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Osservatorio Guerra civile in Iraq e Siria

Discussione in 'Warfare Moderno' iniziata da huirttps, 30 Luglio 2012.

  1. roccia75

    roccia75

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    Passi i massacri e la loro propaganda di terrore per creare consensi un pò dovunque nel mondo medio-orientale. Quello che non mi è chiaro è come facciano a governare un territorio così ampiosenza problemi.
    Hanno una capacità non solo militare ma anche governativa, come usno stato vero e proprio. Come si riforniscono di armi? A chi vendono il loro petrolio? Insomma dietro di loro ci deve essere qualcuno che tira le fila...Arabia Saudita? USA? Vogliono creare un nemico comune a tutti per poi sconfiggerlo insieme e trovare una pace duratura nella regione? Possibile che Turchia e Israele non dicano nulla?
    Qualcuno si è fatto un'idea?
     
  2. Arminio90

    Arminio90

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    Le armi sono quelle saccheggiate dagli arsenali siriani ed iracheni. Senza contare che ormai in quelle zone le armi si trovano a pochissimo prezzo, assolutamente abbordabile per le loro risorse finanziarie.
    Il loro petrolio è venduto illegalmente, o viene venduto sul loro "mercato interno", oppure viene mandato verso la Turchia, comprato da privati turchi a poco prezzo.

    Israele non dice nulla saggiamente, perchè basta una parola e l'Isis acquisterebbe una enorme legittimità.
    La Turchia non dice nulla perchè è la prima responsabile della crescita dell'Isis, favorito pur di togliere di mezzo i curdi in siria.
     
  3. SkySpace

    SkySpace

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    Grazie, l'avevo già visto..video come quello o come quello postato da gy mi lasciano sempre sgomento di fronte a cosa è capace l'uomo. E soprattutto di quanto sono fortunato di essere nato in questa parte del mondo nonostante le sue illusioni e problemi.
    Continuerò a seguire i vostri post, spesso su argomenti del genere (e non solo) fornite un servizio d'informazione migliore confronto ad altre fonti considerate fidate.

    Su rainews dicevano che al loro servizio hanno gli stessi uomini di Saddam che ai tempi contrabbandavano il petrolio verso i Paesi vicini disposti a comprare l'oro nero ad un prezzo inferiore. Quindi se è vero hanno uomini d'esperienza che sanno come muoversi e a quanto pare dei vicini disponibili. Secondo il loro calcolo mediamente l'ISIS guadagna circa 3 milioni di euro al giorno solo con il petrolio.
     
  4. Mappo

    Mappo

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    Le fonti di finanziamento dell'ISIS sono molteplici, oltre al petrolio citato da Arminio, i terroristi esigono tasse e dazi da tutti gli abitanti delle zone da loro conquistate. Ad esempio impongono il pagamento di una tassa sui servizi telefonici (anche se questi funzionano autonomamente) una tassa ai non sunniti, i commercianti devono pagare una specie di pizzo, i trasportatori pagano sulle merci trasportate, soprattutto se passano nei valichi di frontiera controllati da ISIS, ho letto che in questo caso ISIS rilascia una falsa fattura che attesta che il camionista ha pagato il dazio dovuto allo Stato irakeno. Senza contare che ad ogni conquista territoriale segue la razzia di ogni bene pubblico o statale, basta pensare che alla conquista di Mosul, la seconda città irakena) tutto il denaro custodito nelle banche o negli uffici pubblici della città è stato incamerato da ISIS. Pensiamo cosa accadrebbe se qualcuno potesse fare lo stesso a Milano, quale cifra potrebbe raccogliere? Un altro fattore di arricchimento (e di arruolamento) è la possibilità di razziare ogni bene di chi non è sunnita. I profughi cristiani e yazidi hanno raccontato che quando i loro villaggi sono stati attaccati da ISIS, la maggior parte degli assalitori era composta da abitanti di villaggi sunniti vicini arruolati da ISIS col miraggio del bottino. Questo tra l'altro ha fatto si che le file di ISIS si siano ingrossate notevolmente negli ultimi mesi, anche se ciò probabilmente ne ha abbassato la preparazione e la determinazione. Questo spiegherebbe inoltre i successi riportati recentemente dai peshmerga che hanno riconquistato diverso terreno, in quanto ISIS ha spostato gran parte dei suoi uomini migliori in Siria per eliminare le sacche di resistenza nella provincia di Raqqa e proseguire la marcia verso i teritori alawiti siriani lasciando le nuove leve a fronteggiare i curdi e i bombardamenti americani. Quanto alle armi, le recenti disfatte dei militari irakeni e siriani e degli altri ribelli, hanno dato un surplus di armi, anche occidentali, per cui non ci sono certo problemi, senza contare che dopo anni e anni di guerre le armi sono diffusissime e chiunque, ad esempio, può procurarsi senza problemi un AK-47
     
