Poiché gli attuali vaccini non sono stati in origine progettati per fornire immunità sterilizzante ma solo immunità funzionale, poiché il loro sviluppo e sperimentazione si è basato su un virus strain che ormai è abbastanza diverso da quelli in circolazione adesso (anche perché è passato un anno e mezzo...) e poiché la loro efficacia contro il contagio, comunque presente, e la comparsa dei sintomi decade un po' con il passare del tempo (un po' come nel caso dei vaccini antinfluenzali dell'anno prima), non c'è garanzia che un possessore di green pass non sia infetto, neanche dopo un tampone negativo, mentre è comunque un po' più probabile che non sia infettivo (che alla fin fine è l'importante). ma si tratta di un calcolo delle probabilità, niente bianco o nero. E non è mai stato bianco o nero. Anzi, dato che gli studi sull'efficacia dei vaccini - ma credo dei farmaci in generale - si basano in genere su alcuni assunti non banali, tra cui ad esempio l'omogeneità delle popolazioni dal punto di vista del comportamento (a meno che non si dichiari esplicitamente il contrario nello studio), potrebbe generarsi un effetto perverso, per cui future analisi retrospettive potrebbero sottostimare la reale efficacia del farmaco, in questo caso di un vaccino. Do un esempio: se il pranzare al chiuso in cinquanta per volta, attività palesemente a rischio contagio, compensasse perfettamente la riduzione del rischio di contagio - che ancora esiste, ed è almeno simile a quella di un buon vaccino antinfluenzale - di un vaccinato rispetto ad un non vaccinato che pranza da solo all'aperto, allora l'efficacia vaccinale stimata da uno studio che prendesse in considerazione solo persone dello stesso sesso che vanno tutti i giorni a pranzo al bar/ristorante/trattoria e per il resto fanno parte di famiglie grandi uguali che vivono tutte allo stesso modo, sarebbe intorno allo 0%, mentre nel "real world", in cui tutti si comportano naturalmente, l'efficacia nei confronti della popolazione non vaccinata sarebbe magari molto alta. Altro possibile effetto perverso, dovuto al semplice passare del tempo: un vaccino realmente efficace al 100% nel bloccare il contagio, dopo un tempo infinito vedrebbe la sua efficacia stimata a zero nell'ultima analisi retrospettiva annuale, semplicemente perché tutti i vivi non vaccinati hanno sviluppato l'infezione naturalmente, e quindi si è raggiunta l'immunità di gregge. Questo in realtà non credo che sia possibile, perché anche l'immunità naturale decade se si entra in contatto con uno strain virale diverso da quello verso cui si è sviluppata l'immunità, soprattutto con il passare del tempo. Tre soluzioni per i vaccini: 1) aggiornare i vaccini ogni anno, come per l'influenza - richiede velocità e non so se alle case farmaceutiche convenga dal punto di vista economico (ad AstraZeneca sicuramente no, visto che al Regno Unito vende a prezzo di costo) - comunque tre delle quattro che hanno avuto il loro prodotto approvato da EMA hanno degli studi in corso con delle formulazioni aggiornate*; 2) produrre vaccini somministrabili per via oro-nasale, che diano immunità sterilizzante - anche qui ci sono studi in corso, e naturalmente anche qui esiste il problema dell'aggiornamento della formulazione; 3) creare un vaccino universale per tutti i Coronavirus umani: qui siamo ancora alla dichiarazione di intento. *visto che buona parte della popolazione di trotto o di rimbalzo si è vaccinata, sarà anche molto più difficile impostare degli studi che permettano di stimarne l'efficacia, a meno di non prendere come termine di paragone il vaccino dell'anno prima, ma in quest'ultimo caso, essendo i benefici marginali, servirebbe una enorme numerosità campionaria.
In realtà comunque mi ero collegato perché hanno aggiornato lo studio sul Masitinib https://science.sciencemag.org/content/373/6557/931
Buone nuove dal fronte trattamenti: il primo e finora unico antivirale disegnato apposta per agire contro il nuovo Coronavirus, il Paxlovid, sembra mostrare alta efficacia nel prevenire ospedalizzazione e morte, in particolare nell'impedire alle proteasi dei virus di funzionare, agendo quindi in una fase abbastanza precoce del processo di replicazione virale: https://www.science.org/content/blog-post/pfizer-s-good-news-world-s-good-news Anche se finora quanto è stato trasmesso del trial, recentemente sospeso per la dimostrata efficacia del prodotto, equivale a comunicati stampa dell'azienda produttrice, quindi sarà meglio aspettare studi ed analisi indipendenti; come tutti gli antivirali costerà abbastanza/molto e dovrà essere somministrato in una precisa finestra temporale, inoltre se il processo di approvazione andrà bene sarà disponibile in quantità tangibili nel 2022. C'è poi un secondo antivirale promettente, il "famoso" Molnupiravir dell'azienda Merck che originariamente era stato sviluppato contro l'influenza stagionale (quindi non è un farmaco specifico), e del quale è da pochi giorni stato autorizzato l'uso nell'ambito dell'NHS inglese (primo paese al mondo a farlo). i risultati degli studi che ho letto sono contrastanti, uno in particolare al quale avevo dato un'occhiata era piuttosto deludente; questo credo sia uno dei primi usciti e ne spiega il funzionamento: https://www.nature.com/articles/s41594-021-00657-8 Questo farmaco agirebbe scombinando l'attività della RNA polimerasi virale, impedendo al virus di utilizzare la cellula infettata per moltiplicarsi (un po' come buttare una secchiata di cemento nei raggi delle ruote di una bicicletta) ed ha il vantaggio che l'azienda produttrice ha già concesso la licenza di produzione ad altri, quindi abbattendo i costi per il compratore.
