riduzione della libertà ai fascisti, ed eventuale distruzione dei monumenti fascisti

Dovrebbe essere tratta da un filmato, se il filmato riporta questa scritta bene, altrimenti dovrebbe essere un fake, il problema è che a volte persino i fake rispecchiano le idee di queste persone. In ogni caso diversi anni fa l'arcivescovo di Milano Scola fece scalpore con una frase che parlava di meticciato di culture e civiltà.

 

Vera o no mi chiedo, è davvero il secolo di parlare ancora di queste cose? La frase la trovo anch'io ridicola, essendo un slogan senza capo ne piede. Ma il "meticciato" è seriamente sull'agenda di noi cittadini che votiamo? Perché in un caso denota un inquietante modo di pensare, nell'altro una completa ignoranza in fatto di storia. O veramente siamo sulla stessa lunghezza d'onda di FN che parla di Razza Italiana e Europea? Mi devo rispolvere De Gobineau allora per sapere quali sono le razze pure perché mi sono perso

 

Non lo so, non l'ho mica scritto io. Per qualcuno evidentemente si, altrimenti non si spiega cosa ci stia a fare in una manifestazione anti-fascista.

Piú che sull'agenda del cittadino, mi chiedo se sia sull'agenda di qualche movimento organizzato, visto appunto da dove proviene l'immagine.

Non ho visto il filmato originale, ma solo la foto. Da lí il dubbio.
Sulle posizioni della chiesa basta leggere le dichiarazioni pubbliche di Bergoglio.

 

La chiarito bene la Bonino, citando Confindustria su rete 4 stasera.
Ci serve manodopera giovane e a basso costo che possa reintegrare il calo demografico italiano o i conti non stanno in piedi, e l'italia non può fallire.

 

Ripeto. Quel cartello lo trovo anch’io ridicolo. Detto ciò era un discorso ampio, non un attacco. Non penso di essere pazzo se mi sembra di notare che la questione del “meticciato” stia tornando alla ribalta. E di qui la domanda: siamo veramente a quella questione?
Sento parlare del fatto che se non facciamo qualcos fra 50 anni l’Italia sarà invasa da neri e arabi. E di qui mi sorge la domanda: e quindi?

 

Che fanno coltiviamo il cotone?

Ai miei tempi i figli si facevano in modo diverso

 

Il problema vero è che questi signori che la pensano in codesto modo:
perchè portati a pensarla così da studi universitari...
perchè l'economia funziona così ...
perchè vogliono fare i liberali ...
perchè ne abbiamo bisogno per mantenere lo stato sociale ...
perchè il debito ....
Hanno tutte le ragioni del mondo, ma si stanno comportando e stanno ragionando come dei nazzisti.

 

Arriverà la fame e vedrai quanti dentisti architetti e avvocati troveremo nei campi

Hai perfettamente ragione ... Ma tra vent'anni dove saremo se non cambiamo rotta?

Falli italiani e vedrai che avrai gli stessi problemi ... Guarda gli albanesi il bum di 20 25 anni fa ... Ora non ci sono più e se ci sono vogliono ( come giusto) fare quello che facciamo noi ...

 

La Bonino...
Abbiamo disoccupazione giovanile al 35% e l'automazione del lavoro rende sempre piú inutili i lavoratori non qualificati.
Basta leggersi Rifkin - The end of work se si vuole approfondire la questione.

Bene, quali sono le proposte della Bonino in favore della famiglia? /sarc

Ci tengo a precisare che la mia risposta non era polemica.

La questione torna alla ribalta perché personaggi pubblici di un determinato ámbito politico ne parlano, vedasi:

Boldrini http://www.lapresse.it/pisa-boldrini-a-scout-meticciato-e-sfida-dellera-globale.html

Scalfari http://espresso.repubblica.it/opini.../news/c-e-l-africa-nel-nostro-futuro-1.307312

Il giá citato Scola, Manconi etc

Quindi per rispondere alla tua domanda, siamo davvero a quella questione?
Biologicamente e geneticamente evidentemente no, politicamente e culturalmente evidentemente si.
Come i link riportati stanno a testimoniare.

E quindi ti rispondo con due esempi storici, uno nel medio oriente del VII secolo e uno delle Asturie del principio dell'VIII secolo

Da Catastrophe di D.Keys , parlando della rapida conquista islamica di Siria, Palestina ed Egitto ai danni dell'Impero d'Oriente nel periodo 629-636

The Persian occupation must also have played a role in further reducing the already patchy sense of Roman identity felt by the disparate peoples of Palestine, Syria, and Egypt. Although the occupation had lasted only fifteen to twenty years, that was long enough for an entire new generation of citizens to have grown up with minimal recollection of Roman rule.

