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[AAR] DAK II La Campagna in Africa Setterntrionale

Discussione in 'Wargames da tavolo' iniziata da Luigi Varriale, 17 Marzo 2013.

  1. Amadeus

    Amadeus

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    Luigi, spero che vi siate risolti a continuare comunque la campagna. Sarebbe un peccato terminarla qui sul più bello.

    In tema di libri: mi sono accorto che la mia biblioteca ha solo un paio di volumi sulla campagna d'Africa (ed entrambi abbastanza Rommel-centrici). Qualcuno mi sa suggerire una buona storia generale della campagna (anche non in italiano), che eviti lo stile "memorialistico" nostrano ma dia comunque la giusta attenzione anche alla partecipazione italiana?
     
  2. Blind Sniper

    Blind Sniper

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    Io mi ricordo che tanti anni fa avevo letto la seguente trilogia: La guerra nel deserto di Krieg E.
    A memoria mi sembrava valida...
     
  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Amadeus Grazie del tuo Post

    La campagna continua. Questo e' ufficiale

    Le Operazioni in Africa Settentrionale dell'ufficio storico dell'esercito (4 volumi: Sidi El Barrani, Tobruk, El Alamein, Enfidaville)

    Un caro saluto
    luigi varriale
     
  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    19 ottobre turno Italiano

    Il Generale Graziani e’ ritornato dalla licenza rinfrancato e rinvigorito nell’animo. Atterra direttamente sull’aeroporto di Tobruk, sede del suo comando “avanzato” (boh...cosi’ lo chiama lui).

    Il generalissimo globale varriale se ne torna a Tripoli a comandare il X Corpo della 5a armata, dopo essersi fermato a Tobruk a ragguagliare il leone di Neghelli sulla situazione.

    Fortunatamente la meteorologia e’ migliorata ed il sole e la calma splendono di nuovo nel deserto dell’Africa Settentrionale. La calma si fa per dire, dal momento che il supremo (Graziani) ha in animo di non ammosciare l’azione ruvida portata avanti dal suo temporaneo sostituto durante i precedenti turni.

    Graziani nota con piacere che in sua assenza le truppe italiane si sono strette intorno a Barrani e di buon grado decide che come imperativo “strategico categorico” occorre continuare cosi’. Unico problema, non ci sono abbastanza rifornimenti per un’operazione in grande stile; al massimo con i fagioli ed i proiettili alla mano si puo’ sostenere un attacco su due divisioni...un po pochino contro 3 battaglioni inglesi asseragliati in un abitato.

    Ora, non che le divisioni italiane e libiche non siano valorose; hanno anzi gia’ in piu’ di un’occasione dimostrato di esserlo. Quello che davvero difetta ai valorosi, sono inquadramento, addestramento, armi anticarro e una classe ufficiali degna di questo nome (con le dovute eccezioni).

    Il generalissimo deve quindi rinunciare ad un attacco diretto su Barrani, e si inventa invece un attacco indiretto avente lo scopo di schiodare finalmente l’inamovibile 8° ussari dalle prospicienze di Maktila. L’attacco ha un duplice scopo:

    da una parte aumentare le truppe direttamente a contatto con la “piazzaforte” di Barrani, e dall’altra tendere al controllo della strada costiera per isolare all'interno di Barrani l’intera guarnigione inglese.

    Graziani decide di scatenare un’offensiva aerea preparatoria sull'intero settore e lancia all'attacco fino all'ultimo aereo della 5a squadra, dando direttamente disposizioni al Generale Porro, senza il solito tramite del generale Berti.

    Sciami e sciami di SM 79, Caproni, Breda 65 e SM 82 sono in volo alla volta della piazzaforte, per stroncarne ogni velleita’ difensiva.

    Porro era ed e’ sempre restio a lanciare i suoi bombardieri in una zona di interdizione dei caccia britannici, specialmente quando questi sono Hurricanes, e specialmente quando la Regia sta ancora aspettando i complementi (in aerei e piloti) per ricostituire una caccia credibile dopo le pesantissime batoste subite ad inizio campagna ad opera della RAF.

    Ma il generalissimo ha parlato chiaro: dare il martello a Barrani e truppe disposte nei dintorni con tutto quello che c’e’.

    E Porro attacca con tutto quello che c’e’: l’unico reparto che non getta nella mischia e’ l’8° stormo caccia (quelle poche squadriglie rimaste), visto che il numero dei bombardieri e’ gia’ molto elevato e piu’ di quattro pedine aeree per missione non si possono usare per una singola azione.

    Quando le formazioni compatte dei bombardieri arrivano sull'obiettivo, trovano ad attenderli l’intero 274° caccia inglese, armi cariche e piloti increduli di fronte a tanto ben di Dio da abbattere.

    Gli Hurricane si lanciano tra i “boxes” di bombardieri e iniziano a “ridurli”: vecchi “Ghibli” cadono in fiamme attaccati da tutti i lati, qualche SM 79 si vede fare la stessa fine; lo stormo dei BA 65 se la batte alla prima perdita subita (che lo si puo’ capire visto che all’intero stormo rimangono una dozzina di aerei in grado di volare).

    Tra il carnaio (dovremmo dire lamieraio) generale s’avanza l’eroico stormo dei “Marsupiali” (il 14°), grevi di bombe e decisissimi ad arrivare sull'obiettivo.

    Gli Hurricane, sgombrato il campo dagli altri catorci, notano il 14° stormo venire avanti impavido e lo attaccano a massa: ed e’ battaglia epica (altro che Memphis Bell),con gli Italiani che ingaggiano da tutte le angolazioni, a tutte le quote e con tutte le mitragliatrici che hanno; imperativo categorico fascista...i marsupiali devono passare !!

    E i marsupiali passano !! Tre inglesi che si fanno troppo spavaldi vengono abbattuti in fiamme dai mitraglieri degli SM 82 che hanno oramai fuso le canne e ci devono pisciare sopra quel poco che gli equipaggi italiani non si sono ancora pisciati nei pantaloni; un quarto caccia albionico esplode in aria quando incassa una raffica in pieno motore; un quinto ha il cockpit crivellato ed il pilota ci lascia le penne prima di poter dare il suo ultimo saluto al Re. I rimanenti inglesi se la battono in leggera picchiata verso il loro aeroporto, complice l’oramai scarsa dotazione di munizioni.

    Fu cosi’ che i marsupiali passarono. E fu cosi’ che dopo tutti i sacrifici (inclusi quelli di altri stormi facenti parte dell’ondata di attacco) essi mancarono il bersaglio di qualche centinaio di miglia. Se andavano ancora un po’ lunghi, bombardavano Baghdad.

