Dopo secoli di guerre e distruzione nei nostri territori, noi abbiamo deciso di porre fine a tutto ciò proponendo la nascita di una confederazione tra noi e il popolo turco. La "Confederazione Balcanica" sarà il faro di speranza e luce che porterà il progresso nella nostra patria e nel mondo. Già i turchi hanno accettato di ridarci i nostri territori come segno di buona volontà, in cambio offriremo il nostro aiuto per la difesa della loro integrità contro qualsiasi intromissione catafratta. Così noi decretiamo. Ottone I Re Di Grecia
For Mother Russia! <Buro chi?> Si chiedono i pochi consiglieri in grado di leggere e scrivere. Il Cesare d'Oriente ha ora chiaro che per rendere la grande Russia competitiva dovrà rimboccarsi le maniche. Molti consiglieri vengono mandati in viaggio premo di Siberia, mentre i più fortunati finirono in Finlandia a lavorare sulla produzione di polvere per denti. Lunga sarà la strada per "occidentalizzare" l'intera Russia, ma il tutto avverrà al fianco di un'imponente esercito in grado di dare alla Nazione un posto di rilievo nelle politiche internazionali. Fin da subito il clima politico risulta bollente, tant'è che più di una volta ci si è trovati vicini ad un conflitto di scala mondiale. Uno degli eventuali schieramenti sembra già essersi formato e comprende ben 4 Grandi Potenze: UK, Prussia, Francia e Olanda. Temendo per la sovranità del vicino imperatore asburgico, lo C'zar stringe un'alleanza con l'Austria che possa intimorire la grande coalizione venutasi a formare. La paura che possa formarsi un potente impero centrale di stampo tedesco in Europa, spinge l'esercito russo al confine della Prussia. Ma non è solo l'Occidente a preoccupare lo Zar; le recenti conquiste inglesi in India hanno spinto le armate russe oltre i confini della Persia, fino ad arrivare in Afganistan, al quale viene dichiarata guerra affinché diventi fantoccio Russo. Una testa di ponte verso l'India. Tuttavia la linea diplomatica S.Pietroburgo-Londra ha la meglio e viene siglata una pace bianca con l'Afganistan. Intanto due provincie, una persiana e una di Khiva, cadono sotto il controllo Russo. In sintesi: status quo (si fa per dire) in Occidente e piccole conquiste in Oriente. Gloria ai Romanov!
I Sessione 1836-1840 Partecipanti: Regno Unito - Cantastorie Spagna - Agent Francia - Copz Impero Ottomano - Doria Prussia - Vestinus Austria - Purfa Sardegna-Piemonte - Cerbero Brasile - Dixie Russia - Felipe Paesi Bassi - Bacca Giappone - Knucles USA (per ora...) - Doc Grecia - Satana Mappa: Statistiche: Resoconto: Quattro anni pieni zeppi di eventi e di crisi internazionali: si è lisciato per pelo un paio di guerre mondiali (e siamo solo nel 40!). Come si poteva immaginare il primo luogo dove la diplomazia è implosa inevitabilmente è stata l'Italia: dopo l'alt di Purfa il Piemonte di Cerbero ha comunque attaccato i Borboni per la Sicilia, aiutato da UK e Francia. L'escalation è stata inevitabile con varie nazioni che hanno iniziato a fomentare crisi in Lombardia e di conseguenza altre che ne fomentavano una in Irlanda (?) sebbene la buona e brava UK non avesse fatto assolutamente nulla per meritarselo (nemmeno stava usando i focus in Lombardia in quel momento ). Risultato: 200.000 crisi che stanno per scoppiare in Austria, complice la militanza a 7, e che popperanno appena Purfa si azzarderà a sfiorare il tasto "make peace". Per il resto, oltre ad imperialismo vario e random, segnalo un altro conflitto sventato per un soffio nell'ambito del Great Game, quando la Russia ha aggredito l'Afghanistan e l'UK era ad un passo dall'entrare per lo status quo: in questo caso, per fortuna, la diplomazia ha fermato le baionette all'ultimo e si è raggiunto un compromesso. Per i dettagli rimando ai vari AAR (a breve anche il mio).
