"Oh mia patria sì bella e perduta! Oh membranza sì cara e fatal! Arpa d'or dei fatidici vati, Perché muta dal salice pendi? Le memorie nel petto riaccendi, Ci favella del tempo che fu!" direi il fulcro della questione. Comunque personalmente nessuna può competere con la canzone del piave! Neanche il va pensiero che pur adoro.
Sicuramente come canto, o meglio, coro patriottico ebraico è perfetto, ma per legarlo all'Italia (o anche ad una parte di essa) ci vuole parecchia fantasia. C'è giusto quella strofa che descrive molto genericamente un'ideale di patria, adattabile a qualsiasi nazione. Invece il "debole" e "poco risorgimentale" Inno di Mameli ci descrive perfettamente in ogni rigo: Fratelli d'Italia, l'Italia s'è desta, dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa. Dov'è la Vittoria? Le porga la chioma, ché schiava di Roma Iddio la creò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò. Stringiamci a coorte, siam pronti alla morte. Siam pronti alla morte, l'Italia chiamò, sì! Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un'unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l'ora suonò. Uniamoci, amiamoci, l'unione e l'amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può? Dall'Alpi a Sicilia Dovunque è Legnano, Ogn'uom di Ferruccio Ha il core, ha la mano, I bimbi d'Italia Si chiaman Balilla, Il suon d'ogni squilla I Vespri suonò. Son giunchi che piegano Le spade vendute: Già l'Aquila d'Austria Le penne ha perdute. Il sangue d'Italia, Il sangue Polacco, Bevé, col cosacco, Ma il cor le bruciò. Poi, ovviamente, ognuno ha i suoi gusti musicali.
Quoto Enok, il tanto bistrattato "Canto degli italiani" dal punto di vista del testo è un sunto completo ed esauriente della nostra storia, con riferimenti magari un pò misconosciuti che non arrivano ai più (vorrei sapere quanti sanno chi è il Ferruccio a cui si riferisce il testo) anche con una nota critica se volete, nel punto in cui dice "..perchè non siam popolo, perchè siam divisi"; sul fatto che poi molti la definiscano una "marcetta" se ne può parlare, è una critica prettamente musicale, è chiaro che non ha la marzialità di altri inni nazionali però è innegabile che trasmetta ardore ed un certo entusiasmo. Anche la "Canzone del Piave", pur intrisa di retorica e di propaganda mette la pelle d'oca ad ascoltarla e devo dire che probabilmente ottemperò pienamente alla funzione di sprone ai combattenti, il testo è molto bello e il motivo rende benissimo l'idea dell'impetuosità delle onde del Sacro Fiume.
Concordo. Tant'è che è uno dei pochi inni che porta il nome dell'autore del testo (Mameli) invece del compositore (Novaro). Ché poi non sarà Haydn e nemmeno Verdi, ma è comunque una gran bella melodia.
Personalmente preferisco una marcetta del genere come inno piuttosto di uno stile lento come Va pensiero.