    Mesti ed incazzati ritornano i resti dell’incursione italiana su Barrani, quando proprio sotto di loro, dal passo dell’Halfaya, muove un valoroso battaglione della Guardia alla Frontiera che ha ricevuto una soffiata da una pattuglia esplorante: nei pressi del passo ci sono niente popo’ di meno che forze britanniche su camionette e camioncini.

    Il battaglione italiano muove compatto, a ranghi completi ed a piedi, bello incolonnato e disciplinato nella migliore tradizione della GAF. Quando gli Inglesi (infinitamente meno disciplinati) gli arrivano addosso senza preavviso, si vede subito che non e’ il suo giorno: gli Inglesi imperversano per ben mezzora con i loro veicoli intorno alla colonna italiane facendo fuoco con tutte le armi automatiche a disposizione, in special modo quelle dei veicoli (veloci camionette speciali del LRDG). Quando gli Inglesi se ne vanno, in maniera poco sobria (urlando e lanciando improperi tipo "Italiani GAFfanculo), del 30° rimane da poco a niente. Quei pochi rimasti stanno cominciando ad organizzarsi per respingere gli Inglesi...ma gli Inglesi se ne sono gia’ andati.

    Ma tutto ci sta nelle fortune alterne della guerra, e come disse il buon Mussolini storico nel 41 dopo le feroci randellate subite da Greci, inglesi, e Marziani, con la bella stagione viene il bello, su tutti i 4 punti cardinali. E nel deserto, dal momento che e’ quasi sempre bella stagione, qualcosa di positivo per gli Italici deve pur avvenire.

    Ed infatti, spronate dai loro valorosi comandanti, le divisioni 23 Marzo e Catanzaro attaccano da ben due dei suddetti punti cardinali, rifilano una seconda legnata all’8° ussari. Intendiamoci bene sul concetto di legnata che masse di fanteria coloniale possono infliggere ad un reggimento carri:

    la fanteria attacca (in questo caso senza appoggio di artiglieria, che rifornimenti non ce ne sono abbastanza). I carri sparano a lunga distanza e parte della fanteria viene tritata sottile. Poi La fanteria continua ad attaccare; i carri sparano a media distanza ed altra fanteria viene tritata, stavolta un po’ piu’ spessa. Poi la fanteria attacca e dopo aver subito ulteriore potatura a corta distanza, vede il nemico carrista sganciarsi a suo comodo, prima che la distanza si accorci troppo ed i carri corrano qualche rischio concreto.

    Quindi...se e’ vero che gli odiati ussaracci si ritirano anch'essi all'interno di Barrani, e’ anche vero che le Camicie della 23 Marzo, sono quasi oramai senza camicia.

    Nota positiva; la Catanzaro vede la strada costiera e la mette sotto tiro delle mitragliatrici e della compagnia mortai divisionale. La Catanzaro vede pure la 16a brigata inglese accampata a mezza strada tra Barrani e Maktila non ben decisa se andare avanti o tornare indietro. Tatticamente se nessuno schioda la Catanzaro, gli Inglesi in Barrani sono quasi accerchiati: rimane solo la spiaggia immediatamente ad est della localita' per far transitare i rifornimenti, al momento pure controllata dagli Italiani
    19 oct 40.jpg

    Annesso:
    Diario di guerra di Galeazzo Mussolesi, 18 ottobre Caserta

    Oggi finalmente ho compiuto il mio primo volo da solista sul CR 30. Per la prima volta, il buco dietro al mio e’ vuoto. Il capitano Parente dice che adesso e’ ragionevolmente certo che non mi ammazzero’ nel pilotare l’apparecchio da solo.

    Sensazione di gioia incredibile quando stacco e mi lancio in una virata a destra, ancora in cabrata. Per poco non stallo, ma l’esuberante potenza potenza del motore mi tiene in gioco e completo la manovra. Grandissima missione quella di oggi. Mi porto fino a quasi mille metri di quota, compiendo varie virate sempre in leggera cabrata, controllando di non perdere mai velocita’ . Mi sembra sia passato un minuto solo quando dall'aeroporto sparano il razzo rosso che mi intima di rientrare. ..Oddio...devo atterrare...da solo...per la prima volta...e dunque... la quota...3000 piedi....oddio sono troppo alto e troppo vicino all'aeroporto...calma...ragionare...inizio una graduale ma non violenta picchiata, tenendo d’occhio il campo davanti a me sulla sinistra...arrivo !...aerofreno costante per non accelerare troppo, 2000...piedi....1500...ora di virare...Cristo non mi andra’ in auto rotazione...no...colpa mia...idiota, togli l’aerofreno mentre viri, la velocita’ e’ gia’ bassa. Ok sono allineato, 800...600...tenere velocita’...non stallare...non stallare... dai motore Galeazzo...400...200 e...touchdown...nemmeno tanto duro.

    Rullo orgoglioso come non mai verso le autorimesse...Per la prima volta...ho comandato il mio addestratore Fiat CR 30.
    280px-Fiat_C.R.30.jpg

    Un gran saluto a tutti
    luigi varriale
     
  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    19 ottobre turno inglese: la battaglia di Maktila

    La frustrazione di comandare gli Italiani non ha mai fine in questo gioco. Inevitabilmente, ogni qualvolta si guardano con soddisfazione i risultati di duri combattimenti sostenuti nel turno o nei turni precedenti, avviene qualcosa che la mancanza di affidabilita’ delle truppe italiane rende possibile in negativo.

    Come dicevo, lo stato maggiore italiano guardava con soddisfazione i risultati delle precedenti manovre, duramente ed a caro prezzo conseguiti, e pensava di poter o di aver fatto meglio dello stato maggiore italiano storico. La battaglia di Maktila ha dimostrato che cosi’ non e’ e che lo stato maggiore italiano (quello non storico) deve necessariamente fare una pausa di riflessione e recitare il mea culpa.

    Il turno britannico si apriva, come abbiamo visto nel post precedente, con le forze italiane saldamente (si credeva) attestate intorno a Sidi el Barrani, in attesa di ricevere i rifornimenti per la spinta finale. Le truppe inglesi nell’abitato non erano – giudicavano Berti e Graziani – quelle piu’ adatte alla difesa di terreno urbano: un reggimento di cruisers, due inutili reggimenti anticarro (gli Italiani per ora carri non ne hanno piu’), e due reggimenti di artiglieria campale; certo non ideali difensori casa per casa.

    Ben tre divisioni italiane erano schierate intorno a Barrani, piu’ quattro altre divisioni erano in seconda schiera, di cui una pronta ad intervenire come riserva immediata.

