Stessa cosa per i goum algerini in Francia. S'intende che non ho volutamente trattato i territori coloniali asiatici o americani perchè quelli fanno storia a sè sia per periodo sia per tipo di sfruttamento. Mi sono ovviamente limitato alla sola Africa. Però bisogna anche dire che nell'età "aurea" del colonialismo in espansione (ovvero le ultime tre decadi dell'800) le truppe tipicamente coloniali non erano nemmeno tantissime (tranne gli ausiliari dell'India inglese). Il loro uso si affermerà in particolare dagli anni dal 1930 in poi, se non erro. Quindi non penso possa nemmeno correttamente iscriversi tra le "molle" che hanno spinto avanti la colonizzazione.
Ringrazio Ange2222 e Mcgerm per l'interesse ma tengo a precisare che mi sono smeplicemente limitato a copiare il modello proposto da Wikipedia sull'idea che avevo in testa, ossia suddivisione in fasi storiche del Colonialismo. Per quanto riguarda il Brasile penso vi si riferisca (anche se molto brevemente e solo con un 'interessò le coste del Brasile') già nel piccolo paragrafo dedicato alla colonizzazione lusitana. Devo dirmi senz'altro concorde con l'analisi di Maxim Hakim (Africa relativamente povera e colonia in grado di autogovernarsi ancora di meno) ed aggiungere un altro punto alla discussione, oltre che precisare il punto precedente. E' senz'altro vero che le ex potenze coloniali, come peraltro intelligentemente sottolineato da Mcgerm, hanno cercato a più o meno vario titolo di rimanere come governo ombra o in 'orbita' attorno all'ex dipendenza coloniale. Sarebbe infatti interessante fare un'analisi della nazionalità delle società con maggior partecipazione economica nelle aree di crisi (ex Congo belga, ex Africa francese, ex Africa inglese) per capire come effettivamente l'ex potenza coloniale di turno mantenga più o meno una certa 'presenza' nell'area. Sarebbe inoltre interessante andare ad analizzare di volta in volta chi sostenne il dittatorello di turno (es. caso Mugabe) con finanziamenti ed 'accordi' più o meno ufficiosi in cambio di fette più o meno grosse degli affari locali e del commercio di una determinata risorsa locale. Sarebbe ancora, per concludere questo pezzo, interessante analizzare come in molti casi i conflitti etnici attuali siano un retaggio dell adominazione coloniale europea; il caso più celebre è senz'altro quello di Utu e Tutsi; etnie inesistenti prima del'arrivo degli europei e conseguentemente divenute discriminanti per una guerra civile in piena regole. Un pò come se dall'oggi al domani i blu ed i bianchi di 'Amici' si scannassero per il controllo del nulla culturale che ci propinano ogni puntata. No forse questo caso non serve, chi è che non finanzierebbe un simile conflitto? In conclusione io mi sento di dire che l'impronta delle ex potenze coloniali è ancora presente ed ha contribuito senz'altro a molte situazioni di crisi nelle ex colonie; il fatto però è che oltre questo dato di fatto è innegabile che dall'altra parte, ovviamente a mio modesto parere, una frettolosa decolonizzazione, nell'impossibilità di formare una classe dirigente adeguatamente preparata a camminare con le proprie gambe, ha contribuito a consentire al dittatorello di turno (finanziato o meno dal paese occidentale o meno di turno) di fare lo schifus che voleva. Vorrei infatti far notare come in paesi a forte presenza bianca (Sud Africa, Australia, Nuova Zelanda) non vi sia stata la situazione di degenerazione presente nelle ex colonie a fortissima (o totale) maggioranza indigena. Questi paesi infatti erano dotati di una efficiente classe dirigente in grado di reggere l'urto della decolonizzazione ed evitare al paese la guerra civile; secondo me quindi in tutto questo c'è anche una gravissima responsabilità da parte delle classi dirigenti locali indigene poco interessate al benessere della propria terra e molto di più a quello del conto in banca. P.S. Vorrei sapere cosa ne pensate di una colonizzazione violenta spesso ignorata, ossia quella inglese in Transvaal ed in Orange a dano dei coloni boeri.