Império do Brasil "La Guerra dei Farrapos ci attanaglia da un anno ormai, è tempo di mettere la parola fine a questi straccioni che osano ribellarsi all'Impero" Poche e chiare parole che pronuncia l'Imperatore Pedro de Alcântara João Carlos Leopoldo Salvador Bibiano Francisco Xavier de Paula Leocádio Miguel Gabriel Rafael Gonzaga, meglio noto come Pietro II, davanti al suo esercito di professionali male armati ed equipaggiati. Il Brasile è una delle Potenze maggiori nel teatro Sud Americano, ma non è ne all'avanguardia ne moderna, e fuori dal Continente non conta quasi nulla. Ma gli ordini erano stati chiari e quindi si dovette agire. Lasciato il Comando delle sue truppe a un giovanissimo ufficiale della Virginia soprannominato Dixie giunto come mercenario qualche anno prima, l'Imperatore si aspettava risultati rapidi e consistenti. Cosa che non avvenne nel breve periodo. L'esercito Imperiale era diviso in due gruppi, uno a difesa del confine sud (con i restanti militari del Rio Grande prima che cadesse in mano ai Farrapos) e uno a Rio de Janeiro, a difesa del palazzo Imperiale. Il Primo ordine di Dixie fu di richiamare l'esercito arretrato e iniziare la creazione di altre sette Brigate: cinque di Regolari di Fanteria, una di Hussari su modello Prussiano e una di cannoni su modello Napoleonico. Le truppe però si sa, non volano, e le tre Brigate del Sud se ne stanno inermi a guardare il doppio degli avversari che sconfinano dal Rio Grande e entrano in Territorio Imperiale. Conscio che di li a breve l'Imperatore avrebbe voluto spiegazioni l'ufficiale attese l'unificazione dei due eserciti (nord e sud) e a parità di uomini si mise in marcia per cercare battaglia contro i Ribelli Farrapi. Intanto che il grosso dell'esercito, composto solo da Fanteria Regolare, cercava il terreno di scontro per affrontare i Ribelli, le altre Brigate di Regolari erano pronte a raggiungere il grosso dell'esercito, anche se erano ancora sparpagliate per l'Impero e disorganizzate, ma l'ordine dell'Ufficiale era chiaro: raggiungere il luogo dello scontro e dare manforte all'esercito Imperiale. i Regolari iniziarono gli scontri con i Ribelli all'alba del 2 Gennaio 1837 con piccole scaramucce tra alcuni reparti un pò troppo ansioni di sparare qualche colpo. Per una settimana si contano poche perdite da ambo le parti in questi scambi di cortesie. il nono giorno di "contatto" i Ribelli decidono di spingere per mandar in rotta l'esercito Imperiale, forse consapevoli dell'arrivo di rinforzi. Lo scontro si fa duro e i Regolari (mai impiegati in uno scontro serio fino a quel momento) subiscono gravi perdite e solo grazie a un colpo di Genio dell'Ufficiale della Virginia non subiscono una tragica sconfitta. Senza Cavalleria e senza cannoni, viene dato l'ordine di formare dei gruppi mobili in puro stile guerriglia, l'esercito inizia quindi a dividersi per le varie campagne e a farsi inseguire dai Ribelli. La tattica dura un giorno, il tempo sufficiente per fargiungere due Brigate di supporto e la prima brigata di Hussari presente in Brasile. Ora in superiorità e con la Cavalleria l'esercito Imperiale, sapientemente manovrato per "fuggire" in modo che potesse accerchiare i ribelli, volge il fronte verso i Farrapi. L'esercito Farrapos è accerchiato e viene totalmente distrutto (8 brigate perse) e l'esercito Imperiale inizia la riconquista della Regione ribelle. Da menzionare ovviamente il supporto francese, che sbarca un contingente nel Rio Grande per facilitare gli assedi. estratto di una scena durante la guerra. Sopra una collina un ragazzo guardava sotto un campo dove migliaia di uomini si affannavano e correvano, polvere fumo si innalzava qua e la e si sentivano tuoni, anche se il cielo era limpido: erano i tuoni dei fucili. Da tergo si avvicina un cavalleggero, vestito alla moda e con un aria pomposa a seguirlo. - Voglio subito incontrare l'Ufficiale Dixie! ordine dell'Imperatore! i due soldati gli indicano il ragazzo che osserva il campo di battaglia - Voi!... sorride sotto i baffi il pomposo emissario - ...L'Imperatore non era felice quando ha appreso che avete lasciato i Ribelli a scorrazzare