Concordo su tutto, sul discorso di quanto fosse impari il conflitto credo si possano distinguere 2 periodi. Fino all' inizio degli anni 70 esso fu comunque impari a favore degli Usa, ma l Urss manteneva una preponderanza in termini di armamento convenzionale che avrebbe letteralmente asfaltato la Nato e l'Europa occidentale. A quel punto bisognava andare a ragionare in termini di risposta americana con ordigni nucleari tattici, o "di teatro", per ristabilire una sorta di vantaggio nello scontro. La seconda fase, che appunto secondo me scatta negli anni 70, è quella nella quale la forchetta del divario si allarga sul serio, soprattutto a causa della rivoluzione informatica, un treno che a Mosca non passò mai.
beh...quando parliamo di Hobsbawn bisogna avere un po' di umiltà...è uno dei più grandi storici contemporanei... Detto questo...nel libro in questione (leggilo!) poi parla anche della decolonizzazione. La decolonizzazione comportò infatti conflitti proprio per il tentativo da parte di entrambe le parti di ampliare il controllo su altre nazioni emergenti, non spartite alla fine della guerra. ma le motivazioni erano politiche ed economiche più che militari (le motivazioni militari spesso celavano motivazioni economiche...). C'è da dire che alcuni esempi da te fatti sono erronei. Cuba per esempio: il ruolo dei russi fu secondario e divenne importante solo dopo la rivoluzione. Il Nicaragua poi...magari avessero avuto i russi alle spalle... E quella fu una delle esperienze di socialismo più belle della storia del secolo. Non erano stalinisti e rimasero isolati. L'Afghanistan ha anch'esso una storia complessa... In sostanza ci fu una rivoluzione marxista (appoggiata molto blandamente dall'URSS) che in un primo momento riuscì a portare molte innovazioni positive (soprattutto dul fronte dei diritti delle donne...) ma poi ci fu uno scontro con le autorità tribali e islamiche che portò il paese sull'orlo di una guerra civile e al potere andò una persona fortemente sospettata di agire al soldo della CIA...a quel punto intervenì l'URSS. L'intervento sovietico quasi sempre era volto ad appoggiare movimenti marxisti di liberazione dal giogo coloniale e quasi mai ne furono gli artefici. Furono molto più attivi gli stati uniti nel ruolo di destabilizzatori... Poi parlare di status quo è errato...non c'era uno status quo nelle ex-colonie. L'Unione sovietica aveva rinunciato già negli anni 50 ad essere guida dei movimenti comunisti (importante il comportamento tenuto rispetto alla rivoluzione cinese...). Cercò di sostenere le iniziative nate dalla decolonizzazione ma i paesi che emergevano erano quasi tutti, seppur marxisti, estranei al blocco sovietico. In tal senso le posizioni di Tito e di Che Guevara sono illuminanti. L'AK-47 poi è il fucile più diffuso del mondo per due motivi: 1) è il migliore 2) costa poco
E' vero...ma i carri armati russi servivano a mantenere il controllo sugli stati del patto di varsavia più che come forza di invasione contro l'occidente. Era chiaro a tutti che qualsiasi scontro in europa avrebbe portato il mondo a una guerra atomica totale e quindi nessuna vittoria con mezzo convvenzionali era considerata possibile... Poi l'Urss non perse solo il treno dell'informatica... L'enorme espansione industriale aveva creato una locomotiva pesante che viaggiava su binari leggeri...quasi inesistenti... Il collasso economico era inevitabile con la crisi industriale degli anni 70. Inoltre le politiche sulla terra si rivelarono fallimentari...portando così l'URSS a un deficit enorme in termine di beni commestibili... Il fallimento stesso dell'unione sovietica era scritto già nelle scelte di lenin e stalin... E nessuno intervenì per salvare la situazione fino a Gorbaciov...ma ormai era troppo tardi...
Prima o poi arriva un moderatore e mi frusta a sangue... Finisco sempre OT... Però è una discussione interessante e il confronto improntato allo scambio dialettico e al rispetto.
