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Il nuovo ministro della Difesa :lol:

Discussione in 'Off Topic' iniziata da rob.bragg, 22 Febbraio 2014.

  1. Enok

    Enok

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    Sul pensiero egemone qualche dubbio l'avrei, soprattutto nelle università.
     
  2. Invernomuto

    Invernomuto -

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    :facepalm::facepalm::facepalm:

    And the winner is...
     
  3. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Neolingua e bipensiero, puro e semplice.
     
  4. cohimbra

    cohimbra Guest

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    ..in collaborazione con luxuria...

    Quello che intendevo è che riduttivo dare la colpa di tutto al PCI.
    Sennò si finisce come gli americani del '50 o berlusconi.
    Se passano certi assurdi concetti (come ad esempio le buone & splendide guerre di pace) la 'colpa' è principalmente
    nostra, non soltanto di chi li propina o li sdogana. E comunque, come si vede qua, non credo che il solo fatto che
    vengano propinati e/o sdoganati, significa che certi concetti vengano automaticamente accettati. Chi ha un minimo
    di facoltà di pensiero ci ride/piange su.
     
    Ultima modifica di un moderatore: 24 Febbraio 2014
  5. Amadeus

    Amadeus

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    Infatti.

    L'eccezione italiana (se di eccezione su può parlare) non è attribuibile ad una sola parte politica.
    Innanzitutto, collegare la mancanza di interesse per la storia militare all'antimilitarismo o al pacifismo mi sembra fuorviante, in quanto porta acqua al mulino di coloro che sostengono (erroneamente) che solo i militaristi o i guerrafondai si interessano di storia militare. Chiaramente un collegamento c'è: è difficile che mi interessi ai dettagli dell'organizzazione di un esercito se la semplice visione di una uniforma mi provoca il mal di pancia, ma il collegamento è epidermico.

    L'antimilitarismo democristiano, certa memorialistica nostalgica, più mirata alllo stomaco che al cervello, e l'insofferenza del crocianesimo liberale per le analisi storiche scientifico-quantitative hanno tutti contribuito all'assenza, in Italia, di una produzione saggistica di storia e tecnica militare comparabile a quella che si trova, ad esempio, nei paesi anglosassoni. L'anomalia italiana non è certo (solo) di matrice "comunista".

    Pensare, poi, che sia il marxismo tout court, ad aver ostacolato la diffusione dell'interesse per lo studio della storia militare mi sembra infondato, non fosse altro perché Marx ed Engels erano profondi conoscitori e cultori di storia militare. Marx ha scritto le voci di storia militare per la New American Cyclopedia e, negli anni della guerra civile americana, è stato uno dei primi a coltivare il wargame come passatempo (giocava con le figlie una sorta di Kriegsspiel su mappa, utilizzando le posizioni delle truppe in campo prese dai dispacci di agenzia e dai giornali).
    Engels era soprannominato "il generale", per quanto era fanatico di storia e tecnica militare. Ha scritto talmente tanto di argomenti bellici (dall'evoluzione delle tattiche della fanteria, ai progressi nel campo degli armamenti navali, senza poi considerare le decine di articoli di analisi militare sulla guerra civile americana o sulla guerra franco prussiana) da arrivare a farsi una fama di esperto di cose militari anche negli ambienti non socialisti (famoso il caso del maggiore Wachs, ufficiale tedesco ultraconservatore, che disse di non poter collocare nessuno al di sopra di Engels come studioso di problemi politico militari).

    Quindi, se uno prende ad esempio i fondatori del cosiddetto comunismo scientifico, dovrebbe interessarsi, e pure parecchio, di storia militare. Se poi uno prende a modello Walter Veltroni... :D
     
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  6. qwetry

    qwetry

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    qua si vede il modo in cui è stato distorto il comunismo nei decenni, dal predicare la guerra che avrebbe messo fine a tutte le guerre (lotta di classe), al portare la pace nel mondo sbandierando l'arcobaleno e votando bertinotti, uno stravolgimento totale del pragmatismo marxista dove la guerra è scientificamente inevitabile per la realizzazione del comunismo, e quindi con la scienza militare che è un necessario strumento per il proletariato e non qualcosa da rigettare buonisticamente a priori
     
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    Ultima modifica: 24 Febbraio 2014
  7. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Difatti ho scritto PCI e non un generico 'comunismo'. Ma il decennio di proteste contro la base USA a Comiso, ad esempio, chi l'ha guidato? E cui prodest i tentativi di chiusura di una base missilistica USA? Ai soli pacifinti nostrani o anche all'URSS? Il 'pacifismo' italiano è decisamente a guida esclusiva della sinistra e non dagli ultimi 20 anni.

    Poi il ricordato sostituire 'storia militare' con 'pace' indica bene come venga vista a livello popolare la cosa.
     
