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22/6/1941: perché lo schieramento offensivo?

Discussione in 'Età Contemporanea' iniziata da Pandrea, 24 Agosto 2012.

  1. Silvan

    Silvan

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    Ma come si può escludere categoricamente che l'intervento italiano non ha avuto nessun effetto su Barbarossa quando i diretti interessati si lamentano, anche, dei ritardi causati dall'intervento in Grecia e in Jugoslavia? Forse l'intervento Italiano in Grecia non ha niente a che vedere con l'istabilità politica della Jugoslavia e relativo colpo di stato?
     
  2. hdosbe

    hdosbe Guest

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    Io resto dell'idea che conseguenze (l'intervento nei Balcani) sull'Op. Barbarossa ne ebbe sicuramente, non solo ne provocò un'inizio ritardato (chi dice di quasi 40 gg. chi di almeno una settimana) ma certamente le unità corazzate che erano state colà impegnate giunsero all'inizio di una campagna, che tutti sapevano essere più che decisiva per le sorti del III Reich, estremamente usurati e con evidenti mancanze di mezzi ed effettivi.
     
  3. rob.bragg

    rob.bragg

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    Ma 'Ledekol' è del 1990, dieci anni prima dell'era Putin ! E i 'contrattacchi' della storiografia accademica iniziarono immediatamente dopo. Glantz distrusse la plausibilità storica di Suvorov per difendere cosa ? Molto probabilmente la Storia (con la S maiuscola), forse (come istinto condizionato) la sua carriera accademica, non certo l'immagine della Russia attuale e dei suoi leader.

    Io penso che il dibattito non abbia nulla a che fare con la politica di oggi, ma invece con la possibilità di 'rivisitazioni' storiche devastanti, se certe ipotesi avessero un qualche fondamento ed incominciassero a prendere piede. A proposito di Meltyukhov dici :
    <<Stalin voleva aggredire la Germania nazista nel 1941 invece che nel 1942, embe'? è quasi un merito>>

    Non penso affatto che sarebbe una notizia così irrilevante. Darebbe adito ad una profonda revisione storica della WWII; le teorie di alcuni storici tedeschi sul fatto che Barbarossa fu una 'guerra preventiva' (e non una iniziativa sconsiderata) metterebbero le ali. Forse cambierebbero addirittura alcuni giudizi (non etici) su Hitler.

    Io ho il dubbio che dietro i 'presunti' contenuti degli archivi (forse in gran parte ancora segreti) dell'ex-URSS ci sia in gioco ben più di un attacco a Putin (o una difesa delle vicende personali di personaggi vari dell'opposizione russa).

    Se quello che c'è in gioco fosse invece una (possibile) differente interpretazione degli avvenimenti della primavera / estate 1941, quale migliore debunking che mandare in giro il naif Suvorov con le sue esilaranti presentazioni ? Lui è felice, la gente ride e il problema è dimenticato.
     
  4. andy

    andy

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    Le perdite sono meno di 5,000 uomini in tutta l'invasione di Grecia e Yugoslavia.
     
  5. hdosbe

    hdosbe Guest

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    io parlo di cingolati, carri armati e similari che erano più che usurati ad inizio campagna!
     
  6. Silvan

    Silvan

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    Le truppe non disponibili per Barbarossa in seguito all'intervento nei Balcani furono l'equivalente di 8 divisioni.
    Una per le perdite subite (non solo i morti), e 7 che rimasero come forza di occupazione.

    ps: Altre 2 erano nel Nord Africa (sempre per colpa delgi Italiani).
     
  7. rob.bragg

    rob.bragg

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    Il tema del topic è

    22/6/1941: perché lo schieramento offensivo? (sovietico, ovviamente), argomento molto interessante e mai discusso (qui)

    Perchè almeno per una volta non provate - PLEASE, please - a rimanere in tema ?

    Sulle conseguenze delle operazioni nei Balcani e sui rinvii di Barbarossa si è già discusso all'infinito ... sono cose arcinote e ci sono immense bibliogarfie in merito (non è certo necessario citare wiki)

    uffa ...
     
  8. Amadeus

    Amadeus

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    La prima volta che ho letto delle tesi revisioniste di Rezun/Suvorov, è stato negli anni '80 su un articolo pubblicato (non a caso) da Storia Illustrata. Suvorov era già noto in occidente per le sue vicissitudini spionistico-politiche ed era particolarmente "coccolato" in quanto dispensatore, non solo ai circoli ristretti dei servizi segreti NATO, ma anche al grande pubblico, di tutta una serie di informazioni inedite sulla macchina militare sovietica. Come sai, di queste informazioni una parte era reale ed accurata, un'altra parte inaccurata (ma probabilmente, più che ad un desiderio di disinformazione, dovuta al fatto che Rezun non si era preoccupato più di tanto di distinguere tra ciò che sapeva per certo e sue estrapolazioni a naso, emblematico il caso del fantomatico cacciacarri col pezzo da 130mm che tutti i principali analisti occidentali, Simpkin in testa, erano convinti esistessero e fossero stati prodotti in grandi numeri), un'ultima parte deliberatamente menzognera (a causa del suo anticomunismo viscerale unito allo sciovinismo grande-russo per cui tutto quello che facevano i sovietici doveva essere invariabilmente malvagio ma, essendo questi ultimi quasi tutti russi, anche invariabilmente geniale e superiore).

    Rezun sa che per poter prosperare in occidente deve vendersi bene. Quello che possiede, in quanto ex ufficiale del GRU, è appetibile e lui, da oste furbo, vende il suo vino annacquato. Per unire l'utile al dilettevole, infarcisce i suoi lavori di acredine antisovietica. Sia perché lui (gustamente!) ce l'ha a morte con i suoi ex datori di lavoro, sia perché così si rende più simpatico ai suoi nuovi datori di lavoro.

    Come hai giustamente detto, gli accademici difendono la disciplina e le loro carriere. Glantz, Gorodetsky e compagnia bella intervengono così come interverrebbe un fisico in una trasmissione che parlasse di astrologia. Ma all'astrologo ed ai suoi protettori delle questioni accademiche gliene frega poco. Io non sto dicendo che chi attacca Rezun lo fa per difendere la Russia, dico che chi lo difende lo fa principalmente in funzione antirussa. Una distinzione essenziale nel mio discorso.

    Il dibattito a livello accademico può avere una scarsa relazione con la politica di oggi, ma la visibilità mediatica di uno che dice stcemenze no. Se non fosse per gli ascolti ed i soldi che ci girano attorno, a chi interesserebbe proporre continuamente in televisione oroscopi? Agli scienziati?

    Non era la mia opinione, era l'ipotetica reazione della "casalinga di Voghera" ad una trasmissione in cui venissero esposte le tesi di Mel'tjuchov. E la giustificazione al fatto che Rezun è più efficacie di Mel'tjuchov nel veicolare il messaggio che realmente interessa ai suoi sponsor: i putinisti sono infidi e cattivi come gli stalinisti.

    Se ho dei dubbi sulla sensatezza scientifica del Big Bang, potrei citare i lavori di astrofisici quali Hoyle o Burbridge. Se cito un fondamentalista cristiano creazionista sto facendo palesemente capire che, a me, della sensatezza scientifica non frega niente e ho una ben precisa agenda.

    Ma chi segue questa tesi deve appunto appoggiare Rezun e non Mel'tjuchov, che, mi sembra, sia stato cristallino nel dire che, anche se Stalin stava preparando la sua offensiva, tali intenzioni non erano minimamente state comprese dai tedeschi.

    Può essere. Ma, di converso, per quale motivo (se non politico) si continuano a mantenere segreti gli archivi?

    Ma chi è che manda in giro Suvorov? Mosca? No di certo, visto che le sue conferenze sono sponsorizzate dal DoD USA!
    Il tuo ragionamento mi apparirebbe comprensibile se l'attività di Rezun fosse in qualche modo resa possibile da Mosca ma è l'opposto. Il detto dice cui prodest scelus, is fecit, ma vale anche il contrario, uno commette un delitto se gli giova, ma in questo caso? Con tutti gli attriti saltati di nuovo fuori in questi anni a causa dei molti interessi geopolitici oggettivamente contrastanti di USA e Russia, chi in Occidente ha interesse a nascondere gli scheletri nell'armadio di Putin?

    Per concludere, non sto dicendo che la storia del periodo che va dal patto Ribbentrop-Molotov a Barbarossa sia priva di ombre, sto dicendo che chi oggi preferisce dare spazio mediatico a tesi demolite dall'accademia deve farlo per motivi che esulino dalla ricerca disciplinare (esattamente come chi dà spazio mediatico agli astrologi non lo fa certo perché pensa che le loro tesi siano in grado di resistere alla demolizione da parte della scienza moderna).
     
