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Il giorno della Frattura

Discussione in 'Wargames da tavolo' iniziata da Luigi Varriale, 16 Dicembre 2017.

  1. Iscandar

    Iscandar

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    Forse i marines devono aggiungere un verso alla loro canzone
     
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    24 luglio 2018

    Mediterraneo Occidentale

    Il comandante Fiore è ancora in crociera offensiva con il suo Todaro. Insegue senza pietà il convoglio governativo che naviga disperato verso Livorno evade la sorveglianza dell’AB-212 del Bersagliere che immerge il sonar ma non sente nulla, e affonda un’altra nave da carico con un singolo siluro.
    Il morale nel sottomarino è altissimo, eccettuato quello del comandante, il quale non ha più provviste da lanciare ai naufraghi e durante l’ultima azione ha palesemente disobbedito agli ordini di COMSUB di non emergere per prestare assistenza ai sinistrati, mettendo a repentaglio la sicurezza del battello.
    Il comandante in seconda, Tenente di Vascello Ezio Crusi riporta nel suo diario in data 23 luglio: navigazione per 200 gradi. Nella cabina del capitano, sono seduto alla scrivania pieghevole e lui sulla branda. 150 metri è la quota che leggo sull’altimetro digitale, velocità cinque nodi.
    Mi sono veramente rotto i coglioni di ammazzare gente Ezio. Cristo; devo attaccare le navi dei miei amici ed ammazzare i miei amici. Non esiste!
    Massimo; sono gli ordini, obbediamo agli ordini.
    Si ma quella gente bruciata viva tra il combustibile in fiamme in mare l’hai vista ? dico, l’hai vista ?
    Massimo c’é una guerra in corso!
    Cazzate: c’è una guerra in corso sempre perché c’è qualche alto papavero che ritiene di combatterla, e noi soliti stronzi a fare gli esecutori materiali.
    Ma perché hai fatto l’accademia allora ?!
    Certo non per ammazzare gente che si trova in combattimento per una divergente opinione dei suoi di alti papaveri sul risultato elettorale, per no parlare dei civili inermi.
    Civili scortati, prego; Se non spari tu sparano le scorte!
    Guarda, ho la mia lettera di dimissioni in tasca. Finita questa crociera, io torno in porto e lascio questa unità a qualcun altro.
    Vai sotto processo.
    Vorrà dire che vado sotto processo !
    Questo battello è un’arma offensiva Massimo, anche se stessimo difendendo il paese da stranieri, le nostre missioni sarebbero le stesse.
    Lo so, ma non credevo, non sapevo le conseguenze delle nostre azioni. Il comandante cominciava ad avere gli occhi lucidi.
    Hai comandato da Dio, approcci da Dio, attacchi da Dio, sei sfuggito a Luciano meglio che in esercitazione (Cpt Vasc. Luciano Trani, comandante del Bergamini).
    Si ma in esercitazione non gli siluravo la nave, non lo ammazzavo ! E se l’ho ammazzato ??? E comunque quanti dei suoi uomini abbiamo ammazzato ?!
    Non lo so.
    Questi qua, stì altri politicanti dell’alleanza per il rinnovamento; non gli hanno dato le poltrone e ti scatenano una guerra mondiale ?? Ma ti pare ?
    E’ una guerra civile.
    Peggio ancora !
    Vedrai che finisce presto, non preoccuparti. Non hanno più niente da mettere in mare. Continuiamo così, continua a comandare il battello, e finisce presto !
    Sarà meglio che non abbiano più niente da mettere in mare; che io civili non ne ammazzo più per Dio!!
    Prendo io la guardia fino alle Baleari. Fatti una dormita. Ne hai bisogno.
    Se succede qualcosa, qualunque cosa, svegliami subito.
    Comandi Capitano.

    A nord il comando governativo mette allo studio una vasta operazione aviotrasportata su Torino, ipotizzando l'impiego del Tuscania e degli incursori. L’operazione rimane allo stadio teorico non essendoci al momento sufficienti risorse per attuarla. La brigata Folgore viene elitrasportata da Verona a Pisa ed il suo posto è preso dalla Friuli. I governativi rinsaldano le posizioni in val padana e registrano pure un successo quando il battaglione mobile carabinieri Laives, proveniente da Bolzano, ingaggia un conflitto a fuoco con i terroristi del raggruppamento giustizia e libertà, costringendoli a deporre le armi, mentre cercavano scampo tra le montagne che circondano il Lago di Garda. Nel rastrellamento anti ribelli, cadono i capi del battaglione(in realtà una compagnia) di miliziani dell’alleanza e una ventina di uomini; gli altri vengono ctturati. Si vocifera nelle alte sfere dell’alleanza che i capi siano stati giustiziati. Il governo di Roma ed i vertici dell’arma dei carabinieri smentiscono sdegnosamente, accusando Grazino di essere un bugiardo puro e semplice, e che anche di questo sarà ritenuto responsabile.

    L’alleanza risponde con l’inizio dell’operaione “4 giornate”. La brigata meccanizzata Sassari occupa Pompei e si predispone per attaccare Napoli da sud. La brigata Meccanizzata Pinerolo, il reggimento di fanteria di marina S.Marco e la brigata meccanizzata Aosta si uniscono da est e da nord all’attacco sulla città pertenopea che viene investita da tutti i lati. I combattimenti si fanno subito abbastanza violenti. Assorbe l’urto delle forze dell’alleanza, la brigata di volontari napoletani, sommariamente addestrati ma ben trincerati ed appoggiati dai loro istruttori della brigata bersaglieri Garibaldi. Le perdite tra i volontari sono sensibili, ma riescono ad arrestare tutte lea avanzate delle truppe dell’alleanza. La brigata Sassari viene stoppata nei pressi di S.Giorgio a Cremano. Con la Pinerolo si combatte duramente nei pressi dello stabilimento della Fiat, mentre l’Aosta lotta per mantenere il controllo dell’autostrada per Roma, che gli viene contestato dal battaglone di volontari governativi di Latina. In riserva generale per i governativi, il battaglione mobile di Carbainieri Napoli, che protegge il porto e la zona dei consolati stranieri. Tra Torre del Greco ed Ercolano intervengono in supporto ravvicinato alcuni AMX governativi provenienti da Fiumincino che prendono di mira gli elementi avanzati della Sassari. E’ la prima volta che reparti aerei intervengono in prossimità di centri abitati. L’ufficio stampa della brigata sarda afferma che nessuno dei suoi mezzi è stato colpito. Ma le bombe da 500 chili a guida laser hanno invece ammazzato cinque civili, tra cui una bimba di quattro anni. I governativi smentiscono anche questo, ma i militari della Sassari vengono autorizzati a pubblicare le foto. Il governo replica che le vittime sono state causate dal fuoco di mortai della Sassari e che delle vittime civili, i macellai senza scrupoli dell’alleanza risponderanno nei tribunali a rivolta domata.

