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Non nevica mai a settembre

Discussione in 'Wargames da tavolo' iniziata da Luigi Varriale, 16 Aprile 2018.

  1. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Notte tra il 17 ed il 18 setttembre 1944 settore di Eindhoven


    Qui si andava definendo la titolarità delle responsabilità difensive, basandola sull'attuale dislocazione delle ancora poche truppe disponibili: il corpo d'armata Chill a ovest del Canale Willems e la 1^ armata paracadutisti ad est dello stesso. L'obiettivo rimaneva quello della distruzione della 101^ divisione aviotrasportata americana ed il blocco della strada principale tra Eindhoven e Nijmegen: per il momento tutto ciò rimaneva un pio desiderio, avendo i Tedeschi un totale di sei battaglioni impegnati contro i nove degli Americani. Oramai era chiaro al ocmando del gruppo di armate B che l'intendimento degli alleati era quello di lanciare il XXX corpo lungo la strada principale, usando i ponti catturati dai paracadutisti, per far penetrare il 21° gruppo d'armate inglese in Germania ed assestare il colpo decisivo alla resistenza tedesca sul fronte occidentale.

    All’alba arrivavano finalmente i comandi delle due grandi unità tedesche: il comando tattico del Generale Chill si installava a St. Michielsgestel, e quello di Student era in corso di trasferimento presso Uden, sulla strada per Nijmegen. Entrambi i generali superiori tempestavano di telefonate il Generale Model perché organizzasse al più presto l’invio di rinforzi nel settore di Eindhoven, altrimenti, chiarivano i due senza mezzi termini, di schiacciare la 101^ non se ne parlava nemmeno. Secondo i rapporti ricevuti da Chill, questa oramai si era installata stabilmente nei principali centri abitati he dominavano il settore, teneva tutt’ora fermamente il ponte di Son ed aveva occupato Veghel, nonostante il ponte stradale fosse stato fatto saltare.

    “E’ assolutamente vitale che lei contenga il nemico a sud d Eindhoven fino a quando non riusciamo a mettere insieme le forze per oporci validamente alla divisione aviotrasportata americana !” strillava per telefono Chill al Generale Student, dimenticandosi che questi gli era formalmente superiore. Student prometteva che avrebbe fatto tutto il possibile.
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    Ultima modifica: 21 Aprile 2018
  2. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Notte tra il 17 ed il 18 settembre, settore sud

    Il settore sud, come era oramai chiamato dai comandi tedeschi, era sotto la responsabilità esclusiva del Generale Student, a differenza del settore Eindhoven, dove doveva coordinarsi con il Generale Chill, il cui corpo per il momento rimaneva sotto il comando di Model. Il problema fondamentale per la 1^ armata paracadutisti era salvare l’ala sinistra. Il Capitano delle SS Friedrich Richter, comandante dell’omonimo kampfgruppe ci spiega che

    dopo lo sfondamento dei corazzati inglesi lungo la strada per Valkenswaard, perdemmo ogni contatto con il gruppo da combattimento Walther, che fu respinto a nord con dure perdite. Noi rimanemmo abbarbicati alla riva nord del Canale Herentals in attesa degli eventi. Venimmo aggregati alla divisione paracadutisti Herdmann. La notte del 18 settmbre, ricevemmo l’ordine di coprire la ritirata del Kampfgruppe Segler, della 9^ Hohenstaufen che ripiegava per non essere accerchiato nella testa di ponte di Neerpelt. Fu solamente dopo, quando entrammo in contatto materiale con questo reparto, che apprendemmo che eravamo tutti accerchiati. L’unica via d’uscita rimaneva Hamont. Il Capitano Segler ci informò che c’erano carri nemici dappertutto e che avremmo dovuto fare estrema attenzione. Speravamo, dopo aver coperto il ripiegamento dei camerati della 9^ di poter venirne fuori. “

    Nel settore centrale, si trattava di ripiegare i resti del battaglione Kerutt e la compagnia di cannoni d’assalto nel miglior ordine possibile verso la periferia sud di Eindhoven. Il Colonnello Erich Walther coordinava i movimenti.

    Al battaglione del Maggiore Kerutt, che era ridotto malissimo dopo aver preso in pieno l’offensiva corazzata degli Inglesi, ordinai di rifugiarsi in un boschetto al di là del fiume Tongelreep; lì speravo che almeno i carri nemici non avrebbero potuto travolgerlo. Ai semoventi della compagnia 559 ordinai di ritirarsi lungo la strada principale, mantenedo l’ordine dei plotoni e tendendo imboscate ai carri nemici dove possibile. Questi miei due reparti intendevo utilizzare per la difesa di Eindhoven per tutto il tempo che mi fosse stato possibile. Il Generale Student mi aveva ordinato di resistere ad oltranza, ma trovai quell’ordine piuttosto stupido date le circostanze. Decisi di eseguirlo col giusto grado di interpretazione.”

    Sulla destra ripiegavano il 6° battaglione penale, colto nello sfruttamento del successo della 231^ brigata inglese e mezzo disfatto, ed il battaglione di paracadutisti Hoffmann che aveva subito più o meno la stessa sorte. Questi due reparti cercavano di ripiegare anche loro verso Eindhoven, che era il luogo di appuntamento di tutte le forze del gruppo Walther in ritirata dal Canale Herentals. Il detenuto numero 117 Lorenzo Urbinati, appartenente al “plotone italiano” del 6° battaglione penale riporta nel suo diario che

    Arrivammo alle quattro di mattina completamente sfatti nella cittadina di Veldhoven. I sottuficiali tedeschi ci ordinarono di fare irruzione nelle case per sfamarci. Non avevamo più di mezz’ora, poi avremmo dovuto riprendere il movimento verso Eindhoven. Nel plotone nostro, che era stato formato con una cinquantina di deportati italiani al lavoro coatto in Germania, si diceva che arrivati ad Eindhoven saremmo stati evacuati ai campi di lavoro. Le altre compagnie di detenuti e scarti tedeschi non erano daccordo. Secondo loro saremmo tutti crepati come topi; ma questi tizi non erano proprio persone ottimiste. Durante la notte faceva già piuttosto freddo, soprattutto per noi che vestivamo ancora le uniformi tedesche tropicali; il battaglione era stato inviato in Olanda dall’Italia solamente qualche giorno prima.”
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  3. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Riepilogo 17 settembre 1944

    Punti vittoria: Alleati 3 Tedeschi 0

    La situazione alla fine del primo giorno di operazioni è più favorevole, a mio modo di vedere, di quanto lo fu per gli alleati nell’opearazione storica. Gli Inglesi tengono fermamente il ponte di Arnhem con il battaglione Frost intatto. Inoltre il resto della 1^ brigata paracadutisti è in grado di appoggiare Frost, occupando la parte nord ovest dell’abitato, cosa che storicamente non riuscì a fare, con la conseguenza che il battaglione Frost si trovò rapidamente isolato. Ciò è dovuto al fatto che i combattimenti contro il battaglione Krafft sono andati molto meglio di come andarono storicamente ed al fatto che un intero battaglione della brigata alianti è stato assegnato in questa ricostruzione della battaglia alle operazioni su Arnhem invece che alla difesa del perimetro delle zone di lancio. Vedremo se questa decisione si ritorcerà contro gli Inglesi nei turni successivi. Adesso che la divisione Tettau riuscirà a riunirsi contro il margine ovest del perimetro della 1^ aviotrasportata, magari le cose volgeranno al peggio per gli Inglesi. Contro di ciò, attendo l’atterraggio della 4^ brigata paracadutisti del Generale Hackett, che arriverà nella mattinata del 18 settembre. Vedremo come utilizzarla.

    Le cose sono andate magnificamente anche a Nijmegen. Il Generale Gavin, contrariamente alla sua controparte storica, si è subito concentrato sull’attacco al ponte stradale, con due battaglioni di fanteria paracadutista, invece che con due compagnie come fece il Gavin storico, eccessivamente preoccupato di un possibile contrattacco immediato dei Tedeschi lungo il Reichswald. Questo è un rischio che si corre davvero anche in questa simulazione, qualora la 406^ divisione Landesshutzen riesca a organizzarsi in breve tempo. Ciò non è avvenuto in questa particolare partita, dove la 406^ sta essendo ancora più lenta di quella storica nell’assembrare le truppe per il contrattacco alle zone di lancio dell’82^, secondo colpo di culo per gli alleati.
    Il fatto che il 508° reggimento PIR abbia preso la campata sud del ponte di Nijmegen mette l’82° in condizioni nettamente migliori di quanto lo fu nella battaglia storica.

    Nel settore di Eindhoven, il ponte di Son è in mani americane. La cosa è controbilanciata dal fatto che i Tedeschi sono riusciti a far saltare quello di Veghel. Anche qui però si è verificata una scelta strategica differente da parte del Generale Taylor, comandante della 101^ divisione aviotrasportata: la sua decisione di non mandare il 506° PIR a sud del canale Wilhelmina incontro all’avanzante XXX corpo; quindi da una parte il XXX non usufruirà dell’appoggio dei paracadutisti americani per la conquista di Eindhoven, ma dall’altra la 101^ è molto più compatta ed unita per assolvere alla sua missione vitale di difendere la strada Eindhoven Uden dagli attacchi del corpo di Chill, e della futura (quando arriverà) 107^ brigata corazzata del Maggiore Freiherr Maltzahn. Anche qui vedremo se le diverse scelte porteranno a diversi risultati.

    A sud, nel settore del XXX corpo, la cose stanno andando più o meno come andarono storicamente, con il XXX corpo che ha ottenuto un primo deciso sfondamento ai danni del Kampfgruppe Walther, che stato spezzato in due esattamente come avvenne. Il Generale O’Connor, ben più cazzuto di piumino da cipria Horrocks, ha manovrato aggressivamente per accerchiare la divisione paracadutisti Herdmann e quello che è riuscito a “prendere in mezzo” del Kampfgruppe Walther; ma non è detto che questi reparti non riescano a svincolarsi dalla morsa. Mi sono poi inventato di sana pianta il “plotone italiano” del battaglione penale 6, perché davvero questo battaglione proveniva dall’Italia. Lo userò per dare un piccolo tocco nostrano anche a questa battaglia, combattuta da stranieri in territorio straniero.

    Infine, visto che siamo solo ai primi tre dei venti turni previsti ed il forum è totalmente muto su questo AAR, vi chiedo se esso è di vostro interesse. Fatemi sapere se volete vedere la continuazione dell’operazione Market Garden o se ho sbagliato battaglia o stile di narrazione.

