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EX...Ufficiale e Gentiluomo

Discussione in 'Wargames - Generale' iniziata da Luigi Varriale, 14 Giugno 2019.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Intorno alla mezz'ora dopo le 13 le posizioni relative cambiarono ancora. Il Conflict passò vicino di poppa alla Eser-i Cedîd durante la manovra di riposizionamento a sud della formazione ottomana, che continuava a viaggiare compatta verso sud est, con lo Yakut in testa e la corvetta di Kerem alle sue spalle. questo fu uno dei pochissimi errori tattici del comandante Haslam, che calcolò male i tempi e si trovò a tagliare la poppa della Cedîd mentre ricaricava le sue batterie. Una volta completata l'accostata a dritta, il Conflict si ritrovò circa 2000 metri a sud della squadra turca e prese di mira ancora una volta Kerem, ritenuto il più pericoloso del duo ottomano. I colpi della batteria di sinistra del Conglict caddero ancora vicini ma mancarono il bersaglio, a testimonianza del realismo delle tabelle di tiro delle regole di combattimento navale CORPEN che rendono difficile centrare un bersaglio con cannoni ad anima liscia a più di 800 metri. Nel contempo il primo ufficiale dello sloop inglese annunciò ad Haslam che le munizioni dei cannoni di batteria erano esaurite. Rimanevano solo quelle per i cannoni di caccia. Adesso per il tenente di vascello in comando del conflict era tempo di decisioni.

    "Nun spara chiù!" gridò Alzese accertandosi che tutti sul ponte potessero sentirlo. I gabbieri a riva guardarono verso la lontana nave inglese e poterono confermare visivamente che il Conflict aveva sopravanzato di molto l'ultima cortina di fumo provocata dalla sua artiglieria circa mille metri più indietro rispetto alla sua attuale posizione. Il sole splendeva alto nel cielo ed il mare era liscio come l'olio. Alzese ara anche riuscito a spremere qualche nodo in più dallo Yakut nella sua corsa verso sud est, ma la nave inglese rimaneva mortalmente più veloce e manovriera.

    Era l'una e mezza del primo luglio quando Haslam decise di rompere tutti gli indugi. Ordinò una secca virata di 90 gradi a sinistra e puntò direttamente sulla Eser-i Cedîd con il preciso intento di distruggerla. La manovra era altamente nelsoniana. Ridurre le distanze al massimo ed ingaggiare combattimento cercando di separare le forze del nemico. Tra l'altro la decisione di adattava al fatto che il Conflict potesse aprire il fuoco oramai solo con i cannoni di prua e di poppa. Per quando riguardava il comandante inglese si vinceva o si moriva. Non sarebbe tornato a Malta con la notizia di un insuccesso.

    Kerem si rese immediatamente conto di cosa l'Inglese stesse tramando. Non poteva immaginare il vero motivo di una manovra tanto repentina e cioé l'esaurimento del munizionamento di batteria laterale sulla nave britannica. Però freddamente ordinò al suo capocannoniere di attendere che la nave nemica si avvicinasse a meno di mille metri prima di aprire il fuoco. Il suo ufficiale alle armi voleva sparare prima, ben conscio dell'abilità dei cannonieri inglesi che avevano già messo un colpo in corpo alla sua amata corvetta, ma Kerem glie lo proibì. "Sparate solo quando sono davvero a tiro" ordinò Kerem. "Se sparano più velocemente loro, sia fatta la volontà di Allah" aggiunse guardando il suo ufficiale dritto negli occhi con un' espressione che avrebbe terrorizzato il diavolo in persona. Non si voleva discutere col Capitano Kerem nel bel mezzo di una battaglia; non era salutare.

    Le due navi spararono quasi contemporaneamente. I colpi della batteria di dritta mancarono di un soffio la nave inglese, la quale invece mise altre due palle a segno sulla Eser-i Cedîd con i cannoni di prua. questa volta la corvetta fu colpita a mezza nave, ed un principio di incendio si sviluppò subito dietro il fumaiolo. Fu prontamente contenuto dalle squadre addette al controllo danni, ma questa volta la corvetta accusò la botta ed ebbe parecchi morti a bordo in conseguenza delle palle che avevano trapassato il ponte ammazzando un certo numero di marinai. La volontà di Allah si stava davvero compiendo.