    Prosegue l’evacuazione del personale civile americano e del personale non indispensabile del consolato. Tutte queste persone vengono imbarcate su aerei civili e militari in partenza dalla base della marina aericana di Capodichino. Le autorità governative assicurano che la città sarà tenuta e che non c’è nulla di cui preoccuparsi, ma gli americani si preocuupano lo stesso e la brigata speditiva dei marines entra nel masssimo stato d’allarme nella zona portuale ed aeroportuale militare americana, di cui prende la diretta responsabilità difensiva, “coadiuvata ed assistita” dal battaglione mobile di carabinieri Roma, che funge anche da polizia militare.

    Sono in arrivo anche reparti di rinforzo dalla capitale; la 24^ brigata meccanizzata, costituita ed addestrata alla meglio dalla brigata Granatieri di Sardegna ed equipaggiata con vecchi M-113 e camillini, la brigata di fanteria Gaeta, equipaggiata con armi leggere e veicoli civili, ed il battaglione volontari di Latina, già alla periferia nord della città come detto a contrastare l’autostrada all’alleanza. Si dice che il battaglione Latina sia composto in maggioranza da delinquenti della mala romana che temomo più della morte un cambio di regime in Italia (altra notizia diffusa dalla propaganda dell’alleanza).

    Dal canto suo, l’alleanza continua la chiamata alle armi nei territori controllati in val padana. Si costituisce, ancora a Piacenza la 9^ brigata meccanizzata, equipaggiata con materiale recuperato nel deposito militare di Lenta in provincia di Vercelli. Questa unità, addestrata dal personale del reggimento Montecervino, dovrebbe sostituire la brigata Julia in linea, che andrebbe quindi a costituire riserva strategica del comando nord alleato.

    Le cancellerie europee diventano sempre più nervose, specialmente con l’inizio delle operazioni a Napoli, dove il fronte, a differenza che in val padana, è adesso molto attivo. Vi sono già stati appelli dell’Austria e della Germania per un cessate il fuoco e perché l’alleanza deponga le armi in cambio di una promessa di clemenza da parte del governo italiano nei confronti ei responsabili della rivolta. La Francia ha fatto appello per una conferenza in seno alla NATO per fermare, “i ribelli”, come li chiama l’Eliseo, se necessario con la forza. La Russia per il momento tace, ma continua a caricare navi su navi di armatori che lavorano per l’alleanza di ogni genere di materie prime e strategiche. Per adesso nessun aiuto militare.

    La Presidentessa degli Stati Uniti Melanie Griffin, in visita ad Ankara, ha affermato che sarebbe meglio che questa situazione si risolvesse al più presto prima che diventi più grave di quello che già è. Rispondendo ad una specifica domanda di un giornalista, la first lady (nel vero senso della parola) ha detto che gli Stati Uniti preferirebbero non dover interferire negli affari interni di un membro della NATO, sottintendendo con questa frase che si aspetta che l’Italia rimanga tale, ma che a tutto c’è un limite. La Griffin si è detta molto preoccupata per la sorte di Napoli, una delle culle della civiltà mediterranea ed occidentale e che è intenzione degli Stati Uniti fare sì che le cose non degerinino in un’area così densamente popolata.
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  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    28 luglio 2018

    Il comando della 12^ task force navale governativa ordina l’uscita del sottomarino Pelosi per andare ad intercettare i convogli dell’alleanza in uscita dall’Egeo. Sarà la sua ultima uscita. Il battello del capitano Ragazzoni esce da Napoli, dove dal porto si vedono i bagliori della battaglia alla periferia est e sud, e si immerge immediatamete. Rotta a circumnavigare la Sicilia, che di passare nello stretto non ci si fida. Giorno 26 sul tardi il sottomarino arriva ad est di capo matapan e si accinge a cominciare il pattugliamento. Si capisce subito che l’operazione non è nata sotto buoni aauspici perché non passano due ore che il battello viene localizzato da un EH 101 del cacciatorpediniere Doria, impegnato a vigilare sull’uscita del convoglio dall’Egeo. L’attacco arriva subitaneo, con gli elicotteri del cacciatorpediniere che a turno non danno tregua al Pelosi. Il capitano Rgazzoni, con incredibile abilità e sangue freddo riesce a districarsi e ad evadere la caccia della nava alleata, ma nel frattempo le navi commerciali gli passano a dritta girando ben al largo dell’area dell’ingaggio, ed il Pelosi non può farci nulla impegnato com’è a cercare di salvare il culo. Quando pare che il battello sia riuscito a sottrarsi alla caccia ed il comandante Ragazzoni sta studiando il modo di riprendere il pattugliamento per localizzare il convoglio, avviene che si unisce al Doria un'altra nave dell'alleanza. Il sonar del Pelosi localzza e classifica in nuovo venuto. Si tratta del caccia Da La Penne in avvicinamento da nord. Ragazzoni scocca un siluro che però il caccia riesce ad evadere. E’ uno dei due AB-212 del cacciatorpediniere nuovo arrivato, che sfruttando i dati di tiro ed i precedenti segnali in mare dell’elicottero imbarcato del Doria, sgancia un’altro ordigno al seguito del battello governativo. Questo non manca il bersaglio e per il Pelosi questa volta non c’è scampo. Il sottomarino va perduto corpo e beni, spaccato in due, prima che si possa fare qualunque cosa per cercare di salvare l’equipaggio. Dopo essersi attardate per qualche tempo in caso di affioramento di qualche superstite, le navi dell’alleanza tornano tranquillamente ai settori assegnati, il De La Penne con un affondamento ed il Doria con un assist.

