominciò il ballo ordinando un attacco diversivo su di esso, con la speranza che il comandante avversario spostasse truppe dal centro per rinforzare la posizione, sguarnendo così il settore su cui si sarebbe scatenato l’attacco principale. L’assalto ad Hougoumont fu portato dal principe Gerolamo Bonaparte, fratello minore del Sire, che comandava la 6ª divisione del II° Corpo del generale Reille. Quello che doveva essere un attacco diversivo, divenne invece una battaglia nella battaglia. La posizione poteva benissimo essere presidiata da un piccolo nucleo di forze e nel frattempo demolita col cannone, invece l’impetuoso parente si accanì ordinando un assalto dopo l’altro ai ruderi fiammeggianti della fattoria fiamminga, sacrificando centinaia di uomini e coinvolgendo in seguito una seconda divisione di Reille, nonostante quest’ultimo gli avesse chiesto d’interrompere l’assalto. Tutti uomini che avrebbero potuto risultare determinanti al momento dello sforzo principale. Wellington, peraltro, non era caduto nel tranello e non si era mosso, limitandosi a puntellare il fortilizio con 13 compagnie delle Coldstream Guards. Se la diversione non aveva avuto effetto, perché proseguire in quell’assalto sciagurato? Perché Napoleone ignorò quanto stava accadendo alla sua sinistra e non intervenne a fermare l’insensato fratello, incaponitosi in un’azione inutile che avrebbe contribuito alla catastrofe finale? All’incirca all’una del pomeriggio ebbe inizio l’attacco principale, quello che nelle intenzioni di Napoleone avrebbe dovuto attuare lo sfondamento dell’eterogeneo esercito di Wellington. L’assalto sarebbe stato portato dal Corpo di d’Erlon, sostenuto dal VI° del generale Mouton, conte di Lobau e preceduto da un grande bombardamento di artiglieria, che però avrebbe arrecato pochi danni, avendo il comandante inglese sapientemente arretrato le proprie linee sul crinale (per cui, la decisione di ritardare l’attacco in attesa che il terreno si asciugasse, si sarebbe rivelata priva di effetti sostanziali), il tutto sotto la supervisione del maresciallo Ney. Poco prima che l’azione avesse inizio, qualche ufficiale dello stato maggiore imperiale notò in direzione nord-est, verso Chapelle-Saint-Lambert una consistente massa scura che marciava verso il fianco destro francese. Prussiani o Francesi? Che potesse essere Grouchy era un illusione. Il maresciallo si trovava poco più a sud di Wavre quando il vento gli aveva portato alle orecchie il suono del cannone. La richiesta del generale Gérard (il quale aveva capito tutto) di filare dritto verso la direzione della battaglia rimase inascoltata: gli ordini dell’imperatore erano di tallonare i prussiani e loro stavano marciando in direzione di Wavre. Quando il messaggio di Soult, “…non perdete neppure un attimo, marciate verso di noi e raggiungeteci…”, gli giunse erano già le 17. Arrivare in tempo era ormai impossibile. Un corriere prussiano catturato confermò che si trattava dell’avanguardia del corpo di von Bülow e che tutta l’armata seguiva dietro. Napoleone rimase impassibile, convinto che tutto al più Grouchy non fosse lontano. Anche se, guardando la carta geografica e considerando che l’ultimo dispaccio del maresciallo era datato le 6 del mattino da Gembloux, era evidente che la possibilità che quelle truppe giungessero entro sera sul campo di battaglia era pura utopia (cfr. in tal senso il libro di Barbero su Waterloo). Quindi, ordinò a d’Erlon di muovere sugli inglesi. L’azione era fallita in partenza. La fanteria inglese era eccellente dal punto di vista difensivo, un autentico muro di granito, benché meno agile e flessibile nella manovra. In Spagna, molti ufficiali napoleonici ricordavano i momenti terribili di un assalto frontale agli inglesi, quasi sempre piazzati in altura. Loro salivano sul pendio gridando Vive l’Empereur, tamburi rullanti e bandiere al vento, veementi e carichi di adrenalina. Gli inglesi rimanevano immobili. A pochi passi di distanza, il movimento sincronizzato della linea rossa che abbracciava i fucili e li puntava nella loro direzione, già bastava a smorzare molti entusiasmi. Poi la scarica violenta, centinaia di uomini abbattuti e la linea che vacillava. Al terzo hurrà, gli inglesi erano già addosso agli attaccanti e li mettevano in fuga. Con soldati di tale spessore l’attacco frontale di d’Erlon, portato da divisioni disposte nell’antiquata formazione in colonna ammassata, non aveva speranze di riuscita (una palla di cannone poteva abbattere come birilli circa 24 uomini della fila), specie considerando che, visto l’approssimarsi dei prussiani, Napoleone aveva rinunciato ad appoggiare il I° Corpo con il VI°, che ora stava muovendosi a protezione del fianco destro francese. Difatti, grazie al contrattacco della divisione del generale Picton, fulminato da una pallottola intorno alle 14, e subito dopo della cavalleria pesante, le divisioni del I° Corpo furono ributtate indietro. Il disprezzo di Napoleone per l’avversario, che riteneva sarebbe scappato come una lepre al solo vedere l’imponente spettacolo delle divisioni francesi, aveva decretato l’insuccesso dell’azione. Furioso per lo