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Osservatorio Crisi Ucraina - Guerra nel Donbass

Discussione in 'Warfare Moderno' iniziata da Pandrea, 27 Gennaio 2014.

  1. Amadeus

    Amadeus

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    C'è da dire che anche ai tempi dell'URSS gli Specnaz raramente indossavano distintivi sulle uniformi.
    Per quanto, in questo caso, credo che il motivo sia impedire una corretta valutazione di quali e quante forze la Federazione Russa ha in campo. Come si è già detto, le forze in gioco sono di entità minima e il colpo di mano si basa più sul mettere i potenziali avversari di fronte al fatto compiuto che sulla reale capacità di fronteggiare una reazione militare determinata e massiccia (che, comunque, l'Ucraina pare incapace di mettere in piedi senza aiuti esterni). Quindi meglio far pensare che i quattro marinai a cui sono stati dati una mimetica ed un AK-74 la sera prima, siano, in realtà, dei veterani della VDV! (scherzo... :p)

    Ieri avevo anche letto di movimenti di forze polacche oltre il confine, ma ritengo che si tratti del solito complottismo alla "mio cuggino". O qualcuno di voi ha sentito notizie attendibili in merito alla questione?

    Più che altro, perché sa che deve avere il placet di USA e Germania, se non vuole fare la fine del Berlusca.

    A Putin interessa poco delle parole dell'opinione mondiale (a meno che alle parole seguano dei fatti).
    D'altronde, Putin sa anche che sarebbe stato comunque dipinto in occidente come colui che non vuole la pace, anche se si fosse limitato a dissentire con il nuovo governo di Kiev, senza muovere un singolo soldato.
    Quindi ha fatto quel che ha fatto per dare un segnale e per tutelarsi da (eventuali) colpi di mano provenienti da altre parti.
    Lui non si aspetta che gli cada ai piedi la Crimea da sola nel giro di qualche mese, la Crimea è virtualmente già sua, lui si aspetta che l'Ucraina intera (o quasi) gli cada ai piedi nel giro di qualche mese, cosa inevitabile se USA ed UE se ne stanno con le mani ferme e la lingua in movimento, come sta accadendo.
     
  2. Invernomuto

    Invernomuto -

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    D'accordissimo sulla visione miope degli USA sul ruolo della Russia (e sulla incapacità di questa amministrazione americana nel gestire efficacemente le varie crisi in atto, a me Obama&Co. fanno più paura di Putin).
    Però con questo blitz di Putin l'unica opzione per l'Ucraina è quella di buttarsi fra le braccia dell'Occidente e chiedere aiuto alla NASO e agli USA (cosa che sta già facendo); gli USA avranno altrettanto buon gioco nel vestire i tradizionali panni di difensori della democrazia mondiale per un eventuale azione successiva (sanzioni o - improbabililissimo perché sarebbe folle - intervento militare). In fin dei conti, possiamo girarla come vogliamo ma la Crimea è ancora territorio ucraino e quel territorio è stato invaso da forza militari russe.
    Insomma, con questa mossa Putin mette la Russia dalla parte dei cattivi agli occhi dell'opinione pubblica occidentale e permette agli USA di dire anche all'Europa: "che vi dicevamo? Di Putin non ci si può fidare...".

    Ciao.
     
    Ultima modifica: 3 Marzo 2014
  3. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Puoi spiegare meglio il punto in neretto del tuo messaggio? La mossa di Putin non accelererà il frazionamento del paese e una spinta verso l'Occidente da parte delle aree non "russe"?
     
  4. Armilio

    Armilio

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    Ma la Russia è già cattiva a prescindere, che gli frega. Meglio essere temuti che amati (poco), mi verrebbe da dire in questi casi.

    L'Ucraina stava già andando dalla NATO: ora ci va senza la Crimea. Detto questo, che la Russia invadesse o no la Crimea, l'Ucraina rimane sempre dipendente dalla Russia a meno di ingenti aiuti economici occidentali, che ancora non si vedono.
     