  9. rob.bragg

    rob.bragg

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    Non sono d'accordo. E' ovvio che Suvorov non possa essere sponsorizzato da Mosca : l'hanno condannato a morte !

    Ma il fatto di 'tarpare le ali' a qualsiasi documento che possa dare adito a teorie 'revisioniste' sulla WWII e sulla Germania serve a tutti, USA compresi.

    E, se questa operazione è in atto, la si sta conducendo in primis in Occidente : perchè nessun editore occidentale si è mai assunto la responsabilità di pubblicare Meltyukhov ? Eppure, di libri stupidissimi e di livello infimo ne vengono pubblicati a iosa, continuamente. Stranamente Meltyukhov è stato dimenticato da tutti. E stranamente Glantz, che conosce perfettamente il russo e si è preso la briga di scrivere articoli e paragrafi di libri per 'distruggere' Suvorov, non si è mai 'interessato' (che io sappia) a Meltyukhov.

    Certo, ma se fosse accettato il fatto che i fatti della primavera / estate 1941 non furono così 'semplici' come ad oggi da tutti sostenuto e che la situazione in fieri era potenzialmente molto differente, i 'revisionisti' ne farebbero una battaglia feroce, e se fregherebbero del fatto che Meltyukhov, inter alia, dica che l'OKW non era comunque a conoscenza di quei piani. Proprio perchè, come sostieni anche tu, un conto sarebbe a quel punto il confronto tra storici, ed un altro l'impatto sull'opinione pubblica ... A tal proposito, ti consiglio, se non l'hai mai letto, il libro di J.Hoffmann e tutte le feroci bagarre che si sono successivamente scatenate in Germania.

    Ma scusa, Suvorov è 'ufficialmente' ed ampiamente discreditato, la sua collaborazione con i Servizi penso sia finita da tempo (dopo vent'anni dal crollo dell'URSS penso che ormai abbia pen poco da raccontare). Che impatto vuoi che abbia sull'attuale politica russa / anti-russa ? Soprattutto non vedo proprio cosa potrebbe temere Putin da Suvorov. Come dici giustamente anche tu, Suvorov è anti-sovietico, ma pan-russo.

    IMHO, delle due, una :

    - o Suvorov fin dall'inizio era considerato un clown, da utilizzare per scopi ben diversi da quelli legati ad una 'diatriba storica', ed allora non si capisce perchè Glantz e gli altri si siano così dati da fare per screditarlo : c'erani mille dettagli, soprattutto tecnico-militari, stonati nelle sue ipotesi, e sarebbero bastati quelli; non solo : ma perchè un agente ex GRU dovrebbe prendere dei simili 'granchi' in termini strettamente tecnico-militari ? Solo se lo fa apposta; e perchè lo fa apposta ?

    Oltretutto, Glantz è un ex-US Army, che ha lungamente collaborato con gli Uffici Storici / TRADOC del Pentagono (il libro e le simulazioni su Kursk, ad esempio e proprio negli anni '90). Se Suvorov doveva avere una valenza 'politica' anti-sovietica / russa (finanziato dagli USA), gli americani stessi avrebbero detto a Glantz di andarci giù meno pesante ;

    - o Suvorov serve per una operazione di debunking, per screditare tutto quello che è uscito o potrebbe uscire dagli Archivi ex-sovietici; ma visto che i russi lo hanno condannato a morte (e non possono adesso graziarlo, di punto in bianco) è ovvio che questa eventuale operazione debba essere manovrata proprio da coloro che lo mandano in giro a fare conferenze esilaranti. A beneficio di tutti ... (?)

    Ovviamente non ho nessuna certezza, ma solo un bel pò di cose che non mi tornano e di domande alle quali non riesco a rispondere ... però ho la sensazione che questa questione abbia una valenza ben superiore di quello che fin'ora si è pensato e raccontato ...
     
  10. Amadeus

    Amadeus

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    E qui, ovviamente, concordiamo.

    Qui concordo di meno. Tarpare le ali al revisionismo non è così utile agli USA se rischia di mettere in discussione le loro azioni nei confronti dell'URSS prima e della Russia poi.

    C'è una marea di libri russi di storia militare che non viene pubblicata in occidente. E molti sono anche di ottima qualità. La mancata pubblicazione di Mel'tjuchov potrebbe, pertanto, essere solo una coincidenza.
    Tra l'altro, di tutta la serie di libri scritti da Rezun sui presunti piani sovietici per l'attacco a sorpresa che li avrebbe dovuti portare alla conquista della Germania, dell'Europa e del mondo in occidente, se non vado errato, ne è stato tradotto e pubblicato solo uno.
    Glantz, poi, credo che abbia al momento più progetti per la testa che tempo per realizzarli. Le sue serie di libri su Barbarossa e Stalingrado attendono da anni il completamento (e attendo anche io...). Che cosa potrebbe, poi, scrivere di più contro le tesi di Mel'tjuchov di quanto ha scritto in Stumbling Colossus?

    Di Hoffmann ho letto solo quello che ha scritto nei volumi della "storia ufficiale" tedesca della guerra. Sono comunque (superficialmente) informato sulla polemica che citi.

    Suvorov, di certo, conta come il due di coppe quando briscola è bastoni. Non voglio dire che Rezun debba essere il "rompighiaccio" di una nuoba offensiva mediatica USA contro Putin da far impallidire lo scontro ideologico della guerra fredda. Penso, banalmente, che, ammesso ci siano interessi ben precisi dietro le recenti ricomparse occidentali di Rezun, tali interessi siano paragonabili a quelli che possono star dietro alla visibilità mediatica (positiva) in occidente di qualsiasi oppositore di Putin.


    Suvorov era, all'inizio, un asset importante per i servizi occidentali perché, in tempi di carestia, anche una galletta può apparire un pasto sostanzioso. Acquisita sufficiente popolarità (i suoi libri anni '80, anche se pieni di inesattezze, erano comunque godibili e non peggio di quello che era disponibile in occidente a firma Isby, Cockburn etc.), Rezun/Suvorov si mette a pubblicare anche ciò che li interessa di più, e si scatenano le polemiche. A metà degli anni '90 vengono pubblicati un paio (un paio!) di libri che "smontano" (indirettamente) Suvorov. Glantz e colleghi sono indispettiti, più che dalle tesi di Suvorov in sé, dal fatto che lavori così dozzinali vengano spacciati per grande storia (esattamente come il fisico che si imbestialisce quando chiamano in televisione l'ufologo di turno a pontificare su come funziona l'universo).

    A metà degli anni '90 a nessuno interessa così tanto la propaganda antirussa. I russi medesimi sembrano oramai inoffensivi, occupati come sono con i loro guai e la leadership tentennante di El'cin, e la storiografia russa è nel suo apice di antisovietismo (quindi non serve neppure fomentare propaganda antisovietica post mortem dall'esterno).
    Dal 1999 in poi ritorna la necessità (moderata) di contenere mediaticamente una Russia oramai non più tanto amica (e, soprattutto, non più tanto inoffensiva ed incapace). In questi anni, tra un gasdotto qui, una guerra in Georgia di là, una insurrezione in Siria di qua, un Rezun/Suvorov che dica che l'Impero del Male è ancora tra di noi può tornare a far comodo.

    Per me Rezun/Suvorov è servito (se è servito) a diversi scopi in periodi diversi. Ed è servito (quando è servito) a statunitensi e britannici in primis (forse anche a qualche tedesco). Ma non credo abbia molta utilità per i russi.
    Ripeto, oggi come oggi, Suvorov può essere speso (politicamente, dico, visto che il suo credito accademico è nullo) alla pari delle Pussy Riot. L'unica differenza è che lui è meno avvenente ma più simpatico. :D

    Anch'io ho la sensazione che non tutto sia stato chiarito sulle intenzioni di Stalin alla vigilia della guerra con la Germania. Anzi, ho la sensazione che rimangano moltissimi punti oscuri nella storia sovietica nel periodo staliniano e che, probabilmente, questi punti oscuri rimarranno tali per un bel pezzo. Sia per l'enigmaticità propria dell'ex seminarista georgiano, sia per l'inaccessibilità di tantissimi documenti del periodo (ancora sotto chiave).
    La sensazione che non condivido con te è quella di un possibile complotto bipartisan che veda Suvorov nei panni dello spaventapasseri.
    Ma anch'io non ho alcuna certezza quindi, mi limito, come hai fatto tu, ad esporre dubitativamente i miei pensieri in libertà.

