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Laicità

Discussione in 'Off Topic' iniziata da SkySpace, 9 Febbraio 2016.

  1. Gamby

    Gamby

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    Le prove le hai portate te: 60% cattolico e 25% praticante. Io addirittura ero stato più generoso ed avevo osato un 30% di praticanti.
    Stiamo calmini comunque, primo perché non ho aggredito nè offeso, secondo perché abbiamo detto la stessa cosa...
     
  2. Padre_Mariano

    Padre_Mariano Guest

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    In che senso calmini?Non ho mica gridato!:approved:
    Come prove intendevo i link così da dimostrare ciò che si dice.
    es. Quello che ho postato io
    ciao:)
     
  3. bacca

    bacca

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    Volete la verità?
    Se la chiesa cattolica annunciasse abrogato l'obbligo di andare a catechismo e in chiesa la domenica il 90% degli italiani tornerebbe cattolico convinto!
    Se ci aggiungi un iphone alla messa di natale (quella che ci vanno tutti) cominciamo a convertire gli infedeli senza pietà!
     
  4. Gamby

    Gamby

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    http://www.uaar.it/doxa2014/
    http://www.informarexresistere.fr/2012/05/11/cattolici-maggioranza-in-italia/
    Ho messo volontariamente due fonti di parte opposta. Variano sulle cifre generale ma è curioso notare come entrambi confermino il 25% di italiani praticanti. E come dicevo è questo il dato che ci deve interessare. Poi c'è anche il link da te citato.
     
  5. bacca

    bacca

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  6. SkySpace

    SkySpace

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    Uh benedizioni a scuola...mai viste
     
  7. mattia I visconti

    mattia I visconti

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  8. Willy il Peyote

    Willy il Peyote

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    Non ho mai capito il senso del crocefisso nelle aule o nelle sale d'attesa.
    Dovrebbe stare in chiesa, è un simbolo religioso, non istituzionale.
    Ma vaglielo a spiegare alla Chiesa che non dovrebbe preoccuparsi delle faccende terrene.

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  9. Padre_Mariano

    Padre_Mariano Guest

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    L'Italia è un paese Cristiano,ufficiosamente parlando!:)
     
  10. bacca

    bacca

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    Cristiano era anche il sacro romano impero, storicamente parlando
     
  11. Carlos V

    Carlos V

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    Quello che dici è concettualmente giusto.

    Il fatto è che i crocifissi nelle aule scolastiche e nei luoghi pubblici sono previsti da due regi decreti del 1924 e del 1928. Queste disposizioni sono rimaste con il passaggio alla Costituzione nel 1948: all'epoca, grandissima parte della popolazione italiana aveva una profonda fede Cattolica e non vedeva il motivo di rimuovere i simboli religiosi, nonostante lo Stato fosse dichiaratamente laico. Inoltre non c'erano minoranze etniche (e forse neanche la sensibilità sociale) per porsi il problema del rapporto con altre confessioni religiose.

    Oggi i crocifissi sono considerati un elemento normale e quasi scontato nei luoghi istituzionali. Non a caso, il problema è sorto quando abbiamo iniziato a confrontarci con le minoranze religiose (diretta conseguenza dell'immigrazione degli ultimi decenni) e non a causa di una disputa interna tra noi stessi Italiani.
     
  12. Willy il Peyote

    Willy il Peyote

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    24? non farmi cercare, scommetto che rientrava nei Patti Lateranensi..28? immagino una rettifica, anzi una gagliarda e italica rettifica per ordine del Re.

    Peccato che siano passati 90 anni, il Re è morto, Mussolini è morto e nel mentre abbiamo scritto una nuova Costituzione.
    Ma le vecchie abitudini (leggasi intrallazzi) son dure a morire..ed ecco perchè, Padre, ci trovo poco da ridere quando lei scrive

    edit: ah già, chiamiamole tradizioni che qualcuno potrebbe offendersi
     
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  13. SkySpace

    SkySpace

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    e alle minoranze religiose non basta dirgli va così e punto?
    come dicevo ci sono cose da piccole a grandi, da materiali a simboliche e spirituali, che rendono un Paese e la sua popolazione unici al mondo.
    Eliminare dei simboli storici per seguire per filo e per segno un principio (quello della laicità) con la scusa degli immigrati è terribile. Va a finire che con l'idea di seguirlo per forza lo si snaturi e davvero si perde il fine del principio. Come disse qualcuno (su questo forum?): le ideologie del '900 distrussero quello che si prefiggevano di difendere.
    In un ugual modo l'idea che un principio nato dalla mente umana debba essere seguito a occhi chiusi fregandosene cosa si perde, si va a snaturare il principio stesso che si segue. E qua mi ripeto: i tolleranti laicisti sono i più pesanti anti cristiani e anti clericali che abbiamo in Italia. Senza accorgersi che loro stessi uccidono, secondo la mia opinione, il laicismo più di chi non si definisce tale o comunque non laicista (diverso da laico).

    Piuttosto mi accodo ad un certo filone di pensiero giuridico. Dove invece di preferire l'uguaglianza si preferisce l'equità. Quest'ultima esalta le differenze e cerca di creare un habitat dove queste differenze non solo sono esaltate perchè esprimono ricchezza ma riescono a convivere pacificamente. Diversamente dall'uguaglianza dove alla fin fine si vuole omologare ad un pensiero (o altro) standard.
    Come si esprime questo principio? Inserire le altre simbologie nei luoghi pubblici dove richiesto, rendere certe festività nazionali o locali, ecc. Probabilmente non si è laici come vorrebbero certi, ma si respira, secondo me, più tolleranza che con il laicismo stretto.
     