per le Terre Imperiali, sono qui per prendere il comando delle Truppe dell'Impero e per guidarle alla vittoria. il ragazzo non lo aveva degnato nemmeno di uno sguardo, osserva il suo stato maggiore e da qualche ordine. - mi avete sentito? siete esonerato lo avete capito? intanto la battaglia si evolve, due Brigate fresche giungono ai lati dello schieramento ribelle e dalla collina a Sud partono in carica gli hussari, le truppe Imperiali si girano e iniziano la mattanza dei Ribelli. L'Ufficiale prepara un foglio, ci scrive qualcosa e lo lascia a un emissario che parte al galoppo, solo ora si volta a osservare il nuovo venuto. - molto bene, riprendo le mie truppe e me ne vado, voi che avete portato per combattere? nulla vedo...per fortuna vostra ho appena vinto la guerra e potete anche attaccare da solo se volete...ah ovviamente, l'Imperatore sta per essere informato del mio successo... Qualche mese dopo " è un onore per me, Pedro II Imperatore del Brasile, conferire la carica di Generale a Dixie, l'Ufficiale di Brigata che ci ha fatto avere la meglio sui Ribelli Farrapi, d'ora in avanti egli sarà il mio Primo Generale e a lui sarà lasciata la gestione dell'esercito, della guerra e della diplomazia." Con queste parole l'Imperatore conferiva il meritato premio all'Ufficiale che aveva vinto la Guerra con i Ribelli, premio e onore che il Generale usufrui quasi subito. Mostrando agli Olandesi carte che affermavano che la Guyana sotto la loro custodia era una "naturale estensione" dell'Impero del Brasile, senza sparare un colpo aggiunse alcune terre al patrimonio Imperiale. La stessa tattica però non funzionò con Francia e UK. Le sue mire, e quindi quelle del Brasile, si volsero presto al Paraguay e alla provincia del Mato Grosso, ricca di zolfo. Il Paraguya, già sconfitto dall'Argentina, era in una grave crisi economica e non pote fare nulla contro l'esercito Imperiale, ora veterano della Ribellione, e capitolò in pochi mesi. nota negativa la gestione del sud a confine urugayano: nessuan truppa ha fermato le scorrerie di quel piccolo stato, nulla di grave ovviamente, ma macchia che va lavata con una futura campagna offensiva. L'Impero del Brasile lascia l'anonimato del Sud America entrando nelle Potenze Secondarie del mondo, non ha un economia forte o un esercito professionale come quello degli Europei ma ha intenzione di imporsi presto come Potenza, e perchè no...anche Super Potenza se Dio lo vuole.
Regno Unito 1836-1840 Nel 1837 succedette al trono del Regno Unito la giovanissima regina Vittoria. Il partito dei Whigs, guidato dell'ambizioso Sir William Lamb, aveva da poco ottenuto la maggioranza al parlamento spiazzando gli avversari conservatori, certi della loro vittoria, e aveva dato il via ad una politica industriale e coloniale piuttosto aggressiva. In Sud Africa la guarnigione britannica era riuscita in poco tempo a sconfiggere i bellicosi Xhosa e a ristabilire il dominio britannico su quelle terre, mentre in India, la sempre più marcata opposizione all'infiltrazione della Compagnia delle Indie Orientali nei principati ancora indipendenti aveva dato il pretesto a Lamb per estendere il dominio britannico sulla zona dei Sindi e del Sikh Empire. Quest'ultimo, tuttavia, mostrò una resistenza sorprendente e dopo la sconfitta della Secondo Corpo di spedizione Britannico sulle insidiose (e morbide) montagne del Kashmir fu chiaro che la guerra non sarebbe stata breve come si credeva: brutta notizia per le esigue finanze pubbliche che la politica fiscale espansiva del partito liberale aveva in poco tempo prosciugato. Approfittando della pessima situazione finanziaria, la Regina riuscì facilmente a rimpiazzare Sir Lamb, che non vedeva di buon occhio sin dal principio, col conservatore Robert Peel. Peel riuscì a rimettere in ordine i conti dello Stato e a concludere in breve tempo la guerra col Sikh Empire, acquisendo la regione del Kashmir. Ma il vero strappo col precedente governo si ebbe in politica estera, dove il Primo Ministro Peel prese una ferma posizione sulla questione che da tempo stava dividendo i regnanti di Europa: l'Italia. Si dice anche che la stessa