    Ad, ogni modo, tornando all'argomento principe della conversazione. Sono tentato di fare una domanda volutamente provocatoria: ma a voi sembra veramente così offensivo lo schieramento sovietico al 22 giugno 1941? Uno schieramento difensivo che faccia avrebbe dovuto avere? I corpi meccanizzati del secondo scaglione operativo dovevano essere più lontani dalla frontiera? (non sono stati in grado di contrattaccare efficaciemente lì dove erano, figurarsi più indietro). Oppure bisognava schiersi direttamente sulle linee fortificate esistenti sui vecchi confini (ma allora a che è servito prendersi nel 1939 e 1940 dei nuovi confini, molto più difendibili, in Ucraina occidentale, in Moldavia, in Karelia etc.?) O addirittura piazzarsi col grosso delle truppe su Dvina/Dnepr e davanti a Smolensk (e considerare perdute in partenza Belorussia, Ucraina, Lituania?).

    Mi sembrano opzioni politicamente inaccettabili. Stiamo parlando di ciò che era plausibile all'epoca, non di quello che io farei oggi se potessi fare un free setup nello scenario campagna di WitE.
    Molti ufficali NATO si lamentavano (a torto o a ragione è da vedere) che la necessità politica di una difesa avanzata in Germania (e non solo) li avrebbe messi a mal partito in caso di una Terza Guerra Mondiale.


    Saluti a tutti.

    P.S. In tema di tesi "revisionistiche" sull'inizio di Barbarossa, che cosa pensate delle idee di Fugate & Dvoreckij?
     
  11. rob.bragg

    rob.bragg

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    Assolutamente no. In inglese sono stati tradotti praticamente tutti : Icebreaker, Day M., Suicide, Last Republic, The Chief Culprit: Stalin's Grand Design to Start World War II. E molti anche in tedesco, francese, ecc.

    In realtà io non penso affatto ad un complotto bipartisan, ma alla possibilità che una serie di documenti scoperti e/o da scoprire negli ex-archivi sovietici possano in qualche modo costringere ad un nuovo dibattito storico su elementi/eventi 'chiave' della Storia della II GM; e penso che nessuna delle potenze vincitrici (e nemmeno la Germania, per quanto possa sembrare - ma non lo è affatto - paradossale) abbia interesse a modificare un 'quadro' che ormai è stato ben 'metabolizzato' nella 'cultura contemporanea'...

    Glantz dovrebbe completare anche e soprattutto il ciclo 'Colussus', con l'ultimo libro dedicato al 1944-45. E mi interesserebbe molto vedere come affronterebbe la problematica 'politica' delle perdite complessive sovietiche, alla luce anche proprio degli ultimi libri russi in materia (Krivoshev in primis, nelle sue varie contradditorrie edizioni / revisioni).

    Beh, qui non sono affatto d'accordo. In 'Stumbling Colossus', Glantz si prende 4 intere pagine (3-7), esattamente all'inizio (quando il lettore è ancora ben attento e sveglio), per distruggere Rezun / Suvorov e lo fa soprattutto sul piano umano (il personaggio, non credibile), del metodo storico (le fonti, ecc.), e militare (le incongruenze, gli errori pacchiani, ecc.). Ma senza assolutamente entrare nel merito del cd 'Piano Zhukov'.

    Di questo ne parla solo due volte : cap.4, pg.95, con una unica frase ed un rimando (sbagliato) :

    <<Although most of these [plans] have remained buried in the Russian Archives, one notable proposal, which has attracted public attention, has surfaced a 15 May proposal prepared by Zhukov for a preemptive soviet attack on German Forces concentrated in eastern Poland. The plan has been published in part and throughly analyzed; it did no accord with Soviet mobilisation capabilities and force readiness and there is not direct evidence that Stalin ever saw it (see chapter 8 for details ...)>>

    Nel Capitolo 9 (non 8), pg.244/245 (in realtà a cavallo delle due pagine), i dettagli promessi si limitano ad alcune considerazioni generiche sulla incongruenza del piano con le risorse, con il piano di mobilitazione (MP-41) e ancora sui concetti di 'prontezza' ecc.ecc. e sul fatto che non ci siano prove che Stalin l'abbia mai 'nemmeno visto', per concludersi veramente con una frase inquietente, per uno storico di fama :

    <<Finally, history itself has negated the importance of this sinister historical What-if. The German 22 attack rendered any postulated Soviet action utterly irrilevant>>

    Allora, partiamo proprio dall'ultima frase, storicamente assolutamente improvvida (oltre che arrogante, ovviamente rigorosamente IMHO) : il fatto che i tedeschi abbiano attaccato per primi rende IRRILEVANTE qualsiasi dibattito sulle intenzioni sovietiche ? Assolutamente inacettabile ... Una camionata di sabbia su tutti gli eventuali archivi, documenti, ecc., perchè tanto ormai è irrilevante ? sic ! Però, forse involontariamente, ammette che 'quel quadro' sarebbe 'sinistro' ...

    Quanto poi a tutto il resto, in queste poche frasi Glantz non entra assolutamente nel merito dei dettagli scoperti (e poi illustrati in centinaia di pagine di testo e note, da Meltyukhov e da altri) ma si limita a contestare l'inattuabilità del 'Piano Zhukov' e ha sottolinerare che Stalin probabilmente non l'ha mai nemmeno visto (e se lo ha visto lo ha sicuramente rigettato).

    Su quest'ultimo punto sono ulteriormente dubbioso, da un punto di vista storico. Conosciamo tutti perfettamente i vari aspetti caratteriali e della gestione del potere di Stalin. Ipotizzare che lo Stavka (Zhukov non ha certo preparato il piano da solo) abbia concepito un simile piano offensivo, nel bel mezzo di una mobilitazione (quella segreta e mascherata dell'aprile-maggio '41) e che Stalin non sia stato informato è veramente poco credibile. Dire che Stalin ne sia stato informato ma che lo abbia sicuramente rigettato è una pura deduzione logica (ma senza prova alcuna), conseguente all'accettazione, senza se e senza ma, che il dispositivo al 22 giugno fosse assolutamente difensivo.

    E veniamo quindi al tuo penultimo punto :

    Una discussione sulla reale natura dello schieramento sovietico, IMHO, deve basarsi non tanto dalla distanza dal fronte dei vari scaglioni, quanto su alcune considerazioni generali, alcune delle quali pongono domande senza risposta certa :

    a) la parziale mobilitazione dell'aprile-maggio '41 aveva portato il totale della RKKA+RKVMF+VV+PV alla rilevante dimensione di 5,7 milioni di uomini, con 27 armate, 29 corpi meccanizzati, ecc.ecc. e con le unità di primo scaglione già all'80% circa degli effettivi. Gran parte delle GU dei teatri non occidentali era in movimento verso la frontiera ovest. Ci si può chiedere a cosa servisse un simile dispositivo in tempo di pace, se realmente Stalin non credeva assolutamente di poter essere attaccato e/o non immaginava di attaccare. La situazione era comunque talmente 'sotto controllo' e tanta la sicurezza derivante dai 'numeri' già in campo, che la mobilitazione formale fu dichiarata il 24 giugno, 48 ore dopo l'attacco ... ;

    b) lo schieramento era, come detto, in buona parte 'in movimento' (soprattutto le unità del secondo e terzo scaglione), con decine di divisioni in transito su ferrovia. Quale fosse la loro reale destinazione finale, prima che l'attacco del 22 giugno scombussolasse ogni precedente piano, è quantomeno dubbio ;

    c) al di là di considerazioni politiche e/o di impropri confronti con la NATO (in Germania lungo la 'cortina di ferro' non esisteva nessuno spazio di manovra e la 'forward defense' era praticamente un 'obbligo'), la 'difesa avanzata' dello schieramento sovietico è dimostrata dalla massiccia presenza di formazioni all'interno dei due salienti di Byalistok e di L'vov. Una disposizione difensiva 'prudente' avrebbe quantomeno consigliato di mantenere in questi due salienti solo truppe di copertura e di schierare il grosso lungo la base dei salienti stessi (avendo a disposizione un 'infinito' spazio di manovra alle spalle). Un simile accorgimento non voleva dire abbandonare la Bielorussia o l'Ucraina occidentale ...