    Accaduto ciò, il capitano Kerem non si perse d'animo. La sua decisione tattica fu quella di rimanere vicino allo Yakut, subito a poppa ed aprire il fuoco sulla nave inglese mano mano che manovrava per portarsi in posizione di tiro. Una scelta di cohones; la nave inglese sparava meglio e manovrava meglio, specialemente adesso che era riuscita a danneggiare la corvetta sul serio. Ancora una volta il Conflict si portò a nord della formazione ottomana con lo scopo di limitare il fuoco di ritorsione di questa nei suoi confronti. Era infatti idea del comandante Haslam che la corvetta turca avrebbe cercato di coprire lo sciabecco, sparando nel momento in cui il Conflict attraversava la rotta della formazione nemica di poppa. Così facendo i turchi avrebbero potuto sparare con una sola nave alla volta. Non che il loro fuoco lo preoccupasse, ma perché dare al nemico anche la più piccola chance. Le battaglie si vincevano col cervello e non con la furia.

    Come previsto, il Conflict passò indenne attraverso la bordata della Eser-i Cedîd mentre attraversava la sua rotta ad ovest della formazione turca; palle nemiche sibilarono tra gli alberi. Molto lo spavanto, insignificante il danno. I Turchi cominicavano a sparacchiare disorganizzati. Poi lo sloop accostò a dritta a tutta forza e scaricò un'altra bordata con i cannoni di prua. Disappunto di Haslam quando vide che era andata a vuoto. Avrebbe dunque dovuto avvicinarsi a 400 metri? I nuovi cannoni da 56 non erano ancora stati provati in battaglia, ma l'arsenale di Playmouth aveva assicurato che a 800-1000 metri il loro fuoco era precisissimo: ora o il suo equipaggio era composto da idioti o l'arsenale aveva fatto male i suoi conti, e lui sapeva bene che il suo equipaggio non era composto da idioti. Mentre era in preda a questi pensieri seccanti, il capocannoniere si presentò sul cassero ad annunciare che anche le munizioni della batteria di caccia cominciavano a scarseggiare. Haslam lo liquidò con uno sguardo gelido. Se fosse stato necessario, avrebbe abbordato quella maledetta corvetta e poi si sarebbe posto all'inseguimento dello sciabecco una volta finito il lavoro. Erano le due meno dieci del primo luglio, e si preannuciava un pomeriggio tosto.
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  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ed il pomeriggio fu tosto. Alle due in punto il Conflict venne con rotta sud direttamente sulla poppa della Eser-i Cedîd. Kerem, nella speranza di un colpo più preciso aspettò troppo a tirare sulla nave inglese che era oramai a meno di cento metri dalla squadra turca. Con profondo orrore del Varriale, gli Inglesi aprirono il fuoco per primi ed a quella distanza gli effetti furono devastanti. Pezzi della corvetta e del suo equipaggio volarono da tutte le parti, molti ricaddero addirittura sul ponte dello Yakut. Alte fiammate si alzarono dalla Eser-i Cedîd che fu ridotta ad un relitto che poteva a malapena governare. Rsipose al fuoco si, ma troppo tardi. Solamente due tre cannoni della corvetta turca spararono con effetti risibili, visto che al momento del fuoco la Cedîd stava ruotando su sé stessa per effetto della tremenda bordata subita. Lo Yakut era ad un tiro di pistola dalla sua alleata e Varriale vide Kerem, apparentemente illeso sul cassero che gli gesticolava di allontanarsi, di scappare verso est. Ma scappare dove pensò Varriale il cui sconforto oramai lo aveva invaso del tutto. Anche se fosse riuscito a sfuggire alla nave inglese, cosa avrebbe detto al governatore. Aveva perso i prigionieri, aveva perso gli uomini del Bey, forse già morti ul ponte inferiore della Eser-i Cedîd. Forse Eslem non lo avrebbe fatto arrestare e consegnare agli Inglesi, o forse si, nonstante il debito che ancora aveva con lui per avergli salvato la figlia. Ma in ogni caso sarebbe stata una posizione vergognosa quella di tornare alla base con la coda tra le gambe, con la nave semidistrutta ed a mani vuote ad imlorare la protezione dell'impero. No...non se ne parlava nemmeno. Lo Yakut sarebbe rimasto sul posto ed avrebbe cercato di portarsi con sé più Inglesi possibile. Varriale incrociò lo sguardo con i suoi ufficiali per qualche secondo nel trambusto infernale di quella sfortunata battaglia. Alzese e Ferrazzano avevano capito perfettamente cosa lui stesse pensando. Il primo si dispose alla sua sinistra sul cassero, guardando la scena di desolazione a poppa, mentre il secondo se ne tornò ai suoi cannoni senza dire una parola.