    Delle divisioni di prima schiera, solo una, la 23 Marzo era danneggiata, mentre le altre (Catanzaro e Cirene) erano piu’ meno a pieno organico. Le divisioni arretrate erano, e’ vero, tutte logore ma non se ne prevedeva un impiego immediato, ed erano state messe apposta in seconda linea.

    Il problema grave, ce ne si e’ accorti subito gia’ dalla fine del turno precedente, era l’estremo dispendio di rifornimenti profuso nel tentativo di attacco a Barrani; probabilmente un errore strategico di cui adesso gli Italiani pagano il fio.

    Il 19 ottobre si apriva gia’ in maniera preoccupante per gli italiani dal momento che varie pattuglie in esplorazione segnalavano sospetti concentramenti di truppe britanniche in luoghi di elevata valenza strategica: nei pressi del comando di Pitassi Mannella venivano individuati carri inglesi in gran numero, e altre truppe motorizzate nemiche si aggiravano intorno al massiccio di Sidi Sammalus, luogo dal quale potevano controllare la strada costiera. Questo secondo gruppo, ben alle spalle dello schieramento italiano era con tutta probabilita’ lo sfuggentevolissimo, stramaledetto Long Range Desert Group, che sta facendo piu’ danni della sua controparte storica.

    Il turno si apriva quindi gia' male, con lo stato maggiore italiano che stava seriamente valutando l’alternativa di ritirarsi dalle vicinanze di Barrani e di assumere un nuovo schieramento piu’ consono alla difesa del territorio acquisito con la recente offensiva.

    Considerato che il SIM dava la 4a divisione indiana oramai radunata ad ovest di Matruh, Graziani, in un confabulamento animato con Berti stava considerando ipotesi piu’ realistiche della continuazione dello sterile attacco a Barrani, che come localita’ strategica, non significa niente; non puo’ essere nemmeno usato come base per il trace supply.

    Mentre gli Italiani maturavano queste considerazioni, illudendosi che comunque gli Inglesi non avrebbero intrapreso nulla prima di avere sufficienti forze schierate per prendere l’intero dispositivo italiano alle spalle, il nemico smentiva prontamente questa ipotesi con un ben organizzato e devastante attacco alla branca est dell’anello italiano intorno a Barrani, con il chiaro intento di ridicolizzare i comandanti italiani e di farli uscire di testa dalla rabbia e dalla frustrazione.

    La prima avvisaglia era un’incursione di Wellingtons sulla divisione Catanzaro, la grande unita’ che teneva l’estremita’ est del dispositivo di investimento della piazza. I resti dell’8° gruppo caccia decollavano a rotta di collo con i loro Fiat biplani ma non riuscivano a penetrare lo schieramento dei Wellington; un Fiat precipitava in fiamme colpito dal fuoco difensivo dei bombardieri ed i rimanenti quattro si squagliavano per evitare guai peggiori. La caccia italiana non si sta guadagnando una buona fama in questa campagna, a differenza degli equipaggi dei bombardieri, specialmente gli SM 82.

    I wellington con un micidiale bombardamento livellato a bassa quota, mandavano in totale panico la divisione Catanzaro la quale vedeva profilarsi dall’abitato di Barrani l’attacco dei mezzi corazzati britannici. I capisaldi ad est delle schieramento della divisione segnalavano pure in avvicinamento i battaglioni della 16a brigata inglese, che si preparava anch’essa all’attacco, mentre altri carri inglesi uscivano da Sidi el Barrani est per sradicare gli avamposti che la Catanzaro aveva predisposto sulla costa per inibire i rifornimenti nemici. Questi capisaldi, che avevano l’ordine di non impegnarsi in combattimento, si dileguavano subito all’apparire del 7° RTR in uscita dall’abitato e rientravano nelle posizioni divisionali principali.

    Si vedeva subito che l’azione inglese non era semplicemente di assestamento e salvaguardia dei propri rifornimenti, perche’ i carri pesanti dopo avere ripulito la spiaggia ad est di Barrani, convergevano a destra senza soluzione di continuita’ e davano tangibile segno di voler continuare l’attacco. Il generale Spinelli comandante italiano chiamava immediatamente il Pitassi per rappresentargli la gravita’ della situazione (solita fanteria sprovvista di armi anticarro). Il superiore tranquillizzava Spinelli, comunicandogli che gli avvrebbe al piu’ presto mandato rinforzi.

    Ed infatti poco prima che l’attacco britannico si sviluppasse in tutta la sua ampiezza, la Catanzaro riceveva in rinforzo un reggimento di libici (tutto quello che rimaneva della prima divisione coloniale).

    Spinelli non aveva ancora finito di ragguagliare i nuovi arrivati sullo sviluppo dell’azione, che gli inglesi venivano avanti sul serio non da due, ma da ben tre lati diversi; a sorpresa usciva da Barrani anche l’8° ussari che con la sua mossa nel settore piu’ delicato dello schieramento italiano, quello sinistro, sorprendeva completamente Spinelli. Il piano inglese era quello di dare il randello alla Catanzaro anche con le truppe presidianti Barrani per poi ritirare i reparti piu’ necessari di nuovo all’interno dell’abitato prima che la notizia potesse essere comunicata a tutti i comandi italiani.

    Ancora una volta l’audacia dei britannici (che va ammesso stanno giocando meglio degli italiani) pagava, e le due formazioni carriste cozzavano da tre lati diversi contro la posizione nemica. Come al solito la parte del leone veniva lasciata al 7° reggimento che irrompeva tra le posizioni dei libici e li sbaragliava. Si faceva sentire a questo punto anche l’appoggio delle truppe d’ala inglesi (la 16a e l’8o ussari che minacciavano di accerchiare l’intera difesa italiana. Inutilmente Spinelli, vistosi al mal partito, chiedeva l’appoggio dell’ artiglieria del XXII e XXIII corpo d’armata, che rimaneva muta per mancanza di munizioni. La stessa divisione catanzaro era costretta a raschiare il fondo dei barili dei rifornimenti, solo per sostenere la difesa.

    La pressione diventava rapidamente insostenibile e Spinelli chiedeva l’autorizzazione a ripiegare sull’artiglieria postata sulle colline di Nibewa. Pitassi acconsentiva, ben sapendo che su per la catena di comando non l’avrebbero digerita bene, tanto piu’ che la Catanzaro non si fermava sulle alture ma si riversava nell’abitato vero e proprio in cerca di scampo e sicurezza, per non fare la fine della divisione libica, appena cancellata dall’organico dell’armata.

