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Osservatorio Crisi Ucraina - Guerra nel Donbass

Discussione in 'Warfare Moderno' iniziata da Pandrea, 27 Gennaio 2014.

  1. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    A Deblachevo i filorussi dilagano. Sono saltate tutte le linee di difesa ucraine ed é difficile per loro riposizionarsi.
    La presa di controllo da parte dei filorussi della città, dell'autostrada, e del passante ferroviario sembra sia imminente.
    Sembra ormai siano senza munizioni le truppe di Kiev nella sacca. Le artiglierie sparano da ambedue i fronti e una prima compagnia ucraina (da 70 a 120 soldati) si è arresa ai russi decimata dai combattimenti.
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    Il Ministero della Difesa DNR: grande parte di Debaltsevo controllata dalla milizia.

    Il ministero della Difesa della Repubblica Popolare di Donetsk (DNR) dichiara di controllare ormai la maggior parte di Debaltsevo.
    Man mano che la città viene liberata, gli uomini dell'esercito regolare ucraino si arrendono e si consegnano alla milizia, lasciando le loro posizioni.

    "Alla luce degli ultimi dati, gran parte di Debaltsevo è sotto il nostro controllo mentre i militari ucraini controllano solo la parte occidentale della città".
    "Abbiamo guadagnato il controllo del territorio, grazie alle truppe Ucraine che attivamente e volontariamente si sono arrese e hanno abbandonato le loro posizioni".

    La giunta di Kiev continua a negare: Andriy Lysenko, portavoce dell'operazione militare di occupazione delle forze ucraine, nega che Debaltsevo stia finendo in mano alla Novorossiya.
    http://ria.ru/world/20150217/1048162033.html

    Le milizie della Repubblica Popolare di Donetsk hanno contrattaccato ieri a Shirokino, per arrestare l'incursione del Battaglione Azov. Nel video la bandiera nazista viene calpestata.



    Kiev starebbe per chiedere formalmente aiuto all'occidente, accusando i russi di aver rotto la tregua.
     
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    Ultima modifica: 18 Febbraio 2015
  2. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    Bollettino di guerra (Novorossija): 16.02.2015

    Il 16 febbraio, secondo giorno del nuovo armistizio, le armi non hanno taciuto sul fronte novorusso.
    I militari ucraini, pur accusando i miliziani di infrangere l’armistizio, continuano a bombardare obbiettivi civili.
    La mattina del 16 febbraio è stata colpita la città di Zorinsk nella RPL: come risultato, è morta una persona, mentre un’altra è stata ferita. Fortunatamente, secondo i dati ufficiali negli altri centri abitati novorussi non ci sono né morti né feriti.
    Nel sud della RPD continua la strana avanzata dei battaglioni volontari ucraini presso Shirokino. La stranezza di questa avanzata consiste nel fatto che, prima che essa iniziasse, non c’erano a Shirokino posizioni stabili novorusse. Nonostante questo, i soldati ucraini non sono stati in grado né di conquistare il centro abitato né di asserragliarvisi. Verso sera, sono stati poi costretti ad abbandonare Shirokino con grandi perdite, dopo aver (come sempre) accusato i superiori di non aver offerto il necessario supporto. Sembra che l’avanzata nella zona prossima al Mar d’Azov sia stata semplicemente un’iniziativa dei comandanti dei battaglioni “Azov” e “Donbass”, iniziativa di cui i vertici militari ucraini sono venuti a conoscenza solo tramite i mezzi d’informazione.
    Il focolaio più attivo delle attività continua ad essere la sacca di Debal’cevo. A causa del fatto che la parte ucraina, fraintendendo gli assunti degli accordi di Minsk, ritiene proprio il territorio di Debal’cevo, i vertici militari ucraini hanno respinto l’offerta proposta dalle repubbliche popolari di creare un corridoio franco per far uscire i reparti ucraini (naturalmente, disarmati e senza artiglieria).
    Il 16 febbraio sarebbe dovuto cominciare il ritiro dell’artiglieria pesante dalla linea di contatto del fronte, definita dagli accordi di Minsk del 12 febbraio. Tuttavia la parte ucraina ha dichiarato che al momento attuale non è ancora pronta a ritirare né l’artiglieria né l’equipaggiamento. La RPD ha risposto che, finché la parte ucraina non cessi di bombardare centri abitati e non cominci ad osservare gli accordi di Minsk, anche l’artiglieria e l’equipaggiamento tecnico della Repubblica Popolare rimarrà sulla linea di contatto. Al contrario, nella RPL il ritiro dell’artiglieria è cominciato sin dalla mattina (nonostante i bombardamenti ancora effettuati).