The region’s sense of Roman identity, strong in the second to fifth centuries, had begun to deteriorate in the sixth with the Roman suppression of a popular local variant of Christianity, the so-called monophysite heresy, which taught that Jesus was not both fully divine and fully human (as the Catholics believe) but was instead fully and exclusively divine. The heresy became the majority religion in Roman-ruled Upper Mesopotamia, Syria, and Egypt.

Persecution of the monophysites was intermittent, but when the domestic and international political situation was destabilized by Phocas’ revolution in 603 (described in Chapter 5), the empire’s religious balance also collapsed. Phocas—an enthusiastic Catholic—presided over the ferocious harassment of the monophysite heartland in the Middle East. This unleashed a tide of anti-Roman feeling and promoted local separatist nationalism, most notably in Egypt. Syria and Upper Mesopotamia (or at least the monophysite majority there) began to increasingly identify themselves as more Arab than Roman.

In Egypt, for example, there was a new pride in the ancient pharaonic past, and the story was proudly told of the monophysite bishop who, fleeing from the Persians, hid in the magnificent tomb of a dead pharaoh. The ghost of the pharaoh started to haunt the unfortunate bishop, but the ever-diligent cleric decided in the end to baptize the long-dead ruler. The tale illustrates the growing sense of nationalistic oneness with the glorious Egyptian past and, conversely, the decline in identity with the late Roman Empire’s Greek soul.

Both the resurgence of antimonophysite persecution at the beginning of the century and the Persian occupation that almost immediately followed it eroded the Middle Eastern population’s loyalty to the empire. And these factors,combined with the unpopular local war tax, produced a lethal cocktail of civil disloyalty, apathy, collaborationist ideas, and even anti-Roman sabotage.​

...Scarso senso d'identitá, apatía, nazionalismo locale, scarsa lealtá all'autoritá statale, ideologia collaborazionista...

Sulle montagne asturiane nel 722 un nobile visigoto romanizzato inizia la Reconquista , tratto da Cronica Ad Sebastianum

Ad hec Pelagius: Nec Arabum amicitiis sociabor nec me eorum imperio subdebo
<< A questi Pelagio: Non avrò amicizia con gli arabi, né mi sottometterò al loro impero>>​

Domandi e quindi?
E quindi ci sará chi preferisce il primo esempio e chi il secondo. Chi preferisce "meticciarsi" e chi combatte sulle montagne.
La cosa che mi preoccupa é che generalmente queste "divergenze d'opinione" sfociano in tensioni sociali e scontri decisamente poco pacifici, soprattutto in un contesto macroeconomico di grave crisi come quello attuale.

Edit : o senza scomodare la storia, guardiamo alle no-go zones di Stoccolma o alle politiche del gruppo di Visegrad.
Questione di scelta.

​

 

Pensa, se alla velocità di lettere a cavallo bastava una generazione a cambiare le carte in tavola, dico pensa ora

 

C'é anche da dire che all'epoca eri padre a 18 anni e a 35 eri probabilmente morto.
Oggi a 35 sei padre e la speranza di vita media é sugli 80+ anni.

Quindi una generazione di allora era molto meno longeva di una di oggi.

 

Con tutto il rispetto, ma i lavoratori non devono essere "sfruttati".

Il lavoratore presta un'opera in cambio di un salario che, a norma di legge (art.36 della Costituzione), deve essere dignitoso (permettere una vita dignitosa).

Il discorso della Bonino riportato da @bacca , che poi riflette quanto detto e ridetto a livello europeo, non é altro che la famosa deflazione salariale per recuperare competitivitá aziendale necessaria per equilibrare la bilancia dei pagamenti in un regime a cambi fissi.

 

Ma la nostra bilancia è già in attivo !
Il vero cuore della questione è il bilancio pensionistico, e di riflesso la piramide demografica.

 

Quanto mi piace l’adagio dei fascisti che recita “i veri fascisti sono gli antifascisti”. Intramontabile

 

Vedi maie, le vignette proprio non vi vengono....
Ma ti pare il caso di presentarvi come writer deturpatori a volto coperto? Perchè avete così tanto da nascondere?

 

“The left can’t meme.” Anche questa non è male, ma rimango convinto che “i veri fascisti sono gli antifascisti” sia la migliore di tutte.

Grazie del contributo.

 

veritas semper vincit

 

Amor vincit omnia