    Nulla accade in pianura padana, dal momento che le parti hanno per adesso rivolto tutta la loro attenzione al fronte del mezzogiorno, dove tutt’ora è in corso la battaglia per Napoli. Per l’alleanza, la 9^ brigata di fanteria meccanizzata sostituisce la Julia che si ritira dalla sua posizione di investimento su Verona per porsi dietro all’8^ brigata carri, in riserva di corpo. La 9^ meccanizzata, non avanza fino alle posizioni ove si trovava la brigata alpina, ma si ferma su di una forte posizione sulla riva destra del Mincio, con il culone del lago di garda a protezione del fianco sinistro e l’8^ corazzata sul fianco destro. Il reggimento di artiglieria Torino, pure lui ritirato dalle vecchie posizioni della Julia, si schiera in appoggio alla 9^. Il 6° reggimento guastatori invece fa tutto il giro della linea difensiva e raggiunge la sua estremità sud ad ovest di Parma, dove si mette a costruire posizioni fortificate per la 1^ brigata di fanteria motorizzata, piantata nel mezzo del territorio pianeggiante e poco adatto alla difesa, della bassa padana. Occorre stare attenti nel settore sud, dove fronte alla 1^ dotata di scarse, quasi nulle armi anticarro, c’è l’Ariete, dislocata proprio a Parma. E’ buona ventura per l’alleanza che i governativi siano a corto di rifornimenti e non possano sviluppare offensive in grande stile.

    Come abbiamo detto sopra, l’attenzione degli alti comandi in questo caldo fine luglio è focalizzata sull’operazione quattro giornate; la battaglia per Napoli. L’alleanza rinnova l’offensiva sulla città tenuta dalla brigata Garibaldi, la brigata Napoli, e da due battaglioni di carabinieri. Lo sforzo principale questa volta proviene da sud, con la brigata Sassari che tenta di spingere i suoi meccanizzati ed appiedati per espugnare il quartiere “Barra” come base per le future operazioni. Le avanguardie della Sassari si fanno strada quasi fino al Parco Villa Letizia, dove vengono arrestae dalla resistenza fanatica del III battaglione della brigata Napoli. Il reparto di testa della Sassari deve essere ritirato e sostituito, ma il III della Napoli è semidistrutto, ed all’alba del 28, l’intera brigata viene ritirata al porto per essere riordinata. La sostituisce il battaglione Carabinieri Roma. I combattimenti sono ostacolati dal transito di molti profughi che da S.Giorgio a Cremano abbandonano le loro case per paura di essere presi a bersaglio del fuoco delle armi a tiro teso dei due contendenti, che fanno uso di armi di tutti calibri e non disdegnano l’utilizzo occasionale di mortai da 120mm. Già considerevoli sono i danni nei quartieri sud della città, così come nella zona di Pomigliano, teatro di vivaci scontri nei giorni precedenti tra la Napoli ed il S.Marco. In movimento è anche la popolazione del quartiere Barra in fuga in direzione di Poggio Reale. Sul terreno, alcuni osservatori della stampa straniera hanno affermato che questo movimento di massa di civili ha sfavorito le truppe della Sassari, che spesso si è vista costretta a sospendere il fuoco d’appoggio ai movimenti d’avanzata per evitare di prendere in mezzo le famiglie di gente in movimento lungo le strade, alcuni dei quali anche in automobile, come se fosse un normale giorno di lavoro. I miliziani della brigata Napoli hanno avuto buon gioco nello sfruttare queste pause per migliorare le loro posizioni, occupando questo o quell’edificio strategico appena evacuato dai civili. Un corrispondente militare dell’agenzia Reuters ha affermato che in mancanza di queste complicazioni, l’alleanza avrebbe già sfondato sulla zona portuale.

    Il comando governativo ostenta sicurezza per quanto riguarda il fronte partenopeo, anche perché sta prendendo tutte le misure necessarie per ribaltare la situazione e passare all’offensiva in Italia meridionale. Tra Pozzuoli e quarto si è stabilito il battaglione Latina a garantire il possesso dell’autostrada per Roma e con questa i vitali convogli militari e civili tra Napoli e la capitale. Inoltre il comando sud govenativo ha ricevuro la 24^ brigata meccanizzata che si è stabilita a Cassino a minaccia del fianco destro della brigata Aosta. Due battaglioni di questa brigata sono stati schierati lungo il fiume Rapido con l’idea di stabilire una testa di ponte sulla sponda sinistra. Ancora più ad est, è in corso di afflusso la brigata Granatieri di Sardegna che si va schierando sul Volturno. L’intento di questi movimenti e di questi rinforzi è quello di disorganizzare le operazioni alleate su Napoli, minacciando il fianco destro del fronte di investimento della citta. Un attacco riuscito sulla brigata alleata Aosta, potrebbe non solo compromettere l’azione su Napoli, ma regalare l’iniziativa ai governativi sull’intero fronte sud, dove le forze nemiche sarebbero seriamente minacciate di accerchiamento. Per alimentare una controffensiva in così grande stile però, i governativi hanno bisogno di molto materiale e rifornimenti, che con i loro convogli al momento impossibilitati a navigare, non hanno.

    Rimanete in linea per la battaglia d’Italia.
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  4. huirttps

    huirttps

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    I governativi li vedo male. Una volta che gli hai eliminato i pochi Ariete funzionanti (una cinquantina) e le B1 sopravvissute ai Mangusta, gli restano solo i Lince!
     
