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[AAR] DAK II La Campagna in Africa Setterntrionale

Discussione in 'Wargames da tavolo' iniziata da Luigi Varriale, 17 Marzo 2013.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ci ho pensato molte volte; gazala rotonda ualeb, sembrerebbe meglio che derna machili (indifendibile con le forze a disposizione). Ma poi la limitata mobilità delle forze italiane mi ha fatto sempre desistere dall'idea.

    Ci sarà un lieve rallentamento di questo AAR, dal momento che sono impegnato nella titanica impresa di imparare nuove regole:
    vi do il titolo del nuovo AAR, che procederà, una volta che maneggerò sufficientemente bene le nuove regole, in parallelo con questo:

    Titolo:
    "Se qualcuno si fosse preso la briga di leggere un comunissimo atlante economico De Agostini, non saremmo mai entrati in guerra"-

    Lacio a voi indovinare di che wargame si tratta (sempre su modulo vassal).
     
  2. alberto90

    alberto90

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    Immagino sia la campagna di Russia
     
  3. skuby

    skuby

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    Stai per accontentare Amadeus e stai per iniziare Case Blue?
     
  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Si tratta del sovrumano tentativo di giocare un Days of Decision III abbinato a world in flames final edition. Partenza dal 1936, AAR naturalmente focalizzato sull'Italia.

    Per ora è allo stato di progetto, nel frattempo a breve, ci vediamo a Tobruk
     
  5. alberto90

    alberto90

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    Luigi scusa, ma questo gioco non si trova su internet vero? voglio dire, lo si compra nei negozi .... ma le foto come le fai?
     
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    si trova, si trova...regole sul sito del produttore Australian Design Group e modulo vassal, sul sito vassalengine.com
    tutto legale, tutto alla luce del sole
     
  7. alberto90

    alberto90

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    ma ci si può giocare?
     
  8. skuby

    skuby

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    World in flames non fa per me (anzi diciamo che lo detesto profondamente). Buona partita nel frattempo
     
  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Certo; ti scarichi le regole, ti scarichi il modulo vassal, ed il software vassal...et voilà
     
  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    amen...gioco piuttosto complesso
     
  11. skuby

    skuby

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    Non è la complessità che mi spaventa è la particolare direzione what-if che non mi esalta particolarmente
     
  12. alberto90

    alberto90

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    Ma è gratuito oppure bisogna pagare per scaricare?
     
  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    gratuito
     
  14. alberto90

    alberto90

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    mi passi il link del sito dove posso scaricare tutto please?
     
  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    15 febbraio 1941 nell'inferno di Tobruk

    gli Inglesi, tanto per cominciare si accaparrano l'iniziativa, aprendo il turno non sotto i migliori auspici per gli Italiani.

    Gran movimento dell'eroica inglese per portare a piè d'opera montagne di munizioni, che le forze imperiali, negli ultimi turni, si sono dimostrate assolutamente voraci di proiettili e benzina, per sostenere le loro intensive operazioni di espugnazione della piazza.

    O'Connor, sozzo di polvere e fango, e con un sandwich in mano, sta conferendo col generale Gambier Perry, quando un un ufficiale di stato maggiore lo informa che è arrivata un'altra carrettata di Indiani, precisamente una brigata di fanteria indipendente ed un battaglione di cavalleria; O'Connor da un'occhiata alla mappa e poi spedisce queste unità sulla Balbia ad est di El Marassas, per dare profondità allo schieramento dei neozelandesi.

    Nel frattempo arriva una nota, a stretto giro di posta proveniente da Wavell, che informa O'Connor che al governo australiano è venuto uno sturbo con complicazioni renali, quando ha appreso che della 6a divisione (australiana) è rimasta solo una mezza brigata in grado di combattere. Il primo ministro Australiano esige quindi dal comando del medio oriente che l'unità venga ritirata dalla linea del fronte, per essere eventualmente ricostituita. Quindi Wavell rigira lamentela e richiesta degli Australiani ad O'Connor perché esegua.

    O'Connor prepara una rispostina a Wavell per fonogramma, ma grazie a Dio, il suo attendente riesce a "perderla" nei meandri della burocrazia, in maniera da evitare un serio incidente diplomatico tra O'Connor ed il suo diretto superiore. Non che la lettera fosse eccepibile dal punto di vista tecnico, ma l'invito di O'Connor a Wavell di cominciare a mettere anche un po' di tabacco in quello che fumava, forse era troppo forte come rimarco fatto da un subordinato.

    Finalmente arrivano un po' di rinforzi aerei per gli Inglesi: un gruppo di Blenheims ed uno di Hurricane; ce n'era un estremo bisogno.