Siamo sempre sul tema del "chi la fa l'aspetti", i boeri spazzarono via le popolazioni che abitavano l'africa meridionale (non i neri zulu, che arrivarono dopo, ma boscimani e ottentotti - khoisan). PS: le truppe coloniali furono ampiamente impiegate per il mantenimento degli imperi coloniali anche prima della prima guerra mondiale e in questa stessa guerra versarono molto sangue in Europa e nel resto del mondo.
Dipende; i Boeri erano contadini, non avevano schiavi ed erano contrari alla politica inglese che fuggirono dal Capo di Buona Speranza per sottrarsi all'autorità inglese. Penso tu stia confondendo l'operato inglese (criminale) con quello boero (essenzialmente contadino)! http://it.wikipedia.org/wiki/Boeri
i boeri, come tutti i coloni europei scacciarono (a volte inconsapevolemente causa epidemie) gli originari abitatori della regione. La legge del più forte purtroppo funziona sempre. (Anche se i boeri fecero soffrire tantissimo gli inglesi, infliggendogli perdite altisssime).
Il però a questo punto mi pongo una domanda. Lungi da me fare affermazioni raziste,ho molti amici di colore,e sono dell'idea che non ci sia una statistica sull'intelligenza tra bianchi e neri,però la domanda viene quasi spontanea. Sud america,le nazioni del sud america si dichiarano indipendenti,è vero che non furono mai grandi potenze mondiali,ma anche loro ebbero il loro sviluppo,basti pensare all'argentina,brasile,messico,e se andiamo a vedere il 50% della popolazione di queste nazioni era formata da Creoli.......... In africa escluso il sud africa,ci siamo ritrovati con decine e decine di nazioni in continua guerra,piene di debiti,fame,malattie,epidemie,morte,guerra e distruzione,questo è il tipico esempio di un qualsiasi paese Africano. Il sud africa c'èra un buon numero di inglesi con una mentalità non superiore ai nativi,ma semplicemente più occidentale,e difatti oggi il sud africa è una nazione abbastanza fiorente.... Quindi la conclusione è questa:nei paesi dove sono tutt'ora presenti un buon numero di "Creoli" si può vivere,anche se la nazione non è una potenza mondiale. Nei paesi dove sono rimasti i nativi,nonostante più di 300 anni di insegnamenti europei,ci ritroviamo nazioni devastate....
Non ho dati inerenti a ciò e non conosco la situazione etnica al'arrivo dei boeri; posso limitarmi a dire che gli inventori dei campi di concentramento non furono certo i boeri ma qualcosa di più ad ovest. Due parole, entrambe di 5 lettere. Non è questione di razzismo che, di per se, non è ne buono ne cattivo ma è solamente una corrente di pensiero. Lo stigma del 'razzismo' è solamente un altro marchio sociale da utilizzare al momento più opportuno per screditare l'avversario politico e che oramai dilaga nelle menti dei perbenisti di tutto il mondo (repubblica delle ban...italiana compresa). Talmente assurdo da costruire steccati mentali in cui si è portati con la forza delle istituzioni e della società a pensare che tutti siamo uguali, quando è evidente che non è così in quanto tutti, per natura, siamo diversi, senza alcun giudizio di QUALITA'. La questione a mio parere, come dicevo prima, è che più che altro la frettolosità ha impedito la formazione id una classe dirigente locale capace di 'reggere la botta' e quindi ha dimostrato la propria incapacità di fronte, ad esempio, alle ex colonie ove alla guida vi erano i discendenti degli europei.
Secondo me è tutto dovuto alla ricchezza intrinseca del paese in questione. Dove c'è più povertà c'è maggiore lotta per accaparrarsi le poche risorse, e l'Africa è oggettivamente povera di risorse alla base. Tanto per fare un esempio, in Senegal o in Costa d'Avorio c'è almeno una minima economia non dico ricca ma che almeno consente a un minimo di popolazione di vivere senza l'incubo della morte per fame in maniera continua. E difatti sono paesi con minori tensioni interne. E' ovvio che c'è molta generalizzazione nelle mie parole, però...
Osservazione interessante! Però sarebbe meglio aprire una discussione specifica sul continente africano, perchè in effetti è una situazione a sè stante.