  5. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Io i governativi li vedo male se non riescono a mettere insieme il carburante, le munizioni per far combattere la loro roba, e le materie prime che gli servono per costruire anche solo una pistoletta.
    E a fare questo li vedo malissimo, data la situazione navale.

    Questa piccola simulazione mostra chiaramente come noi si sia perso tempo per anni a discutere delle virtù e dei difetti delle forze armate italiane nella seconda guerra mondiale Si scopre che se anche noi avessimo avuto buoni carri, buoni aerei, buoni generali, buoni tutto, avremmo lo stesso perso per strangolamento del Mediterraneo da parte delle superiori flotte alleate. Gulf Strike è proprio un buon regolamento, non per niente, la mattina del 2 agosto 90 Mark Herman, il suo inventore, fu chiamato al pentagono col suo giochino per simulare gli scenari possibili di desert storm.
     
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    1 agosto 2018

    Inizio mese vacanziero travagliato per la penisola, incollata ai televisori ìntenta ad informarsi sulle vicende della guerra. All’inizio del mese le operazioni militari hanno subito un sensibile rallentamento provocato dalla scarsezza delle scorte accumulate per sostenere le operazioni stesse. In partiolar modo i governativi, che avrebbero anche una certa preponderanza di forze terrstri in val padana, non possono scatenarle all’offensiva fino a quando non mettono insieme una scorta decente di materiali bellici necessari per sostenere i combattimenti. E così i governativi a nord si limitano a rafforzare ancora le loro posizioni facendo affluire dalla riserva di teatro la brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli a nord di Modena in appoggio ai carabinieri del battaglione mobile Bologna. Un altro battaglione mobile dell’arma, il Firenze, si porta a Parma per sostenere un eventuale futuro attacco dei carri dell’Ariete, nei confronti delle due deboli brigate di coscritti, una di fanteria e l’altra corazzata che l’alleanza schiera sulla sponda nord del Po. Non che l’alleanza non abbia scelto con cura le sue posizioni difensive in val padana, ma semplicemente se impegnati in combattimento da truppe professionali come quelle corazzate governative, non abbiamo idea di come i miliziani dell’alleanza si comporterebbero. E’ vero che la 1^ brigata di fanteria, con l’aiuto di un reggimento del genio, ha costituito forti posizioni difensive a nord ovest di Parma, e che l’8^ brigata corazzata si è opportunamente schierata al di là del Po, ma si tratta comunque di truppe semi addestrate, con armi obsolete, e nel caso della 1^ di fanteria, praticamente senza armi anticarro. A parziale conforto, il generale Biglia ha schierato in riserva la Brigata Julia, eventualmente pronta ad intervenire là dove il fronte fosse più minacciato. In ogni caso, fino a quando il livello dei rifornimenti governativi è quello che è adesso, e la marina dell’alleanza fa bene il suo lavoro, grosse offensive i govenativi non dovrebbero essere in grado di sferrarne.

    Per il momento, il 31 del mese scorso, l’alleanza ha continuato le operazioni offensive su Napoli, questa volta nel settore della brigata Pinerolo. L’attacco sferrato con una forza mista di appiedati e meccanizzati con Lince, si è ancora infranto contro le difese della Garibaldi, che ha sostituito la brigata di volontari Napoli, in ricostituzione nella zona portuale dopo le perdite subite una settimana fa. L’attacco della Pinerolo, partito da S.Giorgio a Cremano si arena nei dintorni del Rione Lotto Zero, tra la via della villa romana e il viale delle metamorfosi.Non solo; la situazione generale a sud rischia di metersi male per l'alleanza, dal momento che, come potete vedere dalla carta aggiornata della situaizone, facendo perno sulla strategica poszione di Montecassino tenuta dalla 24^ miliziani meccanizzati, la brigata Granatieri di Sardegna si è portata in posizione di minacciare il fianco destro dell'Aosta sul fronte del Volturno. Se e quando i govenrnativi mettono insieme le risorse per un attacco a fondo, la disposizione delle forze potrebbe dare seri problemi alle forze alleate sul fronte sud.

    L’evento più rilevante della settimana è la battaglia aeronavale del canale d’Otranto, scaturita dal tentativo riuscito da parte dei governativi, di trasferire la task force 21, composta dai pattugliatori Foscari, Fulgosi e Staffetta dalla loro base di Venezia a quella principale di Napoli. Le difese di blocco nel canale predisposte dall’alleanza erano invero formidabili, in quanto la sorveglianza radar dello stretto è assicurata da parecchi radar basati in Puglia e l’incrociatore da battaglia Andrea Doria si era appena riportato in pattugliamento tra la Puglia e l’Albania, dopo aver terminato una missione di scorta ravvicinata ad un convoglio per Taranto.

    Le navi governtive per miracolo eludevano i radar “da spiaggia” pugliesi nella notte del 30 luglio ma venivano inesorabilmente tracciati dal Doria che tutto vede e tutto sente. Insieme alle emissioni dei radar del Doria, e non molto dopo, il capitano di vascello Giacomo Sala al comando della tripletta di navi governative, vedeva anche arrivare una salva di Otomat, che erano rilevati dal Fulgosi, che era l’unità più avanzata. Per quale miracolo nessun Otomat sia andato a segno, rimane tutt’ora un mistero. Vuoi il basso tracciato radar della classe Comandanti, vuoi un colpo di sfiga, che ogni tanto coglie anche la compagine alleata, vuoi la solita efficienza dell’artiglieria di marca Oto Melara, fatto sta che i pattugliatori escono indenni dall’attacco missilistico. A questo punto, il capitano Sala. Non esita un secondo, ed ordina alla flottiglia di navi sottili di lanciarsi a tutta velocità contro il Doria, con l’intento di aprirsi la strada con la forza. Più o meno nello stesso momento, il contrammiraglio Eugenio Lazard prende la decisione (rischiosa) di fermare le tinozze governative a cannonate e le fa seguire dai radar di tiro che guidano il brandeggio dei tre oto melara super rapido in dotazione all'incrociatore. Non consulta nemmeno lo stato maggiore a Taranto per chiedere l’autorizzazione; ammiraglio cazzuto e d’altri tempi!

