Mi sono riferito a caucasico perchè nei testi che hai citato questo era il termine utilizzato. L'etnia di derivazione delle popolazioni europee è euroasiatica perchè dalle mie rimembranze so che i primi europei si stabilirono qui in seguito allo spostamento dall'asia. Poi se si vuole spostare il paletto al punto da farlo combaciare con quello che si vuole ottenere per confermare una teoria, siamo tutti d'accordo. Certo più ti avvicini ai giorni nostri più, in seguito la fine del nomadismo, puoi trovare tutte le sotto-etnie che più ti aggrada. Fino addirittura ad etnie radicate in una sola provincia perchè magari poco collegata al resto del mondo e che si è sviluppata geneticamente relativamente in modo parallelo al resto del territorio ma comunque distaccata. Caucasico è un termine antropologico e non genetico, che descrive uomini dalla pelle bianca e con i tratti più evidenti paragonabili a quelli europei, quindi si parla di proporzioni del viso, linea degli occhi, sporgenza della fronte e del mento.. No, più che questo è assurdo il termine razza per indicare un etnia, Di razza umana esiste solo lo sapiens sapiens visto che il nostro cugino neanderthal si è estinto da un po'. Ripeto: il termine "caucasico" è riferito all'antropologia, e non necessariamente alla genetica. E' una semplificazione che si può utilizzare quando un termine è accettato come insieme di altre caratteristiche, quindi si parla di caucasico quando ->vedi sopra. Tra l'altro su questa pagina di wiki con tanto di fonti si arriva ad altri dati http://it.wikipedia.org/wiki/Genetica_degli_italiani Come ho detto prima, a spostare il paletto si ottiene quello che si vuole. Gli europei sono principalmente di derivazione indo-europea, o più propriamente asiatica del medio oriente, perchè l'uomo è comparso in africa, si è spostato verso il medio oriente (una parte verso la spagna, se ben ricordo, ma fino ad un certo punto realmente considerevole) e da lì in europa. Se poi guardiamo millenni successivi le varie popolazioni si sono "suddivise" o meglio, diversificate per alcuni caratteri secondari, e altri millenni dopo si sono ulteriormente suddivise e così via. Dove piazzi il paletto cambia sempre tutto. Certo, perchè il nero è più evidente di un biondo solo nei capelli. Ma resta comunque il fatto che trattasi di contaminazione "estrema" in entrambi le storie. I biondi in sicilia ci sono giunti solo grazie ai normanni, che per il periodo venivano proprio da un altro mondo, diverso in tutto e per tutto, cosiccome un italiano nero è esattamente come dire, notevole, come lo era un siciliano del medioevo biondo. Il paragone regge benissimo, non vuole essere un esempio genetico o altro, bensì culturale. Mah, fino ad un certo punto. Ci sono allora anche in italia ulteriori sotto-etnie ben diversificate, che vogliono una nazione anche loro? Per favore, e lo dico con una certa allergia, quando parliamo di stati o popoli o tutto quello che volete, la caratteristica genetica o del fenotipo in genere, è sempre meglio scordarsela. Non ha proprio una base che interessi a nessuno che non sia estremamente come dire, particolare. Il fatto che nel mio dna ci siano delle differenze nell'ordine dello 0,00000X% rispetto un francese o un tedesco o un giapponese non vedo davvero cosa possa significare nello stabilire se sono o meno italiano. L'italia, coma ogni altro stato civile, penso e spero si possa basare su qualcosa che non siano stupide coppie del dna. Beh, dipende sempre da cosa prendi in esame. http://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_genetiche_sul_popolamento_dell'Europa In verità nessuno almeno qui ho mai letto che abbia parlato di cultura europea. Le cosiddette comunità nazionali di sicuro sono nate alcuni secoli prima della anche solo scoperta del dna o dell'rna mitocondriale o altro. Non penso proprio che la francia si sia unita nel medioevo perchè scoprirono che i loro geni per alcuni caratteri secondari erano simili. Bah, in verità nulla nella storia è mai stato facile, neppure quello che alcuni vogliono far credere, cioè la nascita delle belle comunità-nazionali. Ci sono sempre state guerre, lotte, omicidi, stragi, conflitti e interessi di grandi potenze in ogni giorno della storia da quando è stata scritta ad oggi, ecco perchè mi sfugge la critica che si vuole fare all'unione europea. Non sarebbe giusta perchè sarebbe portatrice di conflitti? E cosa diamine ne è mai stato esente in ogni cambiamento che è avvenuto nei secoli? Ahimè nulla, e anche questo non sarà differente. La propria origine è un conto, ma la propria origine non è il futuro, è necessariamente il passato. Quello che viene lo costruiamo giorno per giorno, può essere buono o no. E non sto facendo nessun discorso mieloso o chè, è la semplice prova dei fatti. Tu sei figlio, i tuoi genitori sono la tua famiglia di origine, ma questo non ti vieta di fartene una tua, di scegliere le tue strade. I tuoi genitori rimarranno sempre tuoi genitori, avrai sempre i geni che hai ereditato da loro, manterrai sempre le abitudini e si spera le cose buone che ti hanno insegnato, eppure ti sposerai e figlierai con una che non ha i tuoi genitori (di solito è così almeno..) e ai tuoi figli trasmetterai anche i geni dei tuoi genitori e quelli di tua moglie e gli insegnerai CON tua moglie le cose buone per te e per lei, poi tuo figlio quando sarà maturo prenderà le sue decisioni, se seguire i tuoi