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  5. rob.bragg

    rob.bragg

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    Esattissimo :approved:

    La Russia è il cattivo by default (in questo caso postulato supportato dal fatto che appoggiasse Yanukovitch) ... mentre gli USA sono i ''difensori della democrazia' per diritto stabilito dai Padri Fondatori ... :)

    In questo ennesima sfida tra Mosca e Washington c'è l'eterno scontro tra la geopolotica e la realpolitik della tradizione europea e la visione messiatica americana :

    http://temi.repubblica.it/limes/le-sciabole-dello-zar-2/58605

    <<L’equilibrio della potenza non ha fondamento giuridico o morale. È geopolitica allo stato puro.

    Nel sogno di Putin, un’esigua élite di Stati sovrani più eguali degli altri si attribuisce la responsabilità di regolare il sistema mondo così come nell’Ottocento postnapoleonico Metternich e i suoi pari cogestivano l’Europa. Lo status quo come bene in sé. Da serbare pacificamente o, se necessario, da restaurare con la forza, ma sempre attraverso il compromesso fra i grandi. Al cui tavolo è tornata a sedersi la Russia. Per restarci.


    Nulla di più alieno alla cultura dominante a Washington.

    Il 'balance of power' incarna la visione del mondo che i padri fondatori e poi, con varie modulazioni, tutti i loro successori hanno sempre aborrito in nome dell’eccezionalismo a stelle e strisce. Dunque di un esibito moralismo. Nel quale interessi nazionali e aspirazioni ecumeniche si sostengono reciprocamente.

    Giacché l’America non è una nazione fra le altre, ma la «nazione indispensabile» dotata di una missione universale, rivoluzionaria: portare la libertà in terra. Non è parte del sistema internazionale, è il sistema, in quanto suo regolatore di ultima istanza. >>
     
    Ultima modifica: 3 Marzo 2014
  6. panzerJager

    panzerJager

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    Un passaggio da "Le sciabole dello zar" (Limes, giugno 2008), di estrema attualità:

    Guardando dritto negli occhi George W. Bush, Putin scolpiva in poche frasi il senso dei suoi primi – forse non ultimi – otto anni da presidente della Russia. E cioè: siamo tornati una grande potenza ed è bene che tutti, amici, finti amici e nemici, ne prendiate buona nota. A cominciare dall’Ucraina, che insieme alla Georgia continua a battere alla porta della Nato. La Russia, avverte Putin, è in grado di disintegrarle. Se davvero Kiev e Tbilisi aderissero al Patto atlantico, lo farebbero da staterelli dimidiati.
     
  7. Askaron

    Askaron

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    Fa venire i brividi, davvero.
    Ma forse, da un altro punto di vista, dovremmo festeggiare la fine dello strapotere USA & Amici.
    Non saprei.
     
  8. rob.bragg

    rob.bragg

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    Un'ottima cronaca dalla Russia (pardon, Ucraina) profonda ... :)

    http://www.corriere.it/esteri/14_ma...si-27e78942-a2a7-11e3-b600-860f014e2379.shtml

    DONETSK - Oggi potrebbe essere il giorno. Appuntamento alle 12 in piazza Lenin e nel viale Krusciov. I controrivoluzionari di Donetsk torneranno davanti al palazzo del governo regionale che hanno occupato sabato scorso, issando il tricolore russo sul pennone più alto. Oggi si potrebbe capire fin dove vuole (o può) spingersi il leader del movimento, Pavlo Hubarev, uomo d’affari del giro di Viktor Yanukovich e ora capo della «Milizia del Donbass». Sabato scorso la piazza invasa dalle bandiere russe lo ha proclamato Governatore voluto dal popolo, seguendo l’esempio della Crimea.

    La domenica è filata via senza incidenti. Nel primo pomeriggio, sotto la statua di Lenin si sono ritrovati non più di due-tremila manifestanti. Poca cosa rispetto ai venti, forse trentamila di sabato scorso. Hanno piazzato qualche tavolino con un foglio di carta da firmare: una petizione indirizzata direttamente a Vladimir Putin, anzi una richiesta di intervento militare per «salvare» l’Ucraina dai «fascisti» di Kiev.

