il Doge in Africa non ci vuole andare, dice che fa caldo e poi ha paura dell'uomo nero.. dove si potrebbe colonizzare se non li? Siamo anche gli europei piu vicini all'India, meglio di cosi!! ..poi stiamo cosi bene nel nostro laghetto mediterraneo.. ci fa paura uscire dallo stretto di Gibilterra, dicono che se poi non costeggi le coste spagnoli e francesi, affondi di sicuro!!! Meglio non rischiare, per ora ^^
almeno conquista qualcosa sulla costa magrebina, per avere un trampolino successivamente.. saluti DAoS
Capitolo XI ( 1 gennaio 1424 - 2 gennaio 1428 ) Il nuovo anno inizia con l'ennesima pace bianca tra cristiani e musulmani di Spagna. Dalla stessa regione giunge una notizia che ha dell'incredibile. Seppur la penisola iberica non sia ancora del tutto convertita al Cristianesimo, si crea una profonda spaccatura tra i due regni cristiano-spagnoli: difatti la Castiglia riesce a far porre una scomunica al re catalano Lluis I. Sullo sfondo la parte ancora musulmana della penisola iberica. Intanto si imbarcano in Liguria i 5000 cavalieri diretti in Georgia, in sostituzione dell'esercito annientato dai ribelli. Nel nord Italia continuano gli assedi alle fortezze milanesi, e anche tentativi di sortite vengono facilmente controllati. Il primo castello a cadere è quello di Brescia. Sullo sfondo lo scontro tra genovesi e milanesi fuori dalle mura di Trento. Verso la fine di marzo i Mamelucchi e il loro vassallo Tripoli dichiarano guerra al Sultanato di Algeri, al Sultanato di Tunisia e allo Yemen ( che il Doge non sa nemmeno cosa e dove sia ). Sbarcano finalmente i cavalieri in Georgia, e subito si lanciano contro i ribelli che assediano Imereti, ansiosi di vendicare i propri compagni. Termina intanto la guerra tra Polonia e Lituania, che vedeva impegnata anche Genova al fianco di quest'ultima, con una pace bianca. La Lituania resta in preda a numerose rivolte. Viene anche rifiutata dal Doge una pace offerta da Milano, che prevedeva la cessione alla Superba delle provincie di Parma e Brescia. Cadono una dopo l'altra anche Verona e Trento, e gli uomini impegnati negli assedi vengono rimandati in patria, per riposare in attesa dell'attacco verso le province milanesi di Pisa e Siena. A Roma intanto un grosso esercito di ribelli filopapali insorge e scaccia dalla regione le truppe milanesi, che ripiegano a Napoli. Anche Creta viene conquistata, o meglio riconquistata dai genovesi, che si imbarcano subito direzione assedio di Alania. La notizia della liberazione di Creta, ed i ribelli filopapali Dopo poche settimane di assedio torna in mano genovese il castello di Alania e quindi volgendo al meglio la situazione, viene inviato nuovamente un missionario nella provincia. Scaduto poi il vecchio avvertimento ottomano, il Sultano pensa bene di sconsigliare nuovamente Genova dal dichiarare guerre. L'esercito sta riprendendo le forze in Liguria, i ribelli ad Imereti sono sotto attacco continuo dei reparti di cavalleria genovesi, viene ordinata la costruzione di navi da trasporto e da guerra, che era stata interrotta per via dello scoppio del conflitto con Milano e, cosa molto gradita dal Doge, giunge una richiesta di alleanza da parte dell'Austria, che viene accettata. Verso la fine dell'anno l'Impero Ottomano, supportato dai soliti vassalli Serbia e Bosnia, dagli Jalayridi, dall'Orda d'Oro e dal Nogai, dichiara guerra alla piccola isola di Rodi. Al fianco dei Cavalieri si schierano Castiglia, Venezia, Catalogna