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    Bollettino di guerra (RPD): 16.02.2015

    A Donetzk, con l’aiuto attivo della popolazione locale, è continuata la lotta contro i gruppi di sabotatori e perlustratori ucraini. Nella notte tra il 15 e il 16 febbraio, come minimo, sono stati liquidati tre gruppi. Alle 14:30, un proiettile d’artiglieria è scoppiato nel quartiere Voroshilov (Donetzk), non lontano da una fermata dell’autobus. Per fortuna, non ci sono state vittime.
    Alle 12:25 sono stati fissati bombardamenti condotti da Avdeevka, Opytnoe e Vodjanoe ai danni del circondario aeroportuale, del centro commerciale “Metro”, del paese Oktjabr’skij e dei quartieri nord-orientali di Donetzk. Durante il bombardamento, nell’aeroporto si trovava un gruppo di giornalisti e di alcuni rappresentanti del Ministero della Difesa della RPD, tra cui lo stesso Ministro della Difesa Vladimir Kononov e il portavoce del Ministero Eduard Basurin. I bombardamenti non hanno provocato vittime. L’artiglieria della RPD è stata costretta ad aprire il fuoco per neutralizzare i punti d’attacco ucraini, la cui fanteria, avvalendosi della protezione offerta dall’artiglieria pesante, stava cercando di penetrare i confini occidentali dell’aeroporto da Peski. Le milizie hanno tuttavia sventato l’attacco, respingendo il nemico alle posizioni iniziali.
    La notte del 16 febbraio, a Gorlovka, un gruppo di sabotatori e perlustratori ucraini ha lanciato alcuni colpi di mortaio, secondo alcuni dati il gruppo è stato liquidato. Verso le dieci del mattino i militari di Kiev hanno bombardato Gorlovka da posizioni mobili a Dzerzhinsk, ma non ci sono dati su vittime o danni alle strutture della città. Con l’arrivo della sera, l’attività dei sabotatori ucraini è aumentata.
    Ad Enakievo (a partire dalle 10:20 circa e per tutta la giornata) si sono sentite delle esplosioni. I punti di provenienza sono stati fissati a Junokommunarsk e nella zona di Fil’trovannaja Stantzija. Non ci sono vittime né dati di danni arrecati alle strutture.
    Alle 13:05, presso il paese di Semigor’e (tra Kodem e Svetlodarsk) i militari di Kiev hanno lanciato alcuni missili grad a carica parziale in aperta steppa. Se teniamo conto dell’alto numero di troupes giornalistiche nella zona, si è trattato quasi certamente di una provocazione.
    Un missile è stato poi lanciato nel centro abitato di Granitnoe, mentre a causa dei bombardamenti di Dokuciaevsk due miliziani sono stati feriti.
    A Shirokino sin dalla mattina sono stati fissati dei combattimenti di fanteria ed artiglieria con l’utilizzo di carri armati. Verso sera, secondo la versione ucraina, si è passati a combattimenti per le vie della città dopo lo sfortunato tentativo delle forze ucraine di penetrare la linea del fronte. Durante i combattimenti di Shirokino, che sono iniziati il 15 febbraio, sono morti 5 militari ucraini e 40 sono stati feriti. La sezione occidentale di Shirokino era controllata dal battaglione Azov, mentre quella orientale dai miliziani. Il centro era zona neutrale. Verso la fine del 16 febbraio si è saputo che i miliziani e l’artiglieria della RPD hanno circondato gli uomini del battaglione Donbass (sempre a Shirokino), che i vertici militari ucraini hanno minacciato per radio di processare in caso di resa, sebbene le munizioni fossero ormai quasi terminate e l’artiglieria si rifiutasse di coprirli. Di conseguenza, il battaglione ha subito forti perdite, la cui esatta entità non è stato possibile fissare.