  5. GeorgePatton

    GeorgePatton

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    mappo che sta a signifcare il tuo avatar?
     
  6. maie

    maie

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    È la lettera N dell'alfabeto arabo. È la prima lettera della parola araba per "cristiano": "nasrani", cioè "nazareno"
     
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  7. Mappo

    Mappo

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    Come diceva Maie è la lettera N dell'alfabeto arabo. Quei simpaticoni di ISIS hanno deciso di marcare così le abitazioni di tutti i cristiani nei territori da loro occupati, dopo di che ai suddetti viene lasciata la scelta: convertirsi, pagare la Jizya (una tassa in oro che ti rende dhimmi, ti sottopone ad un sacco di limitazioni, ma ti permette di restare in loco) lasciare la tua casa e andartene con solo i vestiti che hai indosso oppure morire. Sul forum di TWC ho visto che uno del team di Broken Crescent l'aveva adottato come avatar e ho deciso di imitarlo, semplice gesto di solidarietà per i cristiani, gli yazidi e tutte le altre minoranze in pericolo fra Siria e Irak
     
  8. roccia75

    roccia75

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    Concordo su Israele ma la Turchia ha una partita aperta con i curdi e il fatto che siano proprio i curdi a tener duro in Iraq in attesa che l'esercito iracheno si riprenda non sarà "for free" a mio avviso. Una volta che l'ISIS sarà sconfitto i curdi saranno disposti a mettere da parti le loro armi e tornare sotto l'autorità siriane/irachene/turche?
     
  9. roccia75

    roccia75

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    Sembra di leggere un libro sulla Spagna del 1492 e la cacciata degli ebrei...assurdo!
     
  10. StarUGO

    StarUGO

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    Sinceramente non so come fate,quel tipo di filmati li evito come la peste.
    Sapere che certe cose succedono realmente non mi spinge comunque a guardarli.
    Saro' troppo sensibile.
     
  11. Mauro92

    Mauro92

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    mi sa che faranno diventare i curdi nemici del 2020 :wall:
    Sembra di assistere ad uno scenario ambientale tipo: ci sono troppe locuste che mangiano, mettiamo rane ! ops, ci sono troppe rane, stanno destabilizzando l'ambiente, mettiamo serpenti a combattere ! troppi serpenti, mettiamo rapaci e così via..

    a me certe volte escono le lacrime, però penso che debbano essere visti per acquisire consapevolezza, anzi li farei vedere obbligatoriamente a chi ha finanziato questi tizi, almeno ogni giorno.
     
  12. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Pare sia nata una coalizione araba per combattere l'ISIS, ma il problema principale è il futuro dei curdi. Finché c'è il rischio che creino uno Stato autonomo con pretese sulla Turchia non si farà nulla.
     