ed Aragona. L'Ungheria invece avanza una pretesa al trono di Mircea I, re della Valacchia. A fine gennaio sbarcano 7000 genovesi a Pisa, e sconfitta la guarnigione locale mettono sotto assedio la città. La Francia ritiene sia arrivato il momento di cacciare gli inglesi dal continente, e dichiara per l'appunto guerra all'Inghilterra. I transalpini hanno l'appoggio dei vassalli Auvergne, Borbonnais, Foix, Orleans e Hainaut mentre gli albionici sono supportati da Portogallo e Brabant oltre che dai vassalli Duca Matthew I di York e Conte Henri I di Kent. Come sospettato dai servizi segreti genovesi, l'Ungheria dichiara guerra alla Valacchia che viene lasciata sola dai suoi alleati, mentre Aquileia e Croazia supportano gli ungheresi. Nel giro di 3 settiamane le resistenze valacche vengono sopraffatte, e la regione inglobata nel regno ungherese. Nel marzo del 1425 anche nella provincia di Alania la religione della maggioranza della popolazione diventa il cristianesimo. Muore pochi giorni dopo il diplomatico Andreas Jauch, e il suo posto di consigliere reale rimane momentaneamente vacante. Mentre a Roma i ribelli vengono sconfitti da Milano grazie all'aiuto delle truppe napoletane, Imereti cade sotto gli assalti dei nazionalisti georgiani, non ancora del tutto sconfitto dalle truppe genovesi. Sullo sfondo Imereti occupata Il Brabant si ritira dalla guerra contro i francesi, pagando la bellezza di 368 ducati. Da nord si ha la conclusione con un nulla di fatto della guerra tra Gotland e Ordine Teutonico. Ad ottobre viene assunto l'esperto consigliere navale Pantaleone Cebà. Negli stessi giorni vengono sconfitti i ribelli ad Imereti, e messa sotto assedio la città. Dai Paesi Bassi arriva la notiza della vittoria olandese sul Lussemburgo: avendo vinto la guerra di successione inglese, ora re Albrecht I d'Olanda regna anche sull'Inghilterra. Le abilità del Cebà nella prima immagine, l'unione delle corone inglese e olandese nella seconda, con sullo sfondo i ribelli georgiani in ritirata. Vengono finalmente annienati i nazionalisti georgiani mentre in Italia riappaiono i nazionalisti papali che, dopo aver assediato e conquistato Ancona e Urbino, tornano a Roma e si scontrano nuovamente con i milanesi. Pisa resta sempre sotto assedio genovese, mentre viene rifiutata un'altra offerta di pace milanese, che aggiungeva la cessione di Trento alle già offerte Brescia e Parma, ma il Doge anche questa volta rifiuta e manda altri uomini ad assediare anche Siena. Viene ordinata la costruzione di templi in Provenza, Linguadoca, Nizza e Sardegna. Rovinando i piani genovesi, i bizantini dichiarano guerra ai Cavalieri di Rodi, forse credendo di aver facilemente ragione di quest'ultimi, approfittando dell'indiritto aiuto degli Ottomani. Nessuno si schiera al fianco bizantino, mentre con i Cavalieri ci sono i protettori di sempre: gli spagnoli di Castiglia, Aragona e Catalogna. Il Doge spera che nessuno di questi tenti lo sbarco a Costantinopoli. Tempo di elezioni a Genova, viene eletto e riconfermato Gianpiero Longo. Cade finalmente il castello di Batumi, e la provincia di Imereti torna sotto il controllo della Repubblica. Il 30 settembre cade anche il castello di Pisa, ed unica Siena rimane in mano milanese.