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Je Maintiendrai: La Repubblica del Nord

Discussione in 'Le vostre esperienze' iniziata da Mac Brian, 8 Giugno 2014.

  1. alberto90

    alberto90

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    Ma buttati sulla monarchia a sto punto ....
     
  2. andry2806

    andry2806

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    finalmente un po di colonialismo...
    P.S: la citazione nel titolo stavolta la so: la disse un certo Adolf Hitler prima di scatenare la più grande offensiva della storia (terminata con la più grande disfatta della storia): l'operazione Barbarossa.
     
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  3. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Repubblica a vita! Sono stufo di tanti AAR sulle monarchie! Ti capiterà un re 1-1-1 se oserai passare coi Rood :D
     
  4. Mac Brian

    Mac Brian

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    Principato di Vincent Van Renesse Parte 1 - Chi semina vento...

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    L’elezione del 1523 fu uno dei periodi più politicamente intensi che la Repubblica olandese avesse mai sperimentato fino a quel momento. La sfida tra gli Orangisti e i Rood per accaparrarsi il titolo di Principe si ripercosse su tutti gli strati della società, dividendo profondamente le due scuole di pensiero. In ogni caso però, i monarchici si dimostrarono più abili nel far valere le loro ragioni e appellandosi in modo efficacie ai bisogni sia dell’aristocrazia, che chiedeva uno stato forte e militarizzato, che della borghesia, che voleva un aumento dell’azione mercantilista del governo e delle spedizioni commerciali verso il Nuovo Mondo, riuscirono infine ad ottenere l’elezione del loro principale ispiratore, Vincent Van Renesse. In estremis gli Orangisti tentarono di accordarsi per una spartizione delle cariche di governo tra i due movimenti, ma questa manovra valse solo a dimostrare l'insicurezza intrinseca di quel movimento, che venne pertanto messo in minoranza.

    Al contrario del suo predecessore, Van Renesse poteva essere considerato un parvenu nel mondo dell’aristocrazia olandese: il padre aveva infatti servito nell’esercito frisone di Klaes, distinguendosi come abile ufficiale e ottenendo in cambio numerose terre nel distretto di Oldemburgo nonché il titolo di barone, pertanto il figlio, benché si fosse adattato al nuovo regime nobiliare, era naturalmente portato a disprezzare la nobiltà di sangue, che non lasciava spazio alle qualità personali, vedendo sempre come ideale il governo di un uomo forte e capace come era stato a suo tempo Klaes. Fino a quel momento quindi le sue origini relativamente modeste e la sua discendenza in parte francese, come testimoniato dal cognome, non gli avevano permesso di assurgere alle più alte cariche della Repubblica, ma la fondazione del movimento monarchico, che in capo ad una decina d’anni aveva ottenuto notevoli appoggi economici e politici, gli permisero infine di ottenere il prestigio necessario ad essere eletto Principe.

    Appena eletto, Van Renesse si affrettò subito ad assicurare all’Assemblea degli Stati Generali che egli, nella sua persona, non aveva alcuna intenzione di instaurare un governo personale ereditario, ma che anzi voleva dimostrare come le idee di governo dei Rood fossero più efficaci rispetto a quelle degli Orangisti nell’assicurare alla Repubblica la stabilità necessaria.

    Mantenendo le promesse fatte prima dell’elezione, Van Renesse si affrettò a compiacere la borghesia, attraverso l’affossamento della fazione mercantile di stampo aristocratico che professava il libero commercio e la formazione di 7 sette senati provinciali aperti, per la prima volta dopo il colpo di mano aristocratico, anche alla borghesia, i quali si sarebbero preoccupati di dirimere le questioni interne alle singole provincie.

