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Cosa succede in caso di default

Discussione in 'Off Topic' iniziata da ronnybonny, 11 Gennaio 2015.

  1. Carlos V

    Carlos V

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    Voglio spezzare una lancia a favore del turismo.
    Premesso che l'innovazione tecnologica e la qualità siano importanti per la crescita economica, forse si tende a sottovalutare un po' troppo gli effetti del turismo e di una corretta gestione dei beni culturali di un Paese.
    L'Italia possiede il 60% del patrimonio culturale del mondo, ma purtroppo questo viene mal gestito e mal sfruttato da una classe politica ignorante, meschina e superficiale. In Francia il solo Louvre registra entrate maggiori di molti famosi musei italiani, come la Galleria degli Uffizi a Firenze, il Museo del Palatino a Roma o il Museo Egizio di Torino. Se i Francesi riescono a far fruttare bene ciò che hanno nel loro territorio (e parliamo, in questa sede, della sola Parigi, eh), gli Italiani, con tutto il patrimonio disseminato sul territorio nazionale, hanno evidentemente qualche problema gestionale, organizzativo e culturale.
    Accanto ai siti più famosi come Pompei, Ercolano e i Fori Imperiali ci sono decine e decine si siti "minori", non per importanza storica, bensì perché scarsamente pubblicizzati o perché chiusi per mancanza di fondi/personale/volontà politica. Così come esistono chiese, monasteri e gallerie (che spesso erano collezioni private, poi rese pubbliche o donate allo Stato) sconosciute al di fuori dell'ambiente degli addetti ai lavori.
    Non dico che l'Italia debba campare solo di turismo, anzi sono il primo a sostenere che bisogna migliorare la rete di infrastrutture, delle comunicazioni e investire sui settori di eccellenza e sulla ricerca tecnologica, ma questi elementi, insieme a delle consistenti entrate derivate dal turismo, possono costituire il volano per la crescita che tanto auspichiamo.

    Migliorare la gestione del nostro patrimonio storico-artistico comporta:
    - maggiore pubblicità all'estero, quindi più turisti invogliati a visitare il nostro Paese (è già attiriamo molte persone dai BRICS, anzi sono proprio i turisti russi e cinesi a tenere a galla diverse esposizioni);
    - maggiore occupazione: archeologi, operatori di beni culturali, guide turistiche, custodi e in secondo luogo tutto il settore alberghiero e della ristorazione (più tempo i turisti restano in Italia, più soldi spenderanno per pernottare e mangiare);
    - maggiori entrate, molto superiori a quelle attuali (ritorno qui all'esempio del Louvre (da cui dovrebbero prendere esempio i politici nostrani), ma posso citare il British Museum, la Gliptoteca di Monaco, ecc.

    Ripeto, una migliore gestione del turismo, unita all'innovazione tecnologica e alla qualità, possono contribuire a renderci competitivi; i diversi settori devono dialogare tra loro per raggiungere un fine comune, che è quello di uscire dalla crisi e rendere l'Italia una nazione di primo piano nel mondo.
     
  2. Sir Matthew

    Sir Matthew

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    Quel'è la fonte del grafico?
    Mi pare che dimentichi una cosa fondamentale: il mondo nell'1 d.C non è paragonabile al mondo attuale. Con quali dati calcola il gdp della Cina di 2000 anni fa? Inoltre perché divide il gdp dell'europa mentre considera unito quello dell'india (che non è sempre stato un impero monolitico per 2000 anni...). In fondo il gdp dell'europa è stato, per i primi 500 anni di quel grafico, unito. Quindi andrebbero sommati i valori per Italia, Germania, Spagna, Uk, Francia, Grecia, Turchia, Egitto e Iran.
    Poi ignora completamente la situazione americana fino al 1700. Non posso credere che nel 1300/1400 il "peso" in gdp degli imperi precolombiani fosse totalmente nullo.

    Questo grafico così, senza nessuna spiegazione, mi pare poco utile, e facilmente fraintendibile.
     