    Solamente per buona ventura e per un errore nella coordinazione dei vari reparti inglesi, questi ultimi non irrompevano sulle posizioni dominanti Nibewa e tenute da un esile schermo di truppe (e cioe’ i resti malconci della 3 gennaio ed il reggimento artiglieria del XXII).

    L’attacco veniva alla fine se non contenuto, almeno limitato, ma un’altra divisione scompariva dalla carta geografica e sopratutto, la branca destra del dispositivo italiano di attacco a Barrani non esisteva piu’.

    A questo punto, un paio di considerazioni sul vertice dello stato maggiore italiano:

    Si ripropongono gli stessi problemi che la X armata storica ebbe contro gli inglesi con l’aggravante che le nostre truppe sono piu’ stanche e logore di quelle storiche, che presero Barrani in soli alcuni giorni e senza combattere, perche’ gl Inglesi si erano semplicemente ritirati senza opporre resistenza.

    Al contrario le forze inglesi, se si eccettua la perdita della fanteria e di un singolo battaglione carri della 7a corazzata e sono ancora freschi come rose di maggio, anche se siamo ad ottobre.

    Vero, gli Italiani hanno fatto il colpaccio di catturare il comando della WDF nei primi giorni di operazioni; speriamo che questo rallentera' gli Inglesi quando questi inizieranno la controffensiva.

    In definitiva non e’ possibile per nessuna unita’ Italiana (come non lo fu storicamente), presa di petto da un attacco corazzato inglese, resistere sul posto e garantire la tenuta di una posizione

    Le forze italiane si sono rivelate paradossalmente piu’ idonee all’attacco contro i corazzati, sia pure a prezzo di pesanti perdite, che alla difesa contro di questi.

    Sottotono la prestazione della 5a squadra aerea, sopratutto della caccia che davvero ha bisogno dell’intervento di Galeazzo Mussolesi in addestramento all’accademia di Caserta.

    Si deduce dalla ricostruzione della campagna fino a qui, che gli Inglesi storici fecero male a non opporre resistenza all’avanzata italiana che avrebbero debitamente potuto “spuntare” con relativa sicurezza, mantenendo sostanzialmente integre le proprie forze: certamente gli Inglesi non avevano, come noi abbiamo, ne’ il senno di poi, ne’ l’esatta informazione circa la consistenza delle forze nemiche. Rimane da vedere (e lo vedremo) se in virtu’ di questa strategia, gli Inglesi riusciranno ad anticipare l’offensiva Compass rispetto alla campagna storica e con quali risultati; naturalmente l’obiettivo e di cacciare gli italiani dall’Africa prima che arrivino i tedeschi (compatibilmente con le sottrazioni di forze inglesi quando comincera’ la campagna di Grecia).

    Ora, gli Italiani devono presto cambiare tattica o rischiano davvero di essere spolverati dall’Egitto e dalla Cirenaica in condizioni ancora piu’ umilianti della loro controparte storica:
    1. Basta con gli attacchi a massa della fanteria
    2. Riorganizzazione su una posizione di sicurezza possibilmente difendibile
    3. Costituzione di una massa a sud che sia in grado di evitare l’accerchiamento dell’ intera armata quando gli Inglesi contrattaccheranno (difficilissimo con truppe appiedate).

    Se non fosse vietato dalle regole della simulazione, ritireremmo tutte le forze gradatamente verso ovest per evitare di venir inscatolati come accadde alla X armata storica.
    19 oct GB.jpg

    Considerazioni di chi segue la campagna e suggerimenti da passare al supremo (Graziani) sono ben venute ed apprezzate

    un caro saluto a tutti
    luigi varriale
     
  6. SVEN HASSEL

    SVEN HASSEL

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    Mi sembra che solo con i fantaccini le occasioni di fermare il nemico sono ben poche.

    E' per caso prevista la possibilità di costruire o piazzare campi minati o fossati anticarro? Non sarebbe certo molto, ma sicuramente meglio che aspettare un Matilda in una buca in pieno deserto.

    Se fosse possibile si potrebbe creare una trappola per gli inglesi ed attirarli su di un terreno ostico che gli potrebbe costare qualche carro
     
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ah...i campi minati...le regole prevedono che l'asse possa solo usare mine precedentemente "sminate" dai campi inglesi, mentre per i sistemi di trincee, le regole ne consentono solo 20 (per contendente) durante tutta la campagna...ci vuole quindi giudizio nel decidere quando e come piazzarli. Se la situazione dovesse precipitare...magari nella stretta di El Agheila...
    Nessuno comunque puo' creare campi minati sino al gennaio 1942

    un saluto
    luigi varriale
     
  8. cerbero

    cerbero

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    Grazie Luigi per questo bellissimo topic aar poi forse sn un po' off topic ma esiste un gioco del genere per pc?
     
  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Cerbero
    grazie per le tue belle parole.
    Che io sappia le migliori realizzazioni della campagna d'Africa Settentrionale son state create con il famoso Operational Art of War. Il migliore scenario che abbia visto sull'argomento e "Campaign for North Africa" del supremo Bob Cross. (sono in realta' piu' scenari separati con vari punti di inizio ed uno globale che simula la campagna dall'inizio alla fine).
    Se c'e' qualcosa di piu' moderno, non ne sono a conoscenza.

    Un gran saluto
    luigi varriale
     
  10. TheDOC

    TheDOC

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    AHAHAHHAHAHAHAHAHAHAH A momenti mi pisciavo addosso io AHAHHAHAHAHAHAHAH sei un grande!
     
  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Doc, Grazie del tuo post
    Ho sempre pensato che le guerre con pedine e dadi possono permettersi (ogni tanto) un po' di umorismo
    un saluto
    luigi varriale
     
  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    22 ottobre turno italiano

    Molto tempo e’ stato dedicato ai colloqui tra i generali italiani che comandano le operazioni ad est ed il generale Graziani. Vi riassumo qui il vertice che si e’ svolto al comando tattico di Berti a Sollum.

    Vi prego di segnalarmi nel Thread se i racconti delle riunioni dello stato maggiore vi annoiano, nel qual caso non li ripeterò di nuovo, limitandomi a raccontare le operazioni.

    Come avevo anticipato nell'ultimo post, gli Italiani fanno una pausa di riflessione (dettata anche dall'assoluta necessita’ di riorganizzare la truppa e dall'estrema penuria di rifornimenti. Solo 1 supply point arriva dall'Italia a Tripoli per turno, nel mese di ottobre).

    Ed e’ cosi’ che il supremo si reca al comando d’armata a Sollum per interloquire con Berti e con i comandanti di corpo d’armata.