Punto primo non dubito affatto che sia uno dei migliori storici del mondo, e credo di aver espresso il mio parere con la dovuta umiltà. Su Cuba so bene che i russi non c'entravano nulla con la Revoluciòn, però mi concederai che installare missili a poche miglia dalle coste di Miami non è propriamente una condotta da potenza interessata a mantenere una divisione stabile e condivisa delle sfere di influenza, cosi come affarmato dallo storico da te citato nel passo che ho evidenziato nel post precedente. Il Nicaragua idem, mandare armi ad una rivoluzione comunista nel cortile di casa degli Yankee non rientra propriamente nelle regole del gioco. Sull' Afghanistan è addirittura cristallino il tentativo dei Russi di arrivare a controllare le rotte dei paesi caldi (nella prima metà degli anni 70, quindi poco prima dell intervento in Afghanistan, i sovietici acquistano una base navale nello Yemen)e il Medioriente.L' Afghanistan è la PRIMA campagna militare sovietica al di fuori della sfera di Yalta, un conto è mandare i carri a Praga o a Varsavia, un'altro è occupare un paese al di fuori della propria sfera di influenza, per di piu in una regione cosi strategicamente sensibile come il MO. La guerra fredda era fatta di molte regole, perlopiù non scritte, atte ad evitare pericolose escalations, tuttavia i Russi negli anni 70 contravvennero piu volte a questo "tacito accordo di condotta", un po perche credevano che l'ago della bilancia si stesse spostando dalla loro parte (la famosa "correlazione positiva delle forze") sulla scia delle batoste usa in Vietnam e anche a causa dell idea che la decolonizzazione avrebbe finito per favorire il blocco comunista. L' Urss era fiduciosa che il movimento dei non allineati, se si fosse trovato costretto a scegliere magari a causa dello scoppio della guerra mondiale, sarebbe stato con loro, cosi come era convinta che la decolonizzazione avrebbe diffuso gli ideali socialisti in tutto il mondo, giocando sulla retorica dell uomo bianco capitalista e colonizzatore. Purtroppo per loro fecero male i calcoli, il potere di presa del modello liberal era infinitamente superiore (chiedere a Berlino est per ulteriori info), ed inoltre bisognava iniziare a guardarsi anche dalla Cina, che per i movimenti socialisti, soprattutto in Indocina, stava iniziando a diventare il referente principale. Ah, l' Ak 47 è il fucile piu diffuso del mondo soltanto perche i russi lo regalavano a chiunque Dasvidania
Cavolo hai ragione, la discussione era cosi serrata ed interessante che mi ero dimenticato del titolo di partenza! chiedo scusa ai moderatori se abbiamo un pò sforato, ma discutere con persone cosi competenti nel segno dell'educazione è sempre un piacere. Grazie per l'off topic Puzzola
Riguardo al punto 1, bisogna fare alcune precisazioni. La religione musulmana a differenza di quella cristiana non coincide con lo stato nazione di appartenenza. L'Islam governa e regola tutti gli aspetti della vita dell'individuo dalla nascita alla morte, mentre le leggi dello stato(laiche o meno che siano) vengono del tutto o in parte disconosciute. La distinsione che hai fatto è giusta, ma tiene conto non del grado di evoluzione di quell'islam(se per evoluzione intendiamo in questo caso il fatto che non si condanni amorte un musulmano convertito al cristianesimo), ma del differente grado di penetrazione delle comunità cristiane e del passato coloniale bianco più o meno marcato. Ciò significa che non è lo "stato nazione Libano o Siria" ad aver abolito tale pratica( che pratica non è, trattandosi di un preciso precetto religioso del profeta), ma la più marcata influenza cristiana-occidentale-giudaica-capitalista-borghese ad averla di fatto annullata nella pratica, ma non nella teoria. Un musulmano convertito rimane condannato a morte per tutta la comunità Islamica (Umma) a prescindere dallo stato che per l'Islam non esiste,non ha nessun valore. Se i principi Sauditi per assurdo emanassero una legge contro la pena di morte, la gente in Arabia Saudita continuerebbe a sgozzare i convertiti perchè è l'Islam la loro legge.