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    Dopodiché, guardando ai vertici militari, ansiosi di coprirsi di prestigio, dato che le ultime grandi campagne che avevano reso famoso l’esercito olandese nel mondo risalivano alle guerre borgognone, Van Renesse colse l’occasione di un incidente diplomatico con la Lega Anseatica, che aveva temporaneamente bloccato una nave commerciale olandese, per dare il via ad una guerra che egli definì “In difesa dell’onore della Repubblica”. L’Imperatore era ancora condizionato dalla tregua firmata 4 anni prima da Ripperda, pertanto non poté scendere a difesa della Lega, che venne in breve tempo resa innocua, dimostrando come il baricentro commerciale e politico del Nord Europa si fosse ormai definitivamente spostato verso ovest.

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    La guerra con gli anseatici è ricordata però per un altro evento, molto più importante che le battaglie in se stesse, ossia il fatto che per la prima volta dopo 50 anni, la Francia si rifiutò di prendere parte alla guerra, provocando una spaccatura nelle relazioni tra le due nazioni. Van Renesse tentò febbrilmente di ricucire i rapporti con il Re francese, tuttavia a causa della formazione di un Concilio di reggenza, dovuto alla tenera età del Re, formato da nobili francesi estremamente contrari alla politica di amicizia con la Repubblica, ogni tentativo di riformare l’alleanza con i francesi fu vano e l’unica cosa che Van Renesse ottenne fu di poter sposare la sorella del giovane re francese, fatto considerato molto sospetto da parte degli Orangisti.

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    Ad ogni modo, mentre Amburgo era già stabilmente occupata dagli olandesi, l’esercito della Repubblica ebbe modo di distinguersi con successo affrontando il Duca di Sassonia, corso in difesa dei protestanti anseatici. Per punire il Duca, immischiatosi in affari riguardanti la Repubblica e la Lega, egli richiese nella pace di Lipsia del Gennaio 1525 la cessione della città di Kassel.

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    Nonostante questo periodo di guerra contro una delle maggiori potenze protestanti dell’Impero, la Repubblica continuò ad essere vista come amica del movimento protestante tanto che, quando nel Giugno dello stesso anno gli stati avversi all’Imperatore cattolico si riunirono nella Lega di Smalcalda, Van Renesse fu più che felice di dare il suo supporto, guadagnandosi anche un’alleanza militare in chiave anti francese con l’Inghilterra, dove inviò il suo primogenito, promesso in sposo alla Duchessina di Wessex.

    eu4_27.jpg La situazione religiosa europea.

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    La tolleranza della Repubblica.

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    Durante il suo mandato, Van Renesse si preoccupò anche di dare nuovo impulso alle esplorazioni, inviando Van Galen a doppiare con successo il Capo di Buona Speranza nel 1526, mentre nello stesso tempo diede il via ad una massiccia opera di propaganda atta a dipingere le colonie americane come una terra di opportunità per chiunque. Questo grande afflusso di genti verso le isole delle Antille provocarono tuttavia alcuni contrasti con la popolazione nativa, che nel Gennaio del 1527 tentò di attaccare l’insediamento olandese, venendo facilmente respinta dalla guarnigione.

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    Il nuovo anno era appena iniziato, dando il via ad un periodo che avrebbe cambiato profondamente e in tutti i sensi la Repubblica dei Paesi Bassi e l'Europa intera.
     
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    Ultima modifica: 6 Agosto 2016
  5. andry2806

    andry2806

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    La frase finale ed il titolo mi fanno un po preoccupare: Chi semina vento...raccoglie tempesta.
     
  6. alberto90

    alberto90

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    Senti puzza di colpo di stato nella repubblica ....
     
  7. Mac Brian

    Mac Brian

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    Principato di Vincent Van Renesse Parte 2 - ... raccoglie corone.

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    Il 1527 si aprì con l’arrivo nell’Europa continentale di importanti notizie dalla Lituania. Dopo un periodo di gestazione di una decina d’anni infatti, attraverso l’azione di nuovi riformatori come John Knox e in particolare Giovanni Calvino, scappato dalla Francia verso Vilna a causa delle persecuzioni religiose, la Riforma iniziò a dividersi in nuovi gruppi tutti caratterizzati da differenti visioni dottrinali. In particolare a Vilna, Calvino ottenne dal Gran Duca di Lituania il permesso di istituire nella città un Concistoro religioso per il buon governo della stessa, trasformandola in breve tempo nell’emblema della città riformata ideale.