    O'Connor ordina che l'attacco al settore occidentale sia reiterato, con conseguenti mani nelle parti intime dei suoi subordinati, e che le due brigate neozelandesi, si incarichino di portare a termine lo sfondamento decisivo, sulla Balbia, con obiettivo, prima la base aerea ausiliaria T.2, e poi la città stessa di Tobruk in fase di sfruttamento del successo.

    Cominciano quindi il consueto spianamento dell'artiglieria britannica e i consueti scongiuri delle truppe d'assalto. Vittima dell'attacco è la ormai famigerata colonna moto mitraglieri del Colonnello Santamaria, che incassa tanto di quel fuoco indiretto, da esserne completamente disorganizzata. Anche le perdite salgono in maniera preoccupante, quando il fuoco cessa, ed i Neozelandesi vengono avanti; ancora una volta uscendo a passo di corsa dalla montagna di polvere e fiamme provocate dall'artiglieria.

    I superstiti di Santamaria si aggrappano al terreno, sfruttano ogni angolo di tiro, ogni anfratto, ed il Colonnello stesso si sbraccia ampiamente per dirigere in suoi, come di consueto, dalla prima linea.

    I Neozelandesi dovevano essere appoggiati dalla brigata corazzata della 2a divisione carri inglesi, ma per un errore di calcolo, questa si ritrova all'ora stabilita per l'avanzata, ancora in attesa del rifornimento di munizioni; O'Connor, prima ordina la fucilazione del responsabile, per inettitudine di fronte al nemico, e poi decide di lasciare i carri indietro; non una decisione difficilissima da prendere, visto il terreno schifoso, che non permette uno sfruttamento proficuo delle caratteristiche dei mezzi.

    Ancora una volta la battaglia è epica; sotto la pressione della fanteria imperiale, Santamaria ripiega, metro dopo metro, conducendo un'azione caparbia, decisa, ordinata; ogni qual volta gli Italiani stanno per essere soverchiati, Santamaria dà ordine di eseguire un piccolo ripiegamento, apposta le sue retroguardie, trita un certo numero di neozelandesi, e ripiega il grosso su nuove posizioni. Il giochino, dura per ben cinque ore, e quando Santamaria, arriva ai sobborghi di Tobruk città, dà ai suoi un nuovo ordine: non si ripiega più; si muore sul posto.

    La sua fanteria mitragliera, ridotta ad uno straccio, sfinita e quasi senza munizioni, si dispone a difesa delle prime casupole bianche di Tobruk, decisa ad obbedire all'ultimo ordine del suo comandante, anche se con le dovute bestemmie.

    Ma l'attacco risolutivo Neozelandese non si materializzerà. Giunti alla base aerea abbandonata, gli uomini della 6a brigata neozelandese si contano col pallottoliere da campo, si guardano in faccia e decidono che per oggi basta, anche perché, venuto a mancare l'appoggio della 4a brigata sorella sulla destra man mano che l'avanzata della 6a metteva le armi di accompagnamento fuori gittata, il comandante neozelandese decide che è preferibile affrontare O'Connor che Santamaria.

    Gambara, che si è messo in stivaloni e casco coloniale per andare a combattere con i mitraglieri, arriva sul posto, ai sobborghi di Tobruk, e trova la calma dopo la tempesta. Si attacca quindi alla radio per chiedere a Bastico a che punto sono i due piroscafi che sta aspettando per rifornire la sua guarnigione. Adesso che la corda è tesa al massimo quei rifornimenti diventano vitali.

    Gli ululati di Gambara si sentono fino a Tunisi, quando contrito come una cornamusa piena d'acqua, Bastico gli confessa che i piroscafi sono entrambi in fondo al mare, affondati da un sommergibile britannico;(l'Upholder)

    La notizia scende da Bastico a Gambara, da Gambara a Bergonzoli e giù per la catena di comando fino ad arrivare a Santamaria ed agli altri comandanti di battaglione.

    Tutti frignano e bestemmiano contro l'incapace regia marina. Gambara, sconfortato, giunge quasi alla decisione di cominciare l'evacuazione. Ci sono un certo numero di velieri per il cabotaggio, e si comincia a mettere insieme una bozza di tabella di imbarco, con i due reggimenti bersaglieri in testa e gli altri a seguire.

    Ma Santamaria convince Gambara a desistere.

    "Generale...mi dia in rinforzo il battaglione carri e le ricaccio il nemico oltre la scarpata"

    "Ma non ci sono munizioni !!" replica Gambara al coraggioso colonnello

    "Usi tutto quello che rimane per i carri, noi diamo fondo alle riserve accumulate qua e là con furti e imbrogli, e io le ricaccio gli Inglesi, ribadisco"

    Santamaria guarda Gambara fisso negli occhi; è certo di potercela fare e che un'evacuazione non è ancora necessaria.