Interessante discussione, ma curiosamente con colonialismo si parla solo e sempre dell'espansione coloniale europea dell'era moderna. Le colonie sono sempre esistite e non sono una specificita' dell'Europa moderna ne' a danno di paesi extra-europei: cosa fecero i greci nell'eta' antica? fondarono colonie ovunque poterono eliminando o assimilando i "barbari" (tra cui c'erano anche alcuni tra i nostri avi: Ausoni, Bruzi, Siculi ecc. - i romani ebbero la fortuna di non incontrare i greci troppo presto). La stessa cosa fecero i fenici nell'eta' antica fondando colonie commerciali per il mediterraneo, e poi in maniera sitematica i romani. E cosa fecero gli inglesi in Irlanda? occuparono e sfruttarono l'isola per secoli esattamente come una colonia d'oltremare. Non conosco troppi esempi di colonizzatori extra-europei, ma ammettoche non sono esperto della storia dell'Asia orientale. D'altronde per fondare colonie bisogna essere in grado di muoversi su "grandi" distanze... le epoche colonali greci, fenici, europei 2000 anni dopo) seguono in fondo una fase di miglioramento della tecnica navale che permette di muoversi, di crescita della popolazione e di crescita economica che stimola la ricerca di nuovi mercati o materie prime.
come ricordava ange noi abbiamo "esportato" il concetto di nazione e abbiamo creduto che potesse essere adattato in qualunque contesto e in qualunque sistema sociale. L'africa invece ben prima del colonialismo aveva un proprio sistema a cui abbiamo sovrapposto il sistema nazionale, perdurato anche con la fine del colonialismo. Ciò ha portato ad una confusione tra etnie, religioni, tribù e stati che ha portato all'instabilità odierna. Il sud america, una volta che gli spagnoli hanno spazzato via inca e aztechi, non presenteva una grande varietà e soprattutto densità di "sistemi" di governo. Quindi la complessità del periodo post-coloniale è stata molto minore e non ha portato a gravissimi conflitti come in africa, in aggiunta a ciò le colonie sud americane hanno visto imponenti flussi di immigrazione portando anche persone formate secondo gli stilemi classici a localizzarsi in brasile o argentine e molto spesso sono stati questi gruppi a traghettare il paese nella fase post coloniale. in africa è avvenuto l'esatto contrario, moltissime persone sono state trascinate via, in più i "coloni" sono stati pochi in raffronto alle americhe o all'australia e sono sempre rimasti una piccolissima minoranza e si sono assai scarsamente amalgamati e non sono diventati classe dirigente (tranne che in sud africa) e quindi non hanno potuto "accompagnare" l'indipendenza del paese
Sostanzialmente d'accordo; in sud America non c'è stata una decolonizzazone come nell'Africa del dopoguerra, ma un processo simile all'indipendenza nordamericana con una classe politica "locale" ma sostanzialmente e culturalmente legata ai coloni non certo ai popoli autoctoni. Quindi è probabilmente vero che con altri 2 secoli di protettorato europeo l'Africa non avrebbe avuto i problemi di oggi, ma solo perchè sarebbe nata una classe politica bianca, tendente al meticcio, interessata all'indipendenza dalle varie madrepatrie. Le nazioni post-coloniali che oggi sono "vincenti" sono quelle dove c'è stato un genocidio perlomeno culturale delle popolazioni indigene. Un caso a parte è il Sud Africa dove Mandela, l'ANC, i governanti bianchi e non ultima l'opinione mondiale sembra siano riusciti nell'alchimia politica fino a 20 fa impensabile.