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    Da lì le sue idee iniziarono poi a circolare attraverso l’Europa intera, arrivando in poco tempo nei Paesi Bassi, dove le zone a lingua olandese, che in un primo momento erano rimaste estranee all’azione luterana, vennero ora ampiamente a contatto con queste nuove dottrine. Particolare successo ebbero però anche gli Anabattisti, che in breve tempo ottenero la conversione di buona parte dell’élite politica della Repubblica e di Van Renesse stesso, che, sebbene non fosse una persona particolarmente religiosa, aveva compreso i vantaggi che la conversione alla nuova confessione maggioritaria avrebbe potuto portare. La Repubblica continuò quindi a presentarsi come il baluardo della tolleranza in Europa, anche se con l’introduzione delle tasse ecclesiastiche vide una rapidissima diminuzione delle popolazioni di fede cattolica, in poco tempo soppiantata dallo zelante proselitismo dei nuovi riformati.

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    Ad ogni modo questa chiara presa di posizione da parte del Principe e degli Stati Generali in favore dei riformati irritarono un certo numero di nobili tradizionalisti che, vedendo deteriorarsi le tradizioni cattoliche della Repubblica decisero di insorgere in armi in Frisia nel Febbraio del 1528. La rivolta venne facilmente domata, ma rappresentò un punto di svolta per la politica della Repubblica, in quanto il potere di Van Renesse, ancora una volta ertosi a difesa della Repubblica agli occhi degli Stati Generali, ne uscì molto rafforzato.

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    E fu quindi in questo clima di insicurezza causato dalla transizione religiosa che l’ultimo atto della farsa repubblicana prese il via. Era il Marzo del 1529 e Van Renesse, ormai al culmine del suo prestigio dopo aver personalmente finanziato una spedizione di Van Galen che aveva raggiunto, primo europeo, la foce dell’Indo, era pronto a dare il via al piano che per tanti anni aveva pazientemente programmato.

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    Sin dall’elezione di Van Renesse vi era stata una profonda spaccatura in seno agli Stati Generali, tra gli Orangisti e i Rood, che insieme rappresentavano circa poco più della metà dei membri. In particolare i repubblicani, dopo un primo momento, si erano rifiutati di avere nulla a che fare con un governo che consideravano nemico della libertà della Repubblica. Ora però, forte dei successi ottenuti, Van Renesse, era riuscito ad organizzare un incontro, tra una delegazione di importanti personalità dei due schieramenti, in vista di un possibile accordo che allargasse il bacino di potere del governo e garantisse maggiore stabilità rispetto a minacce interne come l’ultima rivolta dei nobili cattolici. Come luogo d’incontro venne scelta la cittadina olandese di Den Briel e come data i primi di Aprile. Dalle file dei Rood tuttavia vennero espresse alcune perplessità, in quanto i membri scelti da Van Renesse per andare a parlamentare con gli avversari non erano membri di spicco del movimento, anzi, erano quasi tutti sconosciuti. Solo i più vicini al Principe sapevano come questo fosse stato esplicitamente da lui voluto.

    Incontratisi il primo giorno d’Aprile nel municipio della città, le due delegazioni si ritirarono poi nei rispettivi alberghi, per passare la notte in vista del difficile compito di trovare un accordo che li avrebbe attesi i giorni successivi. A questo punto però i resoconti non concordano più: c’è chi dice che gli alberghi vennero dati alle fiamme con ancora gli occupanti al loro interno, chi che furono prima fatti uscire, giustiziati e poi ributtati nelle macerie fumanti della città. Fatto sta che nella notte del 1° Aprile del 1529 Den Briel venne attaccata da un gruppo ben armato di cavalieri e quasi completamente rasa al suolo, portando alla morte di gran parte della popolazione e della totalità delle due delegazioni.

