ragazzi mi piacerebbe parlare un attimo della libertà durante il fascismo.. quella libertà che secondo la totalità degli studiosi che si occupano appunto di fascismo venne negata. Non voglio mica mettere in discussione questo, sia chiaro che essendo una dittatura le limitazioni ci furono eccome, però in particolare quali furono queste limitazioni a cui ci si riferisce e che spesso vengono tanto sottolineate? Io so del tribunale speciale e dell'impossibbilità di creare nuovi partiti, delle limitazioni alla stampa e alla parola, ma alla resa dei conti, se uno diceva per esempio in pubblico "abbasso il duce" cosa gli sarebbe capitato? oppure ancora, come accadeva in russia, bastava veramente un sospetto di antifascismo per mandare le persone in carcere o peggio a morte (si poteva arrivare a questo?)
Sulla condanna a morte il fascismo ci andò sempre molto piano (29 condanne in 20 anni, e non erro). Si preferiva il sistema del confino per elementi destabilizzanti, ovvero lo si spediva in una delle miriadi di isolette di cui è circondata l'Italia. Se uno gridava "Abbasso il Duce"... dipende. Se lo faceva davanti ad un gruppo di camicie nere ovvio che una ripassata, immediata o successiva, non gliela toglieva nessuno. Ma Giuseppe Prisco, nelle sue memorie, racconta di un suo commilitione che per ridere insultava il Duce a ripetizione. nell'esercito! Eppure non gli capitò mai niente.
come tutte le dittature il fascismo contava molto sulla delazione dei presenti: è ovvio che se i presenti non denunciano, il regime non può mica sapere.
vabbè certo ma a parte questo comunque penso che se qualcuno avesse detto una frase simile non sarebbe finito morto no? probabilmente si sarebbe fatto qualche anno di carcere ma riguardo alle sentenze capitali eseguite, qual'era l'accusa più comune?
Non so rispondere, comunque su Wikipedia viene affermato questo: Il Tribunale Speciale (operante sino al luglio del 1943 e dal gennaio 1944 al crollo della Repubblica Sociale Italiana), corte giudicante in materia di reati contro la sicurezza dello stato ma anche per reati comuni quali rapina e omicidio, emise 5.619 sentenze di condanna, delle quali 4.596 eseguite. Le sentenze di condanne a morte furono quarantadue, di cui trentuno eseguite; le sentenze di ergastolo furono 3. Sarebbe interessante quali furono fatte in periodo di guerra (dove è molto più facile condannare a morte) e quali per reati penali (tipo l'omicidio).
C'è anche da dire che durante la RSI i tribunali e quindi le condanne erano per la maggior parte controllate e coordinate dai tedeschi.... Comunuque si durante il fascismo le condanne a morte furono 29,i reati compiuti da queste 29 persone erano in genere tentati omicidi verso il Duce(credo che di queste persone 3-4 furono condannate per questo)e gli altri erano in genere attentati bombaroli verso il popolo,diciamo atti terroristici. Possiamo affermare che durante il 20o non c'è mai stato il pungo di ferro,basti pensare che i leader del partito comunista o furono esiliati o gli furono dati 20 anni di carcere,ma ne sconto solo 6,dovuto si a problemi di salute,ma in un altro paese non gli avrebbero concesso gli arresti domiciliari. Provate a pensare in Unione sovietica che fine hanno fatto i leader dei partiti politici opposti al partito comunista....
Dipende dalla definizione di pugno di ferro... in fondo, se criticavi e c'era un orecchio sensibile in giro te la vedevi brutta anche senza andare in galera. Aggiunto alla censura e a tutto il resto, era un clima intimidatorio ben definito.
ma mentre in Italia la situazione era questa qualcuno saprebbe dirmi invece cosa accadeva in germania o in russia?
In Russia penso la situazione fosse la peggiore in assoluto: bastava poco a venire mandato nei gulag. Guarda il macello delle Grandi Purghe... E le rivolte antisovietiche vennero represse senza pietà (se n'è giò parlato altrove) In Germania la situazione si fece pesantissima per i non ariani in seguito alle leggi razziali ma anche prima non si scherzava.
domandina: la gente come i Rosselli uccisa senza regolare processo li consideriamo vittime del fascismo o morti di freddo?