    Il problema per Lazard e che messe insieme le armi dei due pattugliatori classe comandanti, pure i govenrativi hanno due cannoni da 76 contro tre. Per contro, i governativi mettono in campo cinque autocannoni da 25mm contro i due del Doria.

    Le navi governative arrivano a tutta velocità quindi, doppiando il promomtorio garganico e comicia il tiro a 18.000 metri da entrambe le parti. L’azione è tesa con i pattugliatori che hanno come primo obiettivo quello di passare e come secondo di sfasciare il Doria più che possono. Si verifica il contrario però quando è proprio il Fulgosi ad incassare in rapida successione due colpi da 76, che provocano danni più che lievi. Con 7 morti a bordo, il pattugliatore risponde al fuoco, coadiuvato dal gemello Foscari. Lo staffetta non ha ancora a tiro la sua artiglieria e tace. Molto opportunamente il Capitano Sala divide le sue forze in maniera da disperdere il fuoco e la direzione del tiro della nave nemica, cosa che gli riesce con un certo successo. Poi quando sembra che la manovra dei governativi abbia buon gioco nel favorire il forzamento del blocco, arrivano non annunciati da nessun radar e praticamente al livello del mare, quattro Tornado alleati da Gioia del Colle che minacciano di mettere la parola fine alla battaglia. Immantinemte il capitano Sala ordina alle sue navi di sospendere il tiro contro il Doria e di rivolgere tutta l’artiglieria contro la nuova minaccia. Contemporaneamente le navi si lanciano in folli manovre evasive a 25 nodi che riescono a rovinare il rilascio delle bombe RET dei Panavia Alleati, che missili Kormoran non ne hanno e quindi devono andare di bombe convenzionali. Anche qui, non si capisce se per culo, perizia od una combinazione delle due cose, Foscari, Staffetta e Fulgosi, quest’ultimo danneggiato ma ancora in grado di navigare a tutta birra, escono indenni dalla prova, anche se non riescono a mettere nessun colpo a segno contro gli aviogetti dell’alleanza, che rilasciato il carico, fanno un largo giro oltre il raggio di tiro nemico e si dirigono alla base. Contemporaneamente, anche il Doria decide di gettare la spugna, essendo ormai a corto di munizioni, accerchiato su due lati e con una nave nemica tra lui e la sua base. Il contrammiraglio Lazard, decide di ritirarsi per gradi 180, mettendo a tutta forza e allontanandosi dall’area di battaglia.

    Vista la buona parata, se si esclude il Fulgosi sforacchiato, la task force 21 dirige per il canale di Sicilia e poi sul porto i Napoli, in un Tirreno sgombro da forze nemiche, che sono concentrate in Mediterraneo Occidentale contro eventuali nuovi convogli governativi in uscita da Livorno o provenienti dall’Atlantico.
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  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    5 agosto 2018 Palazzo del Lingotto Torino

    Il ministro dell’economia del governo dell’alleanza sedeva nervosamente sulla poltrona, ed osservava le spalle di Grazino, voltato verso l’ampia vetrata che dava sull’enorme cortile della vecchia fabbrica della FIAT.

    Il piano economico non mi pare stia funzionando nel migliore dei modi Valerio; in quattro mesi abbiamo perso duecento miliardi di PIL e la temporanea nazionalizzazione della Banca di Roma, fino adesso ci ha dato quattro miliardi di perdite. Ora, non voglio fare una colpa a te di questi risultati, io sulle riforme economiche ci ho messo la firma e la faccia. Il punto è, la guerra come la sosteniamo e alla gente cosa diciamo?

    Te lo dissi a suo tempo Gianni. Non è possibile riconvertire una politica economica dalle fondamenta senza patire. La medicina da ingurgitare per portare l’economia del paese su un piano di sostenibilità è lunga, dura e comporta sacrifici.

    Le buone notizie?

    Abbiamo riunito tutte le imprese del comparto difesa sotto la guida di Leonardo, di dui abbiamo assunto il totale controllo provvisoriamente in attesa di poterla privatizzare. Questa impresa si candida ad essere leader sul mercato mondiale. Il mese scorso abbiamo superato leggermente Boeing Aerospace in quote di mercato. Naturalmente abbiamo diversificato le vendite. Dalle pistolette alle navi da guerra, quasi totalmente sul mercato delle esportazioni, in quanto la domanda interna è ancora azzoppata dalla guerra e dalla mancanza di commesse che ora non possiamo permetterci. Vendiamo però all’estero; un sacco. Ci siamo ricomprati un 20% di telecom Italia, che ha una previsione di ed crescita del 5% all’anno.

    Ed il buco nero dell’industria petrolifera?

    Sono tutti in crisi, nonstante il prezzo del greggio a 152 dollari. La colpa è della Shell, che straproduce e strangola i prezzi dei prodotti finiti.

    E su sta Shell non possiamo organizzare un attacco militare?!

    Si, solo per bombardarli tutti gli stabilimenti della Shell ci vuole la flotta imperiale di Darth Vader.

    La sanità ?

    Dobbiamo tenercela così com’è fino a quando non abbiamo le risorse per riformare il sistema. Quello non lo toccherei fino a quando non siamo pronti alla transizione.

    Mercato del lavoro?

    Notizie buone e notizie cattive. Quelle buone sono che il numero di assunzioni aumenta molto velocemente, una volta liberalizzato il mercato.

    Quelle cattive?

    Le imprese assumono a salari di mercato la manodopera non specializzata, mediamente 300 euro al mese. Poi però invece di tenersi i dipendenti migliori, farli avanzare in azienda e riconoscergli l'aumento di produttività, li licenziano per assumere un nuovo dipendente a 300 euro al mese.

    E non lo sapevi prima che sarebbe successo?