regina Vittoria fosse un'accanita sostenitrice dell'unità politica della penisola Italiana e che abbia influenzato non poco la scelta del Primo Ministro. In ogni caso il Regno Unito non si attardò a riconoscere come legittima la spedizione piemontese in Sicilia e fornì al re del Piemonte navi e uomini, nonchè la propria alleanza. L'Austria protestò veementemente contro l'azione piemontese e, a suo modo, mostrò il proprio supporto al regno delle due sicilie... invadendolo. La situazione rischiava di esplodere, anche perchè contemporaneamente a Milano scoppiavano i primi moti insurrezionali e in tutta l'Austria soffiava vento di rivolta. Nel Regno Unito comunque le cose non andavano tanto meglio... Il Movimento di Liberazione Irlandese aveva ritrovato d'un tratto energia ed entusiasmo e ovunque in Irlanda si moltiplicavano i moti di protesta contro il potere della "perfida Albione". La polizia riuscì ad arrestare diversi agitatori di folla: uno, in particolare, di nazionalità turca fomentava la folla come se fosse una sorta di Mujhaeddin inveendo in turco contro il potere britannico. Ovviamente gli Irlandesi non capivano un accidente, ma pare facesse in ogni caso grand'effetto sulla gente... beh in fondo si sa che basta una birra e un violino a spingere un irlandese ad inveire contro gli Inglesi. Fu una questione di pochi mesi, poi la protesta e i tumulti, così come erano apparsi, scemarono fino quasi a scomparire. Fu anche uno dei periodi più critici per il Great Game quando la Russia, a sorpresa, sospese la sua invasione della Persia e aggredì l'Afghanistan. L'invasione di uno stato così vicino all'India spaventò il governo britannico che in poco tempo mobilitò un forte contingente in India e minaccio di intervenire a fianco dell'Afghanistan. Al contempo in Europa la Royal Navy nell'atlantico e la Mediterranean Fleet nella sua base a Malta furono mobilitate per una guerra che sembrava dovesse inevitabilmente scoppiare. Per via dei legami dinastici tra la Regina e lo Zar, Vittoria esortò il Governo per un ultimo tentativo diplomatico che prese forma in un colloquio formale a San Pietroburgo. L'esito dell'incontro fu il cosìdetto compromesso di San Pietroburgo, a seguito del quale le truppe russe ritirarono ordinatamente dalla montagne Afghane e rinunciarono al conflitto: la diplomazia aveva trionfato e le relazioni tra Gran Bretagna e Russia potevano finalmente tornare quelle di un tempo.
-Bentrovati da Andrea Diprè Qui con me c'è Joseph von Simon -Questo è il fronte A Fronte A,fronte A A e questo è il fronte B Fronte B, fronte B B Io sono un tuo Frantz So che tu sei del Trentino Alto Adige Che è la regione più ordinata A livello Culturale (sud tedesca) A livello infrastrutturale -La stima è reciproca Tu hai introdotti tanti concetti in Germania (bhè non è ancra arrivato il momento di focussarci le crisi a vicenda) -Da 5 anni che chiedo: Datemi la sfera nord tedesca La sfera nord tedesca! Ma nessuno me lo da-da-da nessuno me lo da! per esempio il Die Wacht am Rhein PORCA MISERIA! Te lo do io il Nord Germania, UNIFICATO! mamma mia...qui,qui devi POPare! QUI! Qui c'è la sostanza! Avvocato! Avvocacci! Telo do io il Nord Germania, UNIFICATO! Questo è il fronte A Fronte A,fronte A A E questo è il fronte B Fronte B, fronte B B Guardate,guardate come è solido! [guardate, guardate] guardate il mio confine [guardate] possibile che ci sia qualche nazione, che ne approfitti?! -Questa tua iniziativa è lodevole Perchè mostri, riveli, l'esercito di cui sei fatto! -Esatto! -Sei fatto? -Esatto -Sono fatto? -SATTOH! -Le crisi austriache però a queste POP che si ribellano al dominio asburgico voglio dire solo questo cioè a me il sud della Germania non me la danno a me non me la danno all'asburgico, sicuramente, gliel'avranno data! Ma cosa ne pensano i loro emigranti che vanno in America -Anche una POP austriaca è sud tedesca -senta lei ha core oltre all'austria? Questo è il fronte A Fronte A,fronte A A e questo è il fronte B Fronte B, fronte B B Guardate,guardate come è solido! [GUARDA CHE PRUSSIA!] senta lei ha core oltre all'austria? -Chiudiamo qui Questa, primo nostro incontro...