scacco, Napoleone ingiunse categoricamente a Ney di conquistare la posizione centrale nemica, contraddistinta dalla fattoria della Haie-Sainte. Aveva anche ricevuto il messaggio con cui Grouchy annunciava che non avrebbe fatto in tempo a giungere a Waterloo. Fu allora che il principe della Moscova perse completamente la testa. Vide, o credette di vedere, un principio di ritirata di Wellington, mentre probabilmente si trattava di un riposizionamento più arretrato di qualche battaglione. Ordinò allora ad una brigata di corazzieri di caricare, ma quella carica andò sempre più ingrossandosi, fino a trasformarsi in un attacco furibondo. Le divisioni di cavalleria entrarono in azione una dopo l’altra, senza ordini né coordinazione, 5.000 uomini che caricarono come tori impazziti. Un altro di quegli attacchi che Georges Lefebvre definisce “deplorevoli”. Napoleone, sconcertato per l’azione dissennata del suo maresciallo, non avendo il potere di fermare il mare con le mani, non poté far altro che sostenere l’attacco, inviando a supporto altra cavalleria, fino a che la carica francese non fu portata, alle 17 circa, da 10.000 cavalieri. La fanteria inglese si era disposta in quadrato, scatenando un uragano di fuoco, ma subendo una pressione incalcolabile. Un dramma epico, costellato da atti di eroismo, in cui forse i francesi avrebbero potuto intravedere un primo brillio di vittoria, se l’attacco fosse stato coordinato con il supporto della fanteria pronta a sfruttare i varchi aperti dalle cariche e dall’artiglieria. Ma nulla di tutto questo fece il maresciallo. Il duca di Wellington cominciava adesso a sudare freddo, ma a est, all’altezza del villaggio di Plancenoit, la pressione prussiana cresceva e i francesi erano sempre più in difficoltà. In un ultimo atto di disperata energia, Napoleone inviò al fuoco alle 19,30 le residue riserve, 4, 5 o 6 battaglioni (il numero non è stato mai accertato, le relazioni sono contraddittorie) della “Media Guardia”. Avvertito da un disertore, il duca si preparò a riceverli con un fuoco di fucileria serrato e micidiale. Pure i veterani indietreggiarono. Quando il grido La Garde recule! corse su tutto il campo, l’intera Armata del Nord si frantumò per collasso morale (lo stesso risultato a cui ambiva Napoleone attraverso una serie di attacchi frontali), i prussiani dilagarono e Wellington, colto l’attimo, ordinò l’avanzata su tutto il fronte. E Grouchy? Alle prese con il IV° corpo prussiano di von Thielemann a Wavre (lo specchio per le allodole destinato a distogliere l’ala destra francese dal teatro degli eventi principale), era stato quasi sul punto di conseguire una notevole vittoria quando, alle 10,30 del mattino del 19 giugno, ricevette la notizia della catastrofe. Sganciatosi, con grande abilità riuscì a sfuggire all’inseguimento prussiano e a riportare in Francia il 21 giugno l’intera sua forza di oltre 30.000 uomini. Forse, se i compiti assegnatigli fossero stati più precisi, la battaglia avrebbe avuto un altro corso.
una curiosità,in cosa consisteva la forza di Grouchy? secondo te Napoleone avrebbe fatto meglio a tenere unita l'armata o no? senza Grouchy i prussiani avrebbero potuto congiungersi con Wellington prima della battaglia?
Sotto il proprio comando Grouchy aveva ben 33.000 uomini, una forza dunque assai consistente. Se gli ordini di N fossero stati più espliciti, oppure se il maresciallo fosse stato più attento a seguire lo spirito delle direttive imperiali e non la lettera (come lo fu Gérard che insistette in maniera brutale nella richiesta di muovere verso il grosso dell'armata), Grouchy avrebbe operato in modo da costituire una barriera tra inglesi e prussiani e a questi ultimi si sarebbe impedito di giungere a Waterloo, dando il tempo a N di liquidare Wellington.
ma non sarebbe stato forse meglio mantenere unita l'armata francese? certo anche in altre occasioni Napoleone era riuscito a riunire in tempo le forze separate ma la particolarità è che prima separava per poi riunire nel momento della battaglia mentre a Waterloo ha diviso l'armata per dividere il nemico tra l'altro abilissimo nel non accettare battaglia che era Blucher ( più volte è stato evasivo ma sempre ostinato ) pare che Napoleone avesse anche ritardato di proposito l'invio di Grouchy all'inseguimento di Blucher in numero anche eccessivo per un azione simile mentre magari almeno un terzo di quella forza gli sarebb stato utile e comunque anche una forza insufficiente per sbaragliare Blucher sopratutto senza Napoleone al diretto comando come avvenuto a Ligny e poi pure ha rifiutato il suggerimento di richiamare Grouchy da parte di Soult e Gerolamo durante la mattina... comunque Grouchy dopo Waterloo riuscì a salvare la sua armata inseguita dalle truppe alleate fino a Philippeville e metterla poi a disposizione di Soult e Davout alla difesa della capitale... ( comunque poteva liquidare Wellington a patto che Ney non avesse fatto quella carica che gli distrusse mezza cavalleria indispensabile per distruggere un armata in ritirata )
Da tutto cio' si evince che le battaglie non le vince il migliore ma solo quello che, con tempismo, sbaglia di meno...
