Garantiscono 3 milioni di posti di lavoro. E se sbarcano nella provincia ribelle il mondo rimane senza ram, SSD e memorie flash
Nel contesto che si sta sviluppando, non da ora, nel Mar cinese meridionale tutto fa brodo, non solo nell'ambito prettamente militare, ma anche in quello geopolitico. Dopo la creazione di isole ora la Cina mostra sempre più la bandiera, dimostrando una politica di non ritorno. Del resto non si inventa dall'oggi al domani un'aviazione navale ed un'adeguata componente navale. La dirigenza cinese evidentemente vuol porre un punto fermo nel suo sviluppo militare, perché non si sa mai e non vuole arrivare a costruire la sua "Aquila" fuori tempo massimo. I soldi ci sono, le capacità se non ci sono ancora al 100% avranno la loro occasione di formarsi proprio con questo programma.
Si la domanda che mi pongo è se abbia dal loro punto di vista senso cercare di confrontare gli USA in un campo dove gli USA detengono tale superiorità evidente e tradizionale. Personalmente credo che sia più una manovra diretta verso gli USA stessi che altro. Un voler chiarificare che, se vogliono, i cinesi le CV le possono costruire e schierare. Gli USA li prenderanno sul serio? Dubito assai ma chi lo sa
Sono obbligati ad imbastire una flotta del genere, serve per tutelare i loro interessi in Africa, e per ridimensionare gli indiani, ricordiamoci che in quella zona c'è più di metà della popolazione mondiale. Se dovessero rimanere senza da mangiare son casini.
Io penso le portaerei siano più per fare "diplomazia delle cannoniere" nel loro estero vicino e non per confrontarsi con gli USA Ti do ragione sulla seconda parte ma imho il messaggio è più: "grazie ma dalle nostre parti il poliziotto vogliamo farlo noi."
Non dimentichiamoci che i cinesi sono appunto....cinesi. Gente abituata a ragionare su periodi temporali per noi difficili a comprendersi. Vogliono tenersi tutte le porte aperte, anche per quando l'attuale dirigenza sarà già da tempo passata a miglior vita. Poi tutto è vero, c'è l'India, l''Africa, ci sono gli Stati che si affacciano sul Mar cinese meridionale, ci sono gli USA, la politica delle cannoniere e il voler essere il poliziotto del continente, ma alla lunga penso che la dirigenza cinese pensi ancor più in grande degli scenari contingenti o di medio termine e abbia una visione che vada al di là dei nostri orizzonti temporali e questi siano solo i primi passi, logici, di una, è il caso di dirlo "Lunga Marcia"
Ho appena visto questo libro, magari me lo compro per Natale Da oggi è in libreria «Destinati alla guerra. Possono l'America e la Cina sfuggire alla trappola di Tucidide?» di Graham Allison, professore emerito di Harvard, tradotto dall'inglese da Michele Zurlo. Qual è la soglia oltre la quale un conflitto diventa inevitabile? Nello scenario politico-economico contemporaneo, Cina e Stati Uniti sembrano proiettati verso una guerra che nessuno dei due vuole. Il motivo è la trappola di Tucidide: quando una potenza emergente minaccia di spodestare quella dominante, il risultato più plausibile è la guerra. Questa è la dinamica che scandisce da sempre la storia. A proposito della guerra del Peloponneso, che devastò l’antica Grecia, lo storico Tucidide spiegò che furono l’ascesa di Atene e la paura che la sua scalata instillò in Sparta a rendere la guerra inevitabile. Da cinquecento anni a questa parte tali condizioni si sono ripresentate sedici volte. E in dodici casi hanno portato a una conclusione violenta. Nel diciassettesimo caso, l’irresistibile avanzata della Cina rischia di entrare in collisione con un’America inamovibile. Sia Xi Jinping che Donald Trump promettono di “far tornare grandi” i loro paesi. Ma a meno che la Cina non sia disposta a moderare le proprie ambizioni, o Washington non accetti di condividere il primato nel Pacifico, una guerra commerciale, un cyber-attacco o un incidente in mare potrebbero essere la scintilla che farà esplodere un altro grande conflitto. In “Destinati alla guerra”, Graham Allison indaga le diverse sfaccettature della contesa tra Stati Uniti e Cina attraverso la lente della trappola di Tucidide. Allison mostra come in passato una prudente e ingegnosa arte di governo sia riuscita a evitare la guerra, e quali dolorosi passi siano oggi necessari per evitare il disastro. Attraverso una magistrale miscela di eventi storici e fatti odierni, il saggio di Allison non mira a predire il futuro, bensì a scongiurarlo. «In “Destinati alla guerra”, Allison dipana una delle sfide più emblematiche della nostra epoca: gestire la relazione critica tra Cina e Stati Uniti». Joe Biden, ex vicepresidente degli Stati Uniti «“Destinati alla guerra” individua una sfida fondamentale per l’ordine mondiale: quale impatto ha una potenza emergente su una dominante. Ho letto questo libro con grande interesse». Henry Kissinger, ex segretario di Stato degli Stati Uniti «Senza dubbio i politici cinesi leggeranno gli avvertimenti di Allison sulla trappola di Tucidide. Vorrei solo essere altrettanto sicuro dei politici americani. In ogni caso ogni cittadino ben informato dovrebbe acquistare una copia di questo libro». Niall Ferguson
I cinesi continuano a modificare l'area della gestione volo. Nell'ultima settimana un altra serie di test.