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Converrebbe all'Italia uscire dall'euro ?

Discussione in 'Off Topic' iniziata da Lord Attilio, 1 Gennaio 2013.

  1. huirttps

    huirttps

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    :asd: http://www.contantelibero.it/documenti/10-punti-per-il-contante-libero/ :asd: eccoti servito! :)
     
  2. rob.bragg

    rob.bragg

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    La cosa assurda, che questi signori dimenticano, è che 'il grande fratello' su tutti i movimenti bancari già esiste e che senza l'eliminazione del contante colpirà i soliti noti (i cittadini onesti) ma non darà quasi nessun beneficio contro evasione e criminalità ...
     
  3. huirttps

    huirttps

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    Le stime sull'evasione fiscale sono sempre varie e , IMO, piuttosto imprecise. Sicuramente è un fenomeno che va combattuto, ma per come la vedo non si vuole guardare nel verso giusto, quando si è di fronte a questo tipo di elusione :

    - http://www.ilfattoquotidiano.it/201...loco-di-iveco-paghera-tasse-in-olanda/426647/

    - http://www.repubblica.it/economia/finanza/2012/11/26/news/fiat_industrial_marchionne-47396867/

    - http://www.italiaoggi.it/giornali/d...alse&accessMode=FA&id=1800439&codiciTestate=1

    Quanti scontrini/fatture si devono recuperare dal "sommerso" per pareggiare la perdita di Iveco Industrial?? Perchè Telecom e Ferrero hanno delle holding in Lussemburgo?? La storia dell'idraulico che evade dipinto come il male dell'Italia sembra sempre più uno specchietto per le allodole, se comparato alla fuga delle multinazionali italiane.

    Sul tema della spending review non sto dicendo che si debbano tagliare dipendenti, ma altri tipi di sprechi. Qualche post fa facevo l'esempio del SSN. Perchè la stessa siringa ha costi diversi per le ASL del sud e del nord? E di questi esempi, chi di dovere, ne saprà trovare certamente altri.

    La Merkel certamente non è cattiva, fa solo i suoi interessi. Peccato che anche chi dovrebbe fare i nostri interessi, invece, fa quello degli altri (il caro Prof. Mortadellone)

    Quello che manca all'Europa è la volontà di essere unita, altrimenti gli eurobond is farebbero, però ad alcuni convengono, ad altri no e quindi non se ne fa nulla.

    Sul quarto punto (bce in stile fed) stai parlando di Quantitative Easing?
     
  4. rob.bragg

    rob.bragg

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    L'evasione, dell'idraulico ma anche del professionista e del negozio di lusso, non è uno specchietto per le allodole. Sono tanti miliardi (basta fare poche moltiplicazioni : imponibile medio, ridicolo, dichiarato x numero di contribuenti della categoria e imponibile plausibile x lo stesso numero di contribuenti : differenza = evasione, in miliardi - NB : gli Studi di Settore ammettono dei minimi imbarazzanti - potenza delle lobbies). Ma si può combattere con procedure automatiche e sistemi degni del XXI secolo.

    L'elusione è un altro problema, altrettanto rilevante e molto più complesso e sofisticato; lì sarebbe necessario invece concentrare gli sforzi delle risorse umane dell'Agenzia delle Entrate e della GGFF (ammesso abbiano competenze adeguate).

    Il Quantitative Easing è anche nelle operazioni LTRO della BCE. Il problema non è solo quello di inondare il sistema di liquidità, ma come e a chi indirizzarla.

    Nel caso americano la FED sottoscrive direttamente i T-Bond, mantenendone i tassi a livelli bassissimi. La BCE non può farlo per Statuto : ma gli Statuti si possono modificare se si scopre che è stato fatto un errore ab-initio. Il problema è quello di riconoscere ed ammettere l'errore. Questa volontà oggi non c'è. E la BCE, sovrannazionale e 'fuori controllo', non è - IMHO - un punto di forza (come le forze neo-liberiste sostengono) ma un enorme punto di debolezza.

    Se ci fosse una improvvisa e gravissima emergenza finanziaria, la UE non avrebbe strumenti immediati di reazione (ci vorrebbero settimane, nella migliore delle ipotesi, per concordare le azioni e modificare la policy della BCE). In pratica, la BCE oggi è, per la UE, un cannone scarico.

    Il famoso EFSF / EFSM ha fondi estremamente limitati (440 mld, in parte già stanziati) ed è comunque il massimo sforzo che gli stati UE possono attualmente esprimere (dato che devono fare debiti, per finanziarlo), non avendo accesso alla leva monetaria !