Per quale motivo Napoleone avrebbe ritardato (volontariamente) l'invio del contigente di Grouchy per l'inseguimento dei prussiani?:humm:
Il fatto che l'esercito si fosse diviso non era una novità, anche in Italia nel 1796 mentre N combatteva i piemontesi, Massena teneva a bada gli austriaci, idem nel 1806 a Jena e Auerstadt. Dividere le forze avversarie e batterle separatamente: divide et impera, secondo l'insegnamento di Diocleziano. O anche la strategia dell'unico Orazio contro i 3 Curiazi. Gli inglesi senza i prussiani secondo me sarebbero stati sicuramente sconfitti, nonostante gli errori di Ney, alla fine la Haye-Sainte in effetti fu presa, anche se per poco, e quello era il cardine dello scheramento inglese, in questo N aveva visto giusto
la presa della Haye Sainte avvenne nel tardo pomeriggio decimando intere unità francesi ( la divisione Donzelot sopratutto ) e tenuta davvero con inaudita tenacia da unità di riserva di Picton e la Union Brigade la cavalleria Somerset fino alla fine mentre la divisione di Erlon si spostava esponendosi al tiro nemico facendosi falciare e l'esercito inglese nonostante tutto non era del tutto disfatto ( restavano ancora 30000-40000 uomini attivi su circa 60000 iniziali ) anche se certamente stremato ( sopratutto a corto di munizioni individuali ) e concordo sul rischio della sconfitta e infatti se Ney non avesse fatto quella folle carica a testa bassa ( Ney aveva intepretato l'arretramento delle linee inglesi come una ritirata ) ci sarebbe stata forse una vittoria francese ma non dimentichiamo che Ney era già mandato ad attaccare proprio quel fronte di Haye Sainte con quell'obiettivo di prenderla a tutti i costi.. sul ritardo di Napoleone nel spedire Grouchy mi riferisco alla pagina 258 di grande battaglie di napoleone di andrea frediani e si suppone che Napoleone avesse sottovalutato la caparbia di Blucher nel tornare sul campo dopo le botte prese a Ligny
Gli inglesi sanguinavano a morte e il collasso morale, lo stesso che colpì l'esercito francese, poteva attuarsi da un momento all'altro. Non per nulla a Bruxelles si era già certi della sconfitta inglese e la città era nel panico, scappavano tutti. Se poi N non avesse dovuto distaccare il VI° corpo sulla destra...Frediani ha ragione, è appurato l'errore di valutazione di N circa la capacità dei prussiani di rientrare in gioco nonostante Ligny
il bello è che poi quando Napoleone si rese conto che ad arrivare non era Grouchy, ordinò di informare alle truppe che ad arrivare era invece Grouchy,poi si è visto che duro colpo al morale per essi che invece di vedere truppe amiche subirono piuttosto il fuoco prussiano un altro degli errori riscontrati è che pare che Ney all'inizio doveva già essere su Quatre Bras il 16 giugno e invece avanzò con lentezza lascindo tutto il tempo agli alleati di rinforzare le difese in loco e permettere al resto dell'armata anglo-alleata di dispiegarsi ,però Ney ha agito anche perchè aveva ricevuto l'ordine di Napoleone scritto in modo illeggibile e dunque ha operato come meglio credeva :humm:
salve a tutti. vorrei esporvi un dubbio che mi attanaglia da anni. questo dubbio riguarda la famosissima Waterloo.su questa battaglia ho sentito le più disparate versioni. c'è chi dice che napoleone non vinse perchè al momento decisivo iniziò a piovere e non potè spostare i cannoni per attaccare la città.quindi dovette rimandare e il giorno dopo arrivarono i prussiani. c'è invece chi dice che fu una battaglia a senso unico.cariche sconclusionate e una superiorità di prussiani e inglesi portarono inevitabilmente alla sconfitta il generale francese. c'è qualcuno che sa per certo come andarono i fatti?
Mi sembra ci sia stata una discussione del genere un po' di tempo a, prova un po' a cercare... http://www.netwargamingitalia.net/forum/showthread.php?t=11579&highlight=waterloo e ce ne sono anche di più vecchie, se scrivi "waterloo" cercando in storia militare escono fuori, poi se ancora qualcosa non ti è chiaro chiedi... Se posso permettermi un appunto, fai qualcosa del genere ogni volta che sei intenzionato ad aprire una nuova discussione.
No , a me pare che piovve prima, e Napo volle aspettare ,giustamente , che il terreno fosse asciutto sia per la cavalleria che perchè i colpi di cannone rimbalzassero adeguatamente .