Mi viene in mente un aneddoto simpatico. Durante una sfilata di ad Asmara, una camionetta si fermò all'improvviso: ne discesero alcuni legionati che si lanciarono sull'attendete di Starace, colpevole di aver fatto coscienziosamente il saluto fascista. Infatti il poveretto aveva perduto medio ed anulare ed il suo saluto assumeva un'aspetto, per così dire, taurino. L'equivoco fu risolto con una raccomandazione di fare sempre d'ora in poi il saluto romano con la mano sinistra. Mi sembra poi di ricordare di un posteggiatore romano che fu uno dei primi ad essere mandato al confino, colpevole di aver indirizzato un "Li mortacci tua" all'auto del Duce. Gli insulti al Regime nelle forze armate in tempo di guerra erano solitamente tollerati. Apparte gli aneddoti, le condanne a morte eseguite si riferiscono al solo tempo di regime quindi esclusa la Repubblica Sociale e sono abbastanza spalmate nel tempo. La condanna a morte non era naturalmente data solo per attentati al Duce, al Re o allo Stato ma anche per gravi crimini di sangue. Mussolini comunque aveva sempre l'ultima parola e poteva dare la Grazia. Per quanto riguarda il confino, che pure preesisteva al regime e sopravvisse negli anni seguenti, durante il Regime fu volontariamente creato un vero e proprio clima di terrore che pur non corrispondeva alla realtà. Il tenore di vita dei confinati non era comunque neanche lontanamente rapportabile a quello degli internati nei GULAG sovietici, benchè un professore della mia facoltà si è fatto assertore convinto di questa tesi. Sulla libertà di espressione leggevo ultimamente un appunto di Asvero Gravelli, fascista della prima ora, il quale afferma che in materia politica si potesse esprimere qualunque opinione purchè si salvasse la forma. Quindi il Gravelli, pur avendo posizioni in politica estera contrastanti con quelle del Regime e del Duce, esponeva le sue tesi appellandosi a quest'ultimo per dimostrare che pur nell'opposizione vi era una comunione d'intenti. Per Caronte: morti di cui il regime ha la sua responsabilità. EDIT: scusa Caronte ma mi è venuta adesso un'aggiunta. Pietro il Grande con i sui giochi infantili ed anche con la sua politica causò un buon numero di morti che ha sulla sua coscienza. Questo si va ad aggiungere alla sua figura che comunque appare come il padre della Russia moderna.
si infatti pensavo proprio alle purghe.. ma per quanto riguarda la germania fu istituito un qualche organo corrispettivo del tribunale speciale?
Non credo, anche perchè non avevano bisogno di un tribunale. Verso la fine della guerra i tedeschi diventarono paranoici, c'è un aneddoto di una donna arrestata perchè aveva avvolto qualcosa di sporco (non ricordo bene cosa) in un giornale con su la faccia del Fuhrer. In Russia invece si era arrivati a non dare la condana a vita nei gulag, ma a dare quella eterna. Ovvero neanche dopo morti si poteva tornare a casa, si spariva senza lasciare tracce...
Mhà, da quel che so le condanne a vita in URSS erano rare. Certo, ti portavano dentro di notte senza l'ombra di un reato, ti facevano passare dentro dieci, quindici anni (solo in parte nei campi di lavoro) ma potevi tornare a casa, anche se in seguito rischiavi di poter essere arrestato nuovamente per evitare che facessi propaganda anti-sovietica raccontando ciò che si era visto.
grazie ragazzi per le risposte, comunque cose assurde e vergognose.. non ci posso pensare a quello che hanno dovuto passare i russi.. ritornando a noi durante la RSI invece quale fu in linea di massima la situazione?
dipende dal periodo. Sicuramente quello di Stalin e Lenin indubbiamente. Più in la la cosa si è tranquillizzata molto o almeno da qualche parte mi pare di aver visto queste statistiche.
C'è poco da dire su le condanne della repubblica sociale italiana. In teoria c'èra la coscrizione e chi non si voleva arruolare doveva essere fucilato,ma questo era applicato molto ma molto di rado,inquanto chi non voleva fare la guerra,si arruolava ed alla prima occasione si dava alla macchia,vallo a ripescare..... Per il resto le condanne a morte e le fucilazioni erano controllate al 90% dai tedeschi,molte volte gli Italiani compreso lo stesso Mussolini si opponevano al trattamento riservato a determinati partigiani ma era tutto inutile,stessa cosa quando Mussolini si oppose al trattamento dei(mi pare)200.000 lavoratori mandati in germania. Però,ripeto,in quel momento non si poteva fare assolutamente niente.