    Berti sarebbe per un movimento tattico retrogrado (ritirata Berti !! Chiama le cose col proprio nome !) e ridispiegamento dell’armata su una posizione imperniata sulle alture di Sidi Sammalus, appoggiata agli uadi di Sidi el Sabil, e con limite sud le alture di ad est di El Amra. Il senso di questo schieramento, dichiara Berti, dovrebbe essere quello di garantire il possesso del nodo strategico El Amra-Sofafi che gli Inglesi potrebbero utilizzare come passaggio per sboccare alle spalle dell’intero dispositivo italiano.

    Graziani non concorda (e ti pareva !) ed afferma che non e’ possibile abbandonare le posizioni acquisite senza un valido motivo. Afferma il generalissimo che il DUX DUCIS lo manderebbe a dirigere il traffico a Forcella se si azzardasse a ritirare l’armata in mancanza di pressione nemica, cosi’ solo per effettuare un movimento tattico retrogrado. D’altra parte Graziani ammette la posizione precaria del corpo d’armata di Pitassi Mannella (mi sono accorto nel turno scorso che si scrive con due n) col fianco destro sospeso nel nulla e con il comando in posizione esposta.

    A tal proposito, il generalissimo ordina che sia immediatamente richiamata la divisione Sirte dalla sua posizione avanzata allo sbocco dell’altipiano a sud est di Barrani. La Sirte costituirà il caposaldo sud del nuovo schieramento italiano in attesa che nuovi rifornimenti ed il riordinamento delle truppe consenta una ripresa offensiva.

    Graziani afferma inoltre che l’attuale posizione occupata dalle forze italiane dovrebbe essere sufficientemente stabile, dal momento che sfrutta le alture di Nibewa come bastione di sicurezza dal lato aggirabile del XXII corpo. Si vede chiaramente che Graziani non e’ convinto neanche lui di quello che dice, ma e’ evidente che ha ordini superiori di non abbandonare le posizioni acquisite a caro prezzo (gli ordini superiori sono rappresentati nella simulazione dalla linea gialla, nel gioco chiamata linea Mussolini, che potete vedere sulla mappa). Nessun reparto italiano puo’ ritirarsi ad ovest di questa linea prima che gli inglesi inizino la controffensiva.

    Si passa poi alle considerazioni strettamente operative, e qui intervengono anche i comandanti di corpo d’armata.

    Il generale Pitassi Mannella afferma che la situazione del suo corpo e precaria, con due divisioni che difendono la posizione di Nibewa, ed una (la Sirte) che dovrebbe garantire l’intero fianco sud dell’armata.

    Mentre i colloqui vanno avanti, il capo di stato maggiore del XXII corpo dirama gli ordini per il richiamo della Sirte a Bir Enba.

    Graziani taglia corto e spiega a Pitassi, indicando con ampi gesti sulla mappa, che e’ sufficiente garantire l’incrocio di Bir Enba per assicurarsi che gli Inglesi non traccino supply sulla strada per El Hamra; se gli Inglesi non possono fare questo, non possono aggirare la posizione italiana. Pitassi chiede allora se potra’ disporre di rinforzi per garantire la difesa di Bir Enba, dal momento che ulteriori rapporti di pattuglie gli indicano in aumento sostanziale i carri britannici schierati ad est della sua posizione. Fa notare il Pitassi, che se gli Inglesi attaccano all'improvviso e travolgono le sue posizioni, hanno via libera nelle retrovie italiane.

    Graziani, corrucciato, fa sapere che sta pensando all'impiego del raggruppamento paracadutisti Tonini come riserva se non mobile, almeno affidabile da distaccare alla X armata e da dislocare eventualmente nel settore sud.

    Brevemente Graziani si rivolge al generale Gallina e lo invita a tornarsene a Bardia ed a rimanere a disposizione (entrambe le divisioni libiche sono state distrutte e Gallina e’ in cassa integrazione).

    Per quanto riguarda Bergonzoli, ci si ferma a lungo con lui ad esaminare la mappa e la disposizione del suo corpo d’armata : essenzialmente la Cirene e la 23 Marzo tengono la cerniera di Al Hammid ed essendo la 23 Marzo mezza sfasciata, Berti suggerisce a Bergonza di mettersi dietro come riserva la divisione Marmarica, anch'essa provata, ma ancora combattiva.

    A sud est del corpo di Bergonzoli, il XXII di Mannella viene riordinato con la Catanzaro che si riafferma sulle alture di Nibewa, sotto la protezione dell’artiglieria di corpo d’armata; in seconda schiera, la divisione Camicie Nere 3 gennaio (alla frutta) ed un battaglione mitraglieri.

    Mentre questi movimenti di riorganizzazione hanno luogo, si da esecuzione ad alcuni ordini strategici di Graziani; il 14° stormo degli SM 82 Vola a Barce e raccatta l’intero reggimento paracadutisti Tonini; lo trasporta d’urgenza a Sollum, dove verra’ impiegato come rinforzo al XXII corpo d’armata.

    Ancora, l’eroica intendenza viene ulteriormente invitata dal generale Graziani a dividere la responsabilita’ del trasporto dei rifornimenti con il cabotaggio costiero, ed infatti un camioncino dell’eroica attraversa in questo turno l’Arco dei Fileni con un bel barilotto rappresentante un supply point diretto ad est. Un’altro barilotto il cabotaggio lo scarica immediatamente a Sollum, che e’ provvidenziale, perche’ la Catanzaro ne utilizza subito meta’ per ricostituirsi una riserva logistica divisionale.

    Come avvenimento non secondario in questo 22 ottobre fase italiana, c’e’ sempre la caccia al fantomatico squadrone inglese del Long Range Desert Group, affidata oggi a due battaglioni mitraglieri, di cui uno, l’Aosta, appena giunto da Tobruk. Ancora una volta pero’ il reparto dei maledetti beduini inglesi si eclissa a sud della costiera verso le alture di Sidi Sammalus, e proprio mentre i colonnelli italiani si pavoneggiavano di aver ripreso il controllo della strada dei rifornimenti, i beduini riappaiono all'altezza del comando tattico di Bergonza a Buq Buq, e lo attaccano di sorpresa.

    Favoriti dal crepuscolo e dalla velocita’ delle loro impareggiabili camionette, i beduini seminano il panico tra tende, cammellieri, scritturali, infermieri ed autieri. Resistenza non ce n’e’, la sorpresa e’ totale. Gli Inglesi dopo aver ammazzato un certo numero di Italiani che abbozzavano una resistenza, tra cui una sezione antiaerea da 20mm, si limitano a prendere prigioniero l’intero stato maggiore di Bergonzoli ed a sbeffeggiare gli altri con i soliti epiteti razziali (tipo scimmie abbronzate ogni tanto vedete di lavarvi). Solamente per puro caso (e qui si ripete la fortuna del Bergonza Storico), il Bergonza nostro non si trova sul posto perche’ e’ a Sollum a conferire con gli altri gallonati e scampa quindi alla cattura ed al taglio della barba a scopo di sbeffeggio.

