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Norvegia insanguinata

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Pandrea, 23 Luglio 2011.

  1. Enok

    Enok

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    Già, tanti diritti e pochi doveri.
     
  2. Dohor

    Dohor

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    Intelligente, invece, il discorso dei doveri perché non ci sono i diritti. Prima voglio i diritti, poi vedo io a quali doveri adempiere.
     
  3. Pinky

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    Semmai il contrario.
    Non dico altro.
     
  4. Amadeus

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    Ed io ti stavo chiedendo se per te il discrimine era la rivista o il finanziatore. Infatti non ho ancora capito se stai sostenendo che se un articolo è stato scritto da qualcuno che è "ideologicamente" vicino alle lotte per i diritti civili dei movimenti LGBT e simili non è da considerare attendibile, a prescindere dalle credenziali accademiche dell'autore e dal rango della rivista. (Cosa che, personalmente, non condivido e non solo in questo settore).

    Ad ogni modo, eccone un paio:

    Wainright, Jennifer L.; Patterson, Charlotte J.
    Delinquency, victimization, and substance use among adolescents with female same-sex parents.
    Journal of Family Psychology, Sep. 2006

    Gartrell, Nanette K.; Bos, Henny W.

    US National Longitudinal Lesbian Family Study: Psychological adjustment of 17 year old adolescents
    Pediatrics, Jun. 2010


    Il libro a cui faceva riferimento l'articolo del NYT è:

    Goldberg, Abbie E.
    Lesbian and Gay Parents and Their Children: Research on the Family Life Cycle
    American Psychological Association, Sep. 2009
     
  5. Enok

    Enok

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    L'unico che mi pare attendibile è Pediatrics, pubblicato dall'American Academy of Pediatrics. Cerco di procurarmelo e vediamo di cosa si tratta: come si struttura la ricerca e quali sono le conclusioni? Il primo, ritrovando ancora la cara e vecchia signora Patterson, lo lascerei perdere (e poi cos'è il Journal of Family Psychology?); mentre la citazione del NYT alla fine abbiamo capito che era una marchetta...

    Comunque sì, per me le motivazioni dell'autore contano eccome. Se è qualcuno vicino alle lotte LGBT credo che non possa avere un punto di vista neutrale, specialmente se il suo lavoro lo svolge in quella direzione. Ovviamente contano anche le sue credenziali e, soprattutto, come ti sto dicendo dall'inizio di questa discussione, se lo studio è stato revisionato e discusso a livello internazionale da altri accademici. In ultimo, poi, bisogna vedere in cosa consiste questa ricerca e quali sono le conclusioni.

    EDIT
    Trovato da me: http://pediatrics.aappublications.org/content/early/2010/06/07/peds.2009-3153.abstract
    Notare il paragrafo "Risultati": According to their mothers' reports, the 17-year-old daughters and sons of lesbian mothers eccetera. Ci vuole faccia tosta anche solo a pubblicare una cosa del genere, figuriamoci farla passare per metodo scientifico.
     
  6. bacca

    bacca

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    Io oggi sono in situazione di coppia di fatto con figli, e ti posso assicurare che ho più diritti di un matrimonio e meno doveri!
    Chi è che me lo fa fare di sposarmi?
     
  7. bacca

    bacca

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    a lui o alla donna? :D:D:D
     
  8. Amadeus

    Amadeus

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    A priori, qualsiasi articolo giornalistico che parli di una certa pubblicazione si può (s)qualificare come marchetta. Posso prendere atto del tuo commento ma, converrai, che, come giudizio di merito, è un po' troppo lapidario e... lapidatorio! Hai delle riserve sull'autrice? Pensi che la APA sia solita pubblicare robaccia? Altro?

    Appunto. En passant, io penso che sia difficile che chicchessia (anche uno scienziato) abbia un punto di vista "neutrale" sugli argomenti più svariati, ma non lo vedo come un grosso problema. Ciò che importa è che non sia fazioso. Insomma, uno può anche essere spinto ad affrontare un particolare tipo di ricerca da alcune convinzioni personali che esulino, stricto sensu, dalla scienza. L'importante è che non basi i risultati del suo lavoro su tali convinzioni.