    Allego carta generale della situazione
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    Ultima modifica: 22 Aprile 2018
  4. PaperoNero

    PaperoNero

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    Ciao, seguo con immenso piacere e curiosita’ il tuo AAR.
    Sono un vecchio giocatore di war-game da tavolo che non riesce piu’ a trovare il tempo
    per giocare per cui mi accontento, almeno per ora, di leggere quello che riesco a trovare.
    Ho seguito tutti i tuoi magnifici AAR, veramente coinvolgenti, spettacolari oseri dire!
    Continua ti prego ....
    Con riconoscenza
    Giacomo
     
  5. PPCT

    PPCT

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    Silenziosamente seguo anch'io
     
  6. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    PaperoNero e PPCT grazie per l'incoraggiamento.
     
  7. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    18 settembre 1944 mattina

    Tempo atmosferico magnifico in questa mattinata del 18; niente vento, cielo sereno, temperatura mite. Le previsioni danno un addesnsamento nuvoloso nel pomeriggio, ragion per cui gli alleati si affrettano a lanciare i loro rinforzi aviotrasportati...adesso !

    “Ci stavamo predisponendo per la ricognizione all’interno dei boschi ad est di Ede, quando avvertimmo un lento, costante ed assordante rombo di motori. Alcuni dei soldati cominciarono ad indicare in alto con le braccia. Centinaia di aerei apparvero sopra la nostra testa coprendo il cielo completamente. Il nemico non aveva evidentemente ancora finito di lanciare paracadutisti”. Capitano Paul Anton Helle, battaglione SS Olandesi.

    Era la 4^ brigata paracadutisti del Generale John Hackett che faceva il suo ingresso sul, o meglio sopra, al campo di battaglia. Il lancio andava magnificamente. Tutti i battaglioni atterravano senza intoppi nella zona di lancio di circa quattro chilometri per due. Ad Est, nell’abitato di Arnhem, la 1^ brigata paracadutisti del Generale Lathbury si consolidava nel possesso del ponte, affiancando al 2° battaglione paracadutisti di Frost, anche il 3° del tenente Colonnello John Fitch. Adesso quasi millecinquecento agguerriti diavoli rossi inglesi tenevano gli edifici intorno alla campata nord del ponte; sloggiarli sarebbe stato un affare lungo e sanguinoso. Nella zona della stazione, il 1° primo battaglione paracadutisti, riceveva il rinforzo di due compagnie del 2° aliantisti Soundern Borderers, il che rendeva anche quel quartiere una fortezza assai dura da conquistare. Altre due compagnie del Borderers si insediavano alla periferia nord ovest dell’abitato. Della brigata nuova arrivata del Generale Hackett, il 156° battaglione paracadutisti prendeva posizione nei boschi a nord ovest di Arnhem allo scopo di intercettare qualunque forza tedesca proveniente da nord, mentre il’10° e l’11° battaglione paracadutisti si installavano a Wolfheze come riserva divisionale accanto al comando tattico del generale Urquhart.

    Nel settore di Nijmegen, il Generale Gavin aveva un problema ed un dilemma. Il problema era che la presenza di alcuni reparti tedeschi non identificati nella foresta di Groesbeek attaccavano e distruggevano sistematicamente i veicoli dei rifornimenti che dalla base divisionale andavano al 504° PIR. Il dilemma era tra proseguire l’attacco del 508° PIR oltre il ponte di Nijmegen, al villaggio di Lent o completare il rastrellamanto della città. Dopo meditazione prolungata il comandante dell’82^ decideva per questa seconda soluzione, in maniera da eliminare qualunqe possibile pericolo alle spalle del 508° reggimento, qualora questo fosse avanzato a nord nel Betuwe (il territorio compreso tra Nijmegen ed Arnhem).

    I battaglioni del 504° PIR dovevano quindi provvedere a ripulire il terreno tra Groesbeek e Nijmegen dove erano ancora presenti reparti nemici, ragion per cui il 1° ed il 3° battaglione abbandovano temporaneamente le operazioni offesnsive verso Mook, e piegavano a sinistra per inoltrarsi nella foresta. A nord invece, il 2° battaglione organizzava un attacco attraverso il Canale Maas Waal all’altezza del ponte distrutto di St. Anna. Infine il 508° PIR, che aveva per l’occasione riavuto il suo 3° battaglione, a cui vista l’assenza di reazione tedesca, era stato ordinato di abbandonare la guardia delle zone di lancio e di riunirsi con il suo reggimento, si incaricava di rastrellare il resto della città di Nijmegen, prima di pensare a qualunque avanzata al di là del Waal.

    La 101^ aviotrasportata era l’altra divisione che oltre alla 1^ aviotrasportata inglese era stata destinata a ricevere rinforzi quella mattina: due interi battaglioni di fanteria ed uno di artiglieria leggera trasportati su alianti si presentavano puntuali sulla zona di lancio tra Best e Son. Se non fosse che l’atterraggio si risolse in un mezzo disastro, con parecchi alianti distrutti, totale disorganizzazione di quasi tutti i nuovi arrivi e pure perdite significative, si sarebbe potuto dire che per la 101^ era stata una tranquilla mattinata di settembre. Per grazia di Dio gli atterraggi avvenivano in un ambiente da gita di pasquetta, nel senso che le zone di lancio erano talmente sicure e presidiate dai reparti della prima ondata, che lo schifo di atterraggio della seconda ondata avrebbe avuto tutto il tempo per riorganizzare le cose ed evitare danni peggiori. Nonostante il dilettantismo dimostrato dai piloti degli alianti americani, dilettantismo che peraltro si perpetuava già dalle operazioni in sicilia di più di un anno prima, ripetendosi puntualmente ad ogni maggiore operazione aviotrasportata alleata, parte delle truppe appena giunte, vale a dire il 327° reggimento alianti, vennero avviate verso St. Oedenrode a costituire la riserva divisionale: infatti, nonostante il generale Taylor avesse fatto il massimo possibile per tenere la divisione compatta, le esigenze operative, gli avevano eroso tutta la riserva. Il 3° battaglione 501° PIR era stato avviato a Veghel, visto che il battaglione che presidiava la città precedentemente aveva ricevuto l’ordine di operare una ricognizione in forze su Uden. Il 1/501 PIR investiva la città senza fermarsi a preparare l’attacco, contando di non trovare nessuno ed invece trovava una compagnia deposito ed addestramento della divisione Hermann Goering.

    “Fummo sorpresi dall’improvviso incontro con il nemico , ma il nemico fu ancora più sorpreso. Si trattava di una banda di ragazzini imberbi che si stavano addestrando alla guerra in una piazza. Non più di un centinaio di persone. Belli allineati com’erano fu una specie di assassinio sparargli contro. Erano comunque soldati nemici armati e quindi agimmo di conseguenza. A difesa del loro onore, devo dire che pochissimi si arresero. La maggior parte riuscirono, dopo essersi ripresi dallo spavento a ritirarsi combattendo tra le case, fino a quando non ottennero di rompere il contatto a nord della cittadina”.

    Colonnello Howard R. Johnson, 501° reggimento fanteria paracadutista.

    A sud di Eindhoven, nel settore dell’operazione Garden, la massima fretta al culo era messa ai reparti del XXX corpo; non c’era un minuto da perdere. Sfruttando un marchiano errore del comandante della 559 compagnia semoventi, che aveva lasciato i propri mezzi allo scoperto a sud dell’abitato, la 5^ brigata corazzata della divisione delle guardie li distruggeva uno dopo l’altro, eliminando così qualunqe residua difesa prima della città che sarebbe quindi stata raggiunta probabilmente nello stesso giorno. Sul fianco sinistro, la 50^ divisione di fanteria del XII corpo avanzava anch’essa alla massima velocità possibile, con la 231^ brigata in testa spiegata a ventaglio su ampia fronte, per coprire la sinistra appunto del XXX corpo. La resistenza si rivelava inesistente, dato che i tedeschi erano in totale ritirata. Sul fianco destro, si trattava per l’VIII corpo di riuscire ad ingabbiare tutti i tedeschi che non erano stati lesti abbastanza nell’alzare i tacchi; così la fanteria dell’11^ divisione corazzata cominciava ad attraversare il Canale Herentals, così come la 3^ divisione di fanteria. Unica speranza per i Tedeschi di salvare la girba era la mancanza di collaborazione tattica tra XXX ed VIII corpo. Infatti sia la 32^ brigata delle guardie, che il battaglione corazzato guardie gallesi si rifiutavano di abbandonare la zona di competenza del XXX per compiere un vasto movimento aggirante delle forze tedesche rimaste a sud del Canale di Eindhoven; tipica stronzaggine britannica. Nonostante la mancanza di flessibilità di comandi minori inglesi, c’erano un paio di reparti di SS che forse l’VIII corpo sarebbe riuscito ad intrappolare senza l’aiuto di nessuno. Per finire, il XII corpo aveva cominciato la riparazione del ponte di Lommel ad ovest della ex testa di ponte di Neerpelt. Si prevedeva in un prossimo futuro di fare lo stesso con i ponti sul lato est.
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    Il 2/508 abbandonava la campata sud del ponte di Nijmegen per ripulire gli isolati che si affacciavano sul ponte ferroviario. Non avevano fatto cinquecento metri che cadevano sotto il fuoco di armi leggere automatiche.

    “Incontrammo forte resistenza ad ovest del ponte stradale, avanzando lungo gli argini del fiume. Dovemmo aprirci la strada con bombe a mano e mitra. Il cmbattimento fu molto ravvicinato, avemmo molte perdite ma riuscimmo a distruggere il nemico.

    Comadante di plotone 508° reggimento fanteria paracadutista.

    Il 3° battaglione attaccò anche verso ovest partendo dal sobborgo meridionale di Hengstdal. Quivi si scontrò contro fanteria nemica che a giudicare da un paio di prigionieri era una sezione del genio ferrovieri. Nonostante non si trattasse proprio di truppe di prima linea, queste riuscirono a bloccare la progressione di un intero battaglione di paracadutisti; rischiavano però di essere accerchiate dal 2° battaglione, o meglio da quello che ne rimaneva, che stava avanzando a nord. Nel frattempo il 504°PIR liberava la foresta di Groeseek dalla presenza di una compagnia nemica di presidio e di una batteria di cannoni da 88 dai ruderi del ponte di St.Anna, stabilendo un contatto con il 508°e risolvendo così i problemi di rifornimento.