    Sugli Eurobond non insisto. Ma non sono la soluzione, perchè non farebbero altro che mediare il debito e le condizioni finanziarie, indebolendo la Germania ed allontanandola ulteriormente da posizioni più ragionevoli, su tutto l'arco delle decisioni comunitarie.
     
  5. Invernomuto

    Invernomuto -

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    A cosa ti riferisci con "grande fratello" sui conti bancari già esistente? GIANOS? La normativa anti reciclaggio? Contro l'evasione serve praticamente a nulla...
    A mio avviso l'introduzione sui vincoli al contante e sui controlli automatici da parte dell'Agenzia delle Entrate sui conti correnti bancari è invece un grosso passo avanti.
    Permetterà un monitoraggio statistico sulle movimentazioni, permettendo di andare a fare approfondimenti mirati su gente il cui tenore di vita non corrisponde a quanto dichiarato.
    Farà scomparire l'evasione? Sicuramente no. Serve a rendere più difficile la vita a chi evade? Sicuramente darà fastidio. Unito ad altri controlli (su beni intestati, tenore di vita ecc ecc) secondo me è l'unica strada, a meno di non eliminare del tutto il contante (ma la cosa sarebbe un minimo traumatica per gli standard del nostro Paese)...

    Ciao.
     
  6. rob.bragg

    rob.bragg

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    No GIANOS (Antiriciclaggio) non serve a molto. Mi riferisco alla nuova normativa legata all'introduzione del cd. 'Redditometro' che prevede l'accesso automatico ai conti da parte dell'Agenzia delle Entrate e l'acquisizione periodica nell'Anagrafe dei Rapporti Finanziari dei dati di saldo e (mi sembra) anche dei movimenti (non so se accorpati, se con soglie ...)

    I vincoli sul contante per transazione servono a pochissimo, perchè non esiste alcuna possibilità di controllo : chi ti dice che un pagamento in contanti sotto soglia (500 €) non sia stato invece di migliaia di euro ? Se non cogli in flagrante la transazione, il limite è puramente formale, per gli onesti.

    Il redditometro sarà utile per i controlli statistici che hai indicato. Ma hai visto come è fatto ? I due terzi delle informazioni richieste non sono verificabili; sarà un ennesima fonte di elusione e contenzioso.

    Quanto alla sostituzione del contante (non al 100% ma in misura tale da eliminare effettivamente i pagamenti in nero) : so che è traumatica, ma tanto arriveremo comunque alla moneta elettronica, prima o poi ... è solo un problema psicologico : che differenza c'è tra far sapere al Fisco che oggi ho prelevato 500 euro (con magari il finanziere stupidotto che si pone il problema di come li ho usati) e far vedere che ho usato il pagobancomat per l'Esselunga, la libreria, ecc. ?
     
  7. Invernomuto

    Invernomuto -

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    Però il problema dello statuto della BCE dipende da una precisa volontà degli stati membri europei.

    Sono i singoli stati partecipanti alla UE che hanno deciso questo ruolo per la BCE.

    Ricordo che quest'estate Draghi (che cmq ha già attuato una politica di sostegno a certi Stati "stiracchiando" i limiti del suo mandato ed attirandosi le critiche tedesche) ha detto chiaramente che lui sarebbe disponibile a passare ad una politica "stile FED", ma PRIMA occorre che vengano modificate le regole di funzionamento della BCE decise dai Paesi membri.

    Riporto di seguito l'articolo 124 della "versione consolidata del trattato sull'unione europea e trattato sul funzionamento dell'unione europea".
    Documento che non è deciso dalla BCE, ma dagli stati membri.
    Se la situazione non cambia è perché gli stati membri non la vogliono cambiare (lobby interne? Interessi tedeschi?), non è un problema di semplice statuto interno della BCE.

    Peraltro, il punto 2 potrebbe aprire - almeno in linea teorica - una "scorciatoia" interessante per uno Stato membro che decidesse di finanziarsi ai tassi BCE: basterebbe nazionalizzare una sua banca (e in questo periodo qualche banca in difficoltà anche grossa c'è) e avrebbe accesso alle condizioni delle banche private ai finanziamenti BCE...

    Ciao.
     
  8. rob.bragg

    rob.bragg

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    Si, certo, la modifica dello Statuto è possibile; infatti avevo precisato che :

    gli Statuti si possono modificare se si scopre che è stato fatto un errore ab-initio. Il problema è quello di riconoscere ed ammettere l'errore. Questa volontà oggi non c'è

    Il pericolo maggiore è, IMHO, come ho sottolineato sopra, la scarsissima elasticità / reattività di un sistema così farraginoso in situazioni di stress. E' pericolosissimo !