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  3. Rio

    Rio

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    Ci credo, india e cina hanno sempre avuto una popolazione incredibile! E' normale che a fatica la rivoluzione industriale abbia scalfito questo primato: anche se avrai la più ottima macchina di sempre, non riuscirai mai a produrre come 1 miliardo di asiatici. Senza contare che tu paghi la macchina, gli operai, l'eventuale welfare, le materie prime. Gli asiatici hanno il piccolissimo vantaggio di vivere in stati abnormi (più probabilità di avere materie prime) e di costare poco.

    Poi secondo me è sfasato: come fa l'inghilterra di fine 800, una potenza mai vista, ad avere così poca GDP?
     
  4. SkySpace

    SkySpace

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    e mentre avviene tutto ciò da quelle parti, da noi cosa succederà? povertà dilagante, guerre tra poveri, ritorno di (come già osserviamo in parte) populismi e partiti xenofobi? un nuovo terzo mondo?
    e adattarsi a questa situazione cosa significa per te?
     
  5. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Ma speriamo ben di no! Tocca a noi decidere se al governo vanno partiti populisti o ci saranno le guerre tra poveri
     
  6. Invernomuto

    Invernomuto -

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    La fonte dei dati è il sito di Maddison sul World GDP data. Ovviamente sono delle stime. Analoga rappresentazione l'ho vista in una lezione della Bocconi, ma non ho link da darvi, mi spiace.
    Non bisogna però fossilizzarsi sui singoli periodi, il grafico non vuole dare una rappresentazione esatta al centesimo del GDP dei singoli stati (che magari manco esistevano) in un determinato momento storico, quanto evidenziare un trend di lungo periodo. Gli storici concordano che nell'anno 1000 l'Europa era assolutamente sottosviluppata rispetto a Cina o India. Il declino (relativo) dell'EU e degli USA in termini di posto dove si produce la ricchezza del mondo è abbastanza evidente e non è destinato a fermarsi nei prossimi anni.
    Tutto qui.

    E quindi?
    Il grafico postato serve ad evidenziare anche quello che dici: con l'industrializzazione dell'Asia, dove vivono miliardi di persone, l'importanza relativa dell'europa in termini di ricchezza prodotta nel mondo sarà sempre più ridotta. Non ho mica scritto che i cinesi erano più produttivi perché usano formule magiche, non ho capito il senso dell'intervento...
     
  7. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Non faccio il tuttologo né ho la sfera di cristallo per cui non saprei risponderti, davvero. Immagino che il mondo occidentale andrà incontro ad ulteriori fasi di deindustralizzazione.
    Per adattarmi intendo che o ti abitui a vivere con meno oppure ti muovi e vai a vivere dove la ricchezza viene prodotta. Insomma, studia inglese e cinese...
    Sicuramente non fa statistica, ma non sono pochi quelli che conosco (fascia d'età 30-50) che hanno lavorato in Cina anche per lunghi periodi di tempo...
    E' mia personalissima (e banalissima) opinione che saranno sempre di più in futuro.

    Ciao
     
  8. Rio

    Rio

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    Sinceramente mi sembrava un ovvietà anche il grafico: è normale che l'asia produca di più, se a ognuno cavi 10 euro farai comunque più soldi di cavarne 50 a ogni europeo. Valutare il Pil generale mostrerà sempre avvantaggiati gli stati con più popolazione.
    Discorso diverso se vediamo il pro-capite: dubito fortemente che se l'occidente abbasserà il suo reddito pro capite tutta l'offerta asiatica riesca ad essere venduta.

    Guardiamola sotto un'altra luce: meglio gli occidentali che hanno fatto tanti soldi con poche persone, che i megastati asiatici che hanno stancamente munto l'enorme manodopera a loro disposizione?
     
  9. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Giustissimo, dobbiamo assolutamente fare di più! Ma solo per arrotondare le entrate, non per farne la risorse principale. La Francia, il primo paese al mondo per visitatori, ricava 40 miliardi su più di 2000 di PIL.

