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Quel ragazzo sul treno dell'Indifferenza

Discussione in 'Off Topic' iniziata da andy, 31 Dicembre 2009.

  1. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Nì. La regione - o lo stato - concede in gestione per un tot di tempo (un quinquennio? Un decennio?) una determinata tratta a chi garantisce il costo minore a parità di standard di servizio.
    Non può aumentarti i costi nel frattempo (o può farlo legando l'aumento dei costi all'aumento dell'inflazione o del costo dell'energia elettrica per esempio). Tipo i contratti di affitto in sostanza.
    Insomma, ci sono concessioni con regole che vanno definite. Oppure strutturi la rete ferroviaria su un sistema di "slot" tipo aeroporti dove viaggia chi riesce ad occupare gli slot, ci sono limiti tipo per le banche di concentrazione e ognuno fa i prezzi che vuole. Le soluzioni ci sono. Manca la volontà politica, Rete Ferroviaria è gestita interamente da Ferrovie dello Stato che a sua volta è azionista di Trenitalia, quindi...

    CIAO!!!
     
  2. maie

    maie

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    Beh...non le sapevo ste cose, mi sono adagiato sulla nozione di monopolio naturale appresa durante il corso di economia aziendale :D:D. Grazie Invernomuto!

    Ciao!!
     
  3. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Perché è una delle cose di cui si vanta Moretti, AD di Trenitalia. Finalmente hanno messo un manager alla guida delle ferrovie, non un politicante. Non durerà perché lo faranno fuori, ma è così.
    Il MOL è finalmente in attivo, dopo decenni di gestione dove chi c'era prima se ne è sempre sbattuto, tanto interveniva lo stato a fare debito e a vendere i bot ai cittadini. Oggi non si può più perché se continuiamo con il debito pubblico facciamo la fine dell'Argentina...
    Da oltre un ventennio inoltre gli organi di diritto pubblico devono operare con criteri di efficienza. E' noto che FS non erano questo mostro di efficienza (per usare un eufemismo), le FS sono state e sono in parte tutt'ora un enorme carrozzone politico dove per anni si sono fatte politiche di assunzioni completamente scriteriate (erano una forma di "ammortizzatore sociale"). I bilanci erano peggio di quelli dell'Alitalia dei tempi d'oro, fai conto che c'erano esuberi stimati sull'ordine delle decine di migliaia.
    Che le inefficienze ci siano anche sui privati è noto, il mio discorso è che spesso si additano le privatizzazioni come le cause di tutti i mali, in realtà non è proprio così: le privatizzazioni mettono in luce (perché devono scaricarlo sull'utente) i costi dell'inefficienza, costi che c'erano anche prima ma venivano scaricati su tutti (tutti i cittadini, anche chi il treno non lo prende, con il debito pubblico), e che essendo più nascosti facevano meno clamore.
    L'efficienza ce l'hai quando hai un numero sufficiente di operatori e puoi scegliere, basta vedere il trasporto aereo, è fallita Alitalia perché la gente volava a 30 euro con RyanAir e non con Alitalia che doveva mantenere un sistema di privilegi assurdi e a parità di servizio mi faceva pagare 150 euro per lo stesso viaggio.
    Non mi sembra che le statistiche sulla sicurezza mettano in luce eventi catastrofici per chi vola in europa (i voli low cost ci sono da un decennio e Ryan Air ha la flotta più moderna che ci sia in giro dato che è anche la compagnia più ricca).
    Basta avere un sistema di regole ferreo e soprattutto l'autorità per farlo rispettare (non fai manutenzione non viaggi).
     
  4. silenziario

    silenziario

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    No, non penso che le privatizzazioni siano l'origine di tutti i mali, ma nemmeno la panacea. Le assunzioni politiche ci sono ancora oggi (del resto si tratta pur sempre di società a capitale pubblico), mentre l'individualismo sfrenato si prova a scaricarlo nei livelli medio bassi della pianta aziendale (efficientismo). Dico solo che i trasporti sono servizi essenziali, e al di là degli sprechi è illusorio cavarne un profitto; o se lo vuoi cavare generi evidentemente squilibri (investi sull'alta velocità, tagli il pendolarismo, tagli gli investimenti nelle aree depresse ecc.). Piuttosto sarebbe interessante incentivare gestori privati a livello locale. Non ti seguo nel discorso sul debito pubblico (?). ciao.
     
  5. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Semplificando all'osso.
    Situazione pre privatizzazione: le ferrovie fanno un disavanzo di 1.500 mln di euro, interviene lo stato e ripiana. Lo stato o prende i soldi alzando le tasse ai cittadini (ma sono già altine) oppure fa debito (*), quindi emette titoli di debito pubblico e finanzia la spesa in questo modo (i sottoscrittori dei titoli gli danno i soldi ora in cambio di un rimborso in futuro comprensivo di interessi ovviamente). Fare debito pubblico significa - in sostanza - spostare alle generazioni future un costo che dovremmo sostenere adesso.
    Oggi il peso sulle generazioni attuali e future è enorme (1.664 miliardi di euro nel 2008 diviso circa 60 milioni di persone, circa 30.000 euro a testa alla nascita), non puoi continuare a fare disavanzo altrimenti rischi la bancarotta. Se, per esempio, nessuno più volesse sottoscrivere titoli di Stato, lo Stato non avrebbe più risorse e dovrebbe dichiarare bancarotta, con conseguenze molto negative - vedi quello che è successo in Argentina - con la differenza che milioni di italiani si troverebbero in mano della carta straccia (BOT, CCT, BTP, CTZ), perché il grosso del debito pubblico italiano è in mano a privati cittadini.
    Oggi gli enti pubblici devono per lo meno avere efficienze di gestione, anche se non perseguono un profitto (es: spendo 100 ma incasso 100).

    Ciao.

    (*) in realtà, potrebbe pure stampare moneta causando inflazione, ma non si può più fare in area euro, la politica monetaria è comunitaria e non più in mano ai singoli stati.
     

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