    800px-Capture_of_Brielle,_April_1_1572_(Frans_Hogenberg).jpg

    Quando la notizia giunse ad Amsterdam, gli Stati Generali erano ormai nel panico più assoluto: c’era chi parlava di un invasione esterna, forse i francesi, forse gli Asburgo, forse addirittura il Papa, e c’era chi parlava di una ribellione pronta a reclamare tra le fiamme la stessa Amsterdam. Van Renesse richiese la calma, precisando che l’Assemblea aveva l’importante compito di fare scelte difficili per il bene del paese: ormai soggiogata dalla figura soverchiante del Principe, che sembrava l’unico in grado di riportare la pace, l’Assemblea, all’oscuro del fatto che tutto questo era stato orchestrato a regola d’arte da Van Renesse stesso, si risolse a concedere al Principe poteri straordinari, che di fatto lo resero un monarca, come venne poi ratificato dall’incoronazione del 3 Giugno, officiatasi ad Amsterdam tra le ali di folla festante inneggiante al Protettore dei Paesi Bassi.

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    La Repubblica era definitivamente morta, legalmente e con l'avvallo della sua magistratura suprema. Tutto grazie al sangue di pochi sconosciuti, che non avrebbero mai saputo quanto importante fosse stata la loro missione.

    Attenzione a non dimenticare Den Briel, può darsi che valga la pena ricordarla...
     
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    Ultima modifica: 28 Luglio 2014
  8. alberto90

    alberto90

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    Lo sapevo .... lo sapevo. Colpo di stato nella Repubblica. Lunga vita al re.
     
  9. Eferthad

    Eferthad

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    Dunque ci saranno 50 anni di monarchia prima della rivincita oranjista e della dutch republic? :p
     
  10. Mac Brian

    Mac Brian

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    Non spoilerare gli eventi immodificabili messi dalla paradox in Eu4 che tutti sanno!! :ROFLMAO::love:
     
  11. Eferthad

    Eferthad

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    Dai, in teoria puoi scegliere tra monarchia, dutch republic e repubblica mercantile '>'
     
  12. Mac Brian

    Mac Brian

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    No, in realtà la terza possibilità è la repubblica amministrativa, che è poi quella che avevo all'inizio.
     
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  13. Mac Brian

    Mac Brian

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    Regno di Vincent Van Renesse Parte 1 - Guerra di annientamento

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    Assicurata la sua posizione di monarca, i primi atti di Van Renesse si indirizzarono verso il raggiungimento della stabilità politica dei Paesi Bassi. Consapevole degli insegnamenti dell’antichità, il nuovo re sapeva che il modo migliore per ristabilire la calma, in ossequio alle azioni di Cesare, era quello di riappacificare le varie classi sociali. Ciò avvenne attraverso la riapertura all’Assemblea degli Stati Generali ai borghesi, fatto che portò il numero di membri a 500, in un'azione che sembrava ridare di nuovo potere all’Assemblea, mentre di fatto ne spezzettava ancora di più le capacità politiche e di coesione. Inoltre, facendo una concessione al precedente regime, Van Renesse decise di mantenere la bandiera del paese quella attuale, anziché quella modificata dei Rood. Egli però non ignorava neppure la lezione di Silla, pertanto si preoccupò di eliminare, il più delle volte con l’esilio e in casi minori con l’eliminazione fisica, i principali esponenti del movimento Oranjista scampati al massacro di Den Briel. Infine decise di definire senza più dubbi come religione di stato la fede riformata, dando il via ad una serie di opere di proselitismo finanziate direttamente dalla corona.

    Attirato dalle notizie di queste scelte verso la riappacificazione della nazione, la corte di Van Renesse vide l’arrivo di uno stimatissimo filosofo di quel tempo, Erasmo da Rotterdam, massimo esponente della corrente della Devotio Moderna, che pose i suoi servigi al servizio del nuovo regime, a suo dire il primo governo davvero stabile e tollerante che i Paesi Bassi avessero mai visto.