    A sud, il 2° battaglione Coldstream Guards corazzato pentrava nei sobborghi sud di Eindhoven, dopo avere spazzato via la compagnia semoventi tedesca di cui abbiamo parlato precedentemente, trovava colà un plotone di ragazzini in addestramento che si cagavano addosso alla vista degli Sherman, e anche se l’avessero mantenuta nei pantaloni, non avrebbero avuto armi con cui opporsi ai carri; di conseguenza si arrendevano in massa e venivano spediti nelle retrovie del XXX, pannolini compresi. Sul Canale di Herentals, fianco destro, un gruppo tattico misto della 3^ di fanteria e della 159^ brigata fanteria dell’11^ corazzata, davano l’assalto ad un coriaceo battaglione di paracadutisti di Erdmann e lo respingevano di quattro chilometri provocandogli sanguinose perdite. Con ciò occupavano Hamont e completavano virtualmente l’accerchiamento del resto del grupo Walther; due battaglioni Panzer Grenadieren ed un secondo battaglione di paracadutisti di Herdman si ritrovarono così insaccai di brutto.

    “Sentimmo chiari i rumori del combattimento alla nostra sinistra. Provenivano dalle posizioni tenute dal 2° battaglione. Mandammo in ricognizione una squadra verso Hamont: questa ritornò indietro poco dopo col peperoncino alle terga, riferendo che la fanteria inglese aveva occupato la cittadina. Dove prima c’era il 2° battaglione trovarono solo un grande vuoto; eravamo accerchiati.”

    Ufficiale paracadutista, 1° battaglione divisione Herdmann.
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    Ultima modifica: 22 Aprile 2018
  8. Prostetnico

    Prostetnico

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    Posso dare un piccolo suggerimento? Se possibile prova a mettere qualche mappa d'insieme, per chi non conosce nei dettagli l'operazione può non essere semplice seguire l'evolversi degli eventi.
     
  9. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Grazie del consiglio Prostenico; è quello che ho fatto al termine del primo giorno. Ho dovuto comunque dividerla in due perché non mi ci sta tutta nel monitor. Una mappa generale seguirà alla fine di ogni turno.
     
    Ultima modifica: 22 Aprile 2018
  10. Schwerpunkt

    Schwerpunkt

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    Ben fatto! Leggo l'AAR con passione, dinamico e incalzante, inoltre il gioco è uno degli ultimi ottimi boardwargame prodotti dal Designer: Mark Simonitch. Grazie Luigi!
     
  11. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Schwerpunkt,
    l'obiettivo rimane quello di darvi una piacevole lettura, qualunque sia l'evento di cui si sta scrivendo. Grazie del tuo apprezzamento.
     
  12. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    18 Settembre 1944 mattina

    Il Kampfgruppe Hohenstufen ed il Kampfgruppe Tettau dovevano rapidamente organizzarsi per dare corso all’ordine di Model, passato pari pari a Bittrich e allo Stesso Generale Hans Von Tettau, di annientare la 1^ divisione aviotrasportata inglese. Il problema però era quello comune a tutti i settori: truppe sufficienti ancora non cen’erano. Ad est la 9^ Hohenstaufen riceveva una compagnia del 19° reggmento panzergrenadiere, ma senza nemmeno un mezzo cingolato né armamento pesante, tutti ceduti come abbiamo visto alla 10^ Frundsberg. In più veniva aggregato alla divisione un Kampfgruppe della Whermacht affidato al Maggiore Hans Peter Knaust, ufficiale delle SS eroe del fronte orientale, dove ci aveva anche lasciato una gamba. Camminava con una protesi di legno ed gli uomini a lui assegnati lo avrebbero conosciuto presto per quella rude pellaccia che era. Il reparto che gli avevano affidato, aveva la consistenza di un battaglione di fanteria, con una dotazione completa di armi d’accompagnamento, ma senza esperienza di combattimento alcuna; ne avrebbero accumulata presto. Queste due unità vennero inviate entrambe nel settore nord, dove vennero lanciate all’attacco del 2° reggimento South Staffordshire, che presidiava appunto i sobborghi nord ovest della città di Arnhem. Il comando del Colonnello Harzer si era già reso conto di come attaccare direttamente il ponte di Arnhem con le forze a disposizione sarebbe stato suicida. Si predisponevano dunque ad attaccare quello che si riteneva essere il punto debole della linea inglese, con l’idea di cadere su Oosterbeek da nord est, magari tagliando fuori la 1^ brigata paracadutisti nell’abitato vero e proprio. L’attacco del Kampfgruppe Knaust e del 19^ “reggimento” SS doveva coordinarsi ad est con l’appoggio del Kampfgruppe Spindler, che doveva inscenare una finta per attirare il più possibile l’attenzione del nemico ad est invece che a nord. Ad ovest il Generale Von Tettau era riuscito a costituire un decente gruppo d’attacco utilizzando alcuni dei suoi spaiati battaglioni per un attacco nel settore del Border Glider Regiment: uno dei battaglioni della scuola sottuficiali SS del Colonnello Lippert, in collaborazione con il 2° battaglione da fortezza, ed il gruppo delle SS olandesi del capitano Helle, erano incaricati di prendere d’assalto la zona di lancio Y vincendo la resistenza del battaglione alianti britannico. Non era un gran che, ma era un inizio per cominciare a scuotere gli Inglesi.

    Presso il traghetto di Pannerden, si lavorava a pieno ritmo per far passare il più velocemente possibile i reparti della 10^ corazzata SS, Kampfgruppe Harmel. Il compito del gruppo tattico della 10^ rimaneva sempre quello di assiurare il possesso del ponte di Nijmegen, che adesso era in mano alle forze tedesche solamente per metà. Di gran carriera arrivava a difendere il villaggio di Lent il battaglione panzer grenadieren Euling, che era più vicino all’organico di una compagnia che a quello di un battaglione. Si stava traghettando, cmpatibilmente con i possibili volumi di carico, anche il kampfgruppe Brinkmann, anch’esso cosituito da panzer grenadieren completamente equipaggiati. Queste, insieme ad alcuni battaglioni di paracadutisti veterani della 1^ armata, erano le migliori truppe di cui i Tedeschi potessero disporre; andavano attivate al più presto. In coda al traghetto, dopo il Capitano Brinkmann, aspettava il suo turno per essere caricato il Capitano Reinhold, anche lui con la sua compagnia di panzer grenadieren. Se si fosse riusciti a trasferire queste truppe con sufficiente celerità a sud del basso Reno, forse la situazione a Nijmegen si poteva ancora controllare. Le operazioni difensive però non erano le uniche operazioni che Model stesse contemplando nel settore di Nijmegen. Al corpo d’armata Feldt, che stava cominciando a ricevere qualcosa dalla Germania era stato assegnato un compito offensivo. La 406^ divisione Landesshutzen per esempio aveva ricevuto durante la notte sufficienti effettivi per poter provare, a giudizio del suo comandante, un attaco alle posizioni americane nela foresta del Reichswald. Con l’appoggio delle tre batterie da 150mm appena giunte da Achen, quattro battaglioni di fanteria avevano ricevuto l’ordine di attaccare il 3/505/82 PIR che rappresentava lo spigolo sud della difesa americana. Da nord, lungo il confine tra Germania ed Olanda, doveva entrare in azione il primo reparto del corpo Feldt non facente parte della 406^; vale a dire il kampfgruppe Furstemberg, che si lanciava, essendo motorizzato, direttamente su Nijmegen da est andando a minacciare sul fianco destro le posizioni del 508° PIR all’interno della città. Il piano era quello di sottrarre più truppe americane possiblile ad un eventuale attacco oltre il fiume Waal imponendogli un diversivo.

    Il Corpo d’armata del Generale Chill riceveveva un nuovo battaglione della 59^ divisione; il II/1034 reggimento di fanteria. Questa divisione era in ritirata dal Belgio occidentale, dove inspiegabilmente le forze alleate ne avevano permesso lo sganciamento. Questo nuovo battaglione veniva scaricato dai treni a Boxtel ed inviato immediatamente contro i paracadutisti amercani a sud del fiume Dommel. Per la verità il Genrerale Poppe, comandante della 59^ era contrario a lanciare i suoi reparti contro il nemico prima dell’arrivo della sua artiglieria divisionale ma il comandante del corpo d’armata, a sua volta subendo pressioni enormi da Model, minacciava strali e corti marziali se non si attaccava immediatamente. Fu giocoforza per il povero Poppe dunque, organizzare il 1034° reggimeno, di cui già in posizione c’era il primo battaglione, dare corso all’attacco speditivo; inoltre se l’artiglieria divisionale non era ancora presente sul campo di battaglia, almeno il 1034° poteva contare sull’appoggio del battaglione pionieri divsionale, anche se il terreno aperto non conferiva nessun particolare vantaggio a questi specialisti; da nord si poteva contare inoltre sulla base di fuoco creata dal battaglione paracadutisti Ewald, che allineava due belle e veterane compagnie di Fallschirsmjager. Nel settore di Veghel, il battaglione paracadutisti Gothsche giungeva a marce forzate presso la periferia est della cittadina, mandava avanti un plotone da ricognizinoe, rilevava la presenza in città di almeno un battaglione di paracadutisti americani trincerati e decideva quindi di scavare pure lui posizioni difensive lungo la strada principale per Grave. Queste posizioni sarebbero tornate utili in seguito, soprattutto se il battaglione avesse potuto ricevere qualche rinforzo.

    La situazione al confine belga era molto complicata; tutti i reparti in grado di farlo cercavano di ritirarsi su Eindhoven, che però era già stata investita dal XXX corpo. Alcuni battaglioni del kampfgruppe Walther riuscirono disperatamente a portarsi a nord della città, per tentare di sganciarsi definitivamente, come ad esempio il nostro vecchio battaglione penale 6. Altri invece erano in netto ritardo ed ancora ben a sud del saliente che il XXX corpo aveva piantato nelle linee tedesche; anzi non si poteva più veramente parlare di linee tedesche, in quanto queste erano oramai state spazzate via a destra e stavano per esserlo sinistra. Per dare qualche dato più preciso diremo che il reggimento paracadutisti Von der Heydte riusciva a sgabolarla passando largo ad ovest delle forze alleate ed a eclissarsi per il momento; del battaglione penale 6 abbiamo parlato; certo non era ancora fuori pericolo; se i carri Inglesi sfondavano ad Eindhoven, il prossimo bersaglio sarebbe stato lui. Un altro battaglione del gruppo Walther che riusciva a portarsi all’altezza di Eindhoven era il battaglione paracadutisti Stephan, così come ce l’avavano quasi fatta il battaglione Kerutt evacuato appena in tempo per non essere travolto dalla 5^ brigata corazzata, ed il 3° battaglione Erdmann anch’esso riuscito a varcare il Canale di Eindhoven all’ultimo mometo. All’estremo sud era invece destinata a continuare l’odissea dei gruppi da combattimento Segler e Richter delle SS e di due altri battaglioni di paracadutisti della divisione Erdmann che faticosamente cercavano di sfuggire alla morsa della VIII corpo britannico.
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    I primi timidi tentativi di attacco da parte della 9^ divisione corazzata SS Hohenstaufen e dal kampgruppe Von Tettau si risolvevano in altrettanti insuccessi. Ne facevano le spese il battaglione SS olandesi che veniva decimato durante il suo dilettantistico tentativo di assaltare le posizioni del 1° Border Glider Regiment a guardia delle zone di lancio della 1^ aviotrasportata. Stessa musica nell’abitato vero e proprio di Arnhem, dove l’attacco al South Staffordshire subiva analoga sorte, questa volta addirittura con la scomparsa della compagnia d’assalto tedesca del 19° reggimento SS, falciata dal fuoco d’arresto nemico, appoggiato da mortai e cannoni anticarro.