    Non abbiamo ancora abbastanza concorrenza, le nostre imprese, tranne alcune ecellenze, non competono ancora tra loro e/o con gli stranieri e possono ancora permettersi questa politica. Le cose cambieranno nel momento in cui le nostre imprese saranno più integrate nel mercato e dovranno far decollare la produttività o morire.

    Ma il PIL che abbiamo perso come lo recupriamo; ci servono o i soldi per comprare dall’estero o la produzione a casa.

    Una soluzione veloce sarebbe quella di instituire un fondo finanziario per fare operazioni sui mercati esteri in valuta straniera. E’rischioso e da usare solo in emergenza. Abbiamo 230 miliardi in cassa con cui avviare operazioni di questo genere. Al momento questi investimenti sono a zero. La Banca di Roma ha 50 miliardi di euro investiti in titoli di stato stranieri ed è tutta la nostra attività finanziaria.

    E la cassa dove sta?

    Su un conto alla Banca di Roma.

    Quindi ci pensa la banca ad investire i nostri soldi.

    Ahem...si ma possiamo farlo anche noi, tramite la banca.

    Cazzo dici? Gli stessi soldi li investiamo due volte?

    Non conosci il meccanismo della riserva frazionale?

    No.

    Noi abbiamo 227 miliardi sul conto, e la banca ne ha già investiti una parte, ma noi abbiamo sempre 227 miliardi sul conto.

    Ma sei scemo? La differenza è moneta che non esiste!

    E credi che non lo sappia? E’ dal 1844 che le cose con le banche funzionano così ufficialmente e legalmente. Prima le banche lo facevano solo di nascosto.

    E quindi?

    E quindi se fosse per me, io sto meccanismo lo abolirei, visto che è la probabile causa economica di tutte le crisi finanziarie della storia, ed infatti ho dato disposizioni ferree alla Banca di Roma di mantenere sempre un elevato livello di liquidità di riserva rispetto ai depositi ricevuti.

    Le conseguenze?

    La nostra banca non compete in redditività con le altre, ma almeno è solida come una roccia.

    Ed è per questo che ha fatto un miliardo di euro di perdite al mese?

    Anche, ma non solo. L’altro motivo è la scarsità di clienti commerciali. Le imprese straniere che si finanziavano da noi si sono volatilizzate come nebbia al sole.

    Sti cazzi !

    Gianni, dobbiamo avere pazienza; lentamente ma costantemente l’economia crescerà. Togliamo il peso dello stato da tutto e le cose dovranno cambiare.

    Ah...un’altra cosa: i cravattari internazionali non ci appoggiano perché hanno paura che non pagheremo il debito dello stato italiano. Si cagano addosso e sono pronti a tutto pur di rientrare.

    Quindi?

    Consiglio di cominciare a pensare di restituire quote di capitale, giusto per dare un segnale.

    E ce la facciamo?

    dovremo stringere la cinghia anche sul piano del mantenimento delle nostre operazioni militari.

    Adesso non possiamo. Dobbiamo rimandare.

    OK

    Il sole cominciava ad alzarsi sulle ampie vetrate del Lingotto.
     
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  8. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sempre 5 agosto 2018

    Dall’iniziativa di un professore di economia dell’università Bocconi, nasce il 6 giugno 2018 la 186^ brigata dei volontari anarco capitalisti, seguaci di una corrente economica di scuola Hayekiana che prescrive la totale eliminazione del settore pubblico dall’economia, inclusi difesa, giustizia ed ordine pubblico. L’alleanza per il rinnovamento, a corto di forze terrestri su tutti i fronti non guarda troppo per il sottile ed inquadra nei suoi ranghi pure questa formazione, tenuto anche conto del fatto che l’alleanza, dal punto di vista delle dottrine eonomiche tutto è meno che socialdemocratica.Per di più il piano d'azione del "professore" piace a Grazino che ha deciso di condurre un esperimento pilota.

    L’ottantina di volontari reclutati dal professor Tommaso Chisoni tra i suoi studenti, conoscenti e gente comune che ha aderito al progetto, e che pomposamente si definiscono “brigata anarco capitalista” vengono armati e molto sommariamete addestrati dal personale della 3^ brigata logistica dell’alleanza di stanza a Torino. I volontari provengono dal Piemonte e dalla Lombardia. Loro motto; guerra senza quartiere ai pazzi di Roma ed instaurazione di uno stato creato dal popolo per il popolo, senza istituzioni di mezzo. Il professor Chisoni inquadra tutti in una forza di combattenti e di attivisti politici. La brigata viene trasportata via camion dalla 3^ logistica nalla zona di Varese. Da qui si imbarca lungo le stradine di montagna che portano allo Stelvio. La brigata logistica li scarica a Nord di Trento dove poi la 186^ cala a piedi. L’equipaggiamento per l'autodifesa è sommario; Pistole, fucili da caccia, qualche AR-70 scarto di magazzino e qualche bomba a mano. La 186^ è la seconda unità combattente non inquadrata ufficialmente nelle forze dell’alleanza. Il personale politico non porta armi ed è in abiti civili. Questi sono una tentina di elementi. Il resto sono combattenti che portano le armi apertamente e vestono uniformi militari raccattate qua e là tra gli avanzi dell’EI o comprate privatamente. L’attività della brigata è quella di offrire servizi alla popolazione civile, a prezzi variabili a seconda del livello percepito di reddito degli utilizzatori. Tra i membri non combattenti, accuratametne scelti da Chisoni, figurano psicologi, medici, consulenti finanziari, esperti in vari rami del diritto. Pochi di questi hanno l’ufficiale licenza dello stato di praticare il loro mestiere, ma tutti sono stati scelti accuratamente per le loro abilità e per i loro meriti. Inoltre, come spesso dice il professore, se queste abilità e meriti non li hanno, ce ne si accorge presto. La parte più cospicua della forza è dedicata alla difesa del personale specializzato in ruoli civili e garantisce la sicurezza nella sua area di intervento; anche questo servizio è a pagamento ed è studiato per competere con quello offerto dalle forze dell’ordine. Ad un giornalista idiota che ha chiesto a Chisoni che differenza c’è tra la sua brigata ed una brigata di mafiosi, il professore ha risposto seccamente: i nostri servizi si pagano solo se si vuole usufruirne, a differenza di quelli dello stato o quelli della mafia.