    Beh, erano imperi senza ruota, senza cavalli, senza buoi, senza ferro, con scambi commerciali limitati a tribù preistoriche.

    Ma qui non si parla di chi ha fatto meglio o peggio, ovvio che l'Europa che ha europeizzato il resto del mondo ha compiuto un'impresa storica eccezionale, ma ora che il livello tecnologico si equilibria nuovamente il centro dell'economia mondiale passa al Pacifico.
     
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  10. Carlos V

    Carlos V

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    E possiamo fare ben più della Francia, con il nostro immenso patrimonio!

    Snoccioliamo qualche cifra, per fare chiarezza (dati aggiornati all'Aprile 2014) :leggo::
    L’industria turistica italiana conferma, nel 2013, il suo ruolo di importante motore dell’economia del Paese, nonostante la sua forza propulsiva abbia accusato un calo rispetto all’anno precedente. Il 2014 dovrebbe comunque essere un anno di crescita, che riporterà il PIL turistico al di sopra dei livelli del 2012. Questo è quanto emerge dalla lettura dell’ultimo report sull’impatto economico del settore viaggi e turismo nel mondo e nei singoli paesi, prodotto dal World Travel and Tourism Council.
    In cifre, il contributo totale del turismo all’economia italiana nel 2013 è stato pari a 159,6 miliardi di euro, pari al 10,3% del PIL.

    Fonte: Osservatorio Nazionale del Turismo

    Se la Francia, con una gestione sicuramente migliore di quella italiana, ricava 40 miliardi su un totale di 2000 di PIL, l'Italia, con la pessima gestione attuale, ne ricava quasi 160 (su un totale che non conosco, ma al netto del PIL resta pur sempre una cifra più alta dei 40 miliardi francesi).
    In soldoni, se con tutti i problemi che affliggono un settore martoriato come quello dei beni culturali, riusciamo a produrre una cifra di tutto rispetto, senza nemmeno essere il Paese più visitato al mondo, si può facilmente dedurre come con una politica più accorta, più attenta (e più colta, mi sento di aggiungere) questa cifra possa salire. ;)

    Infine, è bene ricordarlo, oltre all'aumento delle entrate c'è da considerare l'innesco di un circolo virtuoso: nel senso che se io apro siti archeologici rimasti chiusi per anni (o mai aperti), chiese, monasteri, collezioni private e palazzi posso assumere più personale per gestirli, per preservarli e per renderli fruibili al pubblico, quindi ricadute occupazionali per professionalità di alto livello (archeologi, restauratori) e di basso livello (custodi, operatori ecologici).
     
  11. bacca

    bacca

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    Voi spendereste 20.000€ per una macchina? e per un viaggio?
     
  12. GyJeX

    GyJeX

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    no, ma ne spenderei 20000 in fi*a, produciamola e abbiamo risolto ogni problema
     
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  13. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Non dobbiamo spendere noi 20.000 € in viaggi: lo devono fare gli asiatici e gli altri turisti stranieri.
     
  14. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Una delle nostre due fonti ha cannato in maniera totale i dati.

    Qui confermano i miei dati: gli incassi per i vari paesi europei sono una 50ina di miliardi a testa.
    http://www.euractiv.it/it/news/tras...rismo-bel-paese-insegue-francia-e-spagna.html
    http://www.enit.it/en/studies-and-research.html

    Mi piacerebbe capire quindi cosa ha calcolato l'ONT...
     