    Quanto all'escamotage dell'Art.2 : se ne parla da tempo, ma il problema è che la 'Banca Nazionalizzata' avrebbe comunque diritto a fondi LTRO pro-quota e quindi, a meno che non sia di dimensioni molto rilevanti a livello europeo, non può dare un contributo significativo (forse un'asta o due, ma non in modo continuativo). E dovrebbe comunque avere i collaterali necessari, prima di ottenere i fondi (almeno la prima volta). Se è una banca 'nazionalizzata' vuol dire che non è proprio ben messa. Anche se ultimamente la maglie sui collaterali si sono allargate ...

    ciao

    - - -

    PS :

    In ogni caso, la CDDPP, pur non avendo la licenza bancaria, può accedere (in base al fatto di esser una istituzione finanziaria non bancaria - art. 107 o 108, non so di preciso), con qualche limitazione di operatività, ai fondi BCE ed ha anche già un attivo consistente, da usare come collaterals; potrebbe usare quei fondi per sottoscrivere BTP, facendo di fatto un buy-back.

    Perchè questo tipo di operatività non sia mai stato ipotizzato / utilizzato, soprattutto nei momenti peggiori del 2011/2012, è - per me - un mistero.

    Mistero anche sul fatto che non si sia deciso di concederle la piena licenza bancaria, rendendo le cose ancora più semplici e lineari. Tra l'altro, come ipotizzato da alcuni, il passaggio sotto la CDDPP di gran parte delle 'partecipazioni strategiche', consentirebbe alla Cassa di avere un volume ancora superiore di attività da mettere a garanzia.

    Potrebbe essere una soluzione intelligente, efficace e con effetti immediati sul debito e sull'ammontare degli oneri finanziari : una sorta di swap tra BTP al 3-5% e i fondi BCE all'1%, per un importo di paracchie decine (?) di miliardi. Insomma un bel risparmio immediato ...

    Sicuramente qualcosa mi sfugge ...
     
  9. huirttps

    huirttps

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    Aspetta aspetta, io ho scritto

    La storia dell'idraulico che evade dipinto come il male dell'Italia sembra sempre più uno specchietto per le allodole, se comparato alla fuga delle multinazionali italiane.

    Chiaro che evasione ed elusione vadano combattute,ma IMO il grosso da recuperare è appunto in operazioni come quelle di Fiat, Telecom,Ferrero.. ed ovviamente questo non esclude il pretendere che anche il popolo delle P.Iva non evada, sono due misure complementari.

    Gli studi di settore sono una assurdità concettuale ed anche per come sono realizzati non fanno altro che aumentare il "peso" statale sulle attività.

    NOn sai che risate quando in studio telefonavamo ai baristi per farci dire "quanto chiede per un caffè?" "quanti caffè fa al giorno?" "ma se il caffè viene consumato sui tavolini all'aria aperta, aumenta il costo?" e così via per tutto: cappuccini, brioche,succhi di frutta etc..

    Poi si passa a qualche ferramenta, e quindi "quanto costano i cacciaviti?" .. non sapevo se ridere o piangere.
    Mi sembra una intromissione dello Stato nella gestione delle attività totalmente senza senso, visto che poi sulla base di queste informazioni pretende di sapere quanto "più o meno" quell'attività guadagna, basandosi su parametri come i mq dell'attività, la sua collocazione geografica, etc..
    Poi mi si chiede il registro fornitori/clienti, altra carta inutile, il bollo ogni tot pagine per vidimare i registri acquisti/vendite.. insomma, una continua inutile insensata intromissione.
    A questo punto si rende quasi inutile un bilancio, dove ci sono costi e ricavi ben esplicitati. Un documento invece molto utile per la vita aziendale quale il rendiconto finanziario è facoltativo o_O

    Il redditometro che partirà a breve è un altro strumento idiota che misura "forse" la capacità di spesa complessiva, comparandola con il dichiarato.Se fosse così, già sarebbe un indicatore (di certo non uno strumento di accertamento!!) con un senso logico. Il problema è che anche qui si va nel ridicolo, chiedendo di ricordare spese personali che difficilmente si tengono a mente. Per farsi qualche risata consiglio il redditest http://redditest.agenziaentrate.it/
    Come ben dici, sarà solo un'altra fonte di contenzioso

    Su eurobond e BCE figurati, non ho intenzione di convincerti che la mia sia LA soluzione, anche perchè neppure gli economisti di fama mondiale sanno quale sia :) , esponevo solo la mia opinione.

