Dipende dal tipo di accordo, gli accordi territoriali nella successione dei trattati prevista del diritto internazionale permangono anche in caso di mutamento dei soggetti. Vedi base Usa di Vicenza, rimane anche se il veneto secede.
Mi fa specie che una nuova nazione debba tener fede ad accordi firmati dalla nazione da cui si separa. Però ammetto al mia ignoranza in materia di diritto.
Le condizioni per una secessione o indipendenza o comunque la si voglia chiamare, in Italia sono al momento assenti e a meno del crollo totale del sistema capitalilstico e finanziario europeo e di una migrazione di massa dall'Africa/Asia (e i due fattori potrebbero essere connessi) il tema ha valore puramente accademico. Che però non significa che sia irrilevante. Ad esempio è interessante, per la scienza politica, comprendere come si formino posizioni politiche particolaristiche, in che modo assumono rilevanza, perché i partiti tradizionali perdano il ruolo tradizionale a vantaggio di costruzioni identitarie micronazionalistiche, regionalistiche, religiose, neoetniche e altro. Oppure, perché mai il tema identitario sia diventato così pressante oggi. Una rilevanza che è tanto più sorprendente in quanto, dl punto di vista degli interessi, le cose starebbero esattamente al contrario. Lasciamo stare la difficoltà, per un piccolo stato esposto direttamente ai flussi migratori, di affrontarli e controllarli da solo (hai voglia a costruire muri!) ma guardiamo solo ai soldi. La Lombardia paga, tramite l'irpef e l'iva, allo Stato più soldi di quanto ne prenda poi indietro direttamente. E i lombardi si risentono. Una parte veramente, ma per comodità assumiamo che sia la larga maggioranza: "ridateci i soldi invece di buttarli a mare con i Napoletani!". L'idea è che tenendo i soldi si vivrebbe meglio e con meno sprechi. Solo che la gran parte degli investimenti produttivi non derivano dai soldi dell'iva o dell'irpef ma dalle banche. Ora questi soldi le banche le prendono anche in Lombardia, certo, ma soprattutto li prendono dove gli investimenti sono minori ove il risparmio consegnato alle banche è drenato e portarlo in Lombardia. Qualcosa di analogo per le esportazioni che finiscono per far affluire nelle zone industrializzate il denaro da altrove. Ora, senza fare la storia della Questione Meridionale, è chiaro che ci sono regioni che si sono enormemente avvantaggiate dell'Unità e altre che se ne sono avvantaggiate meno. Non ho i dati del Veneto ma ho quelli del Friuli: negli anni dopo il terremoto finanziamenti pubblici misero in moto una macchina produttiva (certo, grazie anche ai Friulani che son quelli che sono, meravigliosi) che alla fine del secolo inizio del 2000 ha permesso di realizzare una serie di poli produttivi di grande efficacia. E non a caso anche lì, in quel periodo, sono uscite le prime parole d'ordine di secessione. Non so se prima quella terra fosse stata trattata male o bene: peraltro si converrà che era una terra difficile per vari motivi. Ad ogni modo la ricostruzione ha agito da volano e il Friuli si è avviato fortemente sulla via della modernizzazione. Sino al 2008 quando la crisi ha sbarellato molte attività, incrementando fallimenti e disoccupazione. Forse una modernizzazione troppo rapida è stata mal gestita. Ma non è questo il punto: il punto è che ci sono stati periodi in cui il Friuli effettivamente pagava più irpef di quella che entrava. Solo che poi le cose sono cambiate. E le banche, le stesse che tirano fuori i soldi in Lombardia, non vogliono tirarli fuori in Friuli. Uno dei guaio della polemica politica recente è che si continua a pensare il ruolo degli Stati in termini ottocenteschi, un pensiero che è applicabile oggi davvero solo a poche realtà (gli Usa, la Corea del Nord, la Turchia...) e certo non all'Europa. Ora, se c'è un interesse che condividiono, a livello politico, Americani e Russi, è che l'Europa sia piccola e divisa. E a livello economico, non so i russi ma certo gli Americani, idem: che sia piccola e divisa.
Da quel che leggo nel link allegato : La base USA non necessariamente deve restare, trattandosi di un accordo prevalentemente politico anche se nel contesto dei trattati localizzabili, alcune clausole del trattato andranno a morire e quindi potrebbero portare anche alla chiusura della base, salvo, cosa altamente probabile, non si rinegozi l'accordo. Per quanto riguarda essere parte di ONU, UE e NATO si rientra nella parte relativa a trattati non localizzati, in paticolare al punto relativo alla successione nella membership di organizzazioni internazionali, ove è prevista la tabula rasa, ossia sei fuori e se vuoi entrare devi chiedere di essere ammesso, per l'ONU sarà facile per, la NATO e l'UE potrebbe essere più difficile se la separazione non è stata consensuale.
Sarà come Svizzera San Marino Vaticano e tutti i piccoli stati presenti all'interno dell'Unione Europea. Non penso che a fine di tutto ci sia qualcosa di veramente particolare per la Catalogna
La Ue è un po complessa come costruzione giuridica, si basa su diversi trattati e alcuni di essi potrebbero essere localizzabili. Ad ogni modo ciò che conta sempre e cmq è la volontà politica il resto sono solo pretesti.