    “Gli Inglesi ci diedero subito una dura lezione di combattimento. Nonostante il battaglione usufruisse di alcuni sottuficiali vetrani prestatici dal battaglione SS Shultz, l’assalto nostro si rivelò comunque incoordinato, mal appoggiato dal punto di vista del fuoco di accompagnamento e soprattutto fuori tempo rispetto all’azione del battaglione Shultz stesso, che cooperava da nord. Il risultato fu una catastrofe; in questo primo attaco persi quasi metà del mio battaglione di fanteria, tra morti feriti e disertori che se la dettero a gambe al primo serio scontro.”

    Capitano Paul Anton Helle, battaglione SS olandesi

    L’attacco della 406^ Landesshuzen si materializzava improvviso contro le posizioni del 3/505 PIR nella foresta del Reichswald e gli Americani si trovarono a sperimentare er la prima volta la realtà del combattimento isolato tipico di questa battaglia: ressero con un selvaggio combattimento difensivo, pur a prezzo di serie perdite.

    “Il martellamento dell’artiglieria tedesca arrivò preciso e devastatore, nonostante le buone posizioni che ci eravamo scavate sul limitare del bosco. Poi al casino si unirono i mortai e fu l’inferno totale. Una delle buche vicino alla mia incassò un proietto grosso in pieno ed i suoi occupanti si trasformarono in polvere e sabbia. La fanteria tedesca venne avanti, ammucchiata e senza organizzazione tra fuoco e movimento. Noi mettemmo in azione tutte le armi di cui disponevamo e ne falciammo un buon numero. Fanatici come quelli non ne avevo visti mai, nemmeno in Normandia; incitati dai loro ufficiali continuavano a venire avanti nonostante le perdite. Molti dei nostri crepavano sotto il fuoco dell’ariglieria nemica, che non cessò mai. Quando furono a cinquecento metri non ne poterono più e si buttarono a terra per rispondere al fuoco. Le loro armi leggere non furono mai un grosso problema per noi. Li avevamo tenuti a bada. Quando eravamo oramai pronti a cessare il fuoco e ad occuparci dei feriti, ché era cessato anche il fuoco dell’artiglieria nemica, vi fu un improvviso grido, poi altri in successione, e la fanteria tedesca si rialzò di colpo per venirci addosso in un ultimo risolutivo sforzo. Arrivammo al corpo a corpo, cosa che non mi era mai capitata prima. I Tedeschi venivano avanti per sommergerci col solo peso del numero; ce n’erano ancora abbastanza per ammazzarci tutti. L’ultima fase risolutiva del combattimento avvenne col Thompson e con le bombe a mano. Tre Tedeschi che venivano avanti gridando li abbattei con una sola raffica. Non si rialzarono. Il caricatore era vuoto e mentre mi agitavo per inserirne un altro, mi accorsi che la battaglia era finita. Non c’era più un solo Tedesco in piedi. La mia squadra ne recuperò quattro gravemente feriti, tre dei quali morirono pochi minuti dopo. Fin tanto che vivrò, avrò sempre il più grande rispetto per il soldato tedesco. Erano solo degli adolescenti e morirono tutti o quasi.”

    Caposquadra 3 battaglione 505° fanteria paracadutista.

    Ad est di Boxtel, nel settore di Eindhoven il 506 PIR adottava invece una difesa elastica al coraggioso, coraggiosissimo attacco del 1034° reggimento della 59^ divisione tedesca, improvvisato senza un vero e proprio fuoco di accompagnamento. Nonostante la scarsezza di armi pesnanti, i Tedeschi inscenavano un attacco violento, appoggiato almeno dal fuoco di copertura da nord del battaglione paracadutisti Ewald. Il battaglione di testa di pionieri d’assalto veniva distrutto dal fuoco d’arresto di due battaglioni di paracadutisti americani, sistemati in posizioni difensive, che per quanto improvvisate, sempre difensive erano. Quando gli Americani cominciarono a vedere la mala parata, ripiegarono prontamente su una curva del fiume Dommel, dove si risistemarono a difesa per un secondo round.

    “Classica manovra da manuale di cedimento di terreno in cambio di tempo e sangue del nemico”.

    Colonnello Robert F. Sink, comandante 506° PIR, 101^ divisione aviotrasportata
     
  13. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    18 settembre 1944 pomeriggio, turno Alleato

    Lungi dal voler passare alla stretta difensiva, il Generale Urquhart, dal suo posto di comando tattico a Wolfheze ordinava alla prima brigata paracadutisti di contrattaccare il Kampfgruppe Knaust attraverso la zona boscosa a nord dell’abitato di Arnhem. A tale scopo aggregava momentaneamente a questa il 2° reggimento South Staffordshire della brigata alianti ed il 156° battaglione della brigata di Hackett, mettendoli entrambi a disposizione di Lathbury. Quest’ultimo ordinava quindi al 156° di muovere verso est all’interno del bosco per tastare il fianco destro dei tedeschi ed attaccare con direttrice nord ovest sud est, mentre lo Staffordhire doveva fornire la base di fuoco lungo la strada principale che usciva da Arnhem verso nord. Urquhart ordinava altresì all’artiglieria divisionale di appoggiare questo attacco. Per coprire il vuoto intorno alle zone di lancio lasciato dallo spostamento del 156°, Hackett ordinava che l’11° battaglione paracadutisti ne prendesse il posto nella zona boschiva a nord d Oosterbeek. La progressione del 156° era da prima buona e, ben appoggiata dall’artiglieria leggera divisionale, faceva rapidi progressi. Poi la difesa di Knaust si irrigidiva e pur se alla fine il kampfgruppe doveva rompere il contatto per non rischiare di essere travolto, le perdite che riusciva ad infliggere ai paracadutisti inglesi erano abbastanza gravi. Quelle tedesche non erano da meno. Alla fine il Maggiore Knaust faceva ritirare i resti del suo gruppo da combattimento dietro uno schermo improvvisato del Kampfgruppe Spinler, che presidiava tuttora i sobborghi nord dell’abitato fronte al 2° South Staffordshire che aveva appoggiato l’attacco del 156° paracadutisti. Con il senno di poi, visti i risultati dell’attacco e confrontati questi con le perdite subite, il generale Hackett ebbe a dire che la manovra fu inutile oltre che dannosa per l’integrità della 1° aviotrasportata nel suo complesso. Ma si sa che del senno di poi...
    Un fondo di buon senso però nelle obiezioni di Hackett c’era; ovvero la considereazione che il compito strategico della divisione era quello di mantenere il possesso del ponte di Arnhem e non quello di dissanguarsi in attacchi che miravano a conquistare posizioni non vitali per l’assolvimento del compito principale. Da qui nacque una polemica con il comandante di divisione che si trascinerà fino ad oltre la fine della guerra.

    A Nijmegen, si cominciava a rendersi conto che i tre reggimenti di paracadutisti al momento impiegati nelle operazioni iniziavano ad essere insufficienti per il crescendo di compiti che l’82^ doveva assolvere: l’attacco oltre il ponte stradale, il rastrellamento dell’abitato vero e proprio dalle rimanenti truppe tedsche, il presidio delle zone di lancio, il mantenimento della sicurezza del vitale ponte di Grave e le contromisure da adottare contro la nuova minaccia che il corpo Feldt portava alla destra di Nijmegen, cominciavano ad essere troppi compiti per i soli tre reggimenti che avevano preso terra sino ad ora. Era urgente quindi l’invio del quarto gruppo da combattimento aviotrasportato dell’82^ rappresentato dal 325° reggimento alianti e dal 401° battaglione indipendente alianti. Pure molto urgente era il trasporto del reggimento di artiglieria divisionale. Tutte queste forze, se tutto andava bene con la metereologia, sarebbero arrivate solo il giorno 19, quindi il Generale Gavin al momento doveva fare con quello che aveva. Non per questo il giovane e focoso generale americano assumeva un atteggiamento passivo, anzi tutt’altro. In primis distoglieva il 2/504 dai suoi compiti di sorveglianza il sobborgo St. Anna per inviarlo a rafforzare i resti del 3/508 al ponte ferroviario, che oramai non dava più garanzie di solidità. In secundis si prendeva il rischio di sguarnire temporaneamente la difesa delle zone di lancio dirottando a nord il 1/505 per dare una mazzata al Kampfgruppe Furstenberg che aveva osato minaciare sul fianco il 508° PIR. In terziis ordinava un contrattacco a sud contro la 406^ Landesshutzen con i rimanenti battaglioni del 505° PIR. Da ultimo, lasciava alla valutazione del comandante del 508°, Collonnello Roy Lindquist l’opportunità o meno di completare il rastrellamento dei rimasugli tedeschi nell’abitato di Nijmegen, dopo avergli aggregato come abbiamo visto il 2° battaglione del 504° reggimento.