    Ancor prima che la notizia dell’attacco abbia il tempo di propagarsi su radio scarpa, l’LRDG, approfittando del fatto che mai gli Italiani si aspetterebbero un altro attacco immediatamente successivo al primo, fanno esattamente questo; risalendo la costiera in direzione Azzizaya, nel cuore delle retrovie italiane, si trovano di fronte il battaglione di artiglieria del XXIII corpo d’armata ed il battaglione mitraglieri della Cirene.

    I beduini non esitano un istante, e di nuovo caricano a testa bassa. Non sarebbe nemmeno stata una battaglia impari (gli Inglesi rischiano davvero molto in questa partita e continua ad andargli bene), se i cannoni non fossero stati schierati fronte ad est mentre i beduini provenivano da ovest. L’LRDG irrompe tra le batterie e fa una strage; nessuno ha il tempo di girare i cannoni per abbozzare una reazione. Ancora una volta, grazie alla totale sorpresa ed alla perizia di esecuzione, il reparto speciale britannico si impone agevolmente. Il battaglione mitraglieri posto a difesa dell’artiglieria, un chilometro ad est, si mette in moto (in cammino per la precisione) non appena ode il rumore della battaglia e i disperati appelli via radio degli artiglieri. Ma occorre tempo per svuotare le piazzoole, raccattare le munizioni e mettersi in marcia (a piedi) con mitragliatrici leggere a spalla e mitragliatrici pesanti a traino umano. Ed infatti quando il 63° battaglione mitraglieri arriva sul luogo della sciagura, gli Inglesi se ne stanno andando, suonando tutte le trombette dei loro veicoli ad ulteriore sbeffeggio.
    oct 22 ITA.jpg

    prossima puntata...22 ottobre inglese

    Un caro saluto a tutti
    luigi varriale
     
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  13. Amadeus

    Amadeus

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    No, no, lascia pure i resoconti delle riunioni... leggo l'AAR (quasi) solo per quelli! :approved:
     
  14. huirttps

    huirttps

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    Questo AAR è sempre più bello!

    Io voto per l'arrivo in linea del battaglione AT da 90/53 così da ripulire le dune desertiche dalla presenza dei Matilda e Cruiser. Magari utilizzando il cabotaggio costiero per farle arrivare in teatro operativo prima , evitando al tempo stesso le incursioni dei LRDG. :approved:

    Questi ultimi mi sembra inizarono (storicamente) le loro incursioni dall'oasi di Siwa dal dicembre 1940, invece vedo che qui si danno da fare fin da subito!

    Ai giocatori italiani dovrebbe essere messo a disposizione il III° battaglione carri M13. Se così fosse, potreste organizzare una brigata corazzata con i 90/53 AT, btg carri, fanteria motorizzata (se ne avete..) da tenere in riserva e lanciare contro i Cruiser appena si presentino.

    Ancora complimenti per l'AAR!
    un saluto
     
  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Amadeus: sara' fatto
     
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Purtroppo su questo abbiamo gia' un accordo con i giocatori inglesi di rimanere storici e non usare gli AA pesanti nel ruolo controcarro.

    Gli stramaledetti anche nella realta' erano in azione da meta' settembre, come alcuni aeroporti italiani constatarono a loro spese.

    Questi suggerimenti saranno immediatamente passati al supremo tramite bersagliere in motoretta.
    A dicembre....a dicembre arriva il 3o carri medi con i primi M13, ed un battaglione provvisorio Bersaglieri motociclisti (se teniamo ancora Bengasi).
    Arriva anche un reggimento artiglieria con pezzi moderni, che useremmo a doppio ruolo artiglieria/Artiglieria AT.
    truppa dec 40.gif
    Certo sono palliativi, ma di meglio non c'e' fino all'arrivo dei Krauts.

    Ancora grazie a te per l'incoraggiamento...sono contento che chi segue si stia divertendo, come noi nello sviluppare questa campagna.

    Gran saluto
    luigi varriale
     
  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    22 ottobre turno inglese

    I britannici sornioni non fanno molto in questo turno. Direi che si preparano per le mazzate future che pensano di somministrare agli Italiani.

    L'LRDG se ne ritorna nelle retrovie (passando proprio sotto il naso della 3 gennaio) a rifornirsi di carburante e munizioni per le sue future scorribande.
    lrdg.gif

    La 7a corazzata ammassa le sue forze a sud (chissa' con quali oscuri intenti), con Gott che si trasferisce dall'11o ussari alla 7a brigata carri per meglio osservare i lavori di preparazione.
    7th armor.gif

    Gli Inglesi cominciano ad ammassare barilotti su barilotti nell'area conosciuta come "Piccadilly Circus", anche qui chissa' con quali oscuri intenti.
    picc.gif

    La mossa piu' seccante e' un attacco dei Wellingtons al cabotaggio italiano in arrivo a Sollum (Ne fanno le spese motovelieri, bettoline, zattere e barchette di carta che gli Italiani usano per il trasporto costiero). Un quarto di barilotto finisce in fondo al mare. Il 10o gruppo caccia non puo' intervenire essendo impegnato a tappare fori di proiettile sui FIAT ed a rifornirli di quel poco carburante che arriva.

    Nota Bene: ci siamo accordati con i giocatori inglesi per introdurre questa "house rule" di possibilita' di attacco aereo ai rifornimenti. Questa regola era presente nelle vecchie versioni del sistema OCS ma e' stata poi eliminata nelle versioni piu' recenti. A noi pare che storicamente questi attacchi c'erano ed avevano pure un peso non secondario nelle operazioni; quindi li abbiamo reintrodotti. Usiamo la tabella (barrage on facilities come se attaccassimo una base aerea).

    Annesso

    Dal diario di Galeazzo Mussolesi, impavido pilota della Regia.

    Oggi ultima missione di addestramento prima di ricevere la mia destinazione operativa. Volo con il Capitano Parente. Dobbiamo attaccare un bombardiere BR.20 in arrivo da Foggia che fara’ la parte del nemico e che attacchera’ il nostro aerodromo. Il caccia del tenente Sandri fara’ la scorta al bombardiere.

    Otto e quindici avvio motori...mi avvio al rullaggio. Il Tenente Sandri e’ gia’ decollato da un pezzo per andare ad incontrare il bombardiere e scortarlo fino a qui.