    La Cedîd colpita in pieno da una bordata dei cannoni in caccia del Conflict. Lo sciabecco gli sta sotto e in figura non si vede. La Royal Navy è sempre la Royal Navy.
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  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    L'ultima parola però la dice l'equipaggio dello Yakut fu Fulmine, antico sciabecco usato da una famiglia genovese per il contrabbando in Mar Tirreno durante le guerre napoleoniche e poi venduto ad un armatore siciliano alla fine di queste. Ed è l'equipaggio in gan parte napoletano con qualche elemento aggiunto turco a mettere la parola fine alla prima stagione di questa saga: con una pistola puntata alla testa di Varriale ed il resto dei ragazzi che ammaina la bandiera ottomana, per latro non loro, ancora ritta sulla mezzana dello sciabecco. La Eser-i Cedîd alla deriva non può intervenire, e anche se potesse con metà dell'equipaggio morto o incapacitato, non sarebbe in grado di modificarla. Ed anche se potesse, a questo punto il Capitano Kerem non lo farebbe.

    Una lancia si avvicina, calata dallo sloop da battaglia Conflict, per abbordare lo sciabecco che si è arreso.

    Il Capitano Kerem, disgustato dal comportamento degli Italiani non ritiene di fare altro che mettere la prua a sud a due nodi e mezzo, che è la velocità massima che il suo relitto può ancora tenere, nessuno sa per quanto, e sperare che gli Inglesi lo lascino andare. Saprà lui cosa riferire, ammesso che ci arrivi, al comando della flotta. Un'altra delle tante schermaglie nell'Egeo in quel turbolento 1850 va alla sua conclusione...altre ne seguiranno.
     
  4. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Nota conclusiva
    Mi sono divertito un sacco con questa campagna che ho condotto dall'inizio alla fine senza aggiungere o togliere nulla al risultato delle mie decisioni e dei dadi. Con la Royal Navy nel XIX secolo c'era poco da scherzare, un po' come con la US Navy di oggi. Con tutta probabilità gli ufficiali dello Yakut verranno portati a Londra dove dovranno comparire davanti ad un tribunale. E chissà...se l'oratoria partenopea non li possa salvare.
    Un ringraziamento a tutti coloro che hanno seguito questa saga e come sempre, arrivederci alla prossima battaglia.
     
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  5. supertramp

    supertramp

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    Mi sembra siano quelli con più sale in zucca... questo bombarolo di Varriale era veramente ingestibile!
     
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  6. Ransome

    Ransome

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    Forse il maggiore errore dei nostri eroi è stata quello di coinvolgere il Eser-i Cedîd nella missione a Sesi. In una azione dove uno dei principale obiettivi era quello di passare inosservati, la presenza di una seconda nave ha raddoppiato le probabilità di essere scoperti, come è in effetti avvenuto.
    Suppongo che se la nave turca non avesse fatto scattare l'allarme la Karteria se ne sarebbe rimasta tranquillamente in porto e gli eventi avrebbero preso un'altra piega.

    Grazie davvero per l'avvincente e accurata narrazione.
     
  7. Angiel

    Angiel

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    Complimenti ancora per l'AAR, in attesa del prossimo. Chissà cosa ti inventi stavolta.
     
  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Grazie a tutti voi che avete letto. Per la prossima battaglia stavo pensando alla battaglia di Capo Matapan, da simularsi con un mio adattamento seconda guerra mondiale del re degli operazionali da tavolo ancor oggi insuperato: Gulf Strike.
     

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