scusami ma la famosa teoria nel quale le superpotenze si sono spartite volontariamente il mondo è già stata smentita dai fatti... di certo la teoria ebbe qualche fondamento sulle convinzioni di Roosevelt di poter costituire l'ordine mondiale insieme a Stalin mal compreso dal presidente anche a causa della sua educazione religiosa fondata su una astratta teoria della giustizia e sulla sua indifferenza riguardo all'Europa ma di certo non ha determinato l'indirizzo della politica estera degli USA con Truman basata piuttosto su una realistica valutazione della potenziale minaccia militare sovietica e dunque sulla creazione di una rete di basi militari ed di intelligence e alleanze intorno all'URSS con la premessa della rappresaglia massiccia nucleare quando ancora era indiscusso il monopolio statunitense della Bomba.. mentre già l'ordine di Yalta era già in crisi per il colpo di stato in Cecoslovacchia e il tentato blocco di Berlino mentre l'URSS lasciò scoppiare la guerra in Crimea rimanendone opportunamente fuori in attesa di un esito a proprio favore e aiutò Mao nella speranza di averlo come fantoccio alla stregua di un Ulbricht... insomma l'URSS più che mai in quegli anni e almeno fino alla seconda metà degli anni '80 continuò senza sosta a demolire l'ordine di Yalta a proprio favore anche nello stesso "giardino di casa" statunitense in Sudamerica..altro che "tentativi sovietici di soppravvivere al sistema internazionale ed economico", fu una politica estremamente spregiudicata e aggressiva rischiando anche la guerra atomica contando sulla maggiore vulnerabilità dell'occidente ad un confronto totale e sulla divisione interna nel sistema di alleanze occidentali e facendo tesoro dell'enorme prestigio guadagnato dalla vittoria nella IIWW... dunque non c'è stato alcun accordo sull'ordine mondiale se non all'inizio nell'illusione sopratutto occidentale riguardo al fatto che la politica estera americana fosse semplicemente anti-comunismo è una grossolana banalità, gli USA dovevano prima di tutto salvaguardare i propri interessi geostrategici nel mondo e conservare la struttura commerciale mondiale essenziale per il mantenimento della sua stessa economia e poi impedire ad ogni costo l'egemonia assoluta dell'intero continente euroasiatico da parte di una sola potenza, qualsiasi potesse essere..dopotutto era un punto fermo della stessa politica britannica per secoli contro la Germania,Francia e Russia
non concordo sul fatto che la decolonizzazione non fosse gestita o favorita o alimentata dall'URSS, di certo quella riguardante l'indocina fu un frutto inevitabile della stessa politica anglo-americana a danno dei giapponesi ma non dimentichiamo che il Vietnam e la Cambogia erano rifornite da armi sovietiche e cinesi ( e poi si è visto il Vietnam filo-sovietico fare la guerra contro la Cambogia filo-cinese dopo..) e la stessa Cina divenne "rossa" grazie ad ingenti forniture di materiali di preda bellica e armi russe ( armamenti giapponesi e un bel pò di vecchi modelli di carri russi )da parte dei sovietici dalla Manciuria.. come pure Angola fu area di operazioni cubane con istruttori sovietici e armi dell'europa orientale... il sudamerica non ne parliamo...i comunisti boliviani operavano con ordini da Castro e il Che fu usato praticamente come una pedina da Mosca finchè gli era utile e anche gli eventi del Cile vedevano dietro le quinte aiuti sovietici al governo socialista.. senza aiuti da parte sovietica e cinese, i movimenti decolonialisti avrebbero seguito ben altra piega e non avrebbero replicato grossomodo il medesimo regime sovietico come struttura politica mescolando poi indigeni elementi culturali come i regimi "marxisti" africani... non rinunciò affatto negli anni '50 a guidare il il terzo mondo anzi fu una guerra intestina con la Cina a tutti i livelli e se vogliamo avere paesi seriamente autonomi nella logica dei Blocchi erano i cosidetti "paesi non allineati" di cui la guida era la Iugoslavia titina che era mezzo filo-sovietico e mezzo filo-americano de gustibus...L'ak-47 è si facile da usare e da utilizzare in tutti gli ambienti possibile ma gli M-16 e le sue varie versioni consentivano un tiro più preciso e un consumo più controllato delle munizioni anche se spesso si sente dire di problemi di inceppamento e la sua eccessiva leggerezza ( lo "spazzolino da denti" e "porta-bagagli" asd )