IMPERO D'AUSTRIA Tempi difficili corrono per l'Impero Austriaco. L'Imperatore Ferdinando, all'inizio del 1836, fu fautore di un nuovo corso della politica austriaca, relegando il cancelliere Metternich al solo ruolo di Ministro degli Esteri, e imponendo al suo posto Klaus Esterhazy, principale esponente della fazione neo-assolutista. I risvolti di questa decisione furono molto forti, sia sul teatro europeo, sia su quello statale: ma cominciamo dal primo. Esterhazy, conte ungherese, principale membro di una delle più antiche casate dell'Impero, era deciso a mantenere fino in fondo l'equilibrio europeo decisosi al Congresso di Vienna; fu per questo che, al minimo accenno di un sentore antiaustriaco della politica del Principato Serbo, non esitò ad ordinarne l'invasione, causando ondante di proteste da parte degli altri stati europei. Tuttavia l'appoggio della Russia, prima protettrice del piccolo stato slavo, mise rapidamente a tacere il malcontento internazionale per l'invasione. Le truppe asburgiche entrarono a Belgrado senza incontrare eccessiva resistenza, scontrandosi vittoriosamente pochi giorni dopo con i soldati del Principe Milos. Nel giro di un mese la Serbia era tornata in mano austriaca. Eugenio di Savoia sarebbe stato felice della mossa dell'Esterhazy, il quale s'era così assicurato una provincia fondamentale nella difesa contro i turchi. Tuttavia nessuno in Austria s'era fino ad allora reso conto di quanto l'ordine del Congresso fosse in pericolo... La penisola italica, dominata dalle casate d'Asburgo, Borbone e Savoia, stava per diventare il teatro di una gravissima crisi internazionale. Il nuovo primo ministro del regno savoiardo, tramando loscamente con i sovrani di Francia e Prussia, riuscì ad architettare un piano per esiliare gli Asburgo da quell'espressione geografica che all'epoca egli chiamava Italia, nonchè dell'estrema necessità della creazione di uno Stato Nazionale italiano. Esterhazy ovviamente non poteva permettere ciò, dunque, quando nel marzo 1838 i savoiardi attaccarono i Borboni, cercando di ottenere la provincia della Sicilia, scatenò ogni arma diplomatica a sua disposizione. La crisi era ufficialmente scoppiata. L'Austria stava per intervenire in favore dei Borbone quando al conte Esterhazy arrivò una missiva da Milano, indicando come i sobillatori della coalizione savoiarda avessero scatenato il putiferio in tutta la Lombardia. Immediatamente il cancelliere inviò le truppe della riserva veneta e croata a sedare nel sangue la rivolta, ma stava altresì architettando un altro piano. Non volendo mettere a rischio la vita dei propri sudditi in una guerra dal sapore napoleonico, grazie alla protezione dello Zar, decise di optare per un piano diverso. Pericoloso diplomaticamente, audace militarmente, grandioso se fosse riuscito. Il papa, tramite un colloquio segreto con l'Ambasciatore d'Austria presso la Santa Sede, si disse d'accordo col piano, e concesse il transito alle truppe dell'Imperatore Ferdinando. Alla guida dell'Arciduca Giovanni, i soldati imperiali varcarono la frontiera tra le Marche e gli Abruzzi, ponendosi come obiettivo quello di salvare il Regno di Napoli dall'invasione savoiarda. Salvezza affidata proprio all'Arciduca Giovanni, il quale, se la campagna avesse avuto successo, sarebbe diventato Re di Napoli e vassallo dell'Imperatore. Ovviamente Ferdinando II di Borbone non era propriamente d'accordo, tanto che ingaggiò battaglia presso la piana dell'Aquila, perdendo. Ma per l'Austria era giusto una vittoria di Pirro; la resistenza napoletana era stata fortissima, causando perdite molto pesanti alle due armate in avanzamento verso mezzogiorno. Questa quasi sconfitta non poteva tuttavia arrestare l'Arciduca. Nel corso dell'anno le sue truppe riuscirono ad occupare praticamente tutto il sud dello Stivale, come all'Imperatore piaceva chiamarlo, e si stava solo attendendo la resa di Ferdinando II, al quale sarebbe stato pagato il biglietto di sola andata Napoli - Marsiglia. Ma ciò avrebbe acuito nuovamente la crisi italiana, non fosse per il nuovo corso deciso di comune accordo tra il cancelliere e il consiglio di reggenza dell'Imperatore. Un nuovo corso più moderato, il quale avrebbe permesso ai liberali di esprimere la loro opinione, senza venir incarcerati immediatamente dopo aver appeso un manifestino. Un nuovo corso che forse avrebbe tranquillizzato gli animi ribollenti in molte delle provincie dell'Impero. Un nuovo corso, che già diplomaticamente stava dando i suoi frutti, seppur acerbi.