    Semplicemente ritengo che l'uscita da questa crisi non possa essere ottenuta da un singolo Stato (solo aiutata tramite spending review)ma per essere risolta c'è bisogno di un intervento a livello comunitario.

    Chiaro che la Germania non vuole accollarsi i debiti di altri e ne chiede una diminuzione, ma finora la medicina fa più danni del male!
    Bisognerebbe che si rendesse chiaro il concetto di Area Valutaria Ottimale e la si applicasse in quelle caratteristiche che ancora mancano alla UE, se vogliamo veramente essere gli Stati Uniti d'Europa,partendo da una fiscalità comune. Solo che in quel caso nazioni come Lussemburgo, Irlanda, Cipro etc finirebbero molto male
     
  10. Pandrea

    Pandrea Guest

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    Domanda ignorante: ma come fai ad impedire alle varie multinazionali (o anche solo persone fisiche) di basarsi fiscalmente in un altro paese, se rispettano la legge?
     
  11. huirttps

    huirttps

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    non puoi :)
    L'unica cosa che puoi fare è rendere conveniente essere sotto il tuo fisco piuttosto che sotto quello del vicino. Perchè Depardieu è andato in Belgio e poi in russia?
    Perchè google e tante altre sono in irlanda?

    Il problema dell'Italia è che non può permettersi di abbassare le tasse nè ai privati nè alle imprese...:wall:

    ma se ci fosse una fiscalità unica in tutta l'Unione ... scapperebbero tutte a Singapore :D
     
  12. Enok

    Enok

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    Le tasse sui servizi e prodotti venduti in Italia si versano in Italia.

    La "sede legale" ha poca importanza dal punto di vista fiscale.
     
  13. TFT

    TFT

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    Rispondo alla domanda in 4 parole senza leggere le varie discussioni portate in 6 pagine di post.

    Conviene?

    Si perchè riprendendoci la nostra sovranità monetaria evitiamo il signoraggio bancario della BCE e inoltre possiamo fare varie politiche monetarie che ci sono impedite dall'eurocomando, anche solo stampare più moneta per aumentare gli stipendi dei lavoratori o per dare agevolazioni statali alle imprese, cosa che genera inflazione e alla lunga fa malissimo ma è la prima cosa che mi è venuta in mente.

    Possiamo uscire dall'Euro?

    Tralasciando le implicazioni politiche, a livello economico non è fattibile 1 perchè la nuova lira avrebbe lo stesso valore delle monete del Congo 2 perchè le varie banche ci chiederebbero di risaldare tutti i prestiti che ci hanno concesso :)
     
  14. lucared95

    lucared95

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    Io su questo sarei d'accordo con r.bragg, va bene che poter iniettare liberamente liquidità nel sistema e inflazionare la moneta ci restituirebbe un po di competitività, però ormai è una soluzione solo di breve periodo e secondo me bisognerebbe iniziare a ragionare più alla tedesca in questo senso, cioè migliorare la produttività partendo da tecnologia e know-how. Usare la lira svalutata come "droga" dell'economia italiana mi pare che sia una cosa che abbia fatto il suo tempo
     
  15. rob.bragg

    rob.bragg

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    Per IRES e IRAP è vero solo se la società italiana produce utili (IRAP un pò diverso, ma comunque il concetto è simile).

    Se alla società italiana vengono 'attribuiti' costi/ricavi (servizi intragruppo e similaria; royalties ...) / prezzi di acquisto/vendita (su beni intermedi, semilavorati, ecc. : 'transfer pricing') tali da spostare gli utili nella casa madre o in qualsiasi altra consociata all'estero, le eventuali tasse saranno pagate laddove gli utili si manifesteranno ... E questi giochetti impattano anche sul debito / credito IVA in Italia.

    Queste operazioni vengono fatte REGOLARMENTE non solo dai grandi gruppi industriali ma anche da quelli bancari/finanziari ed assicurativi.

    Se poi il ciclo di produzione è transnazionale (pensate per semplicità alla FIAT) il caos è immenso ed è facilissimo far risultare una società in utile ed un'altra in perdita : e non solo a fini fiscali, ma anche politici (ooohh, come va male la Fiat e come va invece bene la Chrisler, ecc.ecc. => la produttività degli operai in Italia è troppo bassa, è ovvio ...)