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  8. Invernomuto

    Invernomuto -

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    E' certamente riduttivo parlare di "colpa" esclusiva del PCI per il pregiudizio che colpisce la storia nel nostro Paese. E' pur vero però che una parte della sinistra italiana è sempre stata allergica alle questioni militari sbandierando un pacifismo spesso fine a se stesso (con il solito discorso che meglio spendere i soldi in cose più importanti piuttosto che investire in un esercito).
    Dici che è anche colpa nostra se certi assurdi concetti vengono affermati ma dimentichi il credo politico di larga parte degli insegnanti. Personalmente mi sono appassionato alle questioni militari tramite i videogame durante il liceo. Ai miei professori di storia le analisi delle battaglie/comandanti ed eserciti nelle svariate guerre che hanno caratterizzato la storia umana non sono mai interessate. L'enfasi era sulle cause economiche e sociali di determinati fenomeni storici, mentre l'aspetto militare era quasi completamente tralasciato.
    Se qualcuno azzardava una ricerca, ad esempio, sull'evoluzione della legione romana nel corso dei secoli, la cosa veniva vista con una certa sufficienza, se non snobbata o sminuita.
    Ora, io comprendo che trattare l'evoluzione umana come una serie di battaglie fra grandi condottieri e i rispettivi eserciti è una visione minimalista ed un po' ingenua della Storia. Fortunatamente è stata superata e ben vengano le ricerche sociali ed economiche, che aiutano a comprendere le cause più profonde dei fenomeni storici. Allo stesso modo però, occorrerebbe rivalutare la storia militare, visto che le guerre, volenti o nolenti, *fanno* parte della storia dell'uomo. Su quest'ultimo punto, credo che la sinistra italiana debba fare un bel po' di autocritica...

    Saluti
     
    Ultima modifica: 25 Febbraio 2014
  9. Armilio

    Armilio

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    Il problema è la combinazione democristiani + PCI, non solo PCI comunque. Perché se ci fosse stata una forza opposta a fare da contrappeso, il risultato finale era diverso; ma per decenni destra = fascismo, e allora abbiamo buttato tutto ciò che può essere vagamente di destra nel cestino. Il pacifismo era una delle poche cose su cui tutto l'arco parlamentare, o quasi, andava d'accordo. Che poi per carità, va anche bene; il problema è come sempre il buttare il bambino con l'acqua sporca.

    Con analisi marxista della storia intendevo appunto il concentrare le analisi storiche sulle situazioni socio-economiche o al massimo culturali, mettendo in secondo piano tutto il resto. Che Engels fosse "uno de noi" conta poco. :)
     
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  10. rob.bragg

    rob.bragg

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    L'attuale anti-militarismo italiano è molto simile a quello tedesco : in entrambi i paesi tutto ciò che è militare è visto in modo sospetto; al contrario, in Francia (dove un Partito Comunista c'è stato ed ha avuto anche grande influenza) i militari e la cultura militare godono ancora una grande importanza e rispetto (come del resto nei paesi anglo-sassoni).

    IMHO, il fattore principale è rappresentato dalla rimozione culturale, effettuata nel dopoguerra (e che ovviamente prosegue), di tutto ciò che derivava dal fascismo e quindi anche di ogni aspetto marziale-militare ... stessa identica cosa avvenuta, appunto, in Germania ...

    L'unica, ma sostanziale, differenza, è che i tedeschi sono riusciti a mantenere un equilibrio culturale, separando gli aspetti strettamente militari (oggi assolutamente negati dalla società civile - non trovano nemmeno sufficienti volontari per la BW) da quelli di studio della storia militare, mentre da noi si è fatto di tutta l'erba un fascio ( :lol: ), anche 'grazie' all'influenza della cultura cattolica ...
     
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  11. rob.bragg

    rob.bragg

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    Interessante dibattito tra la Pinotti e Gaiani nel 2013, su F-35 e difesa, RAI UNO, postato in FB



    direi che è sicuramente una vera politica, allineata e coperta sulla linea degli sponsor ... :)

    ovviamente IMHO, spero di non offendere nessuno :)
     
  12. cohimbra

    cohimbra Guest

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    Misogino! Ora telefono alle Femen e allora si che ti càa l'orso!
     
  13. Armilio

    Armilio

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    Noooo Femen non fate una manifestazione mezze-nude sotto casa mia! noooooooooooooo vi prego noooooooooooo
     
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  14. Amadeus

    Amadeus

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    Eslcusiva della sinistra? Se con "sinistra" intendi anche i movimenti cattolici può essere... fin dall'epoca della costituente il PCI si era mostrato meno "pacifista" di diversi elementi di spicco di PSI e DC per esempio sulle votazioni per l'obbligatorietà del servizio militare e l'obiezione di coscienza.
    Tornando a Comiso: all'epoca, avevo la distinta impressione che le manifestazioni contro la presenza dei cruise a Comiso facesse semplicemente comodo all'URSS. Però, a prescindere dal cui prodest, ho avuto anche la sensazione che molti di coloro che si vedevano protestare in televisione, più che ideologizzati a sinistra o "utili idioti", fossero gli antesignani dei NIMBY di oggi.
    D'altro canto, ricordo che, pur con la scansonatezza della giovinezza, mi ero trovato anch'io a ragionare sul: dove potrebbe essere puntata la più vicina testata da 150kt... e già 80km mi sembravano pochi, figurarsi se fossi vissuto a pochi metri da una base di Gryphon! :D