  13. GyJeX

    GyJeX

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  14. metalupo

    metalupo

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    Volendo penso ci si potrebbe accordare con i Curdi, rinunciano, ufficialmente e pubblicamente, a qualsiasi rivendicazione territoriale nei confronti della Turchia ed ottengono il riconoscimento internazionale del loro stato a spese dell'Iraq, che rinuncia ufficialmente e pubblicamente a qualsiasi rivendicazione territoriale sul nuovo stato Curdo. Tanto al momento il governo Iracheno non ha alcuna possibilità di opporsi a questa scelta internazionale.
     
  15. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Non credo esistano rivendicazioni ufficiali, fatto sta che più della metà dei curdi, dai 14 ai 25 milioni, vive in Turchia. Un'eventuale Stato curdo avrebbe naturalmente ambizioni sui territori curdi in Turchi, c'è poco da rinunciare pubblicamente.

    A meno di non portare tutti i curdi nel nuovo Stato come fatto coi greci nel primo dopoguerra.
     
  16. metalupo

    metalupo

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    L'idea era appunto quella, sullo stile India e Pachistan dopo la morte di Gandhi.
    Gli riconosci come nazione l'attuale territorio controllato in Iraq, a patto che rinuncino a qualsiasi pretesa sulla Turchia e quelli che vogliono farne parte si trasferiscono li.
     
  17. GyJeX

    GyJeX

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  18. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    Lettera di Putin a Ezio Mauro

    Articolo tratto da:
    http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=109187&typeb=0&Lettera-di-Putin-a-Ezio-Mauro

    La lettera di risposta di Vladimir Vladimirovic Putin ad Ezio Occidente Mauro non si è fatta attendere.

    L'aveva scritta esattamente 365 giorni fa, ben un anno prima che il direttore di Repubblica prendesse tra le mani la tastiera per trascrivere l'atto notarile con cui ha formalmente consegnato un ampio settore dell'opinione pubblica italiana nelle mani - e nelle tasche - della «Terza Nato», quella di ultima generazione.

    Dispiace deludere Ezio Occidente, ma il messaggio del presidente Putin era in realtà destinato al popolo americano, dato l'elevato livello di tensione che in quei giorni aveva portato le relazioni tra i leader delle due superpotenze mondiali al minimo storico dalla fine della guerra fredda (o dall'episodio del Kursk nel 2000).

    Si ricorda forse Mauro che cosa era successo esattamente un anno fa vicino a Damasco?
    I media occidentali avevano mostrato i corpi ammassati e privi di vita di adulti, anziani, donne e bambini. Le prime informazioni che circolavano sui nostri media parlavano di un attacco letale da parte delle forze lealiste del presidente siriano Bashar al-Assad, che avrebbero utilizzato del gas per sopprimere i ribelli, fino ad uccidere quasi 1500 civili.
    Memorabili furono gli strilli del Washington Post e del Daily Mail, come di tutti i grandi avamposti del pensiero unico occidentale
    L'ondata di sdegno si era alzata uniforme lungo tutto il vecchio e il nuovo mondo. Quest'ultimo - vuoi perché più fresco e arzillo - era arditamente balzato in piedi per primo e con grande determinazione aveva iniziato a chiedere, anzi a esigere, un intervento armato contro Damasco.
    Qualcuno poi ha dimostrato che la strage non era certo opera del governo siriano. Ma a quel tempo l'Occidente aveva trovato l'ennesimo Hitler da strapazzare.

    Tutto sarebbe andato per il verso auspicato dai trombettieri del mondo nuovo se soltanto l'Orso della Moscova e il Dragone della Grande Muraglia non si fossero messi di mezzo (con un veto all'intervento armato votato al Consiglio di Sicurezza dell'Onu) bloccando così la mano armata e protetta da Dio. Proprio il Washington Post pubblicò un intero sermone del vicario di Dio a Washington, il Nobel per la Pace più armato del pianeta:

    «L'America non è il poliziotto del mondo. Succedono cose terribili in mezzo al mondo, e andrebbe oltre i nostri mezzi raddrizzare ogni torto. Ma quando, con uno sforzo e un rischio modesti, possiamo impedire che i bimbi siano ammazzati con il gas, e in questo modo far sì che i nostri bimbi siano più sicuri nel lungo periodo, ritengo che dobbiamo agire. Questo è ciò che rende l'America diversa. È ciò che ci rende eccezionali. Con umiltà, ma con risolutezza, facciamo in modo di non perdere mai di vista questa essenziale verità.»