    Come ha dichiarato il Ministero della Difesa della RPD, il ritiro dell’artiglieria può essere realizzato in accordo alle obbligazioni di Minsk solo secondo alcune condizioni definite: in particolare, solo dopo la completa cessazione del fuoco da parte degli ucraini.
    Finché le forze armate ucraine continuino a bombardare i centri abitati, le milizie novorusse non condurranno alcun ritiro.
    Sacca di Debal’tzevo
    Nella sacca di Debal’tzevo la situazione rimane critica, i militari ucraini non desistono dal tentativo di sfondare l’accerchiamento, scegliendo come bersagli anche i giornalisti e gli operatori OSCE.
    I miliziani della RPD erano disposti ad aprire un corridoio franco per permettere ai militari intrappolati nella sacca di salvarsi (previo abbandono delle armi e dell’artiglieria). Tuttavia i vertici militari ucraini hanno declinato questa proposta con la motivazione che i militari ucraini sarebbero usciti dalla sacca solo tramite operazioni militari, cioè con l’impiego delle armi.
    Nel frattempo, i militari ucraini hanno cominciato ad abbandonare le proprie posizioni ai confini occidentali della sacca, compiendo durante la ritirata azioni diversive e distruggendo le infrastrutture e l’equipaggiamento che non è stato possibile portare con sé.
    I militari ucraini, in particolare, hanno fatto esplodere un ponte ferroviario non lontano da Gurta, che passa su una riserva idrica e conduce ad una centrale termoenergetica. Le forze armate ucraine sono riuscite a difendere questo ponte abbastanza a lungo, ma durante la ritirata, sotto la pressione dei miliziani, sono state costrette a minarlo e distruggerlo.
    I soldati ucraini hanno lasciato in fretta anche le proprie posizioni a Maloorlovka e nelle miniere di Poltava ed Enakievo. Si sono diretti a Kamyshatska, probabilmente verso Debal’tzevo. Durante la ritirata gli ucraini hanno fatto saltare il complesso minerario, per cui la struttura è seriamente danneggiata, è in atto un incendio. Secondo fonti non confermate, questa colonna è stata poi annientata durante il tragitto, perdendo sino ad 8 carri armati.
    Alle 15:30, dalla miniera di Ol’chovatka in direzione di Debal’tzevo sono uscite 6 unità mobili ucraine, avendo quindi abbandonato le proprie posizioni. Alle 16:00 Ol’chovatka è stata bombardata, sono stati colpiti edifici.
    Da Debal’tzevo la mattina sono stati condotti bombardamenti da posizioni mobili ai danni di Savelevka.
    Sul segmento della strada che da Logvinovo porta a Luganskoe verso le 4 del mattino i soldati ucraini hanno minato a distanza parte della strada e del territorio circostante a quattro kilometri da Logvinovo.
    A causa dei continui bombardamenti, i miliziani non possono condurre perlustrazioni del genio civile e permettere così la sicurezza del tratto stradale.
    Gli ucraini hanno cercato di sfondare la sacca attraverso Skelevaja Balka, con l’aiuto dell’artiglieria posizionata a Mironovskij. Il combattimento ha avuto luogo presso Nizhnee Lozovoe. I miliziani sono riusciti a bloccare l’avanzata di una colonna da Mironovskij. Il tentativo di sfondamento è stato neutralizzato.
    Gli ucraini hanno posizionato in segreto punti missilistici “Pion”, “Grad” ed “Uragan” contro Artjomovsk, Mironovskij, Svetlodarsk, Luganskoe. Contemporaneamente sul tratto stradale Artjomovsk-Svetlodarsk sono stati fatti raccogliere gruppi di giornalisti con videocamere e macchine fotografiche. Molti i giornalisti occidentali.
    Per tutta la giornata, a Debal’tzevo hanno avuto luogo combattimenti per le vie, il fronte degli scontri si trova lungo il Quartiere Orientale.
