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Iraq: cosa fareste voi.

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Antigono, 22 Gennaio 2007.

  1. Ercole del Doro

    Ercole del Doro

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    Mi riallaccio al dicorso di Maglor.
    Mi sembra che in Malesia gli inglesi abbiano attuato una strategia simile con ottimi risultati. Pattuglie di unità speciali che si comportavano come guerriglieri (infiltrazione nel territorio, appostamenti e agguati). Inoltre se "Il guerrigliero deve muoversi come il pesce nell'acqua" per battere il guerrigliero bisogna toglierli l'acqua, quindi sempre in Malesia si è attuata la strategia dei "villaggi strategici" cioè delle sorti di fortini con accessi controllati per isolare il popolo dalla guerriglia.
    Tuttavia:

    1) Bagdad non è lontanamente paragonabile ad un villaggio della giungla malesiana.
    2) La guerriglia è già all'interno ed è di tipo urbana.

    Insomma, a mio avviso anche tralasciando l'aspetto politico (Sun Tzu a mio avviso non lo trascurava), l'Iraq è un problema alla "matriosca". Forse perchè sono stati trascurati fin dall'inizio alcuni aspetti fondamentali de "L'arte della guerra".
     
  2. Ercole del Doro

    Ercole del Doro

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    Credo che un ragionamento del genere l'abbiano fatto i Francesi a Diem Bien Phu.
     
  3. ange2222

    ange2222

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    La strategia americana in Vietnam prevedeva la concentrazione della popolazione in villaggi strategici.

    Risultato?
    La popolazione 'deportata' non appoggiò certo gli americani.

    ALtra strategia americana in Vietnam:
    se i vietcong si nascondo nella giungla, noi la eliminiamo con i defolianti.
    Risultato?
    nessuno.

    In Iraq la giungla non c'è, almeno non niente da deforestare
     
  4. Ercole del Doro

    Ercole del Doro

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    Infatti.
    Mi ero propio dimenticato che anche nel Vietnam si era attuata una strategia simile:wall: , mi sembra la chiamassero "pacificazione".
     
  5. Maglor

    Maglor

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    quello che ancora non mi pare sia stato tentato è addestrare unità di guerriglieri-antiguerriglieri tra le neonate forze armate irachene... in questo modo si ovvierebbe (almeno in parte) al problema della forte componente anti-americana nella popolazione locale, oltre agli ovvi benefici in termini di conoscenza del territorio e dello stesso "nemico"...
     
  6. Caronte

    Caronte

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    Una cosa del genere può essere valida su tereni come il Vietnam (o anche in italia durante la seconda GM), dove il nemico si nasconde fuori dai centri urbani. In Iraq i guerriglieri si nascondono all'interno dei centri urbani dove è più utile un servizio di spionaggio che funzioni (ben diverso da "arrestiamo 1000 persone e vediamo se almeno uno sa qualcosa"), visto anche l'appoggio che gli iracheni hanno dalla loro stessa popolazione (che non amava Saddam,ma non vuole di sicuro ben agli americani); inoltre truppe del genere da te citato dovrebbero essere di alta qualità e disciplina,mentre le reclute irachene non sembra che lo siano.
     
  7. Maglor

    Maglor

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    tutto giusto... infatto ho detto "addestrare", non ci sono soldati buoni o cattivi, solo bene o male addestrati...
    naturalmente intelligence e anti-guerriglia vanno a braccetto, tuttavia presumo che l'attività spionistica americana o filo-americana sia già a pieno regime in iraq, di conseguenza non rappresenterebbe certo una novità...
     
  8. Adraeth

    Adraeth

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    A mio avviso siamo in presenza di una situazione anche Geostrategica molto simile alla seconda metà del secolo XIX.

    Noto che anche le strategie sono assai simili, corso ricorso storico sembra suggerire una similitudine fra la campagna afgana Vittoriana con quella degli USA.

    Sono dell'idea che una Campagna strutturata come è stata strutturata questa dell'Iraq dava GRANDI segni di disastro già in partenza. Come ogni campagna, si devono fissare degli obiettivi chiari (ad esempio quella in Kuwait ne aveva), non obiettivi in fieri. Inoltre non riesco a comprendere per quale recondito motivo gli strateghi usa non abbiano fatto tesoro della esperienza israeliana in tema di guerriglia etc... anche in relazione ai veri problemi ai quali potevano andare incontro (tralasciando la esperienza Somala etc..).