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    Gli anni tra il 1530 e il 1533 furono poi anni di pace, in cui la corona aumentò i finanziamenti alle colonie, portando alla formazione di due nuovi insediamenti, uno a St. Martin, l’altro in Costa d’Oro, e al contempo stesso permise a Van Galen di proseguire le sue esplorazioni attraverso i porti indiani, indonesiani e dal 1533 in poi, perfino cinesi, fino a raggiungere, nel 1534, il Giappone, l’obbiettivo finale, fino a quel momento, dell’ammiraglio Van Galen. Un importante avvenimento avvenuto nello stesso periodo fu poi il Concilio di Laibach, tutt'altro che casualmente verificatosi in terra asburgica, in cui la massime cariche della chiesa cattolica definirono le linee guida della Controriforma, atta a limitare l'espansione delle dottrine riformate, attraverso un misto di azioni dottrinali e disciplinari.

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    Ad ogni modo, nel Marzo del 1534, con l’economia della nazione più florida che mai e con l’esercito ai massimi ranghi, Van Renesse, che ancora non era riuscito a recuperare l’alleanza militare con la Francia, decise che era il momento che la nuova monarchia ottenesse un po’ di gloria nei campi di battaglia europei, attaccando l’Arcivescovo di Treviri con l’intento di conquistare le provincie di confine di Hesse e Nassau, consapevole che, benché egli fosse un elettore imperiale, i Paesi Bassi potevano contare sul supporto militare della Polonia per diminuire la pressione delle armate dell’Imperatore. O almeno così sarebbe stato, se all’ultimo momento il re polacco, convinto dal Sejm, il parlamento di quel paese, non avesse deciso di ritirare il suo appoggio alla nazione olandese, lasciando nella guerra solo i Paesi Bassi e l’Inghilterra, che, non avendo al momento una flotta da trasporto sufficiente, sul continente poteva fare ben poco.

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    Subito partita sotto pessimi auspici, dopo i primi giorni la guerra prese subito una brutta piega per gli olandesi, che, dopo aver inviato l’intero esercito di 50 mila uomini per eliminare un piccolo contingente bavarese di 6 mila uomini a Wurzburg, vennero lì sorpresi in posizione sfavorevole dai rinforzi austriaci guidati dall’abilissimo generale Sulerzycki, subendo perdite enormi e venendo risospinti duramente verso l’interno del paese.

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    Qui si presentò poi una situazione estremamente grave, in quanto l’armata più duramente colpita, guidata da Van Renesse in persona, era stata costretta ritirarsi a Oldemburgo, subito incalzata dall’armata austriaca a piena potenza di Sulerzycki. Sembrava che per i 15 mila olandesi in rotta non vi fosse più nulla da fare, tuttavia grazie al tempestivo reclutamento di mercenari nelle zone circostanti, che riuscirono a mantenere la battaglia per un tempo sufficiente a consentire l’arrivo dei rinforzi da Amsterdam fu possibile ricacciare indietro gli austriaci, evitando il collasso di più di 20 reggimenti olandesi.

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    Dopo questa prima fase di battaglie estremamente cruente parve a tutti evidente che la guerra sarebbe stata meno facile del previsto, pertanto nel Gennaio dell’anno successivo (1535) Van Renesse decise di istituire una serie di tasse speciali per garantire lo sforzo bellico del paese.

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    Le offensive olandesi ripresero poi nell’Aprile di quell’anno, con una vittoria non decisiva a Coblenza, poi messa sotto assedio da un turbine di artiglieria olandese. Ad ogni modo tre mesi dopo gli austriaci tornarono all’attacco portando 30 mila uomini sotto le mura di Aquisgrana e poi successivamente lanciandoli all’attacco nei pressi di Colonia: gli olandesi ottennero una vittoria, ma l’assenza di artiglieria, tutta impegnata a Coblenza, fece sì che le perdite olandesi fossero superiori a quelle austriache.