ù Il piccolo arcipelago di isole davanti ad Atene, che sono tutte sotto il dominio di Naxos, si ribellano al loro re ed una dopo l'altra, fino all'ultima, defezionano in favore dell'Impero Bizantino. La Scozia, provando ad approfittare della guerra tra Francia ed Inghilterra, dichiara guerra a quest'ultima. Stranamente, o forse proprio perchè il sovrano inglese è in realtà il Re d'Olanda, nessun vassallo supporto gli inglesi, ma solo appunto l'Olanda, mentre da parte scozzese si schiera anche il Galles. A marzo i ribelli filo papali riconquistano Roma, e si spostano nuovamente ad Ancona, cercando di conquistarla. In patria intanto viene licenziato il diplomatico Gian Maria Bosco e viene assunto al suo posto Isnardo Giustiniani, nato nella provincia genovese di Alania, riformista militare. Il 7 di marzo cade anche Siena. Tutto il territorio milanese è in mano a Genova. Le condizioni di pace sono dure: liberazione di Trento come regno indipendente e cessione di Pisa, Siena e Parma alla Superba. Stranamente la nuova Trento è una Repubblica mercantile, già vassalla ed alleata di Genova. Meglio così. La situazione del nord Italia prima della pace tra Genova e Milano. La pace e la situazione nord italiana dopo la firma della stessa. Terminato anche questo conflitto, il Doge ha di nuovo in animo di concedere qualche anno di tregua alla sua nazione. Devono essere rimpiazzati i 5000 cavalieri trucidati in Georgia, e anche ampliato l'esercito, vista la necessità di dividere le forze per controllare i vari territori genovesi. Inoltre, deve essere completata la cristianizzazione delle regioni greche, e terminata la costruzione dei templi nelle regioni dove ancora non sono stati edificati. Oltre tutto il Doge vorrebbe concentrarsi sulle ricerche militari e governative. Verso maggio del 1427 giunge sia la notiza della pace tra Inghilterra e Francia, con l'acquisizione della provincia di Calais per i francesi, che la notizia della dichiarazione di guerra della Repubblica di Novgord nei confronti del piccolo Principato di Yaroslav. E' una guerra tutta russa perchè vede Tver partecipare al fianco di Novgorod e la Moscovia al fianco di Yaroslav. A giugno scoppia un nuova rivolta a Creta, ma viene presto sopita. Nel mentre la Francia annette per vie pacifiche il Bourbounnais, il Galles paga 30 ducati agli olandesi per uscire dalla guerra e la Boemia scomunica il sovrano della Turingia. E' la notte di Natale del 1427 quando il Doge viene informato da alcuni esploratori della scoperta di un piccolo ma ricco regno musulmano, chiamato regno di Guanci, sito in un arcipelago davanti alle coste marocchine. Che possa diventare la base avanzata verso l'ignoto occidente per i marinai della Superba?
Capitolo XII ( 2 gennaio 1428 - 26 gennaio 1430 ) Principalmente due questioni preoccupano il Doge. La prima, quella di aver forse spezzettato troppo i suoi domini, e di conseguenza le sue forze: se scoppiasse ad esempio una guerra in Italia, il probabile rischio di rivolte in oriente costringerebbe Genova a non far uso dell'intero suo potenziale bellico, come in effetti già successo. La seconda, la Francia. I transalpini hanno quasi completato la riunificazione delle terre che appartengono loro di diritto, tra le quali mancano Linguadoca e la Provenza, sotto il controllo genovese, mentre probabilemente in futuro i francesi avanzeranno pretese su Savoia e Nizza. La zona francese A marzo del 1428 Imereti è di nuovo sotto assedio di ribelli georgiani, giunti dal vicino Qara Koiunlu, ma i cavalieri della Superba hanno facilmente ragione di loro. A maggio Napoli dichiara nuovamente guerra alla Sicilia, la terza guerra in pochi