    Per analogie col Vietnam mi pare di notare soprattutto la incapacità per un sistema democratico di avere una Standing Army completamente operante all'infinito. In Vietnam spesso molte cose erano limitate dal cosidetto DEROS, ovverosia la leva di un militare durava un anno e il tizio contava i giorni che mancavano a partire, provocando una non efficacia di base dell'esercito stesso. Questo unito a strategie via via mutate (avanzamento fronte, bombardamento strategico, search and destroy), denotavano in Vietnam, così come in Iraq una inesperienza di fondo e delle truppe di prima linea e dello Stato Maggiore.

    A mio modesto avviso (comparandolo anche con la seconda guerra mondiale e conflitti posteriori) l'Esercito Americano appare alle volte estremamente ingenuo anche nella più spicciola preparazione strategica di base; quando invece gli Eserciti Europei mi pare prestino più attenzione a queste cose (compreso quello italiano che secondo me è un ottimo esercito)...

    Cosa farei in questa situazione? Bhe ci son due risposte, una politica:

    - lascierei la patata bollente al presidente successivo, ed è quello che farà Bush (se ricordate Johnson fece uguale con Nixon)

    una militare:

    - inizierei a lasciare il teatro di operazioni per operare invece con sistemi di intelligence e diplomatici per recuperare rapporti con Syria e Palestina per contrastare l'avanzata Iraniana (che caso mai nessuno se ne fosse accorto rischia di rendere Puppet sia Afghanistan che Iraq.. con buona pace delle 'grandi potenze') :cautious:
     
  9. Mikhail Mengsk

    Mikhail Mengsk

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    Io non credo possa esistere una strategia militare adeguata in Iraq ora come ora. L'ENORME sbagli degli Americani è stato quello di dissolvere l'esercito iracheno, la polizia e le forze di sicurezza in blocco. Risultati:

    1) non c'era più nessuno a garantire l'ordine in Iraq tranne le truppe straniere, che non hanno idea di come ci si muove nel paese, sono odiate da tutti e non sanno neanche come comportarsi (zero conoscenza delle leggi/tradizioni/culture locali, ergo zero collaborazione)

    2) tutti gli "smobilitati" sono entrati nella guerriglia, ergo a combattere non sono solo civili armati alla meno peggio ma anche ex-soldati addestrati, motivati e discretamernte armati

    3) le truppe della coalizione erano (e sono ancora) troppo esigue per presidiare da sole l'intero paese, quindi fuori dalle zone più presidiate (Baghdad, Mosul, Bassora) i guerriglieri possono rifornirsi, riposare e godere del supporto della popolazione. Gli basta stare attenti ai raid aerei e alle offensive di terra (facilmente prevedibili ed evitabili semplicemente passando di montagna in montagna)

    Adesso gli americani si trovano su per il culo una guerriglia finanziata dall'Iran, da Al Qaeda e chissà da chi altri che ha a disposizione un mare di armi anticarro e mine di vario genere, che fanno strage di mezzi blindati ed elicotteri. Le pattuglie appiedate invece sono bersaglio di cecchini, mortai e soprattutto kamikaze.

    Il tardivo addestramento di forze irachene è insufficiente, gli uomini migliori sono nella guerriglia e le stragi a danno dei poliziotti iracheni causano danni enormi al morale delle reclute.

    La guerra religiosa rende l'intero Iraq un calderone di sangue in ebollizione, ergo anche dove prima la situazione era (relativamente) tranquilla, ora non lo è più.

    Insomma, l'unica strategia possibile è andarsene, tanto ormai l'operazione è decisamente perduta e fallita finanziariamente. Intestardirsi e mandare rinforzi serve solo ad allontanare l'inevitabile tracollo.
     
  10. Raufestin

    Raufestin

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    Ma non trovi che andandosene gli stati uniti lascerebbero un paese veramente in una guerra civile tra sunniti e sciiti? Leggevo ieri che quasi un milione di iraqueni appartenenti a minoranze religiose sono già andati via per paura di quello che accadrà quando gli usa dovranno andarsene...
     
  11. Principenero

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    secondo me ormai dalla guerra irachena l'america ne uscirà cmq sconfitta:

    RITIRO IMMEDITO

    Fine di perdite a stelle e strisce vittoria del terrorismo,democrazia precaria,polizia irachena facilmente ricattabile e corrutibile e/o inesperta


    RAFFORZAMENTO IMMEDIATO DEL CONTIGENTE

    Continua e sistematica perdita di uomini,critiche interne per george doppia v bush.