Scriverò una lettera al caro Hobsbawm dicendogli che "eminenti storici" hanno cassato il suo libro, riconosciuto universalmente come una delle più lucide letture del secolo passato... Scusate lo sfottò...ma dato che le mie credenziali qui non valgono un piffero secco (e mi sta pure bene...è una bella palestra...) speravo che almeno di fronte a ben altre credenziali vi sareste dimostrati un po' meno dogmatici e certi delle vostre teorie... Ce l'ho in particolare con Archita...ma con affetto...non è la prima discussione che abbiamo e pian pianino ci riusciamo ad ascoltare e capire a vicenda mi pare... Faccio l'esempio dell'AK-47. Un fucile mitragliatore che deve fare? Sparare...sempre e comunque... Gli Ak-47 dei vietcong sparavano in mezzo al fango, quelli afgani in mezzo alla sabbia...etc.etc. Gli M-16 hanno quel piccolo difettino che se non son tenuti puliti possono incepparsi... Ti pare una cosa di poco conto? L'AK-47 è un'arma grezza, costa poco e non ha prestazioni in se al top...ma è versatile, robusto come pochi, sempre pronto a sparare e poi i sovietici lo vendevano a poco e spesso volentieri... Ecco perchè l'M16 ce l'hanno in dotazione in pochi e l'AK-47 invece lo trovi dappertutto... I marines in particolare si son lamentati più volte dell'inferiorità delle loro armi rispetto al kalasnikov. E sia in Vietnam che in Iraq i soldati americani hanno spesso sostituito la loro arma con AK-47 catturati. Diciamo che la situazione dell'M16 è migliorata con la versione A2...ma questa è stata disponibile solo negli anni 80. L'M16 ha dalla sua la modularità e quindi le possibili espansioni (cosa che permette di dotarsi con un unico fucile mitragliatore e poi adibirlo a compiti diversi...da sniping a lanciagranate...). Ma nessun ribelle può permettersi un M16 e lo stesso dicasi per gli eserciti di mezzo mondo che preferiscono avere 4 ak47 piuttosto che un solo m16... Ecco perchè è l'arma più diffusa... Te mi parli di gusti...io ti parlo di cosa dicevano i soldati americani in vietnam...mi sa che loro avevano motivazioni diverse dai gusti nella scelta delle armi... Sul resto non sono affatto d'accrodo... Il Che pedina di mosca? La cina che diventa rossa per mano dell'Unione sovietica? La decolonizzazione gestita o alimentata da mosca? Mi sa che abbiamo studiato storie diverse... Che ti devo dire...le università italiane non sono evidentemente al top e io ne sono la prova... Però il libro leggitelo...se sei appassionato di storia non puoi non averlo nella tua libreria... Costa 11 euro e son 700 pagine scritte in maniera facile e scorrevole... Ora finiamo questo OT e torniamo a parlare degli attentati?
E' vero che in ben 4 hadith si prevede la morte per l'apostata (cosa non presente nei testi della religione cristiana). E' anche vero che di fatto questo genere di punizione non viene applicata quasi mai. Così come è vero che per secoli la chiesa romana punì con morte e torture gli eretici e i pagani... Credo che la violenza sia insita nell'uomo e le religioni non sono altro che l'espressione dell'uomo nel bene e nel male... Del resto i testi sacri di ogni religione sono stati scritti da uomini. Il problema della laicizzazione degli stati a popolazione mussulmana esiste ma l'aspetto tribale e più conservatore è presente solo in alcuni di essi. Non raffiguriamoci un mondo islamico unico e omogeneo... Le leggi dello stato valgono eccome nella maggior parte dei paesi mussulmani. Dal senegal all'indonesia... Purtroppo la maggior parte di queste nazioni si è liberata solo di recente dal dominio coloniale e il loro percorso verso una società moderna e veramente laica è molto indietro rispetto al nostro (e manco noi in italia siamo laici...). Se poi smettessimo di sfruttarli e bombardarli ogni 3 per 2 forse le correnti integraliste troverebbero meno adepti e minor appoggio popolare... Questo integralismo sta sostituendo il ruolo che ebbe il marxismo di stampo sovietico nelle prime fasi della decolonizzazione, quando in questi paesi che finalmente si liberavano dalla dominazione coloniale si guardava alla rivoluzione comunista come mezzo per aggregare, rafforzare e modernizzare la propria giovane nazione. Dato che i dominatori di allora erano capitalisti e cristiani, una volta fallita la liberazione per mezzo del comunismo ci si è buttati sulla guerra di religione... E come allora l'occidente continua a fare la sua parte...cercando di tenersi ben stretti i privilegi di cui gode a spese del resto del mondo...anche arrivando all'uso della violenza e delle armi. Per farlo ci vuole una giustificazione e cosa meglio se non la guerra di religoni? Uccidere un bambino per difendere i propri privilegi suona male...uccidere un futuro terrorista è un prezzo da pagare per garantire giustizia e libertà (nostra...non loro ovviamente...).... Questa è la retorica di gente come Bush e Netanyahu... Bella gente insomma...