II Sessione Partecipanti: Regno Unito - Cantastorie Spagna - Agent Francia - CopZ Impero Ottomano - Doria ( deceduto ) Prussia - Vestinus Austria - Purfa Sardegna-Piemonte - Cerbero Brasile - Acciaio ( sostituto di Dixie) Russia - Dixie ( sostituto di Felipe) Paesi Bassi - Bacca (assente) Giappone - Knucles USA Doc Grecia - Satana Mappa: Statistiche:
Resoconto (da mobile): Gli asburgo al day one rendono la sicilia puppet, causando l'ira Francese, ma la crisi complici altri avvenimenti che impegnano le GP (crisi d'oriente) tarda a scoppiare. Gli Ottomani accettano il London Treaty e la Grecia strappa Creta. In America il Brasile si accaparra le amazzonie Colombiane e gli USA Haiti, resa stato schiavista (e ci mancherebbe). Incidente Hawaiano che costringe a rigiocare la guerra giappo-americana (long story). Successivamente scoppia la crisi per la Lombardia, che vede la Russia a fianco di purfa da subito, seguita dalla Prussia (a sorpresa). Sembrava tutto finito quando Agent a sorpresa entra con Cerbero. Gli USA fiutano l'opportunità e si schierano contro gli spagnoli, che però vengono appoggiati dai francesi. A questo punto appena prima del passaggio agli "altri mezzi" tanto cari a clausewitz Fra e Spa accettano bianca, rimettendoci uno il secondo posto, l'altro per poco non rischia lo status di GP. Sessione finita con l'espulsione di doria all'unanimità e si rigiocherà dal 1 gen 1845, si prevedono botte tra USA e messico a breve, e tra Prussia e Danesi.
Il grande(???) passo avanti. 1836-1842 Con l'ascesa al trono del legittimo sovrano di Spagna, la situazione economica nazionale si presenta agli occhi interni e internazionali talmente tragica da venire equiparati sul piano dei selvaggi turchi, successivamente rimontata la valutazione per via di un piano di industrializzazione e alfabetizzazione senza precedenti, dalla durata complessiva di un paio d'anni, i Tercios si cimentavano nell'impresa di civilizzazione dei selvaggi in un'isola chiamata Borneo. Mentre alla Cortes Generales a partire dal 1840 erano ammessi i Conservatori, il diritto di voto veniva ufficialmente concesso da sua maestà Carlos V ( ovviamente solo agli aristocratici ) per la rinuncia dei sindacati da parte della neo classe operaia e successivamente anche contadina. Con l'abolizione dei sindacati in Spagna e la marcata economia protezionista protratta dai conservatori, da il via ad un periodo storico di instabilità politico-sociale che in Spagna, viene definito dalla popolazione come periodo della grande depressione nazionale. La grande depressione carlista. 1842-1845 La situazione diplomatica si presenta ancora una volta molto tragica, l'indomani di un giorno tropicale, il riposino di sua maestà veniva interrotto da un timido filippino che gli porgeva un comunicato firmato dal Re di Sardegna. Rientrato in patria la Cortes veniva subito informata della massiva e un incontro segreto con il sovrano francese veniva programmato nell'immediato, la crisi della Lombardia era appena cominciata e al popolo spagnolo si presentava la sua grande occasione che tanto fu attesa da oltre un secolo. In previsione di un'imminente manovra industriale, 60mila uomini tra cui lo storico Tercio de Oriamendi che entrò trionfante a Madrid nel 1836, si incamminavano verso Torino e Genova al passo delle truppe francesi. La crisi diplomatica tende successivamente a peggiorare con l'entrata al fianco Austriaco degli Stati Uniti, Prussia e Russia, mentre la Gran Bretagna con immenso stupore dei governi pro-Piemonte, dichiara la sua neutralità. A causa di circostanze mai chiarite, la crisi si risolve poco prima del suo culmine irreparabile. Nei giorni successivi la situazione nazionale diventa tragica, la Spagna sprofonda nella sua immagine internazionale rischiando di venire considerata una potenza secondaria, e il Re in preda alle sue bestemmie più colorite possibili scampa ad un attentato in piazza, cosa che causa un ulteriore perdita di prestigio ed un'incentivazione alla militanza. Al 1845 la situazione sembra essersi ammortizzata e tutti gli spagnoli sono affianco e al supporto della corona.
Signori, solo perchè siete voi e visto che non avevo modo migliore per raccontare la Potato Famine Irlandese del 1845 (che è in pratica appena scoppiata) ecco la prima ed esclusivissima Cantaball del multy dal titolo "I Cieli sopra Dublino"!