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    Caduta Coblenza, gli austriaci ci riprovarono di nuovo a Colonia nel gennaio del 1536, venendo nuovamente risospinti indietro al prezzo di un numero spropositatamente elevato di perdite olandesi, mentre contemporaneamente anche Treviri cadeva in mano agli olandesi. A metà di quell’anno Frederick de Winter, il principale generale di Van Renesse ottenne un’importante vittoria contro l’esercito dell’Arcivescovo, completamente distrutto a Coblenza, prima di dover però ritirarsi a causa dell’arrivo dei rinforzi austriaci guidati da Sulerzycki, che penetrarono nei Paesi Bassi mettendo sotto assedio Kleve.

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    Dopo 3 anni di combattimenti e il sacrificio di decine di migliaia di soldati la guerra era ancora in una fase estremamente indecisa ed entrambi gli schieramenti sapevano che presto le riserve umane sarebbero finite.
    Il problema però, era che le riserve di Van Renesse erano già finite.



    Ah, che bello, ci voleva una bella guerra brutale per cementare gli animi.
     
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  14. Eferthad

    Eferthad

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    Immagino gli austriaci mentre si preparano alle battaglie contro il tuo esercito.

    "Brace yourselves, De Winter is coming".

    Aldilà degli scherzi, una bella guerra ci voleva, decisamente. Vista la situazione del manpower, credo che dovresti disbandare tutti i reggimenti sotto i 500 uomini, accedere ad un po' di prestiti e sostituirli con plotoni mercenari.
     
  15. Carlos V

    Carlos V

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    Bella narrazione, come sempre! :)
    Temo che ti sia fatto una pessima reputazione in Europa per via delle continue guerre e, paradossalmente, le altre nazioni ti considerano più minaccioso di una Francia, invece, realmente più pericolosa. Credo che il buon Vincent dovrebbe abbandonare per il momento altri progetti di conquista in Europa, dopotutto Augusto una volta raggiunto il Principato lavorò molto sulla crescita interna e sulla stabilizzazione economica (se si esclude la disastrosa spedizione di Varo in Germania nel 9 d.C.).
    Se i tuoi generali scalpitano per una nuova guerra, su cui riversare le tensioni sociali interne e la propaganda patriottica, allora dovresti condurre le tue truppe oltremare e avviare una guerra di conquista in Africa o in Asia con lo scopo di acquisire colonie, prestigio e merci rare. :pompous:
    Dal puto di vista diplomatico, impara soprattutto che ormai sei una potenza sullo scacchiere europeo e le altre nazioni ti percepiscono come tale (quindi anche come un potenziale rivale): non sei più la piccola Frisia bisognosa di aiuto e di potenti appoggi, di conseguenza è molto più difficile formare alleanze solide. E lascia perdere la Francia: secondo me puoi solo sperare in una neutralità perchè le occasioni di frizione non mancheranno. Anzi, io mi aspetterei un attacco prima o poi (scommetto che i Francesi hanno già creato false rivendicazioni sulle Fiandre).


    In base alla tua narrazione, assegnerei a Vincen Van Renesse i seguenti tratti:
    [​IMG] Primo re d'Olanda: Vincent ha il merito di essere stato incoronato per primo come re d'Olanda e delle Province Unite, aprendo una nuova fase storica per la nazione. Sicuramente un evento che lo renderà famoso nei libri di storia e forse anche una sorta di "padre della patria".
    [​IMG] Ambizioso: Vincent ha sempre mirato al potere assoluto, fin dall'inizio.
    [​IMG] Cinico: non ha esitato ad uccidere i membri delle due fazioni (Oranje e Rood, quindi anche suoi alleati politici) pur di perseguire il suo personale disegno di dominio.
    [​IMG] Disonesto: ha letteralmente preso in giro le istituzioni e il Concilio dei Nobili, fingendo di seguire in modo rispettoso le tradizioni repubblicane e, per ultimo, anche di organizzare un incontro pacificatore tra fazioni (divenuto poi un massacro).
    [​IMG] Coraggioso: per quanto disonesto, va riconosciuto come comunque Vincent Van Renesse si è dimostrato audace in ogni sua azione, anche in quelle rischiose (se il suo piano fosse stato scoperto, lo avrebbero sicuramente giustiziato per alto tradimento). Anche la guerra contro l'Arcivescovo rientra in questo ambito.
    [​IMG] Amante dei classici: Vincent ha studiato molto i classici latini e greci e le sue azioni si ispirano sempre a personaggi illustri dell'antichità, come Cesare, Silla e Augusto.
    [​IMG] Tollerante verso tutti i Cristiani: se c'è una nota di pregio nella controversa figura di Vincent, è senza dubbio la sua tolleranza verso i vari rami del Cristianesimo, che ha reso l'Olanda un luogo in cui credi diversi possono convivere pacificamente e in armonia.
    [​IMG] Organizzatore: non sarà un brillante generale, ma Vincent ha dimostrato buone doti logistiche, rifornendo efficacemente le sue truppe con forze fresche nelle fasi cruciali della guerra. Lo definirei un "burocrate della guerra".
     