    Gambara esita, borbotta, e poi acconsente. D'altra parte è necessario prendere una rapida decisione; un battaglione di territoriali a Bomba, isolato dal 5° reggimento corazzato britannico, riceve una visita inaspettata di autoblindo nemiche, che gli chiedono se si arrende per fame o se vuole essere spazzato via a cannonate. La risposta è tanto pronta quanto scontata, e la colonna degli stracciati veterani delle guerre di Garibaldi viene fatta prigioniera.

    Nel frattempo arrivano anche buone notizie per il comando superiore Africa settentrionale:

    1. SI comincia a mettere una pezza alla colossale minchiata all'italiana fatta dal duce di congedare 600.000 uomini perché credeva che la guerra fosse finita dopo la campagna di Francia, e cominciano ad affluire in Sicilia i rimpiazzi per portare a regime organico la 5a armata
    2. un camioncino dell'eroica che passava di là per caso, ha individuato gente della regia (aeronautica)a Maraua che si sbraccia e si dimena per attirare la sua attenzione. Sequestrano il barilotto che il camioncino stava trasportando al comando della 5a armata, e riforniscono di munizioni e carburante il gruppo e mezzo di SM 79 che giace immobile sull'esagono giallo della base aerea oramai da tempo immemore, per mancanza di rifornimenti.
    3. Le intercettazioni radio hanno captato le bestemmie di O'Connor, che quando si è recato dalla brigata indiana indipendente, per muoverla in reaction phase, allo scopo di rinforzare i Neozelandesi, si è accorto che non hanno carburante per eseguire l'ordine; né nel deposito di El Duda ne è rimasta una goccia.
    Così rimpinzati di munizioni e benzina, gli SM di cui al punto 2 si buttano all'attacco dei Neozelandesi (per accordi presi tra Gambara e Porro) che fronteggiano Santamaria, e li scassano per benino proprio alla vigilia del progettato contrattacco italiano.

    Questo si manifesta nella tarda serata del 15, con il sole ormai al tramonto, e presumibilmente con i Neozelandesi in fase di scarico Yoga.

    Gli Italiani vengono avanti in due colonne, con il VI Battaglione carri a destra, ed i mitraglieri di Santamaria a sinistra fiancheggianti la strada costiera.

    Il punto è che i Neozelandesi saranno pure nuovi alla guerra del deserto, ma fessi non sono, e non stavano facendo Yoga. Invece tendono un'imboscata micidiale ai carri, a base di cannoni da 2 libbre e pezzi campali sparanti ad alzo zero. Gli Italiani combattono valorosamente, ma i carri si ritrovano in un'imboscata stile Afghanistan 1985.

    Santamaria non si lascia impressionare, e tira dritto sul nemico approfittando del fatto che questo è più impegnato contro i carri che contro di lui. L'attacco dei mitraglieri si sviluppa bene, sotto la scaltra direzione tattica del colonnello. Movimento e fuoco vengono diretti da manuale, e l'unica pecca dell'attacco è che è lento a progredire sotto il fuoco d'arresto dell'avversario. Quando Santamaria arriva finalmente in contatto col VI carri, di questo non rimane quasi più nulla, a parte il comandante in lacrime e pochi M-13 da, mandare allo sfasciacarrozze.

    I Neozelandesi, paghi delle mazzate inflitte, ripiegano sulle posizioni di partenza del giorno prima; tutto da rifare.

    A notte fonda, Gambara osserva gli incendi ed il via vai dei feriti di Santamaria. Assiste al recupero dei 5 M-13 da trasferire allo sfasciacarrozze, poi si dirige al posto comunicazione radio, dove riesce a mettersi in contatto con Bastico per comunicargli che Tobruk ha resistito un altro turno.

    "...e di alla marina di tenere a galla le sue barche di merda" è il commiato di Gambara al superiore,

    "mica li possiamo fermare con le pietre gli Inglesi".

    Un saluto da Santamaria ed i suoi prodi
     
    Ultima modifica: 12 Febbraio 2014
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Grazie .... il primo è il modulo e il secondo? dove devo schiacciare?
     
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Vai tranquillo, è tutto incluso nel primo, sia DoD III Che Wiffe.

    Bada che per caricare il modulo nel software vassal, devi cliccare direttamente sul file zippato; non lo devi estrarre prima.

    Le regole del gioco sono nella sezione download del sito dal produttore
    Australian Design Group, che ti ho allegato.
     
  19. alberto90

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  20. Luigi Varriale

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    non capisco la domanda
     

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