    Decollo in formazione col Capitano e mi tengo circa 200 metri alla sua destra, un po’ sotto in maniera da guardargli l’angolo cieco. Raggiunti i 1000 metri, ci mettiamo alla velocita’ di crociera di 250 chilometri l’ora e scrutiamo l’orizzonte. Il sole alla nostra sinistra ci abbaglia. Poche nuvole in cielo, temperatura freddina anzicheno’.

    Attenzione massima, il bombardiere arrivera’ basso e la missione e’ quindi difficile. Occorrera’ stare attenti alle manovre, che a questa quota...ma questa e’ naturalmente la piu’ difficilile di tutte le missioni che ho condotto sino a qui.

    Alterno l’attenzione tra l’aereo del Signor Capitano, gli strumenti di bordo, la ripetitivita’ delle azioni ha un effetto ipnotico.

    Otto e quasi quarantacinque, il signor capitano batte le ali e mi indica un punto alla nostra sinistra sotto di noi. In men che non di dica, il punto diventa un aereo. Noi siamo bassi, ma lui e’ ancora piu’ basso, ci passa sotto a velocita’ formidabile, deve fare piu’ di 300 chilometri orari.

    Il Signor Capitano si butta in virata a destra e molla quota per non perdere velocita’. Lo vedo rimpicciolire mentre manovra. Da' motore e scade alla mia sinistra all'inseguimento del bombardiere.

    Mentre faccio il diavolo a quattro per stargli dietro, un CR 30 mi passa sotto...da dove diavolo arriva !!??... il caccia di scorta. Lo vedo...sotto di me, lento per manovrare meglio. Questo deve essere mezzo matto a volare a quella quota. Evidentemente il capo missione vuole dare il vantaggio a noi.

    Decido all’istante: impegno il caccia e lascio al Signor Capitano l’inseguimento del bombardiere. Non faccio in tempo a pensare che quello gia’ mi ha messo sotto tiro. Nessuna manovra pericolosa a questa quota...viro, do tutto motore e cerco di arrampicarmi per tenerlo in posizione di svantaggio di quota.

    Continuimamo cosi’ per cinque minuti buoni. Ho un dannato male al collo a furia di controllare dove sia il nemico. Ridendo, scherzando e manovrando siamo arrivati a quaasi 3000 metri e gia’ faccio fatica a respirare.

    Poi all’improvviso, sempre sotto di me, osservo il caccia virare, battere le ali e sganciarsi sulla sinistra; segnale concordato di fine combattimento. Ci mettiamo in formazione a velocita’ di crociera ed in 10 minuti siamo in vista dell’aerodromo dell’accademia.

    A terra Sandri mi fa i complimenti e dice che non crede di aver mai avuto una linea di tiro pulita per buttarmi giu’. Troviamo il Capitano Parente e l’equipaggio del bombardiere al bar a discutere di chi dei due abbia abbattuto prima l’altro.

    La prossima settimana mi comunicheranno la mia prima destinazione di guerra.
    CR-30.jpg
    CR 30 con istruttori e allievi

    Un cameratesco saluto a tutti
    luigi varriale
     
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    26 ottobre turno italiano

    E' con incredibile fortuna che gli Italiani hanno vinto l'iniziativa praticamente mi pare da 4 o 5 turni di seguito, e dopo adeguato conciliabolo tra i generali italiani si decide di provare a mettere a frutto la cosa.

    Il Berti, incazzatissimo con tutti, incluso il supremo sbraita che se non cominciamo a giocare come gli Inglesi lo prenderemo dritto nel...

    Con calma si cerca di fargli notare che le pedine degli Inglesi sono leggermente diverse dalle nostre e che possono apparire e scomparire a largo raggio nella zona di operazioni data la loro mobilita', senza considerare i loro "action ratings". Il punto e' che noi per giocare ai Rommel dovremo aspettare l'arrivo...beh...di Rommel.

    Berti, non convinto, ribadisce che gli Inglesi si sono fatti troppo spavaldi, troppo sicuri di loro stessi...invita i suoi generali di corpo a leggere i rapporti delle pattuglie avanzate della Cirene, che affermano che i Britannici abbiano persino ritirato la loro artiglieria ad est dell'abitato di Barrani...

    "Con solo 7 punti di combattimento rimangono gli Inglesi a Barrani !!"
    Sbraita Berti sempre piu' frustrato dalle legnate che la Western Desert Force sta appioppando alla sua benemerita X armata.

    Alla fine, dopo confronto serrato ed enorme consumo di Pringles, olive e birra, si addiviene alla decisione di tentare un ultimo attacco a Barrani durante la fase di combattimento. Data dell'operazione 27 ottobre ore 02:00.

    Gli Italiani mettono in moto tutti i preparativi; viene curata in maniera specifica la preparazione delle squadriglie di BA 65 e di SM 79 che devono partecipare all'assalto di sorpresa. Anche il 10o caccia lustra i FIAT per la missione di scorta sul cielo di Barrani. Agli equipaggi viene spiegato che qui o si fa l'Italia o si muore, da cui alcuni scettici, guardando i loro sgangherati BA deducono che la seconda ipotesi sia piu' probabile.

    Come che sia, Berti se ne torna a Sollum soddisfatto a guidare l'ultimo tentativo.
    L' unica obiezione dei comandanti di corpo e' che si dara' il via all'attacco solo l' aviazione riuscira' a disorganizzare il nemico (lusso che i comandanti veri non avevano, cioe' quello di vedere se le truppe nemiche avevano o no il segnalino di disorganizzazione dopo uno sbarramento).

    Il supremo fa notare che c'e' anche l'artiglieria da impiegare, se la Regia non dovesse...ma il sottoscritto (con rispetto per l'Eccellenza Graziani) fa notare che le artiglierie di corpo del XXI e XXII corpo hanno il segnalino "Reserve" e quindi non possono aprire il fuoco durante la fase di combattimento normale.

    Si da quindi il via alle operazioni sussidiarie. L'eroica intendenza porta un barilotto a Sollum e il cabotaggio uno a Bardia. Viene dato ordine al reggimento Tonini di portarsi da Sollum a a Bir Enba nell'estremo avamposto sud dello schieramento

    e da bravi, i paracadutisti si mettono gli zaini in spalla e si sparano 50 miglia di marcia nel deserto in 2 giorni...roba da stroncare un cammello...Ah gesta italiane in terra d'Africa. Tra l'altro faccio notare al supremo, che e' un destino dei paracadutisti italiani in Africa quello di trovarsi sempre all'estremo sud dello schieramento. Quello mi guarda come se fossi scemo e mi dice..."varriale c'e' pure un battaglione libico". Insomma, il supremo non ha capito nulla di quello che volevo dire io, ma d'altra parte non sa che sono un viaggiatore nel tempo e che arrivo dal 2013.