consigli o meno ecc ecc ecc e così fino alla fine dei giorni. Ora cambia figlio con etnia o cultura o quello che ti aggrada. La storia è così, e non voglio vivere in un mondo dove non può essere così. Le culture si sono sempre fuse, alcune spariscono, altre nascono e invecchiano, le etnie e i geni si mescolano, oggi di più ieri di meno domani chissà, i valori crollano mutano o si deformano, le religioni vengono e vanno attaccate al potere di turno ecc ecc ecc. L'unica cosa sensata che si può fare è cercare di ahimè, e qui viene il pistolotto, vivere in armonia, piuttosto sforzarsi di vivere in armonia, di insegnarlo perchè da qualche parte bisogna iniziare, perchè ogni appassionato di storia anche solo da letture-mentre-si-è-al-bagno sa perfettamente che la mutazione e la caducità nella storia la fa da padrone, e solo le culture o gli stati ma anche le singole persone che sanno adattarsi, sanno trasmettere conoscenze e valori o anche solo ideali (che forse personalmente è meglio) solo questi imprimono una svolta nel corso della storia. Sul discorso delle diversità, beh, i tuoi figli decideranno, e i loro pure. Nessuno obbliga a far scomparire riti o valori o tradizioni, se questi sono DAVVERO (termine più che importante di questi anni) radicati, non c'è pericolo che scompaiano nel breve-medio termine, e di sicuro non c'è questo pericolo se invece che italiano un giorno dovrai scrivere europeo, a meno che alcune cose, come fermamente credo, restino solo perchè fanno folklore e null'altro. Un qualcosa svuotato di significato perde la sua utilità anche per la cultura in cui è nato e cresciuto. Se la paura è di perdere la propria diversità la domanda non è "perchè?" ma piuttosto è "davvero siamo orgogliosi di ciò che siamo?". Se la risposta è si, di sicuro nei prossimi dieci-cento-duecento anni le singole diversità non scompariranno, perchè a meno di eversioni dittatoriali nessuno te lo imporrà.. ma se la risposta è no.. beh, questo potrebbe essere un problema. Cmq, bisogna sempre ricordare, se si vuole stare con i piedi a terra, che ogni cosa è destinata a finire o trasformarsi. L'entropia nell'universo è in costante aumento e non vedo perchè non dovrebbe esserlo anche nei rapporti che caratterizzano da sempre la storia, quelli tra culture-stati-società differenti. Esse si scontrano, combattono, si fondono, mutano, alcune spariscono ecc.. Non è fatalismo, è solo che è sempre stato così sempre sarà perchè non c'è altra via. Il termine è fumoso per un motivo semplice: non è applicabile. L'unico modo per applicarlo è metterlo in relazione ad altri termini quali ad esempio stato e comunità (o come preferisci), così si possono sfrondare le accezioni prettamente accademiche come appunto il discorso sui geni, e prendere in considerazione elementi più fondanti per descrivere il concetto. Una nazione in sé è una cosa, uno stato di una nazione che si ritiene popolo è un'altra. Non è mia intenzione, tutt'altro, però come ho detto, non mi sembra il carattere genetico così fondante per una qualsiasi cultura o stato e società o quello che vuoi. Non necessariamente nella cultura di un popolo entrano solo elementi positivi, magari! Anche quello, non so davvero in che quantità, è entrato nella cultura, soprattutto se si va a misurare il tempo che suddetto atteggiamento o politica territoriale è rimasto in atto. Qualcosa nel modo di vedere il potere l'avrà lasciato nella cultura siciliana o del sud in genere. La cultura ripeto, non necessariamente è fatta dalla maggioranza del popolo o non necessariamente è positiva ai nostri occhi moderni. Quando Dante scriveva, solo i ricchi e i nobili sapevano leggere, il 90% degli altri no. Eppure Dante e i poeti a lui simili ecc fanno parte della cultura italiana, o no? Stessa cosa per gli arabi, o per tutti gli altri. Anzi, spesso quello che riteniamo ancora oggi degno di nota è stato prodotto da un'elité per un'elité eppure fa parte della cultura condivisa. E' un discorso un po' troppo complesso e vasto per discuterne qui. Sono d'accordo, riprendo la storia del figlio e del padre ecc. Siamo figli della nostra cultura, magari anche i nostri figli lo saranno, o magari no. O magari lo saranno nonostante faremo parte di uno stato più grande, una federazione più vasta. Non vedo perchè le due cose debbano collidere. Chi ha mai detto che dobbiamo essere omologati? Se lo si sta diventando non è per colpa dell'europa, o dall'america.. ma semplicemente perchè i nostri figli hanno scelto strade diverse dai nostri nonni per così dire. Non è colpa di qualcosa di esterno, forse la nostra italianità o la francesità o la germanità o ecc ecc non era così radicata in loro. E la colpa non è loro o dell'europa e della globalizzazione. Forse è dei nostri padri che in fondo non hanno trasmesso più nulla di positivo della nostra "differenza" e i figli alla fine hanno scelto altre strade, se queste sono l'omologazione (termine che va di moda) o qualsiasi altra cosa, non ha importanza. Cercare in modo direi artefatto di prolungare qualcosa non rinviabile non risolve nessun problema. Puoi cercare se vuoi di ridurre il cambiamento o di salvaguardare la tua diversità in modi positivi, non chiudendoti a riccio, perchè morto tu non rimarrà nulla se sei l'ultimo della tua razza. IMPORTANTE Il TU che uso di solito nei miei testi è un tu puramente generico e non è riferito, specie negli esempi, a nessun interlocutore in particolare.