  15. Carlos V

    Carlos V

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    La seconda fonte che hai postato conferma i dati espressi prima:
    se si apre il link http://www.enit.it/en/studies-and-research.html, in fondo alla pagina, come summa di tutte le considerazioni e i valori mostrati (pernottamento, alberghi, flussi turistici, ecc.) si trovano i valori indicati dall'ONT:

    L’impatto economico del settore turistico allargato nel 2013
    • ECONOMIA VIAGGI E TURISMO: 159,6 miliardi di euro
      (impatto dell’economia allargata del settore turistico sul Prodotto Interno Lordo)
    • INCIDENZA SUL PIL: 10,3%
    • OCCUPAZIONE TURISTICA: 2.619.000 unità
      (occupati diretti e indiretti)
    • INCIDENZA SULL’INTERA OCCUPAZIONE NAZIONALE: 11,6%
    Fonte: stime WTTC - Travel & Tourism Economic Impact 2014 Italy

    E' la prima fonte che contraddice quanto detto fino ad ora, cito testualmente:

    In Italia, nel 2012, l’industria turistica aveva fatturato 32,6 miliardi di euro, dopo Francia e Spagna (quest'ultima si colloca al primo posto con 55 miliardi di fatturato e una previsione di crescita del settore di oltre il 20%). La “medaglia di bronzo” del nostro Paese si spiega anche a causa della performance negativa delle regioni del Mezzogiorno per i pernottamenti complessivi negli alberghi. Nella classifica guidata dalle Canarie (Spagna) e dall'Ile de France (la Regione di Parigi), il Veneto si colloca al sesto posto, seguito dalla Toscana (12° posizione). In coda, purtroppo, le regioni del Sud.

    Due sono i casi:
    - dal 2012 al 2013 i ricavi del turismo sono saliti vertiginosamente da 32 a 159 miliardi
    - la prima fonte tiene conto dei ricavi del turismo in senso stretto (biglietti dei musei, gallerie d'arte, parchi, ecc.), mentre la seconda fonte (e quella postata da me) comprende delle fasce legate a doppio filo al turismo, come il settore alberghiero, della ristorazione, dei trasporti e del commercio al dettaglio (souvenir, gadgets, opuscoli, ecc.).

    In effetti ci può stare che il Louvre, da solo, stacca molti più biglietti di tutti i musei italiani messi insieme; questo spigherebbe perché, analizzando le entrate dirette (ciò che ricavano direttamente i luoghi della cultura e non gli alberghi), la Francia ci superi in classifica.
    Se si analizzano le entrate indirette o comunque accessorie (vitto, alloggio e commercio) può essere altresì verosimile che i turisti, oltre a visitare i musei e i siti archeologici, passino parte del loro tempo sulla spiagge, tra le montagne, nei boschi, consumino cibo italiano e comprano oggetti d'artigianato presso le botteghe. E, in questo senso, abbiamo molto di più da offrire rispetto alla Francia (senza nulla togliere ai cugini francesi, eh, che pure hanno le loro eccellenze).
     
  16. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    A me non convince una sola cosa: il 60% del patrimonio culturale mondiale è in Italia? Non per screditare la nostra penisola, ma mi sembra un dato veramente alto.
     
  17. Carlos V

    Carlos V

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    In giro per la rete troverai diversi siti che smentiscono questa affermazione, ma prima che qualcuno posti qualche link in cui viene detto: "ma non è vero! in realtà in Italia abbiamo... (cifre variabili)", ritengo doveroso fare una precisazione.
    Le stime vengono fatte esclusivamente sui siti patrimonio dell'UNESCO, cioè riconosciuti da un organismo internazionale, ma nella realtà dei fatti NON tutti i siti presenti sul territorio di una nazione sono inclusi negli elenchi UNESCO. Per ottenere questo riconoscimento occorre seguire una trafila burocratica/accademica, che deve accertare le peculiarità storico-artistiche del sito, il suo impatto e il suo ruolo per l'epoca in cui è stato edificato (e per quelle successive), il suo collegamento con eventi storici significativi e via dicendo.