    Perchè posizionare 8+ armate e buona parte dei migliori corpi meccanizzati all'interno dei salienti ? Per essere facilmente accerchiati ?

    d) Infine lo sbilanciamento a favore dell'Ucraina. Premesso che chiunque può facilmente constatare che 1) gli obiettivi strategici all'interno della Russia erano massimamente distanti proprio dal confine nella regione dell'Ucraina occidentale; 2) che in quell'area esistevano almeno due grandi barriere naturali (Bug e soprattutto Dnepr) prima che i tedeschi si avvicinassero a importanti zone industriali / minerarie; 3) lo stesso 'secondo scaglione era ben più 'ricco' in Ucraina che in Bielorussia e/o nel Nord; 4) la stessa Ucraina occidentale era una perfetta 'lancia' puntata verso il cuore della Polonia e la Pomerania;

    tutto ciò premesso, cosa ci faceva in quell'area il 50% delle forze meccanizzate sovietiche, con alcuni dei MK migliori e con più del 50% dei nuovissimi T-34 e dei KV (cioè diverse centinaia di carri assolutamente superiori ai migliori carri tedeschi) ?

    Tutti questi elementi sono realmente 'incredibili', nel senso che qualsiasi analisi determina più domande che risposte plausibili, a meno di considerare lo Stavka, a partire da Zhukov (al quale si deve gran parte del MP-41), dei perfetti imbecilli. O dobbiamo veramente credere che l'intelligence sovietica avesse previsto un attacco principale rivolto verso sud ?

    Di Fugate lessi tanti tanti anni fa 'Operation Barbarossa' e ricordo che fu il primo libro (dopo i vari e superficiali Seaton, Clark, ecc.ecc.) a farmi interessare al Fronte Orientale ed ai suoi 'misteri', abbandonando i 'miti' degli storici del dopoguerra (Barbarossa sconfitta dal 'Gen.Inverno' ecc.)

    'Thunder on the Dnepr', di Fugate & Dvoretski, l'ho letto invece molto più di recente (pubblicato nel 1997) e mi è piaciuto molto. Non mi sembra ci sia nulla di revisionista, anzi della questione dello 'Zhukov Plan' non se ne occupano minimamente. E' uno dei primi libri a parlare di battaglie importanti come quella di Yelnia (della quale poi Glantz si è 'impossessato') e di affrontare in modo coerente, al di là dei dettagli delle mille battaglie, la strategia di contenimento e di attrito utilizzata (anche pianificata ?) dallo Stavka nell'estate 1941.

    Al di là del fatto che non fanno un uso smodato di dati (il punto di forza del 'caro vecchio David'), hanno uno stile letterario sicuramente molto più avvincente ed interessante di quello di Glantz, e arrivano velocemente al 'focus' dei problemi. Ottimo.

    saluti
     
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  12. rob.bragg

    rob.bragg

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    Si, ma e tu che ne pensi ?

    E perchè 'revisionisti'

    saluti
     
  13. Amadeus

    Amadeus

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    Mi scuso se non mi sono rifatto vivo prima ma, in questi giorni, il tempo libero è merce rara dalle mie parti.
    Mi scuso anche, anticipatamente, per la pochezza del mio intervento ma, visto che questo argomento mi pare troppo interessante per lasciarlo cadere nel dimenticatoio, preferisco il poco al nulla.

    Buono a sapersi. Non che abbia intenzione di comprarmeli, beninteso! ;)
    D'accordo allora. Era l'idea di un complotto (magari pure bipartisan) che non mi quadrava. Rimango comunque convinto che, come sempre, la volontà di dare o non dare spazio a determinate voci rimane sempre molto flessibile, a seconda delle esigenze. Questo spiega la variazione di "visibilità" data a Suvorov nei "tre periodi" a cui facevo riferimento.

    Mi sembra di aver letto da qualche parte che la coppia Stumbling Colossus/Colossus Reborn fosse da intendere, appunto, come coppia e non come una trilogia da completare.

    Tutto OK ma il mio problema è a monte. Glantz glissa su alcuni aspetti del "piano Žukov", vero, ma anche la trattazione dei piani precedenti mi lascia perplesso. Non in sé, ma paragonata a quella di Mel'tjuchov (che, ci tengo a ripeterlo, non ho letto). Voglio dire, di piani per la guerra contro la Germania (dopo quelli del 1938) ne sono stati redatti diversi prima del 22 giugno '41. Se non ne ho saltato nessuno, ci sono quelli del 10 agosto 1940, 18 settembre 1940, 5 ottobre 1940, 11 marzo 1941 e 15 maggio 1941 (quest'ultimo il c.d. "piano Žukov" di cui sopra).
    Se prendiamo un piano precedente, trattato in qualche dettaglio sia da Glantz sia da Mel'tjuchov, per esempio i piani del 1940, il primo preparato da Šapošnikov (nella variante "settentrionale") il secondo da Vasilevskij (in realtà entrambi redatti da Vasilevskij, nel primo caso sotto la supervisione di Šapošnikov, nel secondo "autonomamente" dopo che Stalin aveva insistito sulla variante "meridionale" ed aveva sostituito Šapošnikov con Mereckov, come capo di stato maggiore (qualcuno dice perché il buon maresciallo non voleva modificare il piano secondo le indicazioni di Iosif Vissarionovič). Ma, dettagli a parte, mi chiedo: perché una cartina che dovrebbe descrivere il medesimo piano ha delle illustrazioni così diverse? Ossia: perché i piani del 1940 hanno, nel libro di Glantz solo indicati movimenti di truppe tedesche verso l'interno dell'URSS, mentre, i medesimi piani, nel libro di Mel'tjuchov hanno solo indicati movimenti di truppe sovietiche verso l'esterno dell'URSS? Quanto c'è di documentale e quanto di dedotto (dagli autori) in queste illustrazioni?

    Ho provato a rintracciare una copia del numero di dicembre 1991 del Voenno-Istoričeskij Žurnal (che dovrebbe descrivere in dettaglio tutti questi piani) confidando nel "candore" della storiografia dell'ultimo scorcio di glasnost' con l'Unione che crollava (qualche anno dopo si ritorna spesso alle opere politicamente indirizzate...). Niente da fare. (sia ben chiaro che sto solo dicendo che io non sono riuscito a procurarmela, non che ci sia una manovra per far sparire questi documenti compromettenti dalla circolazione!)


    Bellamy, rifacendosi a Mangenheimer, sostiene senza mezzi termini che che Stalin l'abbia visto. Ancora, mi piacerebbe che invece di riferimenti a fonti secondarie (o nessun riferimento) gli autori si curassero di risalire all'evidenza documentale (o circostanziale) di determinate affermazioni. Beninteso, non penso sia implausibile che Stalin abbia visto il piano (mi parrebbe strano il contrario), mi lamento solo della mancanza di una nota esplicativa proprio là dove servirebbe...

    Che la guerra fosse solo una questione di quando e non di sé, penso che Stalin non lo dubitasse affatto. Anzi, sono convinto che, sulla scorta dell'esperienza diametralmente opposta della Russia e degli USA durante la Grande Guerra, Stalin pensasse che in una guerra mondiale si trova in posizione di superiorità chi entra per ultimo non chi vi si lancia a capofitto per primo. Sono invece poco convinto che Stalin avesse, realisticamente, in mente l'estate del 1941 come momento opportuno per attaccare la Germania.


    Credo che questo sia un punto nodale. Capire il ruolo del secondo scaglione strategico è essenziale. Come sai, nella terminologia militare sovietica uno scaglione (anche se secondo) non è una riserva ma differisce da questa per avere un compito ben preciso già assegnato ab initio.

    Sai bene che la dottrina presupponeva immediati contrattacchi su scala strategica per portare quanto prima la guerra sul suolo nemico. C'è da dire che persino nel primo dei famosi wargame tenuti nel gennaio del 1941, i "rossi" di Pavlov sono riusciti in due settimane a ributtare i "blu" di Žukov in Prussia Orientale prima che i "blu" riprendessero l'offensiva e sconfiggessero le forze "rosse" in maniera simile a quanto avvenne realmente cinque mesi dopo.
    Insomma, il culto dell'offensiva ed il mantra del portare la guerra sul suolo nemico erano la normalità per i comandanti della RKKA alla vigilia della guerra. D'altronde sono convinto che anche i "pessimisti" pensassero, bona fide che il tutto stava nel riuscire a combattere in Polonia ed Europa Orientale invece che in Ucraina e in Bielorussia. Nessuno si aspettava realisticamente quello che sarebbe successo, con i tedeschi in poche settimane alle porte di Mosca, con Leningrado accerchiata e Kiev già bell'e caduta.