    Putin allora prende metaforicamente in mano la penna (con ogni probabilità assistito da ghost writer abilissimi) e sulle pagine del New York Times risponde indirettamente all'insidioso invito che Ezio Occidente gli porgerà a bruciapelo di lì a dodici mesi, quando intimerà: «Anche Vladimir Putin dovrebbe riflettere sulla sfida islamista, domandandosi per chi suona la campana, magari recuperando negli archivi del Cremlino la lettera che l'ayatollah Khomeini scrisse all'ultimo segretario generale del Pcus nel gennaio del 1989: "È chiaro come il cristallo che l'Islam erediterà le Russie".»

    Il presidente russo affronta tutte le questioni sul tappeto. Allude alla sorte, simile a quella della Lega delle Nazioni, che toccherebbe all'Onu, qualora smettesse di rivestire un ruolo di peso reale. E poi ipotizza gli scenari di caos e destabilizzazione che abbiamo conosciuto negli ultimi mesi di questo assai piovoso 2014, in particolare a Tripoli e a Gaza:

    «Il potenziale attacco da parte degli Stati Uniti contro la Siria [...] porterà a un aumento delle vittime innocenti e a un'escalation, diffondendo potenzialmente il conflitto molto lontano dai confini della Siria. Un attacco incrementerebbe la violenza e scatenerebbe una nuova ondata di terrorismo. Minerebbe gli sforzi multilaterali intesi a risolvere il problema nucleare iraniano e il conflitto Israelo-Palestinese, e destabilizzerebbe ulteriormente il Medio Oriente e il Nord Africa. Precipiterebbe l'intero sistema del diritto e dell'ordine internazionale nello squilibrio.»

    Ma Putin mette anche l'«Occidente» in guardia dalla minaccia che gruppi di terroristi armati (da chi?) potrebbero rappresentare ai danni della sicurezza internazionale, quasi a voler prendere le distanze con un anno di anticipo dalle acrobatiche accuse di Mauro che mettono sullo stesso piano Russia e Stato Islamico:

    «Il Dipartimento di Stato USA ha designato il Fronte Al-Nusra e lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, che combattono con l'opposizione, come organizzazioni terroristiche. Questo conflitto interno, alimentato dalle armi straniere fornite all'opposizione, è uno dei più sanguinosi del mondo. Mercenari provenienti dai vicini paesi arabi, nonché centinaia di militanti che accorrono dai paesi occidentali e persino dalla Russia, sono per noi materia di profonda preoccupazione. Non potrebbero forse far ritorno nei nostri paesi con l'esperienza acquisita in Siria? Dopo tutto, dopo aver combattuto in Libia, gli estremisti si sono spostati in Mali. Tutto ciò minaccia tutti noi.»

    Vladimir Vladimirovic va oltre, ricordando a tutti i paladini della giustizia mondiale (direttore di Repubblica incluso) il significato delle tanto invocate "regole", che vanno rispettate sia che ci piacciano sia che non ci piacciano:

    «Non stiamo proteggendo il governo siriano, ma il diritto internazionale. Dobbiamo usare il Consiglio di sicurezza dell'Onu e crediamo che salvaguardare la legge e l'ordine nel mondo complesso e tumultuoso di oggi sia uno dei pochi modi per evitare che le relazioni internazionali scivolino nel caos. La legge è ancora la legge, e dobbiamo seguirla che ci piaccia o meno. In base al diritto internazionale vigente, l'uso della forza è consentito solo per autodifesa o su decisione del Consiglio di Sicurezza. Qualsiasi altra cosa è inaccettabile in base alla Carta delle Nazioni Unite e costituirebbe un atto di aggressione».

