Per rispondere alla tua domanda. Un pregiudicato non dovrebbe candidarsi perché ha dimostrato di essere incapace di anteporre gli interessi della comunità a quelli personali. Sinceramente io un pregiudicato per mafia, peculato ecc. lo interdirei dai pubblici uffici a vita. Quanti di coloro che hanno intascato tangenti, secondo voi, si redimono e non ci ricascano appena si ritrovano in una posizione di potere? A mio parere, a voler essere ottimista, 1 su 100, percentuale troppo bassa per corre il rischio, preferisco rinunciare quel solo pentito virtuoso, si fa per dire, piuttosto che rischiare di prendermi gli altri. Altra domanda, Che senso ha permettere la candidatura a qualcuno che, se eletto, non può ricoprire la carica, perché interdetto dai pubblici uffici? A mio parere non dovrebbero potersi candire neppure coloro che ricoprono già una carica politica se prima non si dimettono.
Bacca pone una questione di principio: è giusto porre dei limiti alla libera volontà degli elettori? Secondo me sì, perché è diritto della totalità della società avere governanti il più possibile capaci ed onesti, più grande del diritto di una parte di essa a scegliere chi vuole. Quindi niente delinquenti, così come pure niente minorenni, anche se non mi pare che quest'ultima discriminazione venga combattuta con tanta eloquenza (non parlo di qui, parlo della politica).
Allego un'intervista alla discussione. http://www.lastampa.it/2012/09/02/i...-dalla-cia-fibEQb7mFInpsnEmZzOCsK/pagina.html
In pratica stiamo discutendo di se il mondo si deve regolare o si autoregola da se... Penso che la posizione di partenza ideologica poi determini la risposta anche a questa , come ad altre questio.
Non ho molta fiducia nella autoregolazione, in qualsiasi tipo di contesto, per cui propendo sul si deve regolare.
Vietare l'elettorato attivo ad un condannato rispetta proprio il principio di autoregolazione. Una società che si autoregoli si dà delle leggi, orali per comunità ristrette o scritte per comunità più grandi come uno Stato, per garantirsi un ordine interno in mancanza di un capo assoluto incaricato di garantirlo. Andando contro quelle leggi hai infranto il patto che lega tra loro i membri della comunità e ti sei posto al di fuori di essa per tua volontà. Ergo, ti sei escluso dal diritto di governare quella società. Viceversa in una società regolata da potere superiore, non si porrebbe il problema di vietare i diritti politici a qualcuno per legge, dato che questi vengono concessi dal potere superiore a sua volontà e discrezione e l'inclusione o esclusione nella società la decide lui. Non capisco perché si confonda sempre libertà/autoregolazione con il caos/faccio quello che mi pare.
Assolutamente no, permettimi di dire che hai una visione infantile della questione. O quantomeno quella di un adolescente. Ti posso chiedere l'età? Una relazione tra due persone, se non è di totale sottomissione, prevede naturalmente l'instaurazione di regole a cui entrambi si attendono, per regolare (appunto) la convivenza o quantomeno il contatto. vale anche in rapporti assolutamente liberi e informali, come tra amici o fidanzati. Anzi, la mancanza di regole porta alla dittatura. Senza regole condivise, il più forte impone la sua volontà senza seguire alcuna regola.
Ma è veramente così importante stabilire chi governa? A me sembra che i governi siano diventati qualcosa di alquanto superfluo, o almeno importanti solo per riempire i notiziari prima del gossip studioapertino. Chiunque governi non può inoltre neanche sperare di porre un freno alla tecnicizzazione del Mondo e all'assorbimento della realtà da parte dei mass media, che sono a mio parere i più gravi problemi della nostra società e anche i più sottovalutati. Una democrazia in cui la realtà è assorbita dai mass media e in cui la magistratura (e la politica pure) si sottomette al gioco dei giornalisti è tanto fasulla quanto l'idea di democrazia diretta tramite la Rete, che esercita la dittatura attraverso il caos delle informazioni.
Sì. Ci sono ad esempio in questo momento in Parlamento forze che stanno promuovendo l'uscita dall'Euro, con tanto di referendum. Non entro nel merito se sia giusto o meno ma ti assicuro che la cosa avrebbe impatti non trascurabili sulla mia/tua vita di tutti i giorni, per cui non è così indifferente chi ci governa e come, fosse anche per decidere "piccolezze" come questa. Il tuo mi sembra un discorso un po' fatalista: dobbiamo tutti morire, perché darsi la pena dunque a vivere?
Già, perchè? Mi hai instillato un dubbio di nulla. FI esiste ancora? E io che pensavo avesse cambiato nome in PD.
http://www.tempi.it/i-pedofili-e-sa...ammazzato-una-comunita-cattolica#.VIG81WSG-6E Pesando il giusto la fonte tradizionalmente garantista, mi viene da pensare che i magistrati, più che dei dittatori, sono dei privilegiati, nel senso di privilegio d'ancien regime. Una classe sociale diversa, con regole diverse e a loro vantaggio rispetto agli altri cittadini.
Secondo me non è corretto che l'ANM faccia propaganda alla stregua di un partito politico, ma magari mi sbaglio.
No, non ti sbagli, i magistrati dovrebbero imparare a stare zitti sempre e cmq, a non avere rapporti di alcun tipo con stampa o tv, e a sanzionare durissimamente chi li ha. Questo almeno è l'anm che vorrei...
Ok, allora perchè gli avvocati parlano e straparlano ? mettiamo il bavaglio a tutti quelli che lavorano per la giustizia.