    Stalin era banalmente convinto che in una guerra in cui i tedeschi potessero realisticamente mirare ad occupare solo una porzione relativamente piccola dell'URSS (sempre nello scenario peggiore, ché l'idea era di contrattaccare ed invadere i territori controllati dai tedeschi) il vantaggio maggiore per i tedeschi fosse quello di occupare l'Ucraina (e, parallelamente, tale fosse anche lo svantaggio maggiore per l'URSS). Il fatto, poi, che a guerra abbondantemente iniziata si sia opposto veementemenet ad ogni ipotesi di abbandonare Kiev per evitare l'ennesima esiziale sacca, mi lascia pensare che fosse veramente ossessionato dall'idea di non perdere l'Ucraina (forse anche perché, economia a parte, vedeva questa come l'unica repubblica in cui per i tedeschi sarebbe stato in linea di principio possibile creare uno stato fantoccio di un qualche peso che avrebbe minato la stabilità politica del regime sovietico in un momento delicatissimo). Inoltre non deve essere stato molto difficile convincere la maggior parte dei comandanti. Innanzitutto perché si trattava di... offerte che non si possono rifiutare (;)) e poi perché molti dei pezzi grossi dell'esercito rosso erano stati comandanti del distretto militare di Kiev e il KOVO è sempre stato tradizionalmente il distretto militare più prestigioso (e meglio equipaggiato di tutta l'URSS) dall'epoca di Stalin, fino al crollo dell'URSS.


    Anch'io lessi quel libro parecchi anni fa.

    Intendo "revisionista" non nel senso di Rezun/Suvorov ma in un senso diametralmente opposto. Voglio dire, tutti danno per scontato che (o aggressori anticipati o vittime ignare) i sovietici siano stati sorpresi dall'attacco tedesco e si siano rivelati impreparati a fronteggiarlo adeguatamente. Ora, io sono convinto che Mosca avesse anche ragione (col senno di prima, non con quello di poi) a ritenere che le misure cautelative prese prima di Barbarossa (anche se mezze misure) fossero adeguate alla bisogna. Sono anche convinto del fatto che le decisioni prese dallo stato maggiore diretto da Žukov nei giorni e nelle settimane immediatamente successive allo scoppio della gierra fossero decisioni tempestive ed azzeccatissime (ci campo ancora di rendita quando gioco a WitE).

    Quello che mi pare strano è che, praticamente, anche la confusione, i contrattacchi inutili, l'incapacità operativa dei comandanti di armata e di fronte delle prime settimane possano essere interpretati come un unico grande piano pensato fin dall'inizio per fregare i tedeschi. Per non parlare di Pavlov deliberatamente messo lì come agnello sacrificale.
    Questo, almeno, è quello che mi è parso di capire dalla lettura di tutta una serie di recensioni del libro.

    Lo stile è sicuramente OK, almeno per quel che ricordo. Visto che dai un giudizio positivo del libro, vedrò di comperarmelo. Probabilmente ho interpretato male io le recensioni (o i recensori non hanno capito il succo del libro).

    Ciao.
     
  14. rob.bragg

    rob.bragg

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    Appunto ! Da tutta questa storia il 'grande' Glantz mi sembra uscirne con le ossa un pò incrinate : a maggior ragione perchè si occupa di Suvorov (il 'bersaglio facile') e non di cose ben più importanti, come appunto una seria analisi del c.d. 'Piano Zhukov', che non si può liquidare con <<Finally, history itself has negated the importance of this sinister historical What-if. The German 22 attack rendered any postulated Soviet action utterly irrilevant>>, perchè così si liquida la 'Storia'.

    Penso che semplicemente partano da presupposti completamente differenti.

    E dal fatto che probabilmente un 'Piano' con annesse mappe originali nessuno lo ha mai trovato (o più probabilmente è ancora 'segretato') : infatti, il c.d. 'Piano Zhukov' è in realtà un'insieme di documenti intitolati <<Considerations on the Strategical Deployment of Soviet Troops in Case of War with Germany and its Allies - 15 May 1941>>, ritrovato negli archivi sovietici da Y.Gorkov e V.Danilov, all'inizio degli anni '90 (verbali, annotazioni, ecc.), ed evoluzione delle precedenti 'Considerations' preparate dal 1938 in avanti. Quindi sulla base di indicazioni contenute in quei verbali, annotazioni, ecc., ciascuno trae conclusioni differenti : motivo in più per valutare attentamente il fenomeno e non appiattirsi sulle versioni 'tradizionali'. Ma esistono comunque precise informazioni sul reale schieramento al 22 giugno 1941 ed era sicuramente quantomeno 'avanzato'.

    La storiografia 'ufficiale' (e, recentemente soprattutto Gorodetsky - 'Grand Delusion') non si discosta dalla teoria consolidata dell'URSS 'sorpresa', 'impreparata', che sperava di mantenere la pace con la Germania almeno fino al 1942, con un dispositivo di difesa e di mobilitazione (DP-41 & MP-41) fondamentalmente difensivo (ma anche mal preparato, causa le 'idee di Stalin', l'inefficienza dello Stavka, le 'purghe', ecc.ecc.) Insomma la versione costruita e diffusa da Krushev (la gigantesca debacle dell'estate '41 ? Tutta colpa di Stalin) ed ampiamente accettata in occidente. E' ovvio che per questa 'scuola storica', le mappe che si possono ricostruire da quelle 'considerazioni' non possono che essere soltanto 'difensive'.

    Glantz, che però conosce perfettamente le dottrine sovietiche (la 'Deep Battle', "glubokii boi / glubokaia operatsiia", alla base del pensiero militare russo, dai tempi di Triandafillov e di Tukhachevsky fino al crollo dell'URSS) tenta un difficilissimo compromesso :

    <<It [The Red Army] was attempting to implement a defensive strategy with operational concepts based on the offensive deep battles>> (Barbarossa - 2001, pg.22) e <<Its [the second strategic echelon] mission was to orchestrate a counteroffensive in conjunction with the counterattacks conducted by the forward fronts>> (ibid, pg.16) : insomma il dispositivo puntava ad una immediata contro-offensiva in profondità, secondo i dettami delle dottrine sovietiche del tempo, ma, nell'ambito di una strategia generale e di un piano (DP-41) comunque 'difensivi' (accettabile ?). Ma forse per 'paura' di trarne le logiche conseguenze, ricostruisce le 'sue mappe' indicando solo le direttrici dei 'presunti' attacchi tedeschi e mai delle 'pianificate' controffensive sovietiche.

    E comunque calca la mano sull'impreparazione, le colpe di Stalin, ecc.ecc.

    Meltyukhov (lo sto leggendo lentamente, causa difficoltà con il russo :) ) tende invece a dimostrare che fin dall'inizio i piani erano fondamentalmente orientati in senso offensivo, perchè in fondo - considerazioni politiche o strategiche a parte - quella era (come hai correttamente sottolinetato) l'unica dottrina della RKKA, e perchè l'intero arsenale (materiale e di pensiero, inclusa, e non è un fatto secondario, l'organizzazione delle G.U.) sovietico era orientato in quel senso. Questa è la cosa che - continuo a sottolineare - è inquietante : Meltyukhov è un accademico, è serio, cita documenti reali e arriva a conclusioni logiche; perchè in occidente lo si ignora ?

    Se le dottrine sono offensive (e la 'Deep Battle lo è) è piuttosto difficile immaginare 'strategie difensive' (come sostenere che lo schieramento del Patto di Varsavia negli anni'70/'80 lo fosse); poi non è detto che si attacchi per primi (la 'Airland-Battle').

    Infatti. E' esattamente quello che sottolineavo. La mancanza di informazioni certe su gli scaglioni successivi determina l'impossibilità di determinare con certezza quali fossero i reali scopi del dispositivo sovietico, se fosse stato completato secondo i piani.

    Esatto !

    Se non si vuole accettare il fatto che lo schieramento fosse 'offensivo', bisogna quanto meno considerarlo 'contro-offensivo', nell'ottica della citata 'Deep Battle', perchè questa ipotesi è comunque più verosimile di quella dello schieramento totalmente 'difensivo', 'passivo', 'impreparato', ecc.ecc.

    Come detto, tenuto conto dello 'spazio' disponibile, uno schieramento strategico difensivo ('difesa in profondità') corretto, avrebbe dovuto prevedere una sottile linea di copertura, con il grosso delle forze schierato ad una buona distanza dalla frontiera, in posizioni preparate e con le riserve (Corpi Meccanizzati e secondo / terzo scaglione) ancora più arretrati. E questo vale - come detto - soprattutto per le forze schierate nei due grandi salienti e per la disposizione incredibilmente avanzata di gran parte dei campi d'aviazione.