anni. Venezia e la Toscana si schierano al fianco dei siciliani. In Germania si ha la dichiarazione di guerra boema, supportati da Pommerania e Wuttemberg, alla Turingia e ai suoi alleati Hesse e Baden, l'Imperatore. Nei primi giorni del 1429 sale a 6 la tecnologia governativa. A febbraio vengono mandate con successo delle spie nei territori ottomani, con lo scopo di scoprire la dislocazione dei loro eserciti. Di fatti l'espansionismo genovese è bloccato oramai da anni dall'avvertimento ottomano. La flotta, ancorata nei pressi di Costantinopoli è quella maggiore, e comprende 18 galee e 1 caracca; la flotta ancorata invece nel Peloponneso è formata da soli 6 trasporti. L'esercito è, purtroppo per il Doge, al momento equamente diviso tra i possedimenti ottomani in Europa ed in Asia minore: 15000 in Europa e 15000 in Asia. Mentre l'Imperatore del Baden paga un indennizzo alla Boemia per uscire dalla guerra, la Turingia diviene vassallo boemo e l'Oldenburg vassallo del Brabant, in Russia il Principato di Yaroslaw viene inglobato nei territori di Novgorod e la Moscovia cede agli stessi la regione di Nijni-Novgorod e 100 ducati. Poco dopo la Repubblica di Novgorod annette il proprio vassallo Tver, divenendo cosi il piu grande e potente Principato Russo. Novgorod Dalla Spagna arriva la notizia dell'ennesima guerra suicida musulmana. Andalusia e Granada dichiarano guerra alla Cantabria, trovandosi contro Catalogna, Castiglia e Aragona. La Scozia raggiunge un accordo di pace con l'Olanda, ed è costretta a concedere l'indipendenza ai vichinghi dell'isola di Mann. Nell'agosto del 1429 la tecnologia navale e quella militare raggiunge il livello 5 e le truppe genovesi vengono ammodernate grazie all'introduzione dell'arco lungo. In Italia, incredibili errori strategici dei napoletani. Invece di conquistare l'intera isola siciliana, spostano le truppe, che già erano a Messina, verso il centro Italia, per scontrarsi con veneziani e toscani. I siciliani ne approfittano e riescono a strappare a Napoli la loro provincia natia di Messina e, cosa ancor più incredibile, i napoletani accettano la pace. Il sovrano inglese, intanto, raggiunge un accordo con il Duca di York, e i territori di quest'ultimo vengono inglobati all'interno del regno d'Inghilterra. In Africa il Marocco dichiara guerra all'Algeria, ancora impegnata nel conflitto con i Mamelucchi. Internamenente alla Repubblica vi è un nuovo scatto verso il libero pensiero, che porta però anche ad una piccola perdita di stabilità. Una buona notizia raggiunge il Doge: l'Impero Bizantino è costretto, firmando la pace con la Catalogna, a ridare libertà al piccolo regno di Naxos, tornando cosi di nuovo a controllare la sola Costantinopoli. Dopo una buona notizia, una cattiva: la Francia chiude i propri mercati ( siti in Dauphine ed Ile-de-France ) ai genovesi, che per tutta risposta fanno lo stesso. Scoppia intanto una rivolta ad Atene, fomentata dai bizantini. La rivolta viene presto sopita, e i ribelli si spostano nella provincia ottomana di Janina. L'affronto bizantino però non viene dimenticato dal Doge, che anzi medita di fargliela pagare. Bloccato cosi lo stretto dei Dardanelli, sbarcati 10000 cavalieri ad Atene, e con il pretesto di punire i bizantini per la rivolta fomentata, il Doge dichiara guerra a Bisanzio. Gli alleati bizantini ( Ungheria e Mantova ) e genovesi ( Austria, Svizzera e Lituania ) purtroppo si defilano, si sarebbe prospettato un epico scontro tra ungheresi ed austriaci ed una facile conquista di Mantova. Con la Superba scendono in campo dunque i soli vassalli Stato Pontificio, Savoia e Trento, mentre a difesa bizantina, o meglio, contro Genova si schiera l'Impero Ottomano del Sultano Shahanshah I. I due schieramenti contrapposti