    La brigata che ha operato in Piemonte per un mese, prima di mettere insieme la sua componente combattente, ha un bilancio, da cui risultano tutti i valori offerti e tutti quelli ricevuti. La brigata modula i pagamenti come detto sopra e si serve anche del baratto, sia in beni che in servizi per dare l’accesso e la dignità anche a chi è a corto di moneta. Emblematico il caso di un Senegalese nei dintorni di Novara, che ha trasportato l’attrezzatura medica della brigata, due valigie piene di roba, per una settimana per pagare una visita medica alla figlia di otto anni.

    Sforunatamente per Chisoni, la 186^ che ha operato in clandestinità a Trento per quattro giorni, risolvendo anche un paio di dispute legali tra vicini di casa al costo di 150 euro per i litiganti, è stata cacciata dalla città da un battaglione del genio governativo, che ricevuta notizia di armati in città dalla locale stazione dei carabinieri è intervenuta per “ripristinare la legalità". Breve conflitto a fuoco e rapida ritirata dei volontari per limitare il pericolo per la popolazione civile. Chisoni ed i suoi, ben attrezzati per la vita all’aperto, si sono ritirati tra le montagne a nord del lago di garda, pronti a tornare in azione, quando il nemico toglierà il presidio alla città.
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    Ultima modifica: 16 Febbraio 2018
  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Sempre 5 agosto 2018

    I governativi provano a far sfilare un ultimo convoglio da Livorno, fuori dal Mediterraneo, con la scorta assai sommaria della corvetta Minerva e del pattugliatore Foscari. La scorta si unisce alla carovana di mercantili ben a sud della Sardegna, ed il convoglio prova a trafilare al limite delle acque territoriali tunisine ed algerine. Tanto per cambiare, il rumore da segheria delle navi civili a 10 nodi viene tosto rilevato dagli operatori sonar del vecchio Todaro, acquattato in silenzio a sud delle Baleari. Viene svegliato il Capitano Fiore, che dopo una colossale abbuffata per il suo compleanno, con tanto di regali e torta, si trova ad affrontare un’ennesima missione d'attacco. Rapidamente l’ufficiale di rotta calcola un vettore a 190 gradi per portarsi sul fianco della carovana governativa, ed arrivato a tiro, il Todaro fa carne di porco. Il sottomarino lancia nel giro di un quarto d’ora di caccia i suoi ultimi cinque siluri e spezza le reni a due petroliere e due navi da carico. Perdite dolorosissime per i governativi. Il Foscari si gioca il tutto per tutto e lancia l’elicottero per cercare di individuare la posizione del sottomarino. Il Minerva, quasi totalmente inutile per le operazioni antisom contro una piattaforma come il Todaro, dà soccorso ai naufraghi delle navi affondate. E buona ventura del Foscari che il capitano Fiore abbia finito i pesci altrimenti sarebbe probabilmente stato affondato pure lui. Per ironia della sorte, l’elicottero del pattugliatore governativo riesce pure ad avere un debole contatto sul Todaro in rotta di allontanamento verso la costa africana e gli sgancia tutti e due i Mark-46 in dotazione, ma senza esito. Sul sottomarino si vive qualche minuto di panico per i siluri in acqua, ma si nota subito che rimangono sulla loro rotta circolare di acquisizione senza mai avere un lock on vero e proprio sulla nave. Il Todaro, satollo di vittorie, la fa franca ancora una volta, ed il comandante Fiore viene nominato eroe dell’Unione Sovietica dal suo equipaggio, che conosce le sue simpatie per il partito democratico.

    A nord, in val padana nulla si muove, a parte quello che abbiamo detto nell'ultimo post, mentre a sud le cose non si mettono benissimo per l’alleanza: il comandante della brigata Pinerolo chiede che la sua unità venga temporaneamente ritirata dal fronte di investimento della piazza di Napoli per riordinarsi, cosa alla quale il Generale Manfredini, comandante sud dell’alleanza acconsente. In conseguenza di questo movimento, la brigata Sassari ed il reggimento S.Marco devono allungare il loro fronte, e l’Aosta viene a trovarsi in posizione precaria a nord dello schieramento alleato. Di questa manovra, approfitta immediatamente il corpo d’armata governativo, che rinforza la 24^ brigata meccanizzata a Montecassino con la brgata di volontari “Gaeta” e con il battaglione mobile dei carabinieri “Venezia”, proveniente da nord minacciando di aggiramento l’Aosta con la forte brigata meccanizzata Granatieri di Sardegna affluita da Roma ed appoggiata dal battaglione fanatici “Latina” formato dalla peggio feccia dele tifoserie calcistiche laziali. A questo punto l’Aosta, che di rimanere accerchiata non ci pensa nemmeno, si ritira dal fronte del Volturno senza nemmeno chiedere l'autorizzazione a Manfredini, che si incazza come una iena, allo scopo costituire a nord del S.Marco un fronte difendibile a ovest di Campobasso. Ora, se solo i governativi avessero i rifornimenti necessari per un’offensiva prolungata, penso che l’alleanza a sud avrebbe i giorni contati, visto che i governrativi hanno messo insieme una bella superiorità numerica su questo fronte e l’alleanza è stata fino adesso restia ad impiegare i sui Tornado per suonare i governativi come zampogne, specialmente nei pressi di zone densamente popolate.

