Beh il Kosovo verrà sostenuto da aiuti americani e europei che gli consentiranno di sopravvivere fino all'inevitabile unione con l'Albania, e magari anche dopo. Gli USA manterranno una presenza per "sostenere la pace" e via dicendo. La Serbia sbraiterà inutilmente, mentre nell'area ci saranno inevitabili violenze etniche che le forze multinazionali cercheranno disperatamente di sedare. Ovviamente nessuno si sognerà di chiedere la par condicio riguardo alle aree etnicamente serbe attualmente sotto i governi croato e bosniaco. Nessuna escalation in Occidente, fiuguriamoci! Nessun riconoscimento neanche dei curdi sotto la Turchia, manco a dirsi, li turchi sono troppo importanti per la NATO. Nel Caucaso e nelle aree ex-urss invece chissà perché ci sta che qualcosa si muova... Del tutto autonomamente eh! Nessun dubbio, mi raccomando.
Lo ben soppio, solamente è molto più frequente passare dal nazionalismo vs internazionalismo al fascismo vs comunismo; il che se concordi è quanto di più inutile esista. Non serve a nulla se non a promettersi cinghiate, cazzotti ed ingiurie varie. Letteralmente da incorniciare il tuo pezzo sul nazionalismo ne di destra, ne di sinistra; molti non riescono ancora a cogliere questa differenza sostanziale. Concordo sul pezzo del Kosovo e sul suo futuro; secondo me però la Serbia appoggiata dalla Russia potrebbe ottenere perlomeno ciò che resta delle Krajine e la Repubblica Serbska di Bosnia-Erzegovina. Quanto all'occidente ed al Caucaso invece concordo in pieno.
Vedi non per forza nazionalismo deve coincidere con guerra..quello che dico io è che è normale che gli uomini non siano tutti uguali e non debbano per forza vivere in pace e armonia,ma non per questo deve ogni volta scatenarsi una guerra.Quello che dico è che l'dentità(la nazionalità in questo caso),l'appartenenza,la cultura ad un gruppo specifico oggi stanno via via sempre più scomparendo(flussi migratori massicci,abbattimento delle frontiere,perdita delle sovranità statali ect...) e stai sicuro che questo non è ciò che realmente un individuo vuole..israeliani e palestinesi dovrebbero vivere separati,ognuno nella propria casa e ci sta anche un bel muro alto 300 metri se questo serve a vivere in sicurezza.
Senza offesa alcuna, Kaiser...ma quello che dici lo dicevano già i Romani 2000 anni fa e lo dicevano anche gli abitanti autoctoni della penisola italica 15.000 anni fa e anche l'hanno detto anche gli ittiti e anche i Persiani...insomma...tutti hanno subito e fato migrazioni. E' l'evoluzione sociale...è la vita, ed è normale. Il dinamismo crea ...la stagnazione conduce al fallimento.
La Storia insegna che il nazionalismo porta quasi sempre all'espansionismo. QUando ecciti un sentimento nazionalista porti la gente a sentirsi orgogliosa di essere (per esempio) italiana. Da qui a dire "noi italiani siamo meglio dei francesi" c'è poca strada. E da questo a passare al "se siamo meglio perché non ci riprendiamo nizza e savoia" è ancora più facile. Se poi anche il francese è nazionalista risponderà picche con poca delicatezza. Da qui al confronto armato la strada è in discesa... In conclusione: troppo facile passare da un semplice orgoglio nazionale al concetto di superiorità sugli altri, causa scatenante di possibili conflitti. Se poi il processo è sfruttato da governanti senza scrupoli si arriva a una riedizione dei conflitti mondiali. La Storia insegna che i muri (anche quelli ideologici) creano odio, specie se il potente mette il muro dove vuole (o sui temi che vuole) senza rispettare il parere e i bisogni altrui. A quel punto il muro non preserva la pace, ma è causa scatenante di un conflitto. Israele e Palestina finché si contenderanno lo stesso territorio potranno esserci muri alti anche un km tanto si odieranno e combatteranno lo stesso... se invece imparassero a convivere, con ognuna delle parti che cede qualcosa (qui mi astengo da qualsiasi giudizio, penso che tanto tutti sappiano secondo me chi dovrebbe cedere ), il conflitto non si riproporrebbe più. @Solctis: non credo che il comunismo sia inevitabilmente da collegarsi all'internazionalismo, tutt'altro. Anzi il comunismo filosovietico si è dimostrato tutto l'opposto, con una chiusura totale verso l'esterno comune a molti paesi comunisti. Il socialismo è già un'altra cosa ma qui si va molto oltre. Ritengo comunque che concetti come nazionalismo e internazionalismo siano da giudicare a parte, slegandoli da qualsiasi appartenenza politica. Questo lo dico per evitare che come dici giustamente tu qualcuno passi a parlare di rossi vs neri che qua non c'entrano niente. PS- oddio, siamo completamente daccordo un sacco di cose
Non è normale, è socialmente e globalmente indotto per un fine ultimo ben preciso. Detto questo non voglio entrate in pericolosi OT e quindi mi stoppo immediatamente.