    All’estremo sud del settore, il bersaglio dell’attacco del colonnello Eckman era il Kampfgruppe Stargaard della 406^ che si trovava in posizione esposta sulla spalla nord dello schieramento divisionale. Anche qui, come nel settore degli Inglesi, l’attacco otteneva un certo successo contro le inesperte truppe della divisone tedesca e gli infliggeva considerevoli perdite; ma i tedeschi non mancavano nemmeno qui di infliggere a loro volta perdite considerevoli agli Americani prima di rompere il contatto e ritirarsi su Gennep, dietro al resto della loro divisione. Anche qui quindi, vittoria di Pirro degli Americani. Molto meglio andavano invece le cose a nord, dove il 3/508 dava inizio ad un deciso assalto ai danni del Kampfgruppe Furstemberg che accennava al solito alla resistenza rigida. L’arrivo a sorpresa però del 1/505 da sud, che caricava i Tedeschi praticamente alle spalle, poneva rapido termine alla contesa con questi ultimi costretti a ritirarsi con pesanti perdite. Azione da manuale questa condotta in cooperazione dai due battaglioni americani. Il Colonnello Lindquist, vista anche la scarsa attività dei Tedeschi al di là del Waal, decideva di impiegare momentaneamente il resto del 508° ed il battaglione del 504° che gli era stato aggregato per attaccare i coriacei genieri ferroviari tedeschi asserragliati nei quartieri centrali e meridionali di Nijmegen. Qui i Tedeschi validamente guidati, non accettarono il combattimento ed approfittando della copertura degli edifici, decisero di ripiegare verso sud, andandosi ad installare nel villaggio di Hatert, da cui potevano minacciare l’omonimo ponte, uno dei due caturati intatti dagli Americani lungo il Canale Maas Waal. In definitiva questo si rivelò uno scacco per l’82^ che vedeva peggiorata anziché migliorata la sua posizione tattica. Per stò battaglioone di capistazione tedeschi occorre a questo punto la croce di ferro! Al 2/504 veniva ordinato di inseguire il nemico allo scopo di mantenere contatto e pressione, prima che i tedeschi, essendo peraltro dei genieri, riminassero il ponte e lo facessero zompare per aria. Il Generale Gavin, bestemmiava in Brooklynese stretto ma abbozzava ed andava avanti di fronte all’inettitudine dimostrata dal comandante del 508°.

    Nel settore della 101^ i combattimenti nella foresta di Boxtel erano violentissimi. L’impatto tra il 401^ battaglione indipendente paracadutisti, appoggiato dal 1/506 e da elemento del 327° reggimento alianti era di quelli titanici, dove entrambe le parti subivano perdite gravi. I Tedeschi, inbucati tra gli alberi allo stesso modo di come lo saranno gli Americani l’anno dopo a Bastogne, non cedevano di un passo, ma il II/1034 ne usciva mezzo sfasciato, compromettendo le future possibilità offensive sue e della 59^ divisione tutta.

    A sud del Canale Wilhlmina invece non c’era nessuna storia. La 5^ brigata corazzata delle guardie si liberava sia del battaglione paracadutisti Stephan che tentava di inpostare una difesa nei sobborghi nord di Eindhoven, che del battaglione penale 6, travolto dal 1° battaglione corazzato Coldstram Guards. Nella città di Eindhoven non avevano luogo i festeggiamenti storici per la liberazione, dal momento che si combatteva in città. I locali tentavano timidamente di uscire dalle loro case per per accogliere i carri inglesi che si dirigevano a nord attraverso l’abitato, ma il crescere dei rumori della battaglia ed il nervosismo degli equipaggi di corazzati britannici, li scoraggiavano dal fare troppa festa.

    Sul fronte del XII corpo, la 50^ divisione britannica si disponeva a difesa del fianco sinistro della 2^ armata da Vessem a Luyksgestel, per impedire infiltrazioni di reparti tedeschi lungo al strada principale Confine Belga – Valkenswaard, che avrebbe messo in crisi tutta la logistica alleata. Per quanto riguarda invece l’VIII corpo, proseguiva l’opera di demolizione di quanto rimaneva del Kampfgruppe Walther, ad opera della 3^ divisione di fanteria e dell’11^ divisione corazzata. La prima smontava in via definitiva il Kampfgruppe Segler ponendo fine al suo tentativo di sganciamento dalla sacca. La seconda completava l’accerchiamento del Kampfgruppe Richter e gli intimava di arrendersi. Le SS ad arrendersi non ci pensavano proprio, ché era contro il loro codice comportametale, e quindi si risolvevano a vendere cara la pelle. Gli Inglesi, sconsolati, davano il via alle operazioni offensive tra i campi coltivati ad ovest di Hammond con l’8° battaglione della 29 brigata corazzata. Non potendo ritirarsi, le SS combattevano come animali in trappola, causando serie perdite agli Inglesi. Questi interrompevano momentaneamente l’attacco per organizzare meglio la collaborazione con la 159^ brigata di fanteria, com grande incazzatura del comandante della divisione.
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  14. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    18 settembre 1944 pomeriggio turno tedesco

    Sul fronte ovest della battaglia per Arnhem il Generale Von Tettau comincia in questo turno ad accumulare un certo numero di reparti che possono dargli garanzie di successo: si tratta della 224^ compagnia carri, montata su vecchi Renault francesi della campagna del 1940 ed il battaglione Eberwein delle SS. Queste forze si concentrano nel settore di Ede, dove il Generale Von Tettau dà ordine di reiterare l’attacco contro il Border Glider Regiment. Sul versante est del settore di Arrnhem, il Colonnello Harzer riceve piu o meno la stessa quantità di rinforzi, vale a dire elementi del 20° reggimento SS Panzer Grenadieren, che vengono inglobati nel Kampfgruppe Allworden, ed una compagnia di vecchi panzer III della scuola conduttori di Emmerich, che viene schierata in appoggio a Splinder nel settore nord del fronte di Arnem. Il problema di Harzer è che l’osso che egli deve rodere nell’abitato di Arnhem è molto più duro di quello assegnato a Von Tettatu. Nel settore ovest infatti gli Inglesi schiereano solamente parte del Border Glider Regiment sulla rotabile Ede – Arnhem ed il King Own Scottish Borderers Glider Regiment tra Bennekom e Wageningen; le posizioni degli Scozzesi qui sono rimaste invariate dall’inizio dell’operazione. Ad est invece Urquhart ha concentrato quasi tutta la potenza della sua divisione aviotrasportata. Naturalmente il generale inglese non sa con precisione quale sia la concentrazione di forze che i Tedeschi gli contrappongono su entrambi i fianchi della sua divisione, ma se ne renderà conto presto.
    L’apparire di carri armati di fronte al 1° Borderers, è una rude sorpresa per le truppe aviotrasportate inglesi. Anche se si tratta di vecchi carri francesi, sono pur sempre carri armati. Ciò unito al fatto che le posizioni inglesi non sono proprio scelte benissimo, per necessità e non certo per incompetenza, determina un certo sbandamento tra gli Inglesi quando l’attacco di Eberwein si materializza lungo la strada per Arnhem. Se pure in buon ordine, il battaglione inglese è costretto dalla pressione dell’avversario a ritirarsi verso le zone di lancio interne ed il comando divisionale. La zona di lancio Y viene volontariamente abbandonata in quanto oramai inutile. I Tedeschi nell’avanzare, piegano a sud con la compagnia carri francesi, appoggiata dal vecchio battaglione SS olandesi, con l’intento di cadere sul fianco destro degli aliantisti scozzesi che difendono Bennekom, e magari indurre pure questi a sloggiare verso est.
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    Settore di Nijmegen
    “Avevamo resistito agli Americani per quasi dieci ore all’interno della città ed eravamo completmente circondati. Il comandante disse che era tempo di andarcene prima che il cerchio nemico atorno a noi divenisse troppo stretto.”


    Caporale compagnia sicurezza ferroviaria 1^ armata paracadutisti, Nijmegen.