    Se guardiamo le stime ufficiali, i valori saranno tutti molto al di sotto del 60%, ma parliamo appunto di quella percentuale di siti inclusi nell'UNESCO. Sul territorio nazionale non abbiamo solo Pompei, Ercolano e il Colosseo: ci sono decine di aree archeologiche ancora in corso di scavo, centinaia di reperti da catalogare, decine di opere d'arte da restaurare che stagnano nei magazzini, per non parlare di tutto quello che c'è ancora da scoprire; mettiamoci poi anche la presenza di chiesette di campagna, di montagna, di monasteri, di palazzi nobiliari ancora utilizzati dai discendenti degli antichi proprietari; e mettiamoci infine che l'UNESCO tutela anche le espressioni folcloristiche di una determinata cultura come balli, canti popolari e prodotti della gastronomia locale.

    Si può comprendere facilmente come, nella sua globalità, il patrimonio culturale dell'Italia sia immensamente ricco, vuoi per le numerose stratificazioni storiche avvenute nel corso dei secoli (invasioni di popoli esterni, posizione geografica), vuoi per la secolare divisione che ha permesso lo sviluppo di tratti culturali peculiari in ogni singola regione (e a volte in ogni singolo territorio, dato che in una stessa regione possono coesistere elementi molto diversi tra loro).
    Quindi sì, abbiamo un immenso patrimonio culturale mal sfruttato.

    Allego qualche cifra e delle fonti:

    La lista del Patrimonio Mondiale include 1001 siti che formano parte del patrimonio culturale e naturale. La Commissione per il Patrimonio Mondiale considera che tali siti abbiano un valore universale. L’UNESCO ha finora riconosciuto un totale di 1001 siti (777 beni culturali, 194 naturali e 30 misti) presenti in 161 Paesi del mondo.

    Attualmente l'Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti
    (50) inclusi nella lista dei Patrimoni dell'Umanità.
    Fonte: http://www.unesco.it/cni/index.php/siti-italiani

    Risulta semplice capire come una stima basata solo questi dati sia falsata.
    Stando a queste statistiche, l'Italia avrebbe (e i siti che si propongono come "smascheratori" lo riportano) circa il 6% del patrimonio artistico mondiale. Ma tutti i comuni e le aree rurali italiane hanno delle stratificazioni storiche, a cominciare dalla loro fondazione (in genere in epoca romana o medievale) e sono tutti ugualmente importanti per la storia della nazione e come tali degni di essere preservati e fatti conoscere al pubblico, cosa che purtroppo in molti casi non avviene.
     
  18. mattia I visconti

    mattia I visconti

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    Sì, è vero, non posso dire che non hai ragione.
    Il fatto è questo: in Italia ci sono molte cose belle, molti paesini sconosciuti ma che hanno un valore artisticamente alto, molte chiese speciali.
    Ma nel resto d'Europa e del mondo i paesi sono tutti fatti di cemento armato e acciaio, senza un minimo d'arte?
    Potrei adesso capire i paesi e le aree colonizzati di recente (1/2 secoli) ma penso che ci siano luoghi altrettanto belli fuori dall'Italia!

    I dati dell'Unesco ci danno primi in classifica per siti. Quello è un dato certo; e come dici te non c'è solo il Colosseo e Pompei.
    E ti faccio un esempio: A Bologna vorrebbero candidare a sito UNESCO il Portico di San Luca. Ma c'è di più oltre ai portici: le porte, le torri, San Petronio, Palazzo d'Accursio, l'Archiginnasio... e molto altro. In Francia, in Spagna, in Inghilterra città mediamente grandi come Bologna non hanno un patrimonio artistico/culturale simile?
    Non dico la città nel Kansas fondata nel '900, ma penso che il 60% del patrimonio culturale mondiale sia tutto in Italia mi sembra eccessivo.
     