    Putin evoca ancora una volta l'arma del dialogo e della negoziazione:
    «Dobbiamo smettere di usare il linguaggio della forza e tornare sul sentiero della soluzione diplomatica e politica», proprio quel dialogo che Mauro invoca a suon di armi della Nato.

    L'ultima annotazione di Putin pare trovarlo in una posizione condivisa da Mauro, cioè la diversità tra le popolazioni, nonostante la quale siamo comunque tutti uguali di fronte al Dio invocato da Obama, quello che avrebbe dovuto proteggergli la mano assassina.

    «La mia relazione di lavoro e personale con il presidente Obama è contrassegnata da crescente fiducia. Questo lo apprezzo. Ho studiato attentamente il suo discorso alla nazione martedì. E sono piuttosto in disaccordo con una tesi che ha portato avanti in merito all'eccezionalità americana, quando afferma che il modo di fare degli Stati Uniti è "ciò che rende l'America diversa. È ciò che ci rende eccezionali". È altamente pericoloso incoraggiare le persone a sentirsi eccezionali, a prescindere dalla motivazione. Ci sono paesi grandi e paesi piccoli, ricchi e poveri, quelli con lunghe tradizioni democratiche e quelli ancora sulla propria strada verso la democrazia. Anche le loro politiche sono diverse. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo la benedizione del Signore, non dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati uguali.»

    Mauro non si è mai sognato di menzionare, nemmeno lontanamente, questo documento importante per la sua unicità e per la franchezza e la trasparenza espositiva. Al contrario, nel suo accorato appello prova ad imbastire un dualismo tra Occidente e le entità "altre", la Russia e il Califfato dei decapitatori, da lui messe sullo stesso piano.
    «Hanno il terrore di tutto questo, nonostante la nostra testimonianza infedele della democrazia e il cattivo uso delle nostre libertà. Lo ha Putin, con la sua sovranità oligarchica. E lo ha radicalmente l'Is» rispetto alla nostra gerarchia di valori virtuali che dovrebbe definirci. Per Ezio Mauro, i cattivoni del Cremlino e il Califfo 2.0 minacciano i nostri valori, quelli che definiscono la «comunità di destino - non solo l'alleanza - con gli Stati Uniti».

    Ma vediamo nello specifico quali sono i valori attualmente minacciati dai nostri nemici di civiltà.

    «Oggi noi dobbiamo vedere (se non fosse bastato l'11 settembre) che non è l'America soltanto il bersaglio, ma è questo nostro insieme di valori e questo nostro sistema di vita, fatto di libertà, di istituzioni, di controlli, di regole, di parlamenti, di diritti.»

    È curioso che Mauro utilizzi queste belle parole, ricche di storia e di significato, ma, purtroppo, svuotate di qualsiasi contenuto originale una volta osservate dalla sua postazione. Ossia la direzione di un quotidiano in mano a un oligarca, Carlo de Benedetti, che sa come piegare a suo favore le regole e le leggi.
    Sono state le "regole" decise dai "parlamenti" sotto il "controllo" delle "istituzioni" a regalarci questi "diritti", sembra volerci suggerire Mauro.
    Sono altresì quelle "regole" che hanno «rotto il tavolo di compensazione dei conflitti, il legame sociale tra il ricco e il povero, la responsabilità comune di società».
    Ezio Mauro sembra anche fare un mea culpa quando ammette che «tra i precari fino a quarant'anni e licenziati di 50, produciamo esclusi per i quali la democrazia materiale non produce effetti: e perché per loro dovrebbe produrne la democrazia politica, la partecipazione, il voto?»
    Difficile, però, incolpare Putin di uno dei punti più bassi della civiltà occidentale.
     
  19. Lord Attilio

    Lord Attilio

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  20. GyJeX

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    Questo me l'ero perso, cecchini SAA in azione, molto crudo:

     

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