Io sottolineerei quel quasi. L'impero romano era spiritualmente ed in parte etnicamente razzista. L'ethos esaltato fino alal fine dell'Impero era la romanitas; l'ethnos (fino all'Impero) era quello latino ed italico. I romani erano spiritualmente razzisti e nessuno si è mai fatto problemi di buonismo di sorta. Eppure Roma ha dato la civiltà al mondo quando i padri degli attuali imperatori globali giocavano ancora alla danza della pioggia intorno ad un fuoco. Il tuo quesito su orgoglio-nazionalismo è altresì molto interessante, ma io lo colgo con una piccola ma sostanziale differenza. Il nazionalismo porta spesso (nessuno lo nega) ad una politica di proiezione di potenza verso i vicini e gli antagonisti globali. Questo però è una forma del nazionalismo come lo è stato il nazionalbolscevismo russo-sovietico. Il mio dilemma è quando si arrivi obiettivamente a toccare la linea di confine fra Imperivm e Impero. Mi fermo qui perchè non voglio scadere in OT. Se sul d'accordo ti riferisci a me non c'è nulla di cui stupirsi...molte volte i miei stessi amici non riescono a collocarmi politicamente e filosoficamente poichè cerco di rimanere costantemente in questo stato di perenne 'sfingismo'.
Aggiornamento sul caso Kosovo: Fonte: http://canali.libero.it/affaritaliani/politica/kosovo200208.html Kosovo/ D'Alema: riconosciamo l'indipendenza o ci ritiriamo "Non mi sentirei di lasciare in un Paese che non riconosciamo i 2.600 militari, né i 200 funzionari civili che stiamo per mandare". Massimo D'Alema lega la scelta del governo italiano di procedere al riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo alla presenza delle truppe italiane nell'ex provincia serba e alla partecipazione alla missione civile dell'Unione europea (Eulex). "Non credo sia possibile ritardare la decisione che deve essere assunta: abbiamo particolari responsabilità", ha detto. "O l'Italia, di fronte a una dichiarazione di indipendenza, dice che ritiene che siano venute meno le nostre responsabilità, o ce le assumiamo", ha aggiunto il titolare della Farnesina, nella replica alle Commissioni Esteri di Camera e Senato. "Non siamo un membro qualsiasi dell'Ue", ha osservato, "ma uno dei quattro che condividono la reponsabilità della sicurezza di dare corpo a una missione civile". "O stiamo al passo, o ci ritiriamo", ha aggiunto. "A mio giudizio, non credo che esista una terza via", ha spiegato D'Alema. "Sarebbe sbagliato anche per i Balcani perchéla nostra presenza èutile a tutti, in primo luogo alla Serbia", ha aggiunto, "c'è in gioco un evidente interesse nazionale di fronte al quale non possiamo tirarci indietro: il governo si prende questa responsabilità per il bene dell'Italia". "Chi governa deve avere senso di responsabilità. Spero che sia così anche in futuro, anche se, qualche volta, ho un ragionevole dubbio". Poco prima, nella relazione ai deputati e ai senatori, il ministro degli Esteri aveva spiegato che "è interesse dell'Italia procedere a un rapido riconoscimento del Kosovo". "L'Italia", aveva detto, "vi schiera già già un contingente di circa 2.600 uomini nel quadro della missione Kfor, mentre ci apprestiamo a inviare più di 200 civili (tra carabinieri, funzionari di polizia, finanzieri, agenti penitenziari e magistrati") nel contesto della missione Pesd". "Se non riconoscessimo sollecitamente il Kosovo", aveva obiettato, "questi uomini non avrebbero la necessaria copertura politica e diplomatica per operare sul terreno e interagire con le autorità di Pristina. Li esporremmo a rischi evidenti. Dovremmo ritirarli. Il che non gioverebbe a nessuno". BORGHEZIO: UN PRECEDENTE PER LA PADANIA. "E' una concreta applicazione in Europa del principio di autodeterminazione dei popoli, sancito dalla Carta dell'Onu". Borghezio getta benzina. E aggiunge che desta però "seria preoccupazione la creazione del primo Stato islamico in Europa, salutato già da tutta la stampa jihadista e la sorte della minoranza cristiana ortodossa serba". Tuttavia, ha sottolineato, "è e resta innegabilmente un precedente giuridico e politico, inutile negarlo, molto importante per chi, in Europa, dalla Corsica alle Fiandre, dalla Sardegna a Euskadi e alla nostra Padania, ora ancora Nazioni senza Stato, aspira all'indipendenza". Siamo alla frutta....