    Ma la 'difesa in profondità' e la 'Deep Battle' sono agli antipodi, così come lo sono, militarmente ma anche psicologicamente, le relative posture.

    Accettare il fatto che lo schieramento fosse quantomeno 'contro-offensivo' (ma anche in chiave strategica, non solo operazionale, quindi al di là della caratterizzazione che ne da Glantz) ha il vantaggio di spiegare, almeno logicamente, moltissimi fatti :

    - lo schieramento avanzato e la concentrazione delle migliori forze meccanizzate (e di gran parte della VVS e dei suoi campi d'aviazione) nelle aree da dove sarebbe dovuto partire l'immediato contrattacco sovietico (in ossequio alle dottrine della 'Deep Battle');

    - l'enormità delle forze schierate nei salienti, che avrebbero dovuto - teoricamente - fungere da 'catalizzatore / ammortizzatore' nelle due principali direttrici di attacco tedesche, in attesa dei contra-attacchi e degli accerchiamenti successivi (un pò come a Kursk, due anni dopo) ;

    - la mobilitazione 'segreta' dell'aprile / maggio 1941, che consentì di portare la maggior parte delle unità di prima schiera all'80%+ degli organici di guerra (e le FF.AA. sovietiche nel loro complesso a quasi 6 milioni, in tempo di pace !), probabilmente ordinata per risolvere (teoricamente, almeno nelle menti di Stalin e dello Stavka) i problemi emersi nei wargames di gennaio; 'mobilitazione segreta' che contrasta con le teorie canoniche di un URSS 'sopresa', 'impreparata', ecc.ecc. ;

    - l'incapacità di manovrare (in modo difensivo, attuando operazioni di copertura, ritirate e ri-disposizione in profondità) dimostrata nelle prime settimane dalle truppe sovietiche, che probabilmente avevano, da tempo, in mano ordini, piani, (forse) mappe, ma soprattutto, ancora, dottrine ben differenti (e non solo ordini di Stalin, che, peraltro, nei primi 10 giorni scompare letteralmente dalla scena).

    Insomma, anche senza essere 'revisionisti', ci sarebbe parecchio da riconsiderare, a partire dal senso di sicurezza e di confidenza dello Stavka.

    C'è una unica vera (dal punto di vista logico) motivazione che potrebbe aver indotto Stalin e lo Stavka a sottovalutare la minaccia : i 'numeri'.

    Nel giugno 1941, non considerando le riserve dell'OKH, i tre ArmeeGruppe disponevano per l'attacco SOLO di 84 ID, 13 ID(mot) e 17 PzD, cioè complessivamente di 114 divisioni schierate in prossimità dell'aerea di guerra; a fronte di questo scheramento 'riconoscibile', l'URRS opponeve oltre 300 divisioni e corpi meccanizzati, delle quali più di 200 nei primi tre scaglioni del Teatro di Guerra occidentale e molte altre in transito verso ovest. Non solo lo schieramento tedesco era, dal punto di vista sovietico, 'scarso' ('poco denso') in modo imbarazzante, ma il rapporto di forze era 1:2 a favore del difensore : cosa mai vista.

    In Francia, nel maggio 1940, su un fronte incredibilmente più ristretto, i tedeschi avevano schierato un numero superiore di divisioni, di panzer e di aerei !!!

    Potevano Stalin e lo Stavka essere confidenti in una simile situazione ? La risposta logica è : SI !

    Di fronte ai numeri citati si poteva forse anche non credere all''azzardo' tedesco e semmai ad un bluff.

    Del resto lo stesso Hitler ammise candidamente, a posteriori, che se avesse conosciuto le reali dimensioni dell'Armata Rossa : <<non avrei mai attaccato>>.

    Ma questa impostazione non è mai sottolineata dalla 'scuola ufficiale', che invece imputa a Stalin e allo Stavka esattamente il contrario : l'incapacità e/o la non volontà ad accettare le evidenze.

    L'eccesso di confidenza potrebbe dimostrare a sua volta moltissime cose :

    - sia la versione 'tradizionale' (la 'sorpresa', ecc.) sia esattamente il contrario, cioè il fatto che nel bel mezzo di una imminente crisi venisse stravolto il piano, da difensivo ad offensivo (anche se rimane improbabile, perchè lo stesso Meltyukhov sostiene che il 15 maggio 1941 non venne stravolto un bel niente ma semplicemente venne confermato ed ampliato - forse anticipato - un piano (o una serie di piani) esistenti da anni ; in ogni caso l'eccesso di confidenza spiega il perchè si andasse avanti con i piani prestabiliti (qualunque fossero) e perchè ci fu la 'sorpresa tattica' : il dispositivo tedesco, per essere minacciosamente credibile (agli occhi dello Stavka) avrebbe dovuto 'crescere' ancora, e quindi era plausibile che non ci fosse alcun attacco, almeno fino a luglio ... e nel frattempo ... ;

    - il ritardato ordine di mobilitazione generale (di 48 ore, altra cosa mai vista !); ma se c'era un eccesso di confidenza ... ;

    - il tracollo subitaneo di un simile schieramento, appena divenne apparente che tutto stava andando di male in peggio, non esisteva un 'Piano B' e le forze sul terreno non avevano ordini e dottrine, per comportarsi in modo differente.

    Il tracollo francese del 1940 fu abbondantemenete spiegato con motivazioni 'morali'; ma ammettere che l'Armata Rossa molto probabilmente subì un processo molto simile (*) NON è ancora oggi probabilmente possibile, per la storiografia russa (e per gli occidentali ?). La colpa va interamente riversata su Stalin, l'impreparazione, le 'purghe', ecc.ecc.

    Già ...

    (*) Secondo i dati di G.I.Krivosheev nei primi mesi di guerra non solo l'Armata Rossa soffrì orribili perdite (morti, dispersi, prigionieri : nei primi sei mesi di guerra qualcosa come 3,5/4 milioni), ma si persero le tracce di 1,1 milione di uomini (al di là di quelli conteggiati, ex-post, nei POWs) ed addirittura 500.000 riservisti non raggiunsero mai il fronte (cioè ufficialmente partiti da casa ma mai registrati nell'Esercito !, semplicemente spariti). Diserzioni di massa ... , nascoste tra le pieghe delle statistiche ufficiali.

    - - -

    ADDENDA

    Ho ripreso in mano 'Thunder on the Dnepr' : ricordavo male ed hai ragione tu. La tesi principale è esattamente l'opposto di quello che stiamo discutendo, ovvero che i wargame del 1940/41 convinsero lo Stavka che l'applicazione della 'Deep Battle' era controproducente e che invece solo la difesa in profondità e il puro attrito avrebbero potuto fermare i tedeschi (e infatti non citano mai il cd 'Piano Zhukov').

    Quindi in questo senso hai perfettamente ragione a definirli l'opposto di Suvorov :shy::shy::shy:
    Letto troppo frettolosamente, ci riproverò :)

    Per il principio fondamentale che nulla va scartato ' a priori', mettiamo anche questa ipotesi sulla bilancia.
     
  15. Silvan

    Silvan

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    Leggendo sono nate alcune domande:
    1) I Tedeschi che informazioni avevano sullo schieramento sovietico e sulla sua consistenza?
    2) In particolare erano a conoscenza dei concentramenti di truppe nei salienti e della disposizione avanzata dell'aviazione Russa?
    3) Erano a conoscenza della mobilitazione di aprile/maggio 1941? E cosa ne pensavano?
    4) Erano a conoscenza delle caratteristiche e del numero dei nuovi carri Russi?

    Hitler si pente dell'attacco alla Russia (anche se la sua visione strategica rimane la stessa) implicitamente ammettendo una grossa carenza da parte dei servizi di informazione, sono stati presi provvedimenti per capire e risolvere il problema?

    Grazie
     
  16. GyJeX

    GyJeX

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    1) e 2) Lage ost del 23 giugno:

    http://sdrv.ms/SZJ9LM

    3) Boh
    4) il T34 aveva partecipato alla parata del primo maggio del '41 e la serie KV è stata testata in azione nella winter war, quantomeno i finlandesi conoscevano questi nuovi carri
     
  17. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Ricapitolando:

    - i russi avevano odorato che c'era fermento al di là del confine nella primavera del 1941
    E
    -la dottrina russa impregnata di ideologia leninista prevedeva solo l'attacco, tipo i giapponesi
    QUINDI
    -la risposta russa ai preparativi tedeschi è prepararsi per un contrattacco per portare la guerra in Germania
    DA CUI
    -lo schieramento offensivo il 22/6/41

    Tutto giusto?
     