    Secondo le dichiarazioni dei miliziani, gli ucraini hanno condotto continue provocazioni, poiché a loro sostegno c’erano carri armati e cecchini, molto spesso il fuoco veniva diretto non solo contro i miliziani, ma anche contro i civili. Verso mezzogiorno quasi tutto Debal’tzevo era però sotto controllo dei miliziani. Gli ucraini hanno ripiegato verso il centro. Le brigate miliziane della RPL hanno occupato quasi tutta la città, da nord gli ucraini sono stati attaccati da distaccamenti dell’esercito della RPD, guidati da Zacharcenko. Gli ucraini hanno ceduto le proprie posizioni e si sono ritirati, tra le loro file i sentimenti di panico si sono fatti più evidenti, alcune unità poste a difesa di Debal’tzevo si sono consegnate ai miliziani.
    Sono continuati i combattimenti cittadini a Cernuchino, per ora il villaggio è ancora sotto controllo in parte degli ucraini, in parte dei miliziani della RPL. Il centro del villaggio rimane neutrale.
    Bollettino di guerra (RPL): 16.02.2015
    Alle 04:30, 08:00 e 08:10 gli ucraini hanno bombardato con “Grad” ed “Uragan” la città di Zorinsk. Sono state danneggiate case in un settore privato in via Dorozhnaja, la rete mobile è completamente inaccessibile, una persona è morta, una è stata ferita.
    Alle 19:15 è stato bombardato il villaggio Bajrakci, forse com bombe a grappolo. Non sono stati specificati dati su danni a strutture e persone.
    Gli ucraini hanno bombardato da Mius i miliziani posizionati a Faschevka, ci sono feriti.
    Sul tratto stradale Bachmutka ci sono stati problemi. Presso il posto di blocco 29 ci sono stati brevi scontri per tutto il giorno.
    Gli ucraini hanno cercato di occupare il posto di blocco, ma senza successo.
    Dal villaggio Krymskoe gli ucraini hanno attaccato con artiglieria leggera le posizioni della milizia presso Zhelobok e Sokol’niki.
    Ci sono stati scontri a Schast’e e Stanitza Luganskaja. Secondo la parte ucraina, il battaglione della Guardia Nazionale Kul’citzkij, insieme al battaglione Ajdar, ha occupato i villaggi di Bolotennoe e Sizye, ha attraversato il fiume Severskij Donetz ed ha raggiunto la frontiera russa. La penetrazione ha avuto luogo da Stanitza Luganskaja. Tuttavia la milizia non ha confermato questa notizia sino ad ora. Bolotennoe e parte di di Valujskoe si trovano come sempre sotto il controllo delle milizie della RPL. Si osserva comunque che in questo settore la situazione si sta facendo critica.
    Nonostante i continui bombardamenti, nella RPL si è cominciato a ritirare l’artiglieria pesante dalle linee di contatto del fronte. Colonne di artiglieria e di unità missilistiche sin dal mattino si sono allontanate dalla linea primaria del fronte di Debal’tzevo.
    Informazioni integrative
    Nel centro di Odessa, i sostenitori dell’Euromajdan hanno preteso la liberazione del leader odessita dell’Automajdan Evgenij Rezvushkin. La folla (circa 200 persone) ha minacciato di utilizzare il battaglione Ajdar ed ha occupato l’incrocio tra le vie Deribasovskaja e Pushkinskaja con circa 20 auto ed un camion “Ural”.
    Nonostante questo, le forze dell’ordine non hanno preso in considerazione le richieste dei manifestanti ed hanno deciso di confermare l’arresto di Rezvushkin.
    Il Ministero della Difesa canadese pianifica di inviare in Ucraina un’unità di specialisti militari che, insieme ai colleghi statunitensi, avranno il compito di istruire le forze armate ucraine. Il Ministero canadese ha precisato che gli specialisti inviati non parteciperanno attivamente al conflitto. Il centro di addestramento si trova infatti “lontano” dal fronte.