Che un ipotetico stato indipendente sia fuori da ONU, UE e NATO, questo è assodato, ma proviamo a guardare la cosa sotto un altro punto di vista. Nell'ottica dell'imperialismo russo, tornato alla ribalta dopo la crisi post crollo dell'Unione Sovietica, avere diversi staterelli in Europa, svincolati da UE e NATO, può tornare comodo per "tirarseli" dalla propria parte. Già con la Crimea (de facto annessa alla Confederazione) hanno ottenuto una posizione strategica del Mar Nero e credo che una base nel Mediterraneo sarebbe il sogno della leadership russa. Non dico che una Catalogna indipendente sarebbe necessariamente pro-Russia, non fraintendetemi, ma avere queste enclavi indipendenti nel cuore dell'Europa sarebbe un'ottima occasione per estendere la propria sfera d'influenza.
Continuo a non vedere la razio di una Catalogna, Veneto, Scozia ecc. indipendente, il futuro non è nel piccolo ma nel grosso. A mio parere la gente sta andando dietro a dei populisti che stannno facendo i propri interessi personali, gente che, a torto o ragione, conta di guadagnarci potere e/o ricchezza dalla secessione fregandose altamente della massa.
http://www.tgcom24.mediaset.it/mond...guerra-mondiale-del-web_3097935-201702a.shtml http://www.lastampa.it/2017/10/03/e...-catalogna-JidduBOYWI0anuJcTG1gAN/pagina.html http://www.ilfoglio.it/esteri/2017/...ws-russe-ora-si-muove-sulla-catalogna-154016/
Siamo realisti. Non importa da che direzione arrivi l'idea a spingerla c'è sempre una minoranza interessata, solitamente per i propri fini personali. La massa in sè è un'entità amorfa e caotica incapace di generare un'idea, può solo cavalcarla, se stimolata da qualcuno, senza rendersi pienamente conto di cosa stia effettivamente facendo.
O al massimo è l'elite che che devia la volontà popolare verso posizioni meno estreme: la lega esiste per tenere il nord in italia ...
Te lo permetto sì, visto che è esattamente l'osservazione che stavo tentando di fare io fin dall'inizio quando ho detto che non è concepibile oggi un mondo in cui tutti siano egualmente liberi. E adesso che abbiamo chiarito questo punto, di' qualcos'altro perché non può essere che io e te siamo d'accordo su qualcosa! Anzi, forse qualcosa la trovo io: secondo me sei troppo ottimista sulla possibilità che NATO e UE accolgano a braccia aperte eventuali nuovi stati indipendenti nati nel seno dell'UE e della NATO stesse. La UE è in modalità: meglio evitare qualunque variazione allo status quo perché in questo momento di maretta antitedesca e antieuro si può intraprendere una china disgregatrice da cui non si esce più. E poi, loro non vogliono pagare per i PIGS, neppure presi a piccole dosi. Infatti penso che Madrid e Barcellona, che, in un certo senso, si sono già legate le mani stiano aspettando che accada qualcosa da fuori che le costringa a rimettersi al tavolo delle trattative (e fare finta di salvare la faccia) ma non so se salveranno altre parti del corpo meno esposte ma più vulnerabili! La NATO (leggi gli USA) già fa storie per le basse spese militari della maggior parte degli stati membri. Dubito che Veneto o Catalogna spenderebbero, in proporzione, anche quanto spendono attualmente Italia e Spagna per la difesa. Anche perché, comodità, disinteresse o opportunismo a parte, sarebbe un'allocazione inefficiente delle risorse, date le dimensioni dei possibili nuovi stati. Al limite la UE può tifare Scozia per mettere un po' di pressione su Londra... ma solo perché Londra già si è chiamata fuori. Per la NATO, invece, anche la Scozia indipendente sarebbe un fastidio.
La volontà popolare esiste solo su idee provenienti da uno o più gruppi di "elite". La massa nel suo insieme è troppo caotica per poter generare idee, può solo veicolare idee spinte da gruppi di "elite" capaci di dare a queste sufficiente visibilità. Chiariamo che con ciò non affermo che il popolo è stupido.
Via @bacca, o trovate un leader carismatico al posto di Zaia o i veneti stanno ancora troppo bene in Italia per cambiare lo status quo. La secessione non oggi, domani forse, dopodomani sicuramente...
Se son furbi rimangono dove sono, soltanto con un autonomia "fiscale" più libera, sono che non sono molto furbi se continuano a parlare di indipendenza.
Io ho sempre detto che il destino dell'europa è tornare all' SRI , che gli stati nazione stanno morendo e che il futuro è per le microregioni all'interno del grande impero. Ho sempre trovato però difficoltà a dipingere questa mia visione del futuro negli occhi dei più vecchi, che sembrano spesso non accettare il cambiamento, ho l'impressione invece che per i giovani sia più semplice e più facile accettarla. Ecco magari con il tempo e con i ricambi generazionali tutto scivolerà con meno difficoltà verso quella direzione.