IMPERO D'AUSTRIA 1840 - 1845 GIOVANNI I GRANDUCA DI NAPOLI L'Arciduca d'Austria Giovanni entrò ufficialmente a Napoli il 14 Dicembre 1840, accompagnato dal reggimento d'ussari ungheresi al suo diretto comando, ma non dall'amore dei napoletani. Ma neanche dal loro odio: Giovanni aveva fama d'essere un uomo magnanimo e di gran cuore per i problemi del popolo, per molti versi influenzato dalle idee liberali di uno dei suoi più stretti amici, Mattia Von Purf, suo aide-de-camp e compagno di una vita. Ferdinando II entrò nella città sotto scorta della sua guardia personale e del battaglione croato che l'aveva catturato il 17 dello stesso mese. Prima tappa della sua ultima visita alla città partenopea fu l'incontro presso il palazzo reale con l'Arciduca Giovanni, nel quale il Re rinunciò formalmente alla sua corona e prese l'esilio verso la corte borbonica di Francia, salutando il suo Regno delle Due Sicilie, ridotto ormai ad un mero Granducato dell'Impero asburgico. Poco dopo la partenza del Re, venne organizzata in poche settimane la cerimonia d'incoronazione e il giorno dell'Epifania del 1841 l'Arciduca d'Austria Giovanni divenne ufficialmente Giovanni I, Granduca di Napoli, alla presenza dell'Imperatore Ferdinando, cui fece voto di vassallaggio. In pochi mesi i napoletani passarono dall'indifferenza per il nuovo sovrano all'adorazione: affascinante, cavalleresco e generoso. Così lo dipingevano le vecchiette dei quartieri spagnoli quando questi passava in rassegna la sua nuova capitale: per conquistarsi l'amore degli, a sua detta, strani napoletani, Giovanni liberò tutti i prigionieri politici e concesse l'amnistia a tutti i criminali condannati a meno di dieci anni di prigione. Ma non si limitò a questo: accompagnato da alcuni signori in panciotto e tuba, cominciò a pianificare l'inizio di una nuova era per il Sud Italia. Dove i baroni che sapevano parlare solo dialetto vedevano latifondi, Giovanni e i suoi capitalisti vedevano industrie. Dove quelli vedevano sentieri sterrati, lui vedeva linee d'acciaio e legno. E cominciò a mettere in pratica tutto questo sin dal primo giorno del suo Granducato. Ma tempi pericolosi correvano per l'Europa nel 1841, tempi per i quali sarebbe servito tutto il neonato esercito napoletano in supporto dell'Impero... LA CRISI LOMBARDA Il Re di Sardegna finalmente riuscì ad attirare l'attenzione internazionale su Milano e sulle rivolte (da lui sobillate) represse dall'Impero: a sua detta la Lombardia era italiana e pertanto il suo popolo aveva bisogno d'un sovrano italiano a guidarlo. E quel sovrano era proprio lui. Il primo appoggio e protettore internazionale che il Savoia riuscì a trovare fu il Re di Spagna, al quale, a quanto pare, stava molto a cuore la situazione del Regno Lombardo Veneto; oppure era semplicemente interessato a veder calare il potere della Casa d'Asburgo. Ma non era questo che fece fare più d'una notte insonne al Cancelliere d'Austria: era l'atteggiamento francese quello a destare nella notte l'Estherazy. Il Primo Ministro franco infatti aveva chiaramente espresso il supporto del suo Re per la causa italiana, appoggio già tacitamente conferito in passato, ma ora promesso anche militarmente: truppe francesi, riportavano le spie austriache, già stavano sciamando per il passo del Gottardo. Ma per fortuna casa d'Austria non era da sola: a fianco di Ferdinando II si schierò infatti lo Zar di tutte le Russie, che riteneva l'indebolimento dell'Austria un fondamentale fattore di tensione internazionale, soprattutto vista la situazione delle popolazioni tedesche e balcaniche. Non erano mistero infatti le posizioni di gran parte della classe dirigente ungherese, pesantemente influenzate dalle parole del nazionalista Lajos Kossuth. Questi infatti, grazie al nuovo corso della politica imperiale, era stato rilasciato dalle prigioni viennesi ed era libero di esprimere le sue opinioni; era inoltre il principale artefice del movimento costituzionalista portato avanti da buona parte delle popolazioni di lingua tedesca, ceca ed ungherese all'interno dello stato asburgico. Ma non era questo ora il problema... non ancora. Era l'atteggiamento del Re prussiano quello che avrebbe deciso le sorti della crisi. Antagonista per il dominio sulla Germania, la Prussia poteva essere per l'Austria una comoda e fida alleata, oppure un'implacabile e spietata nemica. Appena la tensione internazionale