Personalmente non vedo molti nessi fra attentati terroristi di Al Quaeda e i simboli della cristianità. Al Quaeda, per ora, ha colpito gli USA (anche gli attentati a Madrid e Londra sono un messaggio per questi governi a non appoggiare la politica americana - nel caso spagnolo ci sono riusciti benissimo), non simboli religiosi. Sono stati in sostanza messaggi politici. Far saltare San Pietro durante il funerale della massima autorità religiosa del mondo cattolico a cosa avrebbe portato? Probabilmente ad un'unanime condanna mondiale da parte di tutti, anche dallo stesso mondo arabo più "transigente" verso questi movimenti fondamentalisti. Separerei poi la politica della chiesa da quella USA/UE/Italiana, non è che ci sia stato tutto questo appoggio unilaterale ed incondizionato ad Israele da parte del G.Paolo II sulle vicende mediorientali e palestinesi... Insomma, vedo molto più "coerente" con la politica finora attuata da Al Quaeda un attentato alla metropolitana di Milano o di Roma che un attacco ad una chiesa. My 2 cents... Un saluto
Come a dire.....da qualunque parte la guardi la colpa è sempre loro...europa,Usa e Israele sono i cattivi, tutto il resto è bene... ma fammi il piacere và.
No...non parlo di colpe...ma di fenomeni di causa ed effetto... Io studio la storia e non la storia delle colpe... Sono convinto, e come me tante altre persone, che il terrorismo ponga le sue radici negli errori commessi negli ultimi 100 anni... Errori commessi in gran parte dalle nazioni che avevano e hanno il potere di decidere per se e per gli altri. La storia di questi anni ci dimostra come il fallimento dell'onu sia evidente nella questione israeliano-palestinese. Israele può non rispettare le risoluzioni dell'Onu, può usare sulla popolazione civile armi vietate dai trattati internazionali, può coltivare il suo arsenalino di armi nucleari, può privare una grossa parte della popolazione di parte dei diritti civili (gli arabi-israeliani...). Nessuno dice niente...poverini...si devono difendere... Devono difendere le terre che hanno sottratto con le armi al popolo palestinese per potersi espandere (ricorda un po' il lebensraum...). E in nome del loro diritto al Lebensraum possono fare quello che gli pare... Quando si parla delle guerre di Israele ci si dimentica troppo spesso che il paese aggressore 4 volte su 6 fu Israele e non le nazioni arabe. Come all'interno di una società le differenze di classi sociali (ora sarebbe più corretto parlare di livello del tenore di vita) sono alla base di ogni contrasto...anche quelli di carattere religioso, così a livello internazionale lo sfruttamento di pochi a svantaggio di molti non può che generare contrasti che sfociano in guerre o terrorismo. Ingiustizia genera ingiustizia... Come Hitler fu armato da Versailles così il terrorismo di Al Quaeda trova forza e soprattutto manovalanza nell'ingiustizia dello stato attuale di cose. Vedere solo il fanatsmo religioso non ci aiuta a capire le dimensioni reali del fenomeno e soprattutto a capirne le radici. Non ci sono buoni e cattivi...ma c'è chi ha sparato per primo...c'è chi ha imposto il proprio dominio con la forza delle armi e del controllo economico... Ste cosre le dicono pure i pacifisti israeliani...che sono parte in causa.
