Io ad esempio ho lavorato per anni (dalla seconda superiore ad inizio università) l'estate come commesso in una libreria. Poi mi fidanzai con la figlia del proprietario nonché collega e smisi. Oltre che per il fatto che facevo un altro lavoro più 'serio' e remunerative.
Non credo che le librerie abbiano bisogno di nuovo personale. Molte librerie generaliste stanno chiudendo.
Io sono proprio contrario all'alternanza scuola-lavoro. Fortunatamente quando ho fatto il Liceo cose del genere nemmeno esistevano. Dietro il paravento del "responsabilizzare i ragazzi" e "tenerli in contatto con il mondo reale" si nascondono una serie di problemi: - L'alternanza scuola-lavoro è obbligatoria, non è una scelta volontaria dello studente. Sono 200 ore da distribuire nel corso dell'anno scolastico (o del triennio, adesso non ricordo). Chi non le fa rischia la bocciatura, che è poi l'arma usata per tenere buoni i ragazzi che protestano contro questa attività. - Si va a fare praticantato in luoghi che spesso non hanno nulla a che fare con il percorso di studi e a svolgere mansioni perlopiù inutili (ai fini dell'apprendimento), come riordinare scartoffie o pulire i pavimenti. Qualche volta i datori di lavoro non sanno nemmeno quali compiti assegnare ai ragazzi e spesso questi ultimi finiscono per passare le ore seduti a giocare a carte o controllare il cellulare. - Queste attività extra-scolastiche non vanno confuse con la famosa gavetta, come spesso fanno le persone un po' più anziane. La gavetta è la fase iniziale per chi ha deciso di intraprendere una carriera lavorativa e in un certo senso è anche giusto partire dal gradino più basso. La differenza è che durante la gavetta si viene comunque pagati e si ha la prospettiva, un giorno, di poter fare qualcosa di meglio. L'alternanza scuola-lavoro è una prestazione lavorativa gratuita da parte dello studente e alla fine non c'è nessuna prospettiva di crescita e promozione, in quanto serve solo ad accumulare punteggio per la fine dell'anno scolastico. Ovviamente ad un datore di lavoro può far comodo un assistente tuttofare che non viene stipendiato. - L'alternanza scuola-lavoro toglie tempo ad altre attività sportive, ricreative e sociali, ma soprattutto allo studio vero e proprio, con il risultato che i ragazzi devono dividere il tempo tra i compiti a casa e queste ore obbligatorie di lavoro. E se non ci riescono durante l'anno scolastico, devono recuperare durante l'estate, anche nei giorni festivi, come le domeniche.
Il mio è un esempio per dire che si possono anche trovare dei lavori da fare. Il punto dell'alternanza scuola lavoro secondo me è il venire a contatto con i doveri, con l'arrivare puntuali ed eseguire gli ordini e avere responsabilità. Mica impari qualcosa, per carità. E' già un miracolo incredibile se impari qualcosa di utile per il lavoro all'Università.
Non credo si possa separare questi dati dal benessere. Al nord storicamente c'è una propensione maggiore per il lavoro. Sarebbe interessante una analisi tra zone simili ( la periferia genovese e quella tarantina?) per esempio. Non credo che in quel caso avremmo un risultato diverso. "Io speriamo che me la cavo" lo trovo ottimo per capire cosa si intende per il rapporto tra benessere-educazione
A Genova e provincia, ci sono (c'erano quindici anni fa, quando frequentavo io, ma non penso sia cambiato molto) tre licei di alto livello, scientifico Cassini (eccezionale), scientifico King (molto buono) e scientifico Marconi (molto buono, questo è a Chiavari, in "periferia"). Altri licei della zona come il famoso Liceo classico Doria - quello di Lauzi e Luigi Tenco per intenderci - probabilmente potevano fornire una educazione superiore nel secolo scorso - oggi certamente no, per cui la generale supponenza dei suoi allievi, abituati ad ottenere tutto con i soldi del genitore ricco, è veramente qualcosa che mi ha sempre lasciato senza parole. Poi ci sono anche delle scuole professionali di ottimo livello, l'alberghiero Marco Polo (lo conosco bene - alunni in uniforme, disciplina severa - una sede è a Camogli, in "periferia") e il Gastaldi (industriale), mentre uno che si è trasformato da eccellenza nazionale a parcheggio per scimmie antropomorfe è il San Giorgio (nautico). Non direi comunque che in centro ci sono scuole migliori che nei sobborghi, anche se definire dove finisce il centro di Genova è problematico...
Non entro nel merito delle proposte, ma questo dato che si vede spesso citato e in alcuni casi addirittura anche stampato su carta, talvolta con percentuali diverse senza cambiarne la sostanza, è semplicemente falso e non supportato da alcuna fonte. Ciao
Se è il 60 non lo so, ma questa è la lista ufficiale dell'Italia http://whc.unesco.org/en/statesparties/IT questa è quella mondiale, non avremo il 60% ma siamo secondi dopo la Cina con 47 siti, che ne ha 51. https://whc.unesco.org/en/list/
47/1073=4,38% Ammesso e non concesso che i siti listati dall’Unesco rappresentino interamente “il patrimonio artistico e storico del mondo” siamo lontani anni luce dalle percentuali bulgare di cui sopra. Ciao
Viviamo costantemente sommersi da informazioni non vere, tipo che l'italia ha il 60% delle opere, che usiamo solo il 20 % del cervello, che siamo fatti del 96% di acqua , che la povertà nel mondo è in aumento o che lo sono le diseguaglianze tra ricchi e poveri , o che lo stato siamo noi Ma nessuno si preoccupa mai di verificare le cose...
Fin che papà paga il gatto balla ... Io andai a lavorare perché papà con piffero che mi dava i soldini per le idiozie che volevo fare ...
Per @Darksky e per chi vuole farsi una cultura. http://www.invalsi.it/invalsi/doc_evidenza/2018/Rapporto_prove_INVALSI_2018.pdf Sunto, se sei del nord vai a scuola, se sei del sud scappa