  18. Amadeus

    Amadeus

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    Concordo sia con la tua spiegazione del perché Glantz e Mel'tjuchov rappresentano in maniera diversa la situazione, pur partendo dai medesimi dati, sia con le tue osservazioni generali sull'impossibilità di determinare con sicurezza la natura dello schieramento sovietico, data la mancanza di informazioni dettagliate sul ruolo del secondo scaglione strategico.

    Sono convinto anch'io del fatto che Stalin credesse (prima di Barbarossa) di avere ampio margine di "errore". Nel senso che la correlazione di forze nel teatro di operazioni era tale da pensare che si potesse tranquillamente rischiare un attacco a sorpresa più di quanto non si potesse rischiare di anticipare un conflitto evitabile (o, per meglio dire, rimandabile).

    D'altro canto, anche se l'idea di fondo di Stalin è sempre stata la stessa: nel prossimo (inevitabile) conflitto generalizzato vincerà chi farà l'ultima mossa, è chiaro che, per tutta una serie di motivi, sarebbe ingenuo pensare che la tabella di marcia verso la guerra mondiale fosse già stata scandita nei dettagli. E, anche ammettendo che lo fosse stata, ha dovuto ben presto adattarsi all'evolvere delle vicende reali. Per non parlare dell'inaspettata vittoria tedesca contro la Francia che ha cambiato completamente le carte in tavola. Infatti, è proprio la ristrutturazione iniziata nel luglio 1940 con la creazione dei primi 9 corpi meccanizzati che mi fa pensare che, dopo la caduta della Francia, qualunque idea di potersi muovere già nell'estate del 1941 fosse stata accantonata (se mai c'era stata) per non parlare della necessità prepararsi alla possibilità che i tedeschi provassero loro ad attaccare per primi.

    Dopo questo primo periodo di allarme e di cambio di rotta in itinere, Stalin si rende conto che lo stato maggiore non è pronto a fornire soluzioni credibili (credibili agli occhi di Stalin) al problema. Lo scontro con Šapošnikov, la sua sostituzione con Mereckov e il ricorso a Vasilevskij (senza la guida del suo mentore) per la stesura della nuova variante "meridionale" del piano di guerra, vanno letti in quest'ottica. Come aveva fatto in passato (e come farà ancora in futuro) Stalin è alla ricerca dell'uomo giusto che gli possa dare la soluzione giusta... ma tale soluzione non deve contrastare con i suoi (pre)giudizi. Žukov prenderà subito il posto di Mereckov dopo i giochi del gennaio '41, quando Stalin rimarrà colpito dal fatto che l'unico che sembrasse avere un'idea chiara della situazione fosse proprio Žukov. Ma Žukov stesso verrà allontanato senza troppe cerimonie dalla guida dello stato maggiore dopo essersi permesso di disapprovare l'idea del dittatore georgiano di tenere Kiev a tutti i costi anche di fronte alla minaccia di accerchiamento.

    Ad ogni modo, alla fine ho acquistato il volume Thunder on the Dnepr e lo sto leggendo (lentamente, visto il poco tempo disponibile... non sono neppure arrivato a pagina cento). Sono curioso di leggere le argomentazioni degli autori a sostegno della tesi che Stalin (convinto da Žukov e Timošenko) avesse considerato possibile un successo tedesco seguito da penetrazioni ed accerchiamenti in profondità e che, quindi, il DP-41 prevedesse già un contrattacco difensivo del secondo scaglione dando per scontata la rapida conquista della Bielorussia da parte dei tedeschi (e la conseguente esposizione del fianco destro ad un'azione di truppe appositamente concentrate nella zona di Rogačev).

    Il libro sembra interessante, anche se ci sono parecchie cose di cui mi lamento. Innanzitutto la scarsità di note e di rimandi bibliografici (specialmente alle fonti primarie che mostrerebbero i risultati del fantomatico wargame del febbraio 1941). E poi tutta una serie di imprecisioni e svarioni che mostrano, quantomeno, una certa leggerezza del revisionare il lavoro. Non parlo tanto di inesattezze quali sostenere che l'Il-2 fosse stato sperimentato sul campo contro i giapponesi (il volo del primo prototipo è di quattro mesi dopo gli scontri dell'estate '39) o le didascalie palesemente sballate di diverse foto (es. "I marescialli Timošenko e Kulik ai giochi del gennaio 1941" quando è chiaro dalle mostrine dei due che si tratta di una foto scattata tra il febbraio 1939 ed il maggio 1940, ossia il periodo in cui entrmabi avevano il grado di Komandarm pervogo ranga, oppure "Stalin con i suoi generali ai giochi del gennaio 1941" che è una foto almeno di fine 1944 a giudicare dai gradi di alcuni presenti... senza considerare che mi sembra assurdo che chiunque abbia una anche solo passabile conoscenza dell'Armata Rossa non possa fare a meno di notare le uniformi modello 1943!): Vabbe', a parte queste cosette sono rimasto di stucco quando l'autore scrive che, cito testualmente: "After the collapse of the Western Front in the first days of the war, Pavlov and his closest allies, Kulik and Meretskov, were arrested by the NKVD and shot. They were made the most visible scapegoats of a failed strategy."
    Ma dico, Kulik e Mereckov fucilati con Pavlov? Quando mai?

    En passant, l'idea di un wargame a febbraio che tenesse deliberatamente fuori Pavlov ed il suo entourage è intrigante ma (a mio modesto avviso) poco plausibile. Già l'elenco dei convocati riporta al numero nove il General-Major Aviacii Kopec che sarà poi il comandante dell'aviazione del fronte occidentale di Pavlov (e che si sparerà subito dopo aver appreso dell'annientamento di gran parte dei suoi reparti durante le prime incursioni della Luftwaffe). Mi sembra strano che Fugate suggerisca che Pavlov fosse tenuto volutamente all'oscuro di tutto il piano e poi che gli si affiancasse uno che era al corrente dei segreti che gli si volevano tenere nascosti (oddio, qualcuno potrebbe anche suggerire che Kopec s'è sparato proprio perché sapeva... ma mi pare un'ipotesi tirata per i capelli).

    Ad ogni modo, continuerò la lettura, confindando che possa venirne fuori qualche lume sul ruolo del famigerato secondo scaglione strategico e sui piani per una reale ipotesi di difesa in profondità.

    La stima tedesca delle forze sovietiche, alla vigilia di barbarossa, era la seguente (tra parentesi i numeri reali):

    Armate: 20 (20)
    Divisioni fucilieri: 179 (198)
    Divisioni cavalleria: 33,5 (13)
    Divisioni carri: 10 (61)
    Brigate meccanizzate: 42 (31 divisioni motorizzate)
    Brigate paracadutiste: 7-8 (15)
    Divisioni mobilitabili: 200 (518 divisioni equivalenti mobilitate entro il 31 dicembre 1941)

    Sì, grazie ai numerosi voli di ricognizione effettuati prima della guerra. La situazione era meno chiara per le unità dislocate all'interno.

    I tedeschi hanno commesso gravi errori di intelligence per quanto riguarda la stima della mobilitazione sovietica pre-Barbarossa ed il programma di creazione dei nuovi corpi meccanizzati. Ancora al 22 giugno, i tedeschi "contavano" nel loro ordine di battaglia sovietico fantomatiche brigate meccanizzate e divisioni di cavalleria che erano già da tempo state riconvertite in divisioni carri.

    I rapporti che ho letto lasciano supporre di no.

    A parte tutto quello che ci sarebbe da dire sul presunto "leninismo" dell'Armata Rossa negli anni '40 (e di tutta l'URSS in generale... l'idea stalinista del "socialismo in un solo paese" aveva costituito un cambio di paradigma radicale rispetto alle considerazioni "strategiche" della vecchia guardia bolscevica), direi di sì, lo schieramento "offensivo" sovietico era dettato dalla necessità di portare quanto prima la guerra sul territorio del nemico. Pertanto non può essere considerato una prova definitiva dell'intento di iniziare la guerra nell'estate del 1941. Senza poi considerare il ruolo ancora (almeno per me) ambiguo del secondo scaglione strategico.

    saluti
     
  19. rob.bragg

    rob.bragg

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    Per quanto riguarda l'atteggiamento di Stalin, è abbastanza chiaro (ed in parte confermato dal contenuto dei discorsi 'segreti' del 1939-41) che sperasse che una guerra all'ultimo sangue tra le potenze capitaliste potesse spalancare le porte dell'Europa all'Armata Rossa. E sicuramente in questo senso va interpretato l'inaspettato Patto Molotov-Ribbentrop, che consentiva ad Hitler di attaccare la Polonia e a Stalin (molto più lucido nel comprendere le reali intenzioni anglosassoni) di ottenere la sua guerra tra le potenze occidentali (oltre ad un primo spostamento verso occidente delle frontiere della Madre Russia). Almeno in questo, la definizione di 'Ledokol' affibiata da Suvorov a Hitler è perfetta.