    Fu con enorme fatica e lentezza che si riuscì a traghettare a sud del Reno tutti i veicoli del Kampfgruppe Brinkmann. Il Capitano si sbracciava, strillava e si agitava perché i suoi reparti fossereo riordinati e pronti a muovere su Nijmegen; se gli Americani riuscivano a passare in forze sull’altra riva, sarebbe stata la catastrofe. Il Generale Harmel si mise in contatto con in comandante della 406^ Landesschutzen Generale Sherbenning per informarsi su quale fosse la situazione giù nel Reichswald. Si sentì rispondere che uno dei Kampfguppen della divisione aveva trovato un varco nella difesa degli Americani immediatamente a sud del villaggio di Wlers ed aveva attaccato il comando divisionale e le zone di lancio. Era infatti l’ultimo reparto arrivato della 406^, comandato dal Maggiore Fritz Greschick. Al maggiore della Wehrmacht non parve vero, come raccontò nelle sue memorie, di essere caduto sul comando divisionale dell’82^ divisione aviotrasportata americana. “Avevo la volontà, la forza ed i mezzi necessari per decapitare l’assalto americano a Nijmegen ed ero decisissmo a farlo. Contattai immediatamenete il reggimento di artigliarie e fornii coordinate di fuoco precise; poi organizzai l’assalto.”
    Il Maggiore Greschick non seppe fin dopo la fine della guerra che si era imbattuto non solo nel comando divisionale dell’82^, ma anche nel comando di corpo d’armata del Generale Federick Browning, comandante di tutte le forze paracadutate nell’operazione Market Garden.
    Il Generale Gavin, sotto il fuoco dell’artiglieria nemica, dovette stramaledire la sua decisione di spedire a nord il battaglione che aveva difesol’abitato di Wylers fino alla mattinata appena trascorsa. Adesso i Wurstel gli erano leteralmente nel culo e lui non aveva nulla con cui respingerli.
    “chiamai alle armi tutti gli scribacchini ed i portantini che avevamo al comando, inclusi gli Inglesi del comando di corpo. La fanteria tedesca arrivava balzando da un edificio all’altro; la marcia di avvicinamento l’avevano fatta senza una nostra reazione, perché stavo ancora assembrando gli uomini ed assegnandoli ad improvvisati plotoni di fucilieri. Grazie da Dio il fuoco d’artiglieria nemica c’era ma era sporadico; forse i crauti erano a corto di munizioni.
    I paracadutisti Anglo Americani sparavano da tutti i buchi e da tuttle le finestre e fu buona ventura che i Tedeschi non insistessero troppo. Si arrestarono sulle posizioni raggiunte al margine est di Groesbeek. La situazione dell’82^ rimaneva ovviamente precaria, ma i Tedeschi l’avevano per ora graziata. Occorreva senza dubbio prendere qualche urgente provvedimento perché il Maggiora Greschick non ci avrebbe messo molto a prendere a calci i suoi uomini per fargli riprendere l’attacco.
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    Se c’era una cosa di cui il comando del LXXXVIII corpo tedesco nel settore di Eindhoven stava cominicando a rendersi conto, era che la maledetta 101^ aviotrasportata era troppo forte, o troppo ben comandata o troppo di una combinazione di queste due cose. Per quanto il Generale Chill si sforzasse di congegnare una linea di azione contro le posizioni del nemico, non riusciva a trovarne nessuna che gli sembrasse valida. Aveva ben chiaro quel’era l’obiettivo del nemico e lo scopo della sua operazione. Entrambe le informazioni gli erano pervenute dal comando di Model: era oramai chiaro che l’operazione alleata era concepita per aggirare da nord la linea fortificata tedesca al confine belga e francese con la Germania. Per ottenere questo aggiramento il XXX corpo britannico doveva raggiungere Arnhem e poi piegare a destra verso la Ruhr; così a nord la linea fortificata tedesca non arrivava. Evitando il punto forte del nemico e penetrando nel cuore della zona industriale tedesca da nord, gli Angloamericani avrebbero con tutta probabilità sconfitto la Germania già nel 1944. Così gli alleati contavano di giocare alla Germania lo stesso trucco che Mainstain aveva giocato ai Francesi nel ’40: aggiramento a nord della linea Maginot. Mai e poi mai l’OKW aveva ipotizzato che gli Alleati potessero avere successo in una tale operazione, dato che al minimo accenno di avanzata dal Belgio verso nord in Olanda, invece che verso est nel resto della Francia e poi in Germania, i Tedeschi avrebbero distrutto tutti i ponti olandesi ed arrestato l’offensiva sul nascere. Ma Montgomery aveva calcolato di negare questa possibilità ai Tedeschi occupando di sorpresa ed in anticipo tutti i ponti, tramite l’uso dei paracadutisti, e adesso tutto era chiaro nella mente del comando tedesco. Model si era rapidamente ripreso dall’effetto sorpresa di questa audacissima operazione ed aveva assegnato al corpo d’armata del Generale Chill il compito forse più importante dell’intero piano di reazione tedesco: bloccare fisicamente la strada principale da Eindhoven a Grave, stroncando ogni possibilità di rifornimento alleato da Eindhoven in su, e se possibile mantenere il XXX corpo britannico a sud del Canale Wilhelmina, frustrando così del tutto l’opereazione alleata. L’unico problema, pensava Chill curvo sulla mappa, era che Model sopravvalutava nettamente le possibilità del LXXXVIII corpo. Quello che erea chiamato pomposamente corpo d’armata, era al momento costituito dall’equivalente di una divisione male in arnese, che doveva attaccare e sconfiggere una divisione d’élite dell’esercito americano, forse la migliore divisione di cui quell’sesercito disponesse. Era si una divisione di fanteria leggera, ma ben addestrata, incredibilmente motivata e superbamente comandata. Fino ad ora non aveva lasciato alcuno spiraglio alla sua sgangherata 59^ di fanteria, né ai suoi aggregati reparti di paracadutisti.
    Dopo lunga e sofferta analisi della mappa e delle posizioni conosciute del nemico, il generale Chill, coadiuvato dal Generale Poppe, comandante della 59^, decidevano che il loro Schwerpunkt sarebbe stato la foresta tra Boxtel e Best, tenuto dal 401° battgaiglione indipendente alianti della 101^. Quivi Poppe avrebbe concentrato la sua 59^ divisione, rinforzata da due nuovi battaglioni di paracadutisti assegnati da Student al corpo Chill: il III/6 Von der Heydte, ed il I/6 Von de Heydte, in afflusso dal settore sud, da cui era riuscito precipitosamente a sganciarsi. La stessa 59^ riceveva il 150° reggimento di artiglieria campale, scaricato alla stazione di Boxtel e che schierava le sue batterie direttamente alla periferia est dell’abitato, ed il II/1035°reggimento fucilieri, che andava ad affiancare il 1034°, già duramente impegnato nelle operazioni precedenti.
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    A sud del Canale Wilhelmina il Generale Student era ormai a corto di argomenti. La divisione paracadutisti Erdmann cercava disperatamente di completare il ripiegamento verso il Canale di Eindhoven, e non c’era molto altro da fare. Dal punto di vista tattico, il I e II battaglione della divisione Erdmann avevano il compito di agevolare il ripiegamento del Kampfgruppe Richter, unico dei due gruppi SS aggregati alla 1^ armata di Student sopravvissuto ai combattimenti a sud. Rimaneva dubbio che queste truppe riuscissero a sfuggire alla morsa dell’VIII corpo britannico. Sul fianco opposto, quello del XII corpo, truppe tedesche non ce n’erano più.
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  15. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Ogni tre turni, e quindi alla fine di ogni turno notturno, alegherò riassunto situazione generale della battaglia e stato delle condizioni di vittoria. La scala temporale è tre turni per giorno: un turno mattiniero, uno pomeridiano ed uno notturno.
     
  16. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Notte 18 settembre 1944; turno alleato

    I rapporti provenienti dal tenente Colonnello Thomas Haddon, comandante del Border Glider Regiment, misero in allarme il comando della 1^ aviotrasportata. Le forze tedesche che si dirigevano verso il cuore del petrimetro difensivo erano considerevoli: quattro battaglioni di fanteria ed una compagnia corazzata. Sulla base di questi rapporti, Il Generale Urquhart attivò immediatamente la riserva divisionale, costituita dal 10° battaglione della 4^ brigata aviotrasportata. Questa forza si andava ad installare tra il nemico avanzante ed l’acciaccato battaglione del Border Regiment che aveva sostenuto l’attacco dei Tedeschi nel pomeriggio. Occorreva fermare questo cuneo nemico, anche perché minacciva di accerchiare il 7° King Own Scottish Regiment posizionato tra Bennekom ed il Reno. Occorreva quindi una forza di arresto fresca. L’11° battaglione paracadutisti prendeva il posto del 10° in riserva divisionale, mentre il 156° veniva ritirato dai sobborghi nord di Arnhem, allo scopo di collocarlo in difesa dei boschi ad ovest della città, in maniera da mantenere un perimetro difensivo intorno alle zone di lancio ed ad Arnhem stessa. Le zone di atterraggio erano particolarmente importanti perché doveva ancora giungere in rinforzo la brigata paracadutisti indipendente del Generale Sosabowski. Il Generale Hackett era dell’opinione di ridurre il perimetro difensivo; ma per il comandante della divisione non era ancora tempo.
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    L’82^ divisione aviotraspoprtata era ormai tesa come una corda di violino. Con non abbastanza truppe per assolvere a tutte le necessità che le operazioni imponevano. Il giovane Gavin era di fronte a scelte decisive. Uno con meno palle di lui se la sarebbe fatta sotto dalla paura, con i Tedeschi tutti attorno alla sua divisione e con il comando e le sue zone di lancio minacciate da un gruppo tattico nemico. Ma Gavin le palle le aveva, ed a farsela sotto non ci pensava nemmeno un po’. Ordinava quindi al 505° reggimento di contrattaccare a martello il Kampfgruppe Greschick che gli minacciava il comando nella città di Groesbeek, ed al 508° addirittura di attaccare al di là dei ponti stradale e ferroviario di Nijmegen; era convinto che i Tedeschi andassero scacciati dal villaggio di Lent (l’esagono al di là dei ponti) prima che questi potessero rafforzarsi, e che bisognasse stabilire una testa di ponte dall’altra parte e difenderla, a beneficio delle truppe inglesi del XXX corpo che stavano per arrivare a consacrare la sua, SUA, vittoria sul Generale delle SS Heinz Harmel. Si tenga conto che il Colonnello Lindquist, comandante del 508° o meglio di quello che ne rimaneva dopo i selvaggi combattimenti dei due giorni precedenti al ponte stradale, sconsigliava l’impiego del reparto per un ulteriore attacco; sosteneva il colonnello che avrebbe fatto il gioco dei Tedeschi indebolendo la posizione americana nell’abitato. Gavin tagliava corto chiedendo a Linndquist se preferisse che l’incarico fosse affidato ad un altro reggimento. Ciò tarpò immediatamente le ali alle obiezioni del subordinato che si risolse ad attaccare senza porre altro tempo in mezzo.
    Fu così che senza nessun appoggio, tranne che quello dei mortai di battaglione e delle armi di accompagnamento a tiro teso, il 508° si lanciò lungo entrambi i ponti in una carica disperata. I Tedeschi sorpresi, non mancarono comunque di aprire un fuoco di arresto micidiale ben posizionati com’erano sull’altra sponda del fiume, ma l’impeto dei paracadutisti fu sufficiente a fargli abbandonare l’importante posizione strategica sulla rampa nord del ponte stradale. I tedeschi che presidiavano il ponte ferroviario, vistisi in pericolo di essere aggirati dal 3/508 PIR, ripiegavano pure loro, lasciando il ponte ferroviario allo sgangherato 2/508 PIR, che oramai contava meno di un centinaio di effettivi. Le tre compagnie di Tedeschi che presidiavano i ponti, vale a dire le due di panzer grenadieren del battaglione da ricognizione della 9^ SS e le tre dell Kampfgruppe Euling, ripiegavano a nord sul villaggio di Oosterhout, con rischio di deportazione ad Auschwitz da parte di Bittrich, comandante del II corpo SS.