    In questo caso, ammesso che l'Agenzia delle Entrate controlli ('n' bilanci di dimensioni immani, singoli e consolidati, in valute diverse, contabilità analitiche ed industriali ... roba da far venire i brividi), deve dimostrare la non esistenza / non congruità di quelle transazioni ... anni di verifiche ed analisi e poi anni di contenzioso ... e nel frattempo interviene la prescrizione; per cui, a meno che i fatti siano eclatanti e/o l'azienda non sia fatta da dilettanti (errori macroscopici), il 'Fisco' non ci prova nemmeno.
    E arrivederci ...
     
  16. TFT

    TFT

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    No infatti, quella è la prima cagata che mi viene in mente. Il problema non è solo l'eur come moneta ma proprio come concezione di UE fatta per farci leccare il pavimento dei tedeschi e dei francesi.
    L'esempio più lampante sono le quote latte, fossimo in un'economia libera potremmo vendere ettolitri di latte supersvalutato diventando la Cina de'Europa o che so vendere dei latti di lusso per aprirci nicchie di mercato in questo senso.
    Solo che, e qui correggetemi se sbaglio, circa il 70% della nostra produzione è buttata via per il sistema delle quote europee e dobbiamo pure comprarci la differenza
     
  17. metalupo

    metalupo

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    Faccio presente che le le quote europee sono una faccenda precedente l'Euro, credo risalgano al vecchio MEC.
    Che l'Europa così com'è strutturata da rivedere è evidente oramai a tutti, o quasi, il problema credo sia come rivederla è qui che le idee divergono e fanno si che la revisione si blocchi in sterili discussioni.
    In linea di masisma credo che l'unica soluzione sensata sarebbe che i vari membri cedessero tutti parte della sovranità politico/legislativa a favore di un governo comune che si occupi di politica estera, economica e della difesa.
    Credo che alla fine ci arriveremo, de facto non c'è altra strada per competere con i paesi emergenti, il problema è quando ed in che condizioni ci arriveremo, il mondo non si ferma ad aspettarci mentre perdiamo tempo in stupidi e sterili campanilismi.
     
  18. Mauro92

    Mauro92

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  19. rob.bragg

    rob.bragg

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    L'economia è affascinante perchè chiunque può scrivere tutto ed anche il contrario, perchè è una scienza sociale complessa ed articolata, ma senza possibilità di applicazione del 'metodo scientifico'

    Quindi, non voglio assolutamente convincere nessuno (dato che le mie idee sono indimostrabili, come tutte le altre), ma solo invitare, se la cosa interessa, a studiare ed approfondire personalmente e criticamente.

    L'articolo che hai citato è dichiaratamente di parte e cita cose vere mischiate ad altre palesemente false, nella migliore tradizione di chi vuol portare acqua al suo mulino ('disinformazia', visto che siamo in NWI).

    Non ho nessuna voglia di ribattere punto per punto all'autore del blog. Mi limito ad osservare alcune cose macroscopiche; il resto sono pure conseguenze.

    Se l'attuale bilancia commerciale è sostanzialmente in pareggio (NB : merci e servizi !; quella dei pagamenti, o partite correnti, è in rosso, di parecchio, a causa dell'esportazione netta di capitali (!) e delle rimesse degli immigrati), una svalutazione del 20% non comporterebbe il fatto che <<con la svalutazione della nuova lira dovrebbe andare rapidamente in surplus>>, ma semmai il contrario. 100 euro di importazioni diventerebbero 120 nuove lire (dovendo pagare in valuta, a cambio svalutato); i 100 euro di esportazioni rimarrebbero 100 nuove lire (volendo beneficiare della svalutazione stessa). Un peggioramento secco del 20% della bilancia commerciale, nell'immediato (con tutte le conseguenze : la prima, doverlo finanziare, in valuta, con aumento di oneri finanziari - altro che diminuzione).

    Il 10-15% delle importazioni italiane è rappresentato da energia, il 20% da altre materie prime o semilavorati, il 35-40% da beni di consumo; totale 65/75% (almeno) che andrebbe a scaricare il proprio effetto direttamente sui prezzi (con fenomeni moltiplicativi, nel caso dell'energia) e con effetti inflattivi diretti ed indiretti immediati : il giochetto del conto economico dell'azienda per dimostrare il basso impatto della svalutazione è fuorviante, non dimostra nulla, se non quello che è l'obiettivo dell'autore; ad esempio, il 10-15% dei beni al consumo (% in tendenziale crescita) venduti in Italia provengono direttamente dall'estero e quindi sono indipendenti dalla produzione nazionale (il giochetto dell'azienda italica), interamente soggetti alla svalutazione.