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  3. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    I giornalisti ucraini sono stati cacciati via dagli abitanti di Avdeevka.

     
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    Questa ultima mappa è strana, sembra quasi a che a mariupol sia tornata la vecchia linea di fine gennaio, finita l'operazione di marketing dei naziuki ?
     
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  8. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    Issata la bandiera novorussa a Deblachevo.

     
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  9. panzerJager

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  10. PanzerMeyer

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    Si combatte nel Donbass. Dopo la resa ucraina a Deblachevo ora pare che i filorussi premano verso Mariupol.



     
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  11. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    L’ennesimo fallimento per la giunta

    Tutte le fonti confermano che la quasi totalità di Debaltsevo sia nelle mani dei Novorussi e che le forze della giunta si stiano ritirando nella zona a sud del “calderone”. Al momento, tutti i pezzi grossi dell’esercito della Novarussia inclusi Kononov, Motorola, Givi, Mozgovoi e Zakharchenko si trovano nella zona e molte decine di soldati dell’esercito ucraino sono stati fatti prigionieri. Sembrerebbe che le forze della giunta non siano state capaci di un livello di resistenza comparabile con quello esercitato nella battaglia di Peski. E questo è completamente logico visto che a Peski essi non erano completamente circondati e potevano così contare nell’appoggio di loro commilitoni localizzati un po‘ più a nord e a ovest della loro posizione. Questa volta il “calderone” è troppo profondo e il suo coperchio del tutto stabile. Fate riferimento alla mappa qui sotto.

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    Potete vedere che il coperchio è localizzato nel nord del “calderone” e che le forze della giunta si stiano arrendendo o stiano fuggendo ritirandosi nella parte a sud della sacca dove non potranno fare altro che aspettare che le scorte di cibo e munizioni si esauriscano. Il risultato finale? La fine per le forze ucraine bloccate nel “calderone” di Debaltsevo.
    Incredibilmente, quei fenomeni da baraccone della giunta di Kiev continuano a negare l’esistenza stessa del “calderone” e insistono che i combattenti Novorussi abbiano creato solamente una sorta di “testa di ponte”. La buona notizia è che sembrerebbe che nessuno crede più a tutto queste stupidaggini e le madri e mogli degli uomini rimasti bloccati nel “calderone” stanno provando di tutto per costringere l’alto commando militare ucraino ad accettare l’offerta dei Novorussi per la creazione di un corridoio per la loro evacuazione. Hanno anche provato a protestare di fronte al palazzo del Comando Generale in Kiev bloccando il traffico circostante. In un momento veramente commovente una di queste donne ha amplificato con l’aiuto di un megafono la telefonata dal “calderone” di suo figlio/marito che riferiva di avere solo tre ore di rifornimenti rimasti.
    Tutto ciò rappresenta una notizia catastrofica per la giunta di Kiev. Per prima cosa, la loro politica di diniego del problema ha in effetti reso impossibile alle loro forze di sfuggire dall’accerchiamento quando questo era ancora possibile. Esperti militari russi sono dell’opinione che ora circa la metà delle unità dell’esercito ucraino con una concreta capacità di combattimento siano circondate in questa area. In altre parole il 50% dell’esercito ucraino è andato perso. Per seconda cosa, mentre Poroshenko e gli altri clowns di Kiev hanno fatto di tutto per negare l’esistenza del “calderone”, grazie ad internet e ai canali TV russi, la maggior parte dei cittadini ucraini sono ben consapevoli di essere presi in giro constantemente. Il che significa che il regime ucraino sta perdendo quel poco di credibilità rimasta. Un’ultima cosa ma non meno importante, ora ci si può aspettare l’inizio dello scambio di accuse tra i vari gruppi politici alla ricerca di qualcuno da accusare per questo ultimo disastro. Non sarei assolutamente sorpreso se le squadracce ucraine (il battaglione Azov e compagnia) decidessero di prendere d’assalto Kiev per due motivi: a) per scatenare la propria rabbia sul regime e b) perché è molto più sicuro assaltare Kiev che non Donetsk. Poroshenko deve seriamente iniziare a guardarsi alle spalle. A proposito, gira già la voce (non confermata) che egli abbia evacuato la sua famiglia in Germania.
    I servizi segreti militari della Novorussia hanno riportato la notizia che la giunta stia concentrando tre nuovi battaglioni e numerosi lanciarazzi (MLRS) nella zona a nord del “calderone” per cercare di recuperare le forze accerchiate, ma questa iniziativa sembra essere ben poca cosa e arriva troppo in ritardo. I Novorussi sono ben abituati all’artiglieria ucraina e non sono particolarmente intimoriti dai loro gruppi corazzati e, men che meno, dalla loro fanteria. Per di più, posso scommettere che ora che si trovano nell’area urbana di Debaltsevo, i Novorussi si siano ben trincerati. Quando è stata l’ultima volta che la giunta ha avuto successo in un assalto urbano? Esattamente.
    Il morale della storia: l’ennesima brillante vittoria dei Novorussi ed umiliante sconfitta per la giunta di Kiev.