    La sirte dopo essersi digerita un'altra quindicina di chilometri di sabbia e pietre, giunge a Bir Emba mezza morta di sete e si dispone fronte ad est con un reggimento in prima schiera, ed un'altro in riserva.

    Il comando di corpo di Gallina, da cassaintegrato che era dopo la demolizione delle sue divisioni libiche, diventa fornitore ufficiale di scrivanie, scritturali, segretari, genieri e cammelli a Bergonzoli, che dopo il raid dell' LRDG sul suo comando, e' rimasto con una Fiat Balilla ed un attendente, e ha bisogno di attrezzature.

    A questo nuovo comando del XIII, chiamiamolo cosi', viene assegnata come unita' di sicurezza, niente meno che il battaglione mitraglieri "Aosta", miglior battaglione mitraglieri in terra d'Africa, superbamente e tenacemente addestrato, e temprato ad ogni impresa di terra, di aria e di mare.

    Preparati tutti i movimenti, la Regia si scaglia contro le difese di Barrani. Dall'aeroporto decollano tutti gli Hurricanes rimasti dopo la spazzolata rimediata nell'attacco ai marsupiali di qualche turno fa, e si accende l'ennesima battaglia aerea sul cielo di Barrani. Un vero peccato che Galeazzo Mussolesi non sia ancora della partita, perche' ne sarebbe venuta fuori una bella pagina di diario (sempre che ne fosse uscito vivo).

    Arrivano in formazioni ordinate i BA per l'attacco a bassa quota. Sopra di loro, come una singola ala, gli SM 79 del 32o o quello che ne rimane (non molto). Gli Hurricanes si lanciano all'attacco assetati di sangue, ed incontrano i CR 42 che devono riscattare parecchie prestazioni non proprio fasciste.

    Solo parzialmente i FIAT riescono a distogliere gli Inglesi, un cui certo numero di caccia riesce a superare lo schermo difensivo ed a penetrare sui 79. I BA piu' bassi non vengono interessati nel combattimento, evidentemente riescono a passare inosservati.

    Pochi aerei abbattuti tra i FIAT e tra gli HAWKER, ma gli Italiani hanno successo nello sviare molti caccia inglesi dalla loro missione principale. Gli SM si difendono egregiamente, da parte loro, dai rimanenti Hurricane che gli arrivano addosso. Un 79 va perduto e cosi' pure un caccia inglese

    E cosi' gli SM riescono a sganciare il loro carico in volo livellato su Barrani. Il risultato non ve lo dico, perche' nella realta' ci andrebbe una bella ricognizione fotografica di BDA (Battle damage assessment). Vabbeh...ho scherzato...ve lo dico...uno schifo...obiettivo mancato ancora una volta.

    Per nulla impressionato dall'insuccesso Berti ordina l'attacco contro la citta' e si muove quindi la Cirene spalleggiata dalle camicie della 23 ottobre. La fanteria va all'attacco armata di fiducia, speranza e valore. La progressione dell'attacco pare buona (si scopre che gli Inglesi hanno designato uno dei reggimenti anticarro come difensore primario e quindi per una volta gli "action rating" tra attaccante e difensore si equivalgono).

    Nonostante l'equivalenza degli "action ratings" gli Italiani non riescono ad ottenere nessun livello di sorpresa sul nemico, ma per una volta non sono sorpresi nemmeno loro. Si profila un combattimento bilanciato. Ma la superiorita' numerica italiana si scontra con il terreno urbano, per quanto di estensione ridotta. La 16a brigata inglese si difende casa per casa, muretto per muretto, archetto per archetto, stanza per stanza, lanciando di tutto quello ha sottomano contro gli attaccanti, inclusi abajours esotiche ed arazzi arabi di varia fattura, sino a quando gli Italiani, stremati non devono interrompere l'attacco.

    I resti striminziti della divisione camicie nere, vengono ritirati dalla linea e portati allo psichiatra militare per vedere se se ne cava ancora qualcosa, mentre la Cirene, orgoglio del XXIII giace alla periferia di Barrani, malconcia ma invitta nello spirito e nell'onore, conscia di avere sostenuto il combattimento al meglio delle proprie capacita'. Per altro la Cirene cattura pure un bel po' di prigionieri e quasi tutti i cannoni del 106o Horse Artillery Regiment, non cosi' pronti ad alzare i tacchi quando la divisione ha investito la periferia ovest dell'abitato.

    In conclusione un turno che gli Italiani vorrebbero trasformare in una vittoria morale, ma che e' costato un'altra divisione...ridotta ad uno straccio la 23 ottobre, che cessa di esistere come unita' operativa... Certo si puo' obiettare che era gia' l'ombra di se' stessa prima dell'attacco, ma cio' non toglie che un'ulteriore divisione (la Marmarica) abbia dovuto essere prelevata dalla risicatissima riserva per tappare il buco della fu divisione di camicie nere).

    Oh...io ve lo dico...all'attacco io ero contrario, ma agli altri non l'ho detto, perche' quando il supremo e Berti architettano un attacco, nessuno si puo' opporre.

    barrani 26 ITA.gif
    Situazione intorno a Barrani dopo l'ennesimo attacco italiano

    Un saluto a tutti
    luigi varriale
     
  19. TheDOC

    TheDOC

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    Beh dai, una divisione di artiglieria senza i cannoni è come una squadriglia di caccia senza gli aerei. Quindi anche se le CCNN sono state distrutte, anche loro hanno pagato il loro prezzo.
     
  20. huirttps

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    ahi ahi ahi :piango:
    Ma le compagnie divisionali da 47/32 le avete ancora (vabbè che contro i Matilda..)?
    Palliativi come le "colonne celeri" di Dovunque riarmati con pezzi AT (anche improvvisati come i 65/17) li potete avere come nella storia?

    Gli LRDG a settembre erano ancora pattugliatori, a dicembre fecero la prima azione offensiva, rimettendoci il Maggiore Clayton per merito delle compagnie sahariane.


    lrdg settembre 1940.jpg

    Perchè a dicembre?? Il III° arrivò a ottobre! A dicembre arriva il V° btg M13 e poco dopo il VI° + altri M13 sciolti per riequipaggiare il XXI° carri L.

    Non che gli inglesi ne abbiano bisogno, ma mi sembrano un pò avvantaggiati dal gioco! :mad:

    A presto!
     

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