    “Ci buttammo come forsennati attraverso il ponte stradale con l’appoggio di una minima base di fuoco da parte delle mitragliatrici pesanti. I Tedeschi fecero un mezzo massacro tra i miei plotoni assembrati su un fronte ristretto prima di riconoscere che da lì dovevano levarsi se non volevano essere ammazzati tutti. Noi eravamo disperati e disposti a tutto, e passammo sull’altra sponda del Waal.”
    Comandante di compagnia del 3/508 PIR
    Nella zona di Groesbek ci fu meno clamore; i due battaglioni del 504° , provenienti uno da Bergen Dal e l’altro dalla foresta del Reichswald, si imponevano senza grandi sforzi al kampfgruppe Greschick, che preso tra due fuochi da nord e da sud, preferì non rishiare una debàcle e ripiegò veloce verso il confine tedesco da cui era venuto. Con ciò la 101^ riacquistava il controllo delle zone di atterraggio sulle quali sarebbero dovuti arrivare i tanto attesi rinforzi il giorno dopo. Per la brillante condotta delle operazioni nella notte del 18 nel settore di Nijmegen, il Generale Gavin venne personalmente riconosciuto e premiato dal Generale Browning, comandante del I corpo aviotrasportato alleato e l’82^divisione aviotraportata riceveva una citazione ufficiale del presidente degli Stati Uniti.
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    Più a sud, un plotone della di Easy company del 2° battaglione 506° reggimento della 101^ aviotrasportata, al comando del Tenente Lynn Compton usciva in esplorazione dalla cittadina di Best, sul Canale Wilhelmina per una pattuglia di routine. Il 2° battaglione aveva già subito perdite considerevoli nei precedenti combattimenti ed era quindi stato assegnato al presidio di Best. Il plotone percorreva non più di un chilometro e mezzo in direzione nord ovest, quando all’improvviso ebbe un contatto frontale con “grossi quantitativi di fanteria nemica”. Fu così che il 506° reggimento si rese conto che i Tedeschi stavano muovendo un nuovo reggimento della 59^ divisione ed un battaglione di paracadutisti (I/6 Von der Heydte) all’attacco del settore sud del perimetro della 101^. La pattuglia del Tenente Compton, rientrò a razzo verso Best per dare l’allarme all’intero 2° battaglione, che si mise in stato dall’erta e cominciò furiosamente a rafforzare le posizioni nell’abitato. Nonostante queste notizie, il Generale Taylor dimostrò cohones non minori del suo collega Gavin, quando di fronte all’evidenza che i Tedeschi si preparavano a sferrare un nuovo attacco al “corridoio” tra Eindhoven e Grave, tolse proprio da quel settore l’intero 2° battaglione/327 aliantisti per spedirlo a Veghel a contrattacare il Kampfgruppe Grothsche che aveva preso il controllo della rotabile a nord dell’abitato. Grandissime palle e grandissimo sangue freddo ebbe a commentare George Patton dopo la conclusione dell’operazione.
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    Violentissima era la battaglia a sud di Eindhoven per riuscire ad intrappolare i resti del gruppo da combattimento Walther. L’11 divisione corazzata tentava con attacchi furiosi alla coda della colonna tedesca in ritirata di tagliare fuori e distruggere il kampfgruppe Richter, ma questo resisteva a qualunque attacco; perdite gravi da entrambe le parti, con i Tedeschi che dimostrarono un gran carattere ed una gran forza d’animo nel non arrendersi. La 3^ divisione di fanteria, che recuperava i rifornimenti per il suo battaglione scozzese con la riparazione del ponte di Neerpelt, proseguiva nel suo tentativo di sopravanzare ed accerchiare il gruppo tedesco che tentava disperatamente di ritirarsi verso nord. Il Generale Erdmann, comandante della omonima divisione paracadutista tedesca, aveva i suoi dubbi di riuscire a salvare queste truppe, giacchè due battaglioni corazzati inglesi erano segnalati in agguato sulla sinistra della colonna in ritirata, pronti ad intervenire al momento opportuno per tagliare fuori definitivamente le forze tedesche; in più la 3^ divisione di fanteria aveva spinto il 2° Lincolnshire Regiment fino a Leende, dove trovava a presidio il 4° battglione della divisione Erdmann ed era costretto ad arrestarsi.
    Il XXX corpo da parte sua attraversava in forze il Canale Wilhelmina e si portava fino a Veghel, con il triplice obiettivo di sgomberare i dintorni della città dal kampfgruppe Gothsche, di spazzare la strada per Grave e di raggiungere al più presto l’82^ a Nijmegen. Lo storico congiungimento con la 101^ aviotrasportata avveniva presso la cittadina di Son, il cui ponte sul canale era ancora tenuto fermamente dal 3° battaglione 502° reggimento fanteria paracadutista.
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  17. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    18 settembre 1944 notte, turno tedesco

    Bittrich e Von Tettau erano ancora sottoposti all’ultimo ordine operativo dell Feldmaresciallo Model: schiacciare la 1^ divisione aviotrasportata britannica e contenere la testa di ponte di Nijmegen. Model comunicava ai suoi subordinati del fronte nord che a sud il Genrale Student ed il suo sottordine Walther si preparavano a tagliare la testa all’operazione alleata. Il piano prevedeva niente di meno che la riconcquista di Eindhoven. A questa brillante notizia i due a nord si galvanizzavano e reiteravano l’attacco sia ad est che ad ovest del perimetro della divisione paracadutata inglese. Il Kampfgruppe Eberwein, sotto il controllo del Generale von Tettau reiterava l’attacco alla testa di sbarco aerea tenuta dalle truppe aliantiste inglesi sul suo margine nord occidentale. Il Kampfgruppe conteneva oltre al battaglione di SS originario del Maggiore Eberwein anche la compagnia carri francesi, il battaglione SS olandesi, il battgalione SS Shultz ed il 2° battaglione da fortezza reduce dalla difesa costiera del Belgio. Tutte queste forze proseguivano la spinta in direzione di Wolfheze, centro nevralgico della divisione nemica. I tedeschi non avevano potuto accorgersi del fatto che gli Inglesi avevano sostituito i difensori nella foresta: il 10° battaglione paracadutisti della 4^ brigata al posto del 1° battaglione alianti. Questi difesnori non si rivelarono meno coriacei dei precedenti ed a costo di perdite rilevanti, riuscirono ad arrestare i tedeschi sul posto, non permettendogli di avanzare di un passo. Le perdite inglesi salivano visibilmente; in un giorno abbondante di combattimenti, la divisione inglese aveva giò perduto circa 400 uomini, in maggioranza della 4^ brigata, la più impegnata in pesanti combattimenti. Ad est, nell’abitato di Arnhem, il kampfgruppe Spindler, coadiuvato dalla compagnia carri Mielke, reiteravano anch’essi l’attacco alle posizioni al limite nord della città tenute dal 2° alianti South Staffordfhire e dal 1° paracadutisti del Tenente Colonnello Dobie: l’attacco naufragava quasi subito sotto il pesante fuoco d’arresto antipersonale ed anticarro degli Inglesi. Spindler dava ordine di sospendere quasi immediatamente il tentativo. Non c’era ancora sufficiente supporto e gli Inglesi ereano magnificamente trincerati tra gli edifici.
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    Anche il Generale Harmel, comandante della 10 ^ corazzata SS non aveva nessuna intenzione di dare tregua al nemico. Model erea stato chiaro: l’unico modo di sconfiggere quest’operazione era di non concederle un attimo di respiro. Il Kampfgruppe Furstemeberg, appena ripresosi dai combattimenti della mattinata, si rifaceva sotto verso l’abitato di Nijmegen da est; trovava inspiegabimentebdeserto il sobborgo sud di Hengstdal, e ci si installava di forza. Il battaglione piegava poi a nord con una ricognizione da parte di un plotone di semicingolati, e si imbatteva nelle posizioni del 1/508° PIR nelle vicinanze del ponte stradale. A nord del ponte, il gruppo da combattimento Brinkman, coadiuvato da Reinhold, metteva una pezza allo sfondamento del 508° PIR, mentre la 10 SS era riuscita a traghettare a Pannerden la sua prima compagnia di mezzi corazzati; una compagnia di cannoni anticarro semoventi tipo IV. Ache qui, Harmel contava di contrattaccare non appena avesse avuto forze sufficienti. Nel Reichswald, la 406^ divisione Landeschutzen non dava tregua al 505° PIR, e con un ennesimo furioso attacco, quasi ne sfasciava completamente il 3° battaglione. Era evidente che Gavin doveva prendere urgenti contromisure, prima che la sua divisione venisse mesasa veramente alle strette. Essa aveva già perso quasi 1900 uomini sui 6000 atterrati nella prima ondata di aviosbarchi, tra il 17 e 18 settembre. Senza dubbio era la divisione alleata che fino adesso aveva combattuto più duramente e che aveva avuto più perdite.
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    l corpo Chill, nel settore di Son/Best, continuava gli attacchi sul Canale Wilhelmina. L’appena giunto 1036° reggimento della 59^ si univa al 1034°, che in collaborazione con un battaglione paracadutisti, iniziava a premere verso est attaccando pesantemente il battaglione alianti americano 401 appena sbarcato. Il combattimento era violentissimo; gli Americani non mollavano di un centimetro, causando perdite forti agli attaccanti e subendone altrettante. Lo scontro si trasformava ben presto in una battaglia d’attrito, fin quando i Tedeschi spossati, decidevano di mollare per riorganizzarsi. Più a nord, nel settore di Schijndel, attaccavano la città una compagnia deposito del gruppo Feltd in prima schiera, appoggiata da un battaglione mutilati del corpo Chill, supporto di fuoco a cura dei reparti del comando di corpo. Gli americani del 1/501°/101^ adottavano una difesa elastica, scambiando terreno con sangue tedesco. L’addestramento superiore della 101^ era ancora una volta determinante. Il guadagno di terreno costava ai tedeschi la compagnia deposito, che si volatilizzava nell’impatto. Gli Americani non cedevano nulla tatticamente, giacché, nonostante il ripiegamento del 1° battaglione, mantenevano il possesso della città stratagica dj Scijndel con il 2°.
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    Nel settore di Eidhoven, si doveva invece consumare la prima decisa controffensiva tedesca all’operazione Market Garden. A tale scopo affluivano considerevoli reparti a rinforzo della divisione Erdmann. Lungo la strada Eindhoven – Deurne, i Tedeschi avevano in afflusso un totale di quattro battaglioni paracadutisti ed un battaglione artiglieria, quest’ultimo originariamente destinato ai gruppi da combattimento SS a sud, ma ora dirottato su Eindhoven. In più, il Generale Walther poteva contare ancora sui resti del battaglione Kerutt che era ancora in circolazione dall’inizio delle operazioni. Nella città di Leende, sei chilometri ad est di Valkenswaard, il 4° battaglione paracadutisti Erdmann attendeva ancora il passaggio dei resti semicircodati del gruppo Walther, vale a dire il il 1° ed il 2° Erdmann ed il gruppo Richter, tutt’ora in ritirata dal Canale Herentals. Gli Inglesi dovevano aprire ben gli occhi sul fianco destro del settore del XXX corpo.
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    Ultima modifica: 28 Aprile 2018
  18. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    Analisi generale della situazione al secondo giorno di operazioni
    Scopo strategico dell'operazione terrestre: penetrare in territorio olandese allo scopo di giungere ad Arnhem con il XXX corpo, in maniera da consentirgli la conversione a destra e l'invasione della Ruhr.
    Scopo strategico dell'operazione aviotrasportata: conquistare e mantenere i ponti che consentano al XXX corpo di svolgere la propria missione.