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  14. ronnybonny

    ronnybonny Moderator Membro dello Staff

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    Se le persone contrarie al crocifisso in classe interessasse davvero l'integrazione e il rispetto del "diverso" avrebbero proposto di lasciare il crocifisso e di affiancargli i simboli religiosi degli altri Credo. Dato che gli interessa solo rimuovere il crocifisso io sono arrivato alla conclusione che a queste persone interessa solo rompere i maroni, un po' come i NoTav che abitano a 2000km dalla Val di Susa
     
  15. Gamby

    Gamby

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    Non credo si tratti solamente delle minoranze religiose. Io sono italiano e non vedo perché la croce, un simbolo religioso, debba essere un simbolo della mia repubblica laica. Perché questo è, inutile dire che fa parte della nostra cultura: la croce è simbolo di una religione e ufficializzarla in un luogo pubblico, cioè farla manifestare non dagli individui (che sono liberi di fare e manifestare ciò che vogliono) ma dalle istituzioni è un atto confessionale. Fa anche parte del nostra storia? Certamente! Come tanti altri simboli, dal fascio littorio alla croce dei Savoia, ma ciò non vuol dire che io li debba ancora manifestare come Stato, dato che fanno parte di un'altra epoca.
     
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  16. Willy il Peyote

    Willy il Peyote

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    Mi trovi d'accordo, ma continuo a non capire il senso del crocefisso in luoghi istituzionali.

    E' un simbolo religioso, la religione dovrebbe essere una questione interiore, individuale, intima. Non c'entra nulla con le aule scolastiche, con quelle di tribunale e via dicendo.
     
  17. SkySpace

    SkySpace

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    E quei simboli rimangono in molti monumenti e luoghi. e mi dirai che son monumenti ed è diverso dal togliere una croce di legno da un luogo. vero. ma a cosa porta seguire fino allo stremo il laicismo? tolleranza? un mondo migliore e più felice? rendere privato un qualcosa che aspira ad essere pubblico è utopia.
    poi finiremo come in certi paesi scandinavi dove sospendono dei conduttori perchè mostrano una croce al collo. ma accettano la giornalista in burqua. tutto ragionevole. ecco cosa manca al mondo d'oggi, la ragionevolezza secondo me.
    da leggere il tutto con tono pacato e diplomatico :)
     
  18. SkySpace

    SkySpace

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    proprio per il fatto che è da più di un secolo che abbiamo questo, intere generazioni ci sono passati senza porsi il problema e non perchè erano più credenti. Comunisti, laicisti, atei, agnostici, ecc., ce ne sono sempre stati eppure tutte queste battaglie non ne hanno compiute (su questo argomento, intendo).
    io non lo vedo solo religioso come simbolo. ha anche un legame storico con noi come disse @Gamby . Un legame che ha influenzato e influenzerà società, politica e arena pubblica. quindi rientra in quell'insieme di piccoli simboli che ci rendono diversi dagli altri e una ricchezza per gli altri. Basta guardare a livello europeo, siamo molto diversi anche in questo. questa diversità è un problema? Per me no. Perchè poi gli altri paesi avranno una peculiarità che noi non abbiamo e non mi sognerei mai di dirgli di eliminare questa loro diversità.
    Spero di aver spiegato abbastanza chiaramente come giustifico la loro presenza.
     
  19. blubasso

    blubasso

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    Solo uno Stato teocratico dovrebbe essere apertamente schierato, uno Stato laico invece non dovrebbe subire ingerenze da parte di alcuna confessione religiosa, perché uno Stato laico deve garantire a tutti i cittadini italiani (nel nostro caso) la massima libertà di espressione e di credo. In un'aula di tribunale si giudicano cattolici, protestanti, musulmani, ebrei, buddhisti ecc tutti allo stesso modo. Mettere un crocefisso significa che anche quell'Aula è soggetta alle leggi del Dio cattolico. E non si dovrebbe fare. Mettere un crocefisso in un aula scolastica definisce quell'aula come "Cristiana". Fino a qualche decennio fa, i cattolici erano tantissimi e ovviamente non ci si poneva il problema, ora nelle scuole ci sono molti figli di immigrati, che hanno altre confessioni. La scuola educa, deve formare cittadini italiani rispettosi delle leggi, non piccoli cattolici, se non lo vogliono. Chi vuole vedere un crocefisso, può sempre iscrivere il proprio figlio/a in una scuola cattolica privata, e lì può pretendere che la Croce sia in bella mostra sulle pareti.

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    Ultima modifica: 11 Febbraio 2016
  20. Luigi

    Luigi

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    A me sembra che l'Italia sia ben lontana da un'emergenza laicismo. Abbiamo la messa ogni domenica sulla rete principale, la Chiesa cattolica gestisce un quotidiano, una radio, un mucchio di case editrici e riviste, influenza parte non indifferente della classe politica, viene finanziata più di ogni altra organizzazione religiosa, organizza manifestazioni e celebrazioni, partecipa ad inaugurazioni, etc...

    Credo sia più difficile, nel nostro paese, non venire a contatto, in un modo o in un altro con le idee della Chiesa.
    Ora, che questo sia bene o male , che possa portare più benefici o problemi è discutibile. Sta di fatto che, a mio avviso, non ci sia alcun pericolo laicista all'orizzonte.
     
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