Come anche l'attuale imperialismo americano, nessun dubbio in proposito . Beh Roma ha dato si civiltà ma perché mirava ad un progetto ad altissimo respiro. ROma inizialmente ha assorbito le culture altrui (etrusca e greca tra le altre), poi si è espansa portando la SUA cultura in ogni dove. Indubbiamente con esiti stupefacenti e importantissimi per la futura Europa. Però una cosa simile era possibile in tempi ormai andati. Adesso una simile funzione da "invasore civilizzatore" è improponibile e impossibile. Dal 900 in poi qualsiasi invasore non ha portato cultura ma sfruttaemnto e distruzioni. I benefici sono stati limitati. E quando sono finiti i popoli "inferiori" i vari nazionalismi sono entrati in conflitto con conseguenze catastrofiche. Quindi da ormai molto tempo il nazionalismo è estremamente pericoloso in quanto la sua spinta positiva (la ricerca dell'automiglioramento e dell'esempio di "forza" dato pacificamente) è stata soppiantata da quella negativa (io sono migliore quindi è giusto che tu sia mio suddito/che io mi prenda le tue risorse)... Non preoccupiamoci di Borghezio, la Padania non esisterà mai e personalmente anzi spero continuino con questi proclami. Sono al livello del programma elettorale di Ilvio, fanno sempre ridere anche se sono anni che ce le ripetono . La rivoluzione, si.... a colpi di cotolette
Ma avete sentito D'Alema sul Kossovo? Avete sentito la giustificazione di D'Alema per stracciare il diritto internazionale (e a mio parere l'interesse dell'Italia per fare un favore a USA che si prendono il Kossovo, e a Russia a cui "regaliamo" la Serbia)? Bisogna che i nostri soldati abbiano una copertura politica, se no rischiano e bisognerebbe ritirarli !!! No, spiegatemi, ciò vuol dire che dopo essere intervenuti a salvare gli albanesi in Kossovo, ora i nostri militari sono in pericolo se NON riconosciamo il governo kossovaro? Chi li minaccia? I kossovari? Mi pare questo il senso della dichiarazione di D'Alema. Vuol dire che noi riconosciamo il governo kossovaro per evitare problemi internazionali con lo stesso Kossovo? Io non ho parole! Per finire: ma la prima guerra mondiale (20 milioni di morti) non è scoppiata per difendere la Serbia dalle mire Austro-Prussiane? E chi sono stati i primi a riconoscere il Kossovo? Toh, Germania e Austria. Se qualcuno mi sa spiegare l'intervento di D'Alema in altro senso, io sono curioso.
Se ne parlava già nell'altra discussione...comunque casualmente sono gli stessi che riconobbero Slovenia e Croazia subito dopo la dichiarazione di indipendenza...chissà come mai.....
Si, lo so. Io volevo evidenziare la pochezza delle giustificazioni addotte al riconoscimento: se non riconosciamo il Kossovo dovremmo ritirare i nostri soldati. A me sembra un discorso indegno da parte di un ministro degli esteri. Il primo a riconoscere la Croazia, se non sbaglio, fu il Vaticano, questa volta mi sembra che almeno il Papa proceda con più cautela. Riporto da Repubblica: Ieri durante un dibattito davanti alle Commissioni Esteri di Camera e Senato, D'Alema aveva sostenuto che riconoscere il nuovo Stato "è interesse dell'Italia":humm: , che nell'ex provincia serba contribuisce al contingente di Kfor e si appresta ad inviare altri 200 uomini nel quadro della missione civile della Ue EULEX. "Non mi sentirei di lasciare in un Paese che non riconosciamo i 2.600 militari, nè i 200 funzionari civili che stiamo per mandare. Se non riconoscessimo sollecitamente il Kosovo questi uomini non avrebbero la necessaria copertura politica e diplomatica per operare sul terreno e interagire con le autorità di Pristina. Dovremmo ritirarli. Il che non gioverebbe a nessuno, la nostra presenza è utile a tutti, in primo luogo alla Serbia". Secondo il ministro il processo di riconoscimento di Pristina - "utile e necessario" - va però affrontato con "sobrietà , continuando a lavorare per mantenere buoni rapporti con la Serbia" . D'Alema ha definito "comprensibile" il momento di "amarezza e protesta" che sta vivendo Belgrado e ha assicurato che l'Italia continuerà la "politica di amicizia, apertura e dialogo":humm: avviata negli ultimi anni con la Serbia. "Bisogna guardare al futuro", anche perché "in fondo, dal punto di vista sostanziale, il Kosovo non apparteneva più alla Serbia da otto anni". Per D'Alema, la dichiarazione di indipendenza proclamata unilateralmente da Pristina domenica è un "caso sui generis" che "non determina alcun precedente internazionale" :humm: che possa giustificare "effetti imitativi" da parte di altre realtà con ambizioni separatiste.