secondo me manchi di rispetto per chi non condivide un punto di vista ma per questo che il forum ha un suo perchè, si fà confronto senza "credenziali" da agitare lucida lettura non credo, il XX secolo è un secolo fortemente ideologizzato ed è ancora prematuro fare imparziali sentenze tenendo conto che la Guerra Fredda ha lasciato profondissimi segni nella realtà e nelle coscienze e permette una certa sottovalutazione di certe cose una volta cessata sul piano concreto l'esistenza di una potenza. La storiografia generica sul tema della guerra fredda tende a dividersi generalmente in due linee di pensiero quali sono o la percezione di "fine della storia" intesa come trionfo del modello globalista e liberalista ( non liberale,attenzione ) sull'ultimo grande totalitarismo impersonificato dall'URSS e dunque una valutazione acritica del ruolo degli USA come principali fautrici di tale esito oppure in opposto la rivendicazione delle "conquiste" sociali e politiche determinate dal movimento comunista ( in senso lenista-marxista o maoista ) e dunque la "Storia" e rilanciando la superiorità etica dell'URSS ( e dunque anche i lati positivi del suo regime ad esempio uguaglianza formale e servizi gratuiti e assenza di disoccupazione ) e basando gli eventi della Guerra Fredda in senso spiccatamente marxista cioè in base a ragioni economiche e alla rivalità ideologica e antagonista. Di certo la storiografia non si ferma di certo su queste linee generali di pensiero ed esistono altri piani di lettura basati ad esempio sulla storia geopolitica e analisi strategico-militare che possono offrire infatti un nuovo modo di vedere certe situazioni e da non scartare a priori infine riguardo alla Cina sottovaluti il fattore sovietico in Manciuria e pure ( che ho omesso ma che avrei potuto dirlo ) l'errata politica statunitense nei confronti dei nazionalisti cinesi al limite della rottura dovuta anche ai rapporti personali fra Washington e il generale Chiang Kai-shek... ho detto che i Boliviani erano agli ordini di Mosca e il Che, finche andava comodo, agiva sotto supporto di Cuba e c'è una tesi offerta dagli stessi collaboratori del Che sul "tradimento" dell'Avana a riguardo alla sua morte la decolonizzazione è stata ampiamente favorita e gestita secondo ottica geopolitica e nel contesto della Guerra Fredda ed è ormai una tesi ampiamente riconosciuta si ma io ti consiglio anche di leggere altri libri sulla Guerra Fredda ad esempio la grande strategia dell'impero sovietico di Luttwak,Anni di crisi di Henry Kissinger, Geopolitica e Geostrategia di Carlo Jean, La Guerra Fredda di John Gaddis,Storia dell'Unione Sovietica di Zavlasky,Armi e armamenti dell'Unione Sovietica della collana armi moderne,i quadermi nuova storia contemporanea di Sergio Minerbi e il Limes e questo è solo una piccola frazione ovviamente dell'enorme produzione letteraria e storiografica sul tema della Guerra Fredda riguardo agli M-16 e AK-47 direi che i primi erano comunque ideali in posizioni difensive ( come succedeva spesso ) mentre gli ak-47 nate da un progetto tedesco ( e nazista ) sono armi prettamente d'assalto, dunque armi concettualmente diversi e di utilizzo finale diverso
io non condivido il tuo modo di vedere a riguardo di Israele e paesi arabi secondo il principio di "giustizia e sopprafazione", di certo Israele, creatura della Guerra Fredda e di interessi lobbistici, non si è attenuta alle disposizioni sia britanniche che quelle dell'Onu ma al di là dei principi della legittimità è pur sempre una potenza protesa a ricercare la massima sicurezza ed evitare la propria distruzione, un comportamento comune a tutte le potenze capaci di farsi valere con le armi se possibile anche se è una cosa discutibile sul piano morale riguardo al paese aggressore, diciamo che dopo i '50 i paesi arabi non hanno mai riconosciuto Israele e la guerra dei 6 giorni sarebbe scoppiata lo stesso ( per preparativi sopratutto dell'Egitto maggiore promotrice di un confronto armato )anche senza attacco preventivo ( e senza di esso Israele avrebbe forse rischiato la disfatta ) e gli arabi attaccarono di sorpresa Tel Aviv nella guerra del Kippur
Comincio a capire... Sai...io li ho letti ma penso che non valgano molto... A parte che son tutti filo-americani...ma poi proprio è una visione della storia contraria alla mia... Luttwak è rimasto a von clausewitz... Non parlo di Kissinger poi perchè non mi piacciono le parolaccie... boh...scuole di pensiero diverse... Potrei continuare per giorni ad argomentare, a citare libri e documenti ma non credo che serverebbe a te (convinto delle tue idee), al forum (siamo OT...) e a me (se devo levarmi la voglia di insegnare faccio un concorso pubblico e cerco almeno di farmi pagare per il mio lavoro no?). Ci siamo confrontati ma mi sa che qui siamo di fronte a ostacoli insormontabili...torniamo a parlare In topic e amici come prima...