    Ne approfitto, inoltre, per fare una puntualizzazione sul discorso relativo alla "qualità" delle pubblicazioni. Nel mio settore di competenza (sono un fisico) se leggo che un articolo è classificato come peer-reviewed publication per me questo significa una cosa sola: che l'articolo è stato pubblicato su una rivista che soddisfa gli standard (minimi) accademici internazionali. Poi, che ci siano titoli più prestigiosi di altri è fuor di dubbio, ma il discrimine è un altro. Insomma, mi riesce difficile pensare che la Wiley, ad esempio, abbia certi standard qualitativi per una pubblicazione di fisica ed altri per una rivista di psicologia. Pertanto, se in una bibliografia di un libro (pubblicato da una casa editrice scientifica) leggo una sfilza di titoli sotto la dicitura: pubblicazioni soggette a rivista paritaria, per quanto possano favorire l'agenda di una determinata lobby, presuppongo un certo rigore. Insomma, non mi fanno pensare ad una riedizione (absit iniuria verbis) del caso Di Bella. Se poi nel campo della psicologia ci sono tonnellate di riviste che si dicono peer reviewed ma accettano praticamente di tutto per la pubblicazione o la American Psychological Association non è garanzia di pubblicazioni scientifiche più di quanto non lo possano essere le Edizioni Mediterranee... alzo le mani! :D


    Suggerisco a chi fosse interessato, (visto che l'articolo è interamente disponibile in formato PDF al collegamento che hai fornito), di leggere tutto il lavoro. Traducendo solo la citazione sopra riportata, qualcuno potrebbe concludere che i risultati siano stati semplicemente tratti da quello che le madri raccontavano (a braccio) sui loro figli. Le autrici, parlando dei metodi utilizzati, specificano: "Data for the current report were gathered through interviews and questionnaires that were completed by 78 index offspring when they were 10 and 17 years old and through interviews and Child Behavior Checklists that were completed by their mothers at corresponding times." Le tecniche di somministrazione dei tesi CBCL comportano anche la compilazione del questionario direttamente da parte del genitore.
    Immagino, quindi, che la tua critica riguardi i test CBCL in generale.
     
  9. Antigono

    Antigono

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    :ador: Posso delegarti ad esprimere ciò che penso?
     
  10. Antigono

    Antigono

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    Lo premetto anche se sono sicuro non ce ne sia motivo: senza nessuna intenzione polemica.

    Quindi tu ritieni che sia degno di tutela solo chi si trova nella tua situazione (uomo+donna+figli), non credi che così sia troppo facile?
     
  11. bacca

    bacca

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    Antigono, penso che tu abbia una tua idea di antagonista da trovare, ma non sono io quell'antagonista!

    non sono contro i gay, ne contro le coppie di fatto. Sto solo dicendo che, le generazioni precedenti alla nostra hanno distrutto un insieme di tradizioni, obblighi morali soprattutto, che erano il cardine della nostra società, che ci hanno permesso di diventare occidente IMHO. Se oggi non li riscopriamo e tuteliamo li perderemo, certo diventeremo altro, ma sono convinto che questo "progresso" in realtà non lo sia.
    Non dico che vanno tutelati SOLO uomo+donna+figli , ma che vanno tutelati sopra ogni altra cosa.
    Alla fine tutto si riduce ad una scala di valori, cosa sacrifichi per...
    la mia è semplice:
    LA MIA FAMIGLIA
    LA MIA NAZIONE
    LE MIE IDEE
    IO
    Se un altro mi dice, sono disposto a sacrificare un bambino per un altra cosa, non so, per fare sposare due omosessuali, io non ci stò!
    Ovvio che vanno tutelati anche loro, ma non oltre il limite di altre cose che vanno tutelate assolutamente di più.
    prendo gli omosessuali ad esempio , c'è ne sono anche altri.
    Amadeus
    - cittadino è sinonimo in parte di etnia, "Conforti diritto Internazionale", spiega la storia moderna del concetto cittadino, altrimenti perchè daremmo la nazionalità ai calciatori argentini?
    - Indipendentemente da qualsiasi studio accademico, anche se dimostrasse che un bambino cresciuto in una coppia omosessuale stia meglio di uno in una coppia naturale, non cambierebbe niente, sarebbe comunque inaccettabile dare un bambino in affidamento a una coppia sifatta, perchè sarebbe innaturale e contrario agli interessi del bambino.
     