    È quasi notte. Nella piazza, a tenere compagnia al rivoluzionario bolscevico restano solo due gazebo verdi, una bandiera rossa con falce e martello, due tricolori russi. A centro metri sul lato opposto l’edificio neoclassico del ministero delle Miniere è molto più allegro, con cinque gigantesche luminarie a forma di comete: coda blu, stella gialla. I colori dell’Ucraina, scelti per mettere insieme il cielo e il grano. Due strade in più là, dietro il teatro dell’Opera, lungo il viale Krusciov, otto agenti della milizia e una macchina della polizia sorvegliano da lontano le macchie nere che si muovono intorno a un bidone fiammeggiante, davanti alla sede del Governatorato locale: un blocco enorme plasmato secondo i canoni dell’architettura razionalista. Sulle due gigantesche colonne di cemento armato svettano le bandiere della regione e quella russa. Il tricolore di Mosca copre anche la vetrata di ingresso.

    Vlad è l’unico che parli un po’ di inglese. Ha 42 anni, produce e vende medaglie: minuto, barba in arretrato, giacca militare. Ma non ha nulla di marziale: «Stiamo proteggendo il nostro territorio, lo faremo fino alla vittoria». Ama la Russia, ma dice che i «veri» ucraini sapranno difendersi da soli. Per il momento qui non c’è nulla che ricordi neanche in miniatura i giorni di Maidan, nella capitale. Tre tende da campeggio e anche malmesse: non più di venti militanti. Si vedrà oggi. «Riempiremo questo viale e la piazza Lenin». Vlad e gli altri ne sono sicuri. Per intanto si allontano per strappare qualche ramo nei dintorni e alimentare il fuoco.

    A Donetsk, come a Kharkiv, nell’est profondo del Paese, è inevitabile fare anche altri calcoli. Ci sono ombre russe alle porte di queste città. Ombre che hanno il profilo minaccioso dei 90 Mig, dei 120 elicotteri da combattimento, degli 880 carri armati, dei 1.200 pezzi di artiglieria pesante e delle 80 navi che hanno partecipato a un’esercitazione straordinaria il 26 febbraio (all’indomani della vittoria di Kiev) per ordine del Presidente e del Supremo Comandante in Capo (le maiuscole sono obbligatorie) Vladimir Putin. Una forza complessiva di 150 mila soldati usciti dalle basi Sud-occidentali russe e che sarebbero ancora in movimento lungo il corridoio a ridosso della frontiera ucraina. E Donetsk dista 90 chilometri da quel confine e 700 da Kiev. Non occorre aggiungere altro.

    Che fare allora? Una domanda d’obbligo in Piazza Lenin. Aspettare l’armata di Putin? Proclamare una secessione di fatto? O, semplicemente, continuare a gridare?

    Ombre russe alle porte di una città che sembra più stordita che in allarme. Anche i simpatizzanti di Maidan (e ce ne sono) non si fanno vedere. I leader locali hanno chiesto a tutti di restare a casa, di non raccogliere «provocazioni», probabilmente obbedendo alle raccomandazioni inviate dalla capitale. L’aeroporto è libero e discretamente affollato. Non si vedono presidi militari lungo le arterie principali o agli incroci. Il centro è pulito, con le luminarie sugli alberi nei viali, sulle facciate dei teatri e dei ristoranti. La gente pare preoccuparsi soprattutto del freddo e accelera il passo per rientrare.

    Donetsk non è Kiev, ma non è neanche la Crimea. L’etnia russa copre il 48 per cento su un milione di abitanti; quella ucraina il 46 per cento. Le altre minoranze, dai tatari ai bielorussi, aggiungono qualche sfumatura. I sentimenti di amicizia, di condivisione con il potente vicino toccano anche una parte degli ucraini, così come l’indipendenza di Donetsk, della regione è motivo di orgoglio anche per gli abitanti russi.