Capitolo XIII ( 26 gennaio 1430 - 1 marzo 1431 ) Con lo stretto dei Dardanelli bloccato dalla flotta genovese, in Europa gli Ottomani possono contare solamente 10000 turchi. Intanto Algeri accetta la pace proposta dai Mamelucchi, con la cessione a quest'ultimi delle regioni di Oran e Kabylia. I trasporti genovesi hanno imbarcato i 10000 fanti dal porto di Pisa, e si dirigono a vele spiegate verso Costantinopoli. L'esercito turco in Europa si dirige prima contro i ribelli in Janina che contro la provincia di Atene e ne hanno facilmente la meglio ma subito dopo vengono investiti da 10000 cavalieri genovesi guidati in prima persona dal Doge Gianpiero Longo, mentre i fanti assediano Costantinopoli. In Spagna l'Andalusia cede la provincia di Cordoba alla Castiglia, restando ancora in guerra contro Catalogna, Aragona e Cantabria. Sfortunatamente scoppia una rivolta di contadini a Costantinopoli ed i fanti impegnati dall'assedio, aiutati da 2000 catalani non ancora rimpatriati dopo l'ultima guerra, si vedono costretti a respingere i ribelli. Per fortuna, ad est, Trebizonda e Imperto Timuride non concedono, per ora, il passaggio sul loro territorio delle truppe ottomane, che avrebbero la strada altrimenti libera verso le province genovesi in Georgia. Lo scontro con i ribelli a Costantinopoli e con i turchi a Janina. L'esercito turco viene sconfitto, e ripiega nel Peloponneso. Intanto arrivano altri 5000 cavalieri di rinforzo al contingente genovese. Contro ogni aspettativa i ribelli bizantini, pur inferiori di numero, vincono la battaglia fuori dalle grandi mura di Costantinopoli e costringono i circa 15000 genovesi a ripiegare verso Edirne, capitale ottomana. Intanto è tempo di elezioni, e come 4 anni prima, viene riconfermato Doge Gianpiero Longo. La sua prima nuova decisione è quella di lasciare che siano i contadini bizantini ad indebolire le mura della loro capitale, di modo da approfittarne nel futuro. Intanto il maggior numero di fortezze ottomane viene messo sotto assedio da piccoli contingenti di 2000 fanti ognuno. In Africa, Algeri cede la provincia di Biskra ai marocchini, accettando le loro offerte di pace. Viene finalmente annientato l'esercito turco che stanziava in Europa, mentre quasi tutte le provincie turche al di qua dei Dardanelli sono sotto assedio di truppe genovesi. Il massacro dei turchi La situazione della Turchia europea, con tutte le regioni ottomane, a parte l'Oltenia, sotto assedio genovese. In Larissa e Macedonia due tentativi di sortite da parte di due contingenti turchi da 1000 uomini, Costantinopoli è sotto assedio dei condatini bizantini e in Turchia si notano gli esercito ottomani bloccati dalla flotta genovese. Nei primi giorni del 1431 dispute di confine tra Tolosa e Genova permettono a quest'ultima di avanzare pretese sulla regione di Avignone. A fine febbraio dello stesso anno arriva la graditissima notiza di una richiesta di alleanza da parte della Castiglia. Si cercherà, anche in futuro, di mantenere sempre solidi ed amichevoli i rapporti con gli spagnoli, di modo da chiudere tra 2 potenze i francesi. Sullo sfondo il proseguo della guerra contro gli Ottomani.
