Siamo arrivati all'anno 1666 e la situazione è sostanzialmente identica. L'impero di Giovanni XII è immobile, fossilizzato dai ribelli e da mille warning da parte di ogni sorta di compagine statale. Nel 1664 l'Impero è attaccato improvvisamente da Russa, Austria, Treviri, Shongay, Hasa, e Oman. Il fronte austriaco cede in Pannonia ma risulta estremamente soddisfacente in Dacia (transilvania) dove l'esercito romano (35mila uomini) capitanato dallo Strategos Romano Angelos, riesce a conquistare la regione e disperdere 18mila austriaci. Quindi prosegue la sua marcia verso nord fino ad arrivare ad assediare Vienna, senza incontrare resistenza. Un'altro esercito bizantini riesce a resistere agli assalti austriaci in Rezia e tenta la controoffensiva in germania meridionale, riportando l'occupazione di un paio di regioni. La guerra si conclude con un modersto successo: gli austriaci cedono la Dacia e una regione germanica. Il fronte russo si mantiene stabile, con la Georgia devastata e le truppe romane costrette a cruente battaglie. Alla fine si raggiunge una pace bianca. Giovanni XII decide quindi di annullare l'alleanza con la Georgia, impossibilitando i russi ad invadere i dominii bizantini passando da essa