    La guerriglia la si può tenere a freno o forse in alcuni quasi eliminare ma va fatto subito secondo me,con azioni fisiche e psicologiche.
    Ormai li' i terroristi hanno preso coraggio e non la smetteranno mai di ammazzarsi e quindi ammazzare
     
  12. Caronte

    Caronte

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    Si e no. Anzi no e si: la guerriglia la puoi eliminare con l'intelligence (dimostratasi carente) e il supporto della popolazione (presente ,ma scarso per ovvi motivi). I terroristi possono attaccare gli americani con la scusa della guerra santa e della liberazione,ma le varie fazioni si attaccano anche tra di loro (vedi le rappresaglie seguite allo stupro di una donna sunnita).
    L'idea di un paese diviso tra le varie etnie non sarebbe applicabile per l'elevata possibilità che questi mini stati entrassero rapidamente nell'orbita di Amadindondan o dell'Arabia Saudita (anche questo grande finanziatore del terrorismo).
     
  13. Principenero

    Principenero

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    quindi secondo te la guerriglia irachena potrebbe essere messa a tacere?
    non ho capito bene se il "si e no anzi no e si" si riferisse a quello:p
     
  14. Maglor

    Maglor

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    si può fare tutto... o quasi... basta essere disposti a pagarne il prezzo... e soprattutto portare avanti una strategia coerente e mirata... che forse è quello che è mancato davvero...
     
  15. Caronte

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    molto difficilmente verrebbe messa a tacere , anche perchè finora ha avuto modo di espandersi e consolidarsi sul territorio.
     
  16. Mikhail Mengsk

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    La guerriglia non si può mai annullare. Gli americani non li vuole nessuno, e ci sono paesi che supportano chi li combatte.

    La mi aproposta di ritiro immediato è conveniente solo agli americani, lo so che per l'Iraq sarebbe il disastro finale. Solo che tanto la guerra civile C'E' GIA', può diventare solo più violenta.

    Il frazionamento dell'Iraq darebbe vita a 3 stati: uno alleato dell'Iran a Sud e a Est, uno curdo a Nord (magari!) e uno alleato di siria & co ad Ovest.

    Io non la vedo un ipotesi così tragica, in fondo se si odiano tanto meglio separarli e buonanotte, tanto prima o poi lo fananno da soli. Se si riuscisse a spartire sensatamente il territorio le violenze si ridurrebbero. Certo, rimarrebbe l'odio a minacciare una guerra fra stati sciiti e stati sunniti, ma almeno il problema immediato della guerra civile sarebbe quasi risolto.
     
  17. ange2222

    ange2222

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    quando si è divisa la Cecoslovacchia nessuno ha detto bif,
    quando è esplosa la Jugoslavia in occidente erano tutti felici,
    quando l'Urss è andata in 15 frantumi chi ha pianto?

    perché l'Iraq deve rimanere unito quando sta esplodendo?
     
  18. Mcgerm

    Mcgerm

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    dato che si odiano lasciamoli ammazzare?
    caspita lungimirante, soprattutto quando il vaso di pandora l'hai scoperchiato tu e lasciare andare tutto in malora vorrebbe dire precludersi l'accesso a risorse strategiche e per ora ancora fondamentali quali il petrolio (mentre i balcani di strategico hanno ben poco).

    tra l'altro iran e siria sono alleati e coreligionari quando lo "stato est" e lo "stato ovest" sarebbero la stessa cosa, forse più saggio sarebbe dividere curdi, sunniti e sciiti, peccato che poi scatterebbero pulizie etniche tipo balcani... cacchio vuoi vedere che la geopolitica non è una cosa semplice?

    consiglio di comprarsi e leggersi internazionale di questa settimana con un bellissimo saggio sulla nuova politica americana in iraq, davvero illuminante
     
  19. Mcgerm

    Mcgerm

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    la russia stessa, è forse un caso che adesso zar putin si stia adoperando con le buone e con le cattive per ricostruire una sfera di influenza e controllo sulle ex repubbliche
     
  20. ange2222

    ange2222

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    ovviamente serbi e russi son quelli che hanno perso di più dell'esplosione delle rispettive nazioni.

    La cosa in occidente ha fatto solo piacere.
    Mentre i serbi hanno combattuto per mantere uno stato unitario, i russi non l'hanno fatto.
    (Lo hanno fatto quando la Russia stessa ha rischiato di espoldere in Cecenia)

    Ora la Russia di Putin vuole riavere un ruolo egemonico, quindi cerca di ricostruire il suo impero.

    L'esempioche ho fatto con cecoslovacchia, Jugoslavia era mirato,
    - Iraq - Kuwait
    - Cecoslovacchia
    - Jugoslavia
    sono nate con i trattati del 1919.
    Nazioni 'nuove' ed 'artefatte'.
    Nazioni che rischiano (o hanno già subito) la frammentazione
     

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