  19. Invernomuto

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    Se sintetizzi il tutto a: "in Oriente sono di più per cui producono di più rispetto all'Occidente" sono d'accordo che è un'ovvietà.
    Personalmente, e credo che questo fosse l'intento del grafico, volevo solo mettere in luce che:
    1) storicamente il centro del mondo (economico) è stato l'Oriente, non l'Occidente. Indubbiamente anche per una questione di meri numeri sulla popolazione e manodopera, ma attenzione a non ridurre il discorso solo a questo. Nell'anno Mille la Cina era la superpotenza economica dell'epoca, l'Europa era una regione prevalentemente sottosviluppata per gli standard cinesi. Quindi avevano numeri e *produttività* dalla loro.
    2) l'Occidente ha sovvertito questi rapporti, per un periodo di tempo relativamente breve, grazie essenzialmente alla rivoluzione industriale. La produttività data dalle "macchine" non è paragonabile, ovviamente, a quella delle società preindustriali rimaste ad agricoltura o all'artigianato basate sul lavoro umano e animale. Questo ha consentito all'Occidente di dominare gli ultimi secoli non solo dal punto di vista economico ma anche da quello militare, scientifico, culturale, ecc.
    3) i rapporti di forza stanno rapidamente mutando, perché le "macchine" sono utilizzate ormai anche in Oriente. Insomma, i "numeri" della popolazione stanno tornando a farsi sentire e l'importanza dell' "Occidente" si sta riducendo in termini relativi. Il centro del mondo tornerà ad essere l'Asia, il processo è già in atto e non credo sia reversibile (oltre al fatto che non sarebbe giusto fermarlo).

    Cosa significherà il punto 3) per noi è molto difficile da stabilire. Sicuramente non torneremo a fare gli amanuensi nei monasteri benedettini mormorando "a peste, fame et bello libera nos, Domine!", ma dobbiamo abituarci all'idea di diventare dei satelliti di economie più grosse e probabilmente a tendere più sviluppate. Economie che hanno una cultura parecchio diversa dalla nostra... Quanto staremo in periferia dipenderà dalle scelte politiche che si faranno in futuro (es: il successo o meno dell'UE), di certo c'è che se non produci qualcosa da offrire al mondo (e in particolare all'Oriente) e che il mondo vuole le prospettive non sono tanto rosee.

    Tutto qui.

    Ti hanno già risposto, il "problema" è che ora quell'enorme manodopera sta arrivando a livelli di produttività pari a quella del mondo Occidentale. In Cina hai sicuramente aree ancora rurali dove si produce con metodi "preindustriali", hai molta manodopera non specializzata e fabbriche che producono oggetti a basso contenuto tecnologico, ma hai anche settori all'avanguardia dove lavora manodopera altamente specializzata. Gli schermi "retina" dell'iPhone li fanno in Cina, non in Giappone. Hai fabbriche di smartphone, microprocessori, università all'avanguardia, ecc ecc. Insomma, il gap con l'Occidente in termini di produttività si sta rapidamente colmando.
     
  20. Rio

    Rio

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    Hai ragione, ora mi è più chiaro.
    Secondo me c'è un dato che va osservato bene: il potere d'acquisto pro capite. Uno stato occidentale ha un potere d'acquisto pro capite mediamente alto e una società mediamente livellata verso l'alto da questo punto di vista. Gli stati asiatici invece hanno (ed è naturale, vista l'industrializzazione in corso) un nucleo di (relativamente) poche persone con una grande ricchezza, e milioni (miliardi) di persone con bassissimo potere d'acquisto.
    Prendiamo un prodotto di alta tecnologia: viene prodotto in cina per 50 e venduto in italia per 250 (stima), perchè il mercato italiano/europeo/occidentale si può permettere di spendere 250 per il prodotto. Ma se il prodotto venisse venduto solo in cina, vendendolo a 250 si avrebbero meno acquirenti rispetto alla vendita in italia/europa/occidente. Ma vendendolo a 60, siamo sicuri che le vendite saranno comunque le stesse dell'italia/europa/occidente?
    Fonti: http://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_PIL_(PPA)_pro_capite

    L'asia, sopratutto in questo periodo, produce ricchezza totale perchè esiste un mercato ESTERNO che ne assorbe la produzione. Senza il mercato esterno (ergo, impoverimento devastante dell'occidente), la superproduzione asiatica riuscirebbe ad essere venduta ad un mercato interno con una percentuale di poveracci incredibile?
     

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