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  9. Rio

    Rio

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    Avendo 3 superpotenze (USA/NATO, Cina e URSS Russia), aumenteranno di molto i "trucchetti" per togliere gli stati a questa o quella sfera di influenza. La Cina punta il Pacifico e il Sud Asia, gli Usa e la Russia puntano la vecchia Europa, ma Mosca ha il vantaggio del gas che arriva da noi
     
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  10. blubasso

    blubasso

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    Resta solo da vedere quante regioni seguiranno Kiev nell' avventura occidentale e quante invece rimarranno fedeli alla Russia. Se va avanti così il discorso di Putin, che hanno postato poco fa, si avvererà.
     
  11. cohimbra

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    In verità gli USA hanno spostato il mirino già da qualche tempo sul Pacifico.
     
  12. GyJeX

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    guarda che hai sbagliato discussione :lol:
     
  13. Askaron

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    ?
    Dall'Ex Jugoslavia alla Siria mi pare che gli USA si stiano dando da fare anche per collezionare le figurine dell'album "Europa, Nordafrica & Medioriente"
     
  14. Armilio

    Armilio

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    In realtà la gestione della primavera araba è il segno che non gliene frega più di tanto della zona.
     
  15. Askaron

    Askaron

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    Secondo me, invece, è solo cambiato il modo di fare politica estera nell'amministrazione Obama. Con Bush ci si è sporcati le mani senza troppi problemi, tra l'Afghanistan e l'Iraq. Con Obama bisognava pulirsele, e così tutto è stato fatto vendendo armi ai ribelli, senza uscire troppo allo scoperto, dove era possibile. Dove invece si è rivelato più difficile, si è passati alle maniere forti (fallite a causa della Russia).

    Notizia fresca: Ucraina, filorussa Donetsk indice referendum su status Donbass
     
    Ultima modifica: 3 Marzo 2014
  16. GyJeX

    GyJeX

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    Non hanno attaccato semplicemente perchè si son resi conto che il casus belli del gas non stava in piedi...
     
  17. Amadeus

    Amadeus

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    Primum vivere, deinde philosophari.
    Come farà a campare l'ucraina occidentale priva delle sue regioni più ricche e con un blocco commerciale russo in atto?
    Potrebbe se USA e UE fossero disposti, non solo e non tanto a muoversi militarmente, ma ad offrire precise garanzie economiche e commerciali ad un paese che è in subbuglio sì per la cattiva amministrazione, la corruzione ed il nazionalismo ma che si sta ponendo tutti questi problemi proprio perché è sull'orlo del collasso.
     
  18. stciaram

    stciaram

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    Proviamo a mettere a fuoco gli asset strategici in gioco:

    Russia: 1 controllo pieno Crimea come base navale e strategica per controlla mar nero e indirettamente caucaso e mediterraneo
    2 controllo ucraina (davvero?) 3 controllo aeree industriali militari est ucraina 4 protezione popolazione russa e russofona (ultima come importanza imho) 5 alla lunga ricostituire una coesa federazione a guida russa dell'ex urss

    USA/NATO : 1 dottrina Brezinsky ossia impedire a qualunque costo ricomposizione urss 2 isolamento russia cina con "cordone" che controlli le fonti energetiche in asia e m.o. 3 allargamento Nato ad est

    Proviamo ad aggiungere e o ridimensionare i vari asset potete aggiungere pure altre fonti d'interessi tipo la Germania che tutto questo interesse ad uno scontro non lo ha, mentre la polonia si...o forse
     
  19. rob.bragg

    rob.bragg

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    A Donetsk i russofoni assaltano il parlamento locale

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  20. rob.bragg

    rob.bragg

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    http://temi.repubblica.it/limes/gli-scontri-a-kiev-e-la-battaglia-per-lucraina-nel-contesto/58230

    http://temi.repubblica.it/limes/alla-riconquista-di-un-impero-2

    http://temi.repubblica.it/limes/le-sciabole-dello-zar-2/58605

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    La carta illustra il Progetto Russia di Putin e Medvedev, volto a riconquistare pezzi dell'ex Impero sovietico e/o estendere la propria influenza su aree di storico interesse russo. (LIMES)

    Leggete i tre articoli di Limes - molto interessanti ...
     
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