    Sicuramente l'inaspettata, velocissima e quasi 'indolore', vittoria tedesca in Francia rovinò l'intera strategia europea di Iosif Vissarionovic e lo costrinse ad accellerare i piani in essere. Ma non bisogna dimenticare due fattori fondamentali :

    a) l'economia sovietica era praticamente una economia di guerra, almeno dalla metà del Secondo Piano Quinquennale (1933-37), con fabbriche di trattori che producevano carri armati e quelle di carozzine che assemblavano i carrelli per le Maxim; al di là delle battute, una frazione sempre crescente del PIL - dal 15 fino al 35% - fu destinato, direttamente o indirettamente, alla difesa, nella seconda metà degli anni '30;

    b) l'enorme espansione della RKKA pianificata da Shaposhnikov era in atto dall'inizio del 1939. Nel 1938 l'Armata Rossa contava meno di due milioni di uomini; come detto, alla fine di maggio 1941 era arrivata a poco meno di sei milioni ! Negli ultimi 24 mesi vennero formate 125 nuove S.D., una sessantina di T.D. ed una trentina di M.D.. Il 22 giugno, l'Armata Rossa 'in tempo di pace' aveva effettivi equivalenti a quelli della WH in guerra da quasi due anni ed impegnata a difendere la 'Europa-Festung'.

    . . .

    A proposito delle visioni reciproche (tedesche e sovietiche) relative allo schieramento di forze, ho trovato queste tre interessanti citazioni :

    Il 7 Aprile 1941, Halder scrisse sul suo Diario :

    <<If we ignore the current soviet protestations that they want peace and wont't themselves start an attack, then the present deployment of their forces must made us pause for thought and admit that this development is very well suited for a switch over into an attack, which would be most unconfortable for us ...>>

    Nelle sue memorie il Maj.Gen.P.Grigorenko (citato nel libro di Topitsch), dopo la guerra (!), a proposito del saliente centrale, scrisse :

    <<More than half the troops of our WSMD were in the area round Bialystock and to the west of that, that is, in an area which projected into enemy territory. There could be only one reason for such a distribution, namely that these troops were intended for a surprise offensive ...>>

    Infine dal libro del Maresciallo Bagramian ('Così iniziò la guerra'), a proposito del saliente meridionale :

    <<The area protunding towards the west, including ... Lvov, was considered a favourite deployment area in case we have to change over to a large-scale attack. It was not by chance that we had concentrated there two of our biggest and most battle-trained Mechanised Corps, the 4-M.K. and the 8-M.K.>>

    . . .

    Al di là di quelli che fosse il reale significato della disposizione avanzata dello schieramento sovietico, se Stalin e lo Stavka erano coscienti da mesi (i wargames di gennaio, la mobilitazione 'segreta', i nuovi piani di maggio e l'avanzamento delle forze verso il confine), di quello che si stava preparando ed erano d'altra parte confidenti nelle capacità dell'Armata Rossa di contenere l'attacco tedesco e contrattaccare immediatamente, portando la guerra sul territorio del nemico, diventa storicamente difficile continuare ad insistere sui concetti 'tradizionali' di sorpresa (se non, al massimo, tattica), disorganizzazione, impreparazione, deficienze di ogni tipo, ordine e grado
    [*], che servono a giustificare la debacle.

    Non sono concetti applicabili (se non in termini molto relativi) ad una forza armata che si sta preparando da almeno due anni, che produce più hardware di ogni altro paese al mondo, che sta accumulando scorte di ogni tipo nei pressi delle frontiere e che con la scusa di 'grandi manovre' ha attuato una mobilitazione delle riserve (ri-addestrandole) delle unità di primo scaglione (circa 150 divisioni) per portarle all'80% degli effettivi di guerra.

    E qui sorge la SECONDA QUESTIONE, che, dando per buone le considerazioni precedenti, si disgiunge quasi completamente dall'impostazione canonica; cosa successe veramente, visto che questa immensa organizzazione militare, quasi 'combat-ready', subì un tracollo tanto improvviso quanto inaspettato, e di dimensioni colossali, in circa tre settimane ('Border Battles' del 22.06 / 09.07) ?

    Perchè, ad esempio, l'elite, cioè i migliori Corpi Meccanizzati, quelli già parzialmente o completamente riequipaggiati, come il 3., il 4., il 6., l'8. ('battle-trained', non disorganizzati !), ciascuno con 1.000 carri dei quali almeno 150-450 KV/T-34 (cioè l'equivalente di parecchie PzD, ciascuna con solo 150 Pz.II, Pz.35(t), Pz.38(t), Pz.III, Pz.IV) si squagliarono come neve al sole ? Se si leggono i (pochi) rapporti (ufficialmente) sopravvissuti negli archivi sovietici (ed emersi dopo il 1989) si scoprono, anche per le migliori T.D. (con centinaia di KV e T-34 nuovi), storie inquietanti : pochissime perdite (qualche decina di mezzi) in combattimento e centinaia di mezzi abbandonati o addirittura 'missing', alla metà di luglio. Bastano le solite giustificazioni (guai meccanici, mancati rifornimenti, ecc.), anche per mezzi nuovissimi che percorsero al massimo un paio di centinaia di chilometri (il T-34 ne faceva 300 con il solo carburante interno) ?

    Io ho parecchi dubbi in proposito.

    Alla fine di luglio i corpi meccanizzati vennero sciolti : la più grande forza corazzata della storia aveva (quasi) cessato di esistere.

    Il 16 agosto 1941 venne pubblicato il Decreto n.270 che specificava :

    << ... i comandanti, i soldati ... che durante il combattimento abbandoneranno le insegne e fuggiranno o si consegneranno al nemico saranno considerati disertori e le loro famiglie saranno soggette ad arresto, private di ogni beneficio e aiuto dello Stato, come familiari di coloro che hanno tradito il giuramento e la Patria ...>>

    (ho condensato il testo di due articoli, ma il senso è esattamente questo).

    Secondo le statistiche pubblicate da G.I.Krivosheev un'impressionante 70/80% delle perdite dei primi mesi era costituito da MIA (con un 10% scarso di KIA ed il resto di WIA).

    Insomma, la versione tradizionale dei fatti giustifica pienamente sia quello che successe prima sia il tracollo che seguì dopo il 22 giugno 1941. Ma una rivisitazione della situazione del 'prima', alimenta seri dubbi anche su quello che portò 'dopo' alla quasi completa distruzione del più grande esercito dell'epoca.

    Eppure il dibattito storico su questo fondamentale argomento sembra ingessato.

    . . .


    [*] E' bene ricordare, inter alia, che il 22 giugno la RKKA disponeva di 18.600 carri nelle categorie I (nuovi, incluso 1.000 T-34 e 500 KV) e II (in servizio, funzionanti), ai quali si dovevano aggiungere 4.500 mezzi nelle cat. III & IV & V (in riparazione, di entità crescente, o da dismettere), a fronte di organici 'teorici', per le 61 T.K. e le 33 M.K. (sulla carta), di circa 30.000 mezzi - Shtat-41).

    E' ovvio che se si confronta l'organico teorico con gli effettivi (a maggior ragione per i modelli nuovi) si conclude che l'Armata Rossa disponeva solo di un 60% dei mezzi richiesti e che per i KV e T-34 queste percentuali erano addirittura pari al 26% e al 15% : era 'impreparata'.

    Ma è il 'pollo' di Trilussa. Le 8/9 T.D. di elite erano quasi completamente equipaggiate di mezzi di ultima generazione e le altre (decine) divisioni carri di prima schiera erano quasi al 100%, seppur con BT e T-26 (entrambi con pezzo da 45mm e blindatura migliore di quella dei carri leggeri tedeschi).

    La WH ad est schierava SOLO circa 500 Pz.IV, 1.100 Pz.III e 1.600 Pz.II, Pz.35(t) e Pz.38(t) ed una manciata di StuG. Cioè, in termini numerici : KV=Pz.IV, T-34=Pz.III e 1.600 carri leggeri tedeschi contro circa 17.000 BT/T-26 !!! In tutti gli altri sistemi d'arma, dall'artiglieria ai mortai, agli ATG, i rapporti erano simili.
     
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