    Il Saker
     
  12. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    Bollettino n. 111 [aggiornamento 18 febbraio 2015]

    Nella sacca di Debaltsevo diventa sempre più difficile seguire il ritmo delle notizie che arrivano.
    E’ molto confortante che molti reparti ucraini si stiano arrendendo: si salvano loro e vanno a casa evitando che si sparga altro inutile sangue. I fronti stanno collassando sui pochi reparti ucraini che ancora combattono nella sacca.
    In queste ore è possibile che le unità ancora operative ad Olenovka, Bulavins’ke, Olhovatka, Ilinke e anche quelle asserragliate nella roccaforte di Olkovatka tentino di ricongiungersi al grosso delle truppe in Debaltsevo, e da li tentare una fuga lungo la M03 durante la notte. Siamo probabilmente alla fine della sacca che fu il “Saliente di Debaltsevo”: sono mesi che ne scrivo.
    Si trattava di una spina nel fianco del fronte novorusso, ora gli uomini di Poroshenko stanno abbandonando le armi nei campi con casse intere di munizioni, lasciandosi alle spalle carri armati e blindati senza munizioni o carburante. La resa di Debaltsevo significa che il Donbass ha diritto al suo posto al sole, alla sua indipendenza da un governo che non si è fatto scrupoli di ordinare il bombardamento e l’uccisione di migliaia di civili innocenti. Scappano adesso, quelli che prima furono tanto coraggiosi dietro i cannoni, distanti chilometri dalle loro vittime. Ma torniamo alla nostra cronaca: come ho detto sono segnalati in movimento molti reparti che erano posizionati nella zona centrale della sacca. Il fronte sud è già crollato e poco tempo rimane loro per tentare di ricongiungersi al grosso delle forze e tentare uno sfondamento. Ancora resistono a Pol’ove, che ora è il punto più a sud della sacca.
    I reparti del Battaglione Donbass (Guardia Nazionale, volontari reclutati tra le milizie neonaziste e mercenari stranieri) tentano di organizzare una qualche resistenzam a Debaltsevo, ma ormai controllano meno di un quarto della città. Per loro potrebbe non esserci la garanzia di un salvacondotto per casa in cambio della resa: troppe pare ne abbiano combinate quando pensavano d avere la vittoria in tasca questa estate. Nei bollettini di ieri ho fatto notare la presenza del presidente Zaharchenko a Debaltsevo. la notizia è già di dominio pubblico ma lo ripeto, per completezza: è stato ferito ad una gamba da un proiettile: nulla di grave. Per ora è ricoverato in ospedale, ma si riprenderà presto.
    Diversi comunicati diffusi parlano di confusione ed assenza di ordini dal comando ucraino, il senso di abbandono ha minato il morale dei soldati di Kiev ed ecco perché si arrendono in così gran numero di fronte alle truppe novorusse. La confusione è dilagata nel momento in cui le truppe della VSN sono penetrate conquistando il centro comando e comunicazioni ucraino nel centro della città. Poche notizie giungono da Chernukin ove probabilmente sono in corso trattative. Possiamo a buon titolo dire di avere assistito alla “Pugna cannensis” dell’esercito ucraino, solo che dopo non avranno ne lo spirito combattivo che animò gli antichi romani ne tanto meno uno Scipione Africano a guidarli per la rivincita. Se dovessi paragonare questi drammatici eventi ad un altro fatto storico militare, troverei senza dubbio indicato l’esempio di Dien Bien Fu.
    Chiudiamo con un dato: nell’ultimo mese pare che l’esercito ucraino abbia perso più di 3.000 uomini.