infatti, da domani si ricostituisce la "Serenissima Repubblica di Venezia", festa nazionale il 25 Aprile.
KOSOVO: DIVERSI FERITI IN BOSNIA DURANTE DIMOSTRAZIONE Sarajevo, 21 feb. (Adnkronos/Dpa) - Due agenti di polizia serbobosniaci e diversi studenti sono rimasti leggermente feriti oggi a Banja Luka, nella Republika Srpska, l'entita' serba della Bosnia Erzegovina, durante una manifestazione di protesta per la proclamazione di indipendenza del Kosovo degenerata in scontri violenti. Unita' delle forze di polizia serbobosniaca sono intervenute con i gas lacrimogeni per impedire ai circa tremila studenti che dimostravano di assaltare i consolati americano, francese e tedesco. Un gruppo di manifestanti e' riuscito a superare gli sbarramenti e prendere a sassate la sede del consolato statunitense. Gravemente danneggiati anche diversi esercizi commerciali appartenenti a albanesi del Kosovo, stando a quanto riferito dalla radio bosniaca. La manifestazione era iniziata con canti patriottici serbi da parte degli studenti che avevano anche dato alle fiamme diverse bandiere dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e della Germania. Diverse persone sono state fermate. L'assemblea nazionale serbobosniaca dovrebbe riunirsi piu' tardi a Banja Luka per formalizzare la propria posizione in merito alla proclamazione di indipendenza del Kosovo. Alcuni partiti nazionalisti serbi ed alcune organizzazioni non governative hanno chiesto alle autorita' serbonosniache di chiedere l'indipendenza dell'entita' serbobosniaca dalla Bosnia Erzegovina. (Ses/Ct/Adnkronos) 21-FEB-08 18:39 Da Wikipedia: Origine del nome La regione prende il proprio nome dalla località di Kosovo Polje (Fushë Kosovë in albanese), 8 km a sud-ovest di Pristina, teatro della battaglia omonima del 1389, simbolo della resistenza serba contro l'Impero Ottomano nei Balcani. In serbo Kosovo Polje (Косово Поље) significa, alla lettera, "Campo del merlo" (o "Piana del merlo"), essendo kosovo la forma declinata possessiva della parola slava e serba Kos (Кос) "merlo", ossia "del merlo". Il toponimo - per altro molto diffuso in ambito slavo, sino alla Bielorussia - è di origine slavo-serba, non avendo alcun significato proprio in albanese, che ne ha fatto un prestito, limitandosi a tradurre "campo" (Fushë), ma non "merlo" (che in albanese è Çavë) e a mutare la vocale finale in "Kosovo" http://it.wikipedia.org/wiki/Kosovo contro l'avanzata dell' KOCOBO JE SRBIJA!
Si comincia... oggi ho letto sul giornale (la nazione) che uno dei negozatori palestinesi al vertice di annapolis ha detto che se il kosovo ha dichiarato l'indiepndenza unilateralmente potrebbero farlo anche loro. Scommetto però che la parte di bosnia etnicamente serba rimarrà in mani bosniache...
La Bosnia è protetta dall'America (interessi commerciali) e dalla Croazia (comunità Croato-musulmana), che a sua volta è protetta dalla Germania (sfera di penetrazione economica tedesca). La Serbia solamente dalla Russia; dipende da cosa realmente sia disposta a rischiare la Russia. Io ve lo dicevo che siamo sull'orlo di una nuova guerra mondiale...spero di sbagliarmi ma ogni giorno che passa ho come l'impressione di aver sempre più ragione... P.S. L'indipendeza kosovara è giuridicamente rilevante quanto un fico essiccato al sole; c'è una risoluzione ONU ben precisa che fino a prova contraria 'de iure' dovrebbe valere di più di qualsiasi altra cassata ameri-cana. Questa risoluzione dava ragione alla Serbia assegnandogli oltre ogni dubbio il Kosovo; della serie: 'com'è bello mantenere in piedi un fantoccio chiamato ONU'.