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  16. ronnybonny

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    Concordo con Carlos, il vecchio continente non è più terra di conquiste, almeno finche non sarai superiore all'imperatore... In attesa di quel momento concentrati sulle terre oltremare: Americhe, Africa e soprattutto (è un mio pallino), India e Lontano Oriente.

    P.S. una bella mappa mondiale?
     
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  17. Mac Brian

    Mac Brian

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    Fra 2 capitoli avrete una mappa mondiale, dato che ora ho messo in pari narrazione e partita.

    Presto comunque scoprirete che il nostro re è veramente ambizioso e insaziabile di potere, ma che il prezzo da pagare in sangue sarà notevole, direi che il cinismo è la sua caratteristica preminente.
     
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  18. alberto90

    alberto90

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    Era davvero ora che ci fosse una bella guerra di quelle come Dio comanda. Con massacri immani e assedi epici .... La guerra è bella solo per gioco.
     
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  19. Mac Brian

    Mac Brian

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    Regno di Vincent Van Renesse Parte 2 - La volpe delle nevi

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    La fase di stanca della guerra nei mesi centrali del 1536 fu un periodo molto importante per la forza militare olandese, in quanto consentì a Van Renesse di riformare l’esercito in vista delle battaglie dell’anno successivo, che avrebbero dovuto necessariamente essere le battute finali di una guerra che si era già dimostrata la più dispendiosa, in termini sia economici che umani, che la nazione avesse mai affrontato da più di cento anni. La prima azione del monarca fu quindi quella di riorganizzare i reggimenti attualmente presenti sul territorio, accorpando le unità più malandate in nuovi corpi più organizzati. Dopodiché egli applicò numerose pressioni sui principali banchieri e mercanti di Amsterdam al fine di ottenere prestiti vantaggiosi per la Corona, che furono poi reinvestiti in nuove compagnie mercenarie, in cambio poi di agevolazioni coloniali e mercantili a guerra finita.

    Ad ogni modo, mentre Van Renesse e De Winter riorganizzavano l’esercito in vista dell’offensiva finale, dalle colonie iniziarono ad arrivare notizie di problemi consistenti, in particolare da due insediamenti da poco creati: la nuova colonia penale in Jamaica e l’importantissimo porto di Fort Nassau, in Costa d’Oro, testa di ponte essenziale in vista del progetto di espansione olandese verso il Capo di Buona Speranza.

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    Dai due insediamenti giunsero infatti resoconti di attacchi da parte dei nativi che avevano distrutto, completamente o in parte era impossibile stabilirlo, gli insediamenti olandesi. Per far fronte a questa minaccia, Van Renesse decise di distogliere dal teatro europeo 2 mila uomini che vennero imbarcati prima verso la Jamaica, dove sterminarono gli abitanti indigeni dopo aver trovato l’insediamento coloniale completamente distrutto, e poi successivamente in Costa d’Oro, dove, tuttavia, a causa della mancanza di uomini per completare i ranghi, a cui si aggiungeva la mancanza di ufficiali esperti, tutti impegnati in Europa, i due reggimenti non poterono fare altro che assumere una posizione di difesa all’interno di Fort Nassau respingendo i numerosi attacchi degli africani, in quanto, seppur gli indigeni erano estremamente svantaggiati dal punto di vista tecnico, essi potevano contare su un vantaggio numerico schiacciante di più di 4 a 1.