Capitolo XIV ( 1 marzo 1431 - 11 marzo 1433 ) Continuano gli assedi genovesi alle roccaforti turche. Dopo l'offerta castigliana, anche l'Ungheria offre una alleanza, che viene accettata. Le prime fortezze ad arrendersi sono quelle di Achea ed Edirne. Viene quindi scacciata dal porto di Edirne la flotta ottomana, che si scontra nel Mar di Marmara con quella genovese, che ha appena catturato una solitaria nave turca. La cattutra della "Karali Reis", lo scontro tra le due flotte e la situazione del conflitto. Poco tempo dopo cadono anche le provincie di Nis e Larissa, seguite presto da Silistria, Albania e Bulgaria. Arriva però un fatto tanto temuto. La Francia manda un avvertimento di non dichiarare più guerre al Doge. Si concludono anche alcune guerre, come quella tra Pommerania ed Hesse e tra Andalusia e Cantabria. Hesse che poi, pagando la bellezza di 350 ducati, si riappacifica anche con la Boemia. Cadono anche le provincie di Janina e di Burgas, seguite subito dopo da Oltenia e Macedonia. Con la presa di queste ultime due regioni, l'intera Turchia europea è in mano genovese che ora si concentra sulla presa di Costantinopoli, ancora assediata dai ribelli bizantini. Poi, una volta terminato lo scontro navale nel Mar di Marmara, i genovesi proveranno a sbarcare in Asia Minore. In Spagna intanto, scompare il penultimo Sultanato musulmano, venendo l'Andalusia annessa al regno cristiano di Catalogna. Resiste Granada, con due regioni. Arriva, pressoche inaspettata, una richiesta di allenza da parte del Regno di Napoli. Il Doge non sa cosa farsene dell'allenza dei napoletani.... ma accetta comunque. Vengono rifiutate due paci bianche, una offerta dagli Ottomani e l'altra dall'Impero Bizantino. Naxos diventa vassallo della Catalogna, mentre Costantinopoli cade nelle mani dei ribelli e quindi i cavalieri genovesi si lanciano subito contro i contadini bizantini, per strappare loro la città. A nord, l'Ordine Teutonico dichiara nuovamente guerra all'isola di Gotland, che come sempre viene difesa da Islanda e Danimarca. In patria la ricerca tecnologica nel campo agricolo ed industriale arriva al livello 5, proprio mentre nel Mar di Marmara la flotta genovese riporta una schiacciante vittoria, non senza perdite, sulla flotta unita turco-bizantina. I ribelli bizantini vengono sconfitti, e Genova mette sotto assedio la città di Costantinopoli, di molto indebolita a causa delle rivolte contadine. La Francia intanto prosegue con suo scopo di liberare i territori sui quali può avanzare delle pretese, vere o finte che siano, e dichiara insieme ai suoi vassalli guerra al re di Olanda ed Inghilterra. E' il Portogallo, nella penisola iberica, a dichiarare nuovamente guerra ai musulmani di Granada, ora senza alleati. Al fianco dei portoghesi si schierano invece Castiglia ed Aragona. L'Ungheria, alleato genovese, annette ai suoi territori il vassallo Croazia. Mentre le truppe della Superba stanno portando a termine l'assedio di Costantinopoli dalla Bulgaria, attualmente sotto l'occupazione genovese, giunge la notizia che le autorità legali bulgare, stanche del conflitto ed accettando come nuovo controllore legittimo Genova, chiedono ed ottengono di essere direttamente annesse ai territori della Superba. La richiesta bulgara e a destra, sullo sfondo, il nuovo territorio acquisito da Genova. Il 9 marzo 1433 è il giorno della caduta di Costantinopoli. Nello stesso giorno il Doge propone all'oramai decaduto Imperatore dei bizantini Theodoros I la completa cessione della città ai Genova, e la definitiva scomparsa di quello che nel passato fu un grande Impero. L'Imperatore bizantino, senza alternative, accetta. Sullo sfondo la nuova provincia genovese di Tracia. Il doge, ottenuto ciò per il quale aveva dichiarato guerra, decide di concedere una pace anche agli Ottomani. Richiede quindi al Sultano le province di Silistria, Oltenia, Achea e Burgas, la fine delle pretese ottomane sulla regione di Bulgaria, e il pagamento di 25 ducati. Il Sultano, accetta. Sullo sfondo i nuovi territori della Superba. Ora quello di cui ha bisogno Genova è un paio di anni di pace, di modo da ampliare nuovamente l'esercito e da cristianizzare le nuove regioni conquistate.
non a caso ho maledetto Allah quando i Mamelucchi si son presi Gerusalemme ed Acri.. e Gerusalemme e' ancora di religione cristiana.... peccato il warning francese..