    Stato dell'operazione terrestre
    Il XXX corpo si trova a Veghel. Rispetto all'operazione storica, credo sia leggermente in ritardo, dal momento che il ponte deve essere ancora riparato dal genio. Storicamente, alla fine del prossimo turno il XXX corpo giungeva a Grave, cosa che non credo sarà possibile nella nostra ricostruzione storica. Non è detto che questo ritardo influisca negativamente sull'intera operazione, perché l'altra grande variabile da considerare è la capacità di resistenza e la posizione tattica delle divisioni aviotrasportate del I corpo, che in questa ricostruzione è considerevolmente diversa da quella storica all'alba del 19 settembre. Infatti possiamo osservare che:

    Stato dell'operazione aviotrasportata GB
    La 1^ divisione aviotrasportata britannica si trova in condizioni assolutamente migliori rispetto alla sua controparte storica alla data del 19 settembre 1944: mantiene saldamente il ponte di Arnhem con due battaglioni praticamente intatti. Ha ancora riserve sufficienti per mantenere un ampio perimetro difensivo che consente ampia scelta su dove lanciare l'ultima brigata disponibile; quella polacca. Ha una posizione forte oltre che al ponte, anche nella porzione ovest dell'abitato nel suo complesso. Non ha subito le devastanti perdite che la sua controparte storica a questo punto aveva già subito.

    L'82^ divisione aviotrasportata USA
    questa divisione ha preso più rischi, ha combattuto di più e più duramente della sua controparte storica; di conseguenza è in posizione più precaria ed ha subito perdite maggiori di quante ne subì a questo punto nell'operazione reale. Come contropartita ha acquisito il controllo del ponte di Nijmegen, ha sostanzialmente difeso le sue zone di lancio. Controlla il ponte di Grave intatto. Controlla il ponte di Malden che assicura il collegamento tra Grave e Nijmegen. Sostanzialmente la divisione ha assolto alla sua missione anche se a caro prezzo. Ha necessità di immediati rinforzi e deve sperare nella metereologia del giorno 19 sttembre.

    La 101^ divisione aviotrasportata USA
    La scelta di concentrare il potere di combattimento di questa divisione a nord del Canale Wilhelmina ha favorito la difesa del corridoio stradale da ovest, compito a cui la divisione, disponendo del 506° PIR alla mano, ha assolto in maniera agevole. Il prezzo da pagare è stato un minor grado di protezione di Eindhoven, che adesso infatti è esposta ad una possibile contromanovra delle truppe di Student. Questo è un pericolo gravissmo, giacché il successo di questa manovra tedesca taglierebbe i rifornimenti a tutte le truppe alleate a nord della città. Si deve fare di tutto, per portare truppe dei due corpi di suppporto al XXX a difesa di questo delicato settore.

    Nel suo complesso direi, che in questa ricostruzione storica, alla data del 19 settembre, l'operazione è ancora in bilico come lo fu nella realtà.

    Condizioni di vittoria temporanee: alleati 7 tedeschi 0
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    Ultima modifica: 29 Aprile 2018
  19. Luigi Varriale

    Luigi Varriale

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    19 settembre 1944, mattina turno alleato

    Nel settore della 1^ divisione aviotrasportata la parola d’ordine è rafforzare il perimetro. Occorre resistere ad ogni costo fino all’arrivo del XXX corpo. Il passaggio per la Ruhr va mantenuto, e con esso lo scopo dell’intera operazione. Urquhart guarda sulla carta chi ha di diponibile per rinforzare il 10 battaglione paracadutisti, e l’unità più vicina è il 1°Border; due compagnie di fanteria e la compagnia armi pesanti vengono avviate a rinforzare il 10°: obiettivo, fermare Eberwein. I rifornimenti che sono sbarcati con la divisione sono terminati, adesso ci si potrà basare solamente du quello che si riuscirà ad aviolanciare con il necessariamente discontinuo ponte aereo. L’artiglieria divisionale si centralizza e Wolfheze presso il comando di Urquhart.
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    La divisione di Gavin riceve il 325° reggimento alianti, in una mattinata con metereologia difficile. Occorreva scegliere quale divisione rinforzare, e la scelta di Browning è caduta automanticamente sull’82^ aviotrasportata. Il Generale Gavin decide di continuare con la sua attitudine iperaggressiva nonostante la penuria di rifornimenti. Il 2/325 alianti viene spedito immediatamente a Nijmegen per partecipare all’attacco contro contro il Kampfgruppe Furstemberg, che si è installato nell’abitato alle spalle del 508° PIR. Il 2° e 3° battaglione del 504° reggimento riceve l’ordine di mettere fuori combattimento il famoso battaglione del genio ferrovieri tedesco, che si è piazzato a presidio del ponte di Hatert e che probabilmente lo ha minato di nuovo. Infine il 1/325 alianti, viene per metà mandato a rinforzare il 505° reggimento PIR a sud, dove il 3° battaglione, semidistrutto, non più farcela da solo contro la 406^ Landeschuzzen. Il 3/508 PIR, rimane nella testa di ponte di Nijmegen, rinforzato dalla compagnia superstite del 2° battaglione.
    L’attacco concentrico del 2° battaglione 325° alianti contro il kampfgruppe Furstemberg, si rivela subito decisivo, quando le truppe americane, provenienti da tre direzioni diverse piegano la resistenza tedesca quasi immediatamente. Nel sobborgo di Hengstal, intrappolati nell’abitato, i reparti di Furstemberg non vedono altre alternative alla resa.
    In un’operazione minore, il 504° reggimento, con il determinante supporto della compagnia di presidio del ponte di Grave che appare alle spalle del nemico, ottiene altresì la resa del battgalione genio ferrovieri tedesco che riesce però a far saltare il ponte di Hatert prima che i paracadutisti possano materialmente occuparlo.
    Lezione appresa dai tedeschi in questa mattinata: smetterla di inviare reparti isolati per occupare effimere posizioni vantaggiose. Quando gli alleati scatenano plurime forze contro queste unità isolate, i Tedeschi se le fanno distruggere una alla volta. Il Feldmaresciallo Model è molto chiaro su questo con l suo subordinato Generale Feltd. Sia Feldt che Student incassano la ramanzina, pur commentando che Model da una parte li pungola nel sedere perché agiscano il più rapidamente possibile, mentre adesso frigna perché agendo rapidamente mandano i reparti in combattimento non appena si verifica un’occasione favorevole per farlo. Occorrerà senza dubbio trovare una via di mezzo tra queste due misure.
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    Gli eventi più straordinari nella mattinata del 19 settembre avvengono a Veghel. Il ponte in questo particolare momento rappresenta il punto più critico dell’intero teatro: gli alleati devono ripararlo o gittare un Bailey. Nello stesso tempo, il comandante sul posto, il Generale Adair al comando della divisione delle guardie, chiede alla fanteria aliantista americana del 327° reggimento di attraversare il Canale Zuid Willems per impedire che il kampfgruppe Gothsche disturbi il lavoro dei genieri, e da questo ordine discendono una serie di conseguenze vitali ed insaspettate. Due compagnie del 2/327 alianti attraversano infatti immeditamente a sud di Veghel, che per inciso è ancora occupata dal 3/501° PIR. Altre due compagnie, per non affollare troppo il punto di attraversamento, si spingono ancora più a sud lungo il canale, ed incredibilmente riescono ad occupare intatto il ponte di Erp, sei chilometri a sud est di Veghel. Questo imprevedibile e straordinario evento viene immediatmente sfruttato dall’intera 5^ brigata della divisione corazzata delle guardie, che attraversa questo ponte e si ritrova magicamente dall’altra parte del canale. Questo è un colpaccio enorme per le forze alleate, che ha due effetti immedaiati: permette il rapido ammassamento di forze angloamericane sull’altra sponda dello Zuid Willems Canal, allo scopo di liberare la strada per Grave, e costituisce un’alternativa a Veghel per le operazioni di collegamento con l’82^ divisione aviotrasportata. In più, le truppe inglesi dilagando sull’altra sponda, travolgono da tutti i lati il kampfgruppe Gothsche, il quale sorpreso, si difende da leone distruggendo un certo numero di carri delle guardie irlandesi prima di cercare di abbandonare la sua intenibile posizione. Viene decimato mentre tenta lo sganciamento ed i pochi sopravvissuti catturati.
    Il Generale Taylor modifica qualcosa nello schieramento della sua divisione anche a sud; il 3/502° PIR attraversa il Wilhelmina Canal a Son direzione sud, per appoggiate il 2° guardie gallesi corazzate nella difesa di Eindhoven. Inoltre il 2/502° PIR abbandona la linea del fronte sul fiume Dummel, per portarsi in riserva nel settore del comando divisionale.
    “Fummo attaccati all’improvviso da un certo numero di paracadutisti americani provenienti da veghel e dalle coltivazioni a sud della città. Mentre stavo disponendo le mie difese, fui avvertito che masse enormi di carri armati provenivano anche da est e da nordest. Non ci potevo credere. Feci portare là i miei quattro cannoni da 76 e tutti gli uomini armati con panzerfaust. Ci battemmo, ma gli Inglesi erano davvero troppi. Tre o quattro Sherman però riuscimmo a distruggerli, cosa che fece vacillare l’attacco degli Inglesi. Poi fummo costretti a abbandonare cannoni e posizioni sotto l’impeto di una massa ancor più grande di carri che avevano ripreso coraggio e venivano avanti vomitando fuoco ada tutti i pertugi. Non credo di avere mai visto tanti carri tutti insieme. Cercammo di ripiegare, ma le mitragliatrici Inglesi a sinistra e l’attacco degli Americani di fronte ci provocarono molte dolorosissime perdite. Ci arrendemmo ai carri inglesi quasi all’ora di pranzo. Il Tenente delle guardie che mi aveva in custodia mi disse di ringraziare Dio che ci avevano preso loro, ché gli Americani avevano la pessima abitudine di giustiziare i prigionieri che avevano combatuto troppo furiosamente. Mi fece i complimenti per come ci eravamo portati in combattimento.”
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    A sud l’VIII corpo d’armata accelera le operazioni contro i resti del gruppo Walther allo scopo di arrivare il più in fretta possibile a rendere sicura la zona di Eindhoven, da dove transitano tutti i rifornimenti per il XXX corpo. Lo stesso XII corpo è chiamato a contribuire alla difesa della città, così il comandante della 50^ divisione di fanteria Generale D.A.H. Graham invia l’intera 69^ brigata in città. La preoccupazione per la sicurezza di Eindhoven è molto elevata visto che l’equivalente di quasi una divisione viene dirottato per la sua difesa. Nel settore di Hamont, il kampfgruppe Richter viene colpito dal peso dell’intera 11^ divisione corazzata dell' VIII corpo ed annientato mentre cerca di ripiegare attraverso i suoi colleghi della divisione Erdmann. La fine del gruppo Walther si avvicina.
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  20. PPCT

    PPCT

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    Ingenuità enorme da parte dei tedeschi, potrebbe decidere l'intero scenario!
     

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