Non avreste dovuto mettere l'ultima opzione, troppo comodo dire che l'italia ci ha perso... non credo sia il vero senso del sondaggio.
Si imporrà il fondamentalismo islamico, non so se con la violenza o con elezioni democratiche. Noi dobbiamo tenere a mente una cosa: non è una guerra americana. Guerra in Afghanistan. C'erano miriade di macellai e signori della guerra con grande consenso popolare, chi vanno scegliere gli americani: Karzai, cioè un signore nessuno che non ha ucciso nessuno ed era capo di un comitato pacifico che voleva il ritorno del re anche se per motivi inspiegabili si è proclamato presidente. Guerra in Iraq. Qui Bush era così deciso a non macchiarsi l'immagine che ha smantellato l'intero esercito iracheno che aveva una scusa alla nazista (l'avere seguito gli ordini di Saddam) per i propri crimini. E questa scelta è stata pagata con migliaia di morti americani. Dalla Libia invece emerge l'eterna verità: i francesi non hanno un'immagine da salvaguardare. Sono sempre i soliti rosiconi. Secondo loro mai salvati dagli americani, vincitori dei nazisti senza l'aiuto di nessuno. E naturalmente in secoli mai una guerricciola con gli USA, ma soli dispettucci. E la primavera araba è il dispettuccio dei francesi. Si è scelto di appoggiare un macellaio popolare come Jalil piuttosto che uno impopolare ma mite. Jalil è un tremendo cerchiobottista: nostalgico del colonialismo italiano, fautore della sharia, ideologicamente identico a Gheddafi e restauratore monarchico a seconda dell'interlocutore. Quando una minoranza dà i numeri, come il massone che nel 1970 con il 36% pensò di essere autorizzato a rivoltare come un calzino il proprio paese, gli americani intervengono. Purtroppo Obama si sta comportando da zerbino e finché ci sono i francesi a decidere dobbiamo aspettarci il peggio.
Vi invito a leggere questo articolo: http://www.ultimenotizie.tv/notizie...-esultano-bene-jalil-su-ritorno-a-sharia.html La situazione in Libia sta prendendo una piega grottesca. Adesso che cosa farà la NATO? Tra qualche anno dichiareranno guerra pure al nuovo governo libico per i suoi presunti (e mica tanto) legami con il terrorismo? Certo che il CNT ha fatto bene a scegliere un leader, tale Jalil, così moderato e progressista (ma quando mai), la persona giusta per guidare un processo "democratico".
Ho risposto "altro". La Libia è una terra composita, con molte tradizioni e culture differenti e, inoltre, è profondamente stratificata sul piano sociale. Potrebbe semplicemente andare in pezzi e poiché, a differenza della Somalia, ha il petrolio, costituire dei potentati centrati sul controllo di alcune zone ricche, potentati che, al di là delle dichiarazioni, sarebbero impegnati a mantenere attive le risorse petrolifere. Potrebbe restare unita, sotto un qualsiasi governo, e ridistribuire le vendite di petrolio con prezzi diversi. Potrebbe cedere alla tentazione islamica, con il risultato di emarginare ampi strati della popolazione dal controllo (o meglio: dal beneficio) delle ricchezze. Potrebbe costruire un governo simil-democratico cedendo il potere economico effettivo a pochi potentati e quello territoriale ad altri. La cosa meno probabile è una lunga guerra civile: le risorse sono troppo importanti per esser perse a lungo a causa del caos interno. Cinesi, europei e americani non hanno interesse al caos e mi pare che questa sia dunque la soluzione meno probabile: il caos ha bisogno di finanziatori. Magari potrebbero nascere due libie ma il risultato sarebbe solo di avere una nazionale in più ai prossimi mondiali. Diversa questione è se noi ne abbiamo guadagnato o perso. Il vecchio regime non era affidabile. Il nuovo (o i nuovi) potrebbero non esser migliori. Il fatto è che per noi la vera questione non è il petrolio, che è invece la questione per tutti gli altri (sotto questo aspetto siamo abbastanza coperti) ma l'immigrazione. E qui temo che non ci siano alternative: comunque sia, la pressione emigratoria dalla Libia crescerà.