    Certo, si potrebbe ipotizzare un ritorno all'Autarchia ...

    Se l'inflazione passasse dall'attuale 2-3% anche solo al 7-8% (conservativo), i tassi di interesse dovrebbero aumentare quasi di conseguenza (nessuno opera a tassi reali negativi, se non nel brevissimo termine), al di là della capacità / volontà della 'nuova' Banca d'Italia. Tutti gli altri effetti (mutui, oneri finanziari sulle imprese e quindi aumenti dei prezzi, ecc.) sarebbero una conseguenza. Bisognerebbe poi immaginare quale sarebbe il tasso di svalutazione annuale, successivo all'impatto iniziale, per determinare la situazione a regime ... Ma non penso che il cambio lira / marco / dollaro rimarrebbe poi stabile. Non lo era mai stato.

    Visto che tutti gli effetti negativi sarebbero quasi immediati, mentre quelli eventuali positivi necessiterebbero tempo, l'economia italiana subirebbe un enorme shock. La difesa dei redditi da lavoro diventerebbe ancora più ardua. Forse si potrebbe, nel medio periodo, avere più occupazione (più esportazioni), ma in quali fasce e a quali livelli di salario reale ?

    L'autore si diverte a dimostrare che lo shock della svalutazione del 1992 fu riassorbito abbastanza velocemente, ma non sottolinea che inflazione e tassi di interesse rimasero a livelli più del doppio di quelli attuali, nonostante fosse ormai in atto il processo di convergenza SME-ECU-EURO, con importanti manovre restrittive e di controllo del debito.

    IMHO, l'Euro è, in gran parte, un falso scopo (ma serve per giustificare tanti errori, e tanta incapacità e scarsissima trasparenza, a livello politico ma anche a industriale / manageriale / imprenditoriale). E' perfettamente vero che è stato creato in modo 'oligarchico' (definizione dell'autore, che condivido), senza nessuna consultazione popolare, contro ogni normale processo democratico, e sottraendo interamente la politica monetaria (BCE) al controllo degli Stati (senza alcuna modifica costituzionale).

    Ma il fatto che andrebbe profondamente riformato e completato da una effettiva unione politica (quella monetaria e 'di bilancio' ormai sono un dato di fatto; la sovranità in materia di politica estera e difesa non esiste da tempo : quindi, perchè continuare a pensare all'Europa delle Nazioni ?) non significa per forza che debba essere distrutto, tornando alle singole monete nazionali.

    Nessuna nazione europea (nemmeno la Germania) ha più la massa critica necessaria per competere singolarmente nei mercati globalizzati e la 'finanza internazionale' (con gli immensi problemi che ha creato e creerà) è indipendente dall'esistenza dell'euro ed anche, in parte, dalla volontà degli stati nazionali.

    Il super-debito dello Stato esisteva esattamente nelle stesse dimensioni relative anche prima dell'Euro, solo che l'inflazione a due cifre consentiva di 'scontarlo', a danno del risparmio e dei creditori in genere, cosa che non può più fare, se non in minima parte. Il debito detenuto da entità estere si rivaluterebbe del 20% (aumentando il valore dello stock e degli oneri finanziari) perchè la ridenominazione (forzata) in lire potrebbe valere solo per gli italioti. Ed il tasso da offrire sui BTP dovrebbe aumentare di conseguenza.

    Ma soprattutto, vorrei ancora ricordare che il processo di de-industrializzazion in questi ultimi vent'anni è dipeso soprattutto dai fenomeni della de-localizzazione e della globalizzazione e solo in parte dalla forza relativa dell'euro. I prodotti cinesi, indiani, coreani, ecc., saranno sempre più competitivi di quelli italiani, anche se venduti in lirette svalutate. E le produzioni italiane in Cina, India, Polonia, Romania, Brasile non torneranno certo indietro.

    Purtroppo la 'politica industriale' è scomparsa, dagli argomenti di dibattito. Nessun partito ne parla più, perchè sostanzialmente nessuno ha idee chiare sul cosa fare in merito (avete presente i bei propositi iniziali di Passera, superministro dello sviluppo ? Risultati : zero assoluto) e perchè il 'laissez faire' neo-liberista contrasta nettamente con quel tipo di approccio. Ed i sindacati sono in via di estinzione.
     
  20. Mauro92

    Mauro92

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    Grazie Rob ;)
     

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