cominciò a salire, Estherazy spedì il ministro degli esteri Metternich alla corte di Sansouccì per tentare di negoziare l'appoggio prussiano. Le condizioni che l'ex cancelliere riuscì a strappare non piacquero affatto all'Imperatore... ma erano il prezzo da pagare per l'unità dell'Impero. Lo schieramento della Prussia a fianco dell'Austria riuscì ad evitare il conflitto: al culmine della tensione, una pattuglia di confine piemontese aprì il fuoco su delle guardie di confine austriache. Le nazioni stavano per ricorrere alle armi, quando la Francia e la Spagna decisero, all'ultimo, di abbandonare le loro pretese sulla Lombardia. La pace era stata salvata; non la faccia degli sconfitti. L'onta per i francesi, in special modo, fu catastrofica e fece risentire profondamente l'intera popolazione del Royaume. Ma ora l'Austria doveva risolvere alcuni problemi interni. LA COSTITUZIONE DI PRAGA Le tensioni tra le fazioni liberali e reazionarie all'interno dell'Austria stavano raggiungendo il punto d'ebollizione: era argomento di tutti i giorni, nei caffè delle grandi città dell'Impero, la grande manifestazione concordata di Praga, Vienna e Buda. I liberali chiedevano a gran voce una costituzione che limitasse i poteri dell'Imperatore e istituisse un parlamento votato a suffragio universale; ma questa proposta era irricevibile alla corte Austriaca in questo momento. Tuttavia la grande influenza liberale nella casta nobile e nella neonata classe capitalista viennese spinse l'Imperatore a promulgare un documento col quale formalmente s'impegnò a legiferare un'assemblea costituente per un orientamento più "à la française". Il 12 Agosto 1844, nel Palazzo Reale di Praga, Ferdinando II firmò i documenti con i quali venne ufficialmente istituito un parlamento in Vienna, per il quale avrebbero avuto diritto di voto tutti coloro il cui censo superasse un minimo stabilito. Era una Costituzione senza dubbio molto limitante, ma il primo passo per una rivisitazione dell'assetto dello stato d'Austria in un'ottica meno assolutistica e più liberale. Questo fu un colpo al cuore per il movimento indipendentista di Kossuth: i liberali cominciarono finalmente a credere all'unità dell'Impero. L'Imperatore ricevette il plauso di varie personalità di spicco da tutto il mondo occidentale per la sua svolta liberale, ma al contempo s'attirò l'ira delle flange più conservatrici del suo Impero, che vedevano in questa deviazione dal cammino assolutista una gravissima lesione ai loro interessi. Solo il futuro avrebbe stabilito quale tra le due fazioni in lotta avrebbe trionfato; solo una cosa era certa: il nuovo papa era l'Arcivescovo di Klagenfurt, e sicuramente ci sarebbe stato l'appoggio cattolico per il futuro asburgico. Ora più che mai, l'Estherazy poteva confermare Austriae Est Imperare Orbi Universo.
III SESSIONE 1845-1850 Partecipanti: - Vestinus (PRUSSIA) - Purfa (AUSTRIA) - Copz (FRANCIA) - Cantastorie (REGNO UNITO) - Acciaio (OLANDA) - Doria (SAVOIA) ---> sostituto di Cerbero - Doc (USA) - Dixie (Ottomani) - Satana (Grecia) - Bacca (Cina) - Knuckles (GIAPPONE) (ASSENTE) Breve sintesi: All'inizio del multi si rischia (DI NUOVO) la guerra mondiale per l'Italia, e i magheggi diplomatici del sottoscritto la evitano (DI NUOVO). Per cinque anni poi il gioco procede alla lentissima velocità di uno (per colpa del pc a carbonella di qualcuno), fatta eccezione per la cessione della Galizia alla Russia dall'Austria, l'acquisto di Bosnia e Serbia all'Austria dagli Ottomani, la sfiga nera di Cantastorie nella Carestia delle patate irlandesi, un 1848 ghiottissimo per la Prussia, la conquista dei messicani da parte americana, follie guerriere cinesi (Kokand and Uruguay anyone?). Per finire, quando la Prussia era sul punto di formare la Federazione Nord Tedesca, Francia, Piemonte, Olanda e Spagna gli dichiarano inaspettatamente guerra per liberare Danzica, impedendogli di fatto la formazione. L'Austria si defila dall'aiuto all'alleato prussiano, fiutando il trappolone creato da Cop per causare una guerra per l'Italia, ma l'offensiva francese si sta rivelando molto, molto meno efficace di quanto si era atteso. La guerra è in corso da 3 mesi, e la Prussia sta vincendo difensivamente, ma l'alleanza ha troppe truppe per i soli prussiani...
E dopo le Cantaball eccovi le Doriaball (storiche rivali delle prime) che narrano la guerra Franco-Prussiana (e altro)