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    Ad ogni modo, con la situazione oltremare in via di stabilizzazione, la guerra in Europa riprese con vigore ben prima di quando gli austriaci se lo aspettavano, ossia nel pieno inverno del 1536, quando De Winter, al comando dell’intero esercito dei Paesi Bassi, lanciò un attacco diretto contro le truppe di Sulerzycki, in procinto di occupare la Westfalia. Questa battaglia rappresentò uno dei momenti più determinanti di questa fase finale della guerra, come la disfatta a Wurzburg lo era stata all’inizio, in quanto per la prima volta gli olandesi riuscirono ad infliggere agli austriaci un numero di perdite, seppur di poco, superiori alle proprie e, cosa più importante, riuscirono ad allontanare la pressione delle armate imperiali dall’Arcivescovado, consentendo a De Winter, il giorno di Natale di quello stesso anno, di ottenere una luminosa vittoria contro le truppe degli alleati dell’Imperatore, soprese a Nassau, poi cinta d’assedio per tutto l’anno successivo dall'artiglieria olandese rimasta, non molta per la verità, fino alla sua caduta nel Dicembre del 1537.

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    A garantire agli olandesi questa rinnovata capacità di manovra ci si misero anche alcuni principi imperiali, nel particolare Ulm e Wurttemberg, che trascinarono l’Imperatore d’Asburgo in una guerra molto vicina ai propri territori dinastici, riuscendo a distrarre l’esercito imperiale per tutto il 1537 e per metà del 1538, periodo in cui non vi furono battaglie nei territori tra l’Assia e la Westfalia.

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    Con la caduta di Hesse e il contemporaneo ammassamento di truppe imperiali a Francoforte nel Luglio del 1538, Van Renesse decise che la guerra aveva ormai raggiunto i suoi obiettivi e, pertanto, raggiunse un accordo con l’Imperatore attraverso la firma della Pace di Kassel, secondo cui i territori di Nassau e Hesse passavano sotto il dominio della Corona olandese. Pare che in un primo momento l’Imperatore avrebbe voluto continuare la battaglia, lanciando i suoi 35 mila uomini accampati a Francoforte contro le truppe olandesi a Hesse, tuttavia dopo aver riflettuto più cautamente sul costo in vite umane che questo avrebbe avuto, considerando i conflitti ancora in corso con la Lega di Smalcalda guidata dalla Sassonia, sconfitta in un primo tempo, ma non ancora piegata, decise di scendere a più miti consigli, accordandosi con Van Renesse.

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    La guerra che più di tutte aveva svelato la debolezze intrinseche delle forze armate olandesi, guidate da ufficiali spesso incapaci, reduci da un trentennio di guida aristocratica in cui le tradizioni militari erano state duramente erose fino al loro annullamento, era finita. Quell’anno vi fu solo un ulteriore battaglia per De Winter, che, inviato a Fort Nassau, ebbe lo spiacevole compito di sradicare le popolazioni africane dall’intero territorio coloniale olandese, lamentandosi, al suo ritorno in patria, del clima tropicale assolutamente insostenibile che aveva decimato le truppe del tutto estranee a quei climi e alle malattie a loro connesse.

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    I Paesi Bassi si trovavano ora in una posizione di debolezza, con un economia sì florida, ma legata ai debiti della Corona e con un esercito ben al di sotto dei normali effettivi. Tuttavia un fatto molto spiacevole avrebbe presto rivoltato questa situazione.

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  20. SkySpace

    SkySpace

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    Complimenti per l'AAR! Cos'è quel giallognolo in nord america e centrafrica?
     

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