    Il marxismo non è economicismo, almeno non così lo interpretavano i suoi fondatori (ma, non a caso Marx, ironicamente, dichiarò di non essere marxista). In una famosa lettera a Bloch del 1890, Engels chiarisce questo punto abbastanza bene.
    Ma magari fosse stato anche solo economicismo, oggidì la maggior parte degli ex-marxisti fa rimpiangere persino gli economicisti o gli operaisti in quanto non ha nulla di meglio da fare che rinunciare in toto all'analisi e limitarsi alle prediche moralisteggianti!
    Per parafrasare Tremonti: si tratta di persone che si sono affrettate a rinnegare Marx senza neppure sforzarsi, prima, di capirlo.

    Il mio semplice punto è che l'ignoranza di storia e tecnica militare, in Italia, non è né appannaggio della sinistra né causa di essa. Anche se l'influenza del PCI fosse stata risibile, dubito che ci sarebbe stato un proliferare di studi di storia militare. Da parte di chi, poi? Di quei letterati crociani neoidealisti che rifiutano a priori l'analisi quantitativo-razionale? Non credo.
     
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  15. Armilio

    Armilio

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    Lo so bene che Marx era addirittura un hegeliano in gioventù, ma ripeto che mi riferivo a ciò che è diventato nel tempo un certa visione della storia.

    Detto questo concordo che in Italia il peccato originale non è il PCI.
     
  16. andy

    andy

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    Il bello poi è che Lenin disse che qualsiasi governo dovrebbe dare assoluta e massima importanza all'esercito e alle FF.AA. perché altrimenti è destinato a perire.
     
  17. Hendioke

    Hendioke

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    Concordo con chi dice che la visione anti militarista italiana è frutto di una serie di fattori. Il rigetto per un regime (le cui ripercussioni psicologiche e sociali ancora non abbiamo digerito appieno), le allergie della DC, l'avversione del PCI per tutto quel che è militare non tanto, io credo, per pacifismo d'accatto (quello è venuto dopo, molto dopo) ma per avversione verso le forze, esercito e FFAA, di quello Stato che, alla fin fine, i comunisti volevano abbattere e, sì, un certo predominio della sinistra nell'istruzione pubblica, soprattutto post '68 della quale, però, son colpevoli a mio avviso anche gli ambienti culturali di destra che se sono seri* scadono nell'elitario (e quindi di occupare cattedre pubbliche se ne fregano) se non sono seri sono a livello del Bagaglino...

    Anyway, è seccante questo ostracismo verso tutto quello che è militare, così come il sospetto verso tutto quello che è Romano. Ecco, un'altra brutta conseguenza (questa tutta ascrivibile al fascismo e al loro idiota tentativo di scimmiottare l'Impero) è che oggi non puoi dire di essere un estimatore dell'Impero che ti prendono subito per un fascista, anche se in realtà di estimatori della storia e dei valori romani è pieno anche a sinistra.


    *Seri...parolona...Evola e Zolla per quel che mi riguarda restano due cretini da qualsiasi lato li si guardi
     
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  18. Acciaio

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    Lenin non la mette proprio in questi termini, anzi dice che il popolo deve divenire esercito.
     
  19. andy

    andy

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    E mica ho detto il contrario: Lenin, prendendo da Engels, aveva capito l'enorme importanza dell'esercito (inteso come forze armate nda).
     
  20. Amadeus

    Amadeus

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    Sinceramente non so quanto conti questa influenza della sinistra a livello di insegnamento pubblico per indagare le ragioni della scarsa conoscenza della storia militare in Italia. Per ironia del destino sono state proprio le "vestali della classe media", contro cui si è scagliata la sinistra, ad aver tarpato le ali a qualunque possibile interesse nei confronti della storia militare.

    C'è anche da dire che una buona colpa di ciò è anche colpa delle "vestali" di cui sopra, a cui interessa più la letteratura che la storia e che ti romperanno i coglioni per mesi con Cicerone dipingendolo come il più grande dei romani quando è stato solo buono, durante il suo consolato, a farsi erigere una statua. Sono veramente pochi quelli che, a scuola, trattano con dovizia di particolari i secoli posteriori al I d.C. Il fatto è che, pur dichiarandosi a parole contraria alla retorica romaneggiante del regime fascista, anche l'italia del dopoguerra ne ha, comunque, assimilato l'idealizzazione dei "romani de roma", facendo cadere nel dimenticatoio quasi tutto quello che riguarda il cosiddetto basso impero. Tant'è che se vuoi trovare studi, per dire, su Aureliano o Valente, oramai non puoi far altro che guardare alla pubblicistica estera, enormemente interessata a temi attualissimi come la gestione del separatismo o dei flussi migratori.

    Concordo. Le dottrine di Evola sono, sostanzialmente, buone solo per fascisti da catacomba, ecco perché hanno avuto tutto questo spropositato successo solo nel dopoguerra.
     

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