    Altra novità preoccupante per l’alleanza è che il governo spagnolo ha mosso una protesta formale a Torino per via degli sconfinamenti del Todaro nelle acque territoriali delle Baleari ed ha minacciato l’intervento delle sue forze aeronavali per presidiare la zona. L’alleanza deve stare attentissima a non fare incazzare nessun governo straniero, dato che è mia impressione che la NATO stia tramando manovre brutte nei confronti di Grazino. E’ opinione degli analisti più accreditati che finora non sia successo ancora nulla perché per il momento i governativi tengono, ma la moria di navi mercantili governative nel bel mezzo del “civilissimo” Mediterraneo non va a genio alla comunità internazionale. Oltre alla messa in allerta delle forze aeronavali greche, adesso anche i governi spagnolo e francese, hanno fatto appello alla comunità internazionale per garantire la sicurezza della navigazione nelle acque del Mediterraneo, minacciate dalle forze illegittime (leggasi pirate) dei “terroristi populisti” italiani.
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  10. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    10 agosto 2018

    Si entra nel pieno dell’estate e le operazioni militari e non solo quelle si surriscaldano all’alzarsi della temperatura.

    Il governo Grazino annuncia una semi-privatizzazione del servizio sanitario. Il sistema, nei territori controllati dall’alleanza, viene trasformato in una società per azioni per il momento di proprietà dello stato, ma da vendere gradatamente alle persone fisiche e giuridiche che vogliano assumerne proprietà e controllo. Il finanziamento dello stato viene interrotto, ed i dirigenti delle singole province si trovano alla guida della loro azienda, come amministratori delegati, responsabili del bilancio e con il posto di lavoro sempre a rischio. Ogni provincia si troverà in diretta competizione con le altre. Sistema un po’ brutale, ma occorre sfoltire l’inefficienza ed alleggerire le casse dello stato di una spesa terrificante.

    La misura fa scattare il terror panico tra la popolazione, ma il governo annuncia che sarà liberalizzata totalmente la contrattazione dei prezzi delle prestazioni sanitare, in maniera da ingenerare il più possibile di concorrenza e la minizzazione dei prezzi stessi.

    Sul piano militare, è grande festa a Cagliari per l’entrata in porto del Todaro che ritorna dalla sua lunghissima e fruttuosa crociera (6 mercantili affondati e 2 navi da guerra gravemente danneggiate). Il De La Penne ed il Doria si riuniscono nel Mediterraneo a riformare l’8^ divisione incrociatori. In più intercettano sulla via del ritorno due navi da guerra governative, il pattugliatore Foscari e la corvetta Minerva, e le affondano entrambe a colpi di Otomat, prima che queste possano individuare gli attaccanti; ennesima tragedia per la marina governativa, oramai ridotta a poca cosa.

    I governativi si rifanno parzialmente al sud, dove risecono ad organizzare un’operazione di semiaccerchiamento delle forze assedianti la capitale partenopea: tramite un concentramento di forze ben preparato a sud ovest delle pianure del foggiano, la brigata meccanizzata Granatieri di Sardegna, coadiuvata dal battaglione di volontari Latina, sferrano un attacco in direzione sud ai danni del reggimento antiaereo Pescara, il quale davanti all’impeto della fanteria pesante governativa, che viene avanti con i suoi mezzi meccanizzati e favorita del locale territorio pianeggiante, è costretto a cedere terreno, riuscendo ad arrestare il nemico solo in corrispondenza dell’autostrada Napoli – Potenza. La situazione per l’alleanza si fa di colpo critica, dal momento che se i governativi dovessero riuscire a tagliare quest’arteria, di colpo la brigata Sassari ed il Reggimento della marina S.Marco, ancora impegnati nell’investimento parziale di Napoli, sarebbero accerchiati e probabilmente annientati.

    Questo stato di cose sul fronte campano è stato determinato dalla decisione del genereale Manfredini comandante del corpo d’armata sud dell’alleanza che dal momento che l’attacco su Napoli non stava portando a nulla di costruttivo, aveva optato per lo sganciamento delle brigate Aosta e Pinerolo per un attacco al gruppo di intervento speciale dei carabinieri, che aveva stabilito un posto di osservazione dei dintorni di Foggia e minacciava lo schieramento alleato alle spalle. Le due brigate si lanciavano quindi in un rastrellamento nelle pianure foggiane e garganiche abbandonando l’investimento della piazza. L’immediata conseguenza di ciò era costituita dalla maggior libertà di manovra goduta dalle forze governative che brevi tempis organizzavano la controffensiva nei confronti della cinta alleata, rischiando di trasformarla da strumento assediante a strumento assediato. Per di più l’attacco a GIS, nonostante l’entità delle forze impiegate non riusciva, in quanto il reparto, pur dovendo rinunciare alle sue operazioni, condusse un’ordinata ritirata sul Gargano, e venne poi esfiltrato dal reggiimento elicotteri per operazioni speciali Aldebaran, che pasando sotto il naso dei radar di ricerca di Amendola e quelli dello stesso reggimento antiaereo Pescara, riusciva a portare al sicuro il GIS fino a Ciampino. Adesso basta una rapida occhiata alla carta della situazione per vedere che la brigata Sassari ed il reggimento S.Marco sono in posizine critica.

    A nord poche novità. La 186^ brigata Chisoni, cacciata da Trento, si è semplicemente spostata a Bolzano, dove a ricominciato le sue attività di propaganda politica a favore dell’alleanza. Negli ambienti militari ben informati dell’aalleanza si vocifera anche che i reparti speciali della polizia di Torino siano in azione in Toscana per destabilizzare le fonti di rifornimento govenrative attravaerso imposcata ai convogli in transito da Venezia e da Pisa, nonostante la presenza in zona sia della brigata Folgore, che si è portata in turno di riposo a Firenze e del battaglione Tuscania, anch’esso di pattuglia antiguerriglia nella zona della vecchia linea gotica.

    Rimanete sintonizzati su radio Italia libera per i prossimi avvenimenti.
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  11. Iscandar

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    Ma si è rotta la radio?
     
  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    iscandar. Ho avuto un problema con le mappe di questa simulazione artigianale.
    Dopo aver concluso l'epica campagna d'Africa sul thread The Operational Art of War, comincia una nuova campagna qui su giochi da tavolo.
     
  13. Willy il Peyote

    Willy il Peyote

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