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    Bollettino 112 [secondo aggiornamento del 18 febbraio 2015]

    E’ iniziata la rotta delle truppe ucraine a Debaltsevo. I più fortunati a bordo di mezzi o blindati, gli altri con mezzi di fortuna chi a piedi, cercano scampo lungo la striscia di territorio che corre intorno alla M03. Si tratta di un percorso di circa 6 Km: ci sono battaglie in corso in questo momento nei pressi del fortino di quota 303, poco prima di Logvinov. Una colonna di corazzati e blindati è stata fermata poco prima di Nyzhnje Lozove. Non so se riusciranno a passare, ma poco importa, le dimensioni della disfatta dell’esercito di Kiev sono immense. Le loro basi nel sud della sacca , come Alexandrovk, sono già acquisite dalle milizie, chi è rimasto si è arreso in massa. Ora si attende la resa di Chernukin e di chi è rimasto in Debaltsevo. Si stanno arrendendo anche a Polo’ve, Kamyanka, Danilovo e Olhovatka.
     
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  13. PanzerMeyer

    PanzerMeyer

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    Poroshenko viene preso in giro persino sul New York Times.
    Ieri il presidente ucraino, sempre più in confusione, si è recato nel Donbass occupato ed ha fatto una conferenza stampa in uniforme: ha detto che "il ritiro da Debaltsevo delle forze armate avviene secondo i piani e fa parte della strategia del comando militare".
    Le sue parole si commentano da sole: una disfatta militare è diventata un "ritiro strategico". D'altra parte si capisce il perchè di queste dichiarazioni: Poroshenko vuole conservare la poltrona, l'incolumità e la faccia davanti l'opinione pubblica ucraina, dal momento che più volte aveva negato l'assedio di Debaltsevo e più volte il comando ucraino aveva affermato di controllare le strade che portavano a questa città. Ha aggiunto che l'Ucraina vuole Peacekeepers internazionali sul proprio territorio.
     
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  14. stciaram

    stciaram

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  15. stciaram

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    La sorte della 128 brigata di montagna
     
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  16. Tuchačevskij

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  17. huirttps

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  18. GyJeX

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  19. SkySpace

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    ho letto in diverse testate che forse oltre alle truppe di kiev anche i filo russi stanno ritirando l'artiglieria. possiamo vederlo come una distensione del conflitto? o è un ritirarsi per preparare al meglio l'avanzata primaverile?
     
  20. GyJeX

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    E' stato davvero rarissimo vedere artiglierie sulla linea del fronte, io ricordo solo due casi: L'attacco contro l'HQ ucraino vicino l'aeroporto di non mi ricordo dove e il lancio dei grad ad alzo zero contro un checkpoint ucraino durante i combattimenti all'aeroporto di Donetsk. Quindi dire "stiamo ritirando l'artiglieria" lascia il tempo che trova, tanto come si fa a vedere se realmente è così ?
     
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