L'AIFA approva l'utilizzo del Molnupiravir per via orale ed estende quello del Remdesivir: https://www.ansa.it/canale_saluteeb...vir_f35b1ce9-222b-47c5-baff-72ef08142cb9.html anche per i pazienti con malattia lieve ma ad alto rischio di peggioramento, probabilmente anche per via della recente pubblicazione sul NEJM di questo notevole studio: https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2116846 Il Molnupiravir potrebbe essere definito come il primo vero esempio di terapia precoce e domiciliare e che funziona veramente (gli anticorpi monoclonali, a parte il fatto che la maggior parte di quelli sperimentati in realtà non hanno più effetti perché basati su strain virali non più in circolazione, sono una terapia precoce ma non domiciliare). Comunque ottima notizia. Si parte dal 4 gennaio, cioé oggi.
Il riassunto di ieri: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/omicron-e-uninfluenza-solo-i-vaccinati-32827
L'Aifa approva l'utilizzo del Paxlovid, il più efficace degli antivirali finora sperimentati ed il primo specifico, almeno a mia conoscenza: https://www.aifa.gov.it/-/comunicato-stampa-n.-684 Sono stati pubblicati i primi dati sulla mortalità generale in Italia; nel 2021 ci sono stati circa 63mila decessi in più rispetto alla media degli anni 2015-2019. Qui una infografica: https://public.tableau.com/app/profile/ruffinolorenzo/viz/MortalitItalia/Dashboard1 Dato in miglioramento rispetto al periodo marzo-dicembre 2020, quando l'eccesso di mortalità fu pari a circa 108mila persone.
Torno a scrivere qui perché finalmente, dopo molta confusione e molto rumore di fondo, è uscito uno studio solido su efficacia vaccinale e di precedente infezione contro sintomi da nuova infezione BA.1/BA.2 (Omicron): in sintesi, la combinazione che fornisce la migliore protezione è l'immunità ibrida fornita da vaccinazione, richiamo e precedente infezione; tale protezione è comunque inferiore rispetto a quella fornita dalla vaccinazione nei confronti del virus "ancestrale", per la quale tutti i vaccini utilizzati erano stati progettati (non proprio imprevedibile questo risultato), anche se rimane migliore e più alta se la si confronta con quella fornita dai classici vaccini utilizzati per mitigare gli effetti dell'influenza stagionale. Rimane per me sorprendente che vaccini ideati nella primavera 2020 funzionino ancora abbastanza bene, avendo ormai gli strain virali in circolazione oggi poco in comune con il virus "ancestrale"; del resto era già diverso quando i vaccini sono stati autorizzati, alla fine del 2020. https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2203965
peccato che omicron sia già a 5, e che la nuova variante BA 2.75, le stime preliminari la danno contagiosa il doppio del morbillo. hai una strategia, puntare sul solo vaccino, che si è rivelata fallimentare, e prosegui imperterrito. questo è quello che continua a sorprendermi. quanto all' immunità ibrida, il 20% ormai sono reinfezioni. pero' shh, il santo graal dell' immunità di gregge ormai è vicino.
mah io non so se sono controcorrente: ho fatto tutti i vaccini, rispettato le regole. ormai non ne ho più voglia, per quanto mi riguarda può circolare sperando diventi endemica... andiamo avanti
Che covo di complottisti decerebrati è diventato questo ? Colpa vostra se vi rinchiudono tutti! Ve lo meritate! Puzzoni, lavatevi! Il meno possibile! E in acqua fredda, putiniani maledetti!
Non mi viene in mente niente di diverso da fare; eventuali restrizioni non sono attività fini a loro stesse ma un metodo temporaneo per guadagnare tempo (e più un virus diventa contagioso, meno funzionano a parità di "intensità"), questo nell'attesa: 1) della ripresa della regolare attività ospedaliera, sovraccaricata dall'eccesso di pazienti; 2) dell'approvazione di un vaccino e/o dello sviluppo di farmaci specifici; 3) del passaggio della stagione fredda, in cui le vie aeree superiori spesso sono infiammate e le difese immunitarie sono ridotte. Attualmente 1) i ricoverati-Covid negli ospedali sono una bassa % dei posti disponibili; 2) il vaccino per chi lo vuole c'è dal 2021, il Paxlovid è in distribuzione almeno da marzo e ancora funziona; 3) siamo in luglio. Non vedo obiettivi a breve o anche medio termine da raggiungere, tali da giustificare interventi nella vita quotidiana, almeno non adesso. L'immunità di gregge non si raggiunge perché il virus muta troppo velocemente perché si sviluppi un'immunità diffusa e duratura, da vaccino o infezione qui poco importa. Posto che il termine ha un diverso significato nelle scienze naturali e in medicina, l'endemizzazione di un virus, anelata da medici (?) come soluzione definitiva del problema, non è necessariamente un'indicazione della minore pericolosità di un virus; ricordo patologie in un tempo non lontano endemiche, ad esempio la poliomielite negli Stati Uniti, la malaria in Italia (ed in infiniti altri paesi), la peste bubbonica in Cina, il vaiolo (!) in India, che sconsiglierei caldamente di contrarre. Tra l'altro la peste in Cina c'è ancora.