  12. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Questa potrebbe finire sul vocabolario alla voce "pregiudizi ideologici" :p
     
  13. bacca

    bacca

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    Ti giuro, non vorrei essere così "cattivo", ho la massima apertura per tutto, ma no sulla pelle di un bambino.
    Per carità la famiglia sbagliata può nascondersi ovunque, lo so.
    Probabilmente è una questione di "istinto"...
     
  14. Antigono

    Antigono

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    Assolutamente no, è che ritengo le tue idee, esposte civilmente e senza intenti polemici come spero siano le mie, assolutamente incompatibili con l'ideale di civiltà occidentale così come lo intendo io.

    La tua stessa scala di valori, dove IO è buon ultimo, mi trova in disaccordo. Prima IO. La NAZIONE (costruzione degli ultimi secoli di storia che ha portato fra l'altro a episodio assai disdicevoli, seconda solo alla religione) per me può andare a farsi ...
    I tuoi valori, per me, sono fondati su degli assunti totalmente falsi, ma io non voglio convincerti di ciò, ripeto ad ognuno le sue idee.
    La cosa che mi da fastidio è che poi queste tuoi assunti ti portino a dividere le persone in più o meno meritevoli (usando il termine meritevoli cum grano salis).
    Per me la cosa fondamentale è il rispetto delle persone.
    Se poi queste persone professano una religione/ideologia che le porta a negare questo principio, beh allora io li ritengo degli avversari, perché se trionfassero le loro idee sarebbe un disastro sociale.
    Io non credo che tu possa negare che ritieni alcuni più meritevoli di altri solo per un fattore "ideale" (quanti danni ha fatto Platone!).
    Io invece credo di ritenere "avversari", "gente le cui idee vanno combattute" , persone che oggettivamente cercano di limitare la mia libertà.

    Comunque questo spero sia il mio ultimo post sulla questione, ritengo di aver detto tutto quello che "si poteva" dire.
     
  15. Pinky

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    personalmente, quoto totalmente bacca.
     
  16. Amadeus

    Amadeus

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    Voglio dire che l'etnia non è condizione né sufficiente né necessaria per la cittadinanza. Quindi in Italia ci sono migliaia di persone (e non parlo di immigrati) che hanno la cittadinanza italiana ma non sono italiani di lingua e cultura . Parimenti ci sono migliaia di italiani che non hanno la cittadinanza italiana.
    Ho sollevato il problema della cittadinanza perché sono convinto che in questo momento di crisi sociale, non si possa ricercare la soluzione né nel mero multiculturalismo né nella difesa (peraltro kitsch e di maniera) dell'"italianità". Io penso che dovremmo pensare come i Romani e non come gli Spartani. Dobbiamo puntare ad integrare attraverso la proposizione di un modello vincente, non arroccarci su una presunta purezza di sangue per finire semplicemente spazzati via dal regresso demografico (e con noi spazzato anche quello che di buono abbiamo fatto).


    Io dubito che si potrà mai dimostrare che, ceteris paribus, un bambino cresca meglio con genitori omosessuali (ma potrei sbagliarmi), ad ogni modo, mi sembra che quello che dici sia autocontraddittorio. Se l'interesse di una persona è stare bene, come può il negare a questa persona di stare meglio, fare i suoi interessi?
    Sul discorso della "naturalità", non ho capito bene che cosa intendi. Che non è naturale perché non lo fanno gli animali?
    Se si accetta il discorso che è lecito fare solo ciò che ci avvicina allo stato di natura (inteso come stato ferino) non avremmo neppure famiglia e nazione. E non credo che tu vorresti questo.
     
  17. Pinky

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    Secondo il TG1 adesso Breivik era un nippofilo :cautious:
     
  18. SkySpace

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    aspè aspè..ma integrare e multiculturalismo non vanno insieme?
     
  19. Pinky

    Pinky

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    quoto
     
  20. Lord Attilio

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    No, il multiculturalismo è far sopravvivere tutte le culture in un proprio stato senza modificarle, ossia permettendo al musulmano di picchiare la moglie e di farle indossare il burka o all'indù di mantenere gli intoccabili in una condizione inferiore. L'integrazione invece vuol dire che coloro che migrano da noi devono sottostare alle nostre leggi e alla nostra etica, e preservare pure la propria religione quando non va contro appunto l'etica e le leggi.
     

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