Il genocidio culturale è stato sempre accompagnato a quello fisico: in sudamerica è già stato ricordato quello di atzechi, inca e di altre popolazioni indigene. Anche se è rimasta in alcuni paesi una buona percentuale di popolazione amerindia, questa raramente riveste un ruolo di primo piano nella vita economico-politica (parziale eccezione recentissima: Evo Morales presidente della Bolivia). In Argentina poi, che è per molti versi un paese guida del continente insieme al Brasile, sono quasi tutti di origine europea (prevalentemente spagnola e italiana). Le politiche post-coloniali in sudamerica sono state tutte in realtà neocoloniali, come del resto in quasi tutto mondo. Basta ricordare che praticamente in tutti i paesi sud americani c'è stata una qualche forma di dittatura appoggiata dagli stati uniti ("l'america agli americani" diceva sibillinamente Monroe). In australia gli aborigeni (e maori in nuova zelanda) sono stati annientati e quelli che sono rimasti non fanno certo parte dell'intellighienza australe (vedasi anche il bellissimo film "once were warriors", il primo non il sequel). Idem in america settentrionale, dove tutti sappiamo cosa ne è stato e cosa ne è delle popolazioni originarie. L'Africa, oltre al dettaglio di aver subito qualche secolo di deportazioni in larga scala(principalmente negli stati uniti, ma anche nel resto delle americhe), subisce prima la colonizzazione diretta vera e propria e poi la consolidata pratica neocoloniale, che consente ai paesi occidentali di sfruttare le ricchezze di quel continente, affidando a governi fantoccio o ai signori della guerra, il lavoro sporco di tenere a bada le pretese di vera indipendenza: al netto li si muore di fame, sete, malattia e "piombo", mentre noi (direttamente o attraverso le multinazionali) ci pompiamo il loro petrolio ed estraiamo il loro minerali (con manodopera locale sottopagata). Buoni ultimi ci sono arrivati anche i cinesi, che apprese le tecniche occidentali, le stanno applicando con successo nel continete nero (in sudan per esempio, dove il governo cinese impedisce in sede ONU una qualsiasi risoluzione contro il governo per la crisi in darfur ed inoltre lo rifornisce di armi...ed in cambio si pompa il 60% del petrolio di quel paese). In risposta quindi al quesito contenuto nel titolo della discussione: no, non è difendibile nella misura in cui ci vogliamo discostare da quanto fatto in passato (anche recentissimo come si vede): errare umanum est, perseverare...Ma non sono fiducioso. E poi ci lamentiamo dell'immigrazione...ci semina vento (prima o poi) raccoglie tempesta, ma questo è un altro discorso. ciao cd
Dipende da cosa intendi per "nazione". Perche' i confini tra gli stati (non nazioni) africani sono i confini del tutto artificiali ed arbitrari tra i domini coloniali, dettati dall'equilibrio di forza delle potenze colonizzatrici e nulla hanno a che fare con la situazione etnica locale. ovvero l'America e' stata interamente o quasi europeizzata. Comunque un po' di guerre inizialmente ci furono anche li': Brasile-Argentina, Argentina-Uruguay ecc.. L'indipendenza non cambio' forse molto perche' la macchina statale rimase piu' o meno quella gia' esistente. si' ma non necessariamente dagli europei, che compravano gli schiavi sulle coste, e neanche la maggioranza. Secondo Grenoiulleau ("La tratta degli schiavi", Mulino 2006) studi recenti mostrano che circa 11 milioni di schiavi finirono nella tratta occidentale (America), 17 milioni finirono nella tratta orientale (Africa settentrionale, medio oriente ed oltre), iniziata gia' nel IX-X secolo dagli arabi ed attiva fino ad un secolo fa. La schiavitu' esisteva in Africa prima dell'arrivo degli europei, che si limitarono prevalentemente ad acquistare. Sono d'accordo, diciamo che la presenza europea e' stata superficiale sia per numero di persone migrate in Africa che per durata (meno di un secolo), per cui non creo' alcun ordine nuovo ma incasino' di piu' l'esistente. In sud Africa la presenza europea era molto piu' massiccia, ma sempre limitata. Inoltre piu' che classe dirigente, la mia sensazione e' che i boeri avevano il loro stato che si sovrapponeva all'esistente.
sono daccordo con te e con cyberdisc. L'ordine è durato solo laddove la popolazione locale è stata totalmente o parzialmente sterminata. Il sud america di indio non ha quasi più niente, specialmente i paesi "leader" come Brasile e Argentina. E anche così tensioni e difficoltà ci sono sempre state. L'America del Sud ha conosciuto guerre, carestie, dittature feroci e miseria e tutt'ora non ne è uscita. Discorso ancora peggiore per l'America Centrale, schiacciata dagli interessi USA e lasciata marcire nella miseria più nera. In Africa non c'è stata immigrazione: i coloni erano pochissimi e si limitavano a controllare le aree di estrazione/sfruttamento e basta. Nessun ordine sociale o amministrativo rilevante. QUindi quando le truppe coloniali se ne sono andate hanno lasciato il vuoto. Oltre al fatto che i confini sono stati tagliati fregandosene bellamente della situazione in loco. Oltretutto l'Africa è ricca si, ma quasi solamente di risorse utili ai paesi sviluppati. Alla popolazione africana serve ben altro che il coltan, il petrolio o l'oro. Serve cibo, serve acqua. QUeste potrebbero solo comprarle o farsi aiutare a svilupparle in loco, solo che (sorpresa!) tutte le risorse che potrebbero usare come merce di scambio sono TUTTORA in mano agli occidentali! :contratto: L'Occidente ha concluso l'era coloniale perché NON GLI CONVENIVA. I nuovi sistemi economici permettevano di rinunciare ad una presenza stabile sul posto, limitandosi ad "acquistare" i diritti di sfruttamento. Gli interessi poi vengono protetti non più da un esercito coloniale, ma dalle milizie dei dittatori da loro pagati per tenere la gente lontana dalle aree di sfruttamento. :contratto: Molto, ma MOLTO più conveniente. In questo modo si possono anche mandare gli spiccioli come "aiuti umanitari" e fare la figura dei salvatori.
Per quanto riguarda lo sterminio dei popoli indigeni delle americhe bisogna puntualizzare che una parte consistente delle vittime fu dovuta alle malattie che i bianchi si portarono inconsapevolmento dietro(febbre,morbillo,raffreddore,orecchioni...)malattie sconosciute a questi popoli;va ricordato inoltre che le popolazioni precolombiane non vivevano in un elisio,ma si facevano la guerra fra di loro,praticavano schiavitù e sacrifici umani.. Il problema degli schiavi africani va analizzato così:le tribù africane si facevano la guerra fra di loro non per la conquista del territorio nemico, bensì per ridurre in schiavitù la tribù avversaria.Gli schiavi venivano passati poi ai carovanieri arabi che li rivendevano agli europei:quindi le responsabilità vanno ripartite per tre,i bianchi non si spingevano nell'entroterra africano a procacciarsi schiavi e dunque non facevano la guerra agli africani,perchè c'era il pericolo della malaria.... A tutti coloro che vedono solo l'Occidente alla conquista del mondo ricordo che gli arabi hanno colonizzato la Spagna per ben 800 anni,e che i Turchi sono rimasti in europa sud-orientale per più di 400 anni,anche questo è stato colonialismo(sulla pelle degli europei).Tornando al colonialismo di matrice europea: Parafrasando una celebre espressione di Lenin,si potrebbe affermare che il colonizzatore ha offerto al colonizzato la corda per impiccarlo.Il primo impone ovunque il suo sistema economico e socialerovoca così la disgregazione delle economie e delle società tradizionali,ma crea al tempo stesso i vettori sociali della decolonizzazione:associazioni di capi di villaggio(maliks indiani,notabili rurali in Algeria),sindacalisti delle città(Tunisia),piccola borghesia militare e civile(Egitto e Africa nera).Il colonizzatore integra le colonie nell'economia mondo,ma le abbandona anche allo sfruttamento,le toglie dall'isolamento e propone loro un modelo da seguire.Crea soprattutto nelle scuole,nelle università e nelle fabbriche uomini a sua immagine e somiglianza,e dà così origine a degli ibridi culturali candidati inevitabilmente al disagio a e alla frustrazione ma capaci anche di impugnare i concetti e le armi del maestro.Essi sapranno facilmente attingere dalla cultura europea gli elementi costruttivi della propria identità:il loro modello è lo stato nazionale europeo,le loro ideologie quelle veicolate dall'occidente.Ecco il grande paradosso del colonialismo europeo(e solo europeo):i valori di cui l'Occidente si è fatto portavoce contengono in sè la condanna dell'esperienza coloniale.Per una conferma di ciò basti pensare all'influenza del marxismo,ai valori repubblicani inculcati dagli insegnanti francesi,al liberalismo inglese appreso dalle elites africane ed indiane a Oxford e Cambridge.O meglio :la stessa efficienza,le forme più compiute di organizzazione politica e militare del colonizzatore dovevano diventare per forza prodotti d'esportazione e dunque altrettante armi che il colonizzato avrebbe finito per utilizzare contro di lui.
occhio che durante le guerre indiane alcuni contagi vennero sparsi di proposito e quindi? Nessun problema a proposito: tre responsabili mi sembra corretto anche se non so quanto pesasse la responsabilità dei carovanieri arabi. I popoli indigeni non potevano condurre loro gli schiavi fino ai mercati? Quelle erano guerre di conquista, non colonialismo. Lì c'era la volontà di tenerle e inglobarle, non di sfruttarle e basta. E' una forma diversa di soggiogamento. Questo è molto interessante, però molti leader nazionalisti e/o indipendentisti non avevano affatto studiato in Occidente. Inoltre, nella grande maggioranza dei casi sul posto non veniva affatto organizzato uno stato reale. C'erano zone di sfruttamento presidiate e il resto per lo più abbandonato a se stesso. Laddove c'erano più interessi era più forte la presenza (india, sud africa, ecc), in altre zone no (moltissime zone africane). Infatti il dramma è che il 90% della popolazione africana si è trovata abbandonata a se stessa, con i vecchi sistemi organizzativi (tribù o simili) distrutti e niente con cui sostituirli. Le elite ci hanno messo del loro usando solo il peggio della struttura statale occidentale: ovvero la macchina repressiva e il controllo della popolazione tramite la propaganda (es: propaganda hutu anti-tutsi anche via radio) e il terrore delle milizie paramilitari.
@ Mikail:-se ti riferisci alle coperte contaminate di vaiolo usate dai bianchi nei confronti dei pellerossa è vero ma solo in minima parte ,e comunque vale solo per il Nordamerica non per il Sudamerica. -Visto che si parlava di genocidio culturale va ricordato per esempio che la completa eliminazione della cultura dei Maya(presenti nella penisola dello Youcatan)avvenne per rivolgimenti interni(sommosse di schiavi o altro),o per popolazioni esterne ma pur sempre originarie del continente americano,che distrussero appunto questa civiltà,e non da parte dei conquistadores europei.Questo lo puntualizzo per far capire che i sanguinari distruttori di civiltà e popoli non solo solo europei.Va ricordato che i conquistadores spagnoli per liquidare gli Aztechi si avvalsero di popolazioni indigene nemiche da sempre di questi ultimi(forse i Toltechi o gli Olmechi..non ne sono certo dovrei controllare) -i carovanieri arabi ebbero invece un'importanza fondamentale conoscevano il continente africano in lungo e in largo gli europei avevano invece una conscenza dello stesso solo costiera. -guerra di conquista o no,soggiogati o colonizzati ha poca importanza(sempre sfruttamento è)...ricordo comunque che l'espansionismi islamico in oriente ha distrutto intere culture basti pensare allo zoroastrismo in Persia all'induismo in Pakistan ormai completamente islamizzato,o ad altre religioni e culture pagane -Molti leader della decolonizzazione avevano studiato in occidente,ti faccio solo alcuni nomi: -Ho Chi Min(ha studiato in Francia ed Inghilterra) -Pol pot (poco raccomandabile,ha studiato comunque alla Sorbona Francia) -Gandhi ha studiato presso la University college di Londra Ti ho citato solo questi ma ce ne sono molti altri,basta che fai un'accurata ricerca in rete. La cosa più affascinante del colonialismo occidentale è che i popoli colonizzati non hanno mai prodotto ideologie proprie per combattere il colonialismo dell'occidente,ma hanno usato:liberalismo,marxismo o nazionalismo(fascismo) che sono ideologie occidentali per riguadagnarsi la libertà,questo è davvero originale.Gandhi usò il liberalismo per ottenere la libertà del suo popolo,l'algeria il nazionalismo(fascismo)per scacciare i francesi,l'indocina il marxismo per liberarsi dai vecchi dominatori.Ti ho fatto tre esempi abbastanza significativi.
mi trovo d'accorso con i punti sopra grassettati. Non dobbiamo credere alla favoletta dell'europeo cattivo e dell'indigeno buono. l'europeo è stato enormemente avvantaggiato rispetto agli amerindi da "armi, acciaio e malattie" (Diamond Jared). In quel testo poi è ricordato il caso di un'isola nel pacifico abitata da una popolazione pacifica e non avvezza all'uso delle armi devastata dall'arrivo dei colonizzatori: dei maori. Riguardo al ruolo degli arabi nella tratta degli schiavi non posso far altro che quotarti. PS: non solo arabi, spagnoli, inglesi e portoghesi si occuparono di quel simpatico lavoro anche